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Leaguers News 02/06/2012 | www.dcleaguers.it ASTONISHING X-MEN: XENOGENESIS 01/06/2012 20:19 I veri legami degli X-Men col mondo che li circonda non sono i rapporti con l’uomo, la lotta per la salvezza dell’umanità o le alleanze ad altri gruppi di eroi, bensì la concezione illuminante di un futuro certo per la loro razza, se tale può essere definita. Ecco, Wanda ha rimosso questa speranza assieme al gene X, ma non ha tolto la passione e la volontà di continuare a credere che il domani possa tornare ad essere luminoso, per Ciclope e i suoi fratelli. “I BAMBINI COI POTERI” Testi: Warren Ellis. Disegni: Kaare Andrews. Ed. USA: Astonishing X-Men Xenogenesis TP, Marvel Comics. Ed. ITA: Marvel Miniserie 112 – 113 – 114 (Astonishing X-Men: Xenogenesis 1 – 2 – 3), Panini. La bella storia che Warren Ellis e Kaare Andrews ci regalano è un mosaico di possibilità e di traiettorie infinite: il M’bangwi è una nazione (ipotetica) africana retta da un “milite” cyborg che tenta di costruire una parvenza di idillio ideale alla terra che ha scelto di governare; Tempesta (Ororo Munroe – manipolazione dei fenomeni meteorologici, dea con retaggio atlantideo) e Ciclope rispondono ad una chiamata di M.S.F. (Mutanti Senza Frontiere, una organizzazione no profit a difesa dei mutanti) e partono alla volta dello stato governato da “Crocodile” per scoprire cosa si cela dietro l’improvvisa nascita di una moltitudine di neonati con strabilianti poteri. A loro si aggiungono Wolverine (James Howlett Logan – artigli e scheletro di adamantio, rigenerazione cellulare avanzata, ipersensi sviluppati), Bestia (Hank McCoy – fisionomia leonina, ipersensi sviluppati), la Regina Bianca (Emma Frost – telepatia, corpo diamantino organico), Corazza (Hisako Ichiki – esoscheletro psico-energetico mutabile). La mutazione è la chiave della nostra evoluzione, ci ha consentito di evolverci da organismi monocellulari a specie dominante sul pianeta. Questo processo è lento e normalmente richiede migliaia e migliaia di anni, ma ogni centinaio di millenni l’evoluzione fa un balzo in avanti. L’evoluzione è il processo di modifiche che si manifestano, in un dato arco temporale, in forme di cambiamento e di trasformazioni per gli organismi viventi. Se la chiave della nostra evoluzione risiede nella mutazione, allora, per assurdo, è anche vero che l’uomo è mutante di se stesso. Benvenuti nel mondo di domani! FIGLI DI UN DIO MINORE Di House of M sappiamo tutto (Wanda, “no more mutants” e la Decimazione) ma quello che non conosciamo è che, dopo questi eventi, gli X-Men guidati dall’intrepido Ciclope (Scott Summers – raggi ottici concussivi) non hanno mai smesso di cercare nuove nascite mutanti e, di conseguenza, nuovi pupilli o figli dell’atomo. 1 The New 52: i numeri #1! In un istituto sanitario dello stato africano, gli X-Men si imbattono in una moltitudine di presunte nascite mutanti: bambini trasparenti, che prendono fuoco, incorporei o luminosi. Bimbi che esplodono provocando distruzione e dolore nel cuore del continente e portando scompiglio in un luogo già battuto da scontri violenti e insicurezza; a tutto ciò si somma l’improvvisa entrata in scena di scompensi quantici da un’altra dimensione. Uno dei nemici più crudeli degli Uomini X inizia l’inseguimento di un mutante (Jim Jaspers) proveniente da una realtà alternativa, dopo aver fatto stragi immani e aver quasi distrutto un universo intero. Sarà la volta in cui Ciclope, Tempesta ed Emma dovranno porre fine a qualcosa che aveva avuto inizio tempo prima, magari in un luogo differente. 31/05/2012 21:56 Benvenuti, con questo articolo, che mi piacerebbe potesse essere un work in progress, vorrei comunicare quali sono i miei pareri sull’evento DC dell’anno in Italia: I nuovi 52. Evento tanto atteso da chi mastica comics da anni, da chi come me è entrato da poco in questo coloratissimo mondo e da chi approfitterà di questo “reload” per affacciarsi al paese dei balocchi con gli occhi meravigliati di un bambino. Detto ciò, voglio premettere che le mie personalissime valutazioni sono quindi influenzate dalla mia ristretta conoscenza dell’universo DC, infatti, dopo le letture di Crisi sulle Terre infinite (conosciuta ai più anche col nome di Crisis), di qualche saga post Crisis e dell’ottimo Crisi d’Identità, sono saltato a Flashpoint (ultimo avvenimento preReboot) e infine a questo Reboot stesso. In attesa di un “recuperone” di quello che ancora non ho avuto l’onore di leggere vorrei, comunque, far sentire la mia voce sulle uscite presenti, convinto che talvolta il parere di un “nuovo lettore” possa essere di gradimento e magari (senza presunzione) d’aiuto. Recensendo i nuovi albi della Lion, mi sono “lanciato” a dare dei voti sulla storia (spesso in riferimento a quanto sia davvero una storia d’avvio o no), sui disegni, sulle copertine inserite nell’edizione italiana, sull’edizione dell’albo stesso (redazionali, layout, carta…)e poi né ho fatto una media. Per me non vuol essere altro che un gioco, così come la vignetta/tavola preferita e la “frase” preferita. L’ultima indicazione è sulla volontà di continuare a seguire la serie. Prima di cominciare un piccolo, ulteriore avviso. E’ possibile trovare degli spoilers qua e là, niente di trascendentale comunque. Iniziamo col primo albo letto e con le prime tre storie: ASTONISHING! Ellis ha il il vizio di piegare alle sue esigenze i tratti distintivi dei personaggi di cui parla, che va a muovere, che scrive. L’autore non si trattiene dall’avventurarsi in argomenti socio-politici (vedasi le citazioni e le prese di posizione che i “suoi” X-Men proferiscono), e tende a sottolineare una storia fatta di incastri; nonostante ciò principio e fine non necessariamente sono figli della realtà in cui gli X-Men si muovono, e questo è rappresentato sia dalla provenienza di Jaspers e dei suoi inseguitori sia dal fatto che l’artista Andrews cita in una splash-page personaggi che somigliano a Batman e Robin – sì esatto, il Dinamico Duo –). L’architettura di Ellis risulta tutt’altro che frammentaria, traducendosi alla fine dei conti in un accurato esercizio di meta-continuity marvelliana (eh sì, di quelle davvero citazioniste e ad opera di ripescaggio) e lo stesso dicasi per Kaare Andrews: in questa storia il grande illustratore ci mostra una visione unica di un gruppo come gli X-Men. Già la bellissima scelta di narrare questo racconto facendo indossare al gruppo delle divise differenti dai classici costumi e che denotano un aspetto molto più “raccolto” e quasi protomilitarista (Morrison e Quitely ci hanno abituati al meglio, e si sapeva), rende il corpus dell’opera più vicino al periodo in cui gli X-Men sapevano essere gruppo e non erano così pochi da doversi preoccupare per il domani (?). Andrews esprime (come sempre) al meglio la narrazione del piano e le sue tavole sono di una dinamicità unica e fluida; il fatto che ogni singolo personaggio venga rappresentato per ciò che è (McCoy è una “Bestia” tanto quanto lo è Logan, Emma una femme fatale e così gli altri) e non idealizzato presenta una realtà fisica e visibile, non indifferente. Encomiabili le cover da lui realizzate e la dannata violenza con cui le Furie si battono e abbattono Logan: sembra quasi di poter vedere la cruda e stupenda illusione fornita da alcune serie tv, quali Spartacus. Links 2 a fine albo “Chi ha paura dei supereroi?” mi hanno dato un po’ di delucidazioni che, per un totale neofita come me, sono importanti. Certo mi piacerebbe che si investisse su qualche approfondimento in più… Nessun problema con il tanto vituperato “odore” e non ho visto errori a parte la sillabazione sugli “acapo” ma va beh… La frase: Batman: “Non vedo alcun pulsante, perciò suppongo occorra concentrarsi per farlo funzionare e tu… non eri concentrato.” La Vignetta: Nessuna in particolare sopra le altre. Valutazione Totale: 7,5/10 Continuerò la serie: SI Justice League #1 di G. Johns e J. Lee La storia: 7,5 Premettendo che è poco che mi sono addentrato nell’universo Dc e, che conosco la continuity e le caratterizzazioni dei personaggi solo per sommi capi, la sceneggiatura di quest’episodio mi è piaciuta. Sicuramente in 24 pagine era arduo per Johns fornirci di più, ma già abbiamo un nome riguardo ad un potenziale villain, la nostra curiosità è stata stimolata sia nella sottotrama di Vic sia nella ricerca di un Superman diverso da come ci immaginiamo. L’irriverenza di Hal e un Batman risoluto, sagace ma anche un po’ troppo accondiscendente verso le presunzioni di Lanterna Verde fanno intravedere possibili sviluppi interessanti nelle relazioni fra i personaggi. Insomma direi un voluto, cauto assaggio. I Disegni: 8 Meglio le vignette in movimento che quelle statiche (per me troppi particolari superflui – troppe righette e tratteggio), però le espressioni sono fatte benissimo. Ottimi gli sfondi e accattivanti i particolari tecnologici. I colori poi sono stupendi, bellissimo vedere la tonalità di verde che anticipa l’entrata di Hal. Copertine: regular 7, variant 8 Non mi piacciono in entrambe WW e nella regular Superman. Redazionali ed edizione: 7 (ovviamente qua mi riferisco all’albo nella sua interezza) In realtà c’è scritto poco ma quel poco, soprattutto l’articolo 3 Justice League International #1 di D. Jurgens e A. Lopresti La storia: 6,5 Ancora ignorante in materia… è la prima volta che leggo JLI e non so, solo per ora, chi siano ‘sti Winick e Giffen…, comunque, mi sento di esprimere il mio parere. Considero che sia veramente difficile presentare la formazione di un gruppo in così poche pagine, però JLA ci insegna che con un po’ più di calma si poteva far meglio, senza venir meno all’azione. Si vede che le caratterizzazioni sono obbligatoriamente affrettate. Uno come me dice: “perchè Booster leader?” oppure “quali capacità hanno tutti questi qua?” cioè gli affidano, su due piedi (un paio di vignette) una missione ONU di salvataggio senza che nemmeno si conoscano un po’…. detto ciò la storia è abbastanza rebootosa (passatemi il termine) e non l’ho trovata sgradevole. Non mi piace l’inserimento di un big, così solo per “marchette”, anche se mi pare di aver capito che ha un senso in storie passate… comunque stona… mi piace l’odiosità di Gardner e l’accennata “gattamortosità” dell’inutile (fino adesso) Godiva, simpatica la diatriba campanilistico/militaresca tra il russo Rocket Red e il cinese Zhifu Fang. I Disegni: 7,5 A parte che Booster ha sempre la faccia in “F4 mode” (per chi non avesse mai visto la serie tv “Boris”, F4 è il tasto della tastiera che corrisponde all’espressione “basito” che viene abusata dagli sfaticati sceneggiatori che apparentemente non sanno che altro scrivere sui copioni), devo dire che i disegni non mi dispiacciono per niente. Solo gli sfondi sono un po’ inesistenti… Copertine: regular 7 Anche qui nessuno sfondo e poi le espressioni incoerenti fra loro (capita spesso nelle “foto di gruppo”)… però si mostrano tutti i protagonisti bene. Di sicuro non molto originale nel complesso. Il Selvaggio Hawkman #1 di T. Daniel e P. Tan Redazionali ed edizione: 7 (ovviamente qua mi riferisco all’albo nella sua interezza e sono le stesse cose che ho scritto nel mio commento a JLA#1) In realtà c’è scritto poco ma quel poco, soprattutto l’articolo a fine albo “Chi ha paura dei supereroi?” mi hanno dato un po’ di delucidazioni che, per un totale