Finanza e innovazione III

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Finanza e innovazione III
Finanza
e Innovazione
Terzo quaderno
Finanza innovativa
e politiche regionali
per la R&S in Italia
Finance
and Innovation
Third paper
Innovative finance
and regional policies
for R&D in Italy
Finanza
e Innovazione
Terzo quaderno
Finanza Innovativa
e politiche regionali
per la R&S in Italia
A nome del Comitato Organizzatore di questo terzo forum “Finanza e Innovazione” Lilia Alberghina (Università di Milano Bicocca), Giampio Bracchi (Politecnico Milano),
Anna Gervasoni (AIFI), Enrico Decleva (Università degli Studi di Milano), Alberto Pieri
(FAST), Riccardo Viale (Università di Milano Bicocca e Fondazione Rosselli) - desidero
ringraziare coloro che hanno prestato un prezioso contributo alla realizzazione di questo
documento: prof.ssa Anna Gervasoni (AIFI) e prof. Andrea Piccaluga (Scuola Superiore S.
Anna – Pisa).
Desidero inoltre ringraziare del loro intervento al terzo Forum “Finanza & Innovazione”
tenutosi a Milano il 26 settembre 2003 i seguenti relatori:
Luciano Caglioti - Università La Sapienza Roma
Sergio Campodall'Orto - Politecnico Innovazione
Alessandro Clerici - Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana
Eugenio Corti - APSTI
Claudio Demattè - AIFI
Sergio Dompè - Dompè Farmaceutici
Giovanni Fabri - Italtel
Gian Maria Gros-Pietro - Autostrade SpA
Vincenzo Linardi - San Paolo IMI
Ubaldo Livolsi - Livolsi & Partners
Dario Monti - Centro Ricerche Fiat
Elserino Piol - Pino Venture
Giovanni A. Puglisi - IULM
Luigi Ricciardi - BIOPOLO
Carlo Rizzuto - Sincrotrone
Umberto Rosa - Snia
Sergio Sambonet - 3i
Raffaello Vignali - IRER
Mario Zanone Poma - Intesa Mediocredito
Marco Nicolai
Direttore Generale
Finlombarda S.p.A.
II
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
INDICE
CAPITOLO 1: FINANZA INNOVATIVA
1.1
Strumenti finanziari innovativi: il venture capital
1.2
Il settore del venture capital
1.3
Le iniziative comunitarie a sostegno del venture capital
1.4
Le iniziative governative
1.4.1 La normativa italiana
1.4.2 Le iniziative di capitale di rischio
1.5
Iniziative di Finanza Innovativa nell’ambito dei Fondi Strutturali
1.6
Le iniziative regionali di capitale di rischio
Altre iniziative istituzionali di venture capital
1.7
1.8
Quadro di sintesi di tutte le iniziative istituzionali di venture capital in Italia
1.9
Benchmark europeo di programmi di venture capital
1.10 Alcuni casi europei notificati di regime di aiuto al venture capital
1
1
4
9
16
16
17
31
42
45
49
50
57
CAPITOLO 2: POLITICHE REGIONALI PER LA R&S
2.1
Premessa - un laboratorio chiamato Italia
2.2
Il ruolo delle Regioni
2.3
La concertazione pubblico-privata per la R&S
2.4
Le politiche regionali per la promozione della ricerca e dell’innovazione
61
61
62
63
64
tecnologica
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
III
CAPITOLO 1
FINANZA INNOVATIVA
1.1 Strumenti finanziari innovativi: il venture capital
Lo sviluppo dell’attività di ricerca e l’incentivazione all’avvio di imprese innovative
rappresentano, ormai da diverso tempo, due temi fondamentali per lo sviluppo di
un’economia aperta.
Le stime relative al nostro Paese dimostrano, però, come l’Italia soffra di un gap di
competitività rispetto ai principali paesi industrializzati, soprattutto in termini di ricerca,
prevalentemente pubblica e pari a circa l’1% del PIL. Anche sul fronte dell’innovazione
scientifica e tecnologica, l’Italia si classifica al pari di nazioni come Grecia o Portogallo
e ben distante dalla posizione occupata dalle economie maggiormente industrializzate.
Per quanto riguarda gli investimenti volti alla creazione di imprese innovative, l’incidenza dell’ammontare investito dagli investitori istituzionali si è ridotta notevolmente a partire dal 2000, anno in cui è avvenuto il crollo del mercato high-tech. In linea
generale non ha mai raggiunto livelli paragonabili ai paesi maggiormente industrializzati, a causa di problematiche legate al tessuto socio-economico, oltre che al contesto
normativo vigente nel nostro Paese.
Per questi motivi negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione, da parte degli organi istituzionali, nei confronti degli investimenti early stage in imprese tecnologiche. In tale
ambito si è acquisita la consapevolezza che le risorse pubbliche debbano essere accompagnate da strumenti di finanza innovativa realizzati in partnership con il sistema privato, al fine di affiancare i fondi di origine pubblica alle competenze e metodologie di
gestione tipiche del sistema privato.
I benefici apportati da una nuova cultura, caratterizzata da elementi scientifici,
finanziari, imprenditoriali, ma soprattutto da uno sforzo comune da parte dei principali attori del processo d’innovazione e creazione d’impresa, rappresenterebbero, in tal
modo, un primo passo verso la realizzazione di un’economia basata sulla conoscenza,
così come auspicato dal Consiglio di Lisbona.
La spinta al cambiamento ha pertanto stimolato i principali organi istituzionali, oltre
che Regioni, Province, Università, Centri di Ricerca pubblici e privati, Uffici Brevetti,
Associazioni finanziarie e Società di Venture Capital, che hanno proposto l’attuazione
di un numero sempre più elevato di iniziative.
In un contesto quale quello del sistema Italia caratterizzato da un gap di competitività del sistema della ricerca e innovazione rispetto a quella di altri paesi europei, da un
livello inadeguato della disponibilità di risorse finanziarie pubbliche in favore di queste
politiche, appare sempre più necessario trovare strumenti alternativi al sostegno pubblico diretto per promuovere le politiche della ricerca e dell’innovazione. Gli strumenti
finanziari di mercato privato, ed in particolare il venture capital, rappresentano una
fonte di finanziamento della ricerca, la cui è importanza è stata riconosciuta anche a
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
1
Capitolo 1
livello europeo. Fin dal 1995 il Libro verde sull’innovazione faceva riferimento alle
difficoltà di approvvigionamento finanziario (vedi figura sotto) delle imprese nel campo
dell’innovazione e proponeva lo sviluppo di nuovi strumenti per il finanziamento. In un
recente sondaggio condotto su un campione europeo di PMI, l’accesso alle risorse finanziarie viene percepito come il terzo maggiore ostacolo alla crescita delle imprese. Tale
vincolo è stato rilevato con forte intensità, non solo in paesi come Italia, Portogallo,
Spagna e Grecia, ma anche, sorprendentemente, nel Regno Unito e in Irlanda.
Principali vincoli all’imprenditorialità in europa per dimensione d’impresa (n. addetti)
Mancanza di lavoro qualificato
29,1
22,7
22,7
10,2
Acesso a risorse finanziarie
12,0
12,9
2,0
Implementazione di nuova tecnologia
3,0
3,3
2,2
Implementazione di nuove forme di organizzazione
1,6
2,0
1,6
1,0
Qualità del management
3,2
0 - -9
11,8
Norme amministrative (ambiente, Salute, Sicurezza)
10 - -49
13,8
11,8
Infrastrutture (Strade, Gas, Elettricità,
Comunicazione)
5,3
2,3
Introduzione della moneta unica
50 - 249
7,1
7,3
4,0
4,9
8,0
8,5
Altro
10,4
Nessun vincolo
25,3
20,9
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
22
29,1
24
26
28
30
Accesso al finanziamento quale vincolo principale all’imprenditorialità
30
Quota sul totale delle PMI
25
20
15
10
5
0
BE
DK
GER
GRE
SP
FR
IRL
IT
LUX
NL
AU
POR
FIN
SV
UK
Fonte: European Commission, “Benchmarking enterprise policy”, 2002
2
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
UE-15
FINANZA
INNOVATIVA
A seguito del Libro Verde, la Commissione Europea ha presentato numerosi indirizzi programmatici per la promozione delle condizioni per il finanziamento dell’innovazione con il capitale di rischio, sia con specifico riferimento al capitale di rischio (Piano
per il capitale di rischio) sia con riferimento a tematiche di più ampio raggio d’azione
(ad esempio, il Piano d’azione per l’innovazione, il Piano d’azione per i servizi finanziari, la Comunicazione “Verso uno spazio europeo della ricerca”, la Comunicazione
“Innovazione in un’economia fondata sulla conoscenza” e i Programmi pluriennali per
le PMI).
A conferma dell’importanza attribuita al ruolo del venture capital, la Commissione
ha assunto, tra gli indicatori dell’“innovatività” degli Stati membri dell’UE, l’incidenza
degli investimenti in capitale di rischio nelle imprese high-tech sul PIL.
Obiettivo del presente lavoro1 è dare una dimensione del sostegno pubblico del venture capital in Europa e in Italia, senza presumere, tuttavia, di farne una fotografia completa ed esaustiva.
A questo fine il presente studio si articola come segue:
Il settore del Venture Capital che, dalla crisi della Nuova economia, nel 2000, registra una forte flessione nei mercati internazionali, con un maggior impatto negativo sul mercato USA rispetto a quello europeo. L’Italia, con un tasso di investimento pari a 0.21% del PIL si posiziona ad un livello intermedio nella compagine
comunitaria, lievemente al di sotto della media comunitaria (0.23% del PIL).
Le iniziative comunitarie a sostegno del Venture Capital: con riferimento ai programmi e i progetti pilota comunitari a favore del capitale di rischio per le imprese innovative (ETF, ETF Start Up, I-TEC, Seed Capital Action, Eurotech Capital)
l’Unione finanzia, principalmente attraverso il Fondo Europeo degli Investimenti
(FEI), 179 Fondi per un importo totale di 2.458,30 ML€. I fondi italiani (16, pari
all’8,94% del numero totale) percepiscono l’11,31% (278,1 ml di euro) dei contributi totali stanziati dall’Unione Europea.
Le iniziative governative
La normativa italiana
Le iniziative di capitale di rischio
Le iniziative di Finanza Innovativa nell’ambito dei Fondi Strutturali: dell’ammontare totale delle Misure di Finanza Innovativa che prevedono interventi di ingegneria finanziaria e di capitale di rischio (stimato pari a 534 ML€), solo una piccola percentuale è costituita da quelle iniziative in corso di attuazione o attuate.
In particolare quattro iniziative sono in fase di attuazione, mentre solo una
(Lazio) è effettivamente già operativa. L’ammontare totale delle risorse dei cinque Fondi è stimato pari a 126,7 ML€.
Le iniziative Regionali: allo stato attuale tre sono le iniziative regionali di capitale di rischio rilevate: Fondo Next e Fondo Politekne (Regione Lombardia) sono
state già attuate, mentre Fondo Sicilia (Regione Sicilia) è ancora in fase di attuazione. La dimensione finanziaria totale per questi fondi è pari a 110 ML€.
1
Predisposto con la collaborazione di AIFI
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
3
Capitolo 1
Altre iniziative istituzionali di Venture Capital: cinque sono i Fondi, costituiti da
tre differenti SGR, legati alla promozione degli investimenti in ricerca applicata
e innovazione tecnologica delle imprese in fase di early stage. La dimensione
totale di questi fondi, in prevalenza in attesa di autorizzazione da parte della
Banca d’Italia, è pari a 75 ML€.
Benchmark europeo di programmi di Venture Capital: Sulla base del censimento
del Trend Report sono stati rilevati 48 interventi di sostegno al venture capital
istituiti dal 1990. Dal censimento non si rileva nessuna esperienza italiana, mentre Stati come Austria, Germania e Regno Unito hanno mostrato un maggiore
interesse verso il settore.
Alcuni casi europei notificati di regimi di aiuto al Venture Capital: vengono presi
in considerazione sette casi che hanno fatto scuola tra le iniziative delle amministrazioni nazionali degli stati membri UE.
1.2 Il settore del venture capital
I mercati azionari delle imprese a forte crescita
Nell’analizzare il mercato del capitale di rischio, non si può prescindere dall’analisi
delle performance dei mercati azionari delle imprese a forte crescita. Tali mercati svolgono un ruolo importante ai fini del mondo dei venture capitalist, in quanto forniscono un’importante via d’uscita per gli investitori.
Lo scoppio della bolla internet, nel 2000, ha provocato un forte crollo delle azioni
delle imprese a forte crescita, ulteriormente accentuato a seguito dei fatti dell’11 settembre. Ad esempio, sono quotate nel EuroNext [tale mercato, costituito nel 2000, rappresenta il frutto della fusione dei mercati di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, e Lisbona] 142
società, paragonabili alle 140 quotate nel solo Nouveau Marché a fine giugno del 2000.
In contrasto rispetto ai mercati europei, il Nasdaq, pur avendo risentito dello scoppio
della bolla e dell’attentato dell’11 settembre, conta circa 3.400 società quotate (contro
le 5.818 nel giugno 2000). A riprova di ciò, la capitalizzazione dei mercati europei (pari
a 20.456 ML€), se assimilabile a quella dell’AIM, rappresenta solo poco più dell’1% di
quella del Nasdaq (1.974.995 ML€).
Nuovo
mercato
ANNO DI INIZIO ATTIVITÀ
Numero di società quotate
Capitalizzazione di Mercato (MI€)
Capitalizzazione media per società (MI€)
Performance da inizio anno
Performance dal 1998
1999
143
331
1.718
45
Nasdaq
EuroNext
Europe
Europa Continentale
2001
2000
29
153
172
182
546
2.449
30
9
AIM
Nasdaq*
Extra Europa C.
1995
1971
250
66
500
172
10
-
* dati in agosto 2003 - Fonte: Nuovo Mercato, Nasdaq Europe, EuroNext, AIM, Nasdaq.
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Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
La raccolta di capitale di rischio in Europa nel 2002
La raccolta di capitale di rischio nel 2002 è stata pari a 26,7Mld€ nell’UE, con un
decremento del 30% circa rispetto ai 40Mld€ raccolti nel 2001.
Il contributo più significativo proviene dal Regno Unito che con 14,2Mld€ concorre a più del 50% dei capitali raccolti nel 2002, seguito da Francia con 4,8Mld€ pari al
18% del totale UE.
L’Italia si colloca in terza posizione dopo Regno Unito e Francia, con una raccolta di
capitali di rischio di 1,9Mld€ pari al 7,5% dei fondi complessivi raccolti negli Stati
membri UE, segnando con ciò un lieve incremento rispetto al 2001 (1,8Mld€).
Il decremento della raccolta rispetto al 2001 interessa la maggior parte di Stati europei: -37% per il Regno Unito, -12,6% per la Francia e –55,7% per la Germania.
Raccolta di capitale di rischio (M€, 2002)
(M€)
30.000
26.780
25.000
20.000
14.201
15.000
10.000
4.799
5.000
177
125
201
301
720
AU
BE
IRL
DK
FI
1.644
1.996
66
1.195
74
640
642
POR
SP
SV
0
FR
GER
GRE
IT
LUX
UK
UE-15
Fonte: EVCA, Yearbook 2003.
Trend della raccolta di capitale di rischio in UE (M€ 1999-2002)
50.000
Italia
Germania
40.000
Francia
Regno Unito
30.000
UE
26.780 M€
20.000
14.200 M€
10.000
4.799 M€
1.996 M€
1.644 M€
0
1999
2000
2001
2002
Fonte: Elaborazione Finlombarda su dati EVAC, Yearbook 2001 e 2003
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
5
Capitolo 1
Gli investimenti nel mercato del capitale di rischio in Europa e negli USA nel 2002
Dall’analisi dell’intensità degli investimenti di capitale di rischio effettuati nel 2002
emerge con chiarezza la diversa performance degli Stati europei a fronte di una media
europea di investimento sul PIL dello 0,23%. La migliore performance si registra nel
Regno Unito (0,63% del PIL), mentre il livello minimo (0,03% del PIL) appartiene alla
Grecia. L’Italia, con un valore pari a 0,21% del PIL si posiziona ad un livello intermedio
nella compagine comunitaria, lievemente al di sotto della media comunitaria.
Gli investimenti europei in capitale di rischio mostrano una dinamica meno forte rispetto all’evoluzione del mercato statunitense. In Europa, si è avuto solo nel 1998 un andamento positivo degli investimenti, allorché negli Stati Uniti il tasso di crescita ha assunto
dimensioni molto significative sino al 2000, al momento della crisi della nuova economia,
la quale ha colpito con maggior impatto il mercato USA rispetto a quello europeo.
Investimenti in capitale di rischio in % del PIL (2002)
(%)
0,7
0,63
0,58
0,6
0,5
0,39
0,4
0,368
0,33
0,3
0,23
0,21
0,18
0,2
0,13
0,14
0,1
0,14
0,12
0,10
0,08
0,07
0,05
0,03
0
AU
BE
IRL
DK
FI
FR
GER
GRE
IT
LUX
NO
POR
SP
SV
UK
UE-15
USA
Fonte: EVCA, Yearbook 2003; NVCA, 2003.
Tasso di crescita degli investimenti in capitale di rischio in UE e negli USA,
1996-2002 (anno 1996=100)
1.000
USA
UE
800
600
400
200
0
1996
1997
1998
1999
2000
2001
Fonte: Elaborazioni Finlombarda su dati EVCA, Yearbook 2001 e 2003; NVCA, 2003.
6
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
2002
FINANZA
INNOVATIVA
Investimenti di capitale di rischio in percentuale sul totale degli investimenti “by stage”
(2002) in Europa
L’allocazione degli investimenti per fase (“early stage”, “expansion and development”) fornisce un’indicazione sulla rilevanza del finanziamento della fase di creazione d’impresa
rispetto a quello della fase di sviluppo. In Europa, l’enfasi posta nel 2002 sugli investimenti
in “early stage” risulta contenuta, con la notevole eccezione della Danimarca. In diversi Stati
membri, ed in particolare in Italia (con 2,5% di 2.625 ML€), la quota di capitale di rischio
investita nella fase “expansion and development” è superiore alla media comunitaria.
L’investimento comunitario complessivo in “early stage” nel 2002 pari a 2.699 ML€
testimonia un decremento del 35% rispetto al 2001 (4.1883,8 ML€).
Gli Stati maggiori investitori nelle prima fasi del ciclo di vita d’impresa sono Regno
Unito (35% sul totale UE con 955 ML€), Germania (560 ML€) e Francia (494 ML€).
Ad alimentare il tasso di decremento degli investimenti in early stage tra il 2001 e il
2002 sono stati principalmente Svezia (-88%), Danimarca (-87%) e Italia (-77%).
Investimenti in capitale di rischio by stage (%, 2002)
UE-15
10,0%
68,6
1.722,3
89,0%
2,5%
IT
968,2
85,0%
11,0%
LUX
2.625,6
97,5%
28,6%
GRE
71,4%
22,4%
GER
45,4
77,6%
8,4%
FR
2.506,2
91,6%
21,6%
DK
5.851,0
78,4%
456,0
56,9%
IRL
43,1%
26,1%
FI
241,9
105,1
73,9%
30,2%
BE
360,0
69,8%
18,8%
AU
1.467,9
89,0%
15,0%
POR
10.384,8
EXPANSION & DEVELOPMENT
83,0%
11,0%
SP
EARLY STAGE
94,2%
17,0%
SV
26.949,2
90,0%
5,8%
UK
146,1
81,2%
Total (M€)
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Fonte: EVCA, Yearbook 2003.
Trend degli investimenti in Early Stage (M€ 1999-2002)
M€
8.000,0
Italia
Germania
6.000,0
Francia
Regno Unito
UE
4.000,0
2.699 M€
2.000,0
955 M€
560,8 M€
493 M€
64,5 M€
0
1999
2000
2001
2002
Fonte: Elaborazioni Finlombarda su dati EVCA, Yearbook 2001 e 2003.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
7
Capitolo 1
Gli investimenti di capitale di rischio nell’alta tecnologia in UE (2002)
L’importanza degli investimenti di capitale di rischio nelle imprese high tech è riconducibile a due aspetti collegati: offre una misura dell’ammontare investito nelle imprese operanti in quei settori particolarmente innovativi ma caratterizzati da un elevato grado
di rischio e, pertanto, mostra il peso assunto da questi settori nel trainare l’innovazione.
Il quadro che emerge dal confronto europeo ed internazionale pone l’Italia in una situazione vicina a quella della media comunitaria: nel 2002 sono stati effettuati investimenti
in imprese ad alta tecnologia equivalenti al 11,9% degli investimenti complessivi in capitale di rischio, a fronte di un tasso di investimento medio comunitario del 12%.
In Europa, solo le economie minori del Belgio, Austria, Danimarca ed Irlanda presentano una quota di investimenti nell’alta tecnologia superiore al 50% dei finanziamenti complessivi di capitale di rischio.
Peculiare, risulta invece l’impegno in questo settore del Regno Unito e della Svezia:
pur essendo rispettivamente il primo ed il secondo Stato europeo per incidenza del capitale di rischio sul PIL, essi hanno investito, nel 2002, meno del 20% di queste risorse in
imprese high tech.
INVESTIMENTI IN PRIVATE EQUITY COME % DEL PIL
Posizionamento degli investimenti in capitale di rischio High Tech sul totale
degli investimenti in capitale di rischio in % del PIL (2002)
0,70%
Regno Unito
Svezia
0,60%
0,50%
Paesi Bassi
Francia
0,40%
Finlandia
0,30%
Eu -15
0,20%
Spagna
0,10%
Italia
Danimarca
Belgio
Portogallo
Irlanda
Austria
Grecia
0,00%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
INVESTIMENTI IN HIGHT-TECH COME % DEGLI INVESTIMENTI TOTALI IN CAPITALE DI RISCHIO
Fonte: Elaborazioni Finlombarda su dati EVCA, Yearbook 2001 e 2003.
Gli investimenti nelle imprese ad elevato contenuto tecnologico ammontano nel
2002 a 3.238 ML€ nell’Unione Europea, con un decremento di 52,8% rispetto ai 6.858
ML€ investiti in high tech nel 2001. Tale andamento negativo è stato alimentato principalmente dalle performance negative registrate nei Paesi Bassi (-92%), Svezia (-88%)
e Italia (-69%), con una flessione più contenuta della Francia (-30%), mentre il Regno
Unito mantiene un tasso di investimento nel settore tecnologico sostanzialmente
costante (-1,2% rispetto al 2001).
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Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
Trend degli investimenti in capitale di rischio High Tech (1999-2002)
M€
12.000,0
Italia
10.000,0
Germania
Francia
8.000,0
Regno Unito
UE
6.000,0
4.000,0
3.238 M€
2.000,0
1.164,8 M€
519,9 M€
312,8 M€
0
1999
2000
2001
2002
Fonte: Elaborazioni Finlombarda su dati EVCA, Yearbook 2001 e 2003.
1.3 Le iniziative comunitarie a sostegno del venture capital
Le iniziative UE a favore del capitale di rischio
Varie sono le iniziative comunitarie volte a migliorare il contesto finanziario delle
imprese innovative, miranti ad appoggiare lo sviluppo del capitale di rischio, sostenendo programmi tecnologici e progetti tutti gestiti dal Fondo Europeo per gli Investimenti
(FEI) che nel 2000 è diventato braccio operativo della BEI:
1. il Meccanismo europeo per le tecnologie (ETF e sportello ETF per l'avviamento) e
ETF Start-up;
2. il finanziamento della creazione o la trasmissione di imprese (Seed Capital
Action);
3. il finanziamento di imprese innovative (I-TEC);
4. il finanziamento di progetti transnazionali nel settore dell’high tech (Eurotech
Capital).
Con riferimento agli strumenti specificamente studiati per il raggiungimento degli
obiettivi delineati, il FEI opera principalmente mediante l’utilizzo di due modalità di
intervento:
1. il venture capital: essendo il FEI un così detto “Fondo dei Fondi”, esso interviene in investimenti in partecipazioni al capitale d’impresa attraverso fondi di capitale di rischio ed incubatori che sostengono le PMI e, in particolar modo, le
imprese che si trovano nelle prime fasi di sviluppo nel settore tecnologico;
2. gli strumenti di garanzia: interventi di garanzia direttamente rivolto agli intermediari finanziari che concedono credito alle PMI, al fine di trasferire/mitigare il
rischio di credito delle imprese affidate. Questo intervento è finalizzato a creare
un effetto leva sul volume degli affidamenti alle PMI.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
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Capitolo 1
Eurotech Capital
Periodo
Dal 1989
I-Tech
Dal 1997
ETF Start up
-Concluso-
ETF
Crea
-Concluso-
ETF 1: dal 1997
1998 - 2000
1998 - 2000
FEI
FEI
DG imprese - UE
Incoraggiare
Incoraggiare
Facilitare l’accesso delle
l’investimento in PMI ad
l’investimento in PMI
PMI al seed capital
ETF 2: dal 1999
Organo
DG affari economici
FEI per conto di
responsabile
e finanziari – UE
DG imprese
Obiettivo
Promuovere il
Incoraggiare
finanziamento di progetti l’investimento in Early
transnazionali in high
Beneficiario
stage in PMI high tech
alto potenziale di crescita innovative e di nuova
tech mediante il ricorso
e che operano nell’high
a capitali privati
tech
costituzione
Organismi finanziari
Operatori di venture
Operatori di venture
Operatori di venture
Operatori di venture
europei specializzati
capital
capital
capitall
capital
Gli operatori devono
25% del fondo deve
Gli operatori non
Gli operatori non
I fondi di venture capital
avere una capacità
essere investito in PMI
possono investire fuori
possono investire fuori
devono essere di nuova
d’investimento pari a 50
innovative
l’UE oltre il 15% dei loro
l’UE oltre il 50% dei loro costituzione, appartenenti
fondi
fondi
nell’apporto di fondi
propri
Vincoli
ML€, 20% dei quali da
destinare a PMI operanti
nell’hh
Contributo
pubblici)
Partecipazione pari al 4% Contributo pari al 50%
Partecipazione pari al 25% Partecipazione pari al 25% Contributo pari al 50%
dei fondi di venture
dei costi operativi del
dei fondi di venture
dei fondi di venture
dei costi operativi del
capital;
fondo;
capital;
capital;
fondo;
Massimale 1ML€ (per
Massimale = 55% totale
Massimale = 10 ML€
Massimale = 12,5 ML€
Massimale = 55% totale
singolo operatore)
investimenti (max 0,5
(per singolo operatore)
(per singolo operatore)
investimenti (max 0,5
ML€ per singolo
ML€ per singolo
operatore)
Budget
al Seed, di almeno 4
ML€ (di cui min il 50%
operatore)
2,5 ML€
11 ML€
ETF 1: 125 ML€
Capacità d’investimento
Capacità d’investimento
ETF 2: 125 ML€ Capacità
prevista = 1 MD€
prevista = 1 MD€
d’investimento prevista =
N.D.
N.D.
233 ML€
490 ML€
168 ML€
8 ML€
123,4 ML€
48 ML€
N.D.
N.D.
178 ML€
N.D.
800 ML€
Tot Fondi
erogati
Effetto leva
Riedizione dei programmi nell’ambito del programma multiannuale per le PMI
A conferma dell’esigenza di migliorare il contesto finanziario delle imprese innovative, il Programma pluriennale a favore delle imprese e dell’imprenditorialità (2001-2005)
prevede la riedizione di alcuni programmi: ETF e ETF Start e il Capitale di avviamento.
10
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
ETF (Innovation
2000 Initative)
ETF Start up
Capitale di avviamento (Ex-Crea)
Periodo
Dal 2001
2001-2005
2001 (Secondo trimestre) - 2005
Organo
FEI
FEI Per conto di della Commissione europea
FEI Per conto di della Commissione europea
Incoraggiare l’investimento in PMI innovative e di
responsabile
Obiettivo
INNOVATIVA
Sviluppare il mercato
nuova costituzione (meno di 5 anni)
Incoraggiare l’investimento in PMI ad alto potenziale di
del capital europeo
crescita e di creazione di posti di lavoro, di ogni tipo di
orientato allo sviluppo
settore.
regionale ed alle PMI
high tech
Beneficiario
Operatori di venture
Fondi di capitale di rischio (sono esclusi i fondi che Fondi di venture capital, incubatori d’imprese, qualsiasi
capital
investono in operazioni pre-IPO, MBO e
organizzazione analoga.
d’imprese, qualsiasi organizzazione analoga.
MBI), incubatori d’imprese che hanno rapporti
con istituti di ricerca e centri per l’innovazione,
con operatori di venture capital e che mettono in
rapporto PMI con laureati.
La durata dell’investimento varia da 5 a 12 anni. Le spese ammissibili corrispondono ai membri dello staff,
Vincoli
ossia a investment manager con max 2 anni di esperienza
nel settore, nuovi assunti successivamente all’invio della
domanda di finanziamento.
In ogni caso lo staff eleggibile deve essere sotto contratto per
almeno 3 anni.
L’erogazione del contributo è legata, tra l’altro, ad un
determinato ammontare di investimenti contratti per ogni
membro di staff eleggibile al finanziamento.
Contributo
Partecipazione tra i 2
Partecipazione FEI: normalmente del 25% ed in Contributo ai costi di gestione legati alle attività ammissibili:
e i 12 ML€ (dipende casi eccezionali (nuovi incubatori che
dalla dimensione del
fondo).
potenzialmente potrebbero rivestire un ruolo
max 100.000€ per membro dello staff addizionale fino ad
un max di 300.000€ a beneficiario (3 persone addizionali)
catalizzatore) del 50% del capitale; il massimale o 5% del capitale stanziato per Seed Capital investment, ossia:
è pari a 10ML€, e in casi eccezionali a 15ML€.
Max 100.000€ (1 persona) se il capitale allocato è compreso
Partecipazione pubblica: nelle aree OB. 1 e 2
tra 2 ML€ e 4 ML€; Max 200.000€ (2 persone) se il
può arrivare fino al 70%; nelle aree diverse dalle
capitale allocato è compreso tra 4 ML€ e 6 ML€; Max
aree OB. 1 e 2 è max del 50%.
300.000€ (3 persone) se il capitale allocato è superiore a 6
Cumulabilità: la partecipazione del FEI è
ML€.
cumulabile con altre facility comunitarie
Cumulabilità: il contributo ai costi di gestione concesso con tale
comprese quelle del FEI purchè non superino il
strumento non è cumulabile con altre facility comunitarie e/o
50% del capitale dell’incubatore.
altri finanziamenti nazionali.
Budget
1.500 ML€
90 ML€
50 ML€
Capacità
750 ML€
-
-
d’investi-
(per un totale di 40
mento
fondi) nell’anno 2001
prevista
Legenda: Le indicazioni sulle risorse finanziarie sono attualmente in fase di discussione.
Fonte: Decisione del Consiglio relativo al Programma pluriennale a favore delle imprese e dell’imprenditorialità, in particolare delle PMI, GUCE 333/84 del 29/12/2000; FEI, ETF Start-UP investment Policy Business Incubators; Seed Capital
Action Giudelines; Indicazioni dei Servizi della DG Imprese della Commissione Europea.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
11
Capitolo 1
Le iniziative UE a favore del capitale di rischio
Su 179 fondi in Europa, i fondi italiani (16, pari all’8,94% del numero totale) percepiscono l’11,31% (278,1 ml di euro) dei contributi totali stanziati dall’Unione Europea
(2.458,3 ml di euro). L’Italia è il quarto maggior paese per numero di fondi e il terzo per
contributi ricevuti dietro a Regno Unito (14,44%) e Francia (14,35%) e subito prima di
Germania (10,8%). Le iniziative relative ai paesi pan-europei godono di ben 29 fondi
che ricevono complessivamente 416,7 ml di euro pari al 16,95% dei contributi totali.
Contributi comunitari a favore del capitale di rischio – cumulativo dal 1997 al 2003
Fondi
Stato
Austria
Belgio
Danimarca
Est Europa
Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Irlanda
Italia
Lussemburgo
Pan-Europen e Multi-Country
Portogallo
Spagna
Svezia
Paesi bassi
Regno unito
Totali
Numero
5
5
4
6
8
29
18
1
7
16
2
29
3
13
7
4
22
179
%
2,79%
2,79%
2,23%
3,35%
4,47%
16,20%
10,06%
0,56%
3,91%
8,94%
1,12%
16,2%
1,68%
7,26%
3,91%
2,23%
12,29%
100%
Contributi
Totale contributi
%
56,4
2,29%
32,9
1,34%
43,7
1,78%
57,0
3,05%
99,4
4,04%
352,7
14,35%
265,4
10,8%
20,0
0,81%
99,4
4,04%
278,1
11,31%
18,7
0,76%
416,7
16,95%
17,5
0,71%
208,4
8,48%
82,6
3,36%
36,3
1,48%
355,1
14,44%
2458,3
100%
Fonte:Elaborazioni Finlombarda su dati FEI, Annual Investment Report 1998, 1999, 2000, 2001, 2002
Operatori beneficiari dei vari programmi per Stati membri – programmi dal 1997 al 2003
I paesi in cui sono sviluppate più iniziative finanziate dal FEI sono la Francia (29) e
il Regno Unito (22). Molte sono inoltre le iniziative rivolte ai paesi pan-europei (29).
Il portafoglio delle operazioni di venture capital ha continuato ad espandersi fino allo
scorso anno (in cui il totale dello stock investito era pari a 2,45 miliardi di Euro). Con riferimento all’attività di investimento, secondo l’annual report 2002 pubblicato dal FEI, si può
affermare che, rispetto alle statistiche ufficiali EVCA, il FEI ha finanziato il 15% del numero di PMI – early stage che hanno ricevuto investimenti in capitale di rischio dal 1997.
12
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
Stato
EIB
Australia
Belgio
Danimarca
Est Europa
Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Irlanda
Italia
Lussemburgo
Pan-European e Multi-Country
Portogallo
Spagna
Svezia
Paesi bassi
Regno unito
Totali
2
0
1
0
4
4
6
0
3
7
1
2
2
5
1
1
4
43
EIF
mandato
su EIB
2
2
2
6
0
11
6
1
2
5
0
17
0
6
5
1
9
75
EIF
EIF&ETF
ETF
ETF
0
1
0
0
0
2
2
0
0
0
0
3
0
0
0
0
3
11
1
1
0
0
1
3
1
0
1
1
0
3
0
1
0
1
1
15
0
0
0
0
1
3
1
0
1
1
0
2
0
0
0
1
2
12
0
1
1
0
2
6
2
0
0
1
1
1
1
1
1
0
2
20
INNOVATIVA
N.C.
Seed
capital
Start up
action
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
1
2
Totale
5
5
4
6
1
18
8
1
7
16
2
29
3
13
7
4
22
179
Note:
EIB: dal 1989 fino al 2001
EIF su mandato EIB: dal 1997 fino al 2001
ETF: ETF1 (dal 1997 al 1999), ETF2 (dal 1999 al 2001);
ETF Start UP: dal 1998 al 2000 e dal 2001 al 2005;
SEED CAPITAL ACTION: da 2001 al 2005
“EIF&ETF” ricomprende quei fondi che hanno ottenuto finanziamenti sia EIF che ETF
Fonte:Elaborazioni Finlombarda su dati FEI, Annual Investment Report 2002
Su 179 fondi in Europa, i fondi italiani (16, pari all’8,94% del numero totale) percepiscono l’11,31% (278,1 ml di euro) dei contributi totali stanziati dall’Unione Europea
(2.458,3 ml di euro).
L’Italia è il quarto maggior paese per numero di fondi e il terzo per contributi ricevuti dietro a Regno Unito (14,44%) e Francia (14,35%) e subito prima di Germania
(10,8%). I paesi pan-europei godono di ben 29 fondi che ricevono complessivamente
416,7 ml di euro pari al 16,95% dei contributi totali.
I 16 Fondi italiani, la cui dotazione finanziaria aggregata è pari a 1.192 ML€, si
rivolgono a tutte le diverse fasi di crescita aziendale (early stage, start up, expansion
and development, later stage) con investimenti medi che vanno da 1 a 10 anni.
Di queste 16 iniziative, tre riguardano iniziative cofinanziate nell’ultimo biennio per
un valore complessivo di 165 M€.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
13
Capitolo 1
TLCOM LP e Angelventures Servicio De Consultoria sono i Fondi di volume maggiore: essi infatti hanno una dimensione pari rispettivamente a 185 ML€ e 123 ML€.
(M€)
1.600
16 fondi
Incremento annuo
1.400
1.142
1.200
1.027
1.192
50,0
115,0
1.000
800
754
273,0
644,0
754
600
400
1.027
1.142
2002
Luglio 2003
200
0
14
110
110
110
1998
1999
2000
2001
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
Le iniziative FEI in Italia
Fondo
Gestore
Kiwi Venture Partners
Kiwi Management
Investi- Dotazione Anno
mento Fei Finanziaria di contri(ML€)
(ML€) buzione
3,0
110
1998
Company Limited
Arca Impresa Duemila
Arca Impresa
Asset
Allocation
Investimento medio (ML€)
Early stage start up nei settori
0,2-5
TLC, Internet, media
32,8
104
2000
Gestioni SGR
Expansion, tumaround, Buy out
2-5
nei settori industriale, servizi,
senza particolare focus
Dresdner Kleinwort
Benson Fund Italia L.P.
Dresdner Kleinwort
25,0
85
2000
Capital Advisory
Expansio, MBO/MBI,
6-10
tumaround, nei settori
manifatturiero, Ingegneria,
logistica, largo consumo
Euromobiliare VC Fund
Euromobiliare
15,0
50
2000
(Fondo Raffaello)
Corporate Finance
IMI Risk Sharing
n.d.
16,4
n.d.
2000
MB Venture capital
MB Venture
40,0
100
2000
Fund I N.V.
Capital SA
MBO “high growth” nei
n.d.
settori TLC, Internet,
estetica professionale
n.d.
n.d.
Early “high growth” nei
1-5
global loan
San Paolo IMI Private
NHS
seetoriICT e life sciences
24,9
120
2000
Equity Fund I, L.P.
TelCom L.P.
MBO/MBI e start up nei
n.d.
high tech, media, TLC
TLcom Capital
20,0
185
2000
Partners TLD
Early stage, expansion &
n.d.
development nei settori ICT
e Internet technology
Angelventures servicio
AV Capital SA
16,4
123
2001
de consultoria
Early stage nei settori TLC,
n.d.
Internet, wireless,
media high tech
Atheana Private
Equity Fund
Athena
15,0
n.d.
2001
5,0
50
2001
n.d.
n.d.
Start up capital, development
1-8
Consulting SA
EonTech I
Eontech Ventures
SA
capital e seed capital in ambito
high tech e non
Fineco Capital SCA
Fineco Capital
10,0
n.d.
2001
“High Growth” nei settori
n.d.
meccanica, luxury, software,
ICT, media, salute, almentare,
tessile, turismo, tempo libero
Quadrivio New Old
Quadrivio SGR
10,0
100
2001
High tech
1-10
FPCR Mezzogiorno
NHS Mezzogiorno
26,0
100
The golden mouse
Banca Amer Value
5,0
15
2002
Early stage
0,25-10
2002
Early stage e start up in infra-
n.d.
Economy Fund
Partnership
Partners
strutture di rete, servizi TLC,
media e contenuti
Interbanca investimenti
Sud
Totale
Interbanca Gestioni
15,0
50
278,1
1192
2003
Later stage
2-5
-
-
Investimenti SGR
16
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
15
Capitolo 1
1.4 Le iniziative governative
1.4.1 L’evoluzione della normativa italiana nel settore del capitale di rischio
Il panorama degli operatori italiani si è andato formando nell’arco degli ultimi dieci
anni, a partire dal 1987 con la normativa che regolamentava le Società di
Intermediazione Finanziaria (SIF o merchant bank di emanazione bancaria). Occorre
attendere la L.344/1993 per l’istituzione dei fondi chiusi mobiliari di diritto italiano.
Sempre nel 1993, vi è un altro cambiamento normativo significativo che introduce la
possibilità per le banche di entrare nel capitale di rischio delle imprese, sostituendo e
superando la delibera istitutiva delle SIF (il Testo Unico in materia bancaria e creditizia).
Oggi il Private Equity italiano si presenta composto dai seguenti soggetti:
finanziarie di partecipazione (società di venture capital e merchant bank);
fondi chiusi di diritto italiano;
operatori esteri (filiali di banche e advisor di fondi chiusi);
banche;
operatori pubblici.
A. Regime fiscale applicabile ai proventi percepiti dal fondo
Riferimenti normativi
PDelibera del Comitato
interministeriale per
il credito e il risparmio
del 6.2.1987
Istituzione Società
di Intermediazione
Finanziaria (SIF)
1987
D.Lgs 58/1998
Testo Unico della
Finanza (TUF)
L. 344/1993
Istituzione fondi
mobiliari chiusi
D.Lgs 385/1993
Testo Unico Bancario
1993
L. D.Lgs 358/1997; D.Lgs 461/1997
(entrato in vigore il 1.7.98)
Decreti “Visco” di riforma fiscale
1997
1998
1999
2001
L. Provvedimento
Banca d’Italia
1.7.1998
L. 3Delibera Consob
n. 11971 del 1991
Comunicazione
Banca d’Italia
19.7.2001
Delibera Consob
n. 11522 del 1998
Provvedimento
Banca d’Italia
20.9.1999
Decreti del Ministero
del Tesoro n. 468 e
n. 469 del 1998
Provvedimento
Banca d’Italia
24.12.1999
2003
Decreto del Ministero
del Tesoro
n. 47 del 2003
Provvedimenti attuativi del TUF in materia di SGR
16
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
1.4.2 Le iniziative di capitale di rischio
Incentivi al venture capital - Gli spin off
Il concetto di spin off è stato introdotto nella legislazione riguardante il mondo della
ricerca, sia universitaria sia degli enti pubblici di ricerca quali CNR, ENEA, ASI, dall'art.3 comma 1 punto b) della legge 297 del 27/7/1999 e l'art.11 del D.M.593 del
8/8/2000, relativo alle modalità procedurali di attuazione della legge stessa.
Il D.M. 8.9.2000 n.593 determina, ai sensi del D.Lgs 27.7.1999 n.297, le modalità di
intervento del MIUR (Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica)
a sostegno dell'attività di ricerca industriale.
In particolare, la misura agevolativa di cui all’art.11 del DM 593/2000 costituisce una
delle più importanti novità introdotte dalla riforma degli incentivi alla ricerca in quanto permette di finanziare progetti di ricerca da svolgersi in società non ancora costituite, ma che si costituiranno per svolgere il progetto: viene introdotto nella legislazione
nazionale riguardante il mondo della ricerca, sia universitaria sia degli enti pubblici di
ricerca quali CNR, ENEA, ASI, il concetto di spin off.
Con il termine spin-off si intende una società finalizzata all’utilizzazione economica dei risultati della ricerca universitaria, a favore della quale l’Università autorizzi la partecipazione del proprio personale di ruolo e non di ruolo. I soggetti fondatori dello spin-off possono essere docenti, ricercatori universitari, titolari di assegni di ricerca, di borse di studio post laurea e post dottorato, di borse universitarie,
personale tecnico – amministrativo.
Art. 11 DM n.593/2000 - Progetti autonomamente presentati per attività di ricerca
proposte da costituende società: lo Spin off universitario
1. AMMINISTRAZIONI ED ENTI COINVOLTI NELLA ATTIVAZIONE E NELLA GESTIONE
DELL’INTERVENTO
Amministrazione
responsabile
Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica.
Soggetti coinvolti
-
2. BENEFICIARI
Soggetti
beneficiari
Sono ammessi a godere dei benefici della presente misura:professori e ricercatori universitari; personale di ricerca dipendente dagli
enti di ricerca; dottorandi di ricerca e titolari di assegni di ricerca.
Tali soggetti possono presentare domande anche congiuntamente
ad uno o più: università, enti di ricerca di cui all'articolo 8 del
DPCM n. 593/1993 e successive modificazioni, ENEA, ASI; società di assicurazione, banche, intermediari finanziari, fondi mobiliari chiusi, società finanziarie per l'innovazione; uno o più imprese
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
17
Capitolo 1
industriali di produzione di beni o servizi, di trasporto per terra,
per acqua o per aria o artigiane; centri di ricerca; parchi scientifici e tecnologici; consorzi e società consortili.
In ogni caso i soggetti beneficiari sono ammissibili agli interventi
solo nel caso in cui i relativi regolamenti universitari o degli enti
di appartenenza ne abbiano disciplinato la procedura autorizzativa
e il collocamento in aspettativa ovvero il mantenimento in servizio o nel corso di studio, e abbiano definito le questioni relative ai
diritti di proprietà intellettuale nonché le limitazioni volte a prevenire i conflitti di interesse con le società costituite o da costituire.
Le società costituende possono essere piccole, medie, grandi
imprese, localizzate sull’intero territorio nazionale.
3. AGEVOLAZIONI
Contributo a fondo perduto.
Tipologia di
agevolazione
È riconosciuto un contributo nella spesa nel limite massimo di
Intensità d’aiuto
Aree di intervento 516.456,90 Euro (1 mld Lire) secondo le seguenti percentuali di
intervento: 50% dei costi giudicati ammissibili riferibili alle attività di ricerca industriale; 25% dei costi giudicati ammissibili riferibili alle attività di sviluppo precompetitive. Al contributo fino ad
un massimo del 25%, possono essere concesse ulteriori agevolazioni, secondo diverse percentuali, al verificarsi di determinate
circostanze.
4. OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE
Area d’intervento
Attività di ricerca industriale intesa come "indagine critica mirante ad acquisire nuove conoscenze necessarie per la messa a punto
di nuovi prodotti e processi produttivi o per conseguire un miglioramento degli stessi". Inoltre l'intervento di sostegno può estendersi anche a non preponderanti attività di sviluppo precompetitivo
quali ad es. disegni o progetti relativi a prodotti e servizi nuovi,
creazione di prototipi non idonei a fini commerciali, ecc. per
l'espletamento delle quali venga costituita una società ad hoc.
Spese ammissibili
Sono considerati ammissibili, al netto di IVA, i seguenti costi:
spese di personale (ricercatori, tecnici e altro personale
ausiliario adibito all'attività di ricerca, dipendente dal soggetto proponente e/o in rapporto di collaborazione coordinata e continuativa).
costo delle strumentazioni, attrezzature terreni e fabbricati,
di nuovo acquisto da utilizzare per l'attività di ricerca
detratto l'eventuale valore derivante dalla cessione a condi-
18
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
zioni commerciali ovvero dall'utilizzo a fini produttivi.
costo dei servizi di consulenza e simili utilizzati per l'attività di ricerca, compresa l'acquisizione dei risultati di ricerche, di brevetti e know-how, di diritti di licenza, ecc.
spese generali direttamente imputabili all'attività di ricerca,
nella misura forfetizzata del 60% del costo del personale.
altri costi d'esercizio direttamente imputabili all'attività di
ricerca.
Il progetto non è finanziabile se presenta quote di attività da commissionare al di fuori di Stati membri dell'Unione Europea superiori al 20% del costo totale, salva la accertata impossibilità, da
parte del soggetto proponente, di reperire per la parte eccedente
analoghe competenze in ambito comunitario.
Criteri di
ammissibilità
e/o selezione
Non è ammessa retroattività dei costi.
5. PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELL’AGEVOLAZIONE
Riferimento
giuridico
Legge 17 Febbraio 1982, n.46 (G.U. Serie Generale n.57 del 27
Febbraio 1982); Legge 09 maggio 1989 n.168 (in GU n.108 11
maggio 1989); Dec.Leg. 31 marzo 1998 n.123 (in GU n.99 del 30
aprile 1998); Dec.Leg. 27 luglio 1999 n.297 (in GU n.201 del 27
agosto 1999).
Circolare 29 dicembre 1999, n.760 (in GU S g. n.7 del 11 gennaio
2000); DM. 08 agosto 2000 n.593 (in GU n.10 del 18 gennaio 2001);
Dec. 8 novembre 2001 (GU n. 296 del 21 dicembre 2001).
Legislazione
Nazionale
Tempistica,
procedure
amministrative,
tecniche
finanziarie
Presentazione
La domanda di agevolazione e l'intera documentazione dovrà
essere presentata al MIUR in 4 copie, di cui una firmata in originale unitamente a formale dichiarazione di impegno dei soggetti
proponenti a costituire una società entro i tre mesi successivi alla
eventuale selezione del progetto.
Inoltre, i soggetti proponenti devono presentare una descrizione
dettagliata del progetto di ricerca, unitamente alle informazioni
relative al mercato di riferimento, nonché ad un piano di sviluppo e un piano finanziario della nuova società.
Approvazione
La Commissione di selezione dei progetti è composta da 5 esperti,
scelti, nell'ambito dell'elenco di cui all'articolo 7, comma 1, del
decreto legislativo n. 297/99, tra personalità di alta qualificazione
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
19
Capitolo 1
e comprovata esperienza nel settore finanziario, imprenditoriale, e di applicazione della ricerca industriale.
La Commissione effettua una preselezione dei progetti valutando, in particolare: ruolo del soggetto proponente; prospettive
economiche e di mercato del progetto; carattere innovativo del
progetto; qualità tecnologiche e scientifiche del progetto; consistenza e qualità del gruppo.
Erogazione
Il MIUR, acquisito il parere del Comitato, emana un decreto in
cui indica le forme e le misure dell'intervento. L'esecutività del
decreto di concessione è subordinata alla attestazione della
effettiva costituzione della società nei tre mesi successivi la
data del decreto stesso.
All'atto della stipula del contratto il soggetto contraente può
richiedere una anticipazione fino ad un massimo del 30% dell'intervento concesso.
L'importo è erogato dal MURST, per il tramite del soggetto convenzionato, nel modo seguente: anticipazione pari al 50%
all'atto della stipula; versamento di una seconda quota, pari al
30%, dietro presentazione di spese sostenute pari almeno al
doppio dell'anticipo; saldo del 20% alla verifica della conclusione del programma.
Interventi ai sensi
del D.L. 123/98
20
-
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
I regolamenti universitari per lo Spin off
Tra le università che hanno posto in essere tale iniziativa figurano: Università degli
studi di Milano, Tor Vergata, Camerino, Ferrara, Firenze, Genova, Milano Bicocca,
Modena e Reggio Emilia, Pavia, Pisa, Siena, Torino, Bologna, Udine, Bari e Foggia,
Cagliari, Palermo, Università della Calabria, Università del Sannio, Politecnico delle
Marche, Politecnico di Torino, Politecnico di Bari, Istituto Nazionale per la Fisica della
Materia (INFM).
Regolamenti Spin-Off
I regolamenti spin-off, di cui si è dotata la maggior parte delle Università italiane, favoriscono pertanto la costituzione di società di
capitale (S.p.A. o S.r.l.), creando una distinzione tra due diverse tipologie di spin-off, gli spin-off accademici e gli spin-off universitari.
La proprietà intellettuale dei risultati della ricerca eventualmente svolta dallo spin-off è di quest’ultima. All’Università spetta la
licenza gratuita e perpetua, senza diritto di sublicenza.
Nei casi in cui l’Università abbia al suo interno una struttura dedicata all’incubazione degli spin-off, i regolamenti prevedono un
tempo massimo di permanenza all’interno della stessa non superiore ai 3 anni, periodo che può essere prorogato dal Consiglio di
Amministrazione solo per motivi di convenienza e opportunità.
Al fine di evitare che si verifichino situazioni di conflitto di interessi non deve sussistere concorrenza tra l’attività di formazione,
ricerca e consulenza della struttura e l’attività oggetto di impresa dello spin-off.
Spin-Off
accademici
Gli spin-off accademici hanno come scopo l’utilizzazione imprenditoriale, in contesti innovativi, dei risultati della
ricerca attuata al suo interno e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi che da questa scaturiscono. In tale ambito,
l’Università non partecipa nel capitale di rischio della società neo costituita ma si limita a rendere disponibili
risorse e/o servizi per facilitarne l’avvio e il primo sviluppo.
Spin-Off
universitari
Per spin–off universitari si intende, invece, quelle società alla quale l’Università partecipa come socio con una
quota massima del 10% del capitale, anche attraverso il conferimento di beni in natura.
La procedura di costituzione dello spin-off prevede una fase preliminare nell’ambito
della quale viene effettuato lo studio di fattibilità dell’iniziativa e una fase di attivazione.
Fase
preliminare
Studio di
fattibilità
Fase di
attivazione
Presentazione dell’idea imprenditoriale al dipartimento/struttura
Valutazione dell’idea da parte della Commissione/Comitato Spin-off valuta
l’idea
Studio del nuovo prodotto/servizio
che si intende realizzare;
studio di mercato;
studio del processo per la fabbricazione/erogazione del servizio;
studio dei servizi accessori;
Redazione del business plan.
Autorizzazione da parte del Consiglio di Amministrazione al Dipartimento o
all’Ente per la concessione dei locali e per la riscossione del corrispettivo e
deliberazione della partecipazione al capitale dello spin-off
Formalizzazione dello spin-off mediante la costituzione di una nuova società
Firma del contratto tra il Dipartimento ospitante e lo spin-off relativo alla concessione degli spazi, delle attrezzature e all’utilizzo del personale universitario
Incentivi al venture capital – Provvedimenti attuativi della Legge Finanziaria n. 388/2000
Art. 103 L.388/2000 - Promozione e assistenza tecnica per l’avvio di imprese innovative
La legge n. 388/2000 istituisce con l’art. 103, relativo all’utilizzo dei proventi derivanti dalle licenze UMTS, un fondo destinato al finanziamento della ricerca scientifica
nel quadro del Programma nazionale della ricerca e per interventi con riferimento al
settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT).
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
21
Capitolo 1
Con il DM del 2 maggio 2001 viene indetto un bando per la selezione di progetti per
interventi di promozione e assistenza tecnica per l’avvio di imprese innovative, in particolare nel campo delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni, in attuazione dell’art. 103 della Legge Finanziaria n. 388/2000. Tali progetti devono essere promossi da Università ed enti di ricerca.
Tale provvedimento costituisce un’azione di sostegno al cosiddetto venture capital
puro, indispensabile per stimolare la crescita dell’economia attraverso la creazione di
nuove imprese competitive, profittevoli ed efficienti. Ancora ridotta è, infatti, ad oggi,
nel nostro Paese, la quota di capitale di rischio dedicata allo sfruttamento, attraverso la
loro trasformazione in progetti imprenditoriali, dei risultati di attività di ricerca.
Il motivo di tale atteggiamento, comune anche ad altri Paesi, è riconducibile a fattori di diversa natura. Innanzitutto alla modesta propensione al rischio della maggior
parte degli investitori, ma anche alla mancanza di un’adeguata cultura di mercato, in
particolare nei confronti di nuove imprese ad elevato contenuto tecnologico.
Uno dei principali interventi in questo segmento del mercato è stata l’approvazione
del Provvedimento di Banca d’Italia del 19.07.2001, che ammette una deroga al capitale
minimo richiesto per la costituzione di SGR finalizzate alla gestione di piccoli fondi chiusi per la ricerca (max. 25 milioni di Euro), che siano promosse da università, centri di ricerca ed enti territoriali. Rendendo più agevole la costituzione di SGR per la gestione di fondi
per la ricerca si sono create le premesse per la valorizzazione in chiave d’impresa dell’innovazione tecnologica attraverso lo strumento del fondo chiuso di venture capital.
1. AMMINISTRAZIONI ED ENTI COINVOLTI NELLA ATTIVAZIONE E NELLA GESTIONE
DELL’INTERVENTO
Amministrazione
responsabile
Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato.
Soggetti coinvolti
Valutazione
È istituita un’apposita Commissione per la selezione dei progetti,
della quale fanno parte anche due esperti designati dal Ministero
dell’Industria.
2. BENEFICIARI
Soggetti
beneficiari
22
Università, enti di ricerca e organismi da essi promossi e comunque partecipati dai medesimi soggetti in misura complessiva non
inferiore al 25%; la partecipazione di soggetti diversi dalle
Università ed enti di ricerca deve risultare funzionale per il raggiungimento degli obiettivi del progetto. I progetti possono essere
presentati da società costituite sulla base dell’art. 2, comma 1 lett.
e) num. 1 del D.Lgs 27 luglio 1999, n. 297, nelle quali detengano
partecipazioni docenti o ricercatori ed enti pubblici di ricerca.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
Soggetti
destinatari finali
INNOVATIVA
I destinatari finali sono indicati con riferimento a ciascuna azione
componente il progetto, precisando l’ambito territoriale di riferimento. Qualora i destinatari delle azioni previste dal progetto siano
imprese, le stesse devono essere rivolte esclusivamente a piccole
imprese. Il costo di concessione di aiuti diretti alle imprese non può
superare il 30% del costo totale del progetto.
3. AGEVOLAZIONI
Tipologia di
agevolazione
Contributo a fondo perduto.
-
Intensità d’aiuto
4. OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE
Aree di intervento Progetti per interventi di promozione e assistenza tecnica per l’avvio di imprese innovative, in particolare, nel campo delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni. I progetti di promozione e assistenza tecnica si riferiscono alla realizzazione di interventi relativi alle seguenti azioni:
studi di fattibilità tecnica, economica, finanziaria;
realizzazione di infrastrutture, con esclusione delle opere
murarie;
assistenza, anche finanziaria, alla fase organizzativa e di
avvio dell’impresa;
valutazione tecnologica dei progetti;
formazione per le nuove tecnologie, anche con riferimento
a quelle dedicate ai formatori.
Spese ammissibili
Le spese ammissibili ed il periodo di ammissibilità sono da indicare con riferimento alle singole azioni previste nel progetto presentato dai soggetti proponenti.
Criteri di
ammissibilità
e/o selezione
I progetti vengono ammessi a finanziamento secondo una graduatoria, in ordine decrescente sino a concorrenza delle risorse disponibili, in base a punteggi attribuiti in funzione di:
la qualità del progetto (massimo 30 punti), in termini di innovatività, di partecipazione finanziaria del soggetto beneficiario, di interventi volti a realizzare risultati di ricerche;
le caratteristiche del proponente (massimo 50 punti) in termini di struttura organizzativa, di figure professionali coinvolte, di esperienza nel settore di intervento, di numero di
università e degli enti di ricerca coinvolti;
l’impatto sui destinatari (massimo 20 punti) in termini di
campo di operatività dei destinatari finali, e di operatività
territoriale degli stessi.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
23
Capitolo 1
5. PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELL’AGEVOLAZIONE
Riferimento
giuridico
Norma istitutiva: Legge 23.12.2000, n. 388, art. 103;
Norma attuativa: Decreto del Ministero dell’Industria, del
Commercio e dell’Artigianato del 2 maggio 2001
Legislazione
Nazionale
entro 120 giorni successivi dalla data di pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale del decreto, i soggetti proponenti possono presentare domanda.
i progetti dovranno riportare, per ogni azione prevista, la
descrizione dell’azione, i destinatari, le modalità di attuazione e realizzazione delle azioni, i tempi di attuazione (la
durata non può essere inferiore a tre anni e superiore a cinque anni), il costo di ciascuna azione e il costo complessivo del progetto, ripartiti per anno e con l’indicazione delle
risorse dei destinatari, di quelle pubbliche e di quelle eventuali del soggetto proponente.
ai fini dell’attuazione del progetto, può essere richiesto al
soggetto beneficiario di fornire adeguate garanzie anche
attraverso il ricorso ad apposita garanzia fideiussoria.
i destinatari dell’azione devono contribuire con risorse proprie
alla realizzazione dei singoli interventi, in particolare qualora
trattasi di imprese. Nell’ambito di ciascun progetto, il costo
delle attività di progettazione, gestione e monitoraggio del
progetto medesimo non può superare il 5% del costo totale.
l’erogazione del contributo avviene tramite acconto (pari al
15% degli stanziamenti), pagamenti intermedi entro 30
giorni dalla ricezione di domande di pagamento predisposte dal soggetto beneficiario con riferimento a spese effettivamente sostenute e documentate (sino al concorso massimo del 95% delle risorse stanziate) e saldo.
Tempistica,
procedure
amministrative,
tecniche
finanziarie
Interventi ai sensi del D.L. 123/98
24
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
Incentivi al venture capital – Provvedimenti attuativi della Legge Finanziaria n. 388/2000
Art. 106 L. 388/2000 - Anticipazioni finanziarie per la capitalizzazione di nuove imprese e di PMI delle aree svantaggiate
L’art.106 della legge n. 388/2000, relativo alla promozione e allo sviluppo di nuove
imprese innovative, estende gli interventi del Fondo di cui all’art. 14 della L. 46/82 al finanziamento dei programmi di investimento per la nascita e il consolidamento delle imprese
operanti in comparti di attività ad elevato impatto tecnologico, e delle iniziative di promozione ed assistenza tecnica svolte da organismi qualificati per favorire l'avvio.
La direttiva successiva, del Ministero delle Attività Produttive del 3 febbraio 2003,
che attua tale disposizione, introduce due misure di incentivo al venture capital, stabilendone le modalità di gestione:
la prima (artt.2-5 della Direttiva) è finalizzata a favorire l’accesso al capitale di
rischio di PMI delle aree svantaggiate e di nuove imprese mediante la concessione di anticipazioni finanziarie pubbliche a banche e intermediari finanziari finalizzate alla acquisizione di partecipazioni temporanee e di minoranza.
la seconda misura (artt. 7-11) riguarda l’incentivazione di programmi di investimento per la nascita ed il consolidamento delle imprese operanti in comparti di
attività ad elevato impatto tecnologico.
Il primo intervento è giustificato dalla considerazione che il mercato italiano è caratterizzato da scarsa omogeneità, a livello territoriale, dell’offerta di capitale di rischio se
si pensa che, dai dati relativi al 2002, risulta che l’ammontare investito è confluito per
l’87% verso il Nord del Paese, per il 12% verso il Centro e per solo l’1% verso il Sud.
Anche la distribuzione a livello regionale presenta notevoli disomogeneità.
Un ulteriore equity gap su cui si focalizza la misura è quello del finanziamento delle
nuove imprese (con meno di tre anni di vita), innovative. I principali fattori che disincentivano gli investitori a intervenire in questo tipo di iniziative derivano dal fatto che
le imprese di minori dimensioni e senza una “storia quantitativa” di medio periodo, a
volte non garantiscono efficienti sistemi di comunicazione dei risultati e delle variabili
economico-finanziarie dell’azienda, da cui nasce un problema di trasparenza. Inoltre, gli
elevati costi di due diligence causano una diminuzione del rendimento dell’investimento tale da renderlo non conveniente e gli investimenti in questo tipo di aziende spesso
presentano difficoltà in fase di exit.
La misura cerca quindi di incentivare alcune tipologie di intermediari, che sono operatori qualificati dell’attività di investimento in capitale di rischio, ad investire in iniziative caratterizzate da alto rischio. Gli stessi intermediari potranno accedere all’agevolazione se preventivamente accreditati dal Ministero delle Attività Produttive.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
25
Capitolo 1
Art. 106 L. 388/00 – 1ª Misura - Iniziative di promozione e assistenza tecnica per favorire l’avvio delle imprese operanti in comparti di attività ad elevato impatto tecnologico
1. AMMINISTRAZIONI ED ENTI COINVOLTI NELLA ATTIVAZIONE E NELLA GESTIONE
DELL’INTERVENTO
Amministrazione
responsabile
Ministero delle Attività Produttive
Soggetti coinvolti
Soggetto gestore
Gli adempimenti amministrativi relativi alla concessione ed erogazione delle anticipazioni sono affidati a MCC SpA. È prevista
inoltre la costituzione di un Comitato che assuma le deliberazioni
degli interventi da attuare, composto da due rappresentati del
Ministero delle Attività produttive, da un dirigente del Ministero
dell’Economia e delle Finanze e da un rappresentante delle regioni designato dalla Conferenza Stato-Regioni.
2. BENEFICIARI
Soggetti
beneficiari
Banche, intermediari finanziari e società finanziarie per l’innovazione e lo sviluppo di cui all’art. 2, comma 3 della L. 317/91.
Soggetti
destinatari finali
Imprese, sotto forma di società di capitali, anche in forma cooperativa, nonché le società consortili di cui all’art. 2615-ter c.c. sempre che costituite sotto forma di società di capitali, economicamente e finanziariamente sane. Le imprese destinatarie possono
essere nuove imprese (costituite da non oltre tre anni) localizzate
sull’intero territorio nazionale, ovvero piccole e medie imprese,
così come definite nell’allegato 1 al Regolamento (CE) n. 70/2001
della Commissione del 12 gennaio 2001 relativo alla applicazione
della normativa sugli aiuti di stato a favore delle PMI, localizzate
nelle aree Obiettivo 1 e 2.
3. AGEVOLAZIONE
Tipologia di
agevolazione
26
Anticipazioni finanziarie, concesse ai soggetti intermediari accreditati, da utilizzare per l’acquisizione temporanea di partecipazioni di minoranza nel capitale di imprese (soggetti destinatari). Le
azioni o quote sottoscritte devono essere di nuova emissione e
rappresentare almeno il 20% del capitale sociale. La durata della
partecipazione è pari a massimo 7 anni. Le anticipazioni sono
concesse in misura del 50% del valore della partecipazione da
acquisire e comunque per un importo non superiore a 2,06 milioni di euro per singola iniziativa.
Per la quota non coperta dall’anticipazione, le partecipazioni nel
capitale delle PMI possono essere assistite dalla garanzia del fondo
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
Intensità d’aiuto
INNOVATIVA
centrale di cui alla legge 662/96. Le anticipazioni sono concesse
per il finanziamento di progetti di sviluppo di imprese proponenti.
-
4. OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE
Area di intervento Progetti di sviluppo innovativi e ad elevato impatto tecnologico;
progetti di sviluppo di prodotti e servizi nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) comprese applicazioni di rete, software innovativo, sviluppo di contenuti multimediali e formazione interattiva a distanza.
Spese ammissibili
-
Criteri di
ammissibilità
e/o selezione
I soggetti beneficiari devono risultare accreditati dal Ministero
delle Attività Produttive. Ai fini dell’ammissibilità degli interventi, i progetti di sviluppo delle imprese devono risultare innovativi
e ad elevato impatto tecnologico; tale valutazione terrà conto
anche di specifiche collaborazioni con Università e centri di ricerca, dell’elevata specializzazione e qualificazione del personale
5. PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELL’AGEVOLAZIONE
Riferimento
giuridico
Norma istitutiva: Legge 23.12.2000, n. 388, art. 106; L. 12.12.2002
n. 273;
Norme attuative: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
28.3.2001, Direttiva MAP 3.2.2003
Legislazione
Nazionale
Tempistica,
procedure
amministrative,
tecniche
finanziarie
A) Criteri di accreditamento degli intermediari finanziari
Attualmente in corso di definizione, i criteri di accreditamento
saranno individuati con decreto del Ministro delle Attività
Produttive con riferimento alle esperienze e alla professionalità
della struttura operativa degli intermediari.
B) Richieste di concessione delle anticipazioni
Le richieste devono essere inoltrate a MCC in forma scritta, sull’apposito modulo di richiesta dell’anticipazione, o su versione
conforme, sottoscritto dal legale rappresentante del soggetto
accreditato o da un suo delegato, compilato in ogni sua parte e
completo della documentazione in esso indicata, unitamente alla
copia di un documento di identità della persona che ha sottoscritto la richiesta. Relativamente ai soli programmi di sviluppo, i soggetti accreditati devono allegare alla richiesta di anticipazione
apposita relazione tecnica attestante l’innovatività e l’elevato
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
27
Capitolo 1
impatto tecnologico del programma di sviluppo.
C) Richieste di garanzia del fondo di garanzia per le PMI
I soggetti accreditati possono richiedere, qualora ne sussistano i
requisiti, l’intervento del Fondo di garanzia per le PMI di cui alla
Legge 662/96, gestito da MCC, sulla quota della partecipazione
non coperta dall’anticipazione.
D) Erogazione delle anticipazioni
I soggetti accreditati, una volta ricevuta la comunicazione di concessione dell’anticipazione, inviano al Gestore, entro il termine di
6 mesi dalla delibera di concessione, la richiesta di erogazione
redatta sull’apposito modulo, o su versione conforme. Il Gestore
eroga l’anticipazione ai soggetti accreditati entro il termine di 1
mese dalla data di arrivo al Gestore della richiesta di erogazione.
I soggetti accreditati devono versare all’impresa un importo pari
esattamente al doppio dell’anticipazione erogata non oltre il termine, perentorio ed improrogabile, di 1 mese dalla data di erogazione dell’anticipazione.
Interventi ai sensi del D.L. 123/98
Art. 106 L. 388/00 – 2ª Misura - Iniziative di promozione e assistenza tecnica per favorire l’avvio delle imprese operanti in comparti di attività ad elevato impatto tecnologico
1. AMMINISTRAZIONI ED ENTI COINVOLTI NELLA ATTIVAZIONE E NELLA GESTIONE
DELL’INTERVENTO
Amministrazione
responsabile
Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato.
Soggetti coinvolti
Valutazione
È istituita un’apposita Commissione per la selezione dei progetti,
della quale fanno parte anche due esperti designati dal Ministero
dell’Industria.
2. BENEFICIARI
Soggetti
beneficiari
28
Università, enti pubblici di ricerca e organismi da essi promossi e
comunque partecipati dai medesimi soggetti in misura complessiva non inferiore al 25%; la partecipazione di soggetti diversi dalle
Università ed enti pubblici di ricerca deve risultare funzionale per
il raggiungimento degli obiettivi del progetto. I progetti possono
essere presentati da società costituite sulla base dell’art. 2, comma
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
1 lett.e) num. 1 del D. Lgs 27 luglio 1999, n. 297, nelle quali
detengano partecipazioni docenti o ricercatori ed enti pubblici di
ricerca.
Soggetti
destinatari finali
I destinatari finali sono indicati con riferimento a ciascuna azione componente il progetto, precisando l’ambito territoriale di riferimento.
Qualora i destinatari delle azioni previste dal progetto siano
imprese, le stesse devono essere rivolte esclusivamente a piccole
imprese e rispettare le disposizioni dei Regolamenti comunitari
sugli Aiuti di Stato alle PMI (Reg. 70/2001), alla formazione (reg.
68/2001) e di importanza minore, cosiddetti aiuti in de minimis
(Reg. 69/2001).
3. AGEVOLAZIONE
Tipologia di
agevolazione
Contributo a fondo perduto.
Intensità d’aiuto
-
4. OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE
Aree di intervento Progetti per interventi di promozione e assistenza tecnica per l’avvio di imprese operanti in comparti di attività ad elevato impatto
tecnologico. Gli interventi di promozione e di assistenza tecnica si
riferiscono alla realizzazione di progetti relativi alle seguenti azioni:
studi di fattibilità tecnica, economica, finanziaria;
realizzazione di infrastrutture, con esclusione delle opere
murarie;
assistenza, anche finanziaria, alla fase organizzativa e di
avvio dell’impresa;
valutazione tecnologica dei progetti;
formazione per le nuove tecnologie, anche con riferimento
a quelle dedicate ai formatori.
Spese ammissibili
Le spese ammissibili ed il periodo di ammissibilità sono da indicare
con riferimento alle singole azioni previste nel progetto presentato
dai soggetti proponenti.
Criteri di
ammissibilità
e/o selezione
I progetti vengono ammessi a finanziamento secondo una specifica graduatoria in base alla somma dei punteggi attribuiti a criteri
preventivamente individuati in uno o più bandi annuali.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
29
Capitolo 1
5. PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELL’AGEVOLAZIONE
Riferimento
giuridico
Norma istitutiva: Legge 23.12.2000, n. 388, art. 106
Norme attuative: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri
28 marzo 2001, Direttiva MAP 3.2.2003
Ai fini dell’attuazione, il MAP indice uno o più bandi annuali per
la selezione dei progetti.
Legislazione
Nazionale
Il Ministero delle Attività Produttive può indire uno o più
bandi annuali per la selezione dei progetti, nei quali saranno fissate le soglie minime e massime alla dimensione
finanziaria dei progetti e i criteri di selezione dei progetti.
I rapporti tra Ministero delle Attività Produttive e soggetti attuatori (soggetti beneficiari) dovranno essere regolati da
apposita convenzione che definirà tutti gli aspetti relativi
alla gestione del progetto da parte del soggetto attuatore.
I progetti dovranno riportare, per ogni azione prevista, la
descrizione dell’azione, i destinatari, le modalità di attuazione e realizzazione delle azioni, i tempi di attuazione (la
durata non può essere inferiore a tre anni e superiore a cinque anni), il costo di ciascuna azione e il costo complessivo del progetto, ripartiti per anno e con l’indicazione delle
risorse dei destinatari, di quelle pubbliche e di quelle eventuali del soggetto proponente.
Ai fini dell’attuazione del progetto, può essere richiesto al
soggetto beneficiario di fornire adeguate garanzie anche
attraverso il ricorso ad apposita garanzia fideiussoria.
I destinatari dell’azione devono contribuire con risorse proprie alla realizzazione dei singoli interventi, in particolare
qualora trattasi di imprese. Nell’ambito di ciascun progetto,
il costo delle attività di progettazione, gestione e monitoraggio del progetto medesimo non può superare il 5% del
costo totale.
L’erogazione del contributo avviene tramite acconto (pari al
15% degli stanziamenti), pagamenti intermedi entro 30
giorni dalla ricezione di domande di pagamento predisposte
dal soggetto beneficiario con riferimento a spese effettivamente sostenute e documentate (sino al concorso massimo
del 95% delle risorse stanziate) e saldo.
Tempistica,
procedure
amministrative,
tecniche
finanziarie
Interventi ai sensi del D.L. 123/98
30
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
1.5 Iniziative di Finanza Innovativa nell’ambito dei Fondi Strutturali2
La Finanza Innovativa nei Fondi Strutturali
I nuovi regolamenti dei Fondi strutturali sottolineano la necessità di potenziare l’effetto moltiplicatore delle iniziative finanziarie con le risorse comunitarie, favorendo il massimo ricorso possibile a fonti di finanziamento private, soprattutto in termini di capitale di
rischio, allo scopo di aumentare le risorse disponibili per investimenti e assicurare al tempo
stesso che l’esperienza del settore privato influisca sui metodi di gestione dei programmi.
Per quanto attiene le misure nel capitale di rischio, gli stati membri vengono incoraggiati a prestare particolare attenzione ai seguenti aspetti:
controllo dei risultati, per valutare con maggiore precisione il contributo offerto
dai programmi di ingegneria finanziaria allo sviluppo regionale;
partecipazione del settore privato, per garantire la sostenibilità dei progetti;
gestione da parte di professionisti indipendenti, dotati di autonomia per le decisioni correnti;
adozione di criteri rigorosi per la selezione dei progetti, rispondenti agli obiettivi
di sviluppo regionale;
assistenza finanziaria abbinata alla consulenza e ai diversi strumenti finanziari
forniti alle PMI;
In certi casi può essere richiesto l’intervento del FEI.
Nel mese di maggio 2003, la Commissione Europea ha concordato una serie di misure di applicazione immediata volte a garantire la semplificazione e il coordinamento
della gestione dei Fondi strutturali.
Per quanto riguarda le aree obiettivo 2, la misura riguarda complessivamente il 18%
della popolazione europea e, in Italia, diverse aree ammissibili in Regioni del centronord: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche,
Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto. Ogni Regione elabora quindi un
Documento Unico di Programmazione (DocUP) che contiene le strategie, gli obiettivi
specifici e gli interventi da realizzare nelle aree ammissibili e il relativo piano di finanziamento. La Commissione Europea esamina e approva con una specifica decisione ogni
DocUP. Dopo l'adozione della decisione comunitaria ciascuna Regione avvia le procedure per la realizzazione degli interventi previsti.
Relativamente alle aree obiettivo 1, ogni Regione elabora un Programma Operativo Regionale
(POR), anch’esso sottoposto al vincolo di approvazione da parte della Commissione Europea.
Iniziative di Finanza Innovativa nell’ambito dei Fondi Strutturali negli Stati Membri dell’UE
Il Regolamento dei Fondi strutturali per il 2000-2006 pone maggiore enfasi sull’uso
degli strumenti del capitale di rischio rispetto alla tradizionale sovvenzione. Le norme
consentono agli Stati membri di elargire un ulteriore 10% di assistenza alle PMI per
quelle porzioni di progetto di investimento finanziate in modo diverso dalla sovvenzione. Il co-finanziamento del FESR sul capitale di rischio è raddoppiato, passando dai 570
ML€ del periodo 1994-1999 ai circa 1.200 ML€ del periodo in corso. La spesa attuale
al momento è di circa 3.300 ML€, proveniente per il 35% da fonti dell’UE, per il 25%
da fonti nazionali e per il 40% da fonti private.
2
I risultati presentati nei paragrafi 1.5-1.6-1.7-1.8 sono il frutto di una ricognizione effettuata con dati aggiornati al 2003.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
31
Capitolo 1
Spese stimate per il finanziamento del capitale di rischio nei programmi dei fondi
strutturali (2000-2006) - ML €
Paese
Austria
Belgio
Danimarca
Germania
Spagna
Finlandia
Francia
Grecia
Irlanda
Italia
Lussemburgo
Paesi bassi
Portogallo
Svezia
Regno unito
Transnazionale
Totale
Percentuale
UE
0,2
35,5
0,0
54,9
230,1
5,5
94,4
103,5
0,0
71,3
0,0
24,4
274,6
0,0
267,2
2,3
1.163,9
35,4
Nazionale
0,2
35,7
0,0
49,8
100,3
8,4
165,8
50,1
0,0
80,2
0,0
38,2
92,9
0,0
187,8
0,8
810,2
24,6
Privato
1,1
1,4
0,0
3,2
0,0
6,5
216,1
39,7
0,0
278,1
0,0
43,1
691,2
0,0
168,6
0,4
1.318,0
40,0
Totale
1,5
72,6
0,0
107,9
330,4
20,4
476,3
193,3
0,0
11,31%
0,0
105,7
1.058,7
0,0
455,0
3,5
3.292,1
100%
Fonte: Commissione europea, Misure notificate dagli Stati membri a luglio 2002. Banca dati SFC: codici 155, 165, 1304
Valore dei cicli di programmazione 1994-1999 e 2000-2006 in Italia
Dall’analisi dei dati relativi alle risorse stanziate dall’UE contenute nei cicli di programmazione dei Fondi Strutturali emerge l’enorme differenza in valore assoluto che
esiste tra le risorse destinate alle aree Obiettivo 1 e quelle alle aree Obiettivo 2. Gli stanziamenti totali sono passati da 144,51 ML€ per il periodo 1994-1999 a 533,93 ML€ per
il settennio attualmente in corso. Relativamente a quest’ultimo periodo la quota destinata alle aree Obiettivo 1 è pari a 353.36ML€ (66% del totale).
Le iniziative in corso di attuazione
Obiettivo 2
Obiettivo 1
533,93Ml€
180,57
144,51Ml€
6,70
353,36
137,81
1994-1999 (OB1) / 1997-1999 (OB2)
2000-2006
Fonte: Documenti di Programmazione della Spesa a valere sui fondi comunitari 1994-1999 e 2000-2006
32
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
Finanza innovativa nell’Obiettivo 1: i cicli di programmazione 1994-1999 e 2000-2006
Misura
d’intervento
Regione
1994-1999
Molise
Gestore
Sato di
attuazione
iniziativa
capitale rischio
54,14
64,48
67,05
53,19
PMI
Regione Molise
-
Calabria
Partecipazione in di
cosituzione di nuove
imprese misura 2.2.
Cosituzione fondo di
garanzia, capitale di
rischio e prestito partecipativo - misura 2.2
44,00
73,33
26,65
n.d.
PMI
Regione Molise
-
TOTALE
N.2
89,14
137,81
93,7
53,19
72,3
72,3
PMI
Regione
Campania
-
30,0
30,0
PMI
-
30,0
30,0
PMI
64,0
184,18
PMI
30,0
30,0
PMI
Regione
Campania sogg.
selezionati con
procedura a
evidenza pubblica
Regione Molise
e ministero
dell’industria
Soggetti
istituzionali
abiliati
dalla regione
Banche di
interesse
regionale, società
finanziarie
30,0
30,0
PMI
230,43
353,36
Campania Azione 4.2.G - Azione
di ingegneria
finanziaria per favorire
l’accesso al credito
da parte delle PMI
Calabria Azione 4.2.E - Servizi
di ingegneria
finanziaria alle
imprese*
2000-2006
Risorse Investi- Stato attuazione al
Finanz. menti
30/06/00 (ML€) Benepubblico (ML€)
ficiari
(ML€)
Impegni Pagamenti
Molise
Submisura 4.1.5 Capitale di rischio*
Puglia
Misura 2.2 - sistemi
finanziari e di consulenza
per lo sviluppo e la
creazione di imprese
Sardegna Azioni 4.1.D - Fondi per
la capitalizzazione delle
PMI azione 4.3.C - Fondi
di seed capital per
l’avviamento di nuove
imprese
Basilicata Misura 4.7 - Strumenti
di finanza innovativa
TOTALE
N.6
Bur N. 118 del
19/09/02
-
Banche e società finanziarie di interesse regionale,
Legenda: * = il valore delle azioni contrassegnate con questo simbolo, non essendo disponibile il dato ufficiale, è assunto
pari a 30 ML€
Fonte: Documenti di Programmazione della Spesa a valere sui fondi comunitari 1994-1999 e 2000-2006
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
33
Capitolo 1
Finanza innovativa nell’Obiettivo 2: i cicli di programmazione 1997-1999 e 2000-2006
Regione
Misura
d’intervento
Misura 1.8 - Fondo
capitale di rischio per
le PMI
Piemonte Cosituzione fondo di
capitale di rischio
Toscana Cosituzione fondo di
capitale di rischio
1997-1999
Umbria
TOTALE
N.3
2000-2006
Emilia
Misura 1.5 - Sostegno allo
Romagna start up di imprese innovative - costituzione di un
fondo di capitale rischio
FriuliMisura 2.2 - Servizi
Venezia finanziari per il rafforzaGiulia
mento del capitale sociale
- costituzione di 2 fondi
di partecipazione in
capitale di rischio
Lazio
Misura 4.2 - strumenti
finanziari per
l’innovazione - costituzione di un fondo di
capitale di rischio per i
processi di innovazione
Marche Misura 1.2 - Servizi di
ingegneria finanziaria
Toscana
Misura 1.2 - Ingegneria
finanziaria
creazione di imprese
Umbria Misura 1.2 - Servizi
finanziaria alle imprese
- Costituzione fondo
per investimenti in
capitale di rischio
Lombardia Misura 1.4 - Interventi
di ingegneria finanziaria
Liguria
Misura 1.3 - Servizi
di ingegneria finanziaria
TOTALE
N.8
Risorse Investi- Stato attuazione al
Finanz. menti
30/06/00 (ML€) Benepubblico (ML€)
ficiari
(ML€)
Impegni Pagamenti
2,1
4,2
4,56
3,51
PMI
n.d.
n.d.
n.d.
n.d.
2,0
2,5
2,1
2,1
6,6
5,61
Gestore
Sato di
attuazione
iniziativa
capitale rischio
-
PMI
Nuova Fin SpA
Capitale
sviluppo SpA
-
PMI
Fidi toscana
-
-
4,1
6,7
10,53
10,53
PMI
Sogg. (SGR)
Selezionato
tramite bando
Bur N. 127 del
27/08/03
5,66
5,66
PMI
Soggetti abilitati
tramite bando
Agemont SpA
-
27,98
50,27
PMI
Filas SpA
e ministero
11,36
16,53
PMI
Sogg. abilitati
tramite bando
17,99
25,71
PMI
Sogg. abilitati
tramite bando
Bando per le domando di ammissioni dei sogg.
beneficiari
pubblicato il
10/05/02
Bur N. 23 del
20/08/02
Bur N. 94 del
26/08/02
-
21,5
32,78
9,91
9,91
PMI
20,43
29,19
PMI
125,36
180,57
Sogg. abilitati
tramite bando
0,0
-
Ente individuato dalla regione
Soggetto individu- ato dalla regione
0,0
Fonte: Documenti di Programmazione della Spesa a valere sui fondi comunitari 1994-1999 e 2000-2006
34
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
Attuazione delle iniziative ex FESR
Si analizzano ora quelle iniziative che, attraverso le pubblicazioni di bandi relativi
alle submisure o alle azioni corrispondenti, sono oltre la fase di programmazione e possono essere ritenute “in fase di attuazione”. In particolare:
Puglia: l’Azione C) della Misura 4.19 della Regione Puglia, che consiste nella
creazione di un “Fondo” con il quale finanziare, in ragione del 50%, gli investitori istituzionali privati interessati ad acquisire partecipazioni di minoranza (non
superiori al 30%) di piccole e medie imprese, è in fase di attuazione tramite la
pubblicazione del relativo bando del 19/9/2002;
Marche: la submisura 1.2.2 “Miglioramento dell’accesso delle PMI al capitale di
rischio” (tesa a migliorare l’accesso delle PMI al capitale di rischio finalizzato ad
operazioni per lo sviluppo e il consolidamento organizzativo quali processi di
ricambio generazionale, start-up e early stage, finanziamento progetti di ricerca
e programmi innovativi) è in fase di attuazione tramite la pubblicazione del relativo bando pubblicato il 26/08/2002;
Emilia-Romagna: La misura 1.5 consiste nella partecipazione alla costituzione di
un fondo di capitale di rischio a compartecipazione privata, finalizzato a sostenere l'avvio e lo sviluppo di progetti di imprese derivanti da spin-off accademici
e di ricerca, o riferiti comunque ad attività di carattere innovativo, attraverso
l'acquisizione di quote di minoranza del capitale sociale di piccole e medie imprese. Il bando pubblicato 27/08/2003 ha il fine di selezionare il soggetto attuatore;
Campania: Nell’ambito della Misura 4.2 “Sostegno allo sviluppo produttivo del
tessuto imprenditoriale regionale”, l’Azione g) prevede la costituzione di un
Fondo Mobiliare Chiuso volto al sostegno di progetti ed iniziative innovativi
intraprese da PMI;
Una iniziativa ha terminato la fase di attuazione e risulta operativa:
Lazio: Nell’ambito della Misura IV.2 “Strumenti finanziari per l’innovazione”, l’azione II.4.2 prevede la costituzione di un fondo di capitale di rischio per i processi di innovazione per l’acquisizione di partecipazioni finanziarie in imprese operanti nei settori
ad elevato contenuto tecnologico. Il bando per la selezione dei soggetti beneficiari d’intervento è stato pubblicato in data 10/05/2002.
Attuazione delle iniziative ex FESR - Puglia
La misura 4.19 realizza azioni finalizzate allo sviluppo degli investimenti attraverso
interventi di ingegneria finanziaria/finanza innovativa. Obiettivi della Misura sono:
lo sviluppo e l'aumento di competitività - anche non di prezzo - e di produttività di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato
buone capacità di sviluppo;
la nascita e/o la localizzazione di nuove attività e nuove imprese specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio a basso impatto ambientale;
la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture
locali.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
35
Capitolo 1
La misura prevede la costituzione di un Fondo di Garanzia, un Fondo di Dotazione
(regime di aiuti De Minimis) e di Capitale di Rischio, attivati nell’ambito delle procedure individuate dalla Regione Puglia Assessorato ICA.
Il Capitale di Rischio (Azione C, già Azione B) consiste nella creazione di un “Fondo”
con il quale finanziare, in ragione del 50%, gli investitori istituzionali privati interessati ad acquisire partecipazioni di minoranza (non superiori al 30%) di piccole e medie
imprese che, al fine di realizzare specifici programmi di investimento, prevedano di
aumentare il proprio capitale sociale da collocare anche all’esterno della vecchia compagine sociale. Il finanziamento, che è a titolo gratuito, va restituito allo scadere del
periodo (max 5 anni) prefissato dall’investitore per il rientro della sua partecipazione,
con il collocamento della stessa possibilmente alla proprietà storica della società: il
finanziamento si configura come una “partecipazione gratuita rimborsabile”.
Normativa di riferimento:
Decisione C (2000) 2349 dell’ 8/8/2000 della Commissione Europea di approvazione del POR
Complemento di programmazione approvato dalla Giunta Regionale con Deliberazione n.1697
del 11/12/2000
BUR n.151 del 28/11/2002 per i Fondi di Garanzia
BUR n.118 del 19/9/2002 per la sottomisura riguardante il Capitale di Rischio
Attuazione delle iniziative ex FESR - Marche
Obiettivi specifici della Misura 1.2 sono:
promuovere l’ammodernamento degli impianti produttivi e l’introduzione nel
ciclo produttivo di tecnologie altamente innovative;
favorire l’internazionalizzazione del sistema produttivo marchigiano;
favorire il miglioramento della gestione ambientale delle produzioni, con effetti
positivi sulla riduzione dei fattori inquinanti e dei consumi di materie prime.
La submisura 1.2.2 (“Miglioramento dell’accesso delle PMI al capitale di rischio”) è
tesa a migliorare l’accesso delle PMI al capitale di rischio finalizzato ad operazioni per
lo sviluppo e il consolidamento organizzativo quali processi di ricambio generazionale,
start-up e early stage, finanziamento progetti di ricerca e programmi innovativi. La presente submisura prevede la concessione di contributi alle PMI che ricorrono all’aumento del capitale di rischio utilizzando i fondi chiusi e/o i prestiti partecipativi. La submisura partecipa alla copertura di parte dell’investimento delle imprese a fronte di un
intervento di capitale di rischio da parte di fondi di investimento mobiliari chiusi in funzione della attivazione di:
avvio di nuove iniziative imprenditoriali (start up financing);
crescita aziendale e sviluppo progetti imprenditoriali (expansion financing);
operazioni di rinnovamento, rilancio o ristrutturazione, nuove opportunità in
situazioni di declino o di crisi (turnaround financing);
trasformazioni aziendali, ristrutturazioni azionarie, sostituzione di familiari che
ricomprendano i leveraged management e family buy out/in, acquisizioni, fusioni e scorpori (replacement capital).
