Finanza e innovazione III
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Finanza e innovazione III
Finanza e Innovazione Terzo quaderno Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia Finance and Innovation Third paper Innovative finance and regional policies for R&D in Italy Finanza e Innovazione Terzo quaderno Finanza Innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia A nome del Comitato Organizzatore di questo terzo forum “Finanza e Innovazione” Lilia Alberghina (Università di Milano Bicocca), Giampio Bracchi (Politecnico Milano), Anna Gervasoni (AIFI), Enrico Decleva (Università degli Studi di Milano), Alberto Pieri (FAST), Riccardo Viale (Università di Milano Bicocca e Fondazione Rosselli) - desidero ringraziare coloro che hanno prestato un prezioso contributo alla realizzazione di questo documento: prof.ssa Anna Gervasoni (AIFI) e prof. Andrea Piccaluga (Scuola Superiore S. Anna – Pisa). Desidero inoltre ringraziare del loro intervento al terzo Forum “Finanza & Innovazione” tenutosi a Milano il 26 settembre 2003 i seguenti relatori: Luciano Caglioti - Università La Sapienza Roma Sergio Campodall'Orto - Politecnico Innovazione Alessandro Clerici - Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana Eugenio Corti - APSTI Claudio Demattè - AIFI Sergio Dompè - Dompè Farmaceutici Giovanni Fabri - Italtel Gian Maria Gros-Pietro - Autostrade SpA Vincenzo Linardi - San Paolo IMI Ubaldo Livolsi - Livolsi & Partners Dario Monti - Centro Ricerche Fiat Elserino Piol - Pino Venture Giovanni A. Puglisi - IULM Luigi Ricciardi - BIOPOLO Carlo Rizzuto - Sincrotrone Umberto Rosa - Snia Sergio Sambonet - 3i Raffaello Vignali - IRER Mario Zanone Poma - Intesa Mediocredito Marco Nicolai Direttore Generale Finlombarda S.p.A. II Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia INDICE CAPITOLO 1: FINANZA INNOVATIVA 1.1 Strumenti finanziari innovativi: il venture capital 1.2 Il settore del venture capital 1.3 Le iniziative comunitarie a sostegno del venture capital 1.4 Le iniziative governative 1.4.1 La normativa italiana 1.4.2 Le iniziative di capitale di rischio 1.5 Iniziative di Finanza Innovativa nell’ambito dei Fondi Strutturali 1.6 Le iniziative regionali di capitale di rischio Altre iniziative istituzionali di venture capital 1.7 1.8 Quadro di sintesi di tutte le iniziative istituzionali di venture capital in Italia 1.9 Benchmark europeo di programmi di venture capital 1.10 Alcuni casi europei notificati di regime di aiuto al venture capital 1 1 4 9 16 16 17 31 42 45 49 50 57 CAPITOLO 2: POLITICHE REGIONALI PER LA R&S 2.1 Premessa - un laboratorio chiamato Italia 2.2 Il ruolo delle Regioni 2.3 La concertazione pubblico-privata per la R&S 2.4 Le politiche regionali per la promozione della ricerca e dell’innovazione 61 61 62 63 64 tecnologica Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia III CAPITOLO 1 FINANZA INNOVATIVA 1.1 Strumenti finanziari innovativi: il venture capital Lo sviluppo dell’attività di ricerca e l’incentivazione all’avvio di imprese innovative rappresentano, ormai da diverso tempo, due temi fondamentali per lo sviluppo di un’economia aperta. Le stime relative al nostro Paese dimostrano, però, come l’Italia soffra di un gap di competitività rispetto ai principali paesi industrializzati, soprattutto in termini di ricerca, prevalentemente pubblica e pari a circa l’1% del PIL. Anche sul fronte dell’innovazione scientifica e tecnologica, l’Italia si classifica al pari di nazioni come Grecia o Portogallo e ben distante dalla posizione occupata dalle economie maggiormente industrializzate. Per quanto riguarda gli investimenti volti alla creazione di imprese innovative, l’incidenza dell’ammontare investito dagli investitori istituzionali si è ridotta notevolmente a partire dal 2000, anno in cui è avvenuto il crollo del mercato high-tech. In linea generale non ha mai raggiunto livelli paragonabili ai paesi maggiormente industrializzati, a causa di problematiche legate al tessuto socio-economico, oltre che al contesto normativo vigente nel nostro Paese. Per questi motivi negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione, da parte degli organi istituzionali, nei confronti degli