neofita come me, sono importanti. Certo mi piacerebbe che si investisse su qualche approfondimento in più… Nessun problema con il tanto vituperato “odore” e non ho visto errori a parte la sillabazione sugli “acapo” ma va beh… La storia: 8 Concludo l’albo Lion della JLA#1 con la lettura di quella che pensavo fosse una storia “riempitiva”… beh… sono contento di smentire i miei pregiudizi. Hawkman per ora è la locomotiva dell’albo. La storia è assolutamente rebootosa (abuserò ormai di questo neologismo) e l’ho trovata piacevole nei suoi diversi “ritmi”, anche io ho sentito l’”odore” di “Extremis” e di “Venom” (non parlo dell’odore della stampa del libro ma della scelta del modo di manifestare il potere di Carter Hall), ma alla fine ci sta più che bene in questo contesto. L’unica cosa che non ho trovato molto originale è la piega degli eventi durante l’esame di ciò che è stato rinvenuto nell’oceano… un po’ di dejavù… infine, forse un po’ frettolosa la vicenda iniziale nel bosco, meritava qualche passaggio in più. La frase: dialogo tra Rocket Red e Zhifu Fang: Briggs: “Signore e signori, il vostro mezzo di trasporto.” Boster: “Fico!” RR: “Ah. Un notevole aereo russo!” Briggs: “In realtà, è un aereo americano, Gavril. […]” RR: “Humpf. Gli aerei russi sono migliori.” ZF: “Finché non cadono. L’aviazione cinese offre soluzioni di qualità superiore.” I Disegni: 8,5 Piacevoli nella loro semplicità i vari lettering, soprattutto quello del parlato base, bellissimi gli sfondi ombrosi e i giochi di luce (fuochi, tramonto, luci filtranti) e mi piace il modo in cui vengono usate le vignette, accavallate una all’altra e che non si preoccupano di “tagliare” un primo piano (per esempio la tav.9). Il tratto è quasi pittorico e me gusta parecchio. La Vignetta: Tav 10. Vignetta 5. Batman coglie di sorpresa Guy, espressiva e plastica. Valutazione Totale: 7/10 Continuerò la serie: SI (per ora, ma fa tanto che è con JLA e Hawkman…) Copertine: regular 8 Copertina doverosamente “promozionale” per il personaggio, l’assenza di sfondo qui non stona e fa risaltare il personaggio in tutta la sua selvatica cazzutagine. 4 Redazionali ed edizione: 7 (ovviamente qua mi riferisco all’albo nella sua interezza e sono le stesse cose che ho scritto nel mio commento a JLA#1 e nel mio commento a JLI #1) In realtà c’è scritto poco ma quel poco, soprattutto l’articolo a fine albo “Chi ha paura dei supereroi?” mi hanno dato un po’ di delucidazioni che, per un totale neofita come me, sono importanti. Certo mi piacerebbe che si investisse su qualche approfondimento in più… Nessun problema col tanto vituperato odore di stampa e non ho visto errori a parte la sillabazione sugli “acapo” ma va beh… Action Comics #1 di G. Morrison e R. Morales La storia: 8,5 Morrison. Bisogna sempre foderarsi i piedi di piombo quando si commenta qualcosa scritto dallo scozzese, ebbene, alla fine la storia mi è piaciuta molto ma, datemi del cretino o stupitevi della mia ignoranza, ho fatto fatica inizialmente a seguire lo svolgimento della trama o meglio a seguire alcuni avvenimenti della trama. Vi spiego: nella scena del treno non è molto chiaro cosa succeda “in carrozza” e cosa succeda “alla fermata”, l’avvicendarsi delle vignette con sfondi molto simili (e qui magari Morales poteva fare meglio… ) mi ha confuso. A voi no? E poi il ritorno al monolocale: Superman si “clarkizza” parla con la padrona di casa, insomma sembra quasi che si stia per “pantofolizzare” davanti alla tv dopo le superfatiche e tutto ad un tratto chiama Jimmy e lo avverte di un imminente pericolo (la fonte? mah?!)… e poi via verso l’ultima “superfatica” di giornata. Insomma queste cose me le sono dovute rileggere. A parte queste difficoltà, di cui, per ignoranza forse mia, mi prendo la colpa, dicevo che la storia è un buonissimo punto d’inizio. Si vede un ragazzo con super poteri che ancora è acerbo nelle sue azioni ma con idee abbastanza chiare seppur idealiste (a me gusta), idee peraltro valide anche per il suo alter-ego, strepitosa la puntualità promessa (all’inizio) e mantenuta (nel finale) da Lex al generale Lane. Trovo molto utile per svolgimenti futuri il fatto che Lois sia una giornalista rivale che lo osteggi sensibilmente. Bella la scelta di farlo essere irriverente verso le forze dell’ordine. Ottima caratterizzazione dei personaggi presentati (quasi tutti i più importanti) e chiarissime le relazioni fra essi. Morrison poi ci mette un po’ di mistero e ci instilla varie curiosità che gli assicurano ancora un po’ dei nostri soldi: Superman a volte ha gli occhi rossi e a volte no, casuale? (magari sono io che straparlo), il finale che ci lascia in sospeso non poco con l’ultima vignetta, e poi una frase buttata lì dalla padrona di casa: “[…]prima che mi dimentichi, sono passati dei tuoi amici… due uomini e una donna… bionda, davvero gentile, molto bella. Ho pensato fossero attori.”… insomma mi toccherà aspettare per sapere qualcosa di più… La frase: Tornando alla cazzutagine di Hawkman: “Allora?! Volete un assaggio?! Venite a prendervelo!” La Vignetta: Tav 16. Vignetta unica. La stessa dell frase di cui sopra, Hawkman è tornato… non male l’emozione di risolutezza e di rabbia che traspare dal suo volto seminascosto dalla maschera. Sfondo cupo e che incuriosisce. Valutazione Totale: 7.87÷10 Continuerò la serie: SI I Disegni: 9 Adoro Morales, da quando ho letto “Crisi d’Identità” mi son sempre andato a cercare i suoi disegni e qua mi ha colpito ancor di più… è sicuramente, ulteriormente, migliorato, se prima le caratterizzazioni dei suoi volti maschili erano un po’ troppo simili una all’altra adesso è strepitoso come ognuno sia ben riconoscibile. E’ fenomenale nelle scene di velocità e movimento, gli sfondi sono molto reali e particolareggiati… e poi… le espressioni, quelle mi piacciono davvero. L’unico difetto (per me) è quello che ho descritto più sopra nel commento alla storia. Copertine: regular 8,5 variant 7 La regular di Morales è stupenda. C’è tutto: espressione, movimento, ombré e luci… fin troppo particolareggiata, ricalca molto quella che è la trama di Morrison e ringiovanisce il personaggio rispetto a come lo immaginiamo/ricordiamo. Bella anche la variant di Lee ma un po’ fuori tema rispetto alla storia (costume e nemici). Sembrerebbe più adatta alla storia di Perez. Redazionali ed edizione: 7,5 Sensibile miglioramento rispetto a JLA qui c’è qualche sintetico ma esauriente redazionale in più… la cosa aiuta ma vorrei qualcosa di più che aiuti chi, come me, è all’inizio (o poco più) 5 La frase: Lex Luthor: “… Voleva Superman, generale Lane. Vivo o morto. Guardi. Le ho dato Superman. Ci sentiamo.” preferisco le vignette con ritratti (in cui trovo molto ben fatte le espressioni) a quelle di azione, che ho trovato un po’ confuse. Gli sfondi non sono molto approfonditi e spesso sono “schiacciati” dai primi piani. Il costume pensavo peggio dai… La Vignetta: Tav 15. Vignetta 4. La folla grata e coraggiosa protegge la fuga di Superman che sembra proprio affaticato. Scena molto significativa e che si contrappone a quello che invece vogliono i “poteri forti” Copertine: regular 6 Raggiunge la sufficienza per l’idea e per il soggetto ma le proporzioni (soprattutto quelle anatomiche) non mi piacciono e i contorni troppo marcati. Perez ha un po’ toppato, scusate se mi permetto… Valutazione Totale: 8,1/10 Continuerò la serie: SI … assolutamente Redazionali ed edizione: 7,5 Ripeto le stesse cose scritte nel mio commento ad Action Comics #1, essendo che l’albo è il medesimo… Sensibile miglioramento rispetto a JLA qui c’è qualche sintetico ma esauriente redazionale in più… la cosa aiuta ma vorrei qualcosa di più che aiuti chi, come me, è all’inizio (o poco più) La frase: Superman: “… Hmm. Hai ragione. Grazie. Immagino dovrò lanciarvi nello spazio allora. Basta evitare i satelliti dei notiziari. Sarebbe un disastro per la mia immagine.” La Vignetta: Tav 1. Vignetta tutte (la sequenza). Un pezzo di storia di Superman, di Metropolis… della DC stessa che se né va pian piano… iniziando ad accortocciarsi su se stesso… commovente… una gran bella sequenza significativa. Valutazione Totale: 7,12/10 Continuerò la serie: SI … per il momento voglio vedere dove va a parare Superman #1 di G. Perez e J. Merino La storia: 7,5 Sicuramente ho letto storie più brillanti, però a me non sono dispiaciuti né i dialoghi e né le didascalie (che da metà storia in poi interpreto non tanto come descrizione della vignetta ma come brani dell’articolo che poi pubblicherà Clark. Una sorta di vendetta/risposta al nuovo modo di fare giornalismo del Globe)… insomma l’articolo che va di pare passo con l’azione, mi piace. Trovo anche qui, i personaggi ben caratterizzati da un Perez con un sapore antico ma che sa attualizzarsi. Secondo me sa essere un buon numero 1, che presenta il personaggio e alcuni dei più importanti comprimari in modo essenziale ma sufficiente. Come in molti altri numeri 1 di questo reboot… bisogna però continuare la storia… I Disegni: 7,5 In alcune vignette ho riscontrato un tratto un po’ troppo pesante, 6 aggiungo una cosa: Nel mio albo due “fumetti” nella penultima tavola sono chiaramente invertiti… La frase: Supergirl: “Padre. Padre dice… dice sempre… quando ti stendono… tu tirati… Su!” (Evvai di “castagnone” al nemico…) La Vignetta: Tav 4. Vignetta Unica. Sarà banale ma qui Kara svetta nella sua bellezza e nel suo volto possiamo ammirare uno smarrimento che non poteva essere raffigurato in modo migliore. Valutazione Totale: 7,25/10 Continuerò la serie: SI mi incuriosisce Supergirl #1 di M. Green, M. Johnson e M. Asrar La storia: 8 Dunque, giustifico il mio voto per la “rebootosità” della storia… già perché di trama ce n’è proprio poca,ma forse in così poche pagine era evidentemente difficile fare meglio; però come accennato è proprio utile come partenza. L’assenza di dialoghi è compensata assolutamente dagli ingenui pensieri di Supergirl, dalle quali traspare sia l’amore per il padre sia il suo stupore per ciò che le accade, soprattutto quando si rivela il sole. Insomma sicuramente il tutto invoglia a continuare. I Disegni: 7,5 Io adoro gli sfondi, la location siberiana meritava un approfondimento in tal senso ma ciò non è avvenuto. Però tutto il resto risulta molto iconografico e mi è piaciuto soprattutto i giochi di luce prima e durante l’alba. I ritratti sono altalenanti, talvolta molto accurati altre volte quasi stilizzati. Flash #1 di F. Manapul e B. Buccellato La storia: 9 Prosegue la mia lettura di questi N52 e dopo l’albo della JLA e quello di Superman è arrivato il momento di quello che più attendevo per i miei due supereroi DC preferiti (Flash e Aquaman), l’attesa per il momento è stata ripagata e qua vi faccio un po’ di considerazioni in particolare su Flash: Premettendo che non conoscevo Manapul come disegnatore, come sceneggiatore l’ho trovato incantevole. In questo reboot c’è tutto quello che (per me) dovrebbe esserci; una presentazione del protagonista, una sommaria introduzione dei comprimari (mi sa che con Patty e Iris né vedremo delle belle), nemici e storyline misteriosi che “obbligano” acquisti futuri, un’alternanza fra clima familiare (o sul lavoro) e azione con tempi ben distribuiti. Copertine: regular 6 Cosmica e iconografica… ma la super ragazza ha una mascella alla “Ridge” e una mano sinistra che sembra il “David”… Redazionali ed edizione: 7,5 Ripeto le stesse cose scritte nel mio commento ad Action Comics #1 e nel mio commento a Superman #1, essendo che l’albo è il medesimo… Sensibile miglioramento rispetto a JLA qui c’è qualche sintetico ma esauriente redazionale in più… la cosa aiuta ma vorrei qualcosa di più che aiuti chi, come me, è all’inizio (o poco più) 7 I Disegni: 8 Disegni molto, molto belli. Un taglio moderno e forse meno realista di un Reis… ma arricchito da trovate molto fumettose che apprezzo come l’onomatopea integrata nello spruzzo d’acqua nel canale o l’immagine di presentazione nel titolo che ammicca a fumetti d’altri tempi. l’ambiente cittadino è reso meno cupo che in altri fumetti, da l’idea di una città più vivibile, forse i particolari un po vecchiotti (auto e palazzi). Barry è un po’ mono espressivo in “pokerface mode” ma l’immagine finale ci dimostra che le espressioni (a parità di volto) non sono certo un problema dell’artista. Con questo personaggio, poi, sono d’importanza fondamentale le scene di movimento… e qui è vera e propria maestria quella di Manapul! Copertine: regular 8 variant 8 La regular di Manapul è iconografica mentre la variant di Reis è molto dinamica… non saprei quale scegliere fra queste due belle copertine… entrambe comunque molto “da numero 1″. Redazionali ed edizione: 7,5 Sensibile miglioramento rispetto a JLA qui c’è qualche sintetico ma esauriente redazionale in più… la cosa aiuta ma vorrei qualcosa di più che aiuti chi, come me, è all’inizio (o poco più) La frase: Barry: “… Mia madre una volta mi ha detto che “la vita è una locomotiva… se non ti muovi, non vivi.