36
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
Normativa di riferimento:
Decisione C (2001) 2970 del 16/10/2001 della Commissione Europea di approvazione
del DocUP
Complemento di programmazione approvato dalla Giunta Regionale con delibera 2877 del
4/12/2001
Legge Regionale 23/2/2000 n.14 di modifica della legge n.33/97 “Interventi per lo sviluppo
e la qualificazione dell’artigianato marchigiano”
BUR n.23 del 20/03/2003 per submisura 1 e n.94 del 26/08/2002 per submisura 2
Attuazione delle iniziative ex FESR – Emilia Romagna
La Misura 1.5 ha l'obiettivo di agire da stimolo per la costituzione di fondi di Venture
Capital indirizzati alle aree meno sviluppate della Regione ma con rilevanti potenzialità in
considerazione della presenza di Università, Centri di ricerca o distretti industriali. La misura consiste nella partecipazione alla costituzione di un fondo di capitale di rischio a compartecipazione privata, finalizzato a sostenere l'avvio e lo sviluppo di progetti di imprese
derivanti da spin-off accademici e di ricerca, o riferiti comunque ad attività di carattere
innovativo, attraverso l'acquisizione di quote di minoranza del capitale sociale di piccole e
medie imprese. I soggetti destinatari sono PMI appartenenti ai settori dell'industria manifatturiera e dei servizi non commerciali all'impresa ed alla Pubblica Amministrazione. Sono
esclusi gli interventi in imprese di fabbricazione, trasformazione e commercializzazione di
prodotti, nonché dei settori industriali "sensibili" quali l'acciaio, le costruzioni navali, le
fibre sintetiche, l'industria automobilistica e l'industria carbonifera. L’Autorità di gestione
stipulerà apposita convenzione con il soggetto attuatore aggiudicatario della procedura ad
evidenza pubblica per la gestione del Fondo. La convenzione specificherà:
le modalità di partecipazione e di versamento dei capitali al Fondo;
l’onerosità ed i criteri di calcolo dei costi di gestione relativi al Fondo;
che il Fondo interviene a fronte di una decisione di incremento del capitale sociale dell’azienda da parte dei soci sotto forma di partecipazione minoritaria e temporanea e a fronte di un programma di innovazione tecnologica, di investimento, di ampliamento e di sviluppo aziendale;
che la partecipazione del Fondo non sarà superiore al 45% del capitale sociale
complessivo dell’impresa;
che l’acquisizione delle quote avverrà a) sulla base di una valutazione delle possibilità di sviluppo dell’impresa imputabili alla capacità innovativa della stessa e
b) a condizioni analoghe a quelle ritenute accettabili da un normale operatore
economico in un’economia di mercato;
che il prezzo di smobilizzo delle partecipazioni sarà determinato secondo i medesimi criteri di mercato.
Normativa di riferimento:
Decisione C (2001) 2797 del 14/11/2001 della Commissione Europea di approvazione del DocUP
Complemento di programmazione approvato dalla Comitato di Sorveglianza il 21/3/2003
Bando per la costituzione del Fondo chiuso pubblicato il 27/8/2003
e la qualificazione dell’artigianato marchigiano”
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
37
Capitolo 1
Attuazione delle iniziative ex FESR - Campania
La misura 4.2 si propone il consolidamento e l'ampliamento del tessuto imprenditoriale regionale mediante un insieme di azioni a sostegno degli investimenti, materiali e
immateriali, a sostegno dell'acquisizione di servizi, reali e finanziari, a sostegno della
creazione di impresa e della ecocompatibilità dei cicli produttivi e delle produzioni. Le
azioni sono articolate anche in relazione alla tipologia di programmazione: alcune azioni sono rivolte al complesso del tessuto produttivo regionale; altre, invece, volte prevalentemente alla realizzazione dei progetti integrati territoriali, dei progetti integrati di
filiera e di cluster e dei contratti di programma. La misura sostiene in particolare lo sviluppo e la crescita delle PMI industriali e artigianali. Sono esclusi i settori della produzione, manipolazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli di cui
all'all. I del Trattato.
L’azione 4.2 g) consiste in operazioni di ingegneria finanziaria per favorire l'accesso
al credito da parte delle PMI dell'industria, del commercio e del turismo della Regione
Campania e per il superamento dei fenomeni di razionamento del credito. L'azione si
propone di rafforzare il sistema, i margini operativi e l'efficacia dei fondi di garanzia.
Prevede inoltre interventi diretti a qualificare e rafforzare la struttura finanziaria delle
PMI regionali mediante la messa a disposizione di prestiti partecipativi e di capitale di
rischio, in particolare per la realizzazione degli investimenti innovativi. L'intervento dei
fondi avverrà a condizioni di mercato e sarà prioritariamente indirizzato alla realizzazione dei programmi di investimento cofinanziati dal POR.
Il fondo regionale, previsto all’interno dell’azione 4.2 g), deve essere istituito nella
forma di fondo comune di investimento mobiliare di tipo chiuso. Le operazioni di attuazione sono temporaneamente sospese secondo le disposizioni del T.A.R.
Normativa di riferimento:
Decisione 2347 dell’8/8/2000 di approvazione del POR da parte della Commissione Europea
Complemento di Programmazione approvato il 30/8/2000 dalla Giunta Regionale
Bando per la selezione dei soggetti attuatori (in corso di sospensione secondo le disposizioni
del T.A.R.)
Attuazione delle iniziative ex FESR - Lazio
Nell’ambito della Misura IV.2 “Strumenti finanziari per l’innovazione”, l’azione II.4.2
prevede la costituzione di un fondo di capitale di rischio per i processi di innovazione
per l’acquisizione di partecipazioni finanziarie in imprese operanti nei settori ad elevato contenuto tecnologico, in compartecipazione con società che gestiscono Fondi privati di venture capital e/o merchant bank, che verranno selezionate attraverso procedure
di evidenza pubblica. Si intende costituire una linea finanziaria vincolata, destinata a
realizzare interventi nel capitale di rischio di piccole e medie imprese. Gli interventi
consistono in partecipazioni minoritarie nel capitale di rischio (massimo il 49% del
capitale sociale incrementato delle riserve e/o rivalutazioni) e temporanee (massimo 5
anni) da assumere al momento della costituzione di una nuova impresa o in occasione
di un aumento di capitale di un’impresa esistente, ivi comprese sottoscrizioni di prestiti obbligazionari convertibili. Il fondo potrà investire prevalentemente in PMI ad alto
contenuto tecnologico al momento della costituzione, nelle prime fasi o durante processi di espansione debitamente giustificati. I rendimenti ottenuti dagli investimenti di
38
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
capitali e dai prestiti obbligazionari possono essere destinati in via preferenziale agli
azionisti privati che gestiscono in compartecipazione i finanziamenti, fino al livello di
remunerazione massimo stabilito nel contratto. Il fondo avrà carattere rotativo e sarà
alimentato con le quote di compartecipazione rimborsate secondo i criteri di restituzione ed attualizzazione previamente stabiliti tra le parti. Il soggetto attuatore è Filas Spa,
Finanziaria Laziale di sviluppo.
Il Fondo è l’unico attualmente operativo. Il bando per la selezione dei soggetti beneficiari d’intervento è stato pubblicato in data 10/05/2002. Il Fondo ha ricevuto finora
32 domande (12 interventi deliberati, 13 richieste non ammissibili e 7 interventi in corso
d’istruttoria). L’importo minimo richiesto è stato pari a 21,8 ML€, il massimo 27,3 ML€.
La ripartizione delle risorse pubbliche consiste per l’Obiettivo 2 in 33,72% FESR, 46,39%
Stato e 19,88% Regione e per il Phasing out in 25% FESR, 52,20% e 22,5% Regione.
Normativa di riferimento:
Decisione 2118 del 7/9/2001 della Commissione Europea di approvazione del DocUP
Complemento di programmazione approvato il 20/9/2002
Bando relativo alla misura pubblicato il 10/5/2002
Quadro di sintesi dell’attuazione delle iniziative di capitale di rischio ex FESR
Dall’analisi dei documenti di programmazione regionali (Programmi Operativi
Obiettivo 1 e Obiettivo 3, Documenti Unici di Programmazione Obiettivo 2) risulta in
essere uno stanziamento complessivo (comprensivo della quota di co-finanziamento dei
fondi strutturali, della quota statale e regionale) pari a 68.500 ML€, con più del 70%
(49.699 ML€) delle risorse concentrato sul Mezzogiorno.
Gli investimenti programmati, a livello nazionale, a sostegno della ricerca e dell’innovazione tecnologica sono pari a 3.574 ML€ (693 ML€ nelle regioni del Centro-Nord
e 2.882 ML€ per il Sud).
L’analisi delle misure di intervento cosiddette di “finanza innovativa o ingegneria
finanziaria” (secondo la terminologia adottata dal Regolamento CE 1685/2000) che prevedono iniziative di capitale di rischio, evidenzia un impegno programmato per un
ammontare stimabile pari a 534 ML€ (45 ML€ per il Nord, 136 ML€ per il Centro e
353 ML€ per il Mezzogiorno). La stima viene effettuata attribuendo un importo pari a
30 ML€ a quelle iniziative delle quali non è ancora disponibile il valore ufficiale.
Delle 14 iniziative censite in tal senso, solo quattro risultano in “stato di attuazione”
(Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia) e solo una effettivamente attuata (Lazio),
per un importo complessivo pari a 126,7ML€, tutte attivate nel biennio 2002-2003.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
39
Capitolo 1
Fondi Strutturali in Italia: impegno totale, R&S e finanza innovativa
NORD
10.534 ml
6.563 ml
Investimento
programato
444 ml
45 ml
348 ml
36 ml
0 ml
Investimenti
programmati per
R&S
Investimenti
programmati per
FI
Investimenti in FI
in corso di
attuazione/attuati
CENTRO
8.267 ml
-
+
7.049 ml
249 ml
136 ml
220 ml
Investimento
programato
IMPORTO DELL'INVESTIMENTO IN CORSO
DI ATTUAZIONE/ATTUATO IN FI
79 ml
89 ml
Investimenti
programmati per
FI
Investimenti
programmati per
R&S
Investimenti in FI
in corso di
attuazione/attuati
ITALIA
68.500 ml
SUD
49.699 ml
49.222 ml
3.574 ml
35.889 ml
534 ml
2.919 ml
2.882 ml
353 ml
356 ml
2.353 ml
127 ml
48 ml
230 ml
Costo totale
programmato
Investimenti
programmati per
R&S
Investimenti
programmati per
FI
Investimenti in FI
in corso di
attuazione/attuati
Investimento
programato
Investimenti
programmati per
R&S
Investimenti
programmati per
FI
Investimenti in FI
in corso di
attuazione/attuati
Le iniziative in corso di attuazione
70,9M€
= 56% di 126,7M€
Centro
Sud
55,8M€
= 44% di 126,7M€
48,9M€
30,0M€
+
40
22,0M€
25,8M€
2002
2003
-
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
Marche
Promotore
Regione Marche
In corso di attuazione
Emilia Romagna
Campania
Regione Emilia
Regione Campania
Romagna
Attuato
Lazio
Puglia
Regione Puglia -
INNOVATIVA
Regione Lazio
assessorato Industria
Commercio e
Artigianato
Gestore
Bando di gara
SGR Individuato
Bando di gara
Bando di selezione
Filas SpA, finanziarie
tramite gara
(temporaneamente
per l’affidamento a
di sviluppo
sospeso)
sogetti diversi
(banche e società
finanziarie)
Dimensione
-
-
-
-
18,92
Remunerazione
-
-
-
-
-
Partecipazione
1,16
5,38
25,82
22,0
12,52
-
-
-
-
6,4
seed, start-up,
PMI seed e strat-up
PMI intenzionate ad
PMI ad alto conte-
PMI ad alto
expansion financing,
high tech
effettuare progetti
nuto tecnologico
contenuto tecnologico
innovativi
seed e start-up
seed e start-up
high tech
high tech
Fondo (ML€)
Publica (ML€)
Partecipazione
Privata al fondo
(ML€)
Asset allocation
LBO in iniziative ad
elevato contenuto
tecnologico
Investimenti
Contributo pubblico
partecipazione min.
Investimenti di
Partecipazioni minori-
(Min/max) e
inferiore al 20% del
30%, max 50%
minoranza
tarie e temporanee
(max 5 anni)
durata
-
capitale di rischio
comunque non
versato, inferiore
superiore a
non oltre il 49%);
comunque a
100.000,00 ?
durata massima 5anni;
160.000 €. Partecipa-
(importo massimo
partecipazione media
zioni tra il 30% e il
500.000 € - massima
45%. Durata min
750.000 €
3 anni
Note:
Puglia: si prevede una partecipazione privata al Fondo superiore al 30%
Emilia-Romagna: sono previsti ulteriori 5,153 ML€ a partire dal 31/12/2004
La dimensione dei fondi di Marche e Emilia Romagna è stimata pari a 30 ML€, non essendo ancora disponibile il dato
ufficiale
Fonte: Documenti di Programmazione della Spesa a valere sui fondi comunitari 1994-1999 e 2000-2006
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
41
Capitolo 1
1.6 Le iniziative regionali di capitale di rischio
In questa sezione vengono prese in considerazione quelle iniziative regionali che
prevedono la costituzione di Fondi Mobiliari Chiusi per il sostegno alla capitalizzazione delle imprese. I valori vengono ripartiti a seconda che le iniziative siano in fase di
autorizzazione o se invece siano già state attuate. Ad oggi tre sono le iniziative regionali di capitale di rischio. Esse sono:
Fondo Next (Regione Lombardia);
Fondo Politekne (Regione Lombardia);
Fondo Sicilia (Regione Sicilia).
Il Fondo Next e il Fondo Politekne sono iniziative già avviate, mentre il Fondo
Regione Sicilia è ancora in corso di attuazione. Queste iniziative, promosse a livello regionale, sono volte a promuovere lo sviluppo delle PMI locali che offrono elevati potenziali
di sviluppo in quegli ambiti innovativi considerati strategici all’interno della crescita economica della regione alla quale si riferiscono. Esiste inoltre un’iniziativa denominata
“Barbagia Fund”, sponsorizzata dall’API sarda. Ad oggi tale iniziativa è oggetto di considerazione da parte della Regione Sardegna e la Provincia di Nuoro e risulta essere solo in
fase di programmazione e perciò non viene considerata in questa sede.
L’ammontare totale competente alle tre iniziative regionali è pari a 110 milioni di euro.
2003
110M€
Nord
Sud
3 iniziative
2 iniziative
80M€
2 iniziative
80M€
Politekne
80M€
NEXT
Politekne
30M€
30M€
Fondo
Regione
Sicilia
Programmati
Attuati
1 iniziativa
Fondo
Regione
Sicilia
Next
In corso di attuazione
Attuati
L’iniziativa della Lombardia
Finlombarda Gestioni SGR nasce nell’Aprile 2001. I soci sono la Regione Lombardia,
il Consorzio Politecnico Innovazione e la Camera di Commercio di Milano. Il capitale
sociale ammonta a 1,75 milioni di euro.
FONDO NEXT
Next è un Fondo di Fondi chiusi riservato ad investitori qualificati, istituito e gestito da Finlombarda Gestioni SGR. Il Fondo ha una durata massima pari a 14 anni e una
dotazione finanziaria di 60 milioni di Euro. A garanzia degli investitori è fornito dalla
42
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
Regione Lombardia un Fondo 100di Garanzia per un importo pari a 20 milioni di Euro.
La finalità di Next è l’investimento in strumenti finanziari non quotati, con l’obiettivo
di incrementare nel tempo, attraverso la gestione professionale del patrimonio del
fondo, il valore dei capitali conferiti.
L’orientamento del fondo è rappresentato da:
promozione, sviluppo e sostegno, attraverso l’investimento finanziario, della
ricerca e dell’innovazione scientifica, intervenendo in tutti i segmenti del VC,
mediante l’attivazione di un meccanismo di leva finanziaria tra investitori istituzionali, amministrazione pubblica e sistema imprenditoriale;
attivazione di una collaborazione con le imprese target finalizzata alla creazione
di un network di contatti attivati presso la comunità scientifica, economica e
finanziaria per apportare alle target companies: vantaggi per una gestione professionale e manageriale, miglioramento dello standing creditizio, capacità di
attrazione di management esperto, accelerazione dell’internazionalizzazione dell’impresa.
FONDO POLITEKNE
Il fondo POLITEKNE è un fondo comune di investimento mobiliare chiuso, riservato
ad investitori qualificati, istituito e gestito da Finlombarda Gestioni SGR. La durata del
fondo è pari a 10 anni e la dotazione di 20 milioni di Euro.
Politekne è il primo fondo di venture Capital universitario dedicato all’Università
Politecnico di Milano. Il progetto è stato ideato da Finlombarda Gestioni SGR in collaborazione con il Consorzio Politecnico innovazione per trasformare la conoscenza
scientifica maturata all’interno dell’ateneo in valore d’impresa. Soggetto chiave di tale
progetto è proprio il Politecnico di Milano, principale università tecnica in Italia (8
facoltà, 18 dipartimenti, 150 laboratori ed un network di 7 campus).
Il fondo è rivolto a sostenere lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione scientifica,
intervenendo in collaborazione con la comunità scientifica, economica e finanziaria per
apportare vantaggi gestionali alle target companies.
L’iniziativa della Sicilia
FONDO REGIONE SICILIA
La Regione Sicilia ha di recente ipotizzato la costituzione di un fondo mobiliare
chiuso, riservato ad investitori qualificati. La partecipazione prevista nel fondo da parte
della Regione è pari al 50% del capitale sottoscritto.
La quota rimanente sarà sottoscritta da soggetti privati. La finalità del fondo è l’investimento nel capitale di imprese siciliane che, in relazione al settore in cui operano,
presentano elevate prospettive di sviluppo.
L’ammontare del fondo sarà pari a 30 milioni di Euro.
L’orientamento del fondo è finalizzato a valorizzare l’imprenditoria nella Regione
Sicilia, offrendo occasioni di sviluppo per la creazione di nuove attività d’impresa nel
territorio regionale; a usufruire del vantaggio di una gestione professionale del proces-
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
43
Capitolo 1
so di investimento da parte della management company; a permettere ai soggetti finanziatori privati di valutare positivamente le prospettive economiche dell’investimento in
modo tale da indurre ad orientare le loro strategie di investimento verso i settori rientranti nelle priorità di sviluppo regionali.
Iniziative Regionali di Fondi Mobiliari Chiusi
Lombardia
Next
Sicilia
Fondo Regione
Politekne
Promotore
Regione Lombardia
Regione Lombardia
Regione Sicilia
Gestore
Finlombarda Gestioni SGR
Finlombarda Gestioni SGR
n.d.
Dimensione
60
20
30
Subscription fee: 1%; mangement
Subscription fee: 0%; management
0
fee: 2%; carried interest
fee: 2,5%; carried interest
20
-
15
60
20
15
PMI lombarde operanti nei settori
PMI nel campo di nuove
n.d.
delle biotecnologie, elettro-
tecnologie, comunicazioni, infor-
Fondo (ML€)
Remunerazione
Partecipazione
Pubblica (ML€)
Partecipazione
Privata al fondo
(ML€)
Asset allocation
meccanica, tessile, chimica, disegno
matica, industria aerospaziale,
industriali e tecnologie ambientali,
biotecnologie
robotiche, intelligenza artificiale
ed isole robotizzate, tecnologie industriali nei trasporti a low-zero
emission nella fase early stage
Investimenti
Almeno 50% delle risorse viene
Partecipazione complessive in ogni
(Min/max) e
investito in fondi di venture capital
singola target non superiore al 15%
che, per regolamento, investono
dell’ammontare del fondo; almeno
in aziende con forte carattezziza-
il 50% delle risorse del fondo
durata
zione in termini di tecnologie,
viene investito in aziende con forte
prodotti, mercati e organizzazione;
carattezzizazione in termini di
investimento max: 50% del fondo
tecnologie, prodotti, mercati
n.d.
direttamente in PMI
44
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
1.7 Altre iniziative istituzionali di venture capital
Altre Iniziative istituzionali: le SGR a capitale ridotto
Nell’ambito del regolamento Banca d’Italia relativo alla costituzione di SGR a capitale ridotto, a due anni di distanza dall’approvazione della normativa indicata si possono individuare alcune iniziative in stato di realizzazione.
Da un monitoraggio sullo stato di avanzamento di tali iniziative, è possibile individuarne due in fase di studio preliminare e tre in fase avanzata.
In particolare, si citano, come iniziative in fase di studio:
I3P – Incubatore Politecnico di Torino, che ha manifestato l’intenzione di avviare la procedura di autorizzazione per una SGR a capitale ridotto, per la gestione
di un fondo di investimento focalizzato su meccanica e nuovi materiali;
la Camera di Commercio di Pisa, che ha manifestato l’intenzione di lanciare un
fondo di investimento per imprese innovative. Il progetto prevede una fase in cui
sia costituita una SGR a capitale ridotto a cui parteciperanno l’Università di Pisa,
la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale. In seguito si prevede la creazione di un fondo chiuso, con la partecipazione anche di altri soggetti, che possa
finanziare progetti anche con importi inferiori ai 500.000 €.
Per quanto riguarda invece le iniziative in fase avanzata, nella seguente parte si farà
riferimento alle seguenti SGR, tutte in corso di autorizzazione da parte della Banca d’Italia:
Quantica SGR (Fondo Principia);
Galileo SGR (Fondi Seed, Digital Energy Material Technologies e Life);
Med Venture SGR (Fondo Med Venture).
Allo stato attuale si sono rilevate cinque iniziative per un ammontare totale pari a
75 ML€.
50M€
25M€
4 iniziative
2003
Nord
Sud
Digital
Energy
Seed
Life
1 iniziativa
Med
Venture
Principia
In corso di autorizzazione
Autorizzato
Quantica SGR – Il Fondo “Principia”
Quantica SGR è una Società di Gestione del Risparmio dedicata esclusivamente alla
gestione di fondi chiusi di investimento riservati per attività di venture capital.
La SGR, per missione è rivolta al finanziamento degli spin-off da ricerca e delle imprese ad alto contenuto tecnologico che necessitano di investimenti fino a 2,5 milioni di Euro.
Gli azionisti di Quantica sono:
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
45
Capitolo 1
51% Rete Ventures S.c.r.l. [Sede: Genova] (Rete Ventures è a sua volta partecipata al 49% da INFM –Istituto Nazionale Fisica della Materia [Sede: Genova], con
la recente riforma degli enti di ricerca l’INFM è stato integrato nel CNR (Consiglio
Nazionale delle Ricerche); al 35% da INSTM – Consorzio interuniversitario
Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali [Sede: Firenze]; al 16% da
CSGI – Consorzio interuniversitario per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase
– [Sede: Firenze]). Rete Ventures è una società per il trasferimento tecnologico la
cui missione si esplicita nella valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica
attraverso l’individuazione di applicazioni industriali innovative.
49% Management Team
FONDO PRINCIPIA
Il fondo è focalizzato su start up tecnologici, spin-off da ricerca, piccole e medie
imprese già avviate o da avviare, ad alto contenuto tecnologico e caratterizzate da un
orientamento all’innovazione, ha una dotazione di 25 milioni di Euro e una durata di 8
anni. Gli investimenti sono focalizzati sul territorio italiano e la strategia di intervento
per la creazione di valore avviene su due livelli:
seed financing: investimenti in idee innovative che risultino da attività di ricerca che richiedono, per la nascita di impresa, supporto finanziario e manageriale,
in un periodo precedente a quello di azione tipico del venture capital. L’obiettivo
dell’intervento è la partecipazione alla costituzione di nuove imprese e il supporto delle prime fasi di vita delle stesse;
start up e first stage: investimenti in realtà in essere ad alto potenziale di crescita e frutto di precedenti spin-off, ma con ulteriori esigenze si supporto finanziario e manageriale per l’affermazione sul mercato.
Galileo SGR – I Fondi “Seed”, “Digital Energy Material Technologies” e “Life”
Galileo SGR nasce come società dedicata alla promozione, organizzazione e gestione di fondi comuni di investimento mobiliari chiusi finalizzati alla promozione e al
finanziamento dell’innovazione. La compagine è così composta:
28% Università di Padova (11%) , Università di Trieste, Università di Udine,
Università di Verona, Università di Trento, Università di Venezia;
23% Parco Galileo (11%), Parco STAR, Parco VEGA, Veneto Inn Spa;
16% Unindustria (SEI Spa Unind PD, Confidi Trento, Unindustria Trento, Confidi
Bolzano, Unindustria Treviso, Unindustria Udine)
15% E-Venture
18% Infracom, Banca Popolare Verona Novara, Banca Antonveneta, Cassa di
Risparmio di Padova e Rovigo.
In particolare, i fattori caratteristici della Galileo sono i seguenti:
rappresenta una delle prime società di gestione controllata da una università e da un PST;
tende a valorizzare il meglio della ricerca (Università), dell’esperienza imprenditoriale (Unindustria), dell’innovazione (PST Galileo) e della finanza innovativa (EVenture).
46
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
Galileo gestirà una struttura multi-comparto, della dotazione (ex lege) di 25 milioni
di Euro, suddivisa in tre fondi:
un fondo di seed capital, con una dotazione di 5 milioni di Euro, dedicato ad iniziative di valorizzazione della proprietà intellettuale sviluppata all’interno
dell’Università, dei Centri di ricerca o all’interno di imprese in collaborazione con
il sistema della ricerca;
un fondo definito di “Digital Energy Material Technologies”, con una dotazione
di 12 milioni di Euro, dedicato ad applicazioni specifiche di questo settore;
un fondo denominato “Life”, con una dotazione di 8 milioni di Euro, dedicato a
scienze della vita e alla farmaceutica.
Med Venture SGR - Il Fondo “Med Venture”
Così come Galileo SGR, anche Med Venture SGR nasce come società dedicata alla
promozione, organizzazione e gestione di fondi comuni di investimento mobiliari chiusi finalizzati alla promozione e al finanziamento dell’innovazione.
Attualmente, il capitale sociale della SGR ammonta a 100.000,00 Euro.
Gli azionisti, ad oggi, sono i seguenti:
51% Consorzio 21;
24.1% Sfirs (Finanziaria di sviluppo);
15% E-Venture;
4.95% Confindustria;
4.95% Api Sarda.
La partecipazione del Consorzio 21 è potrebbe ridursi al 30% qualora le Università
di Cagliari e Sassari decidano di aderire all’iniziativa. Possibile anche un aumento di
capitale, volto a favorire l’ingresso di nuovi soci.
FONDO MED VENTURE
Med Venture SGR gestirà un fondo di investimento mobiliari di tipo chiuso, riservato al finanziamento dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo industriale delle proprietà intellettuali.
Il patrimonio iniziale a disposizione, pari a 25 milioni di Euro, permetterà al fondo
di sostenere, secondo le previsioni, circa 25 investimenti.
I finanziamenti dei progetti di ricerca e delle imprese innovative avverranno sotto
forma di partecipazione, con quote comprese tra il 10% e l’80% del capitale delle società target.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
47
Capitolo 1
Sintesi delle SGR a capitale ridotto
Seed
Promotore
Galileo SGR
Digital Energy
material technologies
Life
Med Venture SGR
Med Venture
30% Università di
30% Università di
30% Università di
Consorzio 21, SFIRS,
Padova; 30% PST
Padova; 30% PST
Padova; 30% PST
E-Venture, Confindustria, Api Sarda
Quantica SGR
Principia
Quantica SGR
Galileo; 20% Unin-
Galileo; 20% Unin-
Galileo; 20% Unin-
dustria Padova; 20%
dustria Padova;
dustria Padova;
20% E-Venture
20% E-Venture
E-Venture
Gestore
Galileo SGR
Galileo SGR
Galileo SGR
Med Venture SGR
Quantica SGR
Dimensione
5
12
8
25
25
-
-
-
-
Fondo (ML€)
Remunerazione
20% del capital gain,
con un risultato minimo prefissato a favore
dell’investitore pari al
5% annuo composto
applicato all’ammontare sottoscritto e
versato
Partecipazione
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Start-up in collabora-
PMI operanti nel
PMI operanti nel
Imprese sarde ad
Start up tecnologici,
zione con università
settore delle “digital
settore di scienze
elevato contenuto
spin-off da ricerca,
energy material
della vita e
tecnologico per pro-
PMI già avviate o
technologies”
farmaceutica
muovere progetti di
da avviare ad lato
innovazione tecnolo-
contenuto innovativo
Publica (ML€)
Partecipazione
Privata al fondo
(ML€)
Asset allocation
gica e sviluppo
(25% in aree
industriale delle
Obiettivo 1e 2
proprietà intellettuali
Investimenti
(Min/max) e
durata
-
-
-
I finanziamenti
Investimento medio
avvengono sotto-
seed capital 500.000€;
forma di partecipa-
investimento max.
zioni comprese tra
start-up e first stage
il 10% e 80%. La
financing 3 ML€;
dimensione del fondo
durata media 3/5 anni;
dovrebbe consentire
durata del fondo 8
circa 25 investimenti.
anni dalla fine chiusura
delle sottoscrizioni,
salvo proroga non
superiore a 2 anni
Note: tutte le iniziative sono in corso di autorizzazione da parte della Banca d’Italia
48
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
1.8 Quadro di sintesi di tutte le iniziative istituzionali di venture
capital in Italia
Delle 38 iniziative in programma, 16 sono state attuate tramite finanziamento da
parte del Fondo Europeo degli Investimenti. Esse ricevono dal FEI 278 ML€, pari al 23%
della dotazione finanziaria totale (1.192 ML€).
L’analisi delle misure di intervento cosiddette di “finanza innovativa o ingegneria
finanziaria” (secondo la terminologia adottata dal Regolamento CE 1685/2000) che prevedono iniziative di capitale di rischio, evidenzia un impegno programmato per un
ammontare stimabile pari a 534 ML€. La stima avviene ipotizzando pari a 30 ML€ la
dimensione finanziaria di quelle azioni di cui non si dispone del dato ufficiale.
Delle 14 iniziative censite in tal senso, solo quattro risultano in “stato di attuazione”
(Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia) per un importo complessivo di 108 ML€
e sola una effettivamente attuata (Lazio), la cui dimensione finanziaria è pari a 19 ML€.
Per quanto riguarda le iniziative intraprese a livello regionale, delle tre programmate due sono state attuate (Next e Politekne) per un importo totale di 80 ML€ ed una è
ancora in fase di attuazione (Fondo Regione Sicilia, 30 ML€).
Cinque sono le iniziative da parte di SGR (Principia, Seed, Digital Energy Material
Technologies, Life e Med Venture) per un importo totale di 75 ML€. Le società che gestiscono tali Fondi sono in attesa di autorizzazione da parte della Banca d’Italia, con l’eccezione di Principia (25ML€), fondo gestito da Quantica SGR, il cui regolamento è stato
autorizzato all’inizio del mese di settembre 2003.
Tutti i fondi, eccezion fatta per quelli finanziati dal FEI, investono solo sul territorio italiano. Il numero delle iniziative programmate operanti in Italia può essere quindi
stimato pari a 22, per un importo complessivo di 719 ML€. Di queste solo tre risultano
attuate (Lazio, Next, Politekne) per un importo totale pari a 99 ML€.
Quadro di sintesi di tutte le iniziative
FEI
ITALIA
Privato
Pubblico
719M€
914
534M€
348
178
110M€
108M€
278
99M€
356
79
30M€
29
19M€
N°
Programmato
16
FEI
In corso di
attuazione
16
4
FESR
371
95
1
6
13
Attuato
15
Programmato
15
15
In corso di
attuazione
3
1
2
REGIONAL
86
80
Attuato
50
25
Programmato= Attuato=
ProgramIn corso di autorizzazione*
mato
autorizzazione*
4
1
SGR
373
Attuato
N°
22
3
TOTALE ITALIA
Nota: * = in attesa di autorizzazione da parte della Banca d’Italia
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
49
Capitolo 1
In sintesi, delle 38 iniziative programmate, 13 iniziative sono state attuate o sono in
corso di attuazione:
4 sono in “stato di attuazione” nell’ambito delle 14 iniziative censite nella programmazione dei fondi strutturali (Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia)
per un importo complessivo di 108 ML€;
2 delle 3 iniziative censite a livello regionale sono state attuate (Next e Politekne)
per un importo totale di 80 ML€ e con una partecipazione pubblica di 20 ML€,
tramite la costituzione di un fondo di garanzia a supporto del fondo Next;
le 5 iniziative da parte di SGR (Principia, Seed, Digital Energy Material Technologies,
Life e Med Venture) per un importo totale di 75 ML€ di risorse private.
70
Next
Nord
Dimensione fondo (M€)
60
Centro
Sud
50
40
30
20
10
Marche
Principia
Emilia Romagna
Sicilia
Puglia
Med Venture
Politekne
Campania
Lazio
Digital
Life
Seed
0
0%
20%
40%
60%
80%
100%
PARTECIPAZIONE PUBBLICA (% su TOT)
1.9 Benchmark europeo di programmi di venture capital
La finanza innovativa: le iniziative nazionali degli ultimi anni
Sulla scia del “Primo Piano d’azione per l’Innovazione in Europa”, lanciato dalla
Commissione Europea nel 1996, è stato istituito il cosiddetto “European Trend Chart on
Innovation”, strumento informativo destinato principalmente ai policy makers per la
programmazione di misure di intervento per l’innovazione.
Questa iniziativa è portata avanti dalla Direzione “Innovazione” della DG Imprese
della Commissione Europea e consiste nel fornire informazioni, benchmark, best practices, statistiche sulle performance e i trend delle politiche innovative.
Oltre alla costituzione e allo sviluppo dell’imprenditorialità, alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale e al trasferimento delle tecnologie, viene posta particolare
attenzione alle iniziative di Finanza Innovativa istituite negli Stati membri.
Il “Trend Report - Innovation Financing” presenta una rassegna sulla base del monitoraggio di un centinaio di iniziative pubbliche di finanziamento a favore di imprese
innovative. Ne risulta un ampio ventaglio di interventi: sovvenzioni, partecipazioni al
capitale, finanziamenti agevolativi, abbuoni d’interesse, agevolazioni fiscali, regimi di
garanzie, servizio di intermediazione con i Business Angels e equity investment. Il
monitoraggio è esteso non solo agli Stati membri dell’UE, ma anche ai paesi dello
Spazio Economico Europeo, ai paesi candidati all’adesione e a Israele.
50
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
Numerose sono le iniziative poste in essere per lo sviluppo del venture capital: regimi di garanzie per i venture capitalist, agevolazioni fiscali a favore degli investitori,
sostegno finanziario ai fondi di Venture capital.
Per quanto utile ed interessante, il censimento non risulta, tuttavia, esaustivo di tutte
le iniziative di finanza innovativa attuate negli Stati membri: il benchmark viene realizzato sulla base delle segnalazioni delle amministrazioni nazionali, e quindi possono
essere incomplete.
L’Italia sembra prediligere strumenti di promozione delle politiche per l’innovazione
più tradizionali, come gli incentivi fiscali e i finanziamenti agevolati, al contrario di
altri Stati membri dell’UE, che dimostrano, come Austria e Germania, una maggiore
attenzione a favore del venture capital di iniziativa pubblica.
Misure di sostegno al venture capital istituite dal 1998
Sulla base del censimento del Trend Report sono stati rilevati 48 interventi di sostegno al venture capital istituite dal 1990 (si vedano le tabelle successive). Gli strumenti di incentivazione previsti dalle amministrazioni nazionali e regionali riguardano i
business angels, i meccanismi di garanzia di un rendimento minimo (equity guarantee),
la partecipazione del capitale (equity), i fondi di capitale di rischio, le agevolazioni fiscali per gli operatori e gli incentivi al credito. Tra gli incentivi al credito sono ricompresi
agevolazioni in conto interessi, agevolazioni dirette alle società di capitale di rischio, prestiti partecipativi e strumenti di semi-equity per la ristrutturazione del debito.
Dal censimento non si rileva nessuna esperienza italiana, mentre Stati come Austria,
Germania e Regno Unito hanno mostrato un maggiore interesse verso il settore.
Ripartizione per stato membro
delle iniziative a favore del
venture capital censite
Regno Unito
10%
Spagna
2%
Peso degli strumenti di incentivazione del
venture capital sul total delle iniziative
censite a favore del venture capital
Svezia
2%
Equity Guarantees
21%
Austria
20%
Portogallo
8%
Norvegia
4%
Paesi Bassi
4%
Belgio
11%
Lussemburgo
2%
Israele
4%
Irlanda
2%
Danimarca
4%
Grecia
6%
Germania
11%
Francia
6%
Finlandia
4%
Equity
48%
Business angels
13%
Incentivi al credito
10%
Incentivi fiscali
8%
Legenda:
Equity: partecipazione al capitale delle imprese beneficiarie, incentivi per la costituzione di fondi di capitale di rischio.
Fonte: DG Enterprises, Euroepan Trend Chart on Innovation, thematic report “Innovation Financing ” October 2002
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
51
Capitolo 1
Rassegna delle iniziative per il venture capital
Stato
Business
Angels
Equity
Guarantees
Austria
-
-
Tipologia di intervento
Incentivi
Equity
Fiscali
-
-
Incentivi
Credito
Data
Beneficiari
Seed financing
1989
PMI anche industriali
program
(Venture capital
program)
Ideas and
1996
investments
grandi imprese, anche industriali;
mangagers; PMI anche industriali
burges/young
1977
entrepreneurs pro-
Persone fisiche;
PMI anche industriali
gramme and equity
capital guarantees
Technology
1998
financing program
Fondi di venture capital;
PMI industriali
for SME - ERP
Burges equity
1997
PMI anche industriali; individui
1997
Imprese locali (Voralberg) con
capital guarantees
Austria
saving for creation
(Voralberg)
of an enterprise
prodotti innovativi e servizi e
capitale di rischio
e potenziale di crescita
Austria
Lower Austria par-
(Bassa
tecipation model,
Austria)
business start up
Austria
Equity guarantees
(Carinthia)
Regional initiative
(Stiria)
Styria
(Bruxelles)
Belgio
(Fiandre)
1998
PMI e investitori
1997
PMI anche industiali
1998
Grandi imprese anche industriali;
1998
Tutte le imprese fiamminghe
1999
Imprese che hanno beneficiati di
scheme
Austria
Belgio
start up; imprese innovative
Business
angel connect
PMI anche industriali
Business
angel network
Belgio
Fund for the indus-
(Wallonia)
trialization and
confinziamenti per la ricerca
commercialization
of the results of
research (FIRD)
Belgio
(Wallonia)
Belgio
Business
1999
PMI anche industriali; individui
1997
PMI anche industriali
1994
PMI anche industriali
angel network
Guarantees
(Wallonia)
on risk capital
Danimarca
Equity guarantees
program
State guarantees
scheme for venture
capital companies
52
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
Stato
Finlandia
Business
Angels
Equity
Guarantees
Tipologia di intervento
Incentivi
Equity
Fiscali
Incentivi
Credito
Sitra
INNOVATIVA
Data
Beneficiari
1996
Investitori privati e PMI
1996
PMI anche industriali
1982
Imprese di venture capital
- matching
service
capital funding
for companies
product
development
activities
Francia
SOFARIS Guarantee scheme
PMI anche industriali
for venture
capital companies
The puplic venture
1998
Fondi di venture capital;
1997
PMI anche industriali
1997
Grandi imprese anche industriali;
1995
PMI anche industriali
capital fund
PMI innovative
Creation of a
mutual fund
for innovation
(FCPI)
Germania
Technology venture
capital program
PMI anche industriali
BTU - Investment
capital for SME
Venture capital pro-
PMI tecnologiche, imprese e
gram of the KfW
fondi di venture caital
Business
1998
Grandi imprese anche industriali;
angel net-
PMI anche industriali
work of Germany (Band)
Futour
2000
PMI anche industriali; micro imprese giovani e tecnologiche e imprese in start-up nei nuovi lander
Grecia
Financial incen-
1997
PMI anche industiali
1998
Nuove imprese di venture capital
2000
Imprese di venture capital
tives for SMEs
Venture capital
companies
Fund for the
development of
the economy
Iralanda
Seed&di venture
Banche, venture capitalist; PMI;
capital measure
Israele
persone fisiche, manager
Yozma
1991
HEZNEK
2002
fund - support
for start-up
companies
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
53
Capitolo 1
Stato
Business
Angels
Equity
Guarantees
Tipologia di intervento
Incentivi
Equity
Fiscali
Incentivi
Credito
Data
Beneficiari
1998
PMI anche industriali
Imprese in start-up nel settore TIC
Lussem-
SME capital deve-
burgo
lopment company
Paesi
Twinning centre
1998
bassi
Industry facility
1994
PMI anche industriali
1994
Grandi imprese anche industriali;
(CD-PME)
Norvegia
Venture
capital loans
PMI anche industriale;,
persone fisiche
The seed
1997
capital funds
Grandi imprese anche industriali;
PMI anche industriale; Imprese di
venture capital; istituzioni
finanziarie e di credito
Portogallo
SINFEDEDIP -
1994
Grandi imprese anche industriali;
Financial engeering
PMI anche industriale; Imprese di
- Support for
venture capital; istituzioni
risk capital
finanziarie e di credito
SINFEDEDIP -
1994
Grandi imprese anche industriali;
Financial engineering
PMI anche industriali; Imprese di
establishment of
venture capital; istituzioni
a mutual guarantee
finanziarie e di credito
scheme
Financial innovation
2002
PMI anche industriali
2002
Grandi imprese anche industriali;
- Action B (POE)
Venture capital
syndication funds
PMI anche industriali;
(FSCR)
Regno
Corporate ven-
Unito
ture tax relief
2000
Grandi imprese desiderose di
investire in imprese più piccole
Regional venture
pending
PMI anche industriali
1995
PMI anche industriali; individui
2002
PMI anche industriali; individui
capital funds
Venture capital
trust
Community
investment tax
University challenge
Spagna
Support measure
Support
for venture capital
measure for
for new technology
venture capital
- based firms
1998
Univerità
2002
Individui
2002
PMI anche industriali
for new
technology
- based firms
Svezia
Seed financing
Fonte: DG Enterprises, Euroepan Trend Chart on Innovation, thematic report “Innovation Financing ” October 2002
54
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
Il sostegno del settore pubblico all’innovazione: le caratteristiche nazionali salienti
degli interventi del 2000
Stato
Politiche per L’innovazione
Austria
Il finanziamento dell’innovazione per imprese gia’ esistenti costituisce un elemento tradizionale della politica per
Belgio
Nel corso degli ultimi anni, tutte le strutture costituite per la finanza innovativa hanno investito in fondi di venture
l’innovazione austriaca. la spesa in r&s superiore alla media nel corso degli ultimi 3 anni è deducibile dall’imponibile.
e seed capital in partenariato con le amministrazioni pubbliche. inoltre si è constatata la tendenza delle
università ad assumere un ruolo maggiormente saliente nel mercato del capitale di rischio, finanziando imprese
spin off, operazioni che consentissero di valorizzare i risultati delle ricerche universitarie.
Danimarca
Lo strumento principale per l’innovazione (vaeksfonden), è stato ulteriormente sviluppato negli ultimi anni: da
Finlandia
L’amministrazione responsabile, il consiglio per la politica della scienza e della tecnologia, ha decretato un
semplice prestatore è diventato un “partner”
incremento delle risorse pubbliche stanziate per la ricerca per il periodo 2000-2004.
Francia
È stata introdotta una politica attiva per incentivare gli investitori privati ad investire in PMI, attraverso la creazione
del nouveau marchè, il public venture capital fund, i fonds communs de placement innovation e fondi di seed
capital regionali.
Germania
Il miglioramento delle condizioni finanziarie per l’innovazione, in particolare per le pmi, viene portato avanti
grazie ad un largo ventaglio di strumenti: il risk capita programme del kfw permette di investire (venture capital
investments) nelle pmi; finanziamenti agevolati per finanziare progetti innovativi; programma speciale per il public
venture capital reso operativo per le imprese dell’ex germania dell’est.
Grecia
Iniziative di sostegno pubblico per lo sviluppo di un’infrastruttura finanziaria per l’innovazione (sostegno alla
creazione di imprese di venture capital, fondi di mutual guarantee), in un contesto altrimenti molto conservatore.
Irlanda
Sono stati introdotti regimi per incentivare le imprese a portare avanti attivita’ di ricerca in maniera significativa e
continua.
Italia
Dal 1996, il sostegno all’innovazione viene realizzato sempre piu’ ricorrendo ad agevolazioni fiscali.
la commissione ha approvato il decreto per l’attuazione di tutti gli interventi di coordinamento, di promozione
e di implementazione delle misure a favore della ricerca e dell’innovazione nel settore industriale a valere da un
unico fondo, che raggruppa i precedenti.
Lussemburgo
Si procede al finanziamento di qualsiasi aspetto innovativo legato a servizi, prodotti, processi, mercati o idee
commerciali. inoltre, è stato introdotto un meccanismo di ammortamento accelerato per la ricerca scientifica e
tecnologica.
Paesi bassi
Se da una parte si è proceduto alla cessazione del regime di garanzia per il venture capital, dall’altra parte sono
Portogallo
I prestiti costituiscono lo strumento di finanziamento principale per le pmi. sono state introdotte misure particolari
stati introdotti fondi specifici.
a favore delle start up, sempreché contribuiscano allo sviluppo dell’innovazione e della tecnologia. è in vigore un
meccanismo di tax credit per gli investimenti in r&s.