investimenti early stage in imprese tecnologiche. In tale ambito si è acquisita la consapevolezza che le risorse pubbliche debbano essere accompagnate da strumenti di finanza innovativa realizzati in partnership con il sistema privato, al fine di affiancare i fondi di origine pubblica alle competenze e metodologie di gestione tipiche del sistema privato. I benefici apportati da una nuova cultura, caratterizzata da elementi scientifici, finanziari, imprenditoriali, ma soprattutto da uno sforzo comune da parte dei principali attori del processo d’innovazione e creazione d’impresa, rappresenterebbero, in tal modo, un primo passo verso la realizzazione di un’economia basata sulla conoscenza, così come auspicato dal Consiglio di Lisbona. La spinta al cambiamento ha pertanto stimolato i principali organi istituzionali, oltre che Regioni, Province, Università, Centri di Ricerca pubblici e privati, Uffici Brevetti, Associazioni finanziarie e Società di Venture Capital, che hanno proposto l’attuazione di un numero sempre più elevato di iniziative. In un contesto quale quello del sistema Italia caratterizzato da un gap di competitività del sistema della ricerca e innovazione rispetto a quella di altri paesi europei, da un livello inadeguato della disponibilità di risorse finanziarie pubbliche in favore di queste politiche, appare sempre più necessario trovare strumenti alternativi al sostegno pubblico diretto per promuovere le politiche della ricerca e dell’innovazione. Gli strumenti finanziari di mercato privato, ed in particolare il venture capital, rappresentano una fonte di finanziamento della ricerca, la cui è importanza è stata riconosciuta anche a Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 1 Capitolo 1 livello europeo. Fin dal 1995 il Libro verde sull’innovazione faceva riferimento alle difficoltà di approvvigionamento finanziario (vedi figura sotto) delle imprese nel campo dell’innovazione e proponeva lo sviluppo di nuovi strumenti per il finanziamento. In un recente sondaggio condotto su un campione europeo di PMI, l’accesso alle risorse finanziarie viene percepito come il terzo maggiore ostacolo alla crescita delle imprese. Tale vincolo è stato rilevato con forte intensità, non solo in paesi come Italia, Portogallo, Spagna e Grecia, ma anche, sorprendentemente, nel Regno Unito e in Irlanda. Principali vincoli all’imprenditorialità in europa per dimensione d’impresa (n. addetti) Mancanza di lavoro qualificato 29,1 22,7 22,7 10,2 Acesso a risorse finanziarie 12,0 12,9 2,0 Implementazione di nuova tecnologia 3,0 3,3 2,2 Implementazione di nuove forme di organizzazione 1,6 2,0 1,6 1,0 Qualità del management 3,2 0 - -9 11,8 Norme amministrative (ambiente, Salute, Sicurezza) 10 - -49 13,8 11,8 Infrastrutture (Strade, Gas, Elettricità, Comunicazione) 5,3 2,3 Introduzione della moneta unica 50 - 249 7,1 7,3 4,0 4,9 8,0 8,5 Altro 10,4 Nessun vincolo 25,3 20,9 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 29,1 24 26 28 30 Accesso al finanziamento quale vincolo principale all’imprenditorialità 30 Quota sul totale delle PMI 25 20 15 10 5 0 BE DK GER GRE SP FR IRL IT LUX NL AU POR FIN SV UK Fonte: European Commission, “Benchmarking enterprise policy”, 2002 2 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia UE-15 FINANZA INNOVATIVA A seguito del Libro Verde, la Commissione Europea ha presentato numerosi indirizzi programmatici per la promozione delle condizioni per il finanziamento dell’innovazione con il capitale di rischio, sia con specifico riferimento al capitale di rischio (Piano per il capitale di rischio) sia con riferimento a tematiche di più ampio raggio d’azione (ad esempio, il Piano d’azione per l’innovazione, il Piano d’azione per i servizi finanziari, la Comunicazione “Verso uno spazio europeo della ricerca”, la Comunicazione “Innovazione in un’economia fondata sulla conoscenza” e i Programmi pluriennali per le PMI). A conferma dell’importanza attribuita al ruolo del venture capital, la Commissione ha assunto, tra gli indicatori dell’“innovatività” degli Stati membri dell’UE, l’incidenza degli investimenti in capitale di rischio nelle imprese high-tech sul PIL. Obiettivo del presente lavoro1 è dare una