“” La Vignetta: Tav 19. Vignetta Unica. Le espressioni di tutte le figure… fantastica idea di storia e di spunto artistico! così come la tavola multivignetta n. 7 nella quale si rompono gli schemi classici con Flash che “attraversa” gli spazi fra le vignette stesse. Valutazione Totale: 8,1/10 Continuerò la serie: SI … assolutamente SI!!! [1] Aquaman #1 di G. Johns e I. Reis La storia: 9 Finalmente la storia che più attendevo… cercherò di non influenzare la mia obiettività. Se c’è una cosa vera che è stata detta in molti commenti è che in questo numero 1 succede poco. Mi chiedo, dopo aver letto questa storia, era così davvero importante dover mostrare di più? Johns ci da un assaggio (sebbene sminuito dall’ironia di chi vi assiste) dei poteri e dell’indole del “mezzatalantideo”, ci esprime cosa pensa, quali sono i suoi ricordi più cari in contrasto da com’è visto dalla “gente di terra”, ci mostra i suoi affetti e le sue intenzioni più intime e poi ci fornisce di nemici apparentemente spietati sebbene mossi da istinti che sembrerebbero “naturali”… quindi mi rispondo: No, per il momento non volevo altro. Forse mi sarebbe piaciuto che non si “arrendesse” al blogger, avrei voluto un’ingegnosa risposta ma evidentemente qualcosa davvero “gli brucia”… In poche parole… ho voglia di leggerne ancora… e sono sicuro che né vedremo delle belle! I Disegni: 9,5 Trovare difetti nel magnifico lavoro di Reis è difficile, forse l’unico neo è che l’eroe è un po’ monoespressivo, ma se ci si pensa lo esige la storia stessa. Espressioni, sfondi e colori sono stupendi. Bellissima la trovata di “ammiccare” ai ricordi con vignette più pastellose e leggermente sfocate. L’azione “relegata” all’inizio è tratteggiata epicamente. Poi l’ambiente del 8 ristorante è veramente… accogliente e semplice. gli scherzi, purtroppo (forse complice il fatto che di questo personaggio non so praticamente nulla) J.T. Krul non mi ha convinto molto… ho trovato poco originale il tema dell’assorbimento delle energie da parte di un protagonista pochissimo caratterizzato. Gli altri (pochi) personaggi appena accennati e i dialoghi appesantiti, nel caso del Doc Megala, da un lettering illeggibile. Copertine: regular 9,5 Copertina da numero 1… d’azione e di presentazione bellissimo il contrasto con lo sfondo pieno dei nemici presentati nella storia… ah… quanto avrei voluto l’albo con questa copertina… Redazionali ed edizione: 7,5 (ripeto quanto detto per l’albo di Superman) Sensibile miglioramento rispetto a JLA qui c’è qualche sintetico ma esauriente redazionale in più… la cosa aiuta ma vorrei qualcosa di più che aiuti chi, come me, è all’inizio (o poco più) I Disegni: 7 Penalizzati da quel “lettering” di cui sopra (mi riservo di vedere l’originale) i disegni e i tratti li ho trovati abbastanza piacevoli. Sono approfonditi nei particolari in primo piano e non mi dispiace la soluzione (sicuramente vantaggiosa) sui tratti abbozzati in sottofondo. Ben fatto il protagonista a parte quell’inguardabile ciuffo… La frase: Aquaman: [spoiler] “… Io non parlo ai pesci.” diventata ormai un’icona. La Vignetta: C’è l’imbarazzo della scelta… davvero… forse opterei per la Tav 11. Vignetta 5. Aquaman miscela la sua malinconia fra le “scelte” del menù, sullo sfondo la sua vita, il passato. Vignetta che strizza l’occhio con quella ricordata un po’ più avanti in cui lui è nello stesso ristorante, col padre. Bellissima. Copertine: regular 7,5 Copertina “da numero 1″… che simboleggia un po’ quello che è inserito nella storia, carino lo sfondo, ben fatto. Insomma un insieme d’azione e di presentazione. Bellissimo il contrasto con lo sfondo pieno dei nemici presentati nella storia… Redazionali ed edizione: 7,5 (ripeto quanto detto per l’albo di Superman) Sensibile miglioramento rispetto a JLA qui c’è qualche sintetico ma esauriente redazionale in più… la cosa aiuta ma vorrei qualcosa di più che aiuti chi, come me, è all’inizio (o poco più) Valutazione Totale: 8,87/10 Continuerò la serie: SI … c’è da chiederlo? La frase: Vagabondo: “… Questo ratto stava rubando il mio cibo. Gli romperò il culetto. ” … si si… glielo rompe proprio… La Vignetta: Tav 5. Vignetta 4. Molto bella la zoomata “atomica” della mano del supereroe… Valutazione Totale: 6,75/10 Continuerò la serie: SI … ma solo per i comprimari dello spillato Capitan Atom #1 di J. T. Krul e F. Williams II La storia: 5 Finalmente un’insufficenza! Altrimenti mi preoccupavo… a parte 9 “schizzo” non mi piacciono molto preferisco variare… di più. Però so che adesso è una cosa che “va molto”. Indubbiamente però è bella anche questa. Redazionali ed edizione: 7,5 Forse sono troppo buono, però c’è da dire che a me, che sono praticamente un neofita, viene detto sufficientemente quello che mi serve per leggere… davvero. Mi piacerebbe, comunque qualche info in più… quello si. La frase: Il dialogo di Carol e Hal a cena: Hal (imbarazzato)”… Non avrei mai pensato di doverlo fare, ma… devo chiederti una cosa. Carol…” Carol (seria e “speranzosa”)”Si, Hal?” Hal (si butta…) “Garantiresti per il leasing della mia auto?” mi ha fatto scompisciare ed era ben fatta… La Vignetta: Mah?! Difficile… non c’è una vignetta in particolare forse carina la vignetta 6 della tav 21 che va a sfumare dal colore precedente facendoci presagire l’importante incontro successivo, proprio quando Hal tocca il fondo… o cadrà ancora più in basso… Valutazione Totale: 7,8/10 Continuerò la serie: SI, sicuro Per ora le mie recensioni si fermano qua, ma presto completerò questa carrellata. Ho già letto l’albo di Wonder Woman e ho iniziato quello di Batman… vi tedierò ancora a lungo. Links [1] http://tinyurl.com/buk89r5 Injustice: Gods Among Us Lanterna Verde #1 di G. Johns e D. Mahnke 31/05/2012 19:26 La storia: 8 Sicuramente il mio voto è influenzato dal fatto che conosco pochissimo il personaggio (e qui faccio mea culpa totale) e che questa storia ha poco di “rebootoso” ma si sapeva. Comunque quello che Johns scrive, lo scrive sempre alla grande. Quello che per molti è un colpo di scena incredibile (Sinestro all’inizio) per me è solo parte di una storia che inizia, ma che sicuramente continuerò. C’è da dire che la lettura è stata più che piacevole, i “tempi” Terra/Resto dell’Universo sono scanditi benissimo rimbalzando fra i due protagonisti. Hal è già ben caratterizzato e mi ha fatto un po’ di pena vederlo ridotto così. La scena con Carol è fantastica…. ma tutti i dialoghi lo sono. Non c’è niente da fare… DEVO leggere qualcosa prereboot così, poi, mi gusterò il continuo di questa storia che Johns ha saputo far sospirare nelle battute finali. http://www.youtube.com/watch?v=hMkTQSbE6Bc[1] Links [1] http://tinyurl.com/7gvbdbt Terremoto in Emilia: aiutiamoli! 29/05/2012 08:46 Il devastante terremoto in Emilia ha provocato danni gravissimi che stanno letteralmente mettendo in ginocchio l’economia locale. Un colpo ferale, che la Crisi di questi ultimi anni sta rendendo ancora più drammatico. Non è possibile non provare un moto d’orgoglio e di solidarietà al guardare questa gente, piccoli imprenditori, commercianti e operai, che con forza indomabile tentano di rimettersi in piedi dopo la catastrofe, di ricominciare a correre. Ma non possono farcela da soli. I Disegni: 7 Che belle le espressioni!!! Perfettamente in linea con le emozioni che vogliono comunicare, forse critico un po’ le ombré… le scene d’interno e all’esterno mi piacciono per i loro particolari… (a me piace guardare tutto quello che c’è attorno…). Non mi piace Hal nell’ultima vignetta della tav 10… troppi contorni neri anche in altre tavole precedenti e spesso in molti ritratti… questo non me gusta tanto. Hanno bisogno di noi. Aiutiamoli. Non tiriamoci indietro. Copertine: regular 8,5 variant 8 Quante volte devo dire che adoro Reis? Bella anche la scelta di Sinestro in relazione a ciò che avviene nella storia. Le variant 10 TG La7 e CORRIERE DELLA SERA: Le due testate promuovono una raccolta di fondi presso la Banca Intesa San Paolo. Il numero IBAN è: IT 73 L 0 3 0 6 9 0 5 0 6 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 6 7 1, la causale: “Un aiuto subito. Terremoto in Emilia”. PARTITO DEMOCRATICO - IBAN: IT02 N031 2702 4100 0000 000 1 494 Presso UNIPOL BANCA? Intestato ?