Oro da Investimento
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Oro da Investimento
Corriere del Veneto Domenica 7 Ottobre 2012 21 TV Palladio e «Raffaello verso Picasso» Cultura &Tempo libero Mostra in Basilica, 2.500 ingressi il primo giorno Un’anteprima da tutto-esaurito e 2500 persone al primo giorno. L’inaugurazione della Basilica palladiana riempie il monumento simbolo di Vicenza. Tutti in coda, da venerdì sera e per tutta la giornata di ieri, per visitare la mostra «Raffaello verso Picasso» che segna la nuova vita del monumento in piazza dei Signori. Fra venerdì, giornata dell'anteprima della mostra con un’apertura straordinaria di tre ore e mezza, e ieri, sono entrate quattromila persone. «Un risultato straordinario» dichiara il curatore della rassegna sul ritratto, Marco Goldin. Ma anche il «Palladio museum» ha catturato visitatori: ieri 998 persone hanno acquistato un biglietto per entrare in tutti i musei civici, compresa la casa del Palladio allestita a palazzo Barbaran da Porto. (G.M.C.) © RIPRODUZIONE RISERVATA In fila Persone in attesa di entrare alla mostra vicentina (Galofaro) Arte e storia Lo studioso: «La statuaria del Budda raggiunge livelli molto alti. Il rapporto con la Cina» Biennale Musica Il flauto di Caroli in sala delle Colonne tto anni di Cina, di imperi e imperatori, dinastie antiche e civiltà lontane. Otto anni e quattro mostre che hanno percorso la Via della Seta dall'estremo oriente fino a Treviso, incastonate nella cornice di Ca' dei Carraresi. Ora Fondazione Cassamarca porta il Tibet nella Marca. «È la canonica della Cina, tutti gli imperatori hanno dimostrato cortesia nei rapporti con questa regione ai confini con l'India - spiega il curatore della mostra Adriano Madaro -. Meritava un capitolo a sé stante». Nel quinto viaggio a est della fondazione trevigiana, all'arte si mescolano temi di natura geopolitica: «Tibet - tesori dal tetto del mondo» verrà inaugurata il 20 ottobre. Fra dipinti, scacciademoni, anfore e abiti ci sarà anche un angolo dedicato alla storia della questione tibetana in Cina. Madaro, che significato ha questa mostra? «È un evento straordinario. Innanzitutto perché fino ad ora i reperti di questa regione sono stati rifiutati ai musei stranieri. E poi perché è la prima grande mostra sul Tibet che viene organizzata in occidente, America compresa». Che cosa troverà il visitatore? «Una statuaria specifica del Buddismo incre- O Sul tetto del mondo Una donna di Lhasa riccamente agghindata per una festa. Sopra, Adriano Madaro, curatore della mostra trevigiana «Tibet - Tesori dal tetto del mondo» «La vera storia del Tibet» dibile, che raggiunge punti artistici di notevole valore. Una sezione sarà riservata alle Tangke, dipinti sacri. E poi oggetti di culto tuttora usati nei monasteri e nei templi, strumenti musicali ricavati da ossa umane, coppe realizzate con crani di santi, maschere divinatorie, abiti e anfore, lampade e gioielli. Alcuni oggetti vengono anche dalla Città Proibita». Come viene presentato il Tibet? «È una regione molto particolare, ha fatto parte dell'impero cinese fin dal XIII secolo e oggi è una parte ed essenziale della Repubblica Popolare Cinese. Spesso pensiamo al Tibet come qualcosa che la Cina ha rubato, pensiamo al Dalai Lama in esilio dal 1959. Ma viviamo con informazioni prodotte in occidente. Il Tibet non era mai stato indipendente prima di allora. Bisogna distinguere fra realtà storica, o geopolitica, e realtà spirituale e di rispetto culturale. Fa parte della Cina quanto la Manciuria e la Mongolia». Un ampio capitolo è riservato al Buddismo... «La spiegheremo con una statuaria molto varia del Budda nelle sue diverse facoltà. È una religione per alcuni versi folcloristica, che incuriosisce l'occidente per la magia che sprigiona, La rassegna La scheda La mostra «Tibet - Tesori dal tetto del mondo» apre il 20 ottobre 2012 a Ca' dei Carraresi, a Treviso, e proseguirà fino al 2 giugno 2013. È promossa da Fondazione cassamarca e patrocinata da Regione Veneto, Provincia di Treviso e Comune di Treviso. Il biglietto unico costa 13 euro (compresa