dimensione del sostegno pubblico del venture capital in Europa e in Italia, senza presumere, tuttavia, di farne una fotografia completa ed esaustiva. A questo fine il presente studio si articola come segue: Il settore del Venture Capital che, dalla crisi della Nuova economia, nel 2000, registra una forte flessione nei mercati internazionali, con un maggior impatto negativo sul mercato USA rispetto a quello europeo. L’Italia, con un tasso di investimento pari a 0.21% del PIL si posiziona ad un livello intermedio nella compagine comunitaria, lievemente al di sotto della media comunitaria (0.23% del PIL). Le iniziative comunitarie a sostegno del Venture Capital: con riferimento ai programmi e i progetti pilota comunitari a favore del capitale di rischio per le imprese innovative (ETF, ETF Start Up, I-TEC, Seed Capital Action, Eurotech Capital) l’Unione finanzia, principalmente attraverso il Fondo Europeo degli Investimenti (FEI), 179 Fondi per un importo totale di 2.458,30 ML€. I fondi italiani (16, pari all’8,94% del numero totale) percepiscono l’11,31% (278,1 ml di euro) dei contributi totali stanziati dall’Unione Europea. Le iniziative governative La normativa italiana Le iniziative di capitale di rischio Le iniziative di Finanza Innovativa nell’ambito dei Fondi Strutturali: dell’ammontare totale delle Misure di Finanza Innovativa che prevedono interventi di ingegneria finanziaria e di capitale di rischio (stimato pari a 534 ML€), solo una piccola percentuale è costituita da quelle iniziative in corso di attuazione o attuate. In particolare quattro iniziative sono in fase di attuazione, mentre solo una (Lazio) è effettivamente già operativa. L’ammontare totale delle risorse dei cinque Fondi è stimato pari a 126,7 ML€. Le iniziative Regionali: allo stato attuale tre sono le iniziative regionali di capitale di rischio rilevate: Fondo Next e Fondo Politekne (Regione Lombardia) sono state già attuate, mentre Fondo Sicilia (Regione Sicilia) è ancora in fase di attuazione. La dimensione finanziaria totale per questi fondi è pari a 110 ML€. 1 Predisposto con la collaborazione di AIFI Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 3 Capitolo 1 Altre iniziative istituzionali di Venture Capital: cinque sono i Fondi, costituiti da tre differenti SGR, legati alla promozione degli investimenti in ricerca applicata e innovazione tecnologica delle imprese in fase di early stage. La dimensione totale di questi fondi, in prevalenza in attesa di autorizzazione da parte della Banca d’Italia, è pari a 75 ML€. Benchmark europeo di programmi di Venture Capital: Sulla base del censimento del Trend Report sono stati rilevati 48 interventi di sostegno al venture capital istituiti dal 1990. Dal censimento non si rileva nessuna esperienza italiana, mentre Stati come Austria, Germania e Regno Unito hanno mostrato un maggiore interesse verso il settore. Alcuni casi europei notificati di regimi di aiuto al Venture Capital: vengono presi in considerazione sette casi che hanno fatto scuola tra le iniziative delle amministrazioni nazionali degli stati membri UE. 1.2 Il settore del venture capital I mercati azionari delle imprese a forte crescita Nell’analizzare il mercato del capitale di rischio, non si può prescindere dall’analisi delle performance dei mercati azionari delle imprese a forte crescita. Tali mercati svolgono un ruolo importante ai fini del mondo dei venture capitalist, in quanto forniscono un’importante via d’uscita per gli investitori. Lo scoppio della bolla internet, nel 2000, ha provocato un forte crollo delle azioni delle imprese a forte crescita, ulteriormente accentuato a seguito dei fatti dell’11 settembre. Ad esempio, sono quotate nel EuroNext [tale mercato, costituito nel 2000, rappresenta il frutto della fusione dei mercati di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, e Lisbona] 142 società, paragonabili alle 140 quotate nel solo Nouveau Marché a fine giugno del 2000. In contrasto rispetto ai mercati europei, il Nasdaq, pur avendo risentito dello scoppio della bolla e dell’attentato dell’11 settembre, conta circa 3.400 società quotate (contro le 5.818 nel giugno 2000). A riprova di ciò, la capitalizzazione dei mercati europei (pari a 20.456 ML€), se assimilabile a quella dell’AIM, rappresenta solo poco più dell’1% di quella del Nasdaq (1.974.995 ML€). Nuovo mercato ANNO DI INIZIO ATTIVITÀ Numero di società quotate Capitalizzazione di Mercato (MI€) Capitalizzazione media per società (MI€) Performance da inizio anno Performance dal 1998 1999 143 331 1.718 45 Nasdaq EuroNext Europe Europa Continentale 2001 2000 29 153 172 182 546 2.449 30 9 AIM Nasdaq* Extra Europa C. 1995 1971 250 66 500 172 10 - * dati in agosto 2003 - Fonte: Nuovo Mercato, Nasdaq Europe, EuroNext, AIM, Nasdaq. 