Spagna
I sussidi e i contributi a rimborso sono gli strumenti principali utilizzati per incentivare la ricerca; le sovvenzioni
sono utilizzate per favorire i progetti di ricerca di base. inoltre, sono previste agevolazioni fiscali per le pmi, in
relazione agli investimenti nelle strutture tecnologiche e nella formazione nelle nuove tecnologie.
Svezia
l’intervento pubblico è limitato al seed e al pre seed, e all’intermediazione. i business angel sono considerati i
partner migliori negli early stage. le risorse private consentono di costituire imprese di venture capital.
Regno unito
Il settore pubblico si limita a finanziare servizi alle start up e a sostenere iniziative individuali di particolari attori
finanziari. sono state introdotte misure fiscali a favore del venture capital.
Fonte: DG Enterprises, Trend report “Innovation Finance ”November 1999 – June 2000 – July 2000 – December 2000
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
55
Capitolo 1
Nella cosiddetta “Europa delle regioni”, l’Italia* continua a rappresentare una contraddizione particolarmente importante. La spesa in Ricerca e Sviluppo (R&S) in questo
Paese è tra le più basse dell’intero sistema europeo, e le imprese italiane stentano a mantenere una leadership tecnologica che si è andata erodendo, dopo il boom degli anni
Ottanta che aveva fatto gridare al secondo miracolo economico del dopoguerra, ma che
era, almeno in parte, fondato su politiche monetarie di svalutazione competitiva e sulla
rilevanza di altri vantaggi allocativi, oggi messi a rischio dalle economie emergenti
europee ed extra-europee. L’attuale governo si è posto come obiettivo quello di portare
la spesa pubblica in R&S alla soglia, non certo ambiziosa, dell’1% del prodotto interno
lordo. Importanti cambiamenti istituzionali, come tra l’altro il riordino delle autorità di
politica per la ricerca scientifica e l’istruzione, e la creazione di un ministero per l’innovazione, sembrerebbero indicare una reale intenzione politica a muoversi in questo
senso, ma alcune decisioni sono state difficilmente accolte, o hanno trovato aperta
opposizione da parte dei principali esponenti del sistema della ricerca pubblica. In questo scenario le regioni continuano a giocare un ruolo fondamentale.
Spesa in R&S (ML€) – Ripartizione per regione al 1999 (ISTAT)
ML€
2.658
2.228
1.564
899
717
708
514
162
65
Sic
ilia
Sa
rd
eg
na
ica
ta
Ba
sil
Pu
gli
a
45
Ca
lab
ria
14
M
oli
se
Ca
m
pa
nia
Ab
ru
zz
o
La
zio
an
a
Um
br
ia
To
sc
.
Lig
ur
ilia
i
Ro a
m
ag
na
160
131
268
Em
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Fr
iul
Ve
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Tre
nt
ino
A.
A.
Lo
m
Pie
m
on
te
d'A
os
ta
143
114
11
Va
lle
447
M
ar
ch
e
287
389
Considerando la spesa complessiva dello stato italiano in R&S al 1999 (11.524 ML€),
le Regioni con la spesa maggiore sono la Lombardia (2.658 ML€, pari al 23% del totale), Lazio (2.228 ML€, pari al 19% del totale) e Piemonte (1.564 ML€, pari al 13% del
totale). Tra le Regioni del Mezzogiorno quelle con la spesa più alta risultano la
Campania (708 ML€, pari al 6%) e Sicilia (447 ML€, pari al 3,8% del totale).
56
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
INNOVATIVA
1.10 Alcuni casi europei notificati di regime di aiuto al venture capital
Alcuni casi di interventi a favore del Capitale di rischio notificati alla Commissione Europea
L’esigenza di fornire linee direttrici per la valutazione degli interventi pubblici a
favore del capitale di rischio nasce dalla progressiva e continua segnalazione ai servizi
della Commissione Europea di regimi d’aiuto istituiti dalle amministrazioni nazionali.
Alcuni di essi sono casi che hanno fatto scuola e pertanto vengono sinteticamente
illustrati di seguito:
High Technology Fund – Fondo dei fondi nel Regno Unito
Viridian Growth Fund – Fondi di Venture Capital istituiti in Irlanda del Nord –
Regno Unito
Regional Venture Capital Fund – Fondo di venture capital nel Regno Unito
Fonds publique pour le Capital Risque – Fondo dei fondi in Francia
Seed and Venture Capital Scheme – Fondo di fondi in Irlanda
University Challenge Funding – Fondi di seed venture capital
BTU Early Stage – Co-investimento e ri-finanziamento in Germania
Irlanda, Regno Unito e Francia
Veridian growth fund Regional venture
Irlanda del Nord - 2001 (GB) capital - 2001 (GB)
Promotori
Modello
Asset allocation
High technology
fund - 2000 (GB)
Fonds Publique pour le
capital risque - 1998 (FR)
Governo britannico
Governo britannico
Governo britannico
Governo francese
Fondo di venture capital
Fondi regionali di
Fondo dei fondi
Fondo dei fondi
venture capital
(12-15 anni)
Fondo che investe nelle
Fondo che investe in
Fondi specializzati nel
pmi dell’irlanda del nord
capitali di una certa entità
settore dell’high tech
Fondi chiusi (100 ml franchi
francesi di capitale) specia-
(=<500.000£) in pmi (non
lizzati ad investire in imprese
high tech) localizzate in
innovative sul mercato da
tutte le regioni inglesi,
meno di 7 anni
esclusa londra
Dotazione
10 ml di sterline
circa 300 ml di sterline (468
finanziaria
(15,6 meuro)
meuro) da versare in 3 anni
- 3.34 ml di sterline
circa 17% governo;
Risorse pubbliche:
- ministero (deti);
circa 83% risorse private
da 13,3% a 50%
Selezione a seguito di gara
Selezione di un gestore
Sottoscrizione
20 ml di sterline (31 meuro)
600 ml franchi francesi
(91.4 meuro)
50% bei
- 3.33 ml di sterline bei;
- 2 ml di sterline viridian
group plc; 1,33 ml di
sterline fondi pensione
Gestione
Cassa depositi e prestiti
privato mediante gara
Remunerazione
Garanzia a privati del rendi-
Garanzia a privati di un
mento minimo irr= 12%
rendimento minimo del 10%
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
57
Capitolo 1
Veridian growth fund Regional venture
Irlanda del Nord - 2001 (GB) capital - 2001 (GB)
Procedura della
High technology
fund - 2000 (GB)
Fonds Publique pour le
capital risque - 1998 (FR)
Aiuto autorizzato dalla
Avvio di una procedura
Aiuto autorizzato dalla
commissione
commissione al termine
d’indagine ai sensi
commissione al termine
ai sensi della
della procedura d’indagine
dell’articolo 88.2 del trattato
della procedura d’indagine
normativa sugli
(febbraio 2001)
(agosto 2000)
aiuti di stato
- Irlanda del nord è un’area
- configura aiuto agli
principale della
ex 87.3a del trattato ce
investitori privati, alle pmi
implica una distorsione
decisione della
- il meccanismo previsto
beneficiari, ai fondi regionali;
della concorrenza limitata
al minimo necessario;
Motivazione
commissione
- il meccanismo previsto
implica una distorsione
- non sono chiari l’utilità dei
della concorrenza limitata
fondi, la tipologia delle
- il fondo sottoscrive
al minimo necessario
spese ammissibili;
quote minoritarie degli altri
- la limitazione delle gare
fondi alle stesse condizioni
di selezione potrebbe pro-
degli altri investitori;
spettare violazione del diritto
- sono previsti incentivi di
di stabilimento e/o della
performance per il gestore;
libera circolazione dei capitali
- le decisioni d’investimento
rispondono a criteri
Irlanda, Regno Unito e Germania
Promotori
Seed and venture capital
fund scheme - 2000 (IRL)
University challenge
funding - 1998 (GB)
BTU Early stage
2001 (GER)
Governo irlandese
Partenariato tra Governo britannico
Tbg e KfW
e 2 enti non profit (Wellcome Trust
e Gatsby Foundation)
Modello
Fondo di fondi
Fondi di seed venture capital
Co-investimento (tbg) e
Fondi privati di seed&venture capital
Venture capital seed funds volti a
Venture capital che investono in
che investono in PMI tecnologiche
trasformare la ricerca universitaria in
PMI innovative tecnologiche
in early stage; il fondo sottoscrive
progetti imprenditoriali e a promuo-
con meno di 6 mesi
quote minoritarie degli altri fondi
vere progetti di spin-out universitari
Finanziamento “pre-seed” e “seed”
alle stesse condizioni degli
Il seed fund investe dal 20% al 40%
sino a 150.000€ per impresa a
altri investitori;
del capitale di rischio dello
condizione che la start-up sia
ri-finanziamento (KfW)
Asset allocation
spin-out fino ad un massimo di
cooperante con un coaching
250.000£ per progetto
investor (funzione di supporto)
Dotazione
178 ml euro per il
50 ml di sterline di cui
15 ml euro per il
finanziaria
settennio 2000-2006
20 di apporto pubblico
biennio 2001-2002
Sottoscrizione
Gestione
Remunerazione
Risorse pubbliche da 30% a 50%
Selezione a seguito di gara
Selezione dei raggruppamenti di
Tbg (partecipata della
università effettuata da esperti
Deutsche Ausgleichsbank)
Parità di trattamento tra
Proprietà dei progetti suddivisa in un
pubblico e privati
rapporto 60 a 40 tra università
e ricercatori
58
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
FINANZA
Seed and venture capital
fund scheme - 2000 (IRL)
Procedura della
commissione
University challenge
funding - 1998 (GB)
INNOVATIVA
BTU Early stage
2001 (GER)
Aiuto autorizzato dalla
commissione (Ottobre 2000)
ai sensi della
normativa sugli
aiuti di stato
le decisioni d’investimento
Motivazione
principale della
rispondono a criteri di mercato
decisione della
e sono prese da investitori privati
commissione
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
59
CAPITOLO 2
POLITICHE REGIONALI PER LA R&S
2.1 Premessa - un laboratorio chiamato Italia
L’obiettivo di questo capitolo* è quello di fornire un quadro di sintesi sulle politiche
adottate in Italia, a livello regionale, per il sostegno e la promozione della R&S e dell’innovazione.
Ovviamente, data la vastità dell’argomento, la difficoltà di lavorare con categorie
concettuali dal significato non univoco, e la mancanza di elenchi o banche date ufficiali, la rassegna che di seguito viene presentata non ha la pretesa dell’esaustività.
Tuttavia, il lavoro svolto può essere considerato ben più che un primo sforzo di classificazione dei principali strumenti e di raccolta di informazioni.
Da una prima analisi emerge come le varie regioni abbiano scelto una pluralità di
approcci per quanto riguarda il supporto all’innovazione, al trasferimento tecnologico e
al sostegno del sistema regionale della ricerca. Le cause di tale varietà di comportamenti sono da individuare negli elementi sottoelencati.
A. I DIVERSI CONTESTI POLITICO-ISTITUZIONALI
ED IL DIVERSO GRADO DI AUTONOMIA REGIONALE
Le cinque regioni a statuto speciale hanno maggiori margini di manovra, quali tra
l’altro la possibilità di allocare direttamente finanziamenti alle imprese, e la loro esperienza può rappresentare un esempio in questa fase di progressiva decentralizzazione
delle competenze di pianificazione e federalismo.
B. LA DIVERSA DISPONIBILITA’ DI RISORSE ECONOMICHE
Questa dimensione contribuisce a definire le possibilità ed i vincoli delle politiche
regionali, così come gli ambiti di investimento ammissibili. Particolarmente rilevante è
a questo proposito la distinzione tra regioni cosiddette “Obiettivo 1”. Per queste zone,
forme di intervento comunitario, applicate con direttive sia nazionali che regionali,
hanno imposto la definizione di un piano regionale per l’innovazione e la ricerca scientifica, mobilitando ingenti somme di denaro pubblico non disponibili presso altre realtà.
C. I DIVERSI CONTESTI SOCIO-ECONOMICI
Le tradizioni imprenditoriali ed industriali già presenti sul territorio regionale hanno
condizionato le scelte a sostegno dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, per
affrontare problemi specifici delle singole realtà. Obiettivi di lungo periodo hanno dovu* Predisposto con la collaborazione dell’In-Lab della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
61
Capitolo 2
to confrontarsi con problematiche e possibilità immediate della piccola e grande
impresa locale, e la loro capacità di diventare soggetto attivo nella negoziazione delle
politiche.
D. LA DIVERSA CAPACITA’ DI ANALISI, PROGRAMMAZIONE ED IMPLEMENTAZIONE
Sebbene i comportamenti a livello regionali siano anche frutto di impostazioni derivanti dal livello nazionale ed europeo, è piuttosto ampio il margine di manovra con cui
operano le varie amministrazioni, in particolare per quanto riguarda l’applicazione di
programmi europei e nazionali e la definizione di priorità e soggetti interlocutori.
E. I SOGGETTI DI RIFERIMENTO PER LA PIANIFICAZIONE REGIONALE
E PER IL SISTEMA DELLA R&S
Soggetti forti nella definizione delle scelte programmatiche sono stati senza dubbio
anche le università, i centri di ricerca pubblici e privati. Non solo la loro presenza (o
assenza), ed i loro punti di forza e debolezza hanno condizionato le possibili applicazioni e finalità dei vari piani regionali, ma i centri di produzione della conoscenza e
delle tecnologie sono stati ascoltati nella fase di definizione delle politiche e nella fase
di attuazione delle stesse. Non solo dunque il diverso grado di eccellenza tecnologico,
ma anche una diversa capacità di interfacciarsi con il legislatore regionale ha condizionato la definizione del piano regionale per l’innovazione.
2.2 Il ruolo delle Regioni
Se da un lato, alcune decisioni effettuate a livello europeo hanno senza dubbio favorito le regioni, identificandole come il soggetto più idoneo all’applicazione di politiche
comunitarie, dall’altro, le recenti trasformazioni in senso federalista (fiscale e politica)
dello Stato italiano hanno contribuito all’identificazione delle regioni quali tassello
chiave per la pianificazione economica, e quindi anche per le politiche per l’innovazione, il trasferimento tecnologico e la ricerca.
A questo riguardo, assume grande interesse la Relazione del 2002 del Ministero delle
Attività Produttive sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive:
sono censiti 95 interventi agevolativi nazionali, di cui 24, pur non essendo abrogati,
non risultano più operativi. Dalla ricognizione risulta che il 90% delle domande, l’86%
degli investimenti attuati e il 75% delle agevolazioni approvate si concentra su 17 strumenti agevolativi. Dal 1.7.2000, con D.Lgs 112/98, sono stati trasferiti alle Regioni 23
di questi provvedimenti, tuttavia solo 16 risultano attivati.
A livello strettamente regionale, gli interventi censiti risultano 465 (con riferimento
a base normativa regionale) di cui 125 “senza informativa” in quanto non sono pervenuti dati e 35 abrogati o non operativi. Tali provvedimenti rappresentano il 15% degli
interventi (nazionali e decentrati) in termini di stanziamenti e il 10% in termini di impegni ed erogazioni.
62
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
POLITICHE
Nazionali
A
B
C
D=A-B-C
E
F
G
H
I=H/I
L=F/H
Interventi censiti
Interventi senza informativa
Interventi non operativi
Interventi oggetto dell’analisi
Di cui interventi conferiti
Stanziamenti medi 2001 ml €
N° domande 2001
N° approvazioni
% approvazioni
/000 € per approvazione
95
24
71
23
5.776
177.235
113.000
64%
51
Regionali
465
125
35
605
990
38.144
37.295
98%
27
Totale
560
125
59
376
23
6.766
215.144
150.295
70%
45
REGIONALI PER LA
Nazionali
R&S
Regionali
Totale
17%
0%
41%
19%
83%
100%
59%
81%
85%
82%
75%
15%
18%
25%
100%
100%
100%
100%
0%
100%
100%
100%
Fonte: Ministero delle Attività produttive, Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive,
Giugno 2002
Il ruolo delle Regioni – Il sostegno alla R&S
In termini di dimensionamento finanziario, gli stanziamenti dei provvedimenti
nazionali nell’arco del quadriennio 1998-2001 risultano pari a 29.820 ML€: nel 2001
equivalgono a 5.776 ML€ a fronte di stanziamenti regionali per lo stesso anno di 990
ML€. Gli interventi agevolativi regionali rappresentano pertanto solo il 15% dell’insieme dei provvedimenti censiti.
Per quanto riguarda la ricerca e sviluppo, le risorse complessivamente (intero territorio nazionale) destinate a questo obiettivo rappresentano circa il 10% del totale delle
risorse stanziate per gli interventi agevolativi, e solo l’1% a livello regionale.
Obiettivo
Nazionali
Sostegno agli investimenti
Nuova imprenditorialità
Riduzione degli squilibri territoriali di sviluppo
Ricerca e sviluppo
Internazionalizzazione
Equilibrio delle gestione finanziaria
Tutela ambientale
Razionalizzazione di settore
Calamità naturali
Servizi reali
21,1%
5,3%
13,7%
11,6%
12,6%
7,4%
4,2%
14,7%
9,5%
Interventi
Regionali Totale
35,0%
11,0%
3,0%
10,0%
20,0%
6,0%
13,9%
5,7%
-13,7%
-8,6%
-2,6%
12,6%
1,8%
-14,7%
-9,5%
Nazionali
Risorse
Regionali
11,5%
3,2%
65,2%
9,8%
3,3%
2,0%
0,6%
2,9%
1,5%
12%
39,0%
25,0%
1,0%
3,0%
9,0%
11,0%
11,0%
Totale
27,5%
21,8%
-65,2%
-8,8%
-0,3%
7,0%
10,4%
-2,9%
-1,5%
11,0%
Fonte: Ministero delle Attività produttive, Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive,
Giugno 2002
2.3 La concertazione pubblico-privata per la R&S
Particolarmente interessanti sono gli esperimenti di concertazione tra regioni, università e soggetti industriali, nell’ambito della definizione di una politica per l’innovazione. Questo approccio prevede la condivisione, tra i vari soggetti chiave, di priorità,
obiettivi e strumenti per il successo di particolari azioni di intervento sul territorio.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
63
Capitolo 2
Il connubio università e impresa. La partnership tra mondo della ricerca e sistema
industriale si presta a svariate tassonomie, in quanto sono vari gli obiettivi che un’impresa si può porre nell’ambito di un rapporto di collaborazione con il sistema della ricerca. Tali collaborazioni sono state recentemente particolarmente incoraggiate da parte
del soggetto politico nazionale. In generale si può dire che sono quattro le finalità per
cui l’industria si ripropone di interagire con l’università (Bonaccorsi e Piccaluga, 1994):
l’impresa può avere come obiettivo quello di avere accesso privilegiato ai risultati della ricerca di base più avanzati, e che (di norma) richiedono investimenti in
termini di risorse umane, strumentazioni o lassi temporali di cui l’azienda non
può disporre;
è interesse dell’impresa vedere amplificato il potenziale esplicativo dei propri strumenti di ricerca ed analisi, ed un efficiente management di risorse scarse. Il raggiungimento di questi risultati, prevede un significativo impegno in discipline di
ricerca e la definizione di modelli, a cui l’industria privata ha chiaro interesse a
contribuire, per vedere potenziato il carattere esplicativo delle varie scienze;
un terzo obiettivo è quello di ridurre i propri costi di sviluppo, esternalizzando o
collaborando su particolari progetti di ricerca applicata ai fini di raggiungere, in
tempi ragionevoli, interessanti applicazioni commerciali;
un ultimo e non trascurabile motivo, è la semplice mancanza di risorse da dedicare ad attività di ricerca e sviluppo. Sono queste situazioni residuali, dove
l’obiettivo primario non è tanto l’accumulazione di nuove conoscenze, quanto
l’impossibilità, magari temporanea, da parte dell’impresa di investire in attività di
ricerca e sviluppo.
Il sistema di ricerca pubblico e la Regione. Sia l’università che il sistema di ricerca pubblico dipendono da autorità a livello nazionale. Sebbene non ricadano nell’ambito di
competenza delle autorità regionali, centri di ricerca e universitari non rappresentano
certo un free asset di cui le amministrazioni regionali possono godere. La Regione può
giocare influenze esclusivamente indirette, ma senza dubbio importanti, in particolare
per quanto riguarda gli spazi per lo sviluppo di questi enti e per i contributi alle attività di studio e ricerca.
2.4 Le politiche regionali per la promozione della ricerca e
dell’innovazione tecnologica
Occorre segnalare che il lavoro svolto non consente allo stato attuale la formulazione
di conclusioni che siano supportate da un incrocio sistematico tra i programmi di indirizzo e le prime implementazioni dei progetti, con i punti di vista dei responsabili dell’attività di definizione e realizzazione delle politiche regionali a sostegno dell’innovazione e
del trasferimento tecnologico. Tuttavia, gli elementi raccolti sono senz’altro sufficienti per
descrivere la varietà di approcci adottati a livello regionale, evidenziare le principali differenze e similarità, effettuare esercizi di benchmarking e di raccolta di best practice.
LIVELLO COMUNITARIO-NAZIONALE E LIVELLO REGIONALE
In generale si apprezza una crescita della sensibilità, competenza e operatività delle
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Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
POLITICHE
REGIONALI PER LA
R&S
regioni nel campo delle politiche per l’innovazione e la R&S, anche per quanto riguarda il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati in progetti di collaborazione. Non si
può tuttavia non ricordare, all’inizio di questa serie di considerazioni, che è impensabile che il dinamismo percepito a livello regionale possa in alcun modo compensare il
deficit di investimenti a livello nazionale nel campo della R&S. È noto come l’Italia
investa in R&S meno di quasi tutti gli altri paesi europei, per non parlare dei paesi avanzati extra-europei, e questa grave carenza rimane il principale punto di riflessione di
ogni seria politica della R&S e dell’innovazione nel nostro paese.
Peraltro, dal livello comunitario, specie nelle regioni Obiettivo 1, giunge una spinta
importante a migliorare e rendere più concreto un piano per l’innovazione, che deve tra
l’altro vedere anche la collaborazione e condivisione degli obiettivi con soggetti privati e partner del mondo della ricerca.
LA CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPEGNO “DICHIARATO” DELLE REGIONI
Di fatto, quasi tutte le regioni analizzate citano un esplicito interesse nei confronti
dell’innovazione e della R&S nei propri documenti programmatici, e numerose sono le
amministrazioni regionali che hanno anche predisposto uno specifico piano per l’innovazione. Tuttavia, gli obiettivi che le regioni di propongono sono abbastanza diversi tra
loro. Di seguito se ne propongono alcuni in forma stilizzata.
Intensificazione del network e upgrading delle competenze delle imprese.
Si tratta di un approccio finalizzato a fare sì che le imprese (sostanzialmente PMI)
collaborino maggiormente tra loro e con i centri di servizi e di ricerca, e che riescano ad aumentare la propria capacità di assorbimento tecnologico tramite l’assunzione di laureati. Non si mira quindi ad una diversificazione del tessuto produttivo regionale, vuoi perché quasi lo si accetta come un dato di fatto immutabile (es. Lazio) e sostanzialmente non come un elemento di debolezza (es. Marche,
Friuli), vuoi perché questo appare come l’unico obiettivo realisticamente perseguibile, almeno nel medio termine, in presenza di un debole tessuto industriale
(es. Sicilia). Si tratta del tipico approccio bottom-up.
Rafforzamento del sistema dell’offerta di ricerca scientifica e interesse nei confronti della
diversificazione produttiva verso settori innovativi.
Si tratta in questo caso di puntare maggiormente sul rafforzamento dei soggetti
produttori di ricerca, sia quelli esistenti, che di soggetti nuovi, nella speranza che
essi rappresentino il motore per la nascita/crescita di nuovi settori high-tech, sia
tramite processi di spin-off da ricerca, sia attirando dall’esterno imprese private
e laboratori (es. PA di Trento, Campania). In alcuni casi si vive come un punto di
debolezza una realtà produttiva troppo sbilanciata verso i settori tradizionali e si
vuole puntare ad una diversificazione produttiva verso quei settori dove in questo momento il sistema regionale si trova in situazioni di ritardo. In questi casi,
l’apertura alla competizione internazionale diventa il necessario terreno di “contaminazione” delle conoscenze e di verifica della propria capacità competitiva.
Approccio bilanciato offerta-domanda. Si può dire che si tratta dell’approccio di quelle regioni che probabilmente ritengono di non poter basare il proprio sviluppo
sulle presenze industriali attuali, ma che non ritengono, per motivi vari, di poter
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
65
Capitolo 2
spingere maggiormente in direzione di uno sviluppo basato sui nuovi settori
high-tech, che dovrebbe quindi passare per un rafforzamento dell’offerta di ricerca. Queste regioni, quindi, cercano di rafforzare l’offerta, ma provano a farlo in
stretta connessione ai bisogni emergenti dal sistema delle imprese (es. Toscana,
Puglia, ed in parte Campania), sfruttando una combinazione degli approcci volti
alla creazione di reti e quelli volti al rafforzamento di centri di eccellenza.
Rafforzamento e obiettivi di eccellenza. Alcune regioni (es. Emilia Romagna,
Lombardia), ritengono di poter già contare su un sistema dell’offerta scientifica e
delle imprese all’avanguardia in Italia e all’estero. Puntano quindi anch’esse ad
un approccio bilanciato, ma senza trascurare l’avvio di progetti volti al rafforzamento di specifiche realtà dell’offerta o dell’erogazione di servizi. Scelte precise
in termini di rafforzamento e creazione di punte d’eccellenza sono anche quelle
effettuate da regioni come il Piemonte con il progetto Torino Wireless. Queste
regioni hanno la possibilità di porsi obiettivi settoriali di lungo e lunghissimo
periodo, partendo da esercizi di foresight su quelle che saranno le tecnologie ed
i centri di eccellenza da mantenere in Regione.
IL RUOLO DELLA COLLABORAZIONE PUBBLICO-PRIVATA
Il caso forse più chiaro di una regione che si è posta l’obiettivo di determinare delle
discontinuità nei propri processi di innovazione, passando da fruitore a produttore di
tecnologie, basando tale strategia su collaborazioni pubblico-privato è probabilmente
quello della Campania. In questa regione si afferma la necessità che il soggetto pubblico si impegni a sostenere la profonda trasformazione connessa alla costituzione e al
radicamento di un Sistema Regionale dell’Innovazione attraverso la definizione di una
rete di alleanze istituzionali tra gli attori del processo, per la realizzazione delle priorità già identificate nel PRR. Primo risultato di questa strategia sono stati i protocolli di
intesa per la creazione dei Centri di Competenza Regionali. Si tratta di un approccio non
nuovo in senso assoluto, ma che, nel caso della Campania, sembra essere basato sulla
necessaria analisi di esperienze precedenti, al fine di evitare errori già commessi da altri.
VERSO UNO SCAVALCAMENTO DEI PARCHI
SCIENTIFICI E DEI CENTRI DI INTERMEDIAZIONE
Salvo ulteriori e più precise verifiche, sembra di assistere in numerosi casi ad uno
scavalcamento di parchi scientifici e consorzi di ricerca che anni addietro erano invece
stati individuati come soggetti in grado di svolgere compiti di regia e di coordinamento delle azioni sul territorio, in collaborazione e per conto delle istituzioni regionali. Di
fatto molto spesso tali organizzazioni hanno assunto aspetti di autoreferenzialità e
insufficiente imparzialità nelle definizione delle azioni. Si assiste quindi contemporaneamente ad un maggior protagonismo diretto delle regioni, e ad un approccio basato
sì sulla delega di responsabilità ad enti già presenti sul territorio, ma più con l’ottica del
bando, senza dunque identificare referenti stabili e non modificabili nel tempo, ma piuttosto aprendo delle finestre temporali nell’ambito delle quali i soggetti possono aggregarsi, con assetti dinamici nel tempo, su specifiche idee progettuali.
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Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
POLITICHE
REGIONALI PER LA
R&S
IL RUOLO DELL’UNIVERSITA’ E DEI CENTRI DI RICERCA PUBBLICI
A corollario del punto precedente va evidenziato il ruolo di crescente responsabilità
assunto dalle università in alcuni sistemi regionali. È il caso della Toscana (nell’ambito
del progetto Link), della Sicilia (nel caso di Catania), della Campania, ecc. Si ha cioè la
percezione che le università abbiano iniziato a svolgere direttamente delle attività (di
regia, di promozione, ecc.) che in passato esse delegavano ad altri organismi nelle quali
esse erano rappresentate, come Consorzi o parchi scientifici, non potendo o non ritenendo opportuno svolgerle in prima persona.
IL RUOLO DELLA GRANDE IMPRESA
A fronte della ben nota carenza di imprese di grandi dimensioni sul nostro territorio nazionale, in alcuni casi delle grandi imprese, magari con propri laboratori di ricerca, hanno innescato processi di sviluppo territoriale. È il caso di Stm a Catania, in un
certo senso di Tiscali a Cagliari, ed alcuni altri ancora. Spesso tali scelte dell’impresa
privata sono connesse a precedenti investimenti in ricerca da parte del settore pubblico, oppure a specifiche punte di eccellenza di laboratori di ricerca pubblici. Appare
quindi questa una tipologia di notevole interesse, applicabile peraltro in regioni di natura diversa.
I TAVOLI DI COORDINAMENTO E LE CABINE DI REGIA
Il principale risultato della concertazione tra regioni, università e imprese, dovrebbe
essere la redazione e revisione del piano regionale sull’innovazione. Infatti in quasi tutte
le regioni esaminate si è perfino codificata l’esistenza di un tavolo di coordinamento di
questo tipo. Non è però dato sapere quanto questi tavoli funzionino effettivamente. Per
esempio, fino ad ora sembrerebbe che la mancanza di un punto di raccordo o “cabina
di regia” delle politiche regionali per l’innovazione sia la più importante carenza nel
sistema dell’innovazione nel Nord Est.
Mentre in Veneto tale difficoltà è resa ancora più pesante dall’eredità di un sistema
per l’innovazione caratterizzato da un “potere diffuso”, il Friuli, dopo anni di instabilità politica, si è posto come obiettivo proprio quello della creazione di una “cabina di
regia” per le politiche per l’innovazione, a cui fare partecipare regolarmente i principali esponenti del sistema universitario e industriale regionale, nonché le più alte cariche
regionali. In alcune altre situazioni, invece, l’ente regionale si impegna direttamente
nello stabilire collaborazioni bilaterali nell’ambito dei propri obiettivi strategici, come
nel caso della collaborazione tra la PA di Trento e il Centro Ricerche Fiat.
IL DIFFICILE RUOLO DI INNOVATORI NELL’EUROPA DELLE REGIONI
Il ruolo di innovatori nel campo delle politiche regionali per l’innovazione e la R&S
non è facile. Si tratta infatti di un campo sensibile, dalla complessa e delicata social
accountability. In Toscana, per esempio, dopo l'innovativo esperimento della Rete
Regionale dell’Alta Tecnologia, i programmi sono stati ritarati su profili più tradizionali, forse più “sicuri” nel breve termine, anche se è lecito chiedersi se sapranno determinare le necessarie discontinuità in termini di competitività del sistema regionale.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
67
Capitolo 2
Un ruolo da innovatore sembra essere svolto per esempio dalla Regione Campania
tramite i centri regionali di competenza. È forse il caso più chiaro di come si voglia arrivare ad una ricaduta sul territorio, che però parta dalla presenza di importanti centri
che hanno il compito di canalizzare competenze di eccellenza e risorse, ed essere soggetti leader in un particolare settore. La Regione Campania è una delle poche che concretizza il proprio impegno sul fronte del sostegno all’innovazione attraverso la creazione di un apposito assessorato, e sempre con molte risorse derivanti dalla sua appartenenza ad aree obiettivo 1 sembra essersi dotata di una struttura per la pianificazione
di interventi in ambito di innovazione, particolarmente importanti. Lo stimolo che arriva dall’Europa di mettersi in gioco con piani per l’innovazione articolati, ma allo stesso tempo guidati da approfonditi studi e priorità a livello comunitario, lascia senza dubbio lo spazio alle Regioni di definire le loro politiche in forma autonoma, e con chiaro
riferimento alle problematiche del territorio, ma forse le mette, almeno in parte, al riparo dai rischi del first mover.
A ciò va comunque aggiunto che imparare ed innovare imitando gli approcci seguiti da altre Regioni è senza dubbio un approccio interessante da proporre e seguire. Gli
sforzi di analisi come questo sono dunque funzionali ad una migliore programmazione
e gestione del sistema regionale per l’innovazione.
Una possibile classificazione delle regioni
Nonostante l’analisi condotta abbia carattere essenzialmente qualitativo e non esaustivo, vista l’eterogeneità degli strumenti utilizzati, delle terminologie, delle modalità di
comunicazione, viene presentata di seguito una proposta di classificazione delle politiche regionali per l’innovazione con riferimento al target preferenziale perseguito.
TIPOLOGIA
Orientamento
alle infrastrutture
Orientamento
all’innovazione
nelle PMI
Orientamento
al networking
NOTA
Si tratta di regioni orientate al rafforzamento delle infrastrutture di base a disposizione delle imprese, regioni tendenzialmente in ritardo di sviluppo.
Si tratta di regioni che hanno come obiettivo l’aumento dei processi di innovazione
nel loro tessuto, composto essenzialmente da PMI. Nel caso del Lazio questo percorso passa soprattutto attraverso l’uso di tecnologie Ict.
Si tratta di regioni che hanno come obiettivo l’intensificazione delle collaborazioni tra
imprese e tra imprese e centri di ricerca, nell’ambito di un sistema industriale abbastanza sviluppato.
Orientamento
Si tratta di regioni con sistemi industriali e scientifico-tecnologici piuttosto sviluppati,
al targeting
che si pongono ora obiettivi di maggiore finalizzazione delle collaborazioni tra pubblico e privato, combinando approcci top-down e approcci bottom-up.
Orientamento
Si tratta di regioni che puntano in maniera abbastanza marcata sul rafforzamento dei
al rafforzamento
centri di ricerca e sull’incentivazione di processi di trasferimento da questi alle imprese.
dei centri di ricerca Si tratta di strategie in alcuni casi piuttosto ambiziosi, anche finalizzati a generare processi di discontinuità.
Orientamento al
Si tratta di regioni caratterizzate da sistemi industriali abbastanza consolidati, che si
rafforzamento
intendono rafforzare ulteriormente. In alcuni casi viene esplicitato un preciso timore
del sistema
di vulnerabilità rispetto a salti tecnologici, cui si pensa di ovviare con processi di nasciindustriale esistente ta di nuove imprese o con il lancio di nuove traiettorie tecnologiche.
68
REGIONI
Sicilia
Calabria,
Basilicata, Lazio
Umbria, Friuli;
Lombardia
Toscana, Veneto
Campania, Puglia,
Provincia di Trento
Emilia Romagna,
Marche, Piemonte
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POLITICHE
REGIONALI PER LA
R&S
INTERLOCUTORE RINCIPALE DELLE POLITICHE REGIONALI
Ulteriori possibili classificazioni delle regioni
Un ulteriore tentativo di classificazione delle regioni può essere basato sull’individuazione di due fattori caratterizzanti le singole strategie dei soggetti regionali.
In primo luogo è possibile distinguere tra politiche di networking e politiche di targeting. Con le prime intendiamo gli sforzi tesi ad aumentare il livello di collaborazione
tra le imprese e le istituzioni già esistenti in regione. Con le seconde intendiamo progetti che mirano ad obiettivi più precisi, per esempio in termini di rafforzamento di
determinati settori industriali (già esistenti o meno) o di specifiche traiettorie scientifiche (anche in questo caso, già esistenti oppure no).
In secondo luogo è possibile identificare, naturalmente non senza qualche semplificazione, il macro-soggetto identificato come il cardine, il regista, la leva degli interventi regionali, da non confondere con il beneficiario degli interventi stessi. Da questo
punto di vista, in alcuni casi viene molto valorizzato il sistema universitario, in altri enti
e associazioni di varia natura già esistenti, in altre ancora cabine di regia che vedono
la partecipazione di una pluralità di soggetti.
Puglia
Calabria
RICERCA
PUBBLICA
Campania
Lombardia
Piemonte
Umbria
ENTI
CONSORTILI
ECC...
Emilia Romagna
Friuli V.G.
Lazio
Veneto
CABINE DI REGIA
COLLETTIVE
Sicilia
Toscana
Marche
Basilicata
NETWORKING
TARGETING
FOCUS DELLE POLITICHE REGIONALI
La politica di R&S del Friuli Venezia Giulia in sintesi
La Regione Friuli Venezia Giulia (FVG) ha vissuto negli anni Novanta un periodo
di instabilità politica. Dopo essersi dotata, nel corso degli anni Ottanta, di un
importante toolbox per il supporto delle attività di internazionalizzazione e di
sviluppo economico e sociale, ora la Regione si trova di fronte all’esigenza di
rivedere queste strumentazioni. L’innovazione è stata proposta con decisione
come una delle priorità della nuova Giunta. Sebbene il quadro legislativo, a fronte di una prolungata instabilità politica, si trovi oggi in un certo ritardo, ciò
nonostante il Friuli può contare su importanti realtà di ricerca e di produzione di
nuove tecnologie. Accanto a ciò esiste un rilevante tessuto imprenditoriale, industriale e non. Esperti regionali affermano che quello che manca oggi è soprattutto il “punto di raccordo” tra queste due componenti, entrambe di un certo spessore dal punto di vista qualitativo.
Da sottolineare sono le misure contenute nel Docup relative all’innovazione e alla
ricerca, che mirano alla realizzazione di strutture per l’insediamento di attività di
ricerca, alla diffusione delle innovazioni, al sostegno alle imprese per attività di
ricerca e sviluppo tecnologico.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
69
Capitolo 2
La nuova Disciplina Generale in Maniera di Innovazione rivede profondamente il
modo di gestire le politiche per l’innovazione della regione. Poiché la principale
carenza del sistema per l’innovazione friulano era stata individuata nella mancanza di un punto di raccordo tra i diversi attori del territorio, la Disciplina è
intervenuta istituendo una “cabina di regia” per questa tipologia di politiche,
dotata di ampi poteri e composta dai principali esponenti del mondo imprenditoriale, politico e della ricerca regionale (il Comitato per l’Innovazione).
Particolarmente interessante sarà quindi seguire la fase di implementazione e
l’esito di questo insieme di iniziative.
Risulta rilevante anche il ruolo della finanziaria regionale (Friulia) in una regione a statuto speciale, lasciata libera da funzioni di mera implementazione delle
politiche regionali, che ha potuto agire come finanziaria vera e propria, cioè incidendo in forma autonoma sulla politica industriale regionale, attraverso la
gestione del proprio pacchetto di partecipazioni.
Importante anche la presenza di Area Science Park a Trieste, in pratica l’unico
vero (e funzionante) parco scientifico italiano, ed il suo impegno in attività di trasferimento tecnologico.
La politica di R&S della Provincia Autonoma di Trento in sintesi
La Provincia Autonomia di Trento (PAT) rappresenta un caso piuttosto interessante per diversi motivi. In primo luogo, in quanto provincia autonoma, in secondo luogo per l’innovatività e la chiarezza di alcune scelte, ed infine in quanto
rappresenta una sorta di “finestra” verso il mondo tedesco.
Il caso di Trento si caratterizza per un forte impegno politico per il sostegno
all’innovazione ed il trasferimento tecnologico. Sembra che il Trentino si stia proponendo obiettivi particolarmente ambiziosi, e di lungo periodo, per quanto
riguarda la crescita sostenuta da un massiccio investimento, sia pubblico che privato, in attività di ricerca e innovazione. Prima prova di questo atteggiamento è
senza dubbio l’aumento considerevole degli stanziamenti in questo ambito, e le
dichiarazioni da parte delle autorità provinciali, di ulteriori aumenti (fino ad arrivare al 4.5% del bilancio provinciale, mentre ora la PAT spende il 2.5%). Si tratta di decisioni da ritenersi coraggiose e non facilmente accettabili da una popolazione abituata ad investimenti a sostegno delle attività turistiche ed agricole.
Gli interventi sono caratterizzati dall’organizzazione di contatti e accordi bilaterali, piuttosto che di tavoli di coordinamento, come invece accade in altre regioni.
Da segnalare anche l’accordo con il Centro Ricerche Fiat (CRF) di Torino, che prevede uno stanziamento pluriennale della provincia di 7,7 milioni di euro per la
creazione di una sede distaccata del CRF in provincia di Trento.
La definizione di obiettivi quali il targeting mirato a precise aree di eccellenza, e
l’apertura del sistema a contaminazioni nazionali ed internazionali sono le prin-
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Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
POLITICHE
REGIONALI PER LA
R&S
cipali priorità che si sono poste le autorità provinciali. Accordi di tipo bilaterale
hanno caratterizzato la negoziazione delle politiche con gli altri soggetti del sistema provinciale per la ricerca e l’innovazione. Sebbene questo approccio abbia
pagato (vedasi il caso del CRF), gli accordi con il MIUR, e i risultati conseguiti
dall’Università di Trento, non è chiaro che successo questo approccio abbia raggiunto nella condivisione di obiettivi e strumenti con altre realtà imprenditoriali
locali (in particolare le PMI).
Da segnalare il meccanismo della LP 3/2000 per il finanziamento degli enti funzionali. Gli enti funzionali partecipano “a bando” per l’assegnazione del budget
per le proprie attività di ricerca. In questo modo la Provincia si pone l’obiettivo
di influenzare le politiche di gestione di questi enti e la direzione dei loro investimenti, ma allo stesso tempo garantisce un certo grado di competizione.
Merita attenzione anche l’accordo di collaborazione siglato con la Regione
Campania, che definisce il quadro per il sostegno alle collaborazioni tra università e centri di ricerca delle due regioni.
Oltre alla presenza dell’Università di Trento, che svolge un ruolo chiave nel sistema dell’innovazione locale, si sottolinea anche la presenza di centri di ricerca
nazionali importanti quali il CNR e il CRA.
La politica di R&S della Lombardia in sintesi
La Lombardia gode da un numero elevatissimo di imprese innovative ed è al
primo posto (dopo la Lombardia) per investimento privato in ricerca e sviluppo,
grazie ai consistenti investimenti dei centri di ricerca industriale sparsi in gran
parte del territorio regionale. La forte competitività delle PMI lombarde e la strutturazione a distretti del tessuto imprenditoriale facilitano la costituzione di network tra imprese e attività di collaborazione per investimenti in R&S.
Il sostegno alla Ricerca, all’Innovazione e al trasferimento tecnologico costituisce
un obiettivo orizzontale della strategia della politica dello sviluppo economico
della Regione. Nell’ambito del Programma di Sviluppo Regionale viene sottolineata l’esigenza di individuare modalità di connessione e integrazione diretta tra
il mondo delle imprese e quello della Ricerca, che consentano di creare un canale di comunicazione a due vie tra chi fa e chi consuma ricerca.
Punto cardine delle linee strategiche dell’azione regionale negli obiettivi specifici per il sostegno alla R&S è la creazione di una rete capace di integrare e ulteriormente sviluppare Centri di Eccellenza per la Ricerca e il trasferimento tecnologico da rendere competitivi a livello internazionale.
L’ Accordo di Programma Quadro stipulato con il Governo (unico nel suo genere in
Italia) è finalizzato alla realizzazione di un complesso di programmi ed interventi
integrati volti a favorire e sostenere la crescita dei livelli tecnologici e della competitività del sistema lombardo attraverso il sostegno e l’implementazione di processi di
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
71
Capitolo 2
trasferimento tecnologico, la transizione verso nuovi settori industriali e l’ottimizzazione delle relazioni tra realtà istituzionali, sociali e imprenditoriali. Tale finalità è
perseguita attraverso lo sviluppo di tre assi d'intervento: 1) Programmazione e coordinamento con lo scopo di potenziare le strutture interne della Regione e fornire alle
stesse strumenti per presidiare esaustivamente le politiche della ricerca e dell'innovazione tecnologica; 2) Informazione, per migliorare la circolazione delle idee e delle
conoscenze; 3) Attuazione operativa, attraverso l’avvio di programmi e progetti specifici che siano coerenti con gli indirizzi strategici regionali, nazionali e della Unione
Europea.
Sul territorio regionale operano ben 348 Centri di supporto all’innovazione, quattro BIC (Business Innovation Centre), il CNR di Milano, il Consorzio Politecnico
Innovazione e molte realtà che permettono un livello d’interazione sempre maggiore tra la sfera industriale, il mondo universitario e la pubblica amministrazione.
La politica di R&S del Piemonte in sintesi
Il Piemonte è la regione con la maggior concentrazione di imprese innovative del
paese ed è al secondo posto (dopo la Lombardia) per investimento privato in
ricerca e sviluppo, grazie ai consistenti investimenti dei grandi centri di ricerca
industriale che si trovano nell’area torinese. Da rafforzare sembra, invece, il collegamento tra i centri di ricerca e il tessuto produttivo e il ruolo di trasferimento
tecnologico di tali centri.
Il Piemonte è una regione all’avanguardia dal punto di vista della ricerca e innovazione, con la presenza di poli industriali di rilevanza nazionale ed internazionale e di alcuni dei più grandi centri di ricerca industriali in Italia.
Le politiche regionali per l’innovazione puntano pertanto all’upgrading delle performance innovative dell’industria esistente, componente economica irrinunciabile per
la regione, anche dal punto di vista occupazione. Esse puntano anche, tuttavia, alla
valorizzazione del patrimonio di conoscenze già esistenti, soprattutto nell’area
metropolitana di Torino, e al rafforzamento di traiettorie scientifico-tecnologiche
nuove.
