analisi e monitoraggio dei processi morfologici nel - CIGNo
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analisi e monitoraggio dei processi morfologici nel - CIGNo
PROGRAMMA DI RICERCA 2000-2003 LINEA 3.2 ANALISI E MONITORAGGIO DEI PROCESSI MORFOLOGICI NEL SISTEMA LAGUNARE VENEZIANO Responsabile scientifico: Giampaolo Di Silvio Dipartimento IMAGE - Università di Padova Department of Civil Engineering and Management – University of Twente (NL) Dipartimento di Ingegneria Ambientale – Universita’ di Genova INDICE Sezione 1. Informazioni scientifiche e gestionali generali riassuntive 1.1 Risultati generali del progetto di ricerca (in italiano) 1.2 General results of the project 1.3 Risposte alle domande del bando 1.3.1 Quali aspetti e quali fenomeni maggiormente rilevanti bisogna tenere in conto per definire adeguatamente la dispersione idrodinamica nella Laguna di Venezia? 1.3.2 Quali sono i modelli più adatti a descrivere il trasporto idrodinamico netto di sedimenti sospesi e al fondo e i fenomeni connessi con le risospensioni da vento nei bassifondi? 1.3.3 Quali sono i modelli più adatti a descrivere i processi morfologici/ecologici accoppiati, con particolare rilievo agli aspetti connessi con la genesi e la morfologia delle barene? 1.3.4 Quali sono i modelli più adatti a descrivere i fenomeni di crescita e di aggiustamento di ambienti lagunari ad eustatismi accelerati, le dinamiche delle “closed marshes” e delle “open marshes”, le dinamiche dei bassifondi amorfi, i fattori di stabilità delle barene, le dinamiche evolutive delle reti a marea? 1.3.5 Come implementare e validare i modelli digitali del terreno e per il telerilevamento di zone umide costiere, applicati alla Laguna di Venezia? 1.6 1.4 Sintesi del progetto di ricerca (in italiano) 1.5 Summary of the research project Elenco dei contenitori dei risultati (“deliverables”) e loro tipologia di trasmissione 1.6.1 Pubblicazioni prodotte 1.6.2 Software 1.6.3 Database 1.6.4 Cartografia 1.7 Composizione gruppo di ricerca 1.8 Aspetti innovativi da approfondire ulteriormente Sezione 2. Aspetti gestionali della ricerca 2.1 Macroattività (WP), unità operative coinvolte e loro integrazione 2.2 Iniziative di coordinamento specifiche 2.3 Gestione del budget Rapporto Finale Linea 3.2 2 2.3.1 Problematiche inerenti gli aspetti di budget 2.3.2 Cofinanziamenti ricevuti da altre organizzazioni / Enti Sezione 3. Informazioni di sintesi sugli argomenti rilevanti oggetto della ricerca 3.1 Descrizione degli argomenti 3.2 WP1. Analisi dei dati 3.2.1 Composizione unità operativa 3.2.2 Obiettivi 3.2.3 Attività preliminari 3.2.4 Attività in campo ed in laboratorio 3.2.5 Elaborazioni 3.2.6 Risultati ottenuti 3.2.7 Pubblicazioni prodotte 3.3 3.4 WP2. Elaborazioni e modelli concettuali 3.3.1 Composizione unità operativa 3.3.2 Obiettivi 3.3.3 Attività preliminari 3.3.4 Attività in campo ed in laboratorio 3.3.5 Elaborazioni 3.3.6 Risultati ottenuti 3.3.7 Pubblicazioni prodotte WP3. Monitoraggio della vegetazione, della morfologia e di alcune caratteristiche sedimentologiche 3.5 3.4.1 Composizione unità operativa 3.4.2 Obiettivi 3.4.3 Attività preliminari 3.4.4 Attività in campo ed in laboratorio 3.4.5 Elaborazioni 3.4.6 Risultati ottenuti 3.4.7 Pubblicazioni prodotte Conclusioni e osservazioni Rapporto Finale Linea 3.2 3 1. INFORMAZIONI SCIENTIFICHE E GESTIONALI GENERALI RIASSUNTIVE 1.1 Risultati generali del progetto di ricerca (in italiano) Il sistema lagunare veneziano si inserisce, dal punto di vista morfologico, fra gli ambienti costieri di tipo estuario cioè controllati in maniera sostanziale dall’escursione di marea. Tali ambienti sono oggetto di ricerca sistematica da non più di qualche decennio, e presentano una vasta casistica di configurazioni a seconda dell’importanza relativa della marea rispetto ad altre forzanti (onde interne, moto ondoso in mare, apporti fluviali). Rispetto ad altri ambienti estuarini la laguna di Venezia si può classificare come corta (cioè con tempi di propagazione, dal mare all’estremità verso terra, uguali o inferiori ad ¼ del periodo di marea) e a limitata escursione di marea (fra “microtidal” e “mesotidal”). La configurazione idrodinamica e morfologica di questi ambienti è tale da rendere la laguna di Venezia soggetta a meccanismi fisici e biologici che ne garantiscono la conservazione, almeno fin tanto che le perturbazioni introdotte (di tipo naturale, ma più frequentemente di tipo antropico) non ne modifichino in modo irreversibile il funzionamento. Le lagune corte a limitata ampiezza di marea si caratterizzano infatti per la presenza di canali con sezione progressivamente decrescente dal mare verso la periferia, i quali formano una rete aperta di tipo dentritico che distribuisce i flussi di marea su tutto il bacino. La rete di canali, relativamente profondi e caratterizzati da correnti di marea piuttosto intense, è incisa su ampie zone intermareali a profondità limitata (bassi fondali). Sia i canali, sia i bassi fondali, sono spesso costellati da superfici poste a quota di poco superiore al medio mare e coperte di vegetazione alofila (barene). Le indagini condotte nella presente Linea 3.2 del Progetto Corila (fortemente complementare alla Linea 3.7) hanno permesso di studiare il comportamento idro-morfodinamico del sistema lagunare nel suo complesso e nelle sue componenti principali (canali, bassi fondali e barene). Sono infatti queste tre componenti del sistema che assicurano, attraverso interazioni assai complesse, l’autoregolazione e l’automantenimento dell’ambiente lagunare, non solo fisico ma anche biologico. Le ricerche sono state condotte applicando in modo congiunto modelli fisici di laboratorio, modelli matematici con vario grado di semplificazione e dati di campagna sia attuali, sia storici. Sebbene risulti subito evidente la grande complessità del sistema lagunare veneziano, si è reputato che un approccio “riduzionistico” al problema, consistente cioè nello studio dettagliato e separato dei singoli meccanismi che coesistono nel sistema, fosse comunque necessario per dar ragione di certi comportamenti. Il modello fisico applicato per questo studio è stato pertanto estremamente schematico (canale a marea con sezione rettangolare di larghezza assegnata, convergente o uniforme), e tale da riprodurre l’evoluzione nel tempo del profilo di fondo, come effetto della sola forzante mareale sui sedimenti che costituiscono il fondo stesso. Si fa osservare tuttavia che per la Linea di Ricerca 3.7, coordinata con la presente Linea 3.2, è stato costruito un modello fisico ancora schematico ma in grado di simulare anche il comportamento dei bassi fondali adiacenti al canale, nonché la formazione spontanea del canale stesso come risultato delle correnti alternate di marea a partire da un bacino inizialmente piatto. Anche alcuni dei modelli matematici sviluppati nell’ambito della ricerca sono in grado di riprodurre, col massimo grado di dettaglio, i processi idro-morfodinamici che scaturiscono dalla sola forzante mareale nelle condizioni geometriche schematiche appena descritte (modelli schematici o idealizzati). Altri modelli matematici pure realizzati per la Linea 3.2, al contrario, sono in grado di mettere in conto forzanti di vario tipo (marea, vento, clima marino, apporti fluviali) in situazioni geometriche complesse, attraverso però una descrizione più grossolana dei processi idromorfodinamici (modelli concettuali o intermareali). Si tratta, per entrambe le categorie, di modelli semplificati ma specificamente orientati per rispondere, almeno in parte, ai quesiti posti dal bando, talvolta impiegati congiuntamente fra di loro e con i modelli sviluppati nella Linea 3.7. Rapporto Finale Linea 3.2 4 Mentre i modelli schematici, sia matematici sia di laboratorio, incorporano in modo completo i meccanismi che descrivono l’azione di una forzante mareale periodica, i modelli concettuali, essendo più aggregati, richiedono la taratura di alcuni coefficienti semiempirici attraverso il confronto con i modelli schematici oppure con i dati di campagna meteorologici, idraulici e morfologici raccolti nella laguna di Venezia. I modelli fisici e matematici sono stati ampiamente utilizzati, assieme ai dati sperimentali raccolti, per dare risposta alle domande poste dal bando. 