“EMERGENZA TERREMOTO EMILIA-ROMAGNA”? Partito Democratico Emilia-Romagna LEGA NORD/GIOVANI PADANI - IBAN : IT13 K076 0101 6000 0004 1839 200 oppure su C/C POSTALE 41839200, instestato a : Associazione Giovani Padani – via Colombi 18, 20161 Milano, CAUSALE: terremoto Emilia ASSOCIAZIONE MUMBLE – L’Associazione culturale Mumble, che opera tra le province di Bologna, Modena e Reggio Emilia, ha lanciato una raccolta fondi tramite Kapipal [1](un servizio online sicuro con il quale si possono effettuare pagamenti tramite carta di credito o PayPal). Nel 2009, Mumble insieme ad altre associazioni del territorio modenese realizzò una serata di sostegno alle vittime del terremoto dell’Aquila proprio a Finale Emilia, raccogliendo circa 2.000 euro. Oggi Mumble chiama a raccolta i suoi sostenitori per restituire la generosità dei cittadini di Finale Emilia e della Bassa Emiliana. PROVINCIA DI MODENA – La Provincia di Modena ha attivato un conto corrente per la raccolta fondi da destinare interamente alle persone colpite dal terremoto. Ecco gli estremi: Intestazione “Amm.né provinciale di Modena Interventi di solidarietà” Codice Iban: IT 52 M 02008 12930 000003398693, indicare la causale “terremoto maggio 2012? REGIONE EMILIA-ROMAGNA - La Regione Emilia-Romagna ha attivato una raccolta fondi rivolta a quanti desiderano versare un contributo per far fronte ai costi del terremoto che ha colpito le province di Modena, Ferrara e Bologna. Per i privati le possibilità sono le seguenti: - versamento sul c/c postale n. 367409 intestato a: Regione Emilia-Romagna – Presidente della Giunta Regionale – Viale Aldo Moro, 52 – 40127 Bologna; - bonifico bancario alla Unicredit Banca Spa Agenzia Bologna Indipendenza – Bologna, IBAN coordinate bancarie internazionali: IT – 42 – I – 02008 – 02450 – 000003010203; - versamento diretto presso tutte le Agenzie Unicredit Banca Spa sul conto di Tesoreria 1 abbinato al codice filiale 3182. Per quanto riguarda invece gli Enti pubblici, è previsto l’accreditamento sulla contabilità speciale n. 30864 accesa presso la Banca d’Italia – Sezione Tesoreria di Bologna. NB: In tutti i casi (privati ed Enti pubblici) il versamento dovrà essere accompagnato dalla causale: Contributo per il terremoto 2012 in Emilia-Romagna. ALTRI AIUTI CARITAS BOLOGNA– Anche la Caritas Diocesana di Bologna ha attivato un conto corrente in supporto delle vittime: si può versare tramite c/c postale n. 838409 o con bonifico bancario (Banca Popolare dell’Emilia Romagna) intestato a: Arcidiocesi di Bologna, cod IBAN IT27Y0538702400000000000555, causale: terremoto in Emilia Romagna. GIOVANE ITALIA Lunedi 21 e martedi 22 presso la sede di Giovane Italia Modena in via Castellaro 13 a Modena raccolta beni alimentari di prima necessità (pane, pasta, pelati, acqua…) per le tendopoli della provincia di Modena. PROFESSIONISTI (INGEGNERI, ARCHITETTI…) Si può contribuire anche in maniera diversa: il Comune di Mirandola sta cercando dei professionisti (es. ingegneri, architetti) per aiutare nell’emergenza e in particolare per valutare gli edifici colpiti dalle scosse. Chi può dare disponibilità, contatti la Polizia Municipale di Mirandola ai numeri 0535/611039 , 800/197197 . COLLETTA ALIMENTARE SPAZIO GUERNICA raccoglie aiuti per i terremotati, tutti i martedì e giovedì dalle 14.30 alle 19 presso il Lab Scossa di Via Carteria 49 – laterale di via Emilia Centro, a Modena. Il materiale che serve è: pannoloni, lenzuola, coperte, carta igienica, biancheria intima, scarpe e vestiti per bambini. Tutto il materiale verrà consegnato ai punti raccolta di Mirandola direttamente dagli attivisti di Guernica. Per inviare materiali da altre città o aprire altri punti di raccolta contattare: [email protected]. ACCOGLIENZA DEGLI SFOLLATI Proprietari di Hotel, B&B, Motel, locande o anche privati cittadini in zone limitrofe all’area interessata possono aiutare ospitando gli sfollati (che attualmente sono circa 3,900). Se qualcuno fosse disponibile può contattare il Comando della Polizia Municipale di Mirandola 0535–611039 che smisterà le chiamate o Comando Carabinieri di Finale Emilia 0535–91067 o qualunque istituzione della Zona di Finale Emilia. CARITAS MODENA – BPER. Conto corrente IT89B 05387 12900 000000030436 per la raccolta di fondi di solidarieta’ a favore delle popolazioni terremotate. Causale: emergenza terremoto Emilia. EMIL BANCA: IBAN: IT 06 L 07072 02404 000017741960, causale: “Emergenza terremoto Emilia”. IL RESTO DEL CARLINO E TG5 MEDIAFRIENDS: INTESTATARIO Mediafriends, BANCA BancaIntesa SanPaolo, IBAN IT 41 D 03069 09400615215320387, CAUSALE terremoto Emilia Romagna AGGIORNAMENTO 29/05/2012 – PER NUOVE MODALITA’ DI AIUTO Se veramente noi tutti ci sentiamo intimamente colpiti dal 11 disastro che sta toccando da vicino alcuni dei nostri più cari amici del forum e non, se ci sentiamo solidali con l’inferno in cui è stata catapultata una delle regioni più floride, belle e ricche d’Italia, lasciamo che al dispiacere subentri la volontà di aiutarli tutti. Un piccolo contributo, un sms, l’equivalente di una pizza o di un cinema, dei panni vecchi che non usiamo più, tutto ciò che è in nostro potere fare… Facciamolo. Questa gente sta perdendo tutto. Lo so che siamo a terra, lo so che la Crisi ci sta portando a chiuderci nella nostra realtà, nei nostri dolori quotidiani di famiglie che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Lo so, lo capisco. Ma si ricomincia da qui. Si ricostruisce da qui. Dall’umanità, dall’empatia. Ritroviamo in queste tragedie la forza di rialzarci. Aiutiamoli tutti. Diventiamo la nazione che non siamo mai stati. Vi prego. Aiutiamoli. Hanno bisogno di noi. danni al patrimonio storico e industriale, da ieri ha cominciato a vedere seriamente colpite anche tante case. La Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, come sempre in casi analoghi, si mette a disposizioni dei lettori per trasformare ogni euro in una mano tesa, concreta e solidale. Non sappiamo ancora come utilizzeremo il denaro raccolto, ma ve lo spiegheremo – come abbiamo fatto sempre – giorno dopo giorno, man mano che i nostri progetti diventeranno realtà. Si può contribuire, indicando sempre la dicitura “Fondo 587, per i terremotati dell’Emilia”, versando in banca con bonifico sul c/c intestato a Fondazione La Stampa – Specchio dei tempi, via Marenco 32, 10126 Torino, IBAN IT10 V030 6901 0001 0000 0120 118. Alla Posta sul ccp 7104 intestato a La Stampa – Specchio dei tempi, via Marenco 32, 10126 Torino. Agli sportelli di via Monte di Pietà 2 (Libreria Mondadori) e in via Marenco 32 a Torino. Presso tutte le nostre redazioni locali. Sul web è possibile, notte e giorno, versare con carta di credito sul sito www.specchiodeitempi.org[3]. In questo topic posterò, aggiornando di volta in volta, le varie modalità di aiuto economico che troverò in giro per la rete. Va da sé che chi risiede in Emilia possa aiutare anche fornendo generi di prima necessità e vestiario, tramite le Istituzioni e Associazioni locali. SMS Raccolta fondi Codice IBAN attivato dalla provincia di Modena È attivo dalle 19.00 di oggi martedì 29 maggio e fino al 26 giugno il numero solidale 45500 IT 52 M 02008 12930 000003398693, indicare la causale “terremoto maggio 2012″ La Campagna di raccolta fondi straordinaria è a favore delle popolazioni della Regione Emilia Romagna duramente colpite dagli eventi sismici, il cui ricavato verrà versato al Fondo della Protezione Civile. Link al sito della provincia di Modena[2] Conto corrente di solidarietà aperto dal M5S IBAN: IT 76 N 02008 02460 000102085251 Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari: TIM, Vodafone, WIND, 3, Poste Mobile, CoopVoce, Tiscali e Noverca; mentre sarà sempre di 2 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa di: Telecom Italia, Infostrada, Fastweb, TeleTu e Tiscali. Il Movimento 5 Stelle è vicino alle vittime del sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna, ed in particolare le province di Modena, Ferrara e Bologna. Siamo solidali con la popolazione, e vogliamo dare una mano concreta per la prima emergenza e la ricostruzione: per questo abbiamo aperto un conto corrente sul quale chiunque lo desideri potrà versare una cifra, anche simbolica, a sostegno della popolazione afflitta dal terremoto. L’IBAN del conto è IT 76 N 02008 02460 000102085251. Garantiremo la massima trasparenza e forniremo ogni informazione utile per determinare gli interventi da sostenere. Abbiamo deciso di versare l’intero extra-stipendi di maggio per cominciare la raccolta. Chiederemo ai cittadini come ritengano sia meglio investirli, per le esigenze della popolazione, garantendo che saremo molto attenti che non vengano sprecati. IN QUESTO TOPIC SUL NOSTRO FORUM STIAMO CERCANDO DI ORGANIZZARE LA SOLIDARIETA’. PER QUALSIASI DOMANDA O AIUTO NON ESITATE A CONTATTARCI. [4] Links [1] http://tinyurl.com/bnl4o3w [2] http://tinyurl.com/csfrz82 [3] http://tinyurl.com/cep4arz [4] http://tinyurl.com/cgyzt2x BATMAN: LO SPECCHIO NERO Il Movimento 5 Stelle invita tutti i cittadini a versare sul CC (IBAN: IT 76 N 02008 02460 000102085251). Per donazioni dall’Estero il BIC: UNCRITM1NT6. 28/05/2012 20:41 Codice IBAN e conto corrente postale – Fondazione La Stampa In aiuto dei terremotati dell’Emilia Questo tragico terremoto, che non finisce mai e che aggrava ogni giorno il suo peso sulle popolazioni emiliane, ha colpito profondamente i lettori de La Stampa. Così, da ieri, proprio mentre le agenzie di stampa cominciavano a raccontare dei nuovi morti e dei nuovi gravissimi danni, sono cominciate ad arrivare le prime offerte a Specchio dei tempi. Offerte di chi vuole essere vicino a gente che, accanto ai gravi Da qualche tempo c’è un nuovo Pipistrello a Gotham. Il manto nero e il simbolo sul petto sono gli stessi di sempre, ma c’è 12 qualcosa di diverso in questo Batman. Questo Oscuro Cavaliere sorride, ti ascolta, aspetta che tu abbia finito di parlargli senza sparire nel nulla a metà frase. Il protagonista dell’attesissima run di Scott Snyder su Detective Comics è Batman, ma non Bruce Wayne. Eppure i suoi demoni interiori non sono meno feroci. Né Lo Specchio Nero, questo il titolo dell’arc introduttivo della nuova gestione Snyder, vediamo Dick Grayson mantenere il ruolo di Batman della città di Gotham City, all’interno del vasto progetto di vigilantismo mondiale denominato Batman Incorporated, pubblicamente finanziato dal suo mentore e padre putativo. Il titolo è foriero di molteplici significati. Siamo noi ad essere condizionati dal mondo che ci circonda, o è il modo in cui noi ci rapportiamo col mondo a plasmare la realtà attorno a noi? Siamo quel che nell’intimo sentiamo di essere, o quel che il mondo dice che siamo? È più vera l’immagine riflessa nello specchio, o l’uomo davanti ad esso? Luce o oscurità, speranza o disperazione, giustizia o rabbia. Dick o Batman? Testi: Scott Snyder Disegni: Jock & Francesco Francavilla Edizione Americana: Batman The Black Mirror Edizione Italiana: Batman Detective Comics n.1 (di 2), Planeta DeAgostini; Batman Detective Comics n.2 (di 2), Lion Comics. Negli 11 appassionanti capitoli di questo suo primo arc narrativo, Snyder, acclamato vincitore dell’Eisner Award con la sua serie 13 I disegnatori Jock e Francesco Francavilla non possono che esaltarsi per questo lato del personaggio Dick Grayson, regalando al lettore pagine di grandissimo effetto. Vertigo American Vampire, accompagnerà il lettore nel viaggio più ossessionante, pericoloso, torbido ed essenziale: quello alla ricerca di se stessi. Senza scuse, senza alibi. Dick Grayson sarà costretto a scoprire realmente chi è, o a morire. E il lettore insieme a lui. Anche a livello metaforico questa diversa “impostazione” fisica fra Bruce e Dick trova la sua efficacia nel diverso rapporto che i due hanno con la città di Gotham. Città malata, perversa, corrotta. Gotham sembra tirar fuori il peggio dalle persone, e, laddove Bruce la dominava come un fiero cavaliere pesta i calcagni nei fianchi del cavallo indomito, Dick sembra piuttosto voler rifuggire agilmente dai colpi con i quali la crudele bestia vorrebbe colpirlo, saltando, schivando, scansando le nere ombré di una città che lui sa bene potrebbe finire per inghiottirlo. EREDITA’ Non puoi dire di conoscere un uomo, finché non né hai condiviso l’eredità. Lo scontro generazionale fra Dick Grayson e Bruce Wayne è sempre stato molto acceso, innumerevoli sono le dinamiche in cui il padre severo e il figlio ribelle si sono confrontati e battuti sul terreno di una antitetica visione della vita e delle cose. CARTELLO ANTI-CRIMINE Una delle grandi novità del Batman di Scott Snyder è il suo inserimento in quella che a tutti gli effetti è diventata l’azienda di famiglia, la Batman Incorporated. Gli enormi capitali e le inesauribili risorse economiche, finanziarie, industriali e politiche delle Wayne Enterprises sono ora asservite al fine della giustizia, in una vera e propria holding vigilantesca, un cartello