Sia il Docup che il Por della Regione prevedono misure tese a rafforzare la ricerca scientifica e il trasferimento tecnologico, anche mediante il miglioramento
delle risorse umane nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico.
Estremamente significativo, da quest’ultimo punto di vista, il progetto Torino
Internazionale, che ha realizzato una visione della città fino al 2010 e che ha tra
gli obiettivi principali anche quello di valorizzare la ricerca e l’innovazione, tramite il sostegno ad un polo universitario internazionale, l’individuazione di aree di
eccellenza sulle quali diventare produttori di conoscenza (per ora biotecnologie e
valorizzazione del polo sanitario), la valorizzazione delle risorse umane di eccellenza.
All’interno di Torino Internazionale, particolare importanza riveste il sotto-pro-
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Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
POLITICHE
REGIONALI PER LA
R&S
getto Torino Wireless, tramite il quale si indica decisamente la traiettoria scientifico-tecnologica tramite la quale si intende perseguire lo sviluppo science-based.
Torino Wireless è un distretto che integra ricerca e business (tra i partner il
Politecnico di Torino, I3P, ITP, rappresentanti del mondo produttivo e finanziario). Nell’ambito di Torino Wireless non solo operano soggetti di varia natura, ma
sono confluite risorse economiche di provenienza pubblica e privata.
Il territorio regionale vanta, infine, la presenza di centri di trasferimento tecnologico rilevanti in tutto il paese, come il Centro Ricerche e Produzione della Rai,
Telecom Italia Lab, il Centro Ricerche Fiat, IENGF e Alenia, il polo di ricerca della
chimica e dei materiali.
La politica di R&S del Veneto in sintesi
Il quadro della Regione Veneto per quanto riguarda gli interventi a sostegno dell’innovazione e della R&S è in completa trasformazione. Un nuovo approccio
all’innovazione ed al trasferimento tecnologico è stato adottato per sfruttare al
meglio le competenze e le strutture regionali già presenti, e sostenere, in particolare, il trasferimento tecnologico verso la piccola e media impresa. Nell’autunno
2003 dovrebbe essere varata una legge regionale che definisca le linee guida per
il sostegno all’innovazione e alla ricerca scientifica. Questa legge quadro andrà a
riformare un sistema a sostegno dell’innovazione già presente e particolarmente
articolato, a cui però forse manca una vera e propria “cabina di regia”.
La regione si è dotata di un Programma di Azioni Innovative in materia di innovazione tecnologica nel mercato del lavoro e nella pubblica amministrazione.
Veneto Innovazione emerge come struttura di supporto delle politiche regionali
per l’innovazione. Non solo come ente che realizza le politiche, ma anche come
depositario di conoscenze, elemento di raccordo e partner esperto. Forse il candidato più indicato per essere punto di raccordo del futuro sistema per l’innovazione. In questo senso, Vinn ha infatti partecipato recentemente, insieme a rappresentanti delle associazioni di categoria e dell’Università, alla definizione di quella che sarà la nuova legge quadro sull’innovazione della Regione.
Il network dei poli scientifici e tecnologici sembra avere raggiunto in Veneto
importanti dimensioni, e dunque sono da attendersi risultati particolarmente
positivi dai cambiamenti in corso, che almeno sulla carta dovrebbero trovare terreno fertile per l’adozione di un sistema dell’innovazione “a rete”. Tra le strutture più significative si ricorda il Parco Scientifico e Tecnologico Multipolare, previsto dalla Legge Regionale 36/95 e della cui attuazione di occuperà Vinn.
Tuttavia, tra i principali punti di debolezza evidenziati dai responsabili regionali
che è stato possibile contattare è proprio il mancato coordinamento tra i vari centri per il trasferimento tecnologico, l’università e l’industria privata. Ripartire da
una più precisa negoziazione di strumenti ed obiettivi potrebbe essere la base di
partenza per il nuovo piano per l’innovazione.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
73
Capitolo 2
La Regione ha istituito un accordo per la ricerca industriale con lo Stato della
California, prende parte al Network for Science and Technology (NEST) e ha istituito un accordo con il Massachussets Institute of Technology che permette agli
studenti e alle imprese locali di interagire con le attività di ricerca del MIT.
La politica di R&S dell’Emilia Romagna in sintesi
La regione Emilia Romagna è caratterizzata dalla presenza di rilevanti competenze tecnologiche presso il comparto delle imprese e dalla presenza di un buon
numero di centri di ricerca pubblici ed università. Buono sembra anche il collegamento tra mondo della ricerca e mondo imprenditoriale. Per il mantenimento
di posizioni di leadership in campo tecnologico, per esempio nel settore delle
macchine utensili, dell’industria motociclistica ed altro ancora, la Regione intende rafforzare il più possibile l’interazione tra imprese e sistema di ricerca pubblico. Tra i punti di debolezza del sistema per l’innovazione regionale può essere
menzionata l’eccessiva specializzazione settoriale, che rende le imprese della
regione potenzialmente vulnerabili ai “salti tecnologici”.
Intenso è stato l’intervento della Programmazione regionale in materia di innovazione e ricerca (Por Ob. 3 e Docup); le misure più rilevanti sono contenute nel
Docup e riguardano il sostegno all’innovazione nelle piccole e piccolissime imprese, sostegno allo start up di imprese innovative e sviluppo di progetti di innovazione e ricerca. Importante è anche il contenuto del Programma di Azioni
Innovative, orientato alla creazione di punti di incontro tra domanda ed offerta di
innovazione.
All’interno del Programma triennale per lo sviluppo delle attività produttive, l’innovazione è considerata come uno degli elementi da monitorare tramite i sei “assi
di sostegno” identificati nel programma (tra cui il sostegno ai progetti di investimento, innovazione e competitività).
La legge regionale 7/2002, frutto di programmazione negoziata, è nata in risposta alle carenze condivise dai principali protagonisti del sistema regionale ed ha
modificato profondamente la precedente strategia per l’innovazione perché, oltre
a sostenere l’innovazione e la ricerca nelle imprese (con un fondo per la ricerca
di 41 milioni di euro), ha individuato come obiettivo primario la creazione di reti
territoriali per la ricerca e il trasferimento tecnologico.
Da menzionare anche il ruolo del consorzio Spinner nella condivisione delle iniziative per l’innovazione, nella crescita delle conoscenze e della vicinanza tra
imprese e università.
Interessante il processo di riforma del consorzio Aster, che è stato “ripescato”
come strumento idoneo a realizzare una sorta di politica di rete tra imprese ed
università. La programmazione di questa politica è avvenuta in maniera molto
collegiale.
74
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
POLITICHE
REGIONALI PER LA
R&S
“Costruire su quello che si ha”. Questa è in sintesi la strategia alla base dell’intervento della Regione, che si basa sui punti di forza che caratterizzano l’Emilia
Romagna, e cioè un sistema di ricerca pubblica particolarmente all’avanguardia
e radicato sul territorio, e un ambiente imprenditoriale vitale e ambizioso.
La politica di R&S del Lazio in sintesi
La regione Lazio appare particolarmente concentrata sulle problematicità delle
Pmi, la cui difficoltà principale consiste nell’arduo assorbimento di nuove tecnologie e nuove conoscenze. Si tratta di una scelta quasi obbligata, vista la struttura economica della regione con quasi il 96% di imprese che impiegano meno di
dieci addetti. Queste aziende non traggono beneficio delle politiche regionali per
l’innovazione (vedi indagine Ministero Attività Produttive presente nel rapporto
Inn-Governance), nonostante molte di esse siano considerate “innovative”.
L’elevato livello degli investimenti in ricerca e sviluppo della Regione viene
garantito quasi esclusivamente dalla presenza di grandi imprese (nonché dal settore pubblico), nonostante il loro numero sia molto ridotto.
L’innovazione tecnologica è uno dei settori indicati come prioritari all’interno
del Docup Lazio, che prevede diverse azioni a sostegno dell’innovazione, della
ricerca, del trasferimento tecnologico e di strumenti finanziari innovativi per
le imprese.
Nonostante una lunga tradizione di pianificazione negoziata, che ha sempre previsto il coinvolgimento dei principali protagonisti del sistema economico e dell’innovazione, gli interventi realizzati in passato in materia di innovazione non sono stati
particolarmente incisivi principalmente a causa della mancanza di un sistema di
finanziamento efficiente e dell’eccessivo localismo delle iniziative intraprese. Per
questo motivo oggi il principale obiettivo del sistema regionale per l’innovazione è
quello di “ristrutturare” il sistema di finanziamento alle attività innovative. In questa ottica si inserisce oggi il ruolo di Filas, finanziaria laziale per l’innovazione tecnologica.
Il Piano Regionale per l’innovazione e della Società dell’informazione, di recente
approvazione, contiene azioni di sostegno all’innovazione di un certo rilievo, con
particolare riguardo alle imprese di piccole e medie dimensioni e a quelle basate
sulle nuove tecnologie.
Come inserire nelle proprie strategie la “trazione anteriore”, che la concentrazione nel Lazio di grandi centri di ricerca privati e pubblici e di quartieri generali di
grandi imprese può garantire€ La risposta a questa domanda sembra essere il
sistema di finanziamento previsto dai fondi regionali ed europei, “accompagnato” da misure come l’Osservatorio e Business Lab.
Il Progetto Inn-Governance è un programma che ha l’obiettivo di sviluppare strategie di sviluppo integrate per gestire tutti i processi di innovazione. Tale progetto prevede la realizzazione di un Forum permanente sull’innovazione, che costi-
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
75
Capitolo 2
tuirà una piattaforma unica di raccordo tra i vari livelli dell’amministrazione
regionale e il settore privato. Studio del sistema regionale per l’innovazione particolarmente interessante. Tutti elementi trattati in forma sistematica.
Di grande rilievo sono, infine, le presenze di centri di eccellenza (Centro Atena
dedicato alla comunicazione multimediale interattiva e all’aerospazio, le
Università del Lazio, il Cnr, l’Enea, l’Infm, l’Istituto Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia, ecc.) e di infrastrutture per il trasferimento tecnologico (Parco
Lazio Meridionale, Polo Tecnologico Industriale Romano, Parco Scientifico di Tor
Vergata, Consorzio Agrital Ricerche, ecc.).
La politica di R&S della Liguria in sintesi
Tradizionalmente la Liguria è una regione fortemente caratterizzata dalla presenza di industrie pesanti, a capitale pubblico, nonché del sistema portuale a Genova.
Tali attività economiche stanno attraversando da anni un periodo di crisi e parallelamente a tale crisi sono state lanciate numerose iniziative per la promozione
di attività connesse ai settori ad alta tecnologia.
Buoni sono i risultati della Regione in merito all’innovazione: la regione presenta un’elevata innovatività delle sue imprese (anche se quelle più innovative fanno
capo a direzioni esterne al territorio ligure) e la città di Genova, insieme a Milano
e Torino, è una delle città del paese con la maggior presenza di imprese ad elevato contenuto tecnologico. Più scarso è, invece, l’impegno della regione nella
produzione di innovazione e quindi in ricerca e sviluppo tecnologico.
Il Docup Ob.2 contiene alcune misure di interesse particolare per quanto riguarda
l’innovazione e il trasferimento dell’innovazione; in particolare la Misura Sostegno
all’innovazione (recentemente entrata in fase attuativa) tra i vari obiettivi, mira
anche a sostenere l’innovazione tecnologica e la ricerca industriale. Altre misure di
sostegno alla ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione sono contenute anche
nel Por.
Dall’inizio del 2003, sono disponibili anche gli incentivi previsti dalla legge
140/97 (bonus fiscali per attività di ricerca e sviluppo), che ammontano a circa
1,3 milioni di euro.
In particolare, la Liguria si sta dotando di una strategia regionale dell’innovazione,
ancora in fase di definizione, che si occuperà di promuovere la cultura dell’innovazione, qualificare l’offerta di alta formazione per lo sviluppo di risorse umane da
impiegare in settori innovativi, rafforzare il legame tra i diversi attori del territorio,
incentivare la crescita tecnologica delle piccole e medie imprese. Per la definizione
di questa strategia, tuttavia, non è ancora chiaro quale sarà la partecipazione della
Regione, del mondo della ricerca scientifica e di quello industriale.
La regione appare dotata di buone strutture per il trasferimento tecnologico, e ciò
è confermato dalla buona performance in materia di introduzione di innovazio-
76
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
POLITICHE
REGIONALI PER LA
R&S
ni sul territorio. Tra le strutture più interessanti si ricordano il Parco Scientifico
e Tecnologico della Liguria e la Sviluppo Italia Liguria, promotrice, tra l’altro, dell’iniziativa “Incubatore dell’Alta Tecnologia e dell’Innovazione di Cornigliano”.
La politica di R&S delle Marche in sintesi
Le strategie portate avanti dalla Regione hanno sempre puntato storicamente al
sostegno del potenziale imprenditoriale delle piccole e medie imprese: tale linea,
tuttavia, si è rivelata oggi obsoleta per varie ragioni, tra le quali l’assenza di rilevanti competenze distintive, la frammentazione delle strategie di sviluppo e innovazione, la difficoltà ad accedere ai servizi tecnologici ed avanzati, la fragilità
finanziaria delle piccole imprese. La nuova strategia portata avanti allo stato
attuale sembra più orientata ad accelerare il processo di sviluppo della Regione,
al fine di colmare il gap esistente rispetto alle altre regioni.
In termini di filosofia di fondo, sembra che le Marche abbiano intrapreso, o
abbiano puntato molto, sull’inclusione delle parti sociali, delle associazioni di
categoria e delle università, nella pianificazione dei loro progetti di intervento in
ambito di processi di trasferimento tecnologico ed innovazione. Sarà interessante verificare in futuro l’effettivo funzionamento di questo approccio.
Alcune misure interessanti riguardanti l’innovazione sono contenute nel Docup
della Regione. Particolarmente significativo è il Programma di Azioni Innovative
con cui la Regione si pone l’obiettivo di promuovere misure sperimentali di innovazione di sistema (attraverso, ad esempio, la creazione di network più stabili e
efficienti tra gli attori del territorio e lo sviluppo di un patrimonio regionale di
competenze diffuse e distintive nel settore della tecnologie), che si pone in continuità con il progetto RITTS P.I.T.M.A.R..
L’implementazione di un Osservatorio Regionale Permanente sull’Innovazione
potrebbe essere un’iniziativa interessante che merita attenzione. Si avvicina,
anche se non esplicitamente, al modello adottato da altre regioni della “cabina
di regia”.
La crisi che sta attraversando oggi il “Sistema Marche” può essere interpretata come
crisi sia di competitività internazionale, relativa sia alla sua capacità di adattamento ai cambiamenti in atto a livello di mercato globale, sia di competitività interna,
dovuta alla difficoltà di adattarsi alle nuove logiche e tecnologie di produzione (l'innovazione continua ad essere intesa nella maggioranza delle PMI come innovazione dei processi produttivi, mentre ancora scarsa è la sensibilità verso forme di innovazione di sistema più complesse e costose quali le attività di Ricerca & Sviluppo e
l'innovazione applicata all'organizzazione e gestione delle attività interaziendale). La
necessità di fare ricorso a tecniche innovative non solo nella gestione dei processi
produttivi e dei prodotti, ma anche nella stessa organizzazione dell’intera catena
produttiva, diventa quindi una discriminante strategica per poter sostenere la competitività di un sistema che risponde a logiche produttive più avanzate.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
77
Capitolo 2
Di particolare rilevanza sono, infine, le strutture regionali di supporto al trasferimento tecnologico (COMIT - Consorzio Marchigiano Innovazione Tecnologia,
Tecnomarche – Parco Scientifico e Tecnologico delle Marche, Agenzia per lo
Sviluppo Tecnologico e la Ricerca Applicata) e alla ricerca (Fondazione Aristide
Merloni, l’Istituto Adriano Olivetti, il CESCOT Pesaro, S.I.S.TE.MA., ecc.)
La politica di R&S della Toscana in sintesi
La Regione è caratterizzata dalla presenza di due tipologie di imprese per le quali
sono necessari interventi diversi: le piccole e medie imprese operanti in settori
tradizionali per le quali sarebbe opportuno attivare pratiche di promozione dei
contatti con le realtà più innovative della regione, e le piccole e medie imprese
operanti in settori high-tech, imprese in fase di crescita ma caratterizzate da
significativi problemi finanziari e da sottocapitalizzazione.
Dal punto di vista dell’innovazione e della ricerca la Toscana è una regione “di
mezzo”, cioè nettamente dietro alle regioni del Nord, ma allo stesso tempo nettamente davanti a quelle del Sud.
PRAI Toscana consiste in un interessante approccio “bottom-up” (senza peraltro
trascurare il sistema dell’offerta di ricerca) per sperimentare azioni innovative in
contesti dove il sostegno all’innovazione e l’innovazione in sé sono pratiche poco
note. Si spera in questo modo di sostenere l’iniziativa di soggetti leader attraverso il sostegno di un provvedimento “agile”, capace di arrivare ad una valutazione qualitativa dei progetti molto approfondita. Per tutelarsi da rischi politici troppo elevati si prevede un orizzonte temporale abbastanza limitato (due anni), per
poi arrivare ad una prima valutazione del percorso compiuto.
La metodologia favorita dal PRAI Toscana è proprio lo sviluppo delle “reti”, partenariati tra pubblico e privato, con la Regione come garante, che definisce la
direzione delle politiche, ma non esercita un ruolo di “padre padrone”. Nel senso
che essa definisce le priorità, ma lascia all’iniziativa del partenariato la scelta
della migliore strada da seguire.
La Toscana punta parecchio sulla creazione delle reti. Il meccanismo delle reti viene
interpretato in Toscana come uno strumento per superare la barriera rappresentata
dai costi di transazione che devono essere sostenuti dalle PMI per presentare domande di assistenza o finanziamento. Spesso infatti le PMI non dispongono delle risorse necessarie ad istruire pratiche troppo complesse. Le soluzioni allora sono due:
Provvedimenti “a pioggia” o quasi. Si possono prevedere interventi semplici, che
cioè non richiedono una grossa mole informativa dal lato dell’impresa, ma che
non forniscono una base sufficientemente articolata per arrivare ad una valutazione puntuale delle proposte.
Provvedimenti che prevedono la costituzione di un consorzio. In questo caso, la
Regione può richiedere ad una cordata di soggetti un rapporto più dettagliato di
un progetto complesso. A capo di questa cordata possono esserci laboratori pubblici, particolarmente interessati ad avere accesso a queste risorse, e con le risor-
78
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
POLITICHE
REGIONALI PER LA
R&S
se anche per istruire pratiche complesse. Le imprese vengono a questo punto
coinvolte in questi consorzi, in maniera più flessibile.
Attenzione particolare meritano, infine, i centri di collegamento tra mondo della
ricerca e mondo industriale (tra questi il CPR, il CESVIT, il Consorzio Siena
Ricerche, Firenze Tecnologia, il Polo Scientifico e Tecnologico di Navacchio) e
alcune iniziative quali il Progetto Link (Piano di Potenziamento della Rete di
Ricerca e di Sviluppo del Territorio).
La politica di R&S dell’Umbria in sintesi
Di rilievo il ruolo di SviluppUmbria, che a seguito dell’introduzione del Progetto
RITTS, si è trasformato verso un’agenzia di sviluppo regionale a tutti gli effetti.
La regione è dotata di un Progetto Ris+ Umbria e di un Progetto RITTS. Il primo
ha l’obiettivo di sostenere l’innovazione, la modernizzazione e il dinamismo
attraverso lo sviluppo di progetti di ricerca, la realizzazione di progetti pilota di
edilizia sostenibile e l’attivazione del collegamento in rete al network RIS/RITTS.
Il secondo, strettamente interrelato con il primo, si occupa di rivedere il sistema
dell’offerta pubblica di innovazione mediante la razionalizzazione delle strutture
esistenti (interventi su SviluppUmbria, sul Parco Scientifico e Tecnologico di Terni
e su altri poli di eccellenza).
Nel periodo 1999 – 2001 la Regione si era dotata di un Programma Regionale di
Sviluppo, che prevedeva il sostegno alle nuove imprese tecnologiche e alla nascita di spin-off e l’incentivazione di forme di partenariato tra industria, centri di
ricerca e Università, volte al trasferimento tecnologico.
L’Umbria è una regione da esaminare attentamente in futuro in quanto non ha
ancora adottato una precisa strada per la riforma del proprio sostegno all’innovazione e al trasferimento tecnologico, pur essendo in corso un lavoro di riflessione e implementazione in questo campo, che porterà la regione a definire il
nuovo Piano Regionale per l’Innovazione.
L’Umbria ha alle spalle una tradizione di intervento a sostegno del trasferimento
tecnologico, in particolare con la presenza di un sistema di centri di servizio.
Queste strutture, e più in generale l’eredità di una particolare politica di intervento, sembrerebbero rallentare la revisione di un piano regionale per l’innovazione.
Due commissioni composte da rappresentanti della regione, di associazioni di
categoria e del mondo accademico sono infatti già state costituite, ma non hanno
ancora raggiunto risultati significativi.
La Regione ospita quattro strutture particolarmente rilevanti ai fini del trasferimento tecnologico: si tratta del Parco Scientifico e Tecnologico dell’UmbriaSitech, il Parco Scientifico e Tecnologico Agroalimentare, il Polo materiali speciali di Terni e il Centro multimediale di Terni.
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
79
Capitolo 2
La politica di R&S della Basilicata in sintesi
Come per altre regioni del Mezzogiorno, anche la Basilicata riconosce la vulnerabilità del proprio sistema economico-industriale, esposto alla concorrenza da
parte dei paesi a basso costo del lavoro e allo stesso tempo non attrezzato per
competere in settori a maggiore contenuto di conoscenza: da queste considerazioni è nata l’esigenza di investire maggiormente in ricerca e innovazione e nel
trasferimento tecnologico alle imprese.
Le politiche regionali sembrano comprendere, in maggiore o minore misura, tutto
l’assortimento “tipico” a riguardo dell’innovazione tecnologica, dal rafforzamento dell’innovazione nelle pmi, ai centri di trasferimento tecnologico, a qualche
forma di rafforzamento dell’offerta di ricerca, soprattutto quella orientata alle
imprese. Come previsto dal Por Ob.1 e in risposta alle considerazioni di cui sopra,
la Regione ha recentemente presentato il nuovo Piano Regionale della Ricerca e
Sviluppo Tecnologico e dell’Innovazione, il cui iter di approvazione dovrebbe
concludersi a Settembre/Ottobre 2003 e che metterà a disposizione delle imprese
che investiranno in innovazione tecnologica una somma pari a 13 milioni di Euro
circa.
Anche nel caso della Basilicata è prevista la presenza di un Comitato Misto, composto da rappresentanti delle istituzioni pubbliche, delle organizzazioni sindacali e di categoria e delle associazioni ambientaliste.
Elementi di originalità, o quanto meno di differenziazione rispetto a regioni simili, sembrano essere il minore coinvolgimento di strutture di ricerca pubbliche, ed
una maggiore attenzione al potenziale delle risorse umane giovani e alle attività
legate alla conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, attività sulle quali la regione ha sviluppato importanti competenze. Proprio in materia di miglioramento della qualità ambientale del territorio regionale, la Regione
si è dotata di un Programma Regionale di Azioni Innovative, denominato “
Territorio di eccellenza”.
Significativa sembra la presenza di centri di trasferimento tecnologico, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo e l’innovazione in campo agricolo.
La politica di R&S della Calabria in sintesi
Relativamente alla ricerca e all’innovazione, la Regione è caratterizzata da uno
scarso volume di investimenti in ricerca, scarsa collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese, disallineamento tra domanda e offerta di innovazione.
La Regione intende promuovere nei prossimi anni strategie volte ad una maggiore apertura verso l’esterno e a stimolare la crescita del territorio, puntando soprattutto sulla creazione di reti e relazioni fra gli attori del territorio in grado di attivare nuovi percorsi di sviluppo e innovazione.
80
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
POLITICHE
REGIONALI PER LA
R&S
Dopo l’esperienza del RIS, il successivo RIS+ e poi il Piano Regionale per
l’Innovazione non sono stati più affidati al partner CalPark, ma si è deciso di
accentrare nuovamente la responsabilità in Regione. Si può quindi parlare di un
fenomeno di “ri-accentramento”.
Il Por Ob.1 prevede azioni rilevanti per la ricerca e l’innovazione, finalizzati all’implementazione del Piano Regionale per l’Innovazione, elaborato dalla Regione
attraverso il Progetto RIS; obiettivo del Progetto RIS è quello di intervenire sulle
criticità del sistema di ricerca e innovazione della Regione di cui si è parlato di
sopra.
Tra le novità previste in fase di programmazione degli interventi in campo di
innovazione e trasferimento tecnologico vie è anche un tentativo di rafforzare le
strutture a supporto del partenariato, con la costituzione della Consulta Regionale
per la ricerca scientifica e tecnologica, organo consultivo regionale stabile per il
coordinamento e la programmazione delle politiche di R&S in Calabria.
Le aziende calabresi sono particolarmente attive e attente all’offerta di finanziamenti da parte della Regione e dello Stato. Particolarmente attive sono anche le
associazioni di categoria nella partecipazione alle attività di programmazione.
Interessante sarà capire quanto il settore privato sarà ricettivo della nuova offerta di
servizi avanzati e iniziative quali la costituzione di un’azienda Campus
dell’Università della Calabria, o gli osservatori tecnologici per i settori tecnologici
strategici.
Rilevante sembra anche il ruolo che la Regione riconosce al sistema universitario
calabrese all’interno della programmazione e realizzazione del sistema regionale
per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico; l’Università della Calabria, infine, sta acquisendo sul territorio anche un importante ruolo nel campo del trasferimento tecnologico.
La politica di R&S della Campania in sintesi
La Campania , pur risultando una regione in netto ritardo rispetto alle regioni del
Nord Italia, mostra al contempo la presenza di rilevanti centri di eccellenza, sia
tra le imprese che tra i centri di ricerca pubblici. Nonostante l’intensa attività di
ricerca scientifica della regione, tuttavia, stenta a crearsi una stabile interazione
tra ricerca e mondo produttivo.
La Regione Campania è una delle poche che concretizza il proprio impegno sul
fronte del sostegno all’innovazione, attraverso la creazione di un apposito assessorato.
Significativa risulta l’attenzione che il Por regionale assegna al sistema regionale della ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico.
La Regione, sempre con molte risorse derivanti dalla sua appartenenza ad aree
obiettivo 1, sembra essersi dotata di una struttura per la pianificazione di inter-
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
81
Capitolo 2
venti particolarmente importanti nell’ambito dell’innovazione: oltre ad un
Programma Regionale di Ricerca e ad un Programma Triennale di Promozione
della ricerca scientifica, la Regione è dotata anche di una Strategia regionale per
lo sviluppo dell’innovazione, il cui primo risultato sono stati i protocolli d’intesa
per la creazione dei Centri di Competenza Regionali.
La Regione Campania pare particolarmente decisa e innovativa sul fronte dei
Centri di Competenza Regionali, la cui creazione ha risposto alla necessità di
potenziare, trasferire e disseminare le competenze relative a domini tecnologici
specifici. È forse il caso più chiaro tra quelli analizzati: si vuole arrivare ad ottenere importanti ricadute sul territorio, partendo però dalla presenza di importanti centri che hanno il compito di canalizzare competenze di eccellenza e risorse,
ed essere soggetti leader in un particolare settore ad elevato contenuto tecnologico. Tra i vari compiti, inoltre, i Centri di Competenza Regionali, tramite la figura dei responsabili scientifici, hanno anche il compito di coordinarsi con i principali centri di ricerca pubblici (Università e CNR).
La politica di R&S della Puglia in sintesi
La regione è caratterizzata da una presenza molto elevata di imprese di piccole e
medie dimensioni, operanti in settori tradizionali ed a basso valore aggiunto,
mentre scarsa risulta la presenza di grandi imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo sul territorio. La domanda di innovazione delle piccole e medie
imprese stenta a manifestarsi, se non viene stimolata adeguatamente e scarsa è la
presenza di figure professionali adeguate nelle aziende, soprattutto in campo
organizzativo, tecnico e manageriale. Tra le opportunità della Regione, invece, si
ricordano la vitalità imprenditoriale e una significativa presenza di centri di ricerca e sviluppo e di trasferimento tecnologico, il cui legame con il contesto produttivo risulta, tuttavia, piuttosto scarso.
La Puglia è una regione la cui strategia per lo sviluppo del sistema regionale dell’innovazione è basata sul sostegno ai centri di eccellenza e al loro collegamento
“a rete” o a distretto: si vuol perseguire sostanzialmente una strategia di integrazione stretta tra le strutture regionali di ricerca e sviluppo, il sistema internazionale della ricerca e il mondo produttivo. L’approccio sembrerebbe da questo punto
di vista piuttosto simile all’esperienza toscana della Rete Regionale per l’Alta
Tecnologia.
Il Por della Regione appare fortemente impegnato a sostenere la ricerca e lo sviluppo tecnologico; significativa appare, in questo senso, la Strategia regionale per la
ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico (all’interno del Por), fortemente impegnata nella creazione di un distretto regionale dell’innovazione attraverso la definizione di poli regionali dell’innovazione distribuiti sul territorio e collegati ai centri
di ricerca.
82
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
POLITICHE
REGIONALI PER LA
R&S
La Puglia, nella definizione del POR, prevede l’intervento di un Comitato
InterUniversitario. Particolarmente interessante risulta questa iniziativa, che porta
quindi alla definizione di una strategia per la ricerca e l’innovazione concordata
con le principali sedi di produzione di conoscenza scientifica e tecnologica.
Di rilievo anche il Progetto RIS Puglia INNOVA, per la preparazione del quale
sono state coinvolte anche la imprese, la cui partecipazione è stata (o quanto
meno così sembrerebbe dai documenti consultati), piuttosto attiva.
Particolarmente importante appare quindi monitorare che cosa succederà in
Puglia, dove si è deciso di andare ad attuare una strategia basata sulla collaborazione tra pubblico e università per la creazione di reti e distretti tecnologici.
Non è chiaro se anche le imprese sono state coinvolte, o comunque se sono stati
recepiti i problemi segnalati dalle imprese nell’ambito del progetto RIS. Difficile
potrebbe risultare il dialogo con le imprese pugliesi, in quanto, sebbene apparentemente dinamiche e motivate, esse sono in gran parte di piccole dimensioni, e
operano in settori tradizionali o dal basso valore aggiunto.
Considerevoli, infine, sono le presenze di centri per il trasferimento tecnologico, tra
i quali si ricordano Tecnopolis, il Consorzio Cetma e l’Industrial Liaison Office di
Lecce.
La politica di R&S della Sicilia in sintesi
La regione Sicilia si concentra prevalentemente sulle gravi problematiche legate
all’arretratezza socio-economica, all’insufficiente sviluppo delle infrastrutture e
all’elevato tasso di disoccupazione, su un più corretto sfruttamento delle risorse
naturali, su un maggior sostegno alla lotta contro la criminalità organizzata e
sulla pianificazione urbana, ponendo quindi la ricerca e l’innovazione in secondo piano nelle politiche di intervento sul territorio.
Dal punto di vista dell’innovazione e della ricerca, la Sicilia è caratterizzata da
un investimento molto basso delle imprese private in attività di ricerca e sviluppo e la forma di innovazione più diffusa è quella diretta, che avviene, cioè con
l’acquisto di macchinari e beni capitali. Costituisce un’eccezione l’area di Catania,
che ospita numerosi e notevoli centri di ricerca pubblici e privati.
La “trazione anteriore”, rappresentata dalla ricerca pubblica in Sicilia, non sembrerebbe riuscire a canalizzare gli sforzi (e gli ingenti investimenti) verso ricadute sul sistema locale. La Regione e gli esponenti del sistema della ricerca identificano nella debolezza e arretratezza del sistema imprenditoriale locale la vera
causa di questo mancato ritorno.
Gli strumenti di programmazione della Regione contengono misure significative,
miranti alla crescita di capitale umano pregiato, alla valorizzazione della domanda di ricerca delle piccole e medie imprese nei settori rilevanti dal punto di vista
strategico, alla valorizzazione del trasferimento tecnologico, alla creazione di reti
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
83
Capitolo 2
tra gli enti che svolgono un ruolo di interfaccia tra il sistema ricerca e il sistema
imprenditoriale, in modo da “forzare” la cooperazione.
All’inizio del 2003 la Regione si è dotata di una Strategia regionale per l’innovazione, prevista dal Por Sicilia, che si concentra su due macro-obiettivi: quello di
potenziare le capacità di innovazione del tessuto economico siciliano e quello di
valorizzare la conoscenza prodotta in Sicilia e la nascita di nuove imprese basate sulle tecnologie. Per la definizione del consenso sulla Strategia si è costituito
un Tavolo Partenariale per la Ricerca e Innovazione, interessante iniziativa che
ha riunito rappresentanti della ricerca, centri di trasferimento tecnologico, rappresentanti della Regione e del mondo produttivo.
Di rilievo, infine, la presenza del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, il
cui ruolo di Agenzia per l’innovazione è stato potenziato anche dalla Strategia
Regionale per l’innovazione.
84
Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia
Finance
and Innovation
Third paper
Innovative finance
and regional policies
for R&D in Italy
On behalf of the third “Finance and Innovation” forum’s Organizing Committee - Lilia
Alberghina (University of Milan-Bicocca), Giampio Bracchi (Politecnico Milano), Anna
Gervasoni (AIFI and LIUC University), Enrico Decleva (University of Milan), Alberto Pieri
(FAST), Riccardo Viale (University of Milan-Bicocca and Fondazione Rosselli) – I would
like to thank those who lent a precious hand in the contribution to making this document:
Anna Gervasoni (AIFI) and Andrea Piccaluga (Scuola Superiore Sant’Anna – Pisa).
I would also like to thank the speakers from the third “Finance & Innovation” Forum
held in Milan on 26 September 2003:
Luciano Caglioti - Università La Sapienza Roma
Sergio Campodall'Orto - Politecnico Innovazione
Alessandro Clerici - Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana
Eugenio Corti - APSTI
Claudio Demattè - AIFI
Sergio Dompé - Dompé Farmaceutici
Giovanni Fabri - Italtel
Gian Maria Gros-Pietro - Autostrade SpA
Vincenzo Linardi - San Paolo IMI
Ubaldo Livolsi - Livolsi & Partners
Dario Monti - Centro Ricerche Fiat
Elserino Piol - Pino Venture
Giovanni A. Puglisi - IULM
Luigi Ricciardi - BIOPOLO
Carlo Rizzuto - Sincrotrone
Umberto Rosa π- Snia
Sergio Sambonet - 3i
Raffaello Vignali - IRER
Mario Zanone Poma - Intesa Mediocredito
Marco Nicolai
Direttore Generale
Finlombarda S.p.A.
88
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INDEX
CHAPTER 1: INNOVATIVE FINANCE
1.1
Innovative financial instruments: venture capital
1.2
The venture capital sector
1.3
EU initiatives for venture capital
1.4
Government initiatives
1.4.1 Italian legislation
1.4.2 Risk capital initiatives
1.5
Innovation finance initiatives - Structural Funds
1.6
Regional risk capital initiatives
1.7
Other institutional venture capital initiatives
1.8
Summary of all the institutional risk capital initiatives in Italy
1.9
European benchmarks of venture capital programmmes
1.10 Some European aid schemes for venture capital
91
91
94
98
105
105
105
118
129
132
136
137
143
CHAPTER 2: REGIONAL POLICIES FOR R&D
2.1
Preface – A laboratory called Italy
2.2
The role of the Regions
2.3
Public – private partnership for R&D
2.4
Regional policies for promoting research and technological innovation
145
145
146
147
148
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
89
CHAPTER 1
INNOVATIVE FINANCE
1.1 Innovative financial instruments: venture capital
Development of research activities and incentivizing the creation of innovative companies have for some time been two key issues for the development of an open economy.
Evaluations show that there is a competitiveness gap between Italy and the leading
industrialized countries, especially in terms of research, which is mainly public and
about 1% of the GDP. Italy is ranked at the same level as countries such as Greece or
Portugal for scientific and technological innovation, and is far from the most industrialized economies.
Regarding investments aimed at creating innovative companies, the - rate of the
total amount invested by institutional investors decreased significantly starting from
2000 – the year in which the high-tech market collapsed. Italy has never reached levels
comparable with the leading industrialized countries due to problems with its socio-economic fabric and the regulations that are in force.
For these reasons, institutional authorities have focused more attention to early stage
investments in technological companies in the past few years. It was found that public
resources should go together for innovative finance instruments in partnership with the
private system in order to partner public funds with the competencies and management
methodologies typically used by the private system.
The benefits brought by a new culture characterized by scientific, financial, and
entrepreneurial elements, but above all by a common effort by key actors in the innovation process and creation of companies, could be a first step towards the realization
of a knowledge based economy, as was recommended by the Lisbon Council.
The determined attempt for this change stimulated the principal institutional authorities as well as Regions, Provinces, universities, public and private research centres,
Patent Offices, financial associations and venture capital companies, which proposed
the implementation of an ever increasing number of initiatives.
There is a competitiveness gap between Italy’s research and innovation system and
that implemented by other European countries, and since there is also an inadequate level
of public financing for these policies, it is necessary to find alternatives to direct public
aid to promote research and innovation policies. Private market financial instruments –
especially venture capital – are a source of financing for research recognized also at the
European level. Since 1995, the Green Paper on Innovation pointed out innovative companies’ difficulties obtaining financing (see figure below), and proposed the development
of new instruments for financing. In a recent survey carried out on a sample of European
SMEs, access to financing is seen as the third biggest obstacle to company growth.
Surprisingly, this problem was not only found with a high intensity in countries such as
Italy, Portugal, Spain and Greece, but also in the United Kingdom and Ireland.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
91
Chapter 1
Main constraints on entrepreneurship in europe by size of company (NO. Employees)
Lack of qualified work
29,1
22,7
22,7
10,2
Access to financial resources
12,0
12,9
2,0
Implementation of new technology
3,0
3,3
2,2
Implementation of new organization
1,6
2,0
1,6
1,0
Quality of management
3,2
0 - -9
11,8
Administrative norms (environment, health, safety)
10 - -49
13,8
11,8
Infrastructures (motorways, gas,
electricity, communication)
5,3
2,3
50 - 249
7,1
7,3
4,0
Implementation of common currency
4,9
8,0
8,5
Other
10,4
No impediments
25,3
20,9
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
20
22
29,1
24
26
28
30
Access to financing – main obstacle to entpreneurship
30
25
% on total SMEs
20
15
10
5
0
BE
DK
GER
GRE
SP
FR
IRL
IT
LUX
NL
AU
POR
FIN
SV
UK
UE-15
Fonte: EVCA, Yearbook 2003.
After the Green Paper, the European Commission presented many programme guidelines to promote the conditions for financing innovation with risk capital – specifically for risk capital (Plan for risk capital) and also for wider range of issues (for example
the Action Plan for Innovation, the Action Plan for Financial Services, the
Communication “Towards a European Research Area”, the Communication “Innovation
in a knowledge based economy” and the Long-term Programmes SMEs).
92
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Confirming the importance of venture capital, the Commission included the incidence of risk capital investments in high-tech companies on GDP among the indicators of
EU Member States’ “innovativeness”.
The aim of this chapter1 is to describe public aid to venture capital in Europe and
in Italy without presuming to show a complete and exhaustive picture.
With this in mind, various types of informative sources were studied:
The Venture Capital Sector: which, since the crisis of the New Economy in 2000,
shows a strong downturn in international markets, with a more negative impact
on the American market than on the European market. Italy’s investment rate is
0.21% of the GDP – an intermediate level in the European € community on the
whole, slightly under the EU average (0.23% of the GDP).
EU initiatives to support Venture Capital: with reference to the Community programmes and pilot projects for risk capital for innovative companies (ETF, ETF
Start Up, I-TEC, Seed Capital Action, Eurotech Capital) the EU finances - mainly
through the European Investment Fund (EIF) - 179 Funds, for a total of €
2,458.30 million. Italian funds (16, 8.94% of the total) receive 11.31% (EUR 278.1
million) of total aid allocated by the European Union.
Government initiatives
Italian legislation
Risk capital initiatives
Innovative Finance initiatives in Structural Funds: only a small percentage of
Innovative Finance Measures that provide financial engineering and risk capital
interventions are or have been implemented (estimated to be EUR 534 million).
Four initiatives have been implemented and only one (Lazio) is already in progress. The total of the five Funds is estimated to be EUR 126.7 million.
Regional initiatives: three regional risk capital initiatives were found: the Next
Fund and Politekne Fund (Lombardy Region), which have already been implemented, and Sicilia Fund (Sicily Region), which is still being implemented. The
total amount for these funds is EUR 110 million.
Other institutional Venture Capital initiatives: there are five funds, set up by three
different asset management companies, to encourage investments in applied research and technological innovation of companies in the early stage. These funds,
most of which are waiting for authorization by Banca d'Italia, total EUR 75 million.
European benchmarks of Venture Capital programmes: Based on the census of the
Trend Report, there have been 48 interventions to support venture capital have
been constituted since 1990. The census did not find an Italian programme, while
countries such as Austria, Germany and the UK have shown an increased interest
in the sector.
1
Carried out with the collaboration of AIFI
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
93
Chapter 1
Some European cases of aid schemes for Venture Capital: seven important cases
of EU Member States’ national government initiatives cases were studied.
1.2 The venture capital sector
Stock markets of the high growth companies’
When analyzing the risk capital market, it is necessary to consider the performance
of the stock markets of strong growth companies. These markets play an important role
for venture capitalists since they provide an important exit route for investors.
The bursting of the internet bubble in 2000 brought on a collapse of strong growth
companies’ stocks, which was felt even more following the events of September 11th.
For example, 142 companies are quoted on EuroNext [this market, which was set up in
2000, is the result of the fusion of the Paris, Amsterdam, Brussels, and Lisbon markets],
compared to the 140 listed in Nouveau Marché at the end of June 2000. Nasdaq, in contrast with European markets, also having felt the effects of the internet bubble and
September 11th, has about 3,400 companies listed (compared to 5,818 in June 2000).
Proof of the capitalization of the European markets (EUR 20,456 million), if similar to
AIM, is only slightly over 1% of that of Nasdaq (EUR 1,974,995 million).
New
Market
STARTING YEAR
Number of companies quoted
Market Capitalization (Million €)
Average capitalization per company (MI€)
Performance since start of year
Performance since 1998
1999
143
331
1.718
45
Nasdaq
EuroNext
Europe
Continental Europe
2001
2000
29
153
172
182
546
2.449
30
9
AIM
Nasdaq*
Extra C. Europe
1995
1971
250
66
500
172
10
-
* updated in august 2003 - Source: Nuovo Mercato, Nasdaq Europe, EuroNext, AIM, Nasdaq.
Raising risk capital in Europe in 2002
In 2002, € 26.7 billion in risk capital was raised in the EU, which was around 30%
less than the € 40 billion raised in 2001.
The most significant contribution was from the United Kingdom, who with € 14.2
billion represents over 50% of the risk capital gathered in 2002, followed by France with
€ 4.8 billion, which was 18% of the EU total.
Italy takes third place after the United Kingdom and France, with €1.9 billion risk
capital raised – 7.5% of all the funds raised in EU Member States, thus demonstrating
a slight increase compared to 2001 (€1.8 billion).
Most EU countries had a decrease in capital raised compared to 2001: -37% for the
United Kingdom, -12.6% for France and –55.7% for Germany.
94
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Risk capital raised (M€ 2002)
(M€)
30.000
26.780
25.000
20.000
14.201
15.000
10.000
4.799
5.000
177
125
201
301
720
AU
BE
IRL
DK
FI
1.644
1.996
66
1.195
74
640
642
POR
SP
SV
0
FR
GER
GRE
IT
LUX
UK
UE-15
Source: EVCA Yearbook 2003.
Risk capital in the EU (M€ 1999-2002)
50.000
Italy
Germany
40.000
France
the United Kingdom
30.000
UE
26.780 M€
20.000
14.200 M€
10.000
4.799 M€
1.996 M€
1.644 M€
0
1999
2000
2001
2002
Source: Finlombarda on EVCA data, 2001 and 2003 Yearbook.
Investments in the Risk Capital Market in Europe and in the US in 2002
The analysis of the intensity of risk capital investments in 2002 clearly shows the
different performance of EU countries and the European investment average of 0.23%
on GDP. The United Kingdom had the best performance (0.63% of the GDP), and Greece
had the lowest level (0.03% of the GDP). Italy, with 0.21% of the GDP has an intermediate level in the community, slightly below the EU average.
European investments in risk capital show a weaker dynamic compared to the evolution of the American market. In Europe, there was a positive trend in investments only
in 1998, while in the growth rate in the United States was much stronger until 2000,
when the crisis of the new economy occurred; it had a stronger impact on the American
market than on the European one.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
95
Chapter 1
Investiments in risk capital in % of GDP (2002)
(%)
0,7
0,63
0,58
0,6
0,5
0,39
0,4
0,368
0,33
0,3
0,23
0,21
0,18
0,2
0,13
0,14
0,1
0,14
0,12
0,10
0,08
0,07
0,05
0,03
0
AU
BE
IRL
DK
FI
FR
GER
GRE
IT
LUX
NO
POR
SP
SV
UK
UE-15
USA
Source: EVCA, Yearbook 2003; NVCA, 2003.