1.2 General results of the project From the morphological point of view, the Lagoon of Venice belongs to the estuarine coastal landscapes, i.e. coastal landscapes substantially controlled by the tide. Such landscapes have been object of research only since a few decades and present a variety of configurations which depend on the relative importance of the tide with respect to other driving forces (sea climate, local wind, riverine input etc..). The Venice lagoon can be classified as a microtidal (or mesotidal) lagoon of relatively short length (propagation time equal to or shorter than ¼ of the tidal period). These lagoons are usually characterised by a dendritic (tree-shaped) network of tidal channels, cut across shallow shoals and flat salt marshes. The (co)existence and survival of these morphological components is guaranteed by self-regulating mechanisms, where the protection by vegetation cover (alophile plants in the salt marshes and sea weeds in the shoals) plays a fundamental role. Investigations carried on by the present Linea 3.2 (complementary to Linea 3.7) gave a rather complete morphodynamic description of the Venetian system as a whole and of its components, including the fundamental biological mechanisms. Investigations have been carried on by: • schematic physical models of a rectangular tidal channel with uniform and convergent width, for studying bottom profile evolution under the action of periodical tidal oscillation; • schematic physical models of a rectangular tidal basin (channel/shoals system), for studying the developments of a tidal channel over an initially flat configuration of the tidal basin (in collaboration with Linea 3.7); • schematic 1D mathematical model reproducing the configurations of compact tidal channels, as the physical models above, under the action of tides (at tidal scale); • conceptual intertidal 0-D and 1-D mathematical models reproducing the three components of the lagoon (channels, shoals and salt marshes) under the action of tides, local wind, marine climate, riverine input and subsidence; • field and remote-sensing observations for studying the behaviour of salt marshes from the physical and biological point of view. Conceptual models (as the most aggregated ones) need a calibration of their semi-empirical coefficients. Some of these coefficients have been evaluated by comparison with the results of the schematic models. Other coefficients have been evaluated from the data already available, or especially collected on the field during the project. Field data collection during the present project has been partially co-financed by other projects regarding the Venice lagoon. The data utilized for the mathematical models of the present especially concern the role of vegetation in the salt-marshes morphodynamics. 1.3 Risposte alle domande del bando Al termine del triennio di ricerca è possibile dar risposta, almeno in parte, a ciascuna delle domande formulate nel bando. È possibile peraltro riconoscere come le risposte alle cinque Rapporto Finale Linea 3.2 5 domande siano in parte collegate, per cui sarà opportuni riferimenti trasversali. necessario, nei paragrafi successivi, fare gli 1.3.1 Quali aspetti e quali fenomeni maggiormente rilevanti bisogna tenere in conto per definire adeguatamente la dispersione idrodinamica nella Laguna di Venezia? I fenomeni di dispersione idrodinamica presenti nella laguna di Venezia e che intervengono nel trasporto di sedimenti sono estremamente diversi, dipendendo dalla scala spaziale e temporale del problema considerato. Alla scala mareale (minuti e ore) il meccanismo dominante nei canali e nei bassi fondali è la “dispersione di Taylor”, legata al non uniforme profilo verticale di velocità della corrente di marea. In corrispondenza ai moli foranei esterni, anche la turbolenza libera legata ai macro vortici può avere un effetto additivo considerevole. Alla scala intermareale (giorni, mesi), il meccanismo dominante è probabilmente quello dovuto allo scambio trasversale fra canali e bassi fondali dovuto ai flussi alternati di marea (“trapping and pumping”). Per una rete di canali “chiusa”, molto importante può essere altresì la circolazione netta residua (espressa in termini euleriani) fra i canali dominati dal flusso e quelli dominati dal riflusso. Tale circolazione residua tende peraltro ad essere piuttosto piccola in presenza di reti dendritiche “aperte” come appunto la rete a marea naturale nella laguna di Venezia. Per un canale a marea privo di bassi fondali, il fenomeno di “trapping and pumping” è trascurabile. È peraltro da verificare l’importanza dello scambio, nel corso del ciclo di marea, fra zone a bassa velocità e zone a più alta velocità nella sezione trasversale, sia pure compatta, del canale. Trattandosi di sedimenti, inoltre, un trasporto netto non trascurabile lungo un canale a marea può aversi (anche in presenza di trasporto netto nullo per l’acqua) in virtù dell’asimmetria della velocità di marea fra la fase di flusso e quella di riflusso. L’importanza relativa dei singoli fenomeni di trasporto dispersivo dipende dalla configurazione specifica considerata sia in termini geometrici, sia in termini di forzante mareale. È ancora oggetto di indagine una formulazione teorica del “coefficiente di dispersione intermareale”, sia in termini 1dimensionali, sia in termini 2-dimensionali. 1.3.2 Quali sono i modelli più adatti a descrivere il trasporto idrodinamico netto di sedimenti sospesi e al fondo e i fenomeni connessi con le risospensioni da vento nei bassifondi? Mentre il trasporto convettivo dei sedimenti a scala mareale nei canali dipende esclusivamente dalle correnti di marea, il trasporto solido nei bassi fondali dipende congiuntamente dalle correnti di marea e dal moto ondoso locali. Le correnti di marea nei bassi fondali sono infatti troppo deboli per sollevare i sedimenti dal fondo, sebbene possano trasportare a distanza notevole ( e comunque fino al canale più vicino) i sedimenti sollevati dalle onde. Per la simulazione del trasporto convettivo dei sedimenti a scala mareale, quindi, è necessario disporre di un modello idrodinamico bidimensionale in grado di riprodurre sia il campo delle velocità orizzontali determinato dalla marea, sia lo sforzo tangenziale al fondo determinato dal moto ondoso. Il trasporto netto intermareale su lungo periodo è dato dalle modeste differenze fra il trasporto in fase di flusso e in fase di deflusso, tenendo peraltro presente il diverso stato di risospensione dei sedimenti determinato dal moto ondoso sui bassi fondali nelle diverse condizioni di vento. In linea di principio simulazioni morfodinamiche a lungo termine sono possibili simulando passo dopo passo sia le forzanti di marea, sia quelle di moto ondoso per il periodo di tempo necessario (decenni e più). Per valutare il trasporto solido netto in questo modo diventa molto importante la corretta combinazione cronologica fra l’oscillazione di marea e la distribuzione spaziale del vento locale (variabile in direzione, fetch ed intensità) e delle conseguenti onde, più o meno frangenti. Ha dunque rilevanza, accanto ai modelli a breve scala di tempo, la possibilità di applicare modelli concettuali a lungo termine, basati sulla nozione di “concentrazione media” locale e in cui il Rapporto Finale Linea 3.2 6 trasporto dominante di tipo dispersivo (meccanismo di “trapping and pumping” descritto nel paragrafo 1.3.1) è rappresentato da un coefficiente di dispersione intermareale. 1.3.3 Quali sono i modelli più adatti a descrivere i processi morfologici/ecologici accoppiati, con particolare rilievo agli aspetti connessi con la genesi e la morfologia delle barene? I processi morfologici/ecologici accoppiati che interessano gli ambienti lagunari riguardano soprattutto l’azione protettiva esercitata dalla vegetazione sulle particelle di suolo sollevate dal moto ondoso. Tale protezione avviene principalmente nei bassi fondali da parte delle fanerogame marine, e nelle barene da parte della vegetazione alofila. È necessario dunque associare un modello morfologico ad un modello biologico che descriva la nascita, crescita e morte delle fitocenosi interessate. I modelli biologici, generalmente, sono caratterizzati da scale stagionali, decisamente più lunghe di quelle della marea e del moto ondoso in grado di riprodurre il trasporto solido (convettivo) a breve intervallo di tempo (ore). Per quanto riguarda il bilancio sedimentologico delle barene c’è da osservare che le particelle solide (sia organiche, sia inorganiche) vengono portate, attraverso la rete di canali e ghebi, verso le barene dalle correnti di flusso ed allontanate dalle correnti di riflusso (ma solo in condizioni di moto ondoso sufficientemente forte da sollevare le particelle). In generale, quindi, la superficie barenale tende progressivamente ad innalzarsi fino a raggiungere una quota massima di equilibrio non molto diversa dalla massima escursione di marea. L’innalzamento della quota barenale dipende da fattori idraulici, biologici e di comportamento del suolo. I dati sperimentali sull’innalzamento della superficie barenale sono disponibili solo su lunghi periodi di tempo. Anche in questo caso, quindi, si pone il problema di ricondurre ad una scala di tempo più lunga l’azione a breve termine esercitata dalle correnti e dalle onde (vedi paragrafo 1.3.2). L’azione protettiva della vegetazione alofila e la cattura dei sedimenti inizia non appena la superficie nuda del fondo supera una certa quota e comincia ad essere colonizzata dalle specie più resistenti alla sommersione. A misura che la superficie di innalza, poi, altre specie si stabiliscono sulla barena; alla progressiva crescita delle quote si oppone la subsidenza e l’equstatismo (vedi paragrafo 1.3.4). Per quanto riguarda la demolizione delle barene da parte del moto ondoso, questa avviene attraverso crolli successivi del bordo esposto verso i bassi fondali non appena il dislivello fra barena e bassofondo è troppo elevato in relazione alle caratteristiche geotecniche del terreno. È dunque evidente che il meccanismo di formazione, sviluppo altimetrico e planimetrico e demolizione della barene può essere riprodotto soltanto attraverso un modello che incorpori le tre componenti morfologiche (canali e ghebi, bassi fondali e superfici vegetate), nonché i principali processi biologici, idrodinamici, morfodinamici, di compattamento e crollo sopra accennati. Nel corso della ricerca l’attenzione è stata posta, da un lato, all’analisi dettagliata dei singoli processi, dall’altro, alla possibilità di descrivere l’azione congiunta degli stessi processi con grado di aggregazione spaziale e temporale più ampio (vedi paragrafo 1.3.4). 1.3.4 Quali sono i modelli più adatti a descrivere i fenomeni di crescita e di aggiustamento di ambienti lagunari ad eustatismi accelerati, le dinamiche delle “closed marshes” e delle “open marshes”, le dinamiche dei bassifondi amorfi, i fattori di stabilità delle barene, le dinamiche evolutive delle reti a marea? Modelli semplificati a lungo termine sono stati applicati per descrivere la complessa dinamica del sistema morfologico veneziano negli ultimi duecento anni, soprattutto determinata da cause antropiche. Una forzante del sistema lagunare veneziano assolutamente non trascurabile a lunga scala di tempo, è l’aumento relativo del livello medio del mare (combinazione di subsidenza ed eustatismo) soprattutto quando accelerato da cause antropiche (per esempio, l’eccessivo pompaggio Rapporto Finale Linea 3.2 7 di acqua sotterranea fra gli anni ’30 e ’70 del novecento). All’aumento del livello medio del mare in quel periodo (assieme ad altre cause antropiche precedenti e successive, ma verosimilmente ancora attive) è attribuita la forte riduzione della superficie barenale dopo il 1930. I modelli semplificati a lungo termine sono in grado di descrivere la riduzione della superficie delle barene in quel periodo, mettendo in conto gli effetti congiunti dell’idrodinamica, della biologia e della geotecnica. Le ricerche svolte (vedi paragrafo 1.3.3) hanno fornito elementi utili per tarare e perfezionare i modelli semplificati. Modelli più raffinati sono invece probabilmente necessari per descrivere le dinamiche morfologiche legate a particolari condizioni di stabilità. Fra queste dinamiche possono essere menzionate la formazione di forme di fondo nei canali lagunari (già rilevate in ambiente fluviale), la formazione di canali intrecciati rispettivamente dominati dalle correnti di flusso e di riflusso (importanti in altri ambienti di estuario, ad esempio, la Schelda, ma non a Venezia); la formazione di meandri; la formazione di una rete dendritica a partire da un bacino piatto; etc.. Tali dinamiche sono verosimilmente controllate dalle sole correnti di marea, per cui modelli completi a breve scala di tempo (di tipo numerico bidimensionale o addirittura di tipo analitico quasi dimensionale) sono spesso sufficienti per evidenziare le condizioni di stabilità. Diverso, però, è il discorso per quanto riguarda la capacità di detti modelli a riprodurre esattamente configurazioni morfologiche riscontrate in natura. È probabile infatti che, in questo caso, anche effetti collaterali (come il moto ondoso sui bassifondi o, ancora di più, la presenza della vegetazione nelle barene) siano necessari per una corretta riproduzione dei fenomeni. 1.3.5 Come implementare e validare i modelli digitali del terreno e per il telerilevamento di zone umide costiere, applicati alla Laguna di Venezia? La ricerca svolta ha mostrato come siano di grande importanza informazioni topografiche e caratterizzazioni planimetriche telerilevate di elevato dettaglio. In particolare, risultano necessarie risoluzioni planimetriche comprese tra alcuni centimetri e il metro, per descrivere adeguatamente la geometria della rete di canali e la distribuzione della vegetazione. La caratterizzazione dell'elevazione topografica deve essere parimenti di elevato dettaglio, con accuratezze in verticale dell'ordine al più di qualche centimetro, per cogliere i ridotti gradienti tipici dell'ambiente di barena, ed ottenibili solo attraverso rilievi in campo od accurati rilievi laser-altimetrici da aereo. Per quanto attiene il telerilevamento multi/iper-spettrale da aereo, la classificazione dettagliata della vegetazione di barena richiede, spettralmente, una discretizzazione dell'intervallo del visibile/vicino infrarosso dettagliata (n. bande superiore a 15 nelle esperienze condotte) per garantire una discriminazione accettabile delle diverse specie vegetali. 1.4 Sintesi del progetto di ricerca Il progetto di ricerca si è articolato su tre Work Packages, che rappresentano altresì i tre argomenti principali svolti. Nel WP1 (analisi dei dati) si è proceduto alla raccolta ed elaborazione dei dati batimetrici, idraulici, meteorologici, sedimentologici e vegetazionali, necessari a comprendere i meccanismi idrmorfodinamici che modellano la laguna e la loro interazione con i meccanismi di tipo ecologico. Tali meccanismi sono stati poi incorporati nei modelli concettuali di cui al WP2. Nel WP2 (Elaborazione e modelli concettuali) si sono sviluppati modelli fisici e matematici allo scopo di riprodurre, dapprima in modo separato e dettagliato (modelli semplificati) i processi elementari che si manifestano in laguna a scala mareale. Successivamente gli stessi processi sono stati incorporati in modo aggregato e a scala maggiore nei cosiddetti modelli concettuali (intermareali). Nel WP3 (Monitoraggio della vegetazione, della morfologia e di alcune caratteristiche sedimentologiche) si sono effettuate campagne di misure volte alla caratterizzazione delle Rapporto Finale Linea 3.2 8 componenti fisiche e biologiche delle barene. Le campagne svolte riguardano osservazioni di campo e di telerilevamento, che sono state sottoposte successivamente ad elaborazioni numeriche ed analitiche. Alcune di queste osservazioni sono state anche utilizzate per la taratura dei modelli concettuali riguardanti le barene (WP2). 1.5 Summary of the research project The research Project is organised into three Work Packages, which also represents the main topics covered by the investigation. In WP1 (Analysis of data), the data regarding topography, hydrodynamics, meteorology, sedimentology and vegetation of the Venice Lagoon, both in the present and in the past conditions, have been collected and processed. The data have been utilized for understanding the physical and biological mechanisms shaping the lagoon, that have subsequently been incorporated in the “conceptual models” developed in WP2. In WP2 (Data processing and conceptual modelling), appropriate physical and mathematical models have been developed with the purpose of simulating, at first in a separate way and with a high degree of resolution (simplified models), the elementary processes taking place in the Lagoon. Subsequently, the same processes have been incorporated at a longer scale and in a more aggregated way in the so called (intertidal) “conceptual models”. In WP3 (Monitoring vegetation, morphology and sedimentology), a number of measuring campaigns have been carried on with the purpose of characterizing the physical and biological components of “barene” (salt marshes). The campaigns concern both field and remote sensing observations, which have been subsequently subjected to numerical and analytical processing. Some observations have also been utilized for calibrating conceptual models (see WP2). 1.6 Elenco dei contenitori dei risultati (“deliverables”) e loro tipologia di trasmissione 1.6.1 Pubblicazioni prodotte Barusolo, G., 2001. Morfologia lagunare: modello di interazione fra barene, canali e bassi fondali, Tesi di Laurea, Università di Padova. Bolla, M., Tambroni, N., Zucca, C., Solari, L, Seminara, G., 2001, Long term morphodynamic equilibrium of tidal channels: preliminary laboratory observations. In: IAHR Symposium on River, Coastal and Estuarine Morphodynamics, Obihiro (Japan), 10-14 september, 423-432. Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2002, Trasporto solido in moti lentamente variabili ed equilibiro morfodinamico di canali mareali, Atti XXVIII Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Potenza, 16-19 Settembre, Vol. 5, pp. 29-36. Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2002, Trasporto solido in moti lentamente variabili ed equilibrio morfodinamico di canali mareali, XVIII Convegno di Idraulica e Costr. Idrauliche, Potenza, 1619 settembre. Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2003, Depth-integrated modeling of suspended sediment transport, Water Resources Research, 39(5), 1137, 1-1/1-11. Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2004, Long Term Morphodynamic Equilibrium of Tidal Channels: Settling Lag, Overtides and Sediment Supply, inviato a Coast. Eng. Camatta, L., 2001. Indagine sulla formazione di barre multiple mediante un modello matematico 2D, Tesi di Laurea, Università di Padova. Belluco E., M. Camuffo, A. D`Alpaos, S. Silvestri, A. Marani, M. Marani. “Salt marsh monitoring from remote sensing: vegetation and morphology”, European Geophysical Society General Assembly, Nice, France, 6-11 April 2003. Rapporto Finale Linea 3.2 9 Camuffo M., E. Belluco, S. Silvestri, A. Marani, M. Marani, “Salt marsh monitoring from remote sensing”, Airborne remote sensing for Geophysical and Environmental Applications, Workshop, Roma, Italy, 14-16 April 2003. Ceriali, A., 2003. Telerilevamento delle dinamiche di barena, Tesi di laurea, Università Cà Foscari di Venezia. Costantini, C., 2003. Telerilevamento della barena di S. Felice, Tesi di laurea, Università Cà Foscari di Venezia. D’Alpaos, A., 2001. Contributi allo studio idrodinamico e morfodinamico di lagune a marea. Tesi di Laurea, Università di Padova. D`Alpaos A., E. Belluco, A. Defina, S. Lanzoni, M. Marani, A. Rinaldo. “Geomorphichydrodynamic characterization of tidal channel networks”, European Geophysical Society General Assembly, Nice, France, 6-11 April 2003. D'Alpaos, A., Fagherazzi, S., Defina, A., Marani, M., Lanzoni, S., Rinaldo, A., Channel Initiation and Competition in Tidal Environments, Eos Trans. AGU, 84(46), Fall Meet. Suppl., Abstract H52A-1139, 2003. Dal Monte, L., Di Silvio, G. , Tittonel, A., 2003 Long term Averaged Sediment Concentration in the Shoals of Tidal Lagoons (abstract), EGS-AGU-EUG Joint Assembly, 6-11 Aprile. Dal Monte, L., Di Silvio, G., 2003, Long-term sediment concentration and morphological characteristics of a tidal lagoon, Scientific Research and Safeguarding of Venice, Corila Research, Program 2002 results, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia, in stampa. Dal Monte, L., Di Silvio, G. , 2004, Evoluzione del fondo di un canale a marea di larghezza costante (abstract), accettato al 29° Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Trento 7-10 settembre. Di Silvio G., Barusolo, G., Sutto, L., 2001, Competing driving factors in estuarine landscape, 2nd IAHR Symposium on River, Coastal and Estuarine Morphodynamics, Obihiro Japan, 10-14 Sept. Di Silvio, G. , Dal Monte, L., 2002, Suspended Sediments Concentration in the Shoals of a Tidal Lagoon, Scientific Research and Safeguarding of Venice, Corila Research, Program 2001 results, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia, pp. 259-272. Di Silvio, G., Dal Monte, L., 2003, Ratio between Channel Cross-Section and Tidal Prism in Short Lagoons: Validity and Limits of the “Law of Jarret”, 3rd IAHR Symposium on River, Coastal and Estuarine Morphodynamics, Barcelona, Spain, 1-5 September, Vol. I, pp. 524-533. Di Silvio, G. , Dal Monte, L., 2004, Sediment concentration in Tidal Lagoons. A contribution to Long Term Modelling, Journal of Marime Systems, accettato. Ferrari, S., 2003. Telerilevamento e Analisi spazio-temporale della vegetazione di barena nella Laguna di Venezia, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova. Marani, M., Lanzoni, S., Zandolin, D., Seminara, G. e Rinaldo, A. 2002, Tidal meanders, Water Resour. Res., 38, 1225- 1239. Marani, M., E. Belluco, A. D'Alpaos, A. Defina, S. Lanzoni, A. Rinaldo, 2003, The drainage density of Tidal Networks, Water Resources Research, Vol. 39, No 2, 1040. Marani M., E. Belluco, A. D’Alpaos, A. Defina, S. Lanzoni, A. Rinaldo, 2003. The drainage density of tidal networks, Water Resour. Res., vol. 39(2), 1040, doi:10.1029/2001WR001051. Marani M., S. Silvestri, E. Belluco, M. Camuffo, A. D’Alpaos, S. Lanzoni, A. Marani, A. Rinaldo, “Patterns in tidal environments: salt-marsh channel networks and vegetation”, Eos Transactions AGU, 84(46), Fall Meet. Suppl., American Geophysical Union, S. Francisco, U.S.A., 8-12 December 2003. Marani M., S. Silvestri, E. Belluco, M. Tortato, M. Camuffo, A. Marani, “Hysens over the Venice lagoon. The use of multi- and hyper-spectral data for salt-marsh vegetation mapping and morphological features description”, 3rd EARSeL Workshop on Imaging Spectroscopy, Oberpfaffenhofen, Germany, 13-16 May 2003. Marani, M., E. Belluco, A. D’Alpaos, A. Defina, S. Lanzoni, G. Seminara, A. Rinaldo, On the geomorphology of tidal environments: the lagoon of Venice, in Scientific Research and SafeGuarding of Venice, CORILA Research Program Results, Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, 661-678, Venice, 2002. Rapporto Finale Linea 3.2 10 Marani, M., Lanzoni, S., Silvestri, S., Rinaldo, A., Tidal landforms, patterns of halophitic vegetation and the fate of the lagoon of Venice, J. of Mar. Systems, in press, 2004. Marani, M., Lanzoni, S., Zandolin, D., Seminara, G., Rinaldo, A., 2002. Tidal meanders, Water Resour. Res., 38 (11), 1225-1239. Lanzoni, S., Tubino, M., 2002, Experimental observation on bar development in cohesionless channels, Excerpta, CUEN, vol 14, pp. 119-152. Lanzoni, S., Seminara, G., 2002. Long term evolution and morphodynamic equilibrium of tidal channels, J. Geophys. Res., 107 (C1), 1-13. Modenese, L., 2003. Caratteri spettrali, densità e resistenza idrodinamica indotta da vegetazione di barena, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova. Penzo, W., 2004. L’osservazione dettagliata di reti a marea: indagini sulla micromorfologia, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova. Repetto, R., Tubino, M. and Paola, C., 2002, Planimetric instability of channels with variable width, J. Fluid Mechanics, vol.457, pp.79-109. Seminara, G., Lanzoni, S., Solari, L., and Bolla Pittaluga, M., 2001. Tidal Patterns: An introduction to their morphology and mechanics, Springer Verlag. Seminara, G. e Tubino, M. 2001, Sand bars in tidal channels. Part 1: Free bars. J. Fluid. Mech., 440, 49-74. Seminara, G., Solari, L., Parker, G., 2001, Bed-load transport on arbitrarily sloping beds at low Shields stress and validity of Bagnold's hypothesis, 2nd IAHR Symposium on River, Coastal and Estuarine Morphodynamics, Obihiro Japan, 10-14 Sept., pp. 141-150. Seminara, G., 2001, Invitation to sediment transport, Lecture Notes on Geomorphological Fluid Mechanics Springer Verlag, Berlin, pp.394-402. Seminara, G., Blondeaux, P., 2001, Perspective in morphodynamics, River Coastal and Estuarine Morphodynamics. Eds. G. Seminara, P. Blondeaux, Springer Verlag, pp. 1-9 Seminara, G., Tubino, M., 2002, Sand bars in tidal channels. Part. 1. Free bars, J. Fluid Mech.Vol. 440, pp. 49-74 Silvestri, S., Defina, A., Marani, M., Tidal regime, salinity and salt-marsh plant zonation, submitted, 2004. Solari, L., Seminara, G., Lanzoni, S., Marani, M., Rinaldo, A., 2002, Sand bars in tidal channels. Part. 2. Tidal Meanders, J. Fluid Mech.Vol. 451, pp. 203-238. Sutto, L., 2001, Morfologia lagunare: verifica ed applicazioni di un modello morfologico, Tesi di Laurea, Università di Padova. Tambroni, N., Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2002, Equilibrio morfodinamico di canali mareali: osservazioni sperimentali, Atti XXVIII Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Potenza, 16-19 Settembre, Vol. 5, pp. 133-140. Tambroni, N., Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2004, Laboratory observations on the long term morphodynamic evolution of tidal channels and tidal inlets, in corso di revisione su Water Resour. Res. Tessarollo A., 2002. Il telerilevamento nello studio e monitoraggio della vegetazione di barena, Tesi di Laurea, Università di Padova. Tittonel, A., 2002, Morfologia dei bacini a marea: confronto tra il Waddenzee olandese e la laguna di Venezia, Tesi di laurea, Università di Padova. Valerio, F., 2001. Identificazione dei partiacque in un bacino lagunare a marea. Tesi di Laurea, Università di Padova. 1.6.2 Software Vari software (non pubblicati) per elaborazioni di dati lagunari e modelli morfologici. Rapporto Finale Linea 3.2 11 1.6.3 Database Dati raccolti e parzialmente pubblicati nelle memorie citate (vedi 1.6.1). 1.6.4 Cartografia Cartografia di dettaglio di limitate zone barenali. 1.7 Composizione gruppo di ricerca Cognome nome Istituto di appartenenza e-mail G. DI SILVIO G. SEMINARA A. DEFINA S. LANZONI M. MARANI H. DE VRIEND P. SIMONINI A. D’ALPAOS L. DAL MONTE M. BOLLA PITTALUNGA NICOLETTA TAMBRONI S. COLA E. BELLUCO M. TORTATO VALERIA GAROTTA ANNEKE HIBMA G. BARUSOLO UNIV. DI PADOVA UNIV. DI GENOVA UNIV. DI PADOVA UNIV. DI PADOVA UNIV. DI PADOVA T.U.D UNIV. DI PADOVA UNIV. DI PADOVA UNIV. DI PADOVA UNIV. DI GENOVA UNIV. DI GENOVA UNIV. DI PADOVA UNIV. DI PADOVA UNIV. DI PADOVA UNIV. DI GENOVA T.U.D. UNIV. DI PADOVA UNIV. DI PADOVA UNIV. DI PADOVA [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] A. TITTONEL L.SUTTO 1.8 [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] Aspetti innovativi da approfondire ulteriormente Gli aspetti innovativi della ricerca riguardano l’uso congiunto di modelli schematici (fisici e matematici), di modelli matematici concettuali e di dati sperimentali di campagna per interpretare vari aspetti di morfodinamica lagunare. Quelli da approfondire ulteriormente riguardano da un lato i meccanismi non ancora esaminati (per esempio l’effetto congiunto del vento e della marea), dall’altro la giustificazione teorica di alcuni processi (per esempio il trasporto dispersivo intermareale). Questi aspetti saranno esaminati nel Progetto Corila 2002-2006, Linea 3.18. Rapporto Finale Linea 3.2 12 PROGRAMMA DI RICERCA 2000-2003 LINEA 3.2 ANALISI E MONITORAGGIO DEI PROCESSI MORFOLOGICI NEL SISTEMA LAGUNARE VENEZIANO 2. ASPETTI GESTIONALI DELLA RICERCA 2.1 Macroattività (WP), unità operative coinvolte e loro integrazione WP1: Analisi dei dati WP1.1. Organizzazione dei dati esistenti WP1.2. Individuazione dei diversi meccanismi fisici WP1.3. Analisi e catalogazione dei dati ulteriormente acquisiti Dipartimento IMAGE - Università di Padova Dipartimento di Ingegneria Ambientale – Universita’ di Genova Department of Civil Engineering and Management – University of Twente (NL) WP2: Elaborazione e modelli concettuali WP2.1. Sviluppo dei modelli WP2.2. Verifica e validazione dei modelli Dipartimento IMAGE - Università di Padova Dipartimento di Ingegneria Ambientale – Universita’ di Genova WP3: Monitoraggio della vegetazione, della morfologia e sedimentologiche WP3.1. Analisi della vegetazione WP3.2. Analisi delle forme morfologiche WP3.3. Analisi delle caratteristiche sedimentologiche Rapporto Finale Linea 3.2 di alcune caratteristiche 13 Dipartimento IMAGE - Università di Padova 2.2 Iniziative di coordinamento specifiche CORILA- Incontro, Venezia Giugno 2001 Incontro riunione annuale CORILA, Venezia 7 dicembre 2001 Prima Riunione Annuale CORILA, Venezia 3-5 aprile 2002 Workshop CORILA, Venezia 21 gennaio 2003 Seconda Riunione Annuale CORILA, Venezia 30 marzo- 2 aprile 2003 Flooding and Environmental Challenges for Venice and its Lagoon: State of Knowledge 2003 Discussion Meeting , Cambridge (UK) 14-17 settembre 2003 − − − − − − 2.3 Gestione del budget 2.3.1 Problematiche inerenti gli aspetti di budget Il piano di spesa è stato redatto e i relativi costi sono stati definiti in coordinamento con la linea 3.7, responsabile del modello fisico schematico di una laguna a marea costruito nel laboratorio del Dipartimento IMAGE. 2.3.2 Cofinanziamenti ricevuti da altre organizzazioni / Enti I dati di campo e di telerilevamento di cui al WP3 (vedi punto 3.4) sono stati raccolti nell’ambito del presente progetto e di altri progetti (per esempio il progetto TIDE finanziato dall’U.E.) aventi obiettivi analoghi e complementari. PROGRAMMA DI RICERCA 2000-2003 LINEA 3.2 ANALISI E MONITORAGGIO DEI PROCESSI MORFOLOGICI NEL SISTEMA LAGUNARE VENEZIANO Rapporto Finale Linea 3.2 14 3. INFORMAZIONI DI SINTESI SUGLI ARGOMENTI RILEVANTI OGGETTO DELLA RICERCA 3.1 Descrizione degli argomenti 3.2 WP1. Analisi dei dati 3.2.1 Composizione unità operativa Elenco di ricercatori e tecnici Cognome nome G. Di Silvio G.Seminara H. de Vriend Istituto di appartenenza IMAGE-UNIPD DIAM-UNIGE T.U.D e-mail [email protected] [email protected] [email protected] Elenco di studenti (tesi, PhD, ecc.) Cognome nome A. D’Alpaos L. Dal Monte M. Bolla Pittaluga Nicoletta Tambroni Anneke Hibma G. Barusolo L. Sutto A. Tittonel Istituto di appartenenza Univ. di Padova Univ. di Padova Univ. di Genova Univ. di Genova T.U.D. Univ. di Padova Univ. di Padova Univ. di Padova e-mail [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] 3.2.2 Obiettivi Rassegna dell’informazione già disponibile, sia sullo stato attuale della laguna, sia sui dati storici della morfologia lagunare, allo scopo di individuare i meccanismi principali che presiedono alle condizioni di equilibrio della Laguna di Venezia e alla sua evoluzione recente. 3.2.3 Attività preliminari Si sono identificati i dati disponibili sull’idrodinamica, la morfologia, i sedimenti e la vegetazione nella laguna di Venezia nonchè i dati mancanti e necessari alla comprensione delle dinamiche morfologiche lagunari. In particolare si è evidenziata la necessità di integrare i dati immediatamente disponibili con alcuni in corso di rilevamento, nonché di svolgere una campagna di misure di tipo sedimentologico-geotecnico/ecologico al fine di stabilire delle relazioni tra le caratteristiche meccaniche dei sedimenti e la presenza/assenza di alcune specie di benthos e di vegetazione. Tale campagna costituisce l’obiettivo del successivo WP3. Confronto con i dati del Waddenzee olandese, congiuntamente utilizzati per l'implementazione di un modello concettuale di bilancio zero-dimensionale (vedi WP2). Rapporto Finale Linea 3.2 15 SUB BASIN 2A CHANNELS 13% MARSHES 22% 2 B SHOALS 65% 2 Figura 1. SuddivisioneAdella laguna Nord in due sottobacini e distribuzione delle superfici occupate dai tre comparti lagunari (barene, bassofondi e canali) nel sottobacino 2° (in magenta). 3.2.4 Attività in campo ed in laboratorio 3.2.5 Elaborazioni − Statistiche varie: dei dati di vento: direzione, fetch, velocità; − Batimetrie: divisione in sottobacini, curve ipsometriche; − Variazione storica dei fondali e delle superfici delle barene. Figura 2. Andamento del fetch lungo tutte le direzioni per quattro punti caratteristici della Laguna Nord. 3.2.6 Risultati ottenuti Raccolta critica ed elaborazione di dati batimetrici, anemometrici e mareografici relativi alla laguna di Venezia. I dati elaborati sono stati utilizzati soprattutto per la taratura dei modelli concettuali (WP3). Rapporto Finale Linea 3.2 16 3.2.7 Pubblicazioni prodotte Barusolo, G., 2001. Morfologia lagunare: modello di interazione fra barene, canali e bassi fondali, Tesi di Laurea, Università di Padova. Dal Monte, L., Di Silvio, G. , Tittonel, A., 2003 Long term Averaged Sediment Concentration in the Shoals of Tidal Lagoons (abstract), EGS-AGU-EUG Joint Assembly, 6-11 Aprile. Dal Monte, L., Di Silvio, G., 2003, Long-term sediment concentration and morphological characteristics of a tidal lagoon, Scientific Research and Safeguarding of Venice, Corila Research, Program 2002 results, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia, in stampa. Di Silvio G., Barusolo, G., Sutto, L., 2001, Competing driving factors in estuarine landscape, 2nd IAHR Symposium on River, Coastal and Estuarine Morphodynamics, Obihiro Japan, 10-14 Sept. Di Silvio, G. , Dal Monte, L., 2002, Suspended Sediments Concentration in the Shoals of a Tidal Lagoon, Scientific Research and Safeguarding of Venice, Corila Research, Program 2001 results, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, Venezia, pp. 259-272. Di Silvio, G., Dal Monte, L., 2003, Ratio between Channel Cross-Section and Tidal Prism in Short Lagoons: Validity and Limits of the “Law of Jarret”, 3rd IAHR Symposium on River, Coastal and Estuarine Morphodynamics, Barcelona, Spain, 1-5 September, Vol. I, pp. 524-533. Di Silvio, G. , Dal Monte, L., 2004, Sediment concentration in Tidal Lagoons. A contribution to Long Term Modelling, Journal of Marime Systems, in stampa. Sutto, L., 2001, Morfologia lagunare: verifica ed applicazioni di un modello morfologico, Tesi di Laurea, Università di Padova. Tittonel, A., 2002, Morfologia dei bacini a marea: confronto tra il Waddenzee olandese e la laguna di Venezia, Tesi di laurea, Università di Padova. Valerio, F., 2001. Identificazione dei partiacque in un bacino lagunare a marea. Tesi di Laurea, Università di Padova. 3.3 WP2. Elaborazioni e modelli concettuali 3.3.1 Composizione unità operativa Elenco di ricercatori e tecnici Cognome nome Istituto di appartenenza e-mail G. DI SILVIO G. SEMINARA A. DEFINA S. LANZONI UNIV. DI PADOVA UNIV. DI GENOVA UNIV. DI PADOVA UNIV. DI PADOVA [email protected] [email protected] [email protected] [email protected] Elenco di studenti (tesi, PhD, ecc.) Cognome nome Istituto di appartenenza e-mail A. D’ALPAOS L. DAL MONTE M. BOLLA PITTALUNGA NICOLETTA TAMBRONI UNIV. DI PADOVA UNIV. DI PADOVA UNIV. DI GENOVA UNIV. DI GENOVA [email protected] [email protected] [email protected] Rapporto Finale Linea 3.2 [email protected] 17 3.3.2 Obiettivi Sviluppo di vari modelli semplificati, sia di tipo “schematico” (a scala mareale) sia di tipo “concettuale” (integrato nel tempo), per lo studio dei meccanismi morfodinamici operanti in ambienti estuarini e per la valutazione della loro importanza relativa nella Laguna di Venezia. 3.3.3 Attività preliminari − − − − Implementazione numerica del metodo Shock-Capturing e WAF per lo studio d’avanzamento d’un fronte bagnato su una spiaggia asciutta. Studio dell’effetto delle aree d’espansione laterale sull’idrodinamica di canali mareali (teoria lineare per canali a larghezza costante moderatamente dissipativi). Studio dell’effetto della convergenza sull’idrodinamica di canali mareali debolmente dissipativi chiusi ad una estremità. Prime valutazioni sui dati analizzati nel WP1. 3.3.4 Attività in campo ed in laboratorio Esecuzione di un modello di canale lagunare convergente con adiacente bacino soggetto ad oscillazioni mareali. Analisi dei risultati per un canale rettangolare a larghezza uniforme e per un canale convergente. Dall’indagine è emerso come l’assetto di equilibrio del fondo del canale dipenda dallo scambio di sedimenti e dalla morfodinamica della bocca del canale; si è inoltre osservata la formazione di forme di fondo: barre libere alternate in accordo con la teoria formulata da Seminara & Tubino (2001); ripples bi- o tri-dimensionali in accordo con i criteri di formazione di ripples fluviali di Sumer and Bakioglu (1984). 3.3.5 Elaborazioni − modelli matematici mareali; − modelli matematici concettuali; − modelli fisici. 3.3.6 Risultati ottenuti Implementazione numerica del metodo di front-tracking per lo studio d’avanzamento d’un fronte bagnato su una spiaggia asciutta e sua applicazione ad un modello matematico 1-D dell’evoluzione del fondo di canali a marea. Effetto delle variazioni spazio-temporali dell’idrodinamica sulla distribuzione di concentrazione ed applicazione al modello matematico 1D dell’evoluzione del fondo di canali a marea. Effetto della sovrapposizione di maree di tipo M4 alla forzante semidiurna di tipo M2 sulla morfodinamica di canali a marea attraverso il modello matematico 1D. Effetto dello scambio di sedimenti alla bocca sull’equilibrio di lungo termine di canali a marea attraverso il modello matematico 1D. Elaborazione di modelli concettuali in grado di descrivere con diverso grado di dettaglio i principali meccanismi che regolano l’evoluzione morfodinamica di singole unità costituenti un Rapporto Finale Linea 3.2 18 sistema o sottosistema lagunare, con particolare riferimento alla modellazione del trasporto solido in sospensione nelle barene, nei bassofondi e nei canali. 3.3.7 Pubblicazioni prodotte Bolla, M., Tambroni, N., Zucca, C., Solari, L, Seminara, G., 2001, Long term morphodynamic equilibrium of tidal channels: preliminary laboratory observations. In: IAHR Symposium on River, Coastal and Estuarine Morphodynamics, Obihiro (Japan), 10-14 september, 423-432. Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2002, Trasporto solido in moti lentamente variabili ed equilibiro morfodinamico di canali mareali, Atti XXVIII Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Potenza, 16-19 Settembre, Vol. 5, pp. 29-36. Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2002, Trasporto solido in moti lentamente variabili ed equilibrio morfodinamico di canali mareali, XVIII Convegno di Idraulica e Costr. Idrauliche, Potenza, 1619 settembre. Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2003, Depth-integrated modeling of suspended sediment transport, Water Resources Research, 39(5), 1137, 1-1/1-11. Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2004, Long Term Morphodynamic Equilibrium of Tidal Channels: Settling Lag, Overtides and Sediment Supply, inviato a Coast. Eng. Camatta, L., 2001. Indagine sulla formazione di barre multiple mediante un modello matematico 2D, Tesi di Laurea, Università di Padova. D’Alpaos, A., 2001. Contributi allo studio idrodinamico e morfodinamico di lagune a marea. Tesi di Laurea, Università di Padova. Dal Monte, L., Di Silvio, G. , 2004, Evoluzione del fondo di un canale a marea di larghezza costante (abstract), accettato al 29° Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Trento 7-10 settembre. Marani, M., Lanzoni, S., Zandolin, D., Seminara, G. e Rinaldo, A. 2002, Tidal meanders, Water Resour. Res., 38, 1225- 1239. Marani, M., E. Belluco, A. D'Alpaos, A. Defina, S. Lanzoni, A. Rinaldo, 2003, The drainage density of Tidal Networks, Water Resources Research, Vol. 39, No 2, 1040. Lanzoni, S., Tubino, M., 2002, Experimental observation on bar development in cohesionless channels, Excerpta, CUEN, vol 14, pp. 119-152. Lanzoni, S., Seminara, G., 2002. Long term evolution and morphodynamic equilibrium of tidal channels, J. Geophys. Res., 107 (C1), 1-13. Repetto, R., Tubino, M. and Paola, C., 2002, Planimetric instability of channels with variable width, J. Fluid Mechanics, vol.457, pp.79-109. Seminara, G., Lanzoni, S., Solari, L., and Bolla Pittaluga, M., 2001. Tidal Patterns: An introduction to their morphology and mechanics, Springer Verlag. Seminara, G. e Tubino, M. 2001, Sand bars in tidal channels. Part 1: Free bars. J. Fluid. Mech., 440, 49-74. Seminara, G., Solari, L., Parker, G., 2001, Bed-load transport on arbitrarily sloping beds at low Shields stress and validity of Bagnold's hypothesis, 2nd IAHR Symposium on River, Coastal and Estuarine Morphodynamics, Obihiro Japan, 10-14 Sept., pp. 141-150. Seminara, G., 2001, Invitation to sediment transport, Lecture Notes on Geomorphological Fluid Mechanics Springer Verlag, Berlin, pp.394-402. Seminara, G., Blondeaux, P., 2001, Perspective in morphodynamics, River Coastal and Estuarine Morphodynamics. Eds. G. Seminara, P. Blondeaux, Springer Verlag, pp. 1-9 Seminara, G., Tubino, M., 2002, Sand bars in tidal channels. Part. 1. Free bars, J. Fluid Mech.Vol. 440, pp. 49-74 Solari, L., Seminara, G., Lanzoni, S., Marani, M., Rinaldo, A., 2002, Sand bars in tidal channels. Part. 2. Tidal Meanders, J. Fluid Mech.Vol. 451, pp. 203-238. Tambroni, N., Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2002, Equilibrio morfodinamico di canali mareali: osservazioni sperimentali, Atti XXVIII Convegno di Idraulica e Costruzioni Idrauliche, Potenza, 16-19 Settembre, Vol. 5, pp. 133-140. Rapporto Finale Linea 3.2 19 Tambroni, N., Bolla Pittaluga, M., Seminara, G., 2004, Laboratory observations on the long term morphodynamic evolution of tidal channels and tidal inlets, in corso di revisione su Water Resour. Res. 3.4 WP3. Monitoraggio della vegetazione, della morfologia e di alcune caratteristiche sedimentologiche 3.4.1 Composizione unità operativa Elenco di ricercatori e tecnici Cognome nome M. MARANI P.SIMONINI S. COLA Istituto di appartenenza Dip. IMAGE Dip. IMAGE Dip. IMAGE e-mail [email protected] [email protected] [email protected] Elenco di studenti (tesi, PhD, ecc.) Cognome nome E. BELLUCO M. TORTATO Istituto di appartenenza Dip. IMAGE Dip. IMAGE e-mail [email protected] - 3.4.2 Obiettivi Gli obiettivi del Workpackage sono volti alla caratterizzazione delle componenti ecologica e morfologica delle barene. Lo scopo finale è contribuire alla comprensione dei processi connessi alla genesi ed evoluzione della morfologia delle barene, utilizzando osservazioni di campo e da telerilevamento. 3.4.3 Attività preliminari Le attività preliminari sono consistite nella valutazione/messa a punto dei più adatti metodi di classificazione della vegetazione sulla base di dati telerilevati. Si sono applicati i metodi di massima verosimiglianza e dell'angolo spettrale (Tortato, 2001) a dati rilevati da aereo già disponibili e si sono quindi effettuati rilievi GPS in campo per identificare punti notevoli nelle immagini telerilevate per una loro georeferenziazione accurata. I dati telerilevati disponibili sono anche stati utilizzati per l'estrazione della struttura della rete dei canali, utilizzando i metodi di classificazione della massima verosimiglianza e dell'angolo spettrale ed informazioni di tessitura (Tortato, 2001). Si sono inoltre svolte analisi della morfologia di barena basate su estrazioni manuali della rete di canali (Belluco, 2001), che hanno consentito di mettere in evidenza proprietà di aggregazione che legano alcune grandezze a scala di barena (area, lunghezza totale della rete di canali, etc.) con grandezze idrodinamiche (prisma di marea) (Marani et al., 2001). Si sono svolte alcune indagini di campo preliminari sulla natura dei sedimenti e sulle loro caratteristiche (Patrian, 2001), con riguardo alle possibili relazioni con la collocazione dei siti rispetto alle principali geo-forme (ghebi, gengive di sponda, chiari, etc. etc.) e con il tipo di vegetazione. Rapporto Finale Linea 3.2 20 3.4.4 Attività in campo ed in laboratorio L'attività di campo riguardante la caratterizzazione eco-geomorfologica della barena è stata diretta alla determinazione della copertura relativa della vegetazione in molte aree campione, attraverso riprese fotografiche, e all'identificazione di tali aree tramite rilievo topografico. L’attività è stata volta sia allo studio diretto del rapporto tra tipo di vegetazione ed elevazione topografica, sia alla costituzione di aree di riferimento attraverso le quali calibrare e validare le metodologie di classificazione dei dati telerilevati da aereo. Si sono inoltre raccolti dati topografici accurati sulla morfologia dettagliata di alcuni ghebi nelle zone di studio allo scopo di analizzarne la struttura tridimensionale. Si è proceduto infine allo sviluppo di un sistema di ripresa digitale da pallone frenato per l’osservazione della rete di canali a scale comprese tra 10cm e diversi metri. Le telecamere digitali adottate sono sensibili nel campo del visibile e vicino infrarosso, consentendo di discriminare agevolmente le zone vegetate da quelle occupate dall'acqua (chiari, ghebi e canali). Le immagini provenienti dalle telecamere digitali alloggiate sul pallone aerostatico sono gestite attraverso un collegamento radio ed un apposito software sviluppato per la loro acquisizione e memorizzazione. Nel corso delle campagne il pallone è stato posizionato ad una quota di 15 m in modo da ottenere immagini con risoluzione massima di 2 cm. Ad ogni acquisizione venivano disposti nella zona di ripresa alcuni bersagli le cui coordinate erano note con accuratezza topografica. Tale informazione ha consentito di georeferenziare ciascuna immagine e di costituire un mosaico coerente di tutte le riprese effettuate, come si può vedere nella Figura seguente. a) b) Figura 3. Mosaicatura delle immagini infrarosse riprese dal sistema digitale aerostatico(a) nella Barena San Felice. L'applicazione di una soglia alle immagini in a) produce una ricostruzione automatica della rete di canali (b). Raccolta e prime elaborazioni dei dati geotecnici sulle barene: granulometria, mineralogia, contenuto organico; comportamento meccanico-idraulico dei terreni in laboratorio e in situ. Misura delle pressioni neutrali. Misura della permeabilità. 3.4.5 Elaborazioni Le classificazioni delle immagini iperspettrali da aereo utilizzate hanno consentito di realizzare una mappatura spazialmente distribuita delle specie alofile di barena. Le verità a terra raccolte hanno Rapporto Finale Linea 3.2 21 inoltre confermato la coerenza delle mappe prodotte (e.g. Figura 2) rispetto alle osservazioni di campo. Figura 3. Mappa delle specie vegetali prodotta attraverso l'algoritmo dell'angolo spettrale applicato ai dati ROSIS relativi alla barena San Felice (giallo=Sarcocornia Fruticosa, verde chiaro=Juncus Maritimus, viola=Limonium Narbonense, Verde scuro=Spartina Maritima, Marrone=suolo, Nero=acqua). Le analisi svolte sulle immagini da pallone hanno consentito di osservare quantitativamente le caratteristiche micromorfologiche della rete di canali su scale spaziali altrimenti non accessibili attraverso tradizionali tecniche di fotografia aerea. Le analisi hanno altresì consentito di evidenziare le somiglianze tra le caratteristiche geometriche (larghezza, curvature, lunghezza e sinuosità dei meandri, etc.) osservate alle scale più minute con quelle a scale maggiori determinate dalla letteratura precedente. In particolare, la lunghezza cartesiana di un meandro Lx presenta la stessa dipendenza lineare dalla larghezza del canale che si osserva a scale maggiori nel medesimo ed in altri ambienti a marea, nonchè in ambienti fluviali. La larghezza del canale, inoltre, aumenta sensibilmente verso il termine del canale stesso, similmente a quanto avviene in canali di maggiori dimensioni e negli estuari in generale. Infine la sinuosità, pari al rapporto tra lunghezza intrinseca a lunghezza cartesiana, mostra valori tipici congruenti a quelli osservati alle scale maggiori. 3.4.6 Risultati ottenuti - Messa a punto di strumenti analitici e numerici per descrivere numerosi processi lagunari e le loro interazioni. I processi considerati sono di natura fisica (idrodinamica, sedimentologia) e biologica (vegetazione nelle barene). - Messa a punto di algoritmi per la produzione di mappe della distribuzione spaziale delle diverse specie vegetali. Tali mappe sono state confrontate con osservazioni dirette a terra. - Accurate caratterizzazioni topografiche di alcuni ghebi delle zone di studio associandole alla presenza di diversi tipi vegetazionali - Immagini ad altissima risoluzione nell’infrarosso e nel visibile di una sottorete di canali in una barena di studio - Ricostruzione della micromorfologia planare di una sottorete di canali in una barena di studio. - Inizio della caratterizzazione sedimentologica delle zone di interesse, collegandola alle caratteristiche morfologiche e di copertura vegetale. - Dati plano-altimetrici, vegetazionali e sedimentologici Rapporto Finale Linea 3.2 22 3.4.7 Pubblicazioni prodotte Belluco E., M. Camuffo, A. D`Alpaos, S. Silvestri, A. Marani, M. Marani. “Salt marsh monitoring from remote sensing: vegetation and morphology”, European Geophysical Society General Assembly, Nice, France, 6-11 April 2003. Camuffo M., E. Belluco, S. Silvestri, A. Marani, M. Marani, “Salt marsh monitoring from remote sensing”, Airborne remote sensing for Geophysical and Environmental Applications, Workshop, Roma, Italy, 14-16 April 2003. Ceriali, A., 2003. Telerilevamento delle dinamiche di barena, Tesi di laurea, Università Cà Foscari di Venezia. Costantini, C., 2003. Telerilevamento della barena di S. Felice, Tesi di laurea, Università Cà Foscari di Venezia. D`Alpaos A., E. Belluco, A. Defina, S. Lanzoni, M. Marani, A. Rinaldo. “Geomorphichydrodynamic characterization of tidal channel networks”, European Geophysical Society General Assembly, Nice, France, 6-11 April 2003. D'Alpaos, A., Fagherazzi, S., Defina, A., Marani, M., Lanzoni, S., Rinaldo, A., Channel Initiation and Competition in Tidal Environments, Eos Trans. AGU, 84(46), Fall Meet. Suppl., Abstract H52A-1139, 2003. Ferrari, S., 2003. Telerilevamento e Analisi spazio-temporale della vegetazione di barena nella Laguna di Venezia, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova. Marani M., E. Belluco, A. D’Alpaos, A. Defina, S. Lanzoni, A. Rinaldo, 2003. The drainage density of tidal networks, Water Resour. Res., vol. 39(2), 1040, doi:10.1029/2001WR001051. Marani M., S. Silvestri, E. Belluco, M. Camuffo, A. D’Alpaos, S. Lanzoni, A. Marani, A. Rinaldo, “Patterns in tidal environments: salt-marsh channel networks and vegetation”, Eos Transactions AGU, 84(46), Fall Meet. Suppl., American Geophysical Union, S. Francisco, U.S.A., 8-12 December 2003. Marani M., S. Silvestri, E. Belluco, M. Tortato, M. Camuffo, A. Marani, “Hysens over the Venice lagoon. The use of multi- and hyper-spectral data for salt-marsh vegetation mapping and morphological features description”, 3rd EARSeL Workshop on Imaging Spectroscopy, Oberpfaffenhofen, Germany, 13-16 May 2003. Marani, M., E. Belluco, A. D’Alpaos, A. Defina, S. Lanzoni, G. Seminara, A. Rinaldo, On the geomorphology of tidal environments: the lagoon of Venice, in Scientific Research and SafeGuarding of Venice, CORILA Research Program Results, Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, 661-678, Venice, 2002. Marani, M., Lanzoni, S., Silvestri, S., Rinaldo, A., Tidal landforms, patterns of halophitic vegetation and the fate of the lagoon of Venice, J. of Mar. Systems, in press, 2004. Marani, M., Lanzoni, S., Zandolin, D., Seminara, G., Rinaldo, A., 2002. Tidal meanders, Water Resour. Res., 38 (11), 1225-1239. Modenese, L., 2003. Caratteri spettrali, densità e resistenza idrodinamica indotta da vegetazione di barena, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova. Penzo, W., 2004. L’osservazione dettagliata di reti a marea: indagini sulla micromorfologia, Tesi di laurea, Università degli Studi di Padova. Silvestri, S., Defina, A., Marani, M., Tidal regime, salinity and salt-marsh plant zonation, submitted, 2004. Tessarollo A., 2002. Il telerilevamento nello studio e monitoraggio della vegetazione di barena, Tesi di Laurea, Università di Padova. 3.5 Conclusioni e osservazioni L’analisi dei dati già disponibili sulla laguna di Venezia, sia relativi alla situazione attuale, sia relativi all’evoluzione storica della Laguna stessa, ha permesso di riconoscere i principali meccanismi morfodinamici che agiscono in questo tipo di ambiente estuarino caratterizzato da limitate escursioni di marea e ridotti tempi di propagazione lungo il bacino. L’analisi è stata Rapporto Finale Linea 3.2 23 suffragata da analoghe osservazioni condotte in altri ambienti estuarini, più o meno analoghi (Waddenzee) o assai diversi (Schelda occidentale). Sul funzionamento specifico delle barene sono state effettuate campagne specifiche, sia sul campo, sia in telerilevamento (vedi WP3). Un’interpretazione quantitativa e fisicamente basata di alcuni meccanismi morfodinamici tipici delle lagune è stata quindi data attraverso l’applicazione di modelli fisici e matematici sviluppati a questo scopo nell’ambito del progetto (WP2). L’applicazione congiunta dei modelli e l’interpretazione dei dati di campo già disponibili in letteratura (WP1) ovvero appositamente raccolti nel corso del progetto di ricerca (WP3), ha permesso di migliorare molto la conoscenza dell’ambiente lagunare sia dal punto di vista idro- e morfodinamico, sia dal punto di vista ambientale. Il lavoro svolto sulla base di dati telerilevati da aereo e da pallone frenato e le relative analisi hanno fornito un contributo riguardo alle domande poste ad obiettivo della ricerca, soprattutto per quanto riguarda le zone di barene. In particolare si sono individuate ed applicate le metodologie di campo e di classificazione più adatte allo studio di questo ambiente, producendo una caratterizzazione spazialmente dettagliata della distribuzione della vegetazione di barena. Si sono inoltre messe a punto metodologie adeguate all'osservazione quantitativa della morfologia di barena sulle scale geometriche di interesse, comprese tra alcuni centimetri ed alcuni chilometri. Rapporto Finale Linea 3.2 24