anti-crimine. Batman qui è molto lontano dall’essere un solitario crociato incappucciato, è piuttosto l’ingranaggio di un meccanismo assai più vasto e ben oliato, un mosaico la cui rete d’informazioni e di collaborazioni parte dal Dipartimento di Polizia di Gotham, passando per il network informativo di Oracolo, soffermandosi sull’appoggio tattico di Damian Wayne e Tim Drake e arrivando infine alla monumentale riserva tecnologico-scientifica che le industrie Wayne mettono a disposizione della multinazionale batmaniana, mettendo a disposizione dei membri nuovi futuristici gadget e apparecchiature avveniristiche. Alla loro personale tragedia, i due hanno risposto nella maniera più diversa possibile. L’uno dilaniato da un inestinguibile, insaziabile senso di colpa, l’altro schiacciato dal soverchiante sentimento di ammirazione e soggezione nei confronti di quello che non solo considera un padre, ma anche un eroe inarrivabile. La consapevolezza della sua diversità, poi, non fa che rendere più difficile per Dick ereditare il manto del mentore. Al fisico massiccio, poderoso, statuario di Bruce e alle sue movenze solide, ma potenti, veloci ma capaci di dettare un rigoroso senso di fissezza e inamovibilità, Dick subentra con tutto il suo bagaglio acrobatico, dinamico, con funambolici voli e spettacolari sequenze atletiche derivategli dalla sua esperienza circense. Il significato simbolico del Pipistrello ha ormai raggiunto un valore globale, non più relegato alla sola Gotham e non più vincolato ai confini americani. È un marchio mondiale, presente in diversi paesi del pianeta e capace per la prima volta nella storia di questo personaggio di avere una risonanza globale di per sé. 14 LO SPECCHIO NERO Considerato dagli studiosi di esoterismo e di divinazione come uno degli artefatti più potenti della magia nera, lo Specchio Nero può evocare presenze demoniache e spiriti dannati, ma la sua più grande capacità è quella di gettare uno sguardo su ciò che c’è “al di là”, oltre il velo. Gotham City è l’oscuro specchio nel quale Dick Grayson evoca i suoi personali demoni. Pulsante di una vitalità maligna Nello Specchio Nero di Gotham i peggiori demoni nati dalle perversioni più nascoste della nostra società hanno trovato la loro evocazione: da Joker, a Due Facce, al Folle Giocattolaio, al Pinguino. Eppure questa città perversa, malata, è ancora capace di rispondere alla più difficile delle domande: chi sono io? Nelle buie nebbie di Gotham ci si può perdere per sempre, o ritrovare se stessi nel modo più nobile e alto. Ma, come Dick scoprirà in questa storia, c’è sempre un prezzo da pagare. e corrotta, i marmi, le strade, i palazzi, la stessa tentacolare struttura della città sembrano richiamare l’eco di indicibili riti esoterici, un occulto battesimo del sangue sul quale Gotham ha costruito la sua tetra fama. MOSTRI Nei fumetti siamo abituati a vedere la mostruosità dell’anima somatizzata da aspetti esteriori terrificanti. I freaks di Gotham non hanno nulla della “normalità”. Essi sono dei mostri, dentro e fuori, e come tali rappresentano il confine che l’uomo rispettabile traccia fra la sua sanità e la follia del delirio. Ma l’aberrazione non è figlia dell’estetica. Essa si nutre di quel male che non si vede, di quella pazzia invisibile che s’annida nel cuore più intimo dell’animo umano. È una città malvagia, che si nutre della mente degli onesti portandoli alla follia e alla disperazione. Quando pensi di averla compresa, di aver messo a nudo le sue turpitudini, le sue sataniche ricorrenze, ecco che Gotham cambia ancora. Si adatta alle tue paure, ai tuoi dubbi, fa franare il terreno sotto i tuoi piedi, gettandoti in pasto agli oscuri nembi dello specchio nero. Bruce Wayne era riuscito a dominare questa città, grazie alla sua inamovibile forza di volontà. Ma a quale prezzo? Per piegarsi al marchio del Pipistrello, Gotham ha chiesto in cambio la vita dell’uomo dietro la maschera. Ha chiesto che quell’uomo divenisse un simbolo, e smettesse di amare, di sperare, di sorridere. 15 La vera bellezza di questo lavoro di Snyder, è di aver saputo cogliere l’essenza di quella scintilla di malvagità che giace anche in fondo al cuore dell’uomo più rispettabile. Ma non vogliamo rovinare la vostra lettura rischiando di rivelarvi troppo. Vi basti sapere che per appeal psicologico, per l’approfondita riflessione sulla natura della follia, della giustizia, del bene e del male, questa storia è un capolavoro. Una storia che sicuramente verrà annoverata dai posteri come una delle più pregevoli protagoniste dell’appassionante continuity batmaniana, con non pochi rimandi a un’altra grande pagina della narrativa a fumetti ispirata alle vicende del Pipistrello, The Killing Joke di Alan Moore. Così se la vita, come Gotham, è davvero un’oscura città di incubi e mostri, se anche il cittadino più insospettabile può covare dentro di sé terrificanti degenerazioni, a noi non resta che scegliere se svegliarci, continuando a vivere quegli stessi incubi ogni notte, o se continuare a sognare di combatterli, e nella battaglia sempiterna contro ciò che non può essere sconfitto, trovare infine noi stessi. Un diabolico seme le cui radici possono anche essere piantate nel terreno più fertile. La storia di Snyder è una storia di sferzante attualità, una storia di padri e di figli, di eredità e distorsione. Lo scrittore gioca con il lettore e con la sua percezione dei personaggi, per tutta la vicenda. Ti fa credere una cosa, solo per scardinarla poche pagine dopo. Ti fa amare, odiare, sentire in colpa per averlo fatto, ti fa gioire per il sollievo del riscatto, solo per poi precipitarti in un nuovo inferno di incertezze, fino alla lucida, disarmante, agghiacciante rivelazione finale. Links INTERVISTA A YALE STEWART 28/05/2012 13:46 Abbiamo intervistato per voi Yale Stewart, autore di divertentissime strisce a fumetti basate sui personaggi DC… ambientate in una scuola elementare! Qui[1] trovate il suo sito con tutte le strip uscite finora. Ogni lunedì e giovedì il sito viene aggiornato con nuove spassose avventure dei nostri piccoli amici. 16 1) Why did you choose the DC characters? Are you particularly attached to them for some reason or do you think they better suit an interpretation like yours? work. I love “Little League,” and want to continue doing it as long as I feel I can still make it good, but unfortunately it doesn’t pay any bills. It would be great to get to a point where I’m being paid to draw. That’s a good question. I don’t know if I’d say that I chose the DC characters, or that the DC characters chose me. I didn’t think to myself “oh, let’s do superheroes in elementary school; I’ll use DC characters.” It began with the image of a young Clark playing on a swing set, and grew into a story about the DC cast as elementary school students. 8) What do you want to say to your Italian fans and users of DC Leaguers? Thank you so much for your support, and I hope you continue to enjoy the strip! 2) How did you choose to represent these heroes as children? Despite this we believe you have been able to capture the essence of each one of them. Their peculiar traits remain unchanged.. The great thing about the DC heroes is that they’re very much archetypes. Each one is representative of a few really strong traits that can be played with in a variety of ways. Bruce is determination and cynicism, Clark is hope and humility, Diana is kindness and strength. The list goes on. I just try to incorporate those basic fundamental ideas into how I write them for the strip. 3) How do you pattern the stories? Do you have any long term plans, or are you planning the “sketches” only in the short-medium term? The answer is both, actually. I have a pretty large amount of stories planned for the future, but a lot of what’s been happening lately is very much written before it gets posted. I’d like to find time in the near future to sit down and really plot out how I want the series to develop so I’m not always trying to come up with a strip the night before the update. 1) Come mai hai scelto i personaggi DC? Vi sei particolarmente legato per qualche motivo o pensi si prestino meglio ad un’interpretazione divertente di questo tipo? E’ una buona domanda. Non saprei dire se sono stato io a scegliere i personaggi DC o se sono stati loro a scegliere me. Non ho pensato “oh, mettiamo i supereroi in una scuola elementare; userò i personaggi DC”. Tutto è iniziato con l’immagine di un giovane Clark che giocava su un’altalena. Poi l’idea è cresciuta fino a diventare una storia di questi personaggi reinterpretati come studenti di una scuola elementare. 4) How did you choose which characters include in the stories and in this “Little League”? Did you focus specifically on the most famous ones? In the future, are you going to extend the “cast”? The group characters are essentially the original Justice League line-up, with the exception of Power Girl, because I wanted another female character. As far as extending the “cast,” there are definitely plans for other characters to appear, but I don’t know how many of them I can make recurring. Juggling seven is already tough. J’onn hasn’t had much screen-time at all. 2) Come ti è venuto in mente di rappresentare questi eroi come bambini? Nonostante questo crediamo tu sia riuscito a catturare l’essenza di ognuno. I loro tratti peculiari restano invariati.. L’aspetto grandioso degli eroi DC è che sono molto riconducibili ad archetipi. Ognuno è rappresentativo di alcuni tratti molto forti che possono essere riprodotti in una varietà di modi. Bruce è determinazione e cinismo, Clark è speranza e umiltà, Diana è gentilezza e forza. E l’elenco potrebbe continuare. Ho semplicemente provato a miscelare queste idee di base fondamentali nel modo in cui le scrivo per le strisce. 5) Given the huge success of the film “The Avengers”, do you think of doing something similar with the Marvel characters? I love Marvel and all of their characters, but right now I don’t have any plans for anything like that. 6) What do you think of DC Comics line for children? There’s something in particular you’d like to take part into? 3) Come strutturi le storie? Hai dei piani a lungo termine o pianifichi gli “sketch” solo nel medio-breve periodo? I’m actually not very familiar with it, so I can’t really speak on this one. La risposta è “entrambi”. Ho un numero abbastanza ampio di storie pianificate per il futuro, ma un sacco di quello che sta accadendo ultimamente è scritto soprattutto poco prima che venga pubblicato. Mi piacerebbe trovare il tempo nel prossimo futuro, di sedermi a un tavolo e pianificare come 7) Can you tell us something about your future plans? What’s “cooking”? Right now the plan is to try and find actual, paying comics 17 SWAMP THING DI ALAN MOORE PARTE 2: OMNIBUS VOL. 1 voglio che la serie si sviluppi in modo da non dover cercare di far uscire una striscia la notte prima dell’aggiornamento. 4) Con quale criterio hai scelto i personaggi da includere in questa “Little League”? In futuro pensi di ampliare il “cast”? I personaggi sono essenzialmente quelli della formazione originale della Justice League, ad eccezione di Power Girl, che ho aggiunto perchè volevo un’altro personaggio femminile. Per quanto riguarda l’estensione del “cast”, ci sono sicuramente dei piani per far apparire altri personaggi, ma non so quanti di loro potrò rendere ricorrenti. Mantenere l’equilibrio con sette personaggi è già problematico. J’onn, per esempio, non ha ancora avuto molto “screen-time”. 