4 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA La raccolta di capitale di rischio in Europa nel 2002 La raccolta di capitale di rischio nel 2002 è stata pari a 26,7Mld€ nell’UE, con un decremento del 30% circa rispetto ai 40Mld€ raccolti nel 2001. Il contributo più significativo proviene dal Regno Unito che con 14,2Mld€ concorre a più del 50% dei capitali raccolti nel 2002, seguito da Francia con 4,8Mld€ pari al 18% del totale UE. L’Italia si colloca in terza posizione dopo Regno Unito e Francia, con una raccolta di capitali di rischio di 1,9Mld€ pari al 7,5% dei fondi complessivi raccolti negli Stati membri UE, segnando con ciò un lieve incremento rispetto al 2001 (1,8Mld€). Il decremento della raccolta rispetto al 2001 interessa la maggior parte di Stati europei: -37% per il Regno Unito, -12,6% per la Francia e –55,7% per la Germania. Raccolta di capitale di rischio (M€, 2002) (M€) 30.000 26.780 25.000 20.000 14.201 15.000 10.000 4.799 5.000 177 125 201 301 720 AU BE IRL DK FI 1.644 1.996 66 1.195 74 640 642 POR SP SV 0 FR GER GRE IT LUX UK UE-15 Fonte: EVCA, Yearbook 2003. Trend della raccolta di capitale di rischio in UE (M€ 1999-2002) 50.000 Italia Germania 40.000 Francia Regno Unito 30.000 UE 26.780 M€ 20.000 14.200 M€ 10.000 4.799 M€ 1.996 M€ 1.644 M€ 0 1999 2000 2001 2002 Fonte: Elaborazione Finlombarda su dati EVAC, Yearbook 2001 e 2003 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 5 Capitolo 1 Gli investimenti nel mercato del capitale di rischio in Europa e negli USA nel 2002 Dall’analisi dell’intensità degli investimenti di capitale di rischio effettuati nel 2002 emerge con chiarezza la diversa performance degli Stati europei a fronte di una media europea di investimento sul PIL dello 0,23%. La migliore performance si registra nel Regno Unito (0,63% del PIL), mentre il livello minimo (0,03% del PIL) appartiene alla Grecia. L’Italia, con un valore pari a 0,21% del PIL si posiziona ad un livello intermedio nella compagine comunitaria, lievemente al di sotto della media comunitaria. Gli investimenti europei in capitale di rischio mostrano una dinamica meno forte rispetto all’evoluzione del mercato statunitense. In Europa, si è avuto solo nel 1998 un andamento positivo degli investimenti, allorché negli Stati Uniti il tasso di crescita ha assunto dimensioni molto significative sino al 2000, al momento della crisi della nuova economia, la quale ha colpito con maggior impatto il mercato USA rispetto a quello europeo. Investimenti in capitale di rischio in % del PIL (2002) (%) 0,7 0,63 0,58 0,6 0,5 0,39 0,4 0,368 0,33 0,3 0,23 0,21 0,18 0,2 0,13 0,14 0,1 0,14 0,12 0,10 0,08 0,07 0,05 0,03 0 AU BE IRL DK FI FR GER GRE IT LUX NO POR SP SV UK UE-15 USA Fonte: EVCA, Yearbook 2003; NVCA, 2003. Tasso di crescita degli investimenti in capitale di rischio in UE e negli USA, 1996-2002 (anno 1996=100) 1.000 USA UE 800 600 400 200 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Fonte: Elaborazioni Finlombarda su dati EVCA, Yearbook 2001 e 2003; NVCA, 2003. 