l'audioguida); il ridotto per ragazzi 10 euro; ci sono poi sconti per famiglie, gruppi e scuole. Per informazioni e prenotazioni il numero di telefono è 0422/513150. Ogni informazione sulla mostra è anche sul sito www.laviadellaseta.info Adriano Madaro cura l’esposizione che si inaugurerà a Treviso il 20 ottobre «La prima grande mostra dell’Occidente» per la concentrazione che richiede e l'impostazione che deriva dalla grande tradizione filosofica asiatica. E forse anche questo ha fatto sì che, nell'affrontare la questione tibetana in Cina, ci siamo fatti prendere dal solo aspetto religioso». Era inevitabile, quindi, trattare l'aspetto politico? «Il Tibet fa parte del mondo in un contenitore multietnico che è la Cina. Ho voluto presentare la cultura tibetana, che si esprime principalmente con il Buddismo Tantrico Lamaistico. L'esercito rosso nel 1951 raggiunse a piedi le regioni più lontane, quelle di confine: era stato inviato con il consenso del Dalai Lama. Mostreremo i telegrammi che esprimono questo consenso, foto scattate in quei giorni e in cui sono ritratti i protagonisti, Mao e il Dalai Lama. Ma questi temi saranno trattati solo nell'ultima sala, non sarà questo il tema principale della mostra. Senza che siano espressi giudizi di alcun Palazzolo Metalli Preziosi S.p.a. Oro da Investimento ACQUISTIAMO E VENDIAMO LINGOTTI E MONETE D’ORO AL MIGLIOR PREZZO DI MERCATO PALAZZOLO METALLI PREZIOSI S.P.A. CONEGLIANO (TV) Via Manin, 39c Tel. 0438.456624 - 392.1196196 tipo, il visitatore viene messo in grado di farsi un'opinione. Le testimonianze aprono un dibattito storico. Lungo il percorso si può leggere e capire cos'è successo prima del 1959, quando il Dalai Lama scelse l'esilio». Ma se il Tibet che voi presentate è una parte della Cina, dedicargli una mostra sembra contraddittorio... «Sono due temi distinti. Il ciclo sulla Cina si è chiuso con le mostre iniziate nel 2005, ma il Tibet non può essere dimenticato. In particolare se poi dovremo considerare l'India». Quindi può anticipare che ci sarà l'India nella prossima esposizione ai Carraresi? «Non c'è nulla di definitivo. Dico solo che questa mostra non è una conclusione, ma la giusta uscita verso altri orizzonti. Il Tibet è una porta che dà sul mondo». Silvia Madiotto © RIPRODUZIONE RISERVATA La giornata di ieri sarà ricordata per la consegna del Leone d’oro alla carriera al compositore e direttore d’orchestra Pierre Boulez. Ma il 56esimo Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, già da oggi, entrerà nel vivo della programmazione con ben quattro concerti, declinati nel corso della giornata (info www.labiennale.org). Alle 11 nella sala degli Arazzi della Fondazione Cini, saranno Enzo Porta e Silvia Tarozzi, in tandem violinistico per Dialodia e Pièce pour Ivry di Bruno Maderna, Hay que caminar soñando, ultima opera di Luigi Nono, e per le novità di Fabrizio Fanticini e Pasquale Criton, nate dalla collaborazione con i due interpreti. Due sono poi i solisti che campeggiano in questa prima domenica di ottobre. Il flautista Mario Caroli, in scena alle 15 nella sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, e il percussionista Simone Beneventi, sul palco del teatro alle Tese alle 20.30. Il «Paganini del flauto» Mario Caroli, attualmente è l’unico flautista ad eseguire in concerti monografici le integrali di compositori come Sciarrino, Ferneyhough e Jolivet. A seguire, alle 18, nella stessa sede, il Quartetto Danel, noto per le sue interpretazioni di Shostakovich, di cui ha inciso l’integrale quartettistica. La sera al Teatro delle Tese ci sarà l’assolo del trentenne Simone Beneventi, un fuoriclasse delle percussioni, già membro di Icarus Ensemble, Mdi Ensemble, Repertorio Zero, ma anche solista per le maggiori orchestre lirico sinfoniche, dalla Scala al Maggio Musicale. Dopo di lui toccherà alla FVG Mitteleuropa Orchestra, fiore all’occhiello del concerto sarà la prima esecuzione italiana di Fachwerk di Sofija Gubajdulina, una delle massime compositrici emerse dall’ex Unione Sovietica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Sul palco il flautista Mario Caroli