26/05/2012 12:38 5) Visto l’enorme successo del film “The Avengers”, pensi di fare qualcosa di simile con i personaggi Marvel? Amo la Marvel e tutti i suoi personaggi, ma al momento non ho nessun progetto simile per loro. 6) Cosa né pensi dei progetti DC Comics dedicati ai più piccoli? Ce n’è qualcuno in particolare a cui ti piacerebbe partecipare? In realtà non ho molta familiarità con quella linea, quindi non posso dirvi molto. 7) Puoi dirci qualcosa riguardo i tuoi progetti futuri? C’è già qualcosa che “bolle in pentola”? Al momento l’obiettivo è cercare e trovare un lavoro retribuito nel mondo dei comic. Amo la “Little League”, e voglio continuare a lavorarci finchè sentirò di poter garantire di farlo bene, ma sfortunatamente è un lavoro che non mi paga le bollette. Sarebbe fantastico poter avere la possibilità di essere pagato per disegnare. Testi: Alan Moore Disegni: Stephen Bisette, John Totleben, Shaw McManus Edizione originale: Swamp Thing #20–34, Annual #2 Edizione italiana: Volume cartonato (1 di 3), Planeta DeAgostini, 35 euro. 8) Cosa vuoi dire ai tuoi fan italiani e agli utenti di DC Leaguers? Grazie davvero per il vostro supporto. Spero continuerete ad apprezzare le mie strip! ALLA DISPERATA RICERCA DELLA PROPRIA UMANITA’ Links [1] http://tinyurl.com/869hphq 18 Moore stravolge il gioco fin dal suo primo numero (in realtà dal secondo, il numero 21, visto che l’episodio precedente, sempre scritto da Moore, servì allo scrittore per fare piazza pulita delle precedenti trame e poter ripartire da capo, libero di ogni vincolo narrativo di sorta), rivelandoci che ST non è il morituro Alec Holland mutato in una cosa della palude grazie ad una formula biorigeneratrice vegetale, ma piuttosto un vegetale che grazie al suddetto composto ha assorbita la coscienza del deceduto Holland. L’intelligente ribaltamento di prospettiva operato da Moore va ad indagare il concetto umanità, in una vera e propria “Lezione di anatomia”, scevra da fredde considerazioni biologiche, per immergersi piuttosto negli abissi del senso di sé e della coscienza. Una nuova definizione di “Vita” che rappresenta per ST l’inizio di un’evoluzione attraverso tre fasi. Il primo volume verte infatti sul venire a patti con questa nuova consapevolezza di sé e come questa produce un nuovo ruolo nel cosmo DC per il protagonista inizialmente ancora ancorato al canonico universo fumettistico per ambientazioni e tematiche: nonostante l’approfondito contrasto ideologico e morale, con risvolti ecologici, fra ST e Woodrue è evidente come Moore in questi primi numeri cerchi di non spaventare il lettore, rifugiandosi nel classico topos narrativo eroe/criminale, “Io sono…la cosa della palude” e concedendo una breve ma rassicurante apparizione della JLA che lo scrittore non esita però a demitizzare dimostrandone l’inutilità in una crisi come quella presentata in questi episodi. Moore inizia qui ad affinare la sua raffinata prosa, ben più elaborata della media allora come oggi, ricca di ardite metafore e contorsioni grammaticali al limite della poesia, attraverso la quale ci narra un’epopea dai toni assai più vicini ad un horror della EC che al comic mainstream. È qui infatti che nasce l’embrione della Vertigo, l’etichetta “for mature readers della DC”, tant’è che la sua prima ristampa USA, “The saga of the swamp thing”, verrà ripubblicata sotto questa divisione in una sorta di inserimento retroattivo che sa tanto di laurea ad honorem. Paura, orrore e morte 19 Sempre di orrore soprannaturale e senso di paura è impregnato il successivo arc “Il sonno della ragione” con la partecipazione di Jason Blood/Etrigan, duale personaggio creato da Jack Kirby che Moore erge al ruolo di demone rimatore, facendo parlare la creatura in versi (in originale pentametri giambici) elevando ancora di più l’erudito lessico della serie. Il titolo riprende naturalmente il celebre dipinto di Goya “Il sonno della ragione genera mostri” che ben si raccorda alla trama che vede la soprannaturale entità Kamara, il re delle scimmie, nutrirsi della paura che scaturisce dall’ignoranza e dai propri tormenti, muovendosi lungo i corridoi di un centro per bambini autistici. Da qui in poi Moore decide di iniziare ad abbandonare i classici topoi narrativi e le regole fisse di un comic book mainstream, liberandosi di tutte quelle ingenuità e semplificazioni che avevano albergato in questi suoi primi episodi. Swamp Thing non sarà più l’eroe buono che si scontra numero dopo numero con il villain di turno, ma piuttosto un avatar dello stesso Moore e del lettore in un tour attraverso l’animo umano. È d’obbligo quindi mettere la parola fine al vecchio passato di Swamp Thing e Moore lo seppellisce per sempre nell’episodio intitolato appropriatamente “La sepoltura”, storia che narra lo struggente incontro onirico fra la cosa della palude e lo spirito tormentato di Alec Holland. L’episodio è disegnato da Shaw McManus, efficace e veloce disegnatore corso in aiuto della coppia Totleben/Bissette, oberata dal lavoro extra richiesto dal successivo arc narrativo che occupa i tre numeri successivi del mensile più un annual (il secondo) oversize. Arriviamo quindi ad “Amore e Morte”, una vera e propria abbuffata di orrore e disgusto tant’è che gli albi uscirono senza l’approvazione del Comics Code Authority, segnando quindi un’importante tappa burocratica, dopo quella significante sullo stile, per la successiva Vertigo. Anche in questa story line Moore ripropone il classico schema eroe buono/ST contro antagonista malvagio, recuperando per questo ruolo il villain principale della serie prima dell’arrivo di Moore, quell’Anthon Arcane, zio della bella e pallida Abigail che in questi primi episodi recita la parte della donzella in pericolo, ma gli approfondimenti psicologici sui personaggi e l’elevato senso del drama riescono a mettere in secondo piano queste ultime ingenuità. 20 Nel primo, “Pog”, disegnato dal fidato tappabuchi McManus, Moore ritorna alle tematiche ecologiste utilizzando come avatar un gruppo di esuli alieni animorfi alla ricerca di una nuova “verde signora” dopo che la loro era stata violentata da “l’essere più solo di tutti”. Una storia amara, in bilico fra speranza e disillusione, con la quale Moore omaggia sia il fumettista Walt Kelly (con il suo Pogo, richiamato esplicitamente nel titolo ma anche nell’appeal “pupazzesco” degli alieni) che Lewis Carrol, infarcendo l’episodio con una gran varietà di neologismi alieni sulla falsariga dei portmanteux di Carrol. Particolarmente degno di nota è ST annual 2 con i suoi espliciti riferimenti alla Divina Commedia, nel quale Swamp Thing visita i regni dell’aldilà per recuperare l’anima di Abigail, ingiustamente scagliata all’inferno e nel suo pellegrinaggio è assistito da tre accompagnatori d’eccezione: Deadman/Boston Brand per il regno dei morti recenti, lo Straniero Fantasma per il reame del Paradiso e l’Inferno ad Etrigan. Il terzetto non è utilizzato solo in guisa di comparsata perchè con la sua solita maestria Moore riesce ad elevare i personaggi ben oltre il loro ruolo di spalla e gettarne i semi per una nuova giovinezza narrativa: è il caso appunto dello Straniero, per il quale fra le righe si accenna alla possibilità che possa trattarsi di un angello condannato a vagare in eterno senza sosta per non aver scelto una fazione nella biblica guerra dei cieli che porterà alla caduta di Lucifero. Successivamente si hanno altri due fill in che Moore scrive per far prendere respiro ai bravissimi ma lentissimi Totleben e Bissette. Eccezionali fill-in 21 rifugiarsi nella palude sfuggendo ad un rapporto ormai logoro con il marito. Il sentimento covava quindi fin dall’inizio della gestione Moore e dopo l’estremo atto d’amore al quale abbiamo assitito nell’annual non può che essere portato alle sue conseguenze finali, e l’amore fra i due protagonisti principali è libero infine di sbocciare così come i fiori e la natura tutta attorno ai due per opera della primavera che dà il titolo all’episodio. E’ un punto di svolta lento ed impacciato, caratterizzato da un paura ed una timidezza tipicamente adolescenziale e non a torto visto che i due personaggi stanno vivendo de facto una nuova giovinezza dopo i tragici eventi che li hanno portati a riconsiderare da capo la propria vita. Con il secondo, “Case desolate”, Moore recupera alla sua solita maniera due vecchi personaggi horror, i biblici fratelli Caino ed Abele, custodi rispettivamente delle Case del Mistero e dei Segreti, situate al limitare fra in sogno e la veglia. L’episodio ha una duplice funzione: in primis è un omaggio ai vecchi fumetti horror come le già citate “House of Mistery” ed “House of Secrets” sul quale apparve per la prima volta l’originale ST, storia rinarrata per l’occasione; in secondo luogo rappresenta, proprio con la duplicità di conntinuty del personaggio, il primo passo di Moore di elevare ST al ruolo di elementale della terra ed inserirlo in un “grande disegno” che terrà banco per tutto il secondo volume. Al solito i recuperi di Moore non sono mai fine a se stessi ma funzionali alla storia ed oltretutto non si esauriscono con essa, tant’è che nei primi episodi di Sandman Neil Gaiman recupererà Caino ed Abele secondo l’interpretazione di questi episodi, testimonianza della ricchezza narrativa che Moore riesce a donare anche ai personaggi di contorno. Dalla dichiarazione di amore si arriva alla suggellazione dello stesso e l’evidente ostacolo fisico fra i due viene superato con un’esperienza di comunione che fonde anima e corpo, vegetale ed umano, in un amore vegetale che echeggia le selvagge e passionali immagini de “La pioggia nel pineto” di Gabriele D’annunzio, il tutto filtrato attraverso sprazzi di quella cultura new age tanto in voga in USA negli anni 80. La prosa di Moore si inerpica sui sentieri del barocco più spinto, in un’orgia di similitudini ricercate che si inseguono uno dopo l’altra, in un flusso continuo che ben si presta a descrivere la frenesia di quell’ amplesso psichedelico nel quale i protagonisti, e tutta la palude attorno, vengono rivoltati come un guanto fino a svelare la loro anima più pura nel complesso intrecciarsi di tutto il creato, sulla scia degli insegnamenti buddisti o, se vogliamo, in una citazione dell’ordine implicito di Dave Bhom (poi ripreso da Grant Morrison come sostrato di base per la sua trama metanarrativa in Animal Man). Anche il certosino duo artistico Bissete/Totleben spinge il piede sull’acceleratore realizzando tavole eccezionalmente particolareggiate e dal complesso storytelling in una disposizione di vignette senza soluzione di continuità, a spirale e ribaltate, che costringono il lettore a rivoltarsi completamente l’albo fra le mani, in una sorta di partecipazione metanarrativa all’esperienza sessuale di Abbie e ST. “Come potresti amarmi?” “Profondamente…in silenzio…per molti anni”. Il primo tomo si chiude con “Il rito della Primavera”, altro schiaffo in faccia per il CCA visti gli espliciti riferimenti sessuali e psichedelici che caratterizzano tutto l’albo. Negli episodi precedenti si è visto come in più occasioni ST sia corso al salvataggio di Abigail come un prode cavalier servente, superando addirittura la prova suprema di strapparla dall’abbraccio della morte, inequivocabile segno di quali siano i sentimenti della cosa della palude per la ragazza. Allo stesso modo abbiamo visto come Abigail abbia sempre preferito 22 Il sito Hollywood Reporter[1] ha reso noti oggi i nomi dei doppiatori del prossimo lungometraggio DC, l’adattamento de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller, la cui uscita è prevista per l’inizio del 2013. IN CONCLUSIONE Dal punto di vista di significato “Il Rito della Primavera” risulta il primo punto di arrivo importante per il personaggio perchè né esalta la natura ben più che umana, sicuramente vegetale ma anche ben al di là del mondo materiale, cioè quell’aspetto sprituale, o meglio elementale che sarà infatti il cardine del secondo volume. In questo volume invece si consuma il superamento dell’Uomo (in realtà mai stato uomo) in Superuomo o più precisamente, nella traduzione corretta del termine introdotto da Nietzche, Oltre-Uomo. D’altra parte c’è da sottolineare come il “Rito” rappresenti, in maniera diametralmente opposta, una fortissima dichiarazione di umanità da parte di ST, che si esplica in un sentimento umano come l’amore, oltretutto condiviso con una donna. Ecco quindi che Moore prova a dare le prime risposte a domande quali “chi sono?” e “da cosa dipende il mio essere?”, operando un’attenta e travagliata analisi sui concetti di umanità ed identità. E tanto per Swamp Thing, quanto per il lettore, il primo passo di questo importante percorso di crescita è stato compiuto: adesso non resta che proseguire, un passo dopo l’altro. La voce di Batman sarà quella di Peter Weller (attore famoso per il suo ruolo nel film Robocop: il futuro della legge, mentre Ariel Winter interpretarà la giovane Robin. (Continua…) Links “IL RITORNO DEL CAVALIERE OSCURO”: LE PRIME IMMAGINI Bruce Timm, veterano dell’animazione DC, ha dichiarato: 24/05/2012 20:54 Weller sta dando il giusto peso alla sua voce. Porta tutta la stanchezza verso il mondo del personaggio e il nucleo interno di ottimismo coperto da un guscio di cinismo. 23 Links [1] http://tinyurl.com/bwl58va JLA: Year One 21/05/2012 17:36 Winter ha detto, invece, che si è preparata per il ruolo guardando altri film di Batman e chiedendosi: Come faccio a renderla differente dagli altri Robin, diverso dal semplice essere una donna? E’ un personaggio davvero difficile e ha bisogno di un timbro particolare nella sua voce, così ho provato un registro più basso. Testi: Mark Waid, Brian Augustyn Disegni: Barry Kitson Edizione originale: JLA: Year One TP[1] Edizione italiana: JLA 8−10−11−12−13−14−15−16−17−18−19−20, Play Press –Genesi di una Lega Come ogni lettore DC saprà, alla parola supergruppo è impossibile non associare la JLA (Justice League of America), che annovera tra le sue fila nientepopodimenoche la mitica triade Superman, Batman e Wonder Woman, oltre agli altrettanti grandi Aquaman, Lanterna Verde, Flash, Martina Manhunter e tanti altri ancora. Questi sette eroi rappresentano la versione più iconica del gruppo anche perchè né costituisce il roster originale, fin da quel lontano marzo del ’60. A seguito però dell’evento noto come Crisi sulle Terre Infinite, l’universo DC subì una forte ristrutturazione a livello di continuity; successivamente, l’evento Ora Zero fu responsabile di ulteriori modifiche, benchè di minor entità. Questi cambiamenti rappresentarono per certi versi dei limiti al costituirsi del gruppo originale come lo si conosceva, soprattutto facendo riferimento ai grandi tre. Ecco quindi un Superman non ancora pronto a far gioco di squadra, un Batman di cui si dubitava l’esistenza stessa e spesso tacciato come leggenda metropolitana e una Wonder Woman che avrebbe fatto la sua apparizione molto dopo, in occasione della saga Legends. Inoltre, come già avete potuto vedere, Hollywood Reporter ha rilasciato diverse immagini del nuovo lungometraggio. Restate con noi! Come ovviare a ciò? –I grandi sette cinque Rimasero quindi gli altri quattro membri fondatori da utilizzare: LV, Flash, Aquaman e Martian Manhunter a cui si decise di aggiungere Black Canary, personaggio femminile dal forte carattere. Ma grazie a Mark Waid, profondo conoscitore nonchè amante di questi personaggi, ecco che questi assumono caratteri estremamente umani, tridimensionali, a cui difficilmente non ci si possa immedesimare. Flash: l’uomo più veloce del mondo, a seguito dell’incidente che lo ha reso ciò che è diventato, si rende conto di come la vita da eroe occupi sempre più tempo a discapito dell’identità civile, in veste di Barry Allen, agente forense della polizia di Central City. 24 Si possono avvertire le ripercussioni anche nella vita privata, e in particolare con la sua ragazza, Iris. Ultime dal Kapow! 2012 Lanterna Verde: Hal Jordan dimostra un carattere di uomo ardito e dalla grande forza di volontà, tratti questi che lo hanno reso degno di indossare l’anello; se ciò da una parte gli conferisce un’aura di sicurezza e determinazione agli occhi di molti, dall’altra parte è spesso e volentieri causa conflitti sia in ambito lavorativo (come collaudatore di aeromezzi per la Ferris Aircraft) che nel gruppo. 21/05/2012 11:46 ATTENZIONE SPOILER! Aquaman: Arthur Curry, il principe dei sette mari, abituato a vivere tra le profondità degli abissi, è del tutto inesperto al mondo di superficie. Il suo strano accento, la tendenza a parlare a bassa voce (per il fatto che in acqua il suono si propaga più velocemente) e il suo carattere in apparenza ingenuo lo rendono facile bersaglio di scherno, rendnedolo quindi molto diffidente nei confornti di questi abitanti della superficie. Martian Manhunter: anche J’onn J’onnz si può definire straniero in terra straniera (e mai come in questo caso definizione è più azzeccata); ma a differenza di Arthur, il segugio di Marte ha avuto modi ambientarsi fra gli uomini, imparandone le usanze, gli usi e i costumi e cercando di comprendere (con scarsi risultati) al tempo stesso l’animo umano, così pieno di contraddizioni perchè capace di mostrare sia bontà e amore, ma spesso anche pregno di odio e di perfidia. Black Canary: figlia dell’omonima eroina militante nella JSA, Dinah Lance è cresciuta credendo nei più nobili valori insegnategli dai vari membri. Questo però ha accresciuto in lei la stima nei loro confronti, al punto da vederli quasi come dei, per cui nulla è impossibile e per cui non vi è possibilità di commettere errori. Ciò la rende a volte esigente al massimo nei confronti dei compagni. Si è da poco conclusa Kapow! la convention londinese che abbraccia un po’ tutto lo scibile del mondo nerd, a partire dai fumetti per concludere con videogiochi e film. Nelle due giornate del 19 e 20 Maggio al Business Center di Londra si sono susseguiti una serie di eventi e di incontri che hanno coinvolto alcuni dei nomi più importanti del panorama fumettistico mondiale (troppi davvero per poterli elencare tutti). Ospite d’onore Joe Quesada, editor in capo della Marvel Comics, che si è ritrovato anche ad essere il premio più ambito di un concorso tra tutti i partecipanti: il vincitore infatti ha avuto la possibilità di pranzare con lui e togliersi quindi parecchi sfizi e curiosità. Tra gli altri era presente anche Dan Di Dio, omologo di Quesada per la DC Comics che in diverse conferenze ha discusso sia sui risultati dei Nuovi 52 titoli nati dal Reboot di Settembre 2011, sia della controversa operazione denominata Before Watchmen. Di Dio ha voluto ringraziare prima di tutto il pubblico britannico, che da solo rappresenta quasi il 15% del mercato della DC, per poi puntualizzare l’impegno personale che si è assunto, insieme alla casa editrice, nel pubblicare queste nuove testate, soprattutto per quanto riguarda le tempistiche di uscita. Se infatti in passato i fan Dc si erano rassegnati a subire continui ritardi, dal primo albo del Reboot, pur facendo uscire appunto 52 albi al mese, solo due di questi hanno avuto un ritardo di appena due settimane. Insieme a lui c’era anche Scott Snyder, la mente dietro a due delle testate che stanno riscuotendo più successo attualmente, ossia Batman e Swamp Thing. Per quanto riguarda la prima, Scott ha annunciato che la trama della Corte dei Gufi raggiungerà l’apice nel numero 11 della serie, con un finale che porterà delle grosse rivelazioni. Per quanto riguarda invece il gigantesco protettore del Verde, nei prossimi numeri si assisterà al ritorno di uno dei personaggi più inquietanti della serie precedente, che Snyder vuole esplorare fino in fondo per capirne Con caratteri così diversi parrebbe impossibile trovare un punto d’intesa. Ed è proprio ciò che viene esplorato nella storia; questa prende appunto il via dopo la sconfitta degli Appelaxiani, minaccia che vede per la prima volta lavorare gli eroi assieme. Questo però non significa che siano già un gruppo, anzi: questo rappresenta solo l’inizio di un percorso che i nostri eroi dovranno intraprendere al fine di capire se la cosa possa funzionare o meno e se vale veramente il motto “l’unione fa la forza”. Ma nel frattempo, dovranno far fronte a pericoli come non né hanno mai affrontati prima, capaci di attaccare nell’intimo e di far leva sulle debolezze di ognuno e per cui l’intesa di cui parlava all’inizio è vitale. Conclusioni La storia è presentata da un Barry Kitson in gran forma, capace di regalare tavole di grande impatto e in grado di rendere perfettamente gli eroi (e non solo). Molto gradite anche le comparse e i cammei, alcuni squisitamente sfiziosi, altri molto più importanti nella vicenda. Il tutto condito da un ritmo incalzante e che non annoia mai e che dopo quasi 15 anni è in grado di regalare forti emozioni. Links [1] http://tinyurl.com/bpyb7rs 25 le motivazioni più profonde. Ovviamente stiamo parlando di Anton Arcane, il personaggio creato dal duo Wein-Wrightson all’inizio della serie originale. Nello stesso contesto è stata anche presentata la doppia cover che troveremo su Animal Man e Swamp Thing #12, a testimonianza del crossover tra le due testate. da formare una trilogia (in stile Star Wars). Grande risalto ha avuto anche la presentazione della Sony Entertainment che ha proiettato alcune anticipazioni dei prossimi film in uscita. Tra questi Total Recall, definito come qualcosa di molto diverso e più serio di un semplice remake dell’originale, che presenterà una atmosfera alla Blade Runner, inseguimenti, scontri a fuoco con fucili laser ed un combattimento tra le due protagoniste Jessica Biel e Kate Beckinsale, mentre Colin Farrell se la dovrà vedere con dei droidi ispirati a Io-Robot. Su Before Watchmen Dan Di Dio ha tenuto a precisare che, dopo il film, alla Dc si erano resi conto che il pubblico avrebbe voluto leggere ancora del materiale su questi personaggi e quindi hanno ritenuto giusto mettere in cantiere questa operazione, prendendosi tutto il tempo necessario per ottenere il risultato migliore possibile, risultato finale che Will Dennis, Senior Editor, ha definito molto rispettoso dei personaggi, anche se ogni testata avrà il suo punto di vista particolare. Tra gli altri invitati era presente anche Warren Ellis, che si è detto davvero “annoiato” dall’industria dei fumetti per via delle grosse restrizioni che un autore come lui trova nello scrivere i personaggi più importanti. Questa sua frustrazione lo ha portato ad oggi a non scrivere più niente per i fumetti, particolare che per lui dà una idea chiara dello stato attuale di questo mondo, dominato soprattutto dai dati di vendita che tendono a favorire i due colossi Marvel e Dc a discapito degli editori indipendenti. Ellis quindi ha preferito parlare del suo romanzo Gun Machine, ambientato a New York, dove un investigatore si troverà coinvolto in un cold case che gli stravolgerà la vita. Lo scrittore, parlando anche di un suo progetto ancora in fase di definizione sull’assassinio di Francesco Ferdinando d’Austria, ha annunciato che non è in previsione un film sul suo personaggio Spider Jerusalem, ma che invece, dopo l’uscita dei Vendicatori, insieme a Joss Whedon darà il via in tempi rapidi ad una serie tv breve (concepita inizialmente per essere composto da sole 5 puntate, distribuite sul web) intitolato Wastelanders, che dovrebbe rappresentare una storia fantascientifica sulla fine del mondo, caratterizzata da un umorismo macabro. Altra star catalizzatrice delle attenzioni del pubblico è stata Mark Millar, che si è concentrato soprattutto sui film ispirati ai suoi personaggi. La Scott Free Productions ha infatti acquistato i diritti su Nemesis che sarà diretto da Joe Carnahan (A-Team e The Grey) e vedrà lo stesso Millar co-sceneggiatore, con il ventilato coinvolgimento di Liam Neeson. Nel 2014 invece sembra sia prevista la realizzazione dell’adattamento di Supercrooks, il cui regista sarà Nacho Vigalondo (un regista/attore spagnolo ancora poco conosciuto al grande pubblico), anche se ancora non si sa nulla sul cast. Per quanto riguarda invece l’atteso seguito di Kick-Ass, diretto da Jeff Wadlow (Never Back Down), Millar non si è voluto sbilanciare, ma si è lasciato sfuggire (!?) che ci saranno due nuovi attori e che sarà seguito da un ulteriore capitolo, in modo Sul fronte Spider-Man invece è stato proiettato un filmato che raccoglie alcune scene tra Peter (Andrew Garfield) e Gwen (Emma Stone), mentre in altre Rhys Ifans appare molto minaccioso nel ruolo di Lizard. Secondo la Sony quindi il film risulterà davvero convincente e presenterà un 3D come mai si è visto fino ad oggi ed un protagonista molto adatto alla parte. Il Kapow! si è poi concluso con l’attesa consegna degli Stan Lee Awards, proclamati il 20 maggio. I premi, assegnati da una giuria di esperti, hanno visto un trionfo di Scott Snyder, che è stato proclamato Uomo dell’Anno e Miglior Sceneggiatore, mentre la DC si è accaparrata il titolo di Miglior Casa Editrice e di Miglior Serie Regolare con Detective Comics. Se si pensa poi che il Miglior Videogioco è risultato Arkham City, sembrerebbe che la Marvel né sia uscita sconfitta su tutti i fronti. Per fortuna a risollevare la Casa delle Idee ci ha pensato il premio per il Miglior Film Supereroistico (andato a X-Men First Class), ma soprattutto la nostra Sara Pichelli, che con il suo Ultimate Spider-Man si è portata a casa i premi per Miglior Disegnatore e Miglior Esordiente. Davvero un successo per il Made in Italy in versione fumetto! Links 26 Il Ritorno di Jean Grey? con la forza cosmica e di evolvere nello stadio successivo di essa: Fenice Bianca della Corona. Salutato Scott e gli X-Men, Jean raggiunge la Stanza Incandescente per iniziare a raccogliere tutti i frammenti della Fenice. 20/05/2012 18:55 Nel 2009 Rachel Grey perde il suo collegamento con l’Eco della Forza Fenice (una forma meno potente della Forza Fenice) e mentre le viene portato via mormora queste parole: Per favore … non ora … mamma. Nel febbraio 2004 Jean Grey muore per mano di Xorn, un uomo che somigliava a Magneto e che in parte né condivideva alcuni poteri. Nel giugno del 2005 Jean Grey resuscita nella storia intitolata L’Ultimo Canto di Fenice: Jean viene resuscitata dalla Forza della Fenice, ancora una volta la Forza utilizza la donna come simulacro; recuperate le energie necessarie, la Fenice si distacca dal corpo di Jean (che per confinarla si immerge nel ghiaccio eterno del Polo Nord) e possiede Emma Frost, attaccando gli X-Men. Il guerriero Shi’ar Korvus è colui che brandisce la Lama della Fenice (artefatto legato alla forza stessa); anche a lui viene strappato il frammento della Fenice legato all’arma. Sull’isola di Utopia le Naiadi di Stepford perdono i frammenti della Forza Fenice che avevano imprigionato nei loro cuori di diamanté, durante la saga Il Canto di Guerra di Fenice. Solo di recente si sono risvegliate dal coma, provocato dalla separazione coi frammenti stessi. Questi eventi sembrano suggerire che Jean Grey stia richiamando tutti i frammenti della Forza Fenice, in preparazione per la sua prossima resurrezione. Emma Frost ha recentemente incontrato Jean Grey nella sua mente quando è stata attaccata da Lady Mastermind – Regan Wyngarde, della Sorellanza della Regina Rossa. La donna ha liberato Emma dalla trappola psichica della Wyngarde e poi è scomparsa. Successivamente a questa serie di attacchi, Ciclope libera Jean dal ghiaccio, permettendo alla moglie di fondersi nuovamente 27 Durante gli eventi descritti in Messiah Complex una bimba con i capelli rossi e occhi verdi è nata ed è stata definita la Messia mutante. Portata nel futuro dal suo padre adottivo Cable, ora è un adolescente che si scopre avere una sorprendente somiglianza con Jean Grey. La Messia mutante ha anche mostrato due rapaci fenici nei suoi occhi. Al termine di Secondo Avvento Jean Grey si manifesta ad Emma Frost e invia la Fenice verso Hope Summers (la messia ormai adolescente): dopo questo evento appaiono le Cinque Luci (i primi mutanti nati dopo il M-Day e Hope stessa). Nel 2012 la saga Avengers VS X-Men si apre con il ritorno della Forza Fenice sulla Terra e la manifestazione dei suoi poteri da parte di Hope Summers. Testi: Zeb Wells. Illustrazioni: Kaare Andrews. Edizione USA: Spider-Man/Doctor Octopus: Year One – TP. Edizione ITA: Uomo Ragno/Dottor Octopus: Anno Uno (Collezione 100% Marvel). Links Spider-Man/Octopus: Year One LA TELA E IL TENTACOLO Si parla spesso di origini e d’origine stessa ci si compiace: essa, intesa come principio, rappresenta la vera partenza di un punto in uno spazio definibile. Se nei fumetti la parola “origine”, o “principio”, sottolinea l’inizio di una cosa, sempre data o non, in un attimo ben preciso della (di una) storia. Nella letteratura del super-eroe, l’origine è sempre e comunque pensata come narrazione di come è arrivato a possedere date capacità o, ad esempio, la sua “venuta” nella società che ha giurato di proteggere e difendere a costo della propria esistenza. Le origini o la origine di Spider-Man (l’Uomo Ragno) sono note a tutti: morso da un ragno radioattivo, lo studente Peter Parker sviluppa capacità fisiche proporzionali a quelle di un aracnoide gigante; forza, resistenza e agilità, unite ad un senso di ragno, donano al ragazzo quel potenziale enorme che, avvalorato al suo intelletto, lo rendono uno degli eroi più famosi e sorprendenti di tutta la narrativa del superomismo, pardon, supereroismo. Di Peter, ecco, sappiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno; le sue avventure fanno sognare da anni milioni di appassionati in tutto il mondo, e le medesime ispirano film di successo e serie a cartoni. Di Spider-Man sappiamo tutto. E di Octopus? 19/05/2012 11:41 28 OCTAVIUS La storia che viene narrata è quella che tutti noi non conosciamo e in essa vi sono tre trame che si avvicendano sino al finale: • L’infanzia di Octavius • Le origini del Dottor Octopus. • Il primo scontro con Spider-Man (con uno sguardo anche da ottiche differenti). Se nella prima parte, in un susseguirsi di immagini e col crescendo che né consegue, gli autori ci regalano le origini nella genesi (infanzia e “poteri”, appunto); ma è solo quando si arriva allo scontro, che l’effettività dell’opera diventa completa. Octavius ci mostra una infanzia in cui tentava di compiacere i genitori, il padre in primis, portando i risultati scolastici migliori e tentando un approccio al contesto in cui si trovava a vivere (l’autore con intelligenza non sfocia in una patetica denuncia del sociale, bensì sceglie di mostrare – anche se per l’ennesima volta – il disagio di molte famiglie). La crescita ti Octavius è segnata da ciò che si trova a contrastare qualunque “secchione” in un ambito scolastico: i bulli, gli scherzi e il poco rispetto della persona. Ecco la psiche del ragazzo che, seppur non prendendo forma perché già preesistente, inizia a concentrarsi sui progetti e le ricerche che lo renderanno (purtroppo) uno dei criminali più incalliti nel panorama fumettistico di Spidey e di tutto l’universo Marvel. Ecco anche lo sbocciare di una personalità brillante, ma se nel corpus d’insieme, abilitato a fare da sfondo ad una storia di origini si inserisce anche l’aspetto tipico della leggenda Marvel (e non solo) ecco ancora una volta il terrificante terreno del conflitto: il mostro e il mostro. Wells, allora, ci mostra la dura prova di Peter, che tenta di contrastare la follia di Octavius e arginare quel “mostro” chiamato Octopus: è un Parker in preda ai dubbi (la gioventù, l’inesperienza) e all’insicurezza (da grandi poteri derivano grandi responsabilità) ma che non permette mai al suo ego (i poteri son sempre poteri e la mente è anche controllo) di renderlo succube del proprio alter-ego. Dinanzi alla magia della continuità che si flette a scapito solo di letture buone e piacevoli, la meritevole riuscita della storia si deve anche (e non poco) al sempre ottimo e stupefacente illustratoreKaare Andrews. Anche lui (sempre recentemente) ci ha mostrato una sorta di potenza inamovibile che può pervadere i personaggi sino a creare una plastica statuarietà, una incredibile e filiforme essenza, degna del miglior illustratore (Astonishing X-Men: ANNO UNO Lo scrittore Zeb Wells (recentemente) ci ha abituato a storie di una compattezza, e con un crescendo, uniche: la testimonianza della presenza fedele dei personaggi risiede nella sua run di rilancio per i New Mutants di Danielle Moonstar e Sam “Cannonball” Guthrie. Se il fatto che sia uno degli autori più precisi (delinea i personaggi di cui parla, senza mai prevaricare l’originalità che li distingue da anni e rinnovando solo il contesto, non il mero narrare) e scrupolosi, nel descrivere singole sequenze, stati di animo o battaglie (interiori e non); Wells raccoglie lo spirito primevo del buon dottore e lo trasforma (senza ret-con effettive) nel mostro, nel reietto, in una piovra di dolore. Ecco il momento in cui compare l’antagonista di un protagonista problematico, sin da principio, sì perché la nascita dello Spider-Man noi la conosciamo, da sempre, ma la causa del giustiziere e del valore ci è poco chiara. Exogenesis). Chi conosce Andrews sa che egli è capace di creare dei veri e propri “vertigo” immaginifici e ricchi di atmosfere oscure (vedasi le cover per la saga Messiah War) o plateali scenari dai colori sgargianti e quasi cangianti (le cover per il suo Spider-Man sono tra le più belle mai viste). I due protagonisti della storia (Octavius e Peter) si fondono in un’unica tavola e, cromaticamente parlando, i colori regalano una visibilità innaturale e delle visioni di lunghezza, tipiche della dinamicità del disegnatore. Stupenda la tavola in cui, dopo l’incidente in laboratorio, Octopus infrange la sua prigione di vetro e sfugge alla sorveglianza, dimostrando al mondo la malvagità di una idea e alla scienza un traguardo inarrivabile: la bellissima metafora del vecchio che 29 cede il passo al nuovo. Links 30