Groth rate of investments in risk capital in the EU and in the US,
1996-2002 (anno 1996=100)
1.000
USA
UE
800
600
400
200
0
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
Source: Finlombarda processing of EVCA data, Yearbook 2001 e 2003; NVCA, 2003.
Risk capital investments in percentage on investment total “by stage” (2002) in Europe
The allocation of investments by stage (“early stage”, “expansion and development”)
gives an indication of financing in the start up stage and the development stage. In
Europe, there was limited emphasis on “early stage” investments in 2002, with Denmark
as a noteworthy exception. In some Member States - especially in Italy (with 2.5% of
€2,625 million) – the amount of risk capital invested in the “expansion and development” stage is above the EU average.
The total EU investment in “early stage” in 2002 was € 2,699 million, which is 35%
less than in 2001 (€ 4,188.38 million).
The Member States which invest most in the first phase of the company life cycle
are the United Kingdom (35% of the EU total with € 955 million), Germany (€ 560 million) and France (€ 494 million).
It was mainly Sweden (-88%), Denmark (-87%) and Italy (-77%) to fuel the rate of
decrease in investments in early stage between 2001 and 2002.
96
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Risk capital investments by stage (%, 2002)
UE-15
10,0%
68,6
1.722,3
89,0%
2,5%
IT
968,2
85,0%
11,0%
LUX
2.625,6
97,5%
28,6%
GRE
71,4%
22,4%
GER
45,4
77,6%
8,4%
FR
2.506,2
91,6%
21,6%
DK
5.851,0
78,4%
456,0
56,9%
IRL
43,1%
26,1%
FI
241,9
105,1
73,9%
30,2%
BE
360,0
69,8%
18,8%
AU
1.467,9
89,0%
15,0%
POR
10.384,8
EXPANSION & DEVELOPMENT
83,0%
11,0%
SP
EARLY STAGE
94,2%
17,0%
SV
26.949,2
90,0%
5,8%
UK
146,1
81,2%
Total (M€)
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Investiment trends in Early Stage (M€ 1999-2002)
M€
8.000,0
Italy
Germany
6.000,0
France
the United Kingdom
UE
4.000,0
2.699 M€
2.000,0
955 M€
560,8 M€
493 M€
64,5 M€
0
1999
2000
2001
2002
Investiments in High Tech risk on total risk capitale investments in % of GDP (2002)
INVESTIMENTS IN PRIVATE EQUITY AS % OF GDP
0,70%
United Kindom
Sweden
0,60%
0,50%
The Netherlands
France
0,40%
Finland
0,30%
Eu -15
0,20%
Spain
Italy
Danmark
Belgium
Portugal
0,10%
Ireland
Austria
Greece
0,00%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
INVESTIMENTS IN HIGHT-TECH AS % OF TOTAL INVESTIMENTS IN RISK CAPITAL
Source: Finlombarda on EVCA data, Yearbook 2003.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
97
Chapter 1
Risk capital investments in high technology in the EU (2002)
Risk capital investments in high-tech companies are important for two related reasons: they provide a measure of the amount invested in companies operating in sectors
that are particularly innovative but characterized by a high level of risk, and demonstrate these sectors’ burden from driving innovation. In a comparison between Europe and
Italy, Italy is found near the EU average: in 2002 11.9% of total investments in risk capital were made in high tech companies, while the EU average investment rate was 12%.
In Europe, only the minor economies of Belgium, Austria, Denmark and Ireland
invest over 50% of total risk capital financing in high-technology.
Risk capital investiments in High Tech (M€ 1999-2002)
M€
12.000,0
Italia
10.000,0
Germania
Francia
8.000,0
Regno Unito
UE
6.000,0
4.000,0
3.238 M€
2.000,0
1.164,8 M€
519,9 M€
312,8 M€
0
1999
2000
2001
2002
Source: Finlombarda processing of data EVCA, Yearbook 2001 and 2003.
Investments in high-technology companies in the EU in 2002 were EUR 3,238 million, with a decrease of 52.8% compared to the EUR 6,858 million invested in high-tech
in 2001. This negative trend was due mainly to the negative performances in the
Netherlands (-92%), Sweden (-88%) and Italy (-69%), with a slighter downturn in
France (-30%), while the United Kingdom maintains a substantially constant investment
rate in the technological sector (-1.2% compared to 2001).
1.3 EU initiatives for venture capital
EU Initiatives for Venture Capital
There are various EU initiatives aimed at improving innovative companies’ financial
context to support the development of risk capital through technological programmes
and projects managed by the European Investment Fund (EIF), which became the EIB’s
operational arm in 2000:
1. the European facility for technologies (ETF and ETF start up information point
and ETF Start-up);
2. financing the creation of innovative new business with growth and job creation
potential (Seed Capital Action);
98
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
3. financing for innovative companies (I-TEC);
4. financing trans-national projects in the high-tech sector (Eurotech Capital).
With reference to the instruments studied specifically for the aims outlined, the EIF
works mainly through:
1. venture capital: the EIF, being a so-called “Fund of Funds”, invests in company
capital through risk capital funds and incubators that support SMEs and, in particular for companies in the early stages of development in the technological sector;
2. guarantee instruments: guarantee interventions directly aimed at financial intermediaries that grant credit to the SMEs, to transfer/mitigate the credit risk. This
intervention is aimed at creating a leverage effect on the amount granted to SMEs.
Eurotech Capital
Since 1989
Period
I-Tech
Since 1997
ETF Start up
-Finished-
ETF
ETF 1: since 1997
Crea
-Finished-
1998 - 2000
1998 - 2000
EIF
EIF
DG companies - EU
ETF 2: since 1999
Authority in
Economic and financial
EIF on behalf of DG
charge
affairs
companies
DG – EU
Goal
To promote financing
Encourage investments
Encourage investment
Encourage investments
Facilitate SMEs’ access
for transnational
in Early stage in
in high growth
newly created in
to Seed capital
high -tech projects
high tech SMEs
potential SMEs that
innovative SMEs
through private capital
European financial
Beneficiary
operate in high -tech
Venture capital brokers
Venture capital operators Venture capital operators Venture capital operators
Operators must be able
25% of the fund must
Operators can
Operators can not invest
Venture capital funds
to invest € 50
be invested in
invest no more
more than 50 % of their
must be recently set up
million, 20% of which
innovative SMEs
than 15% of their funds
funds outside the EU
seed capital funds with at
authorities specialized in
contributing to funds
Contraints
for high tech SMEs
least o € 4 million (of
outside the EU
which min is 50% public)
Contribution
- 4% participation of
- Contribution for 50%
- 25% participation of
25% participation of
Contribution for 50% of
venture capital
of fund ’s operational
venture capital funds;
venture capital
operational costs in
funds;
costs;
- Ceiling= € 10 million
funds;
start up phase;
- Ceiling 1 million EUR
- Ceiling = 55% total
(per operator)
- Ceiling= € 12.5 million
- Ceiling= € 0.5 million
(per operator)
investments (max € 0.5
(per operator)
(for each operator) for
3 years
million per operator)
€ 2.5 million
Budget
€ 11 million
ETF 1: € 125 million
€ 168 million
€ 8 million
Investment capacity = € Investment capacity = € ETF 2: € 125 million
Investment capacity = €
1 billion
1.3 billion
Funds allocated
N.A.
N.A.
123,4 ML €
€ 48 million
N.A.
Leverage Effect
€ 233 million
€ 490 million
N.A.
€ 178 million
N.A.
800 million
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
99
Chapter 1
Reissuing of multi-annual programmes for SMEs
Confirming the need to improve the financing of innovative companies, under the
Multi-annual Programme for Companies and Entrepreneurship (2001-2005), the following programmes were reissued: ETF and ETF Start Up and Seed Capital.
ETF (Innovation
2000 Initiative)
ETF Start up
Seed capital (Ex-Crea)
Period
Since 2001
2001-2005
2001 (Secondo trimestre) - 2005
Authority in
EIF
EIF on behalf of the European Commission
FEI on behalf of the European Commission
Encourage investments in innovative and newly
charge
Goal
Develop the European established SMEs (less than 5 years)
Encourage investments in SMEs ad high potential of growth
venture capital market
and job creation, all sectors.
for regional
development and
high-tech SMEs
Beneficiary
Venture capital
Risk capital funds (excluding funds that invest in
Venture capital funds, company incubators, any analagous
operators
pre-IPO, MBO and MBI operations), incubators of
organization.
companies that have relationships with research
institutes and innovation centres, with venture
capital operators and that put SMEs in contact with
graduates.
The investment period varies from
Contraints
5 to 12 years.
Eligible expenditures: staff staff members, investment
managers with a maximum of 2 years experience in the
sector, new employees hired after the application for
financing was sent. In any case, elegibile staff must have a
contract for at least 3 years.
Allocation of contribution depends on amount of
investments for each staff member elegible for financing.
Contribution
- From EUR 2 to 12
EIF Participation: usually 25% of the capital and Aid for management costs for eligible activities: max € 100,000
million
in exceptional cases 50% (new incubators that
for each additional staff member up to € 300,000 per
(depends on the size
can potentially play role of catalyzer); ceiling of
beneficiary (3 additional people) or 5% of the capital allocated
of the fund).
EUR 10 million, and in exceptional cases EUR
for Seed Capital investment, or: Max € 100,000 (1person) if
15million. Public Participation: up to 70% in OB. the capital allocated is between 2 and 4 million EUR ; Max €
areas 1 and 2; max 50% for other areas.
200,000 (2 people) if the capital allocated is between EUR 4
Combinability: EIF participation can be
and 6 million; Max ! 300,000 (3 people) if over EUR 6 million is
combined with other community
allocated.
facilities (including EIF ones) as long as it does
Combinability: contribution to management costs granted with
not exceed 50% of the incubator’s capital.
this instrument
can not be combined with other community facilities and/or
other national funding.
EUR 1,500 million
EUR 90 million
EUR 50 million
Investment
EUR 750 million
-
-
Capacity’
(40 funds) in 2001
Budget
Key: Financial resources reported are currently in discussion phase.
Source: Council decision regarding Multi-annual programme for Enterprise and Entrepreneurship, especially for
SMEs, OJ 333/84 of 29/12/2000; EIF, ETF Start-UP Investment Policy Business Incubators; Seed Capital Action
Giudelines; European Commission’s DG Enterprises Indications.
100
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
EU initiatives for risk capital
Out of the 179 funds in Europe, the Italian funds (16, 8.94% of the total) receive
11.31% (EUR 278.1 million) of total support allocated by the EU (EUR 2,458.3 million).
Italy is the fourth highest country for number of funds and third for contributions received, behind the United Kingdom (14.44%) and France (14.35%) and right before
Germany (10.8%). Pan-European countries have 29 funds that receive a total of EUR
416.7 million, or 16.95% of all contributions.
EU support for risk capital – cumulative from 1997 to 2003
Funds
Country
Austria
Belgium
Denmark
Est Europe
Finland
France
Germany
Greece
Ireland
Italy
Luxembourg
Pan-European and Multi-Country
Portugal
Spain
Sweden
The Netherlands
United Kingdom
Total
Number
5
5
4
6
8
29
18
1
7
16
2
29
3
13
7
4
22
179
%
2,79%
2,79%
2,23%
3,35%
4,47%
16,20%
10,06%
0,56%
3,91%
8,94%
1,12%
16,2%
1,68%
7,26%
3,91%
2,23%
12,29%
100%
Support
Total support
56,4
32,9
43,7
57,0
99,4
352,7
265,4
20,0
99,4
278,1
18,7
416,7
17,5
208,4
82,6
36,3
355,1
2458,3
%
2,29%
1,34%
1,78%
3,05%
4,04%
14,35%
10,8%
0,81%
4,04%
11,31%
0,76%
16,95%
0,71%
8,48%
3,36%
1,48%
14,44%
100%
Source: Finlombarda processing of EIF data, Annual Investment Report 1998, 1999, 2000, 2001, 2002
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
101
Chapter 1
Beneficiaries of the various programmes for Member States – programmes from 1997 to
2003
The countries with the most initiatives financed by the EIF are France (29) and the
United Kingdom (22). Many others are the initiatives targeting pan-European countries (29).
Country
EIB
Austria
Belgium
Denmark
Est Europe
Finland
France
Germany
Greece
Irelande
Italy
Luxembourg
Pan-European and Multi-Country
Portugal
Spain
Sweden
The Netherlands
United Kingdom
Total
2
0
1
0
4
4
6
0
3
7
1
2
2
5
1
1
4
43
EIF
mandate
on EIB
2
2
2
6
0
11
6
1
2
5
0
17
0
6
5
1
9
75
EIF
EIF&ETF
ETF
0
1
0
0
0
2
2
0
0
0
0
3
0
0
0
0
3
11
1
1
0
0
1
3
1
0
1
1
0
3
0
1
0
1
1
15
0
0
0
0
1
3
1
0
1
1
0
2
0
0
0
1
2
12
Seed
ETF
capital
Start up
action
0
0
1
0
1
0
0
0
2
0
6
0
2
0
0
0
0
0
1
0
1
0
1
0
1
0
1
0
1
0
0
0
2
1
20
1
N.C.
Total
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
1
0
0
0
0
0
2
5
5
4
6
1
18
8
1
7
16
2
29
3
13
7
4
22
179
Note:
EIB: from 1989 to 2001
EIF on EIB mandate: from 1997 to 2001
ETF: ETF1 (from 1997 to 1999), ETF2 (from 1999 to 2001);
ETF Start UP: from 1998 to 2000 and from 2001 to 2005;
SEED CAPITAL ACTION: from 2001 to 2005
“EIF&ETF” includes funds that received funding from both the EIF and ETF
Source: Finlombarda processing of EIF data, Annual Investment Report 2002
The portfolio of venture capital operations continued to grow until last year (when
the total amount invested was EUR 2.45 billion). With reference to the investment activity, according to the 2002 annual report published by the EIF of official EVCA statistics, the EIF financed 15% of the early stage SMEs that received investments in risk
capital since 1997.
Out of 179 funds in Europe, the Italian funds (16, 8.94% of the total) received 11.31%
(EUR 278.1 million) of the total support allocated by the European Union (EUR 2,458.3
million).
Italy is the fourth highest country for number of funds and the third for support
received - behind the United Kingdom (14.44%) and France (14.35%) and just before
102
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Germany (10.8%). Pan-European countries have 29 funds that receive a total of EUR
416.7 million, or 16.95% of all contributions.
The 16 Italian Funds, which total EUR 1,192 million, target all the different stages
of company growth (early stage, start up, expansion and development, later stage) with
average investments that range from 1 to 10 years.
Of these 16 initiatives, three are co-financed in the last two years for a total of EUR
165 million.
TLCOM LP and Angelventures Servicio De Consultoria are the largest funds: respectively EUR 185 million and EUR 123 million.
(M€)
1.600
16 funds
Yearrly growth
1.400
1.142
1.200
1.027
1.192
50,0
115,0
1.000
800
754
273,0
644,0
754
600
400
1.027
1.142
2002
Luly 2003
200
0
110
110
110
1998
1999
2000
2001
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
103
Chapter 1
EIF initiatives in Italy
Fund
Kiwi Venture Partners
Manager
EIF
Investment
(ML€)
Capital
(ML€)
Year
Asset
Allocation
Average
Investment
(ML€)
Kiwi Management
3,0
110
1998
Early stage, start ups in TLC,
0,2-5
Company Limited
Arca Impresa Duemila
Arca Impresa
internet and media sector.
32,8
104
2000
Gestioni SGR
Expansion, tumaround, buy out
2-5
in industrial, and service sectors,
sectors with out particular focus.
Dresdner Kleinwort
Benson Fund Italia L.P.
Dresdner Kleinwort
25,0
85
2000
Capital Advisory
Expansion, MBO/MBI,
6-10
tumaround in, manufacturing,
engineering, logistic and
large consumption sectors.
Euromobiliare VC Fund
Euromobiliare
15,0
50
2000
“high growth” MBOs in TLC
N.A.
(Fondo Raffaello)
Corporate Finance
internet, professional
IMI Risk Sharing
N.A.
16,4
N.A.
2000
N.A.
N.A.
MB Venture capital
MB Venture
40,0
100
2000
Early “high growth” in ICT
1-5
Fund I N.V.
Capital SA
aesthetics sectors
global loan
San Paolo IMI Private
NHS
and life sciences sectors
24,9
120
2000
Equity Fund I, L.P.
TelCom L.P.
MBOs/MBI and start ups in high
N.A.
tech, media and TLC sectors
TLcom Capital
20,0
185
2000
Partners TLD
Early stage, expansion &
N.A.
development in ICT and
internet technology sectors
Angelventures servicio
AV Capital SA
16,4
123
2001
de consultoria
Early stage in TLC,
N.A.
Internet, wireless,
media high tech sectors
Atheana Private
Equity Fund
EonTech I
Athena
15,0
n.d.
2001
N.A.
N.A.
5,0
50
2001
Start up capital, development
1-8
Consulting SA
Eontech Ventures
SA
capital and seed capital in
high tech and not
Fineco Capital SCA
Fineco Capital
10,0
n.d.
2001
“High growth” in
N.A.
mechanics, luxury, software,
ICT, media, health, food, textiles
tourism, free time sectors
Quadrivio New Old
Quadrivio SGR
10,0
100
2001
High tech
1-10
FPCR Mezzogiorno
NHS Mezzogiorno
26,0
100
The golden mouse
Banca Amer Value
5,0
15
2002
Early stage
0,25-10
2002
Early stage and start ups in
N.A.
Economy Fund
Partnership
Partners
networks, TLC, services,
media and content sectors
Interbanca investimenti
Interbanca Gestioni
Sud
Investimenti SGR
Total
16
104
15,0
50
278,1
1192
2003
Later stage
2-5
-
-
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
1.4 Government initiatives
1.4.1
Evolution of the italien legislation in the risk capital sector
The Italian legislation was formed starting in 1987 with the provisions that regulated the Merchant Banking Companies. Italian closed-end funds were then set up with
the Law 344/1993. In 1993 there was also another significant change in the regulations
that introduced the possibility for banks to participate in companies’ risk capital, substituting and exceeding the deliberation setting up merchant banks (the Unified Code
on banking and credit).
Today, Italian Private Equity is made up of the following:
Venture capital and merchant bank companies;
Italian closed-end funds;
foreign operators (bank branches and closed-end fund advisors);
banks;
public operators.
Legal references
Interministerial
Committee
deliberation for
credit and savings of
6 February 1987
Merchant Banking
Companies
instituted
Law 344/1993
Stock closed funds
instituted
Legislative Decree
385/1993
Unified Banking
Code
1987
1993
Legislative Decree
58/1998
Unified Finance Code
(UFC)
L. D.LLegislative Decree 358/1997; L.D.
461/1997 (effective from 1 July 98)
“Visco” Decrees on tax reform
1997
1998
1999
2001
Banca d'Italia
Measures 1 July
1998
Consob Deliberation
no. 11522 of 1998
Ministry of Treasury
Decrees no. 468
and no. 469 of
1998
Consob Deliberation
no. 11971 of 1991
Banca d'Italia
Measures
20 September1999
Banca d'Italia
Measures
24 December 1999
Banca d'Italia
Communication of
19 July 2001
2003
Ministry of Treasury
Decree no. 47 of
2003
Measures implemented by the TUF regarding
asset management companies and OICR
1.4.2 Risk capital initiatives
Incentives toventure capital: Spin-offs
The concept of spin-off was introduced into the legislation concerning the research
world (both universities and public research facilities such as CNR, ENEA, ASI) by article 3 paragraph 1 point b) of the Law 297 of 27 July 1999 and article 11 of the Ministry
Decree (M.D.) 593 of 8 August 2000 regarding the terms of procedural application of
the law itself.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
105
Chapter 1
The M.D. no. 593 of 8 September 2000 establishes, according to the Legislative
Decree n.297 of 27 July 1999 how MIUR (Ministry for Education, University and
Research) supports industrial research.
The measure set out in Article 11 of M.D. 593/2000 is one of the most important
things introduced by the reform of incentives for research because it allows research
projects to be financed for companies not yet set up, but will start up to carry out the
project: introduces the concept of spin-off in the national legislation regarding the research world – in universities and public research facilities such as CNR, ENEA, ASI. The
term spin-off refers to a company that aims at economic use of university research, for
which the university authorizes the involvement of its permanent or non-permanent
staff. Spin-off founders may be professors, university researchers, research grant holders, phds and post docs, university grants, technical – administrative personnel.
Article 11 of MD no. 593/2000 – Projects independently submitted for research start
ups: university spin-offs
1. AUTHORITIES AND BODIES INVOLVED IN IMPLEMENTING AND MANAGING
THE INTERVENTION
Authority in
charge
Ministry for Education, University and Research.
Parties involved
-
2. BENEFICIARIES
Beneficiaries
106
The following people may benefit from this measure: university
professors and researchers; staff that carries out research dependant on research institutes; pHds, and research grant holders.
These individuals may apply also in conjunction with one or more
of the following: universities, research institutes set out in article
8 of the DPCM no. 593/1993 and following amendments, ENEA,
ASI; insurance companies, banks, financial brokers, closed-end
funds, financial institutions for innovation; one or more industrial
companies that produces goods or services, transportation by
ground, water or air, or craftsmen; research centres; scientific and
technological parks; consortia and pooled companies.
Beneficiaries are eligible only if the regulations of their university or establishment have checked the authorisation procedure and
the leave of absence for study, have defined issues regarding intellectual property rights as well as restrictions to prevent conflicts
of interest with the start ups or the companies to be started.
The companies setting up can be small, medium or large companies located anywhere in the country.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
3. FACILITATION
Type of facility
Grant.
Aid intensity
A contribution for expenditures for up to EUR 516,456.90 (1 billion Lire) is given for the following: 50% of the costs considered
eligible for industrial research; 25% of the costs considered for
pre-competitive development. In addition to the contribution, up
to 25%, additional aid may be granted – different percentages
depending on determinate circumstances.
4. ABOUT THE FACILITY
Intervention Areas Industrial research activities that are retained "studies critical to
acquire new knowledge necessary to develop new productive products and processes or to bring an improvement thereof". The support measure may also include non-predominant activities of precompetitive development such as designs or projects for new products and services, the creation of prototypes not for commercial
use, etc. that are necessary to set up an ad hoc company.
Eligible
expenditures
The following expenditures are considered acceptable, after-tax:
expenditures for staff (researchers, technicians other auxiliary staff used for the research, applicant’s employees
and/or staff in continuous coordinated collaboration).
cost of new instrumentation, equipment, land and buildings
to be used for research activities, deducting the amount
from derived for commercial purposes or productive use,
should there be any.
cost of consulting services and other similar services used
for the research, including acquisition of research results,
patents and know-how, licenses, etc.
general expenditures directly attributed to the research activity, in a flat rate payment of 60% of staff cost.
other expenditures in the fiscal year directly attributed to
the research.
The project may not be financed if over 20% of the total costs of
activities are commissioned outside EU Member States, except in
the certified impossibility that the applicant is unable to find analogous competencies in the EU. Retroactivity of costs is not permitted.
Eligibility and/or
selection criteria
-
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
107
Chapter 1
5. PROCEDURES FOR IMPLEMENTING FACILITY
Legal reference
Law no.46 17 February 1982, (OJ General Series no.57 of 27
February 1982); Law no. 168 of 9 May 1989 (in OJ no.108 of 11
May 1989); Legislative Decree n. 123 of 31 May 1998 (in OJ no.99
of 30 April 1998); Legislative Decree no. 297 of 27 July 1999
no.297 (in OJ no. 201 of 27 August 1999).
Newsletter no. 760 of 29 December 1999 (in OJ Gs no.7 of 11 January
2000); MD no.593 of 8 August 2000 (in OJ no.10 of 18 January 2001);
Dec. 8 November 2001 (OJ no. 296 of 21 December 2001).
Legislation
National
Time/scheduling
and
administrative,
technical and
financial
procedures
-
Submission
The application and the entire documentation must be submitted to
MIUR in 4 copies, of which one original is signed together with a
formal declaration of applicants’ intent to start up a company
within three months of selection in the event the project is chosen.
Furthermore, applicants must submit a detailed description of the research project, together with information regarding the reference market,
as well as a development plan and a financial plan for the start up.
Approval
The project selection committee is made up of 5 experts who are
chosen from the list set out in article 7, paragraph 1 of the legislative decree no. 297/99, among highly qualified professionals
with proven experience in the financial sector, entrepreneurs, and
the application of industrial research.
The Commission carries out a pre-selection of the projects, evaluating: the role the applicant plays; the project’s economic and market
opportunities; innovativeness of the project; technological and
scientific quality of the project; consistency and quality of the group.
Allocation
MIUR, upon the judgment of the Committee, issues a decree indicating the forms and measures of the intervention. Enforceability
of the decree of concession is subject to proof of the actual establishment of the company in the three months following the date
of the decree.
Upon drawing up the contract, the contracting party can request
an advance payment of up to 30% of the amount granted.
The sum is allocated from MURST, through the applicant, in the
following way: advance payment of 50% upon signing of the con-
108
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
tract; payment of the second part (30%) upon presentation of
expenditures that are at least double the advance; 20% upon verification of the conclusion of the programme.
Interventions
according to L.D.
123/98
-
University regulations for spin-offs
Among the universities that created this initiative are: University of Milan, Tor
Vergata, Camerino, Ferrara, Firenze, Genoa, Milan-Bicocca, Modena and Reggio Emilia,
Pavia, Pisa, Siena, Turin, Bologna, Udine, Bari and Foggia, Cagliari, Palermo, Calabria,
Sannio, Politecnico of the Marche, Polytechnic of Turin, Polytechnic of Bari, Istituto
Nazionale per la Fisica della Materia (INFM).
Spin-Off Regulations
The regulations which most Italian universities have adopted regarding spin-offs encourage the constitution of joint stock companies (S.p.A.) or limited liability companies (S.r.l.), creating a distinction between two different types of spin-off: academic spin-offs
and university spin-offs.
The intellectual property resulting from the research carried out by the spin-off belongs to the spin-off. The university is permanently entitled to the license for free, without the right to sublicense.
If according to regulations, the university has a structure dedicated to the incubation of spin-offs, they may remain there for up to
three years, which can be extended by the board of directors only for convenience and opportunity.
In order to avoid situations of conflict of interest, there must not be competition between the structure’s instruction, research and
consultancy activities and those of the spin-off companies.
Academic
Spin-Off
Academic spin-offs aim at using their research results in an entrepreneurial environment (in innovative contexts)
for the development of new products and services derived from the research. Universities do not participate in the
new start-up company’s risk capital, but make resources and/or services available to facilitate the start up and
early development.
University
Spin-Off
University spin-offs, instead, are the companies that universities participate in as a partner with a maximum 10%
of the capital, also through contribution of goods.
The spin-off start up procedure involves a preliminary phase in which a feasibility
study is conducted and a start-up phase.
Preliminary
phase
Feasibility
study
Start up
phase
Present entrepreneurial idea to department/structure
Spin -off Commission/Committee
evaluates idea
Study new product/service to be
carried out
Market study
Study process for making delivery
service
Study accessory services
Write business plan
Board of directors authorizes department or establishment
for the spaces, payment and deliberation of participation
to spin -off capital
Spin off formalized with constitution of a new company
Signing of contract between host department and spin -off regarding
concession of space, equipment and use of university staff
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
109
Chapter 1
Incentives for venture capital – Provisions implemented by Finance Act Law no. 388/2000
Article 103 of Law 388/2000 - Promotion and support services for startingup innovative companies
Regarding the use of proceeds from UMTS licenses, with Article 103, Law no.
388/2000 introduces a fund for financing scientific research in the national framework
Programme for research and interventions in reference to the information and communication technologies sector (ICT).
With the MD of 2 May 2001 a call for tenders was used to select projects to promote and provide technical support for innovative start-ups, especially in the computer
science and telecommunications field, in carrying out Art. 103 of the Finance Act, Law
no. 388/2000. These projects must be promoted by universities and research institutes.
This measure is a support action for the so-called “pure” venture capital, which is
indispensable to stimulate the growth of the economy through the creation of new companies that are competitive, profitable and efficient. In Italy to date, the amount of risk
capital dedicated to the exploitation of research results through their transformation
into entrepreneurial projects is still low.
The reason for this behaviour, which is also common in other countries, can be attributed to different factors. First of all, most investors’ moderate propensity to risk, but
also the lack of an adequate market culture – especially for new high-tech companies.
One of the principal interventions in this market segment was the approval of Banca
d'Italia’s Provision of 19 July 2001, which permits an infringement on the minimum
amount of capital needed to set up asset management companies to manage small closed-end funds for research (max. EUR 25 million), that are promoted by universities,
research centres and local establishments. Making it easier to set up asset management
companies to manage funds for research, the foundation was created to increase the
value technological innovation in companies through closed-end venture capital funds.
1. AUTHORITIES AND BODIES INVOLVED IN IMPLEMENTING AND MANAGING
THE INTERVENTION
Authority in
charge
Ministry of the Industry
Parties involved
Assement
A special Commission was set up to select the projects, of which
two experts were also appointed by the Ministry of Industry.
2. BENEFICIARIES
Beneficiaries
110
Universities, research institutes and related entities that are participated by the same parties must total no less than 25%; the participation of parties other than universities and research institutes must
serve for reaching the project’s aims. Projects can be submitted by
start-ups on the basis of article 2, paragraph 1 letter e) number 1 of
Legislative Decree no. 297 of 27 July 1999, if they have the participation of professors or researchers and public research facilities.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Final beneficiaries The final beneficiaries are indicated in reference to each part of
the project, specifying the local intervention area. Should the
beneficiaries of the actions project’s actions be companies, they
must be exclusively small companies. The cost of granting direct aid
to companies can not exceed 30% of the total cost of the project.
3. FACILITATION
Type of facility
Grant.
Aid intensity
-
4. ABOUT THE FACILITY
Intervention Areas Projects for promoting and support services for innovative startups, especially in the computer science and telecommunications
field. Promotion and support services projects may include the
following:
technical, economic, financial feasibility studies;
building infrastructures, not including bricklaying;
help (also financial) with organizational phases and startup of a company;
technological evaluation of projects;
training for new technologies, and also training for teachers.
Acceptable
expenditures
The eligible expenditures period must be specified with reference
to each action included in the project submitted by applicants.
Eligibility and/or
selection criteria
Projects accepted for financing are chosen from a list based a
score given according to:
quality of the project (30 points maximum), in terms of
innovativeness, the beneficiary’s financial participation,
interventions aimed at realizing results of the research;
applicant’s characteristics (50 points maximum) in terms of
organizational structure, professionals involved, experience
in the sector, number of universities and research institutes
involved;
impact on beneficiaries (20 points maximum) in terms of
the final beneficiaries’ field and location.
They are financed in decreasing order based on their score until
resources are exhausted.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
111
Chapter 1
5. PROCEDURES FOR IMPLEMENTING FACILITY
Legal Reference
Institutive Law: Law no. 388 23 December 2000, Article 103;
Implementary Law: Ministry of Industry Decree of 2 May 2001.
Legislation
National
Time/scheduling
and
administrative,
technical and
financial
procedures
Within 120 days following the date of publication of the
decree in the Official Journal parties may apply.
For each action planned, projects must report the description of the action, beneficiaries, the ways of implementing
and carrying out the actions, the time needed to implement
(the amount of time needed can not be less than three years
or more than five years), the cost of each action and the
total cost of the project by year with the specification of the
beneficiaries’ resources, the public resources and those of
the applicant should there be any.
For implementing the project, the beneficiary may be
requested to provide adequate guarantee possibly drawing
on a special fidejussiory guarantee.
The beneficiaries of the action must contribute to the realization of individual interventions with their own resources,
especially should they be companies. For each project, the
cost of planning, management and monitoring of the project can not exceed 5% of the total cost.
Part of the contribution is paid in advance (15% of the allocations), intermediate payments within 30 days of receipt of
request for payment by the beneficiary with reference to
documented effective expenditures (up to 95% of resources
allocated) and final payment of remaining amount.
Interventions
according to L.D.
123/98
-
112
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Article 106 of Law 388/2000 – Financial advances for the capitalization of new companies and SMEs in disadvantaged areas
Article 106 of Law no. 388/2000, regarding the promotion and development of new
innovative companies, extends the Fund’s interventions set out in Article 14 of L. 46/82
to the financing of investment programmes for the creation and strengthening of companies in high impact technologies, and promotion and technical services carried out by
qualified establishments to promote start up.
The subsequent directive, of the Ministry of Productive Activities of 3 February 2003,
which implements this provision, introduces two measures to incentivize venture capital, establishing the ways it should be managed:
The first (articles 2-5 of the Directive) facilitates SMEs in disadvantaged areas and
new companies’ access to risk capital through the granting of public financial
advances to banks and financial brokers who acquire temporary and minority
interest.
The second (articles 7-11) deals with the incentive of investment programmes for
the creation and strengthening of companies in high technological impact areas.
The first measure is justified by the fact that risk capital supply in the Italian market is not very homogeneous: from the data about 2002, of the total amount invested,
87% was in the North of Italy, 12% in Central Italy and only 1% in the South.
Distribution at the regional level is also noticeably non-homogeneous.
A further equity gap that the measure focuses on is financing new innovative companies (less than three years old). The principal factors that discourage investors from
investing in this type of initiative is the fact that smaller sized companies lacking a
medium-term “quantitative history”, sometimes do not guarantee efficient systems of
communicating the company’s results and economic-financial variables, from which a
transparency problem is created. Furthermore, the high cost of due diligence causes a
decrease of investment returns – so much to make it unattractive, and investments in
this type of company often have difficulties in the exit stage.
The measure therefore attempts to incentivize some types of intermediaries, (who are
qualified in risk capital investments) to invest in high risk initiatives. These intermediaries can get the facility if they are preventively accredited by the Ministry of Productive
Activities.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
113
Chapter 1
Article 106 of Law 388/00 – 1st Measure – Investment programmes for the creation
and strengthening of high impact technological companies
1. AUTHORITIES AND BODIES INVOLVED IN IMPLEMENTING AND MANAGING
THE INTERVENTION
Authority in
charge
Ministry of Productive Activities.
Parties involved
Managing party
The administrative procedures regarding granting and allocation
of advances was entrusted to MCC SpA. A Committee composed
of two representatives from the Ministry of Productive Activities,
a manager from the Ministry of the Economy and Finance and a
representative from the regions designated by the State-Region
Conference will be set up to adopt the deliberations of the interventions.
2. BENEFICIARIES
Beneficiaries
Banks, financial brokers and finance companies for innovation
and development set out in Article 2, paragraph 3 of Law 317/91.
Final beneficiaries Joint-stock companies, cooperatives, as well as pooled companies
set out in civil code article 2615-ter that are set up as joint-stock
company, economically and financially sound. The beneficiary
companies can be new companies (no more than three years old)
located anywhere within Italy, or small and medium-sized companies, as specified in Annex 1 to the Regulations (EC) no. 70/2001 of
the Commission of 12 January 2001 regarding the application of the
regulations on state aid for SMEs, found in Objective 1 and 2 areas.
3. FACILITATION
Type of facility
Financial advances, granted to accredited intermediary parties, to
use for temporary acquisition of minor shares in corporate capital
(beneficiaries). Stakes or shares subscribed must be newly issued
and represent at least 20% of the corporate capital. The participation may last for up to 7 years. Advances are granted for 50% of
the value of participations to acquire, and no more than EUR 2.06
million for each initiative.
For the part not covered by the advance, participation in SMEs’
capital may be assisted by the guarantee of the central fund set
out in Law 662/96. Advances are granted for financing applicant
company’s development projects.
Aid intensity
-
114
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
4. ABOUT THE FACILITY
Intervention Areas Innovative development and high technological impact projects;
projects for the development of products and services in information and communications technologies (ICT), including network
applications, innovative software, content development for multimedia and interactive distance learning.
Acceptable
expenditures
-
Eligibility and/or
selection criteria
Beneficiaries must be accredited by the Ministry of Productive
Activities. To be eligible, company development projects must be
innovative and have high technological impact; this evaluation
will also consider specific collaborations with universities and
research centres, the level of staff specialization and qualification,
established research and development activities, as well as patents
pending or granted for inventions.
5. PROCEDURES FOR IMPLEMENTING FACILITY
Legal Reference
Institutive Law: Law no. 388 of 23 December 2000, Article 106;
Law no. 273 of 12 December 2002;
Implementary Law: Prime Minister Decree of 28 March 2001,
Ministry of Productive Activities Directive 3 February 2003
Legislation
National
Time/scheduling
and
administrative,
technical and
financial
procedures
A) Accreditation criteria of financial intermediaries
Accreditation criteria, which are presently in the process of being
defined, will be identified with a decree from the Ministry of
Productive Activities specifying the experience and professional
qualities of the intermediaries’ staff.
B) Requests for advances
Requests must be sent to MCC in written form, on the appropriate advance request form a certified copy, signed by the accredited
party’s legal representative or a delegate, each part filled in and
with complete documentation required, together with a copy of a
proof of identity of the person who signed the request. Specifically
regarding development programmes, accredited parties must
attach a technical report (certifying the innovativeness and high
technological impact of the development programme) to the
request for advance.
C) Guararntee requests of the guarantee fund for SMEs
Should the requirements be met, accredited parties may request
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
115
Chapter 1
the intervention of the guarantee Fund for SMEs set out by Law
662/96, managed by MCC, on the shares of the participation not
covered by the advance.
D) Allocation of advances
Once the accredited parties receive the notice regarding granting
of allocation, they must send the manager (within 6 months from
the deliberation of the concession) the request for allocation on
the appropriate form or a certified copy. The manager allocates the
advanced payment to the accredited parties within 1 month from
the date they receive the allocation request. The accredited parties
must pay the company an amount that is exactly twice the advance payment within the peremptory deadline - 1 month from the
date the advance is given.
Interventions
according to L.D.
123/98
-
Article 106 of Law 388/00 – 2nd Measure – Promotion and technical assistance to
encourage high tech start-ups
1. AUTHORITIES AND BODIES INVOLVED IN IMPLEMENTING AND MANAGING
THE INTERVENTION
Authority in
charge
Ministry of Productive Activities
Parties involved
Evaluation
A special Commission was set up for the selection of projects,
which includes also two experts nominated by the Ministry of
Productive Activities.
2. BENEFICIARIES
Beneficiaries
Universities, public research facilities and the establishments they
set up that are participated by the same subjects for a total not less
than 25%; participation of non-university and public research
facility subjects must be functional for reaching the project’s
goals. Projects must be submitted by companies that are starting
up, as defined in article 2, paragraph 1 letter e) number 1 of
Legislative Decree no. 297 of 27 July 1999, and are participated
by professors or researchers and public research facilities.
Final beneficiaries The final beneficiaries are indicated with reference to each of the
project’s actions, specifying the reference area.
116
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Should the beneficiaries of the project’s actions be companies,
they must be small companies and fit the provisions of community Regulations on State Aid for SMEs (Reg. 70/2001), on training
(reg. 68/2001) and less importantly, on the so-called “de minimis”
aid (Reg. 69/2001).
3. FACILITATION
Type of facility
Grant.
Aid intensity
-
4. ABOUT THE FACILITY
Intervention Areas Projects for promotion and technical assistance for the start up of
high tech companies. The promotion and technical assistance
interventions include projects that carry out the following actions:
Technical, economic and financial feasibility studies;
building infrastructures, not including bricklaying;
help (also financial) with organizational phases and startup of a company;
technological evaluation of projects;
training for new technologies, and also training for teachers.
Acceptable
expenditures
Eligibility and/or
selection criteria
The eligible expenditures period must be specified with reference
to each action included in the project submitted by applicants.
Projects are accepted for financing using a specific scale based on
the sum of the points received for the criteria specified previously
in one or more of the annual cals for tenders.
5. PROCEDURES FOR IMPLEMENTING FACILITY
Legal Reference
Institutive Law: article 106 of Law no. 388 of 23 December 2000
Implementary Law: Prime Minister Decree of 28 March 2001,
Ministry of Productive Activities Directive 3 February 2003
In order to implement the facility, the Ministry of Productive
Activities publishes one or more annual calls for tenders for project selection.
Legislation
National
Time/scheduling
and administrative,
technical and
financial procedures
The Ministry of Productive Activities can publish one or more
annual calls for tenders for the selection of projects, in which
will set the minimum and maximum financial amounts of the
projects and the criteria for selecting the projects.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
117
Chapter 1
Relationships between the Ministry of Productive Activities
and the implementing parties (beneficiaries) must be regulated by the appropriate convention which will define all
the aspects regarding the management of the project by the
implementing party.
For each action planned, projects must report the description of the action, beneficiaries, the ways of implementing
and carrying out the actions, the time needed to implement
(the amount of time needed can not be less than three years
or more than five years), the cost of each action and the
total cost of the project by year with the specification of the
beneficiaries’ resources, the public resources and those of
the applicant should there be any.
For implementing the project, the beneficiary may be
requested to provide adequate guarantee, possibly drawing
on a special fidejussiory guarantee.
The beneficiaries of the action must contribute to the realization of individual interventions with their own resources,
especially should they be companies. For each project, the
cost of planning, management and monitoring of the project can not exceed 5% of the total cost.
Part of the contribution is paid in advance (15% of the allocations), intermediate payments within 30 days of receipt of
request for payment by the beneficiary with reference to
documented effective expenditures (up to 95% of resources
allocated) and final payment of remaining amount.
Interventions
according to L.D.
123/98
-
1.5 Innovative Finance Initiatives - Structural Funds2
Innovative Finance in Structural Funds
Structural funds’ new regulations stress the need to strengthen the multiplier effect
on financial initiatives with community resources, encouraging the maximum use of
private funding – especially in terms of risk capital – to increase the resources available for investments and ensure at the same time that the private sector experience
influences the methods of managing programmes.
Regarding risk capital measures, Member States are encouraged to consider the following with attention:
control of results to better evaluate the contribution that financial engineering
programmes offer regional development;
private sector participation to guarantee the projects’ sustainability;
management by independent professionals, who have autonomy to make decisions;
2
The data presented in paragraphs 1.5-1.6-1.7-1.8 are the results of a survey carried out with information updated to 2003.
118
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
adoption of rigorous criteria for selection of projects, that fulfil the goals for
regional development;
financial assistance with consultancy and different financial instruments provided for SMEs;
In some cases, aid from the EIF may be requested.
During May 2003, the European Commission created a set of measures to be applied
immediately to simplify and coordinate the management of Structural Funds.
The measure for Objective 2 areas covers 18% of Europe’s population; in Italy, the
areas eligible in central-northern regions are: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia,
Lazio, Liguria, Lombardy, Marche, Piedmont, Tuscany, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto.
Each Region develops a “Documento Unico di Programmazione” (DocUP), or Single
Programme Document, which contains strategies, specific objectives and the interventions to carry out in the eligible areas and the related financial plan. The European
Commission examines and approves each DocUP separately. After the community decision is adopted, each region starts the procedures to carry out the interventions.
Regarding the Objective 1 areas, each Region develops a “Programma Operativo
Regionale” (POR), or Regional Operational Programme, which must be approved by the
European Commission.
Innovative Finance Initiatives - Structural Funds in EU Member States
The Structural Funds’ Regulations for 2000-2006 place more emphasis on the use of
risk capital instruments rather than on traditional aid. Member States may donate an
additional 10% to help SMEs for parts of investment projects not financed with traditional aid. The co-financing of ERDF on risk capital doubled, going from EUR 570 million from 1994-1999 to around EUR 1.200 million in the current period. The current
expenditure is around EUR 3.300 million - 35% from EU sources, 25% from national
sources and 40% from private sources.
Estimated expenses for financing risk capital in structural Funds progammes
(2000-2006) - million €
Country
Austria
Belgium
Denmark
Germany
Spain
Finland
France
Greece
Ireland
Italy
Luxembuorg
The Netherlands
Portugal
UE
0,2
35,5
0,0
54,9
230,1
5,5
94,4
103,5
0,0
71,3
0,0
24,4
274,6
National
0,2
35,7
0,0
49,8
100,3
8,4
165,8
50,1
0,0
80,2
0,0
38,2
92,9
Private
1,1
1,4
0,0
3,2
0,0
6,5
216,1
39,7
0,0
278,1
0,0
43,1
691,2
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
Total
1,5
72,6
0,0
107,9
330,4
20,4
476,3
193,3
0,0
11,31%
0,0
105,7
1.058,7
119
Chapter 1
Country
UE
Sweden
United Kingdom
Transnational
Total
Percentage
0,0
267,2
2,3
1.163,9
35,4
National
0,0
187,8
0,8
810,2
24,6
Private
0,0
168,6
0,4
1.318,0
40,0
Total
0,0
455,0
3,5
3.292,1
100%
Source: European Commission, Measures notified by Member States July 2002. SFC Database: codes 155, 165, 1304
Program cycles 1994-1999 and 2000-2006 in Italy
Analysis of data regarding resources allocated by the EU found in the Structural
Funds’ programme cycles shows a huge difference in the absolute value of the resources for Objective 1 areas and those for Objective 2 areas. The total allocations went from
EUR 144.51 million (1994-1999) to EUR 533.93 million for 2000-2006. For this period,
EUR 353.36 million (66% of the total) was given Objective 1 areas.
Overall allocations of the innovative finance measures that provide risk capital
Initiatives: comparison between programming cycles 1994 -1999 and 2000 -2006 for
OB.1 and 1997-1999 and 2000 -2006 for OB.2 (M €)
Objective 2
Objective 1
533,93Ml€
180,57
144,51Ml€
6,70
353,36
137,81
1994-1999 (OB1) / 1997-1999 (OB2)
2000-2006
Source: Expenditure Planning Documents for community funds 1994 -1999 and 2000 -2006
120
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Innovative finance in Objective 1: programme period 1994-1999 and 2000-2006
Region
1994-1999
Molise
Measure
Sate of
implementation
of risk
capital initiative
54,14
64,48
67,05
53,19
SMEs
Molise Region
-
Calabria
Partecipation in new
companies set up
phasemeasure 2.2.
Set up guarantee fund,
risk capitale and
participating
loan - measure 2.2
44,00
73,33
26,65
N.A.
SMEs
Molise Region
-
TOTAL
N.2
89,14
137,81
93,7
53,19
72,3
72,3
SMEs
Regione
Campania
-
30,0
30,0
SMEs
-
30,0
30,0
SMEs
64,0
184,18
SMEs
Campan Region
parties selected
with public
procedure
Molise Region
and ministery
of industry
Institutional
parties qualified
by the region
30,0
30,0
SMEs
Banche di
interesse
regionale, società
finanziarie
30,0
30,0
SMEs
Banche e società finanziarie di interesse regionale,
230,43
353,36
Campania Action 4.2.G - Financial
engineering action
support SMEs’ access
to credit
Calabria Action 4.1.E - Financial
engineering
services to companies*
Molise
2000-2006
Resources InvestState of
pubblic ments
implementation Bene- Manager
Fin.
30/06/00
ficiaries
(ML€)
(ML€)
Committed Payments
Submisura 4.1.5 Risk capital*
Puglia
Measure 2.2 - financial
consulting systems for
development and
creation of companies
Sardegna Action 4.1.D - Funds for
the capitalization of SMEs
action 4.3.C - Seed capital
Funds for start-up of new
companies
Basilicata Misura 4.7 - Strumenti
di finanza innovativa
TOTAL
N.6
Bur N. 118 of
19/09/02
Key: * = since the official data was unavailable, the values marked with this symbol are assumed to be EUR 30 million.
Source: Programme Documents of Expenditure of community funds 1994-1999 and 2000-2006
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
121
Chapter 1
Innovative Finance in Objective 2: programme cycles 1997-1999 and 2000-2006
Region
1997-1999
Umbria
Measure 1.8 - Risk
capital Fund for SMEs
Piemonte Risk capital Fund
Set up
Toscana Risk capital Fund
Set up
TOTAL
2000-2006
Measure
N.3
Emilia
Measure 1.5 - Support for
Romagna innovative start ups risk capital funds set up
FriuliMeasure 2.2 - Financial
Venezia services for strengthening
Giulia
social capital-two equity
funds set up in risk capital
di partecipazione in
capitale di rischio
Lazio
Measure 4.2 - Financial
struments for innovation
risk capital fund set up
for innovation processes
Marche
Measure 1.2 - Financial
engineering services
Toscana
Measure 1.2 - Financial
engineering services
seed capital fund set up
Umbria Measure 2.3 - Financial
services for companies
- Fund capital set up
Lombardia Measure 2.3 - Financial
engineering services
Liguria
Misura 1.3 - Servizi
engineering services
TOTAL
N.8
Resources InvestState of
pubblic ments implementation
BeneFin. (ML€)
30/06/00
ficiaries
(ML€)
Committed Payments
2,1
4,2
4,56
3,51
SMEs
N.A.
N.A.
N.A.
N.A.
2,0
2,5
2,1
2,1
6,6
5,61
Manager
-
SMEs
Nuova Fin SpA
Capitale
sviluppo SpA
-
SMEs
Fidi toscana
-
Party (AMC)
Bur NO. 127 of
Selected through 27/08/03
call for tenders
Parties selected through call for
Tenders/
Agemont Spa
4,1
6,7
10,53
10,53
SMEs
5,66
5,66
SMEs
27,98
50,27
SMEs
Filas SpA
e ministero
11,36
16,53
SMEs
Parties selected
through callf for
tenders
17,99
25,71
SMEs
21,5
32,78
9,91
9,91
SMEs
20,43
29,19
SMEs
Parties selected
through callf for
tenders
Parties selected
through callf for
tender
Parties selected
the region
Parties selected
the region
125,36
180,57
0,0
Sate of
implementation
of risk
capital initiative
-
Call for tenders
for beneficiaries
application
published
10/05/02
Bur No. 23 of
20/08/03
Bur No. 94 of
26/08/02
-
-
-
0,0
Source: Programme Documents of the Expenditure of community funds 1994-1999 and 2000-2006
122
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Implementation of ERDF initiatives
This section analyses the initiatives that - through the calls for tenders for sub-measures or corresponding actions - are past the programming phase and can be considered “in implementing phase”.
Puglia: the Puglia Region’s Action C) of Measure 4.19, which creates a “Fund” to
finance (50%) private institutional investors interested in acquiring minority shares (no more than 30%) of small and medium-sized companies, is being implemented through publication of call on 19 September 2002;
Marche: the sub-measure 1.2.2 “Improving SMEs’ access to risk capital” (to
improve SMEs’ access to risk capital for the development and organizational
strengthening of generational change processes, start-up and early stage, financing research projects and innovative programmes) started being implemented
through the publication of calls for tenders on 26 August 2002;
Emilia-Romagna: the measure 1.5 participates in setting up a privately co-participated fund of risk capital to support the start up and development of new companies from academic and research spin-offs, or from innovative activity, by
acquiring minority shares in small and medium-sized companies’ capital. The call
for tenders published on 27 August 2003 will be used to select the party who will
implement it;
Campania: Measure 4.2 “Support for the productive development of regional
entrepreneurial tissue”, the Action g) sets up a Stock Closed Fund aimed at supporting innovative projects and initiatives undertaken by SMEs;
One initiative has completed the implementation phase and is operational:
Lazio: Measure IV.2 “Financial instruments for Innovation”, Action II.4.2 sets up a fund
of risk capital for innovation processes to acquire financial stakes in companies in hightech sectors. The call for tenders to select beneficiaries was published on 10 May 2002.
Implementation of ERDF initiatives - Puglia
Measure 4.19 carries out actions that develop investments through financial engineering/innovative finance interventions. This measure aims at:
developing and increasing competitiveness (not only economically) and the productivity of already existing entrepreneurial initiatives in the sectors that have
shown strong development capacity;
creating and/or determining the location of new activities and new companies
especially in initiatives that assure strong growth and integration prospects in the
area at a low environmental impact;
the growth of new local productive realities relating to resources and traditional
tourist products and recovering identity and local cultures.
This measure sets up a Guarantee Fund, an endowment Fund (De Minimis aid regime) and risk capital, under the procedures specified by the Puglia Region’s Industry,
Commerce and Craftsmanship Department.
Risk capital (Action C, already Action B) creates a “Fund” with which to finance, for
50%, the private institutional investors interested in acquiring minority shares (no more
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
123
Chapter 1
than 30%) of small and medium-sized companies that - in order to realize specific investment programmes – will increase their corporate capital also to be added to the preexiting capital. The financing, which is free, is to be paid back at the end of the period
(max. 5 years) prearranged by the investor for inflow of his/her participation, with the
placing it possibly with the company’s old assets: the funding is set up like a “free
refundable participation”.
Legal reference:
Decision C (2000) 2349 of 8/8/2000 of the European Commission’s approval of POR
Programme complement approved by the Regional Council with Resolution no.1697 of
11/12/2000
BUR no.151 of 28/11/2002 for Guarantee Funds
BUR no.118 of 19/9/2002 for the sub-measure regarding risk capital
Implementation of ERDF initiatives - Marche
The aims specific to Measure 1.2 are:
to promote modernization of productive plants and introduce highly innovative
technologies in the productive cycle;
to encourage the internationalization of the Marche Region’s productive system;
improve environmental management of productions, with positive effects on the
reduction of pollutants and consumption of raw materials.
The sub-measure 1.2.2 (“Improving SMEs’ access to risk capital”) aims at improving
SMEs’ access to risk capital through operations for development and organizational
strengthening generational change processes, start-up and early stage, funding research
projects and innovative programmes. This sub-measure provides granting of aid for
SMEs that increase risk capital using closed-end fund and/or participating loans. The
sub-measure partly covers companies’ investment with a risk capital intervention by
closed-end funds under the following conditions:
start of new entrepreneurial initiatives (start up financing);
company growth and development of entrepreneurial projects (expansion financing);
renewal, revival or restructuring operations, new opportunities in situations of
decline or crisis (turnaround financing);
company transformations, share reorganization, family substitution that include:
leveraged management and family buy out/in, acquisitions, fusions and hivingoff (replacement capital).
Legal reference:
European Commission Decision C (2001) 2970 of 16/10/2001 approval of DocUP
Programme complement approved by the Regional Council with deliberation 2877 of 4/12/2001
Regional Law no.14 23/2/2000 amending law no.33/97 “Interventions for development and
qualification of craftsmanship in the Marche”
BUR no.23 of 20/03/2003 for sub-measure 1 and no.94 of 26/08/2002 for sub-measure 2
124
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Implementation of ERDF initiatives – Emilia Romagna
Measure 1.5 acts as a stimulus for setting up of Venture Capital funds targeting less
developed areas of the Region that have good potential considering the presence of universities, research centres or industrial districts. The measure consists of the participation to setting up of a privately co-participated risk capital fund to support the start up
and development of projects of companies stemming from academic and research spinoffs, or relating however to innovative activity, by acquiring minority shares of small
and medium-sized companies’ corporate capital. The measure targets SMEs in manufacturing industry sectors and non-commercial services for companies and public authorities. Interventions in the following are excluded: manufacturing companies, product
transformation and marketing, as well as “sensitive” industrial sectors: steel, ship construction, synthetic fibre, the car industry and the coal industry. The managing authority draws up a special agreement with the implementing party with a public procedure for the management of the Fund. The agreement states:
the ways to participate and pay capital to the Fund;
the honorableness and the criteria to calculate the Fund’s management costs;
that the Fund acts in the form of minority and temporary participations when
partners’ decide to increase the company’s stock capital and there is a programme for technological innovation, investment, company growth and development;
participation of the Fund will not exceed 45% of the company’s overall corporate capital;
that the acquisition of shares will take place a) based on an assessment of company development possibilities resulting from its innovative capacity, and b) conditions analogous to those considered acceptable by a normal economic operator
in a market economy;
that the disinvestment price of the shares will be determined according to the
same market standards.
Legal reference:
European Commission’s Decision C (2001) 2797 of 14/11/2001 of DocUP approval
Programme complement approved by the Security Committee on 21 March 2003
Call for tenders to set up closed-end fund published 27 August 2003
Implementation of ERDF initiatives - Campania
Measure 4.2 aims at strengthening and extending the region’s entrepreneurship
through a set of actions to support investments (tangible and intangible), the acquiring
of services (real and financial), company start ups and the eco-compatibility of productive cycles and products. The actions are also carried out according to the type of programme - some actions are geared towards the region’s productive fabric in its entirety and others, instead, aim predominantly at the realization of integrated territorial projects, integrated projects for production line and cluster and programme contracts. The
measure supports the development and growth of industrial and traditional SMEs.
Sectors of production, handling, transformation and commercialization of agricultural
products set under Annex I of the Treaty are excluded.
Action 4.2 g) deals with financial engineering operations to facilitate SMEs’ (indu-
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
125
Chapter 1
stry, commerce and tourism in the Campania Region) access to credit and to overcome
credit rationing phenomena. The action attempts to strengthen the system, the operating margins and the effectiveness of guarantee funds. Direct interventions to qualify
and strengthen regional SMEs’ financial structure by making equity loans and risk capital available, especially for innovative investments will also take place. The intervention will take place according to market conditions and aims at setting up investment
programmes co-financed by the POR.
The regional fund provided by Action 4.2 g) must be set up as a closed-end mutual
fund. Its implementation has been temporarily suspended according to the T.A.R
(Regional Administrative Court) decision.
Legal reference:
Decision 2347 of 8 August 2000 upon European Commission’s approval of POR
Programme complement approved 30 August 2000 by the Regional Council
Call for tenders to select implementing parties (has been temporarily suspended according to the
T.A.R. decision)
Implementation of ERDF initiatives - Lazio
Within Measure IV.2 “Financial instruments for innovation”, Action II.4.2 provides
for the setting up of a risk capital fund for innovation processes to acquire shares in
companies in high-tech sectors, in co-partnership with companies that manage private
venture capital funds and/or merchant banks, which will be selected through a public
procedure. It will set up a financial plan with constraints, to carry out interventions in
the risk capital of small and medium-sized companies. The interventions consist of temporary (up to 5 years) and minority shares in the risk capital (up to 49% of the corporate capital after increase in the reserves and/or re-evaluations) to acquire at the time a
new company is set up or in the event of an increase in capital of an existing company, also including subscriptions of convertible bonded loans. The fund will invest predominantly in high-tech SMEs being set up, in their first stages or during justifiable
expansion processes. The returns from investments of capital and bonded loans may be
preferentially allocated to private shareholders that manage funding in co-partnership,
up to maximum level of return established in the contract. The fund will be revolving
and will be made up of the co-participation shares refunded according to the return and
updated using criteria previously established among the parties. Filas Spa – Lazio’s
financial company for development – is the party implementing the measure.
This Fund is the only one that is operational at present. The call for tenders for the selection of beneficiaries was published on 10 May 2002. To present, the Fund has received 32
applications (12 interventions deliberated, 13 non-eligible requests and 7 interventions are
under inquiry). The minimum amount requested was EUR 21.8 million and the maximum
EUR 27.3 million. The distribution of public resources for Objective 2 is: 33.72% ERDF,
46.39% Italy and 19.88% Region; for Phasing out: 25% ERDF, 52.20% and 22.5% Region.
Legal reference:
European Commission approval decision 2118 of 7 September 2001 of the DocUP
Programme complement approved 20 September 2002
Call for tenders for measure published 10 May 2002
126
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Overview of the implementation of ERDF risk capital initiatives
The analysis of regional planning documents (Objective 1 and Objective 3 POR,
Objective 2 DocUP) shows a total allocation (including the co-financing of the structural funds, national and regional) of EUR 68,500 million, with over than 70% (49,699
million EUR) of the resources concentrated in Southern Italy.
EUR 3,574 million in investments are planned at national level to support research
and technological innovation (EUR 693 million in Central-North regions and EUR 2,882
million for the South).
Structural Funds in Italy: total commitments, R&D, innovative finance
NORTH
10.534 ml
6.563 ml
Scheduled
investments
444 ml
45 ml
348 ml
36 ml
0 ml
Investments
planned for R&D
Investments
planned for IF
Investments in IF
being implemented/
implemented
CENTRAL
8.267 ml
-
+
7.049 ml
249 ml
136 ml
220 ml
Scheduled
investments
AMOUNT OF INVESTMENT BEING
IMPLEMENTED/ IMPLEMENTED IN IF
Investments
planned for R&D
79 ml
89 ml
Investments
planned for IF
Investments in IF
being implemented/
implemented
ITALY
68.500 ml
SOUTH
49.699 ml
49.222 ml
3.574 ml
2.919 ml
35.889 ml
534 ml
2.882 ml
353 ml
356 ml
2.353 ml
127 ml
230 ml
Total cost
planned
Investments
planned for R&D
Investments
planned for IF
Investimenti in FI
in corso di
attuazione/attuati
Scheduled
investments
Investments
planned for R&D
Investments
planned for IF
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
48 ml
Investments in IF
being implemented/
implemented
127
Chapter 1
The analysis of the so-called “innovative financing or financial engineering” measures (according to the terminology used by the EC Regulations 1685/2000) which provide risk capital initiatives, shows that there is a total of EUR 534 million planned (EUR
45 million for the North, EUR 136 million for Central and EUR 353 million for the South).
The estimation assumes € 30 million for the shares that do not have official data.
Of the 14 initiatives studied, only four are in the “state of implementation” (Emilia
Romagna, Marche, Campania, Puglia) and only one has been implemented (Lazio), for
a total of EUR 126.7 million, all started in 2 year period from 2002-2003.
The initiatives being implemented
70,9M€
= 56% di 126,7M€
Central
South
55,8M€
= 44% di 126,7M€
48,9M€
30,0M€
+
Marche
Promotor
Marche Region
22,0M€
25,8M€
2002
2003
-
Being started
Emilia Romagna
Campania
Emilia Romagna
Campania Region
Region
Started
Lazio
Puglia
Puglia Region -
Lazio Region
departement Industry
and Commerce
Manager
Fund size (ML€)
Remunerations
Public participation (ML€)
Private participation (ML€)
Asset allocation
Call for tenders
Asset management
Call for tenders
Call for tenders
Filas Spa
companies selected
(temporarily
(banks and financial
through call for tenders
suspended)
companies)
-
-
-
-
18.92
-
-
-
-
-
1.16
5.38
25.82
22.00
12.52
-
-
-
-
6.40
Seed, start-up,
High-tech SME
SMEs intending to
High-tech seed
High tech SMEs
expansion financing,
seed and Start-up
Carry out innovative
and start-up SMEs
High tech
LBO in high- tech
projects
seed and start-up
initiatives
128
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
Marche
Investments
(min/max)
and length
Being started
Emilia Romagna
Campania
-
Puglia
FINANCE
Started
Lazio
Public contribution
Min. participation
Minority investments
Minority and temporary
less than 20% of
30%,max 50% and
(max 30%) up to a
stakes (not exceeding
risk capital. And less
not exceeding
max of 5 years
than € 160,000.
€ 100,000.00
49%); maximum
lifespan 5 years;
Participation between
partecipazione
30% and 45%.
media 500.000 €
Lifespan min 3 years
maximum 750.000 €
Note:
Puglia: a private participation forecasted of over 30%
Emilia-Romagna: an additional EUR 5,153 million forecasted starting from 31/12/2004
The size of the funds for the Marche and Emilia Romagna are estimated to be 30 million EUR, since the data is not
available yet
1.6 Regional risk capital initiatives
Regional risk capital initiatives
This section considers the regional initiatives that set up Stock Closed Funds to support the capitalization of companies. The values are divided according to whether the
initiatives are in the authorization stage or if they have been already been started. To
present, there are three regional risk capital initiatives:
Next Fund (Lombardy Region);
Politekne Fund (Regione Lombardia);
Sicily Fund (Sicily Region).
2003
110M€
North
South
3 initiatives
2 initiatives
80M€
2 initiatives
80M€
Politekne
80M€
NEXT
Politekne
30M€
30M€
Sicily
Region
FUND
Planned
Implemented
1 initiatives
Sicily
Region
FUND
Next
In process of being
implemented
Implemented
Lombardy’s Initiative
Finlombarda Gestioni SGR was created in April 2001. Its partners are the Lombardy
Region, the Politecnico Innovazione Consortium and Milan’s Chamber of Commerce,
and it has EUR 1.75 million in stock capital.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
129
Chapter 1
NEXT FUND
Next is a closed-end Fund of Funds reserved for qualified investors, set up and
managed by Finlombarda Gestioni SGR. The Fund has a lifespan of 14 years and a capital of EUR 60 million. The Lombardy Region provides a Guarantee Fund for EUR 20 million. Next invests in unlisted financial instruments, with the aim of increasing the value
of the capital invested over time through the professional management of the fund’s
assets.
The fund carries out the following:
promote, develop and support research and scientific innovation through financial investments in all segments of VC through use of a financial leverage mechanism among institutional investors, public authorities and the entrepreneurial
system;
setting up a collaboration with target companies to create a network of contacts
in the scientific, economic and financial community to contribute to the target
companies: advantages for a professional management, improvement of the credit standing, ability to attract expert management, speed up the company’s internationalization.
POLITEKNE FUND
The POLITEKNE fund is a closed-end fund, reserved to qualified investors, set up and
managed by Finlombarda Gestioni SGR. The fund has a lifespan of 10 years and EUR
20 million in capital.
Politekne is the first university venture capital university fund, dedicated to the university Politecnico di Milano. The idea was developed by Finlombarda Gestioni SGR in
collaboration with the Consorzio Politecnico Innovazione to turn scientific knowledge
(developed in the university) into business. Politecnico di Milano, Italy’s leading technical university (8 faculties, 18 departments, 150 laboratories and a network of 7 campuses) plays the key role in the project.
The fund supports the development of research and scientific innovation in collaboration with the scientific, economic and financial communities to bring advantages in
the form of managerial competencies to the target companies.
Sicily’s initiative
SICILY REGION FUND
The Sicily Region recently had the idea of setting up a closed end fund reserved to
qualified investors. The Region is expected to participate to 50% of fund’s capital.
The remaining part will be underwritten by private parties. The goal of the fund is
investment in the capital of Sicilian companies that, in relation to the sector in which
they operate, show high development prospects
The fund total will be EUR 30 million.
130
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
The fund aims at:
increasing the value of entrepreneurship in the Sicily Region, offering development opportunities to create new companies in the region;
taking advantage of a professional manager’s skills in the investment process
through a management company;
allowing private financers to evaluate the investment’s economic prospects to
orient their investment strategy towards the sectors in the regional development
priorities.
Lombardy
Next
Promotor
Manager
Fund size (ML€)
Remunerations
Sicily
Region Fund
Poiltekne
Lombardy Region
Lombardy Region
Sicily Region
Finlombarda Gestioni SGR
Finlombarda Gestioni SGR
N.A.
60
20
30
Subscription fee: 1%; management
Subscription fee: 0%;
0
fee: 2%; carried interest
management fee:
20
-
15
60
20
15
Lombard SMEs in the following sectors:
SMEs in new technologies,
N.A.
biotechnologies, electro mechanics,
communications, computer science,
textiles, chemistry, industrial design and
aerospace industry, biotechnologies
2.5%; carried interest
Public participation (ML€)
Private participation (ML€)
Asset allocation
environmental technology, robotics,
artificial Intelligence and robotized
islands, lowzero pollution transportation
technologies in early phase stage
Investments
(min/max)
and length
At least 50% of resources are invested
Total participation in each target can
in venture capital funds that by
not exceed 15% of fund total; at least
regulation invest in companies that
50% of fund’s capital is invested in
deal with technologies, products, markets
companies that deal with
and organization; max investment:
technologies, products, markets.
N.A.
50% of the fund directly in SMEs
Overview of the Regional Closed Fund Initiatives
The Next Fund and Politekne Fund have already been started, while the Sicily Region
Fund is still being set up. These initiatives, promoted at regional level, support the development of local SMEs that offer high potential of development in the innovative areas
considered strategic to the economic growth of their reference region. There is another
initiative named “Barbagia Fund”, which is sponsored by API from Sardinia. To present,
this initiative is under consideration by the Sardinia Region and the Nuoro Province,
and is only in the planning stage; for this reason it is not considered here.
The total amount appropriated to the three regional initiatives is EUR 110 million.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
131
Chapter 1
1.7 Other institutional venture capital initiatives
Other institutional initiatives: reduced capital asset management companies
Two years have passed since Banca d'Italia’s regulations regarding setting up reduced capital asset management companies were approved; there are now some initiatives in progress.
A survey on the progress of these initiatives found that two are in their preliminary
study phase and three at an advanced stage.
The initiatives that are in the study phase are:
I3P – Incubatore Politecnico di Torino, which has shown the intention of starting
the authorisation procedure for a reduced capital asset management company to
manage an investment fund focused on mechanics and new materials;
The Chamber of Commerce of Pisa, intends to launch an investment fund for
innovative companies. The project includes a phase in which a reduced capital
asset management company is set up; participate the University of Pisa, the
Scuola Superiore Sant’Anna and the Scuola Normale will participate. A closedend fund will then be set up, with the participation of other parties that can
finance projects also for less than EUR 500,000.
The following asset management companies are initiatives in the advanced stage and
are all in the process of being authorized by Banca d'Italia:
Quantica SGR (Principia Fund);
Galileo SGR (Seed Funds, Digital Energy Material Technologies and Life);
Med Venture SGR (Med Venture Fund).
Five initiatives were found for a total of EUR 75 million.
50M€
25M€
4 initiatives
2003
North
South
Digital
Energy
Seed
Life
1 initiatives
Med
Venture
Principia
In corso di autorizzazione
Autorizzato
Quantica SGR – “Principia” Fund
Quantica SGR is an asset management company that deals exclusively with the
management of closed-end investments reserved for venture capital activities.
This asset management company, by mission, finances spin-offs from research and
high-tech companies that need investments of up to EUR 2.5 million.
Quantica’s shareholders are:
132
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
51% Rete Ventures S.c.r.l. [Headquarters: Genoa] (Rete Ventures is participated
49% by INFM –Istituto Nazionale Fisica della Materia [Headquarters: Genoa],
with the recent reform of research facilites, INFM became part of CNR (Consiglio
Nazionale delle Ricerche); 35% by INSTM – Consorzio interuniversitario
Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali [Headquarters: Florence]; 16%
by CSGI – Consorzio interuniversitario per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande
Interfase – [Headquarters: Florence]). Rete Ventures is a company for technology
transfer whose mission is to increase the value of scientific research results
through the identification of innovative industrial applications.
49% Management Team
PRINCIPIA FUND
The fund targets technological start ups, spin-off from research, small and mediumsized high-tech companies already started up or to start up that specialise in innovation, EUR 25 million and a lifespan of 8 years. Investments focus on Italian areas, and
the strategy to create value is carried on two levels:
seed financing: investments in innovative ideas that result from research, that
request financial and managerial support to create companies even earlier than
typical venture capital action. The intervention aims at participation in setting up
new companies and support during their first life-cycle stages;
start up and first stage: investments in high growth potential companies that
come from prior spin-offs that have further need for financial and managerial
support to have success on the market.
GALILEO SGR –“Seed” Funds, “Digital Energy Material Technologies” and “Life”
Galileo SGR was created as a company dedicated to the promotion, organization and
management of closed-end mutual funds to promote and finance innovation. The company is composed by:
28% University of Padua (11%), University of Trieste, University of Udine,
University of Verona, University of Trento, University of Venice;
23% Parco Galileo (11%), Parco STAR, Parco VEGA, Veneto Inn Spa;
16% Unindustria (SEI Spa Unind PD, Confidi Trento, Unindustria Trento, Confidi
Bolzano, Unindustria Treviso, Unindustria Udine)
15% E-Venture
18% Infracom, Banca Popolare Verona Novara, Banca Antonveneta, Cassa di
Risparmio di Padova e Rovigo.
The Galileo asset management company:
is one of the first management companies controlled by a university and an STP;
strives to increase the value of the best of research (universities), entrepreneurial experience (Unindustria), innovation (STP Galileo) and innovative finance
(E-Venture).
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
133
Chapter 1
THE FUNDS: SEED, DIGITAL ENERGY MATERIAL TECHNOLOGIES, LIFE
Galileo will manage a multi-area structure (EUR 25 million) divided in three funds:
a seed capital fund with EUR 5 million, dedicated to initiatives that increase the
value of intellectual property developed in universities, research centres or companies that collaborate with the research world;
a fund named “Digital Energy Material Technologies”, with EUR 12 million, dedi
cated to specific applications in this sector;
a fund named “Life”, with EUR 8 million, dedicated to life sciences and pharma
ceuticals.
Med Venture SGR - “Med Venture” Fund
Like Galileo SGR, Med Venture SGR was also created as a company dedicated to the
promotion, organization and management of closed-end mutual funds that promote and
finance innovation.
The asset management company’s capital is presently EUR 100,000.00.
To date, the shareholders are:
51% Consorzio 21;
24.1% Sfirs (finance company for development);
15% E-Venture;
4.95% Confindustria;
4.95% Api Sarda.
The participation of Consorzio 21 could be reduced to 30% if the Universities of
Cagliari and Sassari decide to join the initiative. An increase in capital is also possible
to support the entrance of new partners.
MED VENTURE FUND
Med Venture SGR manages a closed-end investment fund, reserved for financing
technological innovation and industrial development of intellectual property.
The initial assets available are EUR 25 million, which according to the forecast will
allow the fund to have around 25 investments.
Financing of the research project and innovative companies will be – under the form
of participation with shares from 10% to 80% of the target company’s capital.
134
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Overview of the reduced capital asset management companies
Promotor
Manager
Seed
Galileo SGR
Digital Energy
material technologies
Life
Med Venture SGR
Med Venture
Quantica SGR
Principia
30% University of
30% University of
30% University of
Consorzio 21, SFIRS,
Quantica SGR
Padua; 30% PST
Padua; 30% PST
Padua; 30% PST
Venture,
Galileo; 20%
Galileo; 20%
Galileo; 20%
Confindustria E- Api
Unindustria Padova;
Unindustria Padova;
Unindustria Padova;
Sarda
20% E-Venture
20% E-Venture
20% E-Venture
Galileo SGR
Galileo SGR
Galileo SGR
Med Venture SGR
Fund size (ML€)
5
12
8
25
Quantica SGR
25
Remunerations
-
-
-
-
20% of capital gain, with
minimun performance of
5% per year for investors
Public participation
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
(ML€)
Private participation
to Fund (ML€)
Asset allocation
Start ups in
SMEs in digital energy
SMEs in life sciences
High-tech companies
Technological start ups,
collaboration with
material technologies
and pharmaceutical
from Sardinia to
research Start ups, high
university
sector
sector
promote technological
innovation SMEs started
innovation projects
(25% in on to be
and industrial
started up Objectives
development of
1 and 2 areas)
intellectual properties
Investments
-
-
-
(min/max)
and Lifespan
Funding in the form
Average seed capital
of share between
investment: € 500,000;
10% and 80%. Fund
max start up and first
size should allow
stage financing
about 25 investments
investment € 3
million; average
lifespan 3-5 years;
fund lifespan 8
years from closure of
subscriptions, extention
of up two years
Note: all the initiatives are in process of being authorized by Banca d'Italia
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
135
Chapter 1
1.8 Summary of all the istitutional risk capital initiatives in Italy
Of the 38 initiatives planned, 16 have been implemented with financing from the
European Investment Fund (EIF). They received EUR 278 million from the EIF, which is
23% of the total financial allocation (EUR 1,192 million).
The analysis of the so-called “innovative financing or financial engineering” measures (according to the terminology used by the EC Regulations 1685/2000) which provide risk capital initiatives, shows a total of EUR 534 million planned. The estimation
assumes € 30 million for the shares that do not have official data.
Of the 14 initiatives considered, only four are “being implemented” (Emilia
Romagna, Marche, Campania, Puglia) for a total of EUR 108 million and only one has
been implemented (Lazio) for EUR 19 million.
Regarding the regional initiatives, two of the three planned were implemented (Next
and Politekne) totalling EUR 80 million, and one is still being implemented (Regione
Sicilia Fund, EUR 30 million).
There are five Asset Management company initiatives (Principia, Seed, Digital
Energy Material Technologies, Life and Med Venture) which total EUR 75 million. The
companies that manage these Funds are waiting for authorization from Banca d'Italia,
with the exception of Principia (EUR 25 million), a fund managed by Quantica SGR,
whose regulations were authorized at the beginning of September 2003.
All of the funds, with the exception of those financed by the EIF, invest only in Italy.
The number of initiatives planned in Italy can therefore be estimated to be 22, for a total
of EUR 719 million. Only three of these have been implemented (Lazio, Next, Politekne)
with a total of EUR 99 million.
Overview of all the initiatives
FEI
ITALY
Private
Public
719M€
914
534M€
348
178
110M€
108M€
278
99M€
356
79
29
19M€
N°
Planned
16
FEI
Being
implemented
16
4
FESR
371
95
30M€
1
6
13
Implemented
15
Planned
15
15
Being
implemented
3
1
2
REGIONAL
86
80
Implemented
50
25
Planned Implemented
waiting for
Authorized
authorization
4
1
SGR
Planned
373
Implemented
22
ITALY
Note: * = waiting for authorization from Banca d'Italia
136
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
3
TOTAL
N°
INNOVATIVE
FINANCE
Summary of Italian Initiatives implemented and/or being implemented
In brief, of the 38 initiatives planned, 13 have been implemented or are in the process of being implemented:
of the 14 initiatives in structural funds planned, 4 are in “state of implementation”
(Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia) for a total of EUR 108 million;
two of the three initiatives at the regional level were implemented (Next and
Politekne) amounting to EUR 80 million, and with the public participation of EUR
20 million, setting up of a guarantee fund to support the Next fund;
the five asset management company initiatives (Principia, Seed, Digital Energy
Material Technologies, Life and Med Venture) with EUR 75 million in private
capital.
70
Next
North
60
Central
South
FUND SIZE (M€)
50
40
30
20
10
Marche
Principia
Emilia Romagna
Sicilia
Puglia
Med Venture
Politekne
Campania
Lazio
Digital
Life
Seed
0
0%
20%
40%
60%
80%
100%
PUBLIC PARTICIPATION (% on TOT)
1.9 European benchmarks of venture capital programmes
Innovative finance: national initiatives in recent years
In the wake of the “First Action Plan for Innovation in Europe”, launched by the
European Commission in 1996, the so-called “European Trend Chart on Innovation” was
set up - an informational instrument geared principally towards policy makers for the
planning of intervention measures for innovation.
This initiative was managed by the “Innovation” Direction of the European
Commission’s DG Enterprises and provides information, benchmarks, best practices, statistics on performance and trends of innovative policies.
In addition to setting up and developing entrepreneurship, protecting intellectual
property rights and technological transfer, particular attention was paid to Innovative
Finance initiatives set up in Member States.
The “Trend Report - Innovation Financing” presents a survey of around one hundred
public financing initiatives to promote innovative companies. There is a wide range of
interventions: aid, participation to capital, subsidized finance, interest-rate subsidies,
tax breaks, guarantee schemes, intermediation services with Business Angels and equity investments. The study included not only EU Member Countries, but also countries
in the European economic area, candidate countries and Israel.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
137
Chapter 1
Many initiatives were started for the development of venture capital: guarantee
schemes for venture capitalists, tax breaks for investors, financial support for Venture
capital funds.
Although it is useful and interesting, the census does not contain all the innovative
finance initiatives carried out in the Member States: the benchmark was realized using
information from national authorities, and therefore may be incomplete.
Italy seems to prefer more traditional ways of promoting policies for innovation,
such as tax incentives and subsidized financing, as opposed to other EU Member States,
such as Austria and Germany, which focus more on public venture capital.
Measures supporting venture capital set up since 1998
Based on the Trend Report’s census, 48 interventions to promote venture capital
have been started since 1990 (see the following tables). The measures provided by national and regional authorities include business angels, guarantee mechanisms for a minimum return (equity guarantee), participation of the capital (equity), risk capital funds,
the tax breaks for operators and incentives for credit. The incentives for credit include
facilities in interest, facilities for risk capital companies, participative loans and semiequity instruments for restructuring the debt.
The census did not find any Italian examples, while countries such as Austria,
Germany and the United Kingdom showed strong interest in the sector.
Initiative supporting venture capital
by member state
Regno Unito
10%
Spagna
2%
Svezia
2%
Equity Guarantees
21%
Austria
20%
Portogallo
8%
Venture capital incentivization
instruments
(% of all initiatives analyzed)
Norvegia
4%
Paesi Bassi
4%
Belgio
11%
Lussemburgo
2%
Israele
4%
Irlanda
2%
Danimarca
4%
Grecia
6%
Germania
11%
Francia
6%
Finlandia
4%
Equity
48%
Business angels
13%
Incentivi al credito
10%
Incentivi fiscali
8%
Key: Equity: partecipation to capital of beneficiary companies, incentives for setting up risk capitale funds.
Fonte: DG Enterprises, Euroepan Trend Chart on Innovation, thematic report “Innovation Financing ” October 2002
138
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
List of initiatives for venture capital
Type of intervention
Country
Austria
Business
Angels
Equity
Guarantees
Equity
Tax
Incentives
-
-
-
-
Credit
Date
Incentives
Seed financing
Beneficiaries
1989
SMEs (also industriali)
1996
Large companies, also industrial);
program
(Venture capital
program)
Ideas and
investments
managers; SMEs (also industrial)
burges/young
1977
Individuals;
entrepreneurs pro-
SMEs (also industriali)
gramme and equity
capital guarantees
Technology
1998
Venture capital funds;
financing program
innovative SMEs
for SME - ERP
Burges equity
1997
SMEs (also industriali);
1997
Local companies (Voralberg)
capital guarantees
Austria
individuals
saving for creation
(Voralberg)
of an enterprise
with innovative products and
services and growth potential
Austria
Lower Austria par-
start up;
(Bassa
tecipation model,
innovative companies
Austria
business start up
Austria
Equity guarantees
(Carinthia)
Austria
Regional initiative
(Stiria)
Styria
Belgio
(Bruxelles)
Belgio
(Fiandre)
1998
SMEs and investors
1997
SMEs (also industriali)
1998
Large companies, also industrial);
scheme
Business
angel connect
SMEs (also industriali)
Business
1998
All Belgian companies
1999
Companies that took advantage
angel network
Belgio
Fund for the
(Wallonia)
industrialization and
of co-financing for research
commercialization
of the results of
research (FIRD)
Belgio
(Wallonia)
Belgio
Business
1999
SMEs (also industriali);
1997
SMEs (also industriali)
1994
SMEs (also industriali)
angel network
individuals
Guarantees
(Wallonia)
on risk capital
Denmark
Equity guarantees
program State
guarantees scheme
for venture capital
companies
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
139
Chapter 1
Summary of initiatives for venture capital
Type of intervention
Country
Finland
Business
Angels
Equity
Guarantees
Equity
Tax
Incentives
Credit
Incentives
Sitra
Date
Beneficiares
1996
Private investors and SMEs
- matching
service
capital funding for 1996
companies product
SMEs (also/including
industrial)
development
activities
Francia
SOFARIS -
1982
Guarantee scheme
Venture capital and innovative
companies in start-up
for venture
capital companies
The puplic venture
1998
Venture capital funds;
1997
SMEs (also industrial)
1997
Large companies (also industrial);
1995
SMEs (including industrial)
capital fund
innovative SMEs
Creation of a
mutual fund for
innovation (FCPI)
Germany
Technology venture
capital program
SMEs (also industrial)
BTU - Investment
capital for SME
Venture capital pro-
Tecnological SMEs, companies
gram of the KfW
and venture capital funds
Business
1998
angel net-
Large companies (also industrial);
SMEs (also industrial)
work of Germany (Band)
Futour
2000
SMEs (also industrial), young
micro companies start up
technological companies in
new lander
Greece
Financial incen-
1997
SMEs (also industrial)
1998
New venture capital companies
2000
Venture capital companies
tives for SMEs
Venture capital
companies
Fund for the
development of
the economy
Ireland
Seed&di venture
Banche, venture capitalist; PMI;
capital measure
Israel
persone fisiche, manager
Yozma
1991
HEZNEK
2002
fund - support
for start-up
companies
Source: DG Enterprises, Euroepan Trend Chart on Innovation, thematic report “Innovation Financing ” October 2002
140
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
Type of intervention
Country
Luxembourg
Business
Angels
Equity
Guarantees
Equity
Tax
Incentives
Credit
Incentives
SME capital deve-
Date
Beneficiares
1998
SMEs (also industrial)
Companies in start-up in TLC sector
lopment company
(CD-PME)
The
Twinning centre
1998
Netherlands
Industry facility
1994
SMEs (also industrial)
1994
Large companies (also industrial);
1997
Large companies (also industrial);
Norway
Venture
capital loans
The seed
SMEs (also industrial); individuals
capital funds
SMEs (also industrial);
venture capital companies;
financial and credit institutions
Portugal
SINFEDEDIP -
1994
Large companies (also industrial);
Financial engeering
SMEs (also industrial);
- Support for
venture capital companies;
risk capital
financial and credit institutions
SINFEDEDIP -
1994
Large companies (also industrial);
Financial engineering
SMEs (also industrial);
establishment of
venture capital companies;
a mutual guarantee
financial and credit institutions
scheme
Financial innovation
2002
SMEs (also industrial)
2002
Large companies (also industrial);
- Action B (POE)
Venture capital
syndication funds
SMEs (also industrial)
(FSCR)
The United
Corporate ven-
Kingdom
2000
Large companiesdesiring to invest
ture tax relief
in ismaller companies
Regional venture
pending
SMEs (also industrial)
1995
SMEs (also industrial); individuals
2002
SMEs (also industrial); individuals
capital funds
Venture capital
trust
Community
investment tax
University challenge
Spain
Support measure
Support
for venture capital
measure for
for new technology
venture capital
- based firms
1998
Universities
2002
Individuals
2002
SMEs (also industrial)
for new
technology
- based firms
Sweden
Seed financing
Source: DG Enterprises, Euroepan Trend Chart on Innovation, thematic report “Innovation Financing ” October 2002
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
141
Chapter 1
Public sector support for innovation: salient characteristics of interventions in 2000
by country
Country
Austria
Innovation policies
Innovation finance for already existing companies sets up a traditional element in austria’s innovation policy. Expenditures in R&D
exceeding the average over past 3 years can be deducted from taxable income.
Belgium
Over the past few years, all the structures set up for innovative finance invested in venture and seed capital funds
in partnership with public authorities. universities also tend to play a more important role in the risk capital
market, financing spin off companies – operations that allow university research to be appreciated
Denmark
The main instrument for innovation (vaeksfonden), was further developed in recent years: it went from simple
Finland
The authority in charge - the council for science and technology policy ordained an increase in public resources
France
Policy introduced to incentivize private investors to invest in smes, through the creation of the nouveau marche’,
lender to “partner”
allocated for research for 2000-2004.
the public venture capital fund, fonds communs de placement innovation and regional seed capital funds.
Germany
improvement of financial conditions for innovation, in particular for smes, pursued on the basis of a wide range of
instruments : the risk capital programme of kfw allows investments (venture capital investments) in smes;
subsidized finance for innovative projects; special programme for public venture capital made operational for
companies in ex east germany.
Greece
public support for development of financial infrastructures for innovation (support for setting up venture capital
Ireland
Schemes to incentivize companies were introduced to pursue research activities in a meaningful and continued way.
Italy
From 1996, support for innovation is carried ever more with tax breaks.
companies, mutual guarantee funds) in a context that is otherwise very conservative.
The commission approved the decree for implementing all interventions for coordination, promotion and
implementation of the measures to encourage research and innovation in the industrial sector in a sole fund that
groups the previous.
Luxembourg
financing of any innovative aspect related to services, products, processes, commercial markets or ideas. an
The Netherlands
Suspension of the guarantee schemes for venture capital and introduction of specific funds.
Portugal
Loans are the main financial instruments for smes. particular measures were introduced to encourage start ups,
accelerated depreciation instrument was introduced for scientific and technological research.
with the aim to develop innovation and technology. there is currently a tax credit mechanism in force for
investments in R&D.
Spain
Refund aid and contributions are the main instruments used to incentivize research; the aid is used to support basic
research projects. tax breaks are not provided for smes, regarding investments in technological structures and
training of new technologies.
Sweden
Public intervention limited to seed and pre seed, and intermediation. the business angels are considered the best
partners in the early stage. the private resources allow setting up venture capital companies.
United Kingdom
Public sector provides a financial services for start up and supports individual initiatives of particular financial actors. Fiscal
measures to support venture capital were introduced.
Source: DG Enterprises, Trend report “Innovation Finance” November 1999 – June 2000 – July 2000 – December 2000
142
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
INNOVATIVE
FINANCE
1.10 Some European aid schemes for venture capital
Some cases of interventions for risk capital reported to European Commission
The need to provide guidelines to evaluate public interventions for risk capital comes
from the progressive and continued reporting of aid schemes set up by national authorities to the European Commission offices.
Some of these are the most important cases therefore they are concisely described
below:
High Technology Fund – Fund of funds in the United Kingdom
Viridian Growth Fund – Venture Capital funds set up in Northern Ireland – the
United Kingdom
Regional Venture Capital Fund – Venture capital fund in the United Kingdom
Fonds publique pour le Capital Risque – Fund of funds in France
Seed and Venture Capital Scheme – Fund of funds in Ireland
University Challenge Funding – Seed venture capital funds
BTU Early Stage – Co-investment and re-financing in Germany
Ireland, the United Kingdom and France
Veridian growth fund Irlanda del Nord - 2001 (GB)
Regional venture
capital - 2001 (GB)
High technology
fund - 2000 (GB)
Fonds Publique pour le
capital risque - 1998 (FR)
Promotors
British government
British government
British government
French government
Model
Venture capital fund
Regional venture
Fund of funds
Fund of funds
capital funds
(12-15 years)
Fund that invests in
Fund that invests in capital of a
Funds specialized in the
Specialized closed-end funds
N. Ireland SMEs
certian amount (=< £500.000)
High tech sector
(100 ml French francs in capital)
Asset allocation
in SMEs (not high tech)
to invest in innovative companies
found in all Regions of
on the market less than 7 years
England except London
Financial allocation
£ 10 million (15.6 m euro)
Around £ 300 million (468 m
£ 20 million (31 m euro)
600 million French francs
euro) to be paid in 3 years
Subscription
(91.4 m euro)
- £ 3.34 million - ministry;
around 17% government;
Public resources: from 13.3%
- £ 3.33 million EIB;
around 83% private capital
from 13,3% to 50%
Selection following call for
Private manager selected
tenders
through call for tenders
50% EIB
- £ 2 million viridian group plc;
-£ 1,33 million – pension funds
Management
Remuneration
Commission
Private investors guaranteed
Minimum return of 10%
minimum return irr= 12%
guaranteed to private investors
Aid authorized by the
Procedure started according
Aid authorized by the
procedure
commission upon completion
to article 88.2 of the treaty
commission upon completion
according to
of procedure (february 2001)
Bank for deposits and loans
of procedure (August 2000)
state aid rules
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
143
Chapter 1
Veridian growth fund Irlanda del Nord - 2001 (GB)
Commission
Decision
Regional venture
capital - 2001 (GB)
High technology
fund - 2000 (GB)
Fonds Publique pour le
capital risque - 1998 (FR)
- North Ireland is an area 87.3a
aid to private investors,
of the EC Treaty
beneficiary SMEs,
the mechanism provided
implies a distorsion of
- the mechanism provided
regional funds;
competition limitated to the
implies a distortion of
- funds’ use is not clear, the
minimum necessary;
competitionlimited to
type of eligible expenditures;
- the fund subscribes minority
minimum necessary
- limitation of calls for
shares of other funds at same
selection could be a violation
conditions of other investors;
of rights to create and/or free
- performance incentives
circulation of capital
for the manager;
- Investment decisions based
on market criteria
Ireland, the United Kingdom and Germany
Seed and venture capital
fund scheme - 2000 (IRL)
Promotors
Irish government
University challenge
funding - 1998 (GB)
Partnership between British
BTU Early stage
2001 (GER)
Tbg and KfW
Government and 2 non-profit
establishments (Wellcome Trust
and Gatsby Foundation)
Model
Fund of funds
Seed venture capital funds
Co-investiment (tbg) and
Private seed & venture capital
Venture capital seed funds aimed at
Venture capital that invests in
funds that invest in technological
transforming university research into
technologically innovative SMEs with
SMEs in early stage; the fund
entrepreneurial projects and promote
less than 6 months “pre-seed” and
underwrites minority shares of
progects of university spin-out
“seed” financing up to € 150,000 per
other funds at the same
The seed fund invests from 20% to
company under conditions that the
conditions as other investors;
40% of risk capital of the spin-out up
start-up cooperates with a
to £ 250,000 per project
coaching investor (function of support)
£ 50 million of which
€ 15 million for 2001-2002
re-financing (KfW)
Asset allocation
Financial allocation
€ 178 million for 2000-2006
£ 20 are public
Subscription
Public resources from 30% to 50%
Management
Winning of the tender
Payment
Selection of groups of universities
Tbg (controlled by Deutsche
carried out by experts
Ausgleichsbank)
Equal treatment for public and
Property of projects divided in a 60 to
private
40 ratio between university and
researchers
Commission
procedure
Aid authorized by the
commission (October 2000)
according to
state aid rules
Main reason
Investment decisions follow
commission
market criteria and are made by
decision
144
private investors
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
CHAPTER 2
REGIONAL POLICIES FOR R&D
2.1 Preface – A laboratory called Italy
This chapter aims at providing a synthetic framework on the policies adopted at the
regional level in Italy, for support and promoting of R&D and innovation. Obviously,
given the extent of the topic, the difficulty of working with non-homogeneous meanings of concepts, and the lack of lists or official data banks, the summary presented
here is not exhaustive. However, the work carried out can be considered more than a
first effort to classify the principal instruments and gather information.
A first analysis shows how the various regions chose an array of approaches to support innovation, technological transfer and the regional research system. The causes of
these varied behaviours are identified as follows.
A. I DIVERSI CONTESTI POLITICO-ISTITUZIONALI
ED IL DIVERSO GRADO DI AUTONOMIA REGIONALE
The five Italian regions with a particular form of autonomy under special statues
have more room for manoeuvre, among which includes the possibility of directly allocating funds to companies; their experience is an example in this stage of progressive
decentralization of planning competencies and federalism.
B. DIFFERENT AVAILABILITY OF ECONOMIC RESOURCES
This contributes to defining regional policies’ possibilities and constraints, as do the
areas of eligible investment. The distinction between the so-called “Objective 1” regions
is particularly important for this purpose. For these areas, types of community intervention, applied with national and regional Directives, have developed a regional plan for
innovation and scientific research, with high amounts of public resources not available
otherwise.
C. DIFFERENT SOCIO-ECONOMIC CONTEXTS
Entrepreneurial and industrial traditions already existing in the region have conditioned the choices for support for innovation and technological transfer, to deal with
specific problems in all areas. Long term objectives were forced to face local small and
large companies’ problems and their ability to become active in the negotiation of policies.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
145
Chapter 2
D. DIFFERENT ANALYSIS, PLANNING AND IMPLEMENTATION CAPABILITY
Although the behaviours at regional level also come from national and EU level, the
various authorities’ room for manoeuvre is rather wide, especially regarding the application of EU and national programmes and the definition of priorities and representatives.
E. REFERENCE PARTIES FOR REGIONAL PLANNING AND FOR THE R&D SYSTEM
Universities and public and private research centres without doubt also played a key
role in the defining of programmes. Not only their presence (or absence) and their
strengths and weaknesses conditioned the possibilities of application and finalities of
the various regional plans, but these centres of production of knowledge and technologies
were taken in consideration in defining the policies and their implementation. The definition of the regional innovation plans was conditioned not only by different levels of
technological excellence, but also by a different ability to refer to the regional legislators.
2.2 The role of the Regions
Some decisions made at European level have without a doubt encouraged the
regions, identifying them as the most appropriate party to apply Community policies.
Italy’s recent federalist-like transformations (fiscal and political) contributed to the
identification of the regions as a reference point for economic planning, and therefore
also for innovation, technological transfer and research policies.
Regarding this, the Ministry of Productive Activity’s 2002 Report on support interventions for economic and productive activity is interesting: a census was carried out
on 95 national facilities, of which 24, though not cancelled, are no longer operational.
The survey shows that 90% of the applications, 86% of investments implemented and
75% of the facilities approved are in 17 instruments. Since 1 July 2000, with Legislative
Decree 112/98, 23 of these measures brought to the Regions but only 16 were started.
Strictly at regional level, 465 interventions were found (considering regional legislation) of which 125 “without information” due to lack of data and 35 abrogated or not
operational. These measures are 15% of the interventions (national and regional) in
terms of allocations and 10% in terms of commitments and allocations.
146
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
REGIONAL
Nazional
A
B
C
D=A-B-C
E
F
G
H
I=H/I
L=F/H
Interventions considered
Interventions without information
Non-operational interventions
Intervention analysed
Average allocations 2001 €Ml
N° applications 2001
applications approved
% approved
/000 € per approval
Regional
95
24
71
23
5.776
177.235
113.000
64%
51
465
125
35
605
990
38.144
37.295
98%
27
POLICIES FOR
R&D
Total
Nazional
Regional
Total
560
125
59
376
23
6.766
215.144
150.295
70%
45
17%
0%
41%
19%
83%
100%
59%
81%
85%
82%
75%
15%
18%
25%
100%
100%
100%
100%
0%
100%
100%
100%
Source: Ministry of Productive Activities, Report on support interventions and economic and productive activities, June 2002
Role of the Regions – Support for R&D
Allocations for national measures over the four year period from 1998-2001 were €
29,820 million: € 5,776 million in 2001; regional allocations for the same year were
€ 990 million. The regional facilitations are only 15% of all the measures considered
by the census.
Regarding research and development, of total resources (entire country) for this
objective were around 10% of the total resources allocated for interventions, and only
1% at regional level.
AIM
Support to investiments
New entrepreneurship
Riduction of imbalances in territorial development
Research & development
Internationalization
Equilibrium of financial management
Environment protection
Sector rationalization
Natural disasters
Real services
Nazional
21,1%
5,3%
13,7%
11,6%
12,6%
7,4%
4,2%
14,7%
9,5%
Interventions
Regional Shift
35,0%
11,0%
3,0%
10,0%
20,0%
6,0%
13,9%
5,7%
-13,7%
-8,6%
-2,6%
12,6%
1,8%
-14,7%
-9,5%
Resources
Nazional
Regional
11,5%
3,2%
65,2%
9,8%
3,3%
2,0%
0,6%
2,9%
1,5%
12%
39,0%
25,0%
1,0%
3,0%
9,0%
11,0%
11,0%
Shift
27,5%
21,8%
-65,2%
-8,8%
-0,3%
7,0%
10,4%
-2,9%
-1,5%
11,0%
Source: Ministry of Productive Activities, Report on support inverventions for economic and productive activities, June 2002
2.3 Public-private partnership for R&D
The coordinated experiments for linking regions, university and industry are particularly interesting for defining a policy for innovation. Using this approach, the key
parties should share priorities, objectives and instruments for the success of particular
intervention actions in the territory. (The union of university and enterprise.E’ un titolo€) The partnership between the research world and industry lends to different taxo-
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
147
Chapter 2
nomies, since companies in collaboration with the research system could set various
goals. Recently, these collaborations have been encouraged especially by national political authorities. Generally, there are four reasons for industry to interact with universities (Bonaccorsi and Piccaluga, 1994):
companies may aim at having privileged access to more advanced results of basic
research, and that generally entail investments in terms of human resources,
instrumentation or amounts of time that a company can not afford;
it is in companies’ best interest to increase the potential of its research and analysis instruments, and efficiently manage the scarce resources. To achieve these
results, commitment in research topics and the definition of models are necessary, in which private industry has a clear interest to contribute, in order to develop the various sciences;
a third aim is to reduce development costs, externalizing or collaborating on particular applied research projects in order to reach – in a reasonable amount of
time – interesting commercial applications;
a last reason, which can not be overlooked, is the simple lack of resources dedicated to research and development. It is in these situations, where the primary
objective is not so much the accumulation of new knowledge as the companies’
impossibility (even temporary) to invest in research and development.
The public research system and the Region
Both the university and the public research system depend on national authorities.
Although they do not fall within the competence of the regional authorities, research
centres and universities certainly are not a free asset that regional government can take
advantage of. The Region can influence indirectly - but without doubt importantly - the
spaces for the development of these establishments and for contributions towards study
and research activities.
2.4 Regional policies for promoting research and technological
innovation
It should be pointed out that - as things stand now - the work carried out does not
allow conclusions to be formed that are supported by a systematic mix of programme
guidelines and implementation of first projects, with the points of view of the parties
who define and realize the regional policies to support innovation and technological
transfer. However, the information obtained is sufficient to describe a variety of approaches adopted at regional level, to point out the main differences and similarities, and to
carry out a benchmarking and study examples of best practices.
COMMUNITY- NATIONAL LEVEL AND REGIONAL LEVEL
There has been a general increase in regions’ competencies and carrying out policies
for innovation and R&D, and also in the involvement of public and private parties in
collaboration projects. It is unthinkable that the regions can compensate for the lack of
investments at national level in R&D. It is well-known that Italy invests less in R&D than
148
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
REGIONAL
POLICIES FOR
R&D
almost all other European and extra-European developed countries; this serious lack is
the main point of discussion of R&D and innovation policies in Italy.
The EU pushes (specifically in the Objective 1 areas) for improvements and for the
creation of a more concrete plan for innovation, which must include also the collaboration and sharing of objectives with private parties and partners from the research world.
THE COMMITMENT “REPORTED” BY THE REGIONS
Almost all of the regions analysed expressed explicit interest in innovation and R&D
in their own programme documents, and many regional governments have also established a specific plan for innovation. The objectives that the regions proposed are rather
different from each other. Some are summarized below in a simplified form.
Intensifying the network and upgrading companies’ competencies.
This approach is aimed at fostering more collaboration between enterprises (substantially SMEs) and with service and research centres that are able to increase
their capacity of technological absorption by hiring new graduates. It does not,
therefore, aim at diversifying the regional productive fabric, since it is almost
accepted as an unchangeable factor (e.g. Lazio) and not really as a weakness (e.g.
Marche, Friuli), because this seems to be the only goal that can realistically be
pursued – at least in the middle-term – where there is a weak industrial fabric
(e.g. Sicily). This is the typical bottom-up approach.
Strengthening the supply of scientific research and interest in productive diversification in
innovative sectors.
The aim is to strengthen the parties that produce research (both those that already exist and new ones) in hopes that they will be the engine for the
creation/growth of new high-tech sectors, both through spin-offs from research
and also through collaborations with private companies and laboratories (e.g.
Province of Trento, Campania). In some cases, a productive reality that is too
focused on traditional sectors is seen as a weakness, and a possible solution is to
diversity the sectors that are currently lagging in the regional system. In these
cases, opening up to international competition is necessary for the exchange of
knowledge and to verify competitive abilities.
Well-balanced supply-demand approach.
This is the approach of the regions that probably do not feel that they are able to
base their development on their current industrial level, and for various reasons
do not feel able to push more in the direction of a development based on new
high-tech sectors that should instead strengthen their research supply. These
regions therefore try to strengthen the supply in connection with companies’
emerging needs (e.g. Tuscany, Puglia, and in part Campania), taking advantage
of networks and the strengthening of centres of excellence.
Strengthening and objectives of excellence.
Some regions (e.g. Emilia Romagna, Lombardy), claim to be able to count on a
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
149
Chapter 2
system of scientific supply and cutting-edge companies in Italy and abroad. They
focus on a well-balanced approach without neglecting projects that reinforce specific supply or allocation of services. Regions such as Piedmont (with the Torino
Wireless project) demonstrate precise choices in terms of strengthening and creating points of excellence. These regions have the possibility of setting long-term
and very long-term sectoral goals, starting with foresight activities on the
technologies and centres of excellence should be maintained in the Region.
THE ROLE OF PUBLIC-PRIVATE COLLABORATION
The most obvious case of a region that aimed at determining the irregularities of its
innovation processes, going from user to producer of technologies, basing this strategy
on public-private collaborations is probably Campania. In this region, the need for the
public authorities to support the transformation arising from setting up and establishing
of a Regional Innovation System by defining a network of institutional alliances among
the actors, to carry out the priorities already identified in the Regional Research
Program (RRP). The first result of this strategy was the agreement for the creation of
Regional Competency Centres. This approach is not completely new, but in the case of
Campania, it seems to be based on the necessary analysis of prior experiences to avoid
errors already made by others.
TOWARDS SURPASSING OF SCIENCE PARKS AND INTERMEDIATION CENTRES
Without further and more precise verifications, it seems that in many cases science
parks and research consortia have been surpassed; years ago these structures were identified as places to be able to control and coordinate actions for the territory, in collaboration with and for regional institutions. Very often, these organizations were self-referential and insufficiently impartial in planning actions. At the same time, the regions
play a strong, direct role and use an approach based on delegating responsibilities to
establishments already existing in the area, with more calls for tenders to avoid stable
and unchangeable providers and opening temporary windows on specific projects for
parties with dynamic assets to work together.
THE ROLE UNIVERSITY AND PUBLIC RESEARCH CENTRES PLAY
As a consequence of the previous point, the growing role of responsibility taken on
by universities in some regions should be pointed out: Tuscany (with the Link project),
Sicily (with Catania), Campania, etc. It seems as though universities have started to
carry out activities directly (control, promoting, etc.) which in the past were delegated
to other entities, such as consortia, scientific parks, not being able to or not finding it
convenient to carry them out themselves.
THE ROLE LARGE COMPANIES PLAY
Despite the well-known lack of large companies in Italy, in some cases possibly large
companies with their own research laboratories, they have triggered territorial develop-
150
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
REGIONAL
POLICIES FOR
R&D
ment processes. This is the case with Stm in Catania, in a sense with Tiscali in Cagliari,
as well as some others. Often private companies’ choices reflect prior investments in
research by the public sector investments or to specific points of excellence of public
research laboratories. Therefore, this type of approach seems to be interesting and could
be applied in different types of regions.
COORDINATING COMMITTEES AND CONTROL CENTRES
The main result of linking between regions, university and companies should be the
writing and revision of a regional innovation plan. In fact, this type of coordinating
committee exists in almost all of the regions studied. It is not known how well these
committees effectively work. Until now, it seems that the lack of a meeting point or
“control centre” of regional innovation policies is the most important lack in North
Eastern Italy’s innovation system.
However, this difficulty is felt even more strongly in Veneto with its “diffused power”
innovation system; Friuli, after years of political uncertainty, set the goal to create a
“control centre” for innovation policies, that the leading representatives from university and regional industrial systems participate in regularly, as well as the other high ranking regional officials. In some other situations, instead, the region works directly to
establish bilateral collaborations in their strategies objectives, such as in the case of the
collaboration between Province of Trento and Centro Ricerche Fiat.
THE DIFFICULT ROLE INNOVATORS PLAY IN THE EUROPE OF REGIONS
The role innovators play in the regional policies for innovation and R&D is not easy.
This is, in fact, a sensitive field, with a complex and delicate social accountability. In
Tuscany, for example, after the innovative experiment High Technology Regional
Network, the programmes were changed to more traditional ones, possibly “safer” in the
short term, but it is not certain if they will be able to determine the necessary discontinuities in terms of regional competitiveness.
The Campania Region seems to play the role of innovator through the competent
regional centres. This is possibly the most obvious case of how to create effects on the
territory, starting from presence of important centres that funnel skills and resources
and to be the leader in a particular sector. Campania is one of the few regions that supports innovation through the creation of a special department, and with more resources
coming its partaking in Objective 1 areas, it seems to be equipped with a structure for
planning particularly important innovation interventions. The stimulus that comes from
Europe to use innovation plans that guided by in depth studies and community priorities without a doubt leaves space for Regions to define their policies autonomously and
with clear reference to the area’s problems, but possibly protects them - at least in part
- from the risks that the first mover faces.
Learning and innovating by imitating other Region’s approaches is without a doubt
an interesting approach to propose and follow. Analyses such as this serve to plan and
manage the regional innovation system better.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
151
Chapter 2
A possible classification of the regions
Despite the fact that the analysis carried out is essentially qualitative and is not
exhaustive, and given the heterogeneity of the instruments, terminology, communication methods, a possible classification of the regional innovation policies with reference to the preferred target is presented below.
TYPE OF TARGET
Infrastructure
Innovation in
SMEs
Networking
Targeting
Strengthening
research centres
Strengthening
the existing
industrial system
NOTE
These regions strengthen their basic infrastructures for companies, and tend to lag in
developing.
These regions aim at increasing the innovation processes in their fabric, which is
composed essentially by SMEs. In the case of Lazio, this above all through use of
ICT technologies.
These regions aim at stepping up collaborations between companies and also
between companies and research centres, in a rather developed industrial system.
These regions have rather developed industrial and scientific-technological systems,
and now set goals that are more geared towards collaborations between public and
private, combining top-down and bottom-up approaches.
These regions place significant emphasis on the strengthening of research centres and
incentive for transfer processes from these centres to companies. In some cases, thesestrategies are rather ambitious, and also aim at generating discontinuity processes.
These regions have rather consolidated industrial systems, that they intend to
strengtheneven more. In some cases they fear vulnerability in technological leaps,
and think of compensating with creation of new companies or by launching new
technological paths.
REGIONS
Sicily
Calabria,
Basilicata, Lazio
Umbria, Friuli,
Lombardy
Toscany, Veneto
Campania, Puglia,
Province of Trento
Emilia Romagna,
Marche, Piemont
Other possible classification of the regions
Another attempt to classify the regions could be based on the identification of two
factors that distinguish regional parties’ strategies.
The first distinguishes between networking policies and targeting policies.
Networking policies are the efforts aimed at increasing the level of collaboration between companies and institutions in the region. Targeting policies refer to projects that
have precise objectives, for example strengthening certain industrial sectors or specific
scientific paths (already existing or not).
The second identifies (obviously with some simplification) the macro-party as the
reference point, the director, and leverage of regional interventions – not to be confused with the beneficiary of the interventions. In some cases the university is highly
regarded, and in other cases, other pre-existing establishments and associations of
various nature, in other control centres that of a variety of parties participate in.
152
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
REGIONAL
R&D
Puglia
Calabria
PUBLIC
RESEARCH
POLICIES FOR
Campania
Lombardy
Piemont
Umbria
CONSORTIA
ETC.
Emilia Romagna
Friuli V.G.
Lazio
Veneto
COLLETTIVE
CONTROL
CENTRE
Toscany
Sicily
Marche
Basilicata
NETWORKING
TARGETING
FOCUS OF REGIONAL POLITICIES
Summary of R&D in Friuli Venezia Giulia
The 1990s were a period of political uncertainty in Friuli Venezia Giulia Region
(FVG). After being supplied with an important toolbox to support internationalization and economic and social development during the 1980s, the Region now
faces the need to review these tools. Innovation was proposed as one of the new
Council’s priorities. After a prolonged period of political uncertainty, the legislative framework is still slightly lagging. However, Friuli can count on important
research and the production of new technologies. In addition to this, FVG has an
important entrepreneurial fabric, both industrial and not. Regional experts confirm that what is lacking today is mainly the “link” between these two components – both of which are rather qualitative.
The measures for innovation and research in the Docup should be pointed out:
they aim at realizing structures for research, diffusing of innovations, support for
companies for research and technological development.
The new General Framework on Innovation greatly revises the way the region’s
innovation policies are managed. Since the main thing that was lacking in Friuli’s
innovation system was a link between the area’s different actors, the Framework
set up a “control centre” for this type of policy, supplied with ample power and
made up of leading representatives from the business, political and research
worlds (Committee for Innovation). It will be particularly interesting to follow the
implementation phase and the outcome of this set of initiatives.
It is interesting to observe the role the regional finance act played in a region that
has a special statute (Friuli) and was left free to implement regional policies and
act as a real finance act, autonomously influencing the regional industrial policy by managing its own holdings.
The Area Science Park in Trieste is, in practice, the only real (and functional) Italian
science park. It is also important for its involvement in technological transfer.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
153
Chapter 2
Summary of the Trento Province’s R&D policy
The Autonomous Trento Province (ATP) is a rather interesting case for various
reasons. Firstly, because it is an autonomous province, secondly for its innovativeness and clearness in some choices, and finally because it is a sort of “window”
onto Germany.
In Trento there is a strong political commitment for supporting innovation and
technological transfer. It appears that Trentino is setting particularly ambitious
and long-term objectives for sustained growth from a solid investment (both
public and private) in research and innovation. The first proof of this is without
a doubt the considerable increase in allocations to this area and the provincial
authorities’ promise for further increases (up to 4.5% of the provincial budget,
which is currently 2.5%). These decisions are courageous and not easily accepted
by a population that is used to investments in tourism and agriculture.
Trento Province’s interventions have organized contacts and bilateral agreements, unlike the coordinating committees, as in other regions.
The agreement with Centro Ricerche Fiat (CRF) of Turin should also be mentioned, in which the Province will allocate EUR 7.7 million to open a CRF office in
the province of Trento.
The definition of objectives such as targeting aimed at specific areas of excellence and opening the system to national and international influences are the main
priorities that the province’s authorities set. Negotiation of policies with the province’s research and innovation system were characterized by bilateral agreements. Although this approach was a success (see the CRF case, the agreements
with MIUR and the results obtained by the University of Trento) it is not known
the extent to which this approach reached in sharing objectives and instruments
with other local business realities (especially SMEs).
The LP 3/2000 mechanism for financing research facilities should be mentioned.
The facilities participate in a “call for tenders” to assign the budget for their research activities. In this way, the Province sets the goal of influencing these facilities’ management policies and how they target their investments and at the same
time guarantees a certain level of competition.
A collaboration agreement was signed with the Campania Region, defining the
framework for support for collaborations between the two regions’ universities
and research centres.
In addition to the University of Trento, which plays a key role in the local innovation system, other important national research centres such as CNR and CRA
are also present.
154
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
REGIONAL
POLICIES FOR
R&D
Summary of Lombardy’s R&D policy
Lombardy has a very high number of companies, and takes the first place for private investments in research in development, drawing on consistent investments
of the industrial research centres that are spread around the region. The high
competitiveness of Lombardy’s SMEs and their structure facilitates networks between companies and collaboration for investments in R&D.
Support for Research, Innovation and technological transfer is a horizontal objective of the Region’s economic development policy strategy. The Regional
Development Programme stresses the need to identify ways to connect and directly integrate the business and research worlds, allowing the creation of two way
communication between producers and consumers of research.
Key of the strategic guidelines of the regional action in the objectives specific to
support for R&D is the creation of a network able to integrate and further develop the Centres of Excellence for Research and technological transfer making
them internationally competitive.
The Framework Programme Agreement signed with the Government (the only
one of this type in Italy) aims at realizing a set of programmes and integrated
interventions to facilitate and support the growth of technological levels and
Lombardy’s competitiveness by supporting and implementing technological transfer processes, the transition to new industrial sectors and the optimization of
relationships between institutional, social and business worlds. This aim is pursued through the development of three intervention schemes: 1) Planning and
coordination to strengthen the Region’s internal structures and provide these
structures with instruments to monitor research and technological innovation
policies; 2) Information to improve the circulation of ideas and knowledge; 3)
Operational implementation through programmes and specific projects that are in
line with the strategic guidelines at regional, national and EU level.
There are 348 Innovation Support Centres in the region, four BICs (Business
Innovation Centre), CNR of Milan, Consorzio Politecnico Innovazione and many
entities that enable an ever increasing level of interaction between industry, university and government.
Summary of Piedmont’s R&D policy
Piedmont is the region with the highest concentration of innovative companies
and is in second place (after Lombardy) for private investment in research and
development, due to considerable investments of leading industrial research centres found in the Turin area. Instead, the connection between research centres and
industry and technological transfer from these centres should be strengthened.
Piedmont is avant-garde for research and innovation, having industrial centres
that are of national and international importance, and some of the largest industrial research centres in Italy.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
155
Chapter 2
The regional innovation policies aim at upgrading the existing industry’s innovative performance, which is crucial for the region’s economy and also for the employment situation. They also aim at increasing the value of knowledge - especially in
the Turin metropolitan area - and strengthening of new scientific-technologic paths.
Both the Region’s Docup and Por provide measures to strengthen scientific research and technological transfer, also by improving the human resources in the
research and technological development sector.
Torino Internazionale’s project which developed a vision of the city through 2010
is extremely important; its main objectives include: increasing research and innovation by supporting an international university centre, identifying areas of
excellence about which to become knowledge producers (presently biotechnologies and increase the value of the health pole), and increasing the value of human
resources of excellence.
Within Torino Internazionale, the sub-project Torino Wireless is particularly
important; it exemplifies the scientific-technological path that should be followed
for promoting science-based development. Torino Wireless is a district that integrates research and business (between the partners Politecnico di Torino, I3P, ITP,
representatives of the productive and financial worlds). Parties of various nature
work for Torino Wireless, which receives both public and private investments.
The region is proud to have technological transfer centres that are important
throughout Italy, such as Rai’s Centro Ricerche and Produzione, Telecom Italy Lab,
Centro Ricerche Fiat, IENGF and Alenia, the chemical and materials research pole.
Summary of Veneto’s R&D policy
The Veneto Region’s framework for supporting innovation and R&D is in complete transformation. A new approach to innovation and technological transfer was
adopted to put the pre-existing regional competencies and structures to better
use, and to support the technological transfer towards small and medium-sized
companies. In autumn 2003, a regional law should be passed that lays out guidelines for supporting innovation and scientific research. This new framework
will reform the already existing innovation support system, which is well structured but is lacking in a true “control centre”.
The region developed an Innovative Action Programme for technological innovation in the job market and public administration.
Veneto Innovazione (Vinn) emerges as a support structure for regional innovation policies. Vinn not only carries out policies, but also acts as a knowledge
depositary, union element and expert partner. Vinn is possibly the most adapt
candidate to be the reference point for the future innovation system. In fact,
representatives from the Vinn programme and from corporate associations and
universities recently defined the Region’s new framework for innovation.
156
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
REGIONAL
POLICIES FOR
R&D
In Veneto the network of scientific and technological centres seems to have become important; therefore, there should be particularly positive results from the
changes in progress, which at least in writing should find fertile ground for the
adoption of an “networked” innovation system. Among the most important structures is the Science Park and Technological Multipolare, provided for by the
Regional Law 36/95; it will be implemented by Vinn.
Among the major weaknesses pointed out by the regional authorities that were
contacted was the lack of coordination among the various centres for technological transfer, university and private industry. The groundwork for the start of the
new innovation plan could be start again with a more precise negotiation of
instruments and objectives.
The Region instituted an agreement for industrial research with California, which
is part of the Network for Science and Technology (NEST) and also an agreement
with Massachusetts Institute of Technology which allows students and local companies to integrate with MIT’s research activity.
Summary of Emilia Romagna’s R&D policy
The Emilia Romagna Region has companies with important technological competencies and a fair number of public research centres and universities. The link
between the research and business worlds also seems to be rather strong. In order
to maintain a leadership position in the technological field (for example in the
machine tool sector, the motorcycle industry and others), the Region plans on
strengthening the interaction between companies and public research as much as
possible. Excessive sectoral specialization could be mentioned among the regional innovation system’s weaknesses, which makes the region’s companies potentially vulnerable to “technological discontinuities”.
The regional Programme in innovation and research was intense (Por Ob. 3 and
Docup); the most important measures were the Docup and the support for innovation in small and very small companies, support for innovative start ups and development of innovation and research projects. The content of the Innovative Actions
Programme, to create meeting points between supply and demand for innovation.
In the three year Programme for the development of productive activities, innovation is considered as one of the elements to monitor through the six “support
guidelines” identified in the programme (among which support for investment,
innovation and competitiveness projects).
The regional law 7/2002, result of negotiated planning, was created to fill the
innovation gaps felt by the regional system’s main players and profoundly modified the prior strategy for innovation since – in addition to supporting innovation and research in companies (with a fund for research EUR 41 million) – it
identified the creation of territorial networks for research and technological transfer as the main objective.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
157
Chapter 2
The role the Spinner consortium plays in diffusing the initiatives for innovation,
increasing knowledge and bringing companies and universities closer should also
be mentioned.
The Aster consortium’s reform process was interesting – its new mission is to act
as an instrument to create a sort of network between companies and universities.
The planning of this policy was a group effort.
“Build on what one has”. This summarizes the Regional intervention strategy,
based on Emilia Romagna’s strong points: a particularly avant-garde public research system diffused in the region, and a vital and ambitious entrepreneurial
system.
Summary of Lazio’s R&D policy
The Lazio Region seems to focus on the problems SMEs have, whose main difficulty is in absorbing new technologies and knowledge. This choice is almost obligatory, given the region’s economic structure - almost 96% of its companies have
less than 10 employees. Although many of these companies are considered “innovative”, they do not benefit from regional innovation policies (see Ministry of
Productive Activities study in the Inn-Governance report). Despite the fact that
there are few large companies in the Region, these few provide a large number
of investments in research and development (as well as the public sector).
Technological innovation is one of Docup Lazio’s priority sectors, which plans
different actions to support innovation, research, technological transfer and
innovative financial instruments for companies.
Despite a long tradition of negotiated planning which has always involved the
economic and innovation system’s leading parties, the innovation interventions
carried out in the past were not particularly effective mainly due to the lack of
capital and the excessively local scope of the initiatives. For this reason, the
regional system for innovation’s principal objective is currently to “restructure”
the way innovative activities are financed. This is carried out by Filas, Lazio’s
finance company for technological innovation. The Regional Plan for innovation
and Information Society, which was recently approved, includes support actions
for important innovations and focuses on small and medium-sized companies as
well as those based on new technologies.
How can the region’s strategies include the “motor effect” which is guaranteed by
the high number of private and public research centres and large companies’
headquarters in Lazio? The answer to this question seems to be the financing
system provided by regional and European funds, “accompanied” by measures
such as the Observatory and Business Lab.
The Inn-Governance Project is a programme that aims at working on integrated
development strategies to manage all the innovation processes. This project will
158
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
REGIONAL
POLICIES FOR
R&D
create a permanent Forum on innovation, which will set up a single platform to
link the various levels of regional government and the private sector. Studying
the regional innovation system is particularly interesting. All the elements are
dealt with synthetically.
The presence of important centres of excellence (Centro Atena for interactive
multimedia communication and aerospace, the Universities of Lazio, Cnr, Enea,
Infm, National Institute for Geophysics and Volcanology, etc.) and technological
transfer infrastructures (Parco Lazio Meridionale, Polo Tecnologico Industriale
Romano, Tor Vergata Science Park, Consorzio Agrital Ricerche, etc.).
Summary of Liguria’s R&D policy
Liguria is a region that is traditionally strongly characterised by the presence of
heavy industry, public capital, as well as the Genoa port. These economic activities have been going through a period of crisis for years; at the same time as this
crisis, many initiatives to promote high tech activities were launched.
The Region has strong innovation results: its companies are highly innovative
(even if the headquarters of the more innovative ones is outside the region); the
city of Genoa, together with Milan and Turin, is one of the cities with the most
high technology companies in the country. However, the region’s efforts in producing innovation and therefore also in research and technological development
are less promising.
The Docup Ob.2 has some interesting measures for innovation and innovation
transfer – especially the Innovation Support Measure (recently entered into
implementation phase) which aims at supporting technological innovation and
industrial research. The Por also has measures to support research, technological
transfer and innovation.
Since the beginning of 2003, the incentives provided by the law 140/97 (tax
bonus for research and development activities) are also available, totalling
around EUR 1.3 million.
Liguria is forming a regional strategy for innovation, which is still being defined;
it will promote innovation culture, qualify the supply of high training for the
development of human resources to use in innovative sectors, strengthen the link
between different actors in the area, incentivize technological growth in small and
medium-sized companies. For the definition of this strategy, however, it is not yet
clear how Region, the scientific research and industrial worlds will participate.
The region seems to have good structures for technological transfer; this is confirmed by the good performance in diffusing innovation in the area. Among the
most interesting structures are: Liguria’s Scientific and Technological Park and
Sviluppo Italy Liguria, who promotes “High Technology and Innovation
Incubator of Cornigliano” among other things.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
159
Chapter 2
Summary of the Marche’s R&D policy
The Region’s strategies have historically supported the entrepreneurial potential
of small and medium-sized companies; these strategies have proven to be obsolete today for various reasons including: the absence of important distinct competencies, the fragmentation of development and innovation strategies, the difficulty of accessing technological and advanced services, small companies’ financial fragility. The new strategy seems to be more geared towards the acceleration
of the Regional development process in order to bridge the gap between the
Marche and other regions.
Essentially, it seems as though the Marche Region’s principal strategy is to include unions, professional category associations and universities in the planning of
their projects for technological transfer and innovation. It will be interesting to
verify this approach’s effective functioning.
Some interesting measures for innovation are part of the Region’s Docup. Under
the Innovative Actions Programme, which is particularly important, the Region
promotes experimental system innovation measures (for example, through the
creation of more stable and efficient networks among the area’s actors and the
development of a regional set of competencies diffused and distinctive in the high
tech sector), which is in line with the RITTS P.I.T.M.A.R. project.
The implementation of a Permanent Regional Observatory on Innovation could
be an interesting initiative that deserves attention. It is similar to the “control
centre” model adopted by other regions.
The crisis that the Marche Region’s system is currently going through could be
interpreted as a crisis due to international and internal competitiveness: international regarding its ability to adapt to changes occurring at global market level,
and internal due to the difficulty to adapt to new logic and production technologies (for most SMEs, innovation continues to be considered an improvement of
the productive processes, while the region is not open to more complex and
expensive types of innovation, such as Research & Development and innovation
applied to the organization and management of inter-company activities). The
need to resort to innovative techniques not only in the management of productive processes and products, but also in the organization of the entire productive
chain, is therefore an indispensable strategy to be able to sustain the competitiveness of a system that uses more advanced productive logic.
Finally, the regional support structures for technological transfer (COMIT Marchigiano Consortium for Technological Innovation, Tecnomarche – Scientific
and Technological Park of the Marche, Agency for Technological Development
and Applied Research) and for research (Fondazione Aristide Merloni, Istituto
Adriano Olivetti, CESCOT Pesaro, S.I.S.TE.MA., ecc.) are particularly interesting.
160
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
REGIONAL
POLICIES FOR
R&D
Summary of Tuscany’s R&D policy
Tuscany has two types of companies which both need different types of intervention: the small and medium companies that work in traditional sectors that need
to communicate with the region’s more innovative realities, and small and
medium companies in high-tech sectors, growing companies that have significant
financial problems and are undercapitalised.
Regarding innovation and research, Tuscany is “in the middle” – it is behind
other regions of the North, but at the same time ahead of the Southern regions.
PRAI Toscana is an interesting “bottom-up” approach (without neglecting the
research supply system) to experiment on innovative actions in contexts where
support for innovation and innovation itself are little known. In this way, one
hopes to support the initiative of leaders through an “agile” measure, able to qualitatively measure projects well. To protect themselves from high political risks, a
rather limited time period (two years) was allotted for a first evaluation of the
path followed.
The methodology used by PRAI Toscana is the development of “networks”,
public-private partnerships, with the Region as a guarantor, which defines the
policies and priorities, but leaves it up to the partnership to choose the best path
to follow.
Tuscany focuses on the creation of networks. In Tuscany, the network mechanism
is interpreted as an instrument to lower the transaction costs that SMEs must pay
to request assistance or financing. In fact, SMEs often do not have the resources
necessary prepare the complex documentation. Therefore, there are two solutions:
Diffused measures - or almost. There could be interventions that are simple
and do not require companies to have large amounts of information, but that
do not provide a sufficiently articulated base to reach a precise evaluation.
Measures that provide for a consortium to be set up. In this case, the Region
can request a more detailed report from a set of parties on a more complex
project. The consortium could be lead by public laboratories that are particularly interested in having access to these resources, (and with resources also
to set up complex documentation). Companies are then involved in these consortia in the most flexible way possible.
The following should also be mentioned: centres that link the research world and
industry (among these are: CPR, CESVIT, Siena Research Consortium, Firenze
Technology, the Scientific and Technological Pole of Navacchio) and some initiatives such as the Link Project (Plan for Strengthening the Research Network and
Development of the Territory).
Summary of Umbria’s R&D policy
SviluppUmbria plays an important role in the region - after the introduction of
the RITTS Project, it became regional development agency in all effects.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
161
Chapter 2
The Region has a Ris+ Umbria Project and a RITTS Project. The Ris+ Umbria project supports innovation, modernization and dynamism through the development
of research projects, the realization of construction pilot projects and linking the
RIS/RITTS network. The RITTS Project, closely related to the Ris+ Umbria project,
rethinks the supply of public innovation through the rationalization of existing
structures (interventions on Sviluppumbria, Terni Science and Technological Park
and other poles of excellence).
From 1999 – 2001, the Region had Regional Development Programme to provide support for new technological companies and the creation of spin-offs and
promoting partnership between industry, research centres and the university,
aimed at technological transfer.
Umbria should be studied carefully in the future because it has not yet taken a
precise new policy for its support for innovation and technological transfer,
although the definition of new Regional Innovation Plan is in progress.
Umbria has a tradition of supporting technological transfer, especially through a
network of service centres. These structures and the inheriting of particular intervention policy seem to slow the reworking of a regional plan for innovation. Two
commissions made up of representatives from the region, representatives from
professional categories and the academic world have already been set up, but
have not yet reached significant results.
The Region has four particularly important structures for technological transfer:
Umbria-Sitech’s Science and Technological Park, the Agriculture-Food Science
and Technological Park, the Terni special materials Pole and the Terni multimedia centre.
Summary of Basilicata’s R&D policy
Like the other regions in Southern Italy, Basilicata recognizes the vulnerability of
its economic-industrial system, which suffers from the competition of countries
with low cost of labour and at the same time it is not ready to compete in high
knowledge sectors; the need to invest more in research and innovation and in the
technological transfer to companies came about from these considerations.
The regional policies seem to include - more or less - the “typical” assortment
regarding technological innovation, such as: strengthening innovation in SMEs,
technological transfer centres, the strengthening of the supply of research, especially for companies. As provided by Ob.1 Por in response to the abovementioned factors, the Region recently presented a new Regional Plan for Technological
Development and Innovation, which should be approved in September/October
2003 and will provide EUR 13 million for companies that will invest in technological innovation.
A Mixed Committee is planned also in Basilicata, which will be made up of repre-
162
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
REGIONAL
POLICIES FOR
R&D
sentatives from public institutions, trade unions and professional categories, and
environmental associations.
Basilicata is different than other similar regions due to the lower involvement of
public research facilities, and more attention on the potential of young human
resources and the activities related to protecting and increasing the value of the
environment, activities on which the region developed important competencies.
Regarding improvements in region’s environment, Basilicata developed a
Regional Programme of Innovative Actions, named “Territory of excellence”.
There seem to be important technological transfer centres, especially regarding
development and innovation in the agricultural field.
Summary of Calabria’s R&D policy
Regarding research and innovation, Calabria has few investments in research, little collaboration between university, research centres and companies, and misalignment between supply and demand of innovation.
In the next few years, the Region intends to promote strategies to encourage
openness and to stimulate the growth of the area, focusing especially on the creation of networks and relationships among the region’s actors that are able to start
new paths for development and innovation.
After RIS project, the RIS+ and then the Regional Innovation Plan, CalPark is no
longer responsible for the projects, but instead the region is now in charge.
Therefore this shows a “re-centralization” phenomenon.
The Objective 1 POR carries out important actions for research and innovation,
aimed at implementing the Regional Innovation Plan, developed by the Region
through the RIS Project; the RIS Project deals with problems in the Region’s research and innovation system, as mentioned above.
The Regional Council for scientific and technological research (the regional advisory for coordinating and planning Calabria’s R&D policies) is one of the new
interventions in innovation and technological transfer, which also attempts to
strengthen the structures supporting partnership.
The companies in Calabria are particularly active and watch out for financing
from the Region and the central government. The professional associations are
particularly active in participating in the planning activities. It will be interesting
to see how receptive the private sector is of the new advanced services and initiatives such as the creation of a “Campus” company of the University of
Calabria, or the technological observatories for strategic technological sectors.
The Region gives the University of Calabria an important role in planning and
carrying out the regional system for innovation and technological transfer; the
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
163
Chapter 2
University of Calabria is acquiring an important role in the region for technological transfer.
Summary of Campania’s R&D policy
Campania, though it is behind the regions in Northern Italy, it has important centres of excellence – both among the companies and the public research centres.
Despite the region’s intense scientific research, it has difficulty creating a stable
interaction between the research and business worlds.
The Campania Region is one of the few regions that created a special department
to support innovation – proof of its commitment to innovation.
The attention that the regional POR gives the regional research, innovation and
technological transfer system seems to be significant.
With the many resources coming from its belonging to Objective 1 areas, the
Region seems to have a structure for planning particularly important interventions for innovation: in addition to a Regional Research Programme and a
Triennial Programme for Promotion of Scientific Research, the Campania also has
a Regional Strategy for Development of Innovation, whose first aim was the
agreement for the creation of the Regional Competency Centres.
The Campania Region seems to be rather decisive and innovative regarding
Regional Competency Centres, whose creation was in response to the need to
strengthen, transfer and spread competencies relative a specific technological
areas. Of all the cases analyzed, it is possibly the most obvious: to improve the
regional area, starting from the important centres that channel strong skills and
resources and are leaders in a particular high-tech sector. Through the scientific
figures in charge, among its various tasks, the Regional Competency also coordinates the main public research centres (University and CNR).
Summary of Puglia’s R&D policy
In Puglia there are small and medium-sized companies working in traditional
sectors with low added value, and few large companies that research and develop in the area. Small and medium-sized companies have difficulty expressing
demand for innovation if they are not adequately stimulated, and there is a lack
of adequate professional figures in companies – especially in the organizational,
technical and managerial fields. The Regions has entrepreneurial vitality and a
significant number of research and development and technological transfer centres, whose link with the industrial sector however, is rather scarce.
Puglia’s strategy for developing the regional innovation system is based on support for centres of excellence that are linked by “network” or district: it wants to
pursue a strategy of tight integration between the regional research and development structures, the international research system and industry. From this point
164
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
REGIONAL
POLICIES FOR
R&D
of view, the approach seems rather similar to Tuscany’s experience with the
Regional Network for High Technology.
The Region’s POR seems to be highly involved in supporting technological research and development; the Regional Strategy for Scientific Research and
Technological Development (within the Por) appears to be important, strongly
involved in the creation of regional innovation districts through regional innovation poles distributed in the territory and linked to research centres.
In defining the POR Puglia plans on the intervention of an Inter-University
Committee. This initiative is particularly interesting, as it develops a strategy for
research and innovation in agreement with the leading centres of scientific and
technological knowledge.
The RIS Puglia INNOVA Project should be noted – it involved many companies,
who had a rather active participation (or seems to be, judging by the documents
consulted).
It seems to be particularly important to monitor what will happen in Puglia, who
has decided to implement a strategy based on collaboration between the public
and the university to create networks and technological districts. It is uncertain
if companies were involved, or if the problems reported by the companies in the
RIS project were acknowledged. The companies in Puglia, although they are
dynamic and motivated, they are mostly small and work in traditional sectors or
those with low added value.
The presence of centres for technological transfer is considerable, among which:
Tecnopolis, Consorzio Cetma and the Industrial Liaison Office of Lecce.
Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy
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