6 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 2002 FINANZA INNOVATIVA Investimenti di capitale di rischio in percentuale sul totale degli investimenti “by stage” (2002) in Europa L’allocazione degli investimenti per fase (“early stage”, “expansion and development”) fornisce un’indicazione sulla rilevanza del finanziamento della fase di creazione d’impresa rispetto a quello della fase di sviluppo. In Europa, l’enfasi posta nel 2002 sugli investimenti in “early stage” risulta contenuta, con la notevole eccezione della Danimarca. In diversi Stati membri, ed in particolare in Italia (con 2,5% di 2.625 ML€), la quota di capitale di rischio investita nella fase “expansion and development” è superiore alla media comunitaria. L’investimento comunitario complessivo in “early stage” nel 2002 pari a 2.699 ML€ testimonia un decremento del 35% rispetto al 2001 (4.1883,8 ML€). Gli Stati maggiori investitori nelle prima fasi del ciclo di vita d’impresa sono Regno Unito (35% sul totale UE con 955 ML€), Germania (560 ML€) e Francia (494 ML€). Ad alimentare il tasso di decremento degli investimenti in early stage tra il 2001 e il 2002 sono stati principalmente Svezia (-88%), Danimarca (-87%) e Italia (-77%). Investimenti in capitale di rischio by stage (%, 2002) UE-15 10,0% 68,6 1.722,3 89,0% 2,5% IT 968,2 85,0% 11,0% LUX 2.625,6 97,5% 28,6% GRE 71,4% 22,4% GER 45,4 77,6% 8,4% FR 2.506,2 91,6% 21,6% DK 5.851,0 78,4% 456,0 56,9% IRL 43,1% 26,1% FI 241,9 105,1 73,9% 30,2% BE 360,0 69,8% 18,8% AU 1.467,9 89,0% 15,0% POR 10.384,8 EXPANSION & DEVELOPMENT 83,0% 11,0% SP EARLY STAGE 94,2% 17,0% SV 26.949,2 90,0% 5,8% UK 146,1 81,2% Total (M€) 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Fonte: EVCA, Yearbook 2003. Trend degli investimenti in Early Stage (M€ 1999-2002) M€ 8.000,0 Italia Germania 6.000,0 Francia Regno Unito UE 4.000,0 2.699 M€ 2.000,0 955 M€ 560,8 M€ 493 M€ 64,5 M€ 0 1999 2000 2001 2002 Fonte: Elaborazioni Finlombarda su dati EVCA, Yearbook 2001 e 2003. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 7 Capitolo 1 Gli investimenti di capitale di rischio nell’alta tecnologia in UE (2002) L’importanza degli investimenti di capitale di rischio nelle imprese high tech è riconducibile a due aspetti collegati: offre una misura dell’ammontare investito nelle imprese operanti in quei settori particolarmente innovativi ma caratterizzati da un elevato grado di rischio e, pertanto, mostra il peso assunto da questi settori nel trainare l’innovazione. Il quadro che emerge dal confronto europeo ed internazionale pone l’Italia in una situazione vicina a quella della media comunitaria: nel 2002 sono stati effettuati investimenti in imprese ad alta tecnologia equivalenti al 11,9% degli investimenti complessivi in capitale di rischio, a fronte di un tasso di investimento medio comunitario del 12%. In Europa, solo le economie minori del Belgio, Austria, Danimarca ed Irlanda presentano una quota di investimenti nell’alta tecnologia superiore al 50% dei finanziamenti complessivi di capitale di rischio. Peculiare, risulta invece l’impegno in questo settore del Regno Unito e della Svezia: pur essendo rispettivamente il primo ed il secondo Stato europeo per incidenza del capitale di rischio sul PIL, essi hanno investito, nel 2002, meno del 20% di queste risorse in imprese high tech. INVESTIMENTI IN PRIVATE EQUITY COME % DEL PIL Posizionamento degli investimenti in capitale di rischio High Tech sul totale degli investimenti in capitale di rischio in % del PIL (2002) 0,70% Regno Unito Svezia 0,60% 0,50% Paesi Bassi Francia 0,40% Finlandia 0,30% Eu -15 0,20% Spagna 0,10% Italia Danimarca Belgio Portogallo Irlanda Austria Grecia 0,00% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% INVESTIMENTI IN HIGHT-TECH COME % DEGLI INVESTIMENTI TOTALI IN CAPITALE DI RISCHIO Fonte: Elaborazioni Finlombarda su dati EVCA, Yearbook 2001 e 2003. Gli investimenti nelle imprese ad elevato contenuto tecnologico ammontano nel 2002 a 3.238 ML€ nell’Unione Europea, con un decremento di 52,8% rispetto ai 6.858 ML€ investiti in high tech nel 2001. Tale andamento negativo è stato alimentato principalmente dalle performance negative registrate nei Paesi Bassi (-92%), Svezia (-88%) e Italia (-69%), con una flessione più contenuta della Francia (-30%), mentre il Regno Unito mantiene un tasso di investimento nel settore tecnologico sostanzialmente costante (-1,2% rispetto al 2001). 8 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA Trend degli investimenti in capitale di rischio High Tech (1999-2002) M€ 12.000,0 Italia 10.000,0 Germania Francia 8.000,0 Regno Unito UE 6.000,0 4.000,0 3.238 M€ 2.000,0 1.164,8 M€ 519,9 M€ 312,8 M€ 0 1999 2000 2001 2002 Fonte: Elaborazioni Finlombarda su dati EVCA, Yearbook 2001 e 2003. 1.3 Le iniziative comunitarie a sostegno del venture capital Le iniziative UE a favore del capitale di rischio Varie sono le iniziative comunitarie volte a migliorare il contesto finanziario delle imprese innovative, miranti ad appoggiare lo sviluppo del capitale di rischio, sostenendo programmi tecnologici e progetti tutti gestiti dal Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) che nel 2000 è diventato braccio operativo della BEI: 1. il Meccanismo europeo per le tecnologie (ETF e sportello ETF per l'avviamento) e ETF Start-up; 2. il finanziamento della creazione o la trasmissione di imprese (Seed Capital Action); 3. il finanziamento di imprese innovative (I-TEC); 4. il finanziamento di progetti transnazionali nel settore dell’high tech (Eurotech Capital). Con riferimento agli strumenti specificamente studiati per il raggiungimento degli obiettivi delineati, il FEI opera principalmente mediante l’utilizzo di due modalità di intervento: 1. il venture capital: essendo il FEI un così detto “Fondo dei Fondi”, esso interviene in investimenti in partecipazioni al capitale d’impresa attraverso fondi di capitale di rischio ed incubatori che sostengono le PMI e, in particolar modo, le imprese che si trovano nelle prime fasi di sviluppo nel settore tecnologico; 2. gli strumenti di garanzia: interventi di garanzia direttamente rivolto agli intermediari finanziari che concedono credito alle PMI, al fine di trasferire/mitigare il rischio di credito delle imprese affidate. Questo intervento è finalizzato a creare un effetto leva sul volume degli affidamenti alle PMI. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 9 Capitolo 1 Eurotech Capital Periodo Dal 1989 I-Tech Dal 1997 ETF Start up -Concluso- ETF Crea -Concluso- ETF 1: dal 1997 1998 - 2000 1998 - 2000 FEI FEI DG imprese - UE Incoraggiare Incoraggiare Facilitare l’accesso delle l’investimento in PMI ad l’investimento in PMI PMI al seed capital ETF 2: dal 1999 Organo DG affari economici FEI per conto di responsabile e finanziari – UE DG imprese Obiettivo Promuovere il Incoraggiare finanziamento di progetti l’investimento in Early transnazionali in high Beneficiario stage in PMI high tech alto potenziale di crescita innovative e di nuova tech mediante il ricorso e che operano nell’high a capitali privati tech costituzione Organismi finanziari Operatori di venture Operatori di venture Operatori di venture Operatori di venture europei specializzati capital capital capitall capital Gli operatori devono 25% del fondo deve Gli operatori non Gli operatori non I fondi di venture capital avere una capacità essere investito in PMI possono investire fuori possono investire fuori devono essere di nuova d’investimento pari a 50 innovative l’UE oltre il 15% dei loro l’UE oltre il 50% dei loro costituzione, appartenenti fondi fondi nell’apporto di fondi propri Vincoli ML€, 20% dei quali da destinare a PMI operanti nell’hh Contributo pubblici) Partecipazione pari al 4% Contributo pari al 50% Partecipazione pari al 25% Partecipazione pari al 25% Contributo pari al 50% dei fondi di venture dei costi operativi del dei fondi di venture dei fondi di venture dei costi operativi del capital; fondo; capital; capital; fondo; Massimale 1ML€ (per Massimale = 55% totale Massimale = 10 ML€ Massimale = 12,5 ML€ Massimale = 55% totale singolo operatore) investimenti (max 0,5 (per singolo operatore) (per singolo operatore) investimenti (max 0,5 ML€ per singolo ML€ per singolo operatore) Budget al Seed, di almeno 4 ML€ (di cui min il 50% operatore) 2,5 ML€ 11 ML€ ETF 1: 125 ML€ Capacità d’investimento Capacità d’investimento ETF 2: 125 ML€ Capacità prevista = 1 MD€ prevista = 1 MD€ d’investimento prevista = N.D. N.D. 233 ML€ 490 ML€ 168 ML€ 8 ML€ 123,4 ML€ 48 ML€ N.D. N.D. 178 ML€ N.D. 800 ML€ Tot Fondi erogati Effetto leva Riedizione dei programmi nell’ambito del programma multiannuale per le PMI A conferma dell’esigenza di migliorare il contesto finanziario delle imprese innovative, il Programma pluriennale a favore delle imprese e dell’imprenditorialità (2001-2005) prevede la riedizione di alcuni programmi: ETF e ETF Start e il Capitale di avviamento. 10 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA ETF (Innovation 2000 Initative) ETF Start up Capitale di avviamento (Ex-Crea) Periodo Dal 2001 2001-2005 2001 (Secondo trimestre) - 2005 Organo FEI FEI Per conto di della Commissione europea FEI Per conto di della Commissione europea Incoraggiare l’investimento in PMI innovative e di responsabile Obiettivo INNOVATIVA Sviluppare il mercato nuova costituzione (meno di 5 anni) Incoraggiare l’investimento in PMI ad alto potenziale di del capital europeo crescita e di creazione di posti di lavoro, di ogni tipo di orientato allo sviluppo settore. regionale ed alle PMI high tech Beneficiario Operatori di venture Fondi di capitale di rischio (sono esclusi i fondi che Fondi di venture capital, incubatori d’imprese, qualsiasi capital investono in operazioni pre-IPO, MBO e organizzazione analoga. d’imprese, qualsiasi organizzazione analoga. MBI), incubatori d’imprese che hanno rapporti con istituti di ricerca e centri per l’innovazione, con operatori di venture capital e che mettono in rapporto PMI con laureati. La durata dell’investimento varia da 5 a 12 anni. Le spese ammissibili corrispondono ai membri dello staff, Vincoli ossia a investment manager con max 2 anni di esperienza nel settore, nuovi assunti successivamente all’invio della domanda di finanziamento. In ogni caso lo staff eleggibile deve essere sotto contratto per almeno 3 anni. L’erogazione del contributo è legata, tra l’altro, ad un determinato ammontare di investimenti contratti per ogni membro di staff eleggibile al finanziamento. Contributo Partecipazione tra i 2 Partecipazione FEI: normalmente del 25% ed in Contributo ai costi di gestione legati alle attività ammissibili: e i 12 ML€ (dipende casi eccezionali (nuovi incubatori che dalla dimensione del fondo). potenzialmente potrebbero rivestire un ruolo max 100.000€ per membro dello staff addizionale fino ad un max di 300.000€ a beneficiario (3 persone addizionali) catalizzatore) del 50% del capitale; il massimale o 5% del capitale stanziato per Seed Capital investment, ossia: è pari a 10ML€, e in casi eccezionali a 15ML€. Max 100.000€ (1 persona) se il capitale allocato è compreso Partecipazione pubblica: nelle aree OB. 1 e 2 tra 2 ML€ e 4 ML€; Max 200.000€ (2 persone) se il può arrivare fino al 70%; nelle aree diverse dalle capitale allocato è compreso tra 4 ML€ e 6 ML€; Max aree OB. 1 e 2 è max del 50%. 300.000€ (3 persone) se il capitale allocato è superiore a 6 Cumulabilità: la partecipazione del FEI è ML€. cumulabile con altre facility comunitarie Cumulabilità: il contributo ai costi di gestione concesso con tale comprese quelle del FEI purchè non superino il strumento non è cumulabile con altre facility comunitarie e/o 50% del capitale dell’incubatore. altri finanziamenti nazionali. Budget 1.500 ML€ 90 ML€ 50 ML€ Capacità 750 ML€ - - d’investi- (per un totale di 40 mento fondi) nell’anno 2001 prevista Legenda: Le indicazioni sulle risorse finanziarie sono attualmente in fase di discussione. Fonte: Decisione del Consiglio relativo al Programma pluriennale a favore delle imprese e dell’imprenditorialità, in particolare delle PMI, GUCE 333/84 del 29/12/2000; FEI, ETF Start-UP investment Policy Business Incubators; Seed Capital Action Giudelines; Indicazioni dei Servizi della DG Imprese della Commissione Europea. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 11 Capitolo 1 Le iniziative UE a favore del capitale di rischio Su 179 fondi in Europa, i fondi italiani (16, pari all’8,94% del numero totale) percepiscono l’11,31% (278,1 ml di euro) dei contributi totali stanziati dall’Unione Europea (2.458,3 ml di euro). L’Italia è il quarto maggior paese per numero di fondi e il terzo per contributi ricevuti dietro a Regno Unito (14,44%) e Francia (14,35%) e subito prima di Germania (10,8%). Le iniziative relative ai paesi pan-europei godono di ben 29 fondi che ricevono complessivamente 416,7 ml di euro pari al 16,95% dei contributi totali. Contributi comunitari a favore del capitale di rischio – cumulativo dal 1997 al 2003 Fondi Stato Austria Belgio Danimarca Est Europa Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Pan-Europen e Multi-Country Portogallo Spagna Svezia Paesi bassi Regno unito Totali Numero 5 5 4 6 8 29 18 1 7 16 2 29 3 13 7 4 22 179 % 2,79% 2,79% 2,23% 3,35% 4,47% 16,20% 10,06% 0,56% 3,91% 8,94% 1,12% 16,2% 1,68% 7,26% 3,91% 2,23% 12,29% 100% Contributi Totale contributi % 56,4 2,29% 32,9 1,34% 43,7 1,78% 57,0 3,05% 99,4 4,04% 352,7 14,35% 265,4 10,8% 20,0 0,81% 99,4 4,04% 278,1 11,31% 18,7 0,76% 416,7 16,95% 17,5 0,71% 208,4 8,48% 82,6 3,36% 36,3 1,48% 355,1 14,44% 2458,3 100% Fonte:Elaborazioni Finlombarda su dati FEI, Annual Investment Report 1998, 1999, 2000, 2001, 2002 Operatori beneficiari dei vari programmi per Stati membri – programmi dal 1997 al 2003 I paesi in cui sono sviluppate più iniziative finanziate dal FEI sono la Francia (29) e il Regno Unito (22). Molte sono inoltre le iniziative rivolte ai paesi pan-europei (29). Il portafoglio delle operazioni di venture capital ha continuato ad espandersi fino allo scorso anno (in cui il totale dello stock investito era pari a 2,45 miliardi di Euro). Con riferimento all’attività di investimento, secondo l’annual report 2002 pubblicato dal FEI, si può affermare che, rispetto alle statistiche ufficiali EVCA, il FEI ha finanziato il 15% del numero di PMI – early stage che hanno ricevuto investimenti in capitale di rischio dal 1997. 12 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA Stato EIB Australia Belgio Danimarca Est Europa Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Pan-European e Multi-Country Portogallo Spagna Svezia Paesi bassi Regno unito Totali 2 0 1 0 4 4 6 0 3 7 1 2 2 5 1 1 4 43 EIF mandato su EIB 2 2 2 6 0 11 6 1 2 5 0 17 0 6 5 1 9 75 EIF EIF&ETF ETF ETF 0 1 0 0 0 2 2 0 0 0 0 3 0 0 0 0 3 11 1 1 0 0 1 3 1 0 1 1 0 3 0 1 0 1 1 15 0 0 0 0 1 3 1 0 1 1 0 2 0 0 0 1 2 12 0 1 1 0 2 6 2 0 0 1 1 1 1 1 1 0 2 20 INNOVATIVA N.C. Seed capital Start up action 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 2 Totale 5 5 4 6 1 18 8 1 7 16 2 29 3 13 7 4 22 179 Note: EIB: dal 1989 fino al 2001 EIF su mandato EIB: dal 1997 fino al 2001 ETF: ETF1 (dal 1997 al 1999), ETF2 (dal 1999 al 2001); ETF Start UP: dal 1998 al 2000 e dal 2001 al 2005; SEED CAPITAL ACTION: da 2001 al 2005 “EIF&ETF” ricomprende quei fondi che hanno ottenuto finanziamenti sia EIF che ETF Fonte:Elaborazioni Finlombarda su dati FEI, Annual Investment Report 2002 Su 179 fondi in Europa, i fondi italiani (16, pari all’8,94% del numero totale) percepiscono l’11,31% (278,1 ml di euro) dei contributi totali stanziati dall’Unione Europea (2.458,3 ml di euro). L’Italia è il quarto maggior paese per numero di fondi e il terzo per contributi ricevuti dietro a Regno Unito (14,44%) e Francia (14,35%) e subito prima di Germania (10,8%). I paesi pan-europei godono di ben 29 fondi che ricevono complessivamente 416,7 ml di euro pari al 16,95% dei contributi totali. I 16 Fondi italiani, la cui dotazione finanziaria aggregata è pari a 1.192 ML€, si rivolgono a tutte le diverse fasi di crescita aziendale (early stage, start up, expansion and development, later stage) con investimenti medi che vanno da 1 a 10 anni. Di queste 16 iniziative, tre riguardano iniziative cofinanziate nell’ultimo biennio per un valore complessivo di 165 M€. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 13 Capitolo 1 TLCOM LP e Angelventures Servicio De Consultoria sono i Fondi di volume maggiore: essi infatti hanno una dimensione pari rispettivamente a 185 ML€ e 123 ML€. (M€) 1.600 16 fondi Incremento annuo 1.400 1.142 1.200 1.027 1.192 50,0 115,0 1.000 800 754 273,0 644,0 754 600 400 1.027 1.142 2002 Luglio 2003 200 0 14 110 110 110 1998 1999 2000 2001 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA Le iniziative FEI in Italia Fondo Gestore Kiwi Venture Partners Kiwi Management Investi- Dotazione Anno mento Fei Finanziaria di contri(ML€) (ML€) buzione 3,0 110 1998 Company Limited Arca Impresa Duemila Arca Impresa Asset Allocation Investimento medio (ML€) Early stage start up nei settori 0,2-5 TLC, Internet, media 32,8 104 2000 Gestioni SGR Expansion, tumaround, Buy out 2-5 nei settori industriale, servizi, senza particolare focus Dresdner Kleinwort Benson Fund Italia L.P. Dresdner Kleinwort 25,0 85 2000 Capital Advisory Expansio, MBO/MBI, 6-10 tumaround, nei settori manifatturiero, Ingegneria, logistica, largo consumo Euromobiliare VC Fