Mediterranean Storms - Università di Trento
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XXXII Convegno Nazionale di Idraulica e Costruzioni Idrauliche Palermo, 14-17 settembre 2010 EQUILIBRIO MORFOLOGICO DEI CANALI NEI BASSIFONDI LAGUNARI M. Toffolon1, S. Lanzoni2 (1) Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Università di Trento, Italia, e-mail: [email protected] (2) Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Marittima, Ambientale e Geotecnica, Università di Padova, Italia, e-mail: [email protected] SOMMARIO La memoria tratta della configurazione di equilibrio dei canali che innervano i bassifondi di una laguna costiera. Il profilo longitudinale di tali canali è studiato in un contesto monodimensionale semplificato, che consente di ottenere una soluzione puramente analitica in funzione di una coordinata longitudinale modificata in modo tale da tenere implicitamente conto della convergenza del canale e della presenza dei bassifondi laterali. L'analisi dimensionale delle equazioni del moto mostra che i termini di inerzia e attrito possono essere in prima approssimazione trascurati, producendo una propagazione quasi-statica della marea. Il profilo del fondo risulta simile sia nel caso in cui si imponga una condizione di equilibrio basata sugli scambi residui con il fondo, sia in quello in cui venga assegnata la velocità massima. La trattazione teorica perseguita rende altresì possibile individuare le scale caratteristiche del problema e alcune relazioni morfologiche, che possono essere ragionevolmente applicate in un contesto come quello della laguna di Venezia. 1 INTRODUZIONE Il problema di determinare le caratteristiche morfologiche dei canali a marea continua a ricevere un’attenzione considerevole (de Swart and Zimmermann, 2009) e ha visto negli ultimi anni lo sviluppo di due approcci complementari: il primo è basato su soluzioni semplificate delle equazioni di conservazione della massa, della quantità di moto e del bilancio di sedimenti, in grado di catturare gli elementi più importanti del sistema dal punto di vista idrodinamico (Friedrichs and Aubrey, 1994; Lanzoni and Seminara, 1998; Savenije et al., 2008) e morfodinamico (Friedrichs and Aubrey, 1996; Schuttelaars and de Swart, 2000; Prandle, 2003; Seminara et al., 2010); il secondo, sfrutta le sempre crescenti capacità di calcolo, risolvendo numericamente le equazioni complete al fine di analizzare gli effetti delle varie non-linearità presenti in questo tipo di problemi, difficilmente sintetizzabili attraverso una trattazione puramente analitica (Lanzoni and Seminara, 2002; Pritchard et al., 2002; Tambroni et al., 2005; Todeschini et al., 2008). In questa memoria si propone uno schema semplificato delle condizioni di equilibrio morfodinamico, che consente di ottenere una relazione sintetica per l’assetto del fondo M. Toffolon, S. Lanzoni di canali a marea la cui lunghezza sia corta rispetto alla lunghezza d’onda della marea, una condizione tipica all’interno di molte lagune. La derivazione di una soluzione completamente analitica richiede ovviamente molte semplificazioni, ma consente d’altra parte di individuare alcune caratteristiche fondamentali che altrimenti sarebbe difficile esplicitare ricorrendo a una descrizione più dettagliata del processo. Si possono in generale individuare due tipologie di canali lagunari (Ashely and Zeff, 1988): canali che innervano le barene, la cui porzione più interna rimane asciutta durante la bassa marea, e canali che drenano i bassifondi e rimangono quindi costantemente bagnati durante tutte le fasi del ciclo di marea. Una soluzione per il profilo di equilibrio del primo tipo di canali è stata recentemente ottenuta da Seminara et al. (2010) utilizzando un approccio perturbativo che ha permesso di armonizzare la soluzione esterna (valida per profondità maggiori dell’ampiezza della marea) con quella interna (valida per la zona di bagnasciuga). Figura 1. Caratteristiche morfologiche di alcuni canali a marea che drenano i bassifondi della parte settentrionale della laguna di Venezia: (a) localizzazione; (b) andamento del fondo η(s) in funzione della coordinata s misurata lungo la linea d’asse, partendo dalla testa del canale; (c) distribuzione della larghezza B(s) ed interpolazione esponenziale della stessa (linea continua). In questa sede viene studiata la seconda tipologia di canali, caratterizzati da una condizione di flusso nullo in una sezione fissata alla testa degli stessi, prossima cioè al partiacque del sottobacino di pertinenza del canale. Alcuni canali di questo tipo sono illustrati in Figura 1a, con riferimento alla porzione della laguna di Venezia, quella settentrionale, meno soggetta a pressioni antropiche. Il profilo longitudinale di questi canali (Figura 1b) presenta una profondità che decresce verso terra, a meno di Equilibrio morfologico di canali lagunari oscillazioni anche rilevanti dovute alla presenza di curve e confluenze con altri canali, mentre l’andamento della larghezza può essere ragionevolmente descritto da una funzione esponenziale (Figura 1c). 2 FORMULAZIONE DEL PROBLEMA Il campo di moto semplificato necessario per ottenere analiticamente il profilo di equilibrio del fondo è ottenuto a partire dalle usuali equazioni di De Saint Venant, che esprimono la conservazione della massa e la variazione della quantità di moto in una formulazione monodimensionale. Trascurando l'effetto della stratificazione e l’azione del vento, il moto nei canali può essere descritto utilizzando la velocità media sulla sezione U* (un asterisco indica variabili dimensionali), la quota della superficie libera H*, la profondità media D*, la quota del fondo *, la larghezza del canale B* e la larghezza BT* dei bassifondi laterali ad esso adiacenti, che svolgono principalmente una funzione di accumulo del volume d’acqua scambiato con il canale durante il ciclo di marea. La condizione di equilibrio è analizzata esprimendo i termini di erosione e deposito che compaiono nell'equazione del bilancio dei sedimenti tramite una versione semplificata della classica relazione di Partheniades-Krone (e.g., D’Alpaos et al., 2006): la tensione di soglia per il deposito, di difficile definizione (Winterwerp, 2006), è ipotizzata uguale a quella per l’erosione, ed è individuata dalla velocità critica Uc* per l'erosione dei sedimenti; anche l’effetto diretto della concentrazione sul processo di sedimentazione è trascurato, introducendo un’unica constante di proporzionalità identica per il deposito e l'erosione. In termini di variabili adimensionali, le equazioni di continuità, della quantità di moto e del bilancio dei sedimenti, mediata sul ciclo di marea, porgono U H U U 0 , x x D t rs B (1) H BUD 0 , t x t (2) U 2 1 , (3) dove <...> rappresenta l'operazione di media sul ciclo di marea. Inoltre, ricordando che un asterisco indica le variabili dimensionali, t t* *, [ x, B, H , D, ] [ rs BT* B * , x * * B * H * D * * , , , , ], U c* Bm* a * a * a * U c*2 ga * , Cf U U* , U c* U c*3 . g a *2 * * , (4a) C f U c*2 (4b) Si noti come le grandezze fondamentali utilizzate per normalizzare le varie quantità coinvolgano, oltre all'accelerazione di gravità g, solo scale esterne, non dipendenti dal processo morfodinamico (Toffolon et al., 2006), ovvero l’inverso della frequenza M. Toffolon, S. Lanzoni angolare * e l’ampiezza a* dell’onda di marea alla bocca, la velocità critica Uc*, la larghezza del canale alla bocca Bm*. I parametri adimensionali rs, e tengono conto, rispettivamente, degli effetti di immagazzinamento dei bassifondi adiacenti al canale, dell’inerzia e dell’attrito. Le condizioni al contorno associate alle (1)-(3) sono date dall'oscillazione della marea alla bocca, assunta in prima approssimazione puramente sinusoidale, e la condizione di flusso nullo alla testa del canale (x=0), data la sua vicinanze al partiacque del sottobacino di pertinenza del canale. I piccoli valori tipicamente assunti dai parametri e , approssimativamente 5·10-3 e 4·10-2 nei canali considerati della laguna di Venezia, consentono di trascurare i termini inerziali e d'attrito nell'equazione della quantità di moto. Ne consegue che la marea tende a propagarsi quasi staticamente e, tenendo conto della (2), U H , H t (5) dove la coordinata longitudinale modificata 1 x rs B dx , B 0 (6) consente di esprimere la distribuzione della velocità all'interno del canale in una forma del tutto generale, indipendente dall’effettivo andamento della larghezza. 3 RISULTATI L'equazione (3) del bilancio di sedimenti medio sul ciclo di marea indica che, nell'ambito delle ipotesi semplificative introdotte per descrivere i processi di erosione/deposito, la condizione di equilibrio è strettamente legata alla media sul ciclo del quadrato della velocità. Nell'ipotesi di marea puramente sinusoidale, H cos t , tenendo conto della (5) e imponendo la condizione di equilibrio t 0 nell’equazione di evoluzione (3), l’assetto di equilibrio del fondo risulta caratterizzato da <U2>=1 e porge 1 2 1 2 . (6) 2 È importante osservare come tale soluzione, essendo espressa in termini della variabile longitudinale modificata ξ, risulta univocamente definita per qualsiasi andamento della larghezza del canale e geometria delle zone di bassofondo adiacenti al canale. Nel caso in cui (cfr. Figura 1c) la variazione della larghezza sia approssimabile con un andamento esponenziale del tipo B exp x L Lb , la coordinata modificata risulta rs Lb 1 exp x Lb , essendo L la lunghezza del canale e Lb la lunghezza di convergenza, entrambe scalate con la lunghezza intrinseca Uc*/ω*. Equilibrio morfologico di canali lagunari Figura 2. Esempi di configurazioni di equilibrio del fondo espresso in funzione della coordinata fisica x, al variare della lunghezza di convergenza adimensionale Lb e per rs = 1. Il profilo del fondo espresso nella coordinata naturale x dipende ovviamente sia dal grado di convergenza del canale sia dalla geometria dei bassifondi. Come illustrato in Figura 2, tale profilo mostra invariabilmente una concavità verso il basso nella zona vicina alla testa del canale; la porzione di canale verso la bocca ha invece un andamento lineare nel caso di larghezza costante, mentre assume una concavità verso l’alto all’aumentare del grado di convergenza, fino a diventare quasi orizzontale per canali fortemente convergenti. La condizione di equilibrio può anche essere definita in forma più restrittiva, in termini del massimo della velocità (e.g., Seminara et al., 2010), ovvero imponendo che il trasporto di sedimenti sia nullo ad ogni istante del ciclo di marea. Tale condizione può tuttavia essere generalizzata al fine di tenere conto del trasporto residuo associato all'evoluzione di lungo termine del canale, assumendo una velocità massima pari a k U c , dove la costante di proporzionalità k dipende dalla quantità di sedimenti importati/esportati dal canale nel lungo termine. Assumendo che la massima velocità sia uguale al massimo di una funzione sinuosidale con media quadratica Uc, si ha k 2 e l’assetto del fondo di equilibrio diventa 1 2 . (7) 2 Come si evince chiaramente dalla Figura 3, tale soluzione coincide con la (6) per valori di sufficientemente grandi, e solo piccole differenze sono presenti nella regione a quote più elevate del canale. M. Toffolon, S. Lanzoni Figura 3. Confronto tra i profili del fondo adimensionali espressi in funzione della coordinata modifica ed ottenuti imponendo: i) una velocità quadratica media costante (eq. 6, linea tratteggiata nera); ii) una velocità massima costante (eq. 7, linea continua rossa). La linea punteggiata magenta rappresenta la soluzione lineare asintotica 2 mentre la linea continua nera indica la soluzione ottenuta da Friedrichs and Aubrey (1996) per canali a larghezza costante che drenano aree di barena che tendono a emergere durante l'alta marea, ed estesa da Seminara et al. (2010) al caso di canali convergenti. Per valori sufficientemente grandi di , la (6) e la (7) tendono entrambe alla condizione asintotica 2 (Figura 3). È interessante osservare come tale soluzione corrisponda alla soluzione esterna ottenuta da Friedrichs and Aubrey (1996) per canali di larghezza costante che drenano aree di barena, e quindi tendenti a emergere anche durante l'alta marea, e recentemente estesa da Seminara et al. (2010) al caso di canali convergenti. 4 SCALE TIPICHE E CONFRONTO CON DATI DI CAMPO Il fatto che, per valori sufficientemente grandi della variabile longitudinale modificata, la configurazione di equilibrio del fondo tenda invariabilmente alla funzione lineare 2 consente di determinare alcune utili relazioni tra le grandezze morfologiche. È innanzitutto facile dimostrare che la pendenza di riferimento del canale (definita come rapporto tra la profondità alla bocca e la lunghezza del canale), nel caso di variazione esponenziale della larghezza, è S rs a * * 1 exp , * 2 Uc (8) con L* L*b rapporto tra lunghezza del canale e lunghezza di convergenza. Per canali Equilibrio morfologico di canali lagunari poco convergenti (o a larghezza costante), 0 e la profondità dipende linearmente dalla lunghezza del canale. Per canali molto convergenti, invece, e la profondità alla bocca tende al valore asintotico Dm* rs a * * * , Lb * 2 Uc (9) che rappresenta quindi la profondità massima compatibile con una lunghezza di * * convergenza Lb L . Rovesciando il punto di vista, è possibile ottenere una stima della lunghezza del canale quando sia assegnata la profondità alla bocca (Seminara et al., 2010). In termini adimensionali, tale lunghezza è data da 2 L Lb ln 1 Dm . rs Lb (10) È inoltre possibile ottenere una relazione tra il prisma di marea P e la sezione trasversale , calcolata con riferimento al medio mare. Infatti, dalle relazioni (4) e (5) segue x o 0 P U H Bdt 2 B 2 rs Bdx , (11) Tale relazione, con opportune manipolazioni, fornisce la seguente relazione * k * P * , (12) del tutto analoga alla classica legge di O’Brien-Jarrett-Marchi discussa da D’Alpaos et al. (2009). In tale relazione è una funzione che dipende dal profilo di equilibrio, k* un coefficiente dimensionale funzione di ω*, g, B*, della velocità di attrito critica per l'erosione dei sedimenti u*c e del coefficiente di resistenza al moto e γ un coefficiente che dipende dalla relazione utilizzata per esprimere la resistenza al moto. Nel caso in cui si adoperi la relazione di Manning-Strickler, si ottiene k * ( * g 1 / 2 B *1 / 6 ) /( 2 k s u*c ) e 6 7 , dove ks [m1/3s-1] è il coefficiente di scabrezza secondo Strickler. Il confronto con i dati di campo relativi ai canali riportati in Figura 1 pone il problema della corretta stima dei parametri che controllano il profilo di equilibrio quali la velocità critica per l'erosione/deposito dei sedimenti, e il rapporto di immagazzinamento rs. Per quanto riguarda la velocità critica, essa è stata posta pari a Uc*=0.17m/s, in base ai valori delle velocità massime nei canali, compresi tra 0.15 e 0.22 m/s, risultanti dalle simulazioni numeriche effettuate da D’Alpaos e Defina (2007). Più difficile appare la scelta di rs, dati l'andamento in genere non rettilineo dei canali, la presenza di confluenze e, in taluni casi, di fasce di barene a ridosso dei bordi del canale. I profili di equilibrio illustrati in Figura 4 sono pertanto stati determinati utilizzando un valore di BT* costante, sebbene diverso per ogni canale. Il confronto tra profili osservati e profili calcolati appare più che soddisfacente, tenuto conto delle ipotesi semplificative utilizzate nella trattazione teorica e delle incertezze insite nella stima dei vari parametri. M. Toffolon, S. Lanzoni Figura 4. Confronto tra i profili del fondo osservati (cerchi) e quelli calcolati utilizzando il profilo teorico (linea continua). 5 CONCLUSIONI Il carattere quasi statico della propagazione dell'onda di marea all'interno delle lagune costiere, connesso ai valori decisamente modesti assunti dal rapporto tra la lunghezza tipica dei canali lagunari e quella dell'onda di marea, associato ad alcune semplificazioni nella formulazione della legge che controlla il bilancio tra erosione e deposito, hanno consentito di ottenere una espressione analitica del profilo di equilibrio dei canali a marea che drenano i bassifondi lagunari. In particolare, l’andamento della quota del fondo è stato determinato trascurando in prima approssimazione gli effetti associati all'inerzia, all'attrito e alla presenza di armoniche superiori, e utilizzando una coordinata longitudinale modificata Tale coordinata consente di ottenere una espressione univoca del profilo di equilibrio, non dipendente dal grado di convergenza, dalla conformazione planimetrica dei bassifondi laterali e dalla lunghezza del canale stesso. In altre parole, tale profilo rappresenta implicitamente tutte le possibili configurazioni di equilibrio compatibili con l’ipotesi di Equilibrio morfologico di canali lagunari canale corto. Ciascuna configurazione può essere d'altra parte particolarizzata esprimendo il profilo in funzione della usuale coordinata longitudinale x. La forma del profilo non varia significativamente imponendo come condizione di equilibrio che il bilancio locale tra erosione e deposito dia un contributo residuo nullo (equazione 6), oppure che la velocità massima si mantenga costante (equazione 7). Entrambi i profili tendono alla medesima configurazione asintotica per valori di sufficientemente elevati, suggerendo quindi l’esistenza di relazioni tipiche tra le scale morfologiche del problema (profondità alla bocca, lunghezza del canale, pendenza di riferimento, grado di convergenza, ampiezza di marea). La configurazione di equilibrio assicura inoltre la verifica della legge di O’Brien-Jarrett-Marchi lungo tutto il canale. La somiglianza tra i profili (6) e (7) è strettamente legata alla dipendenza non lineare della portata solida dalla velocità, che amplifica il ruolo delle massime velocità di flusso e riflusso nel determinare l'entità del trasporto solido residuo. Se, come tipicamente avviene nei canali lagunari, l’onda di marea è solo debolmente distorta e i due picchi di velocità sono simili, la condizione sulla velocità massima è praticamente equivalente a quella che prevede l'annullamento del flusso residuo di sedimenti. D’altra parte, la tendenza verso un andamento simmetrico del campo di moto e della portata solida totale è tipica dell’evoluzione a lungo termine di canali a marea, anche relativamente lunghi, risultante dalla soluzione numerica delle equazioni complete (Lanzoni e Seminara, 2002; Todeschini et al., 2008). Malgrado la soluzione analitica proposta riproduca ragionevolmente la morfologia dei canali reali, diverse questioni meritano ulteriori approfondimenti, in primo luogo quella associata alla definizione della forma della sezione di equilibrio e, quindi, della relazione tra profilo del fondo e andamento della larghezza del canale. Ringraziamenti. Questo lavoro si inserisce nel contesto del progetto PRIN 2008 “Eco-morfodinamica di ambienti a marea e cambiamenti climatici”. BIBLIOGRAFIA Ashely, G.M., and M.L. Zeff (1988), Tidal channel classification for a low-mesotidal salt marsh, Marin. Geol., 82, 17-32. D’Alpaos, L., and A. Defina (2007), Mathematical modeling of tidal hydrodynamics in shallow lagoons: A review of open issues and applications to the Venice lagoon, Computers & Geosci., 33, 476496. doi:10.1016/j.cageo.2006.07.009. D’Alpaos, A., S. Lanzoni, S.M. Mudd, S. Fagherazzi (2006), Modelling the influence of hydroperiod and vegetation on the cross-sectional formation of tidal channels, Estuarine Coastal Shelf Sci., 69, 311324. doi:10.1016/j.ecss.2006.05.02. D’Alpaos, A., S. Lanzoni, M. Marani, A. Rinaldo (2009), On the O’Brien-Jarret-Marchi law, Rend. Fis. Acc. Lincei., doi:10.1007/s12210-009-0052-x. Friedrichs, C., and D. Aubrey (1994), Tidal propagation in strongly convergent channels, J. Geophys. Res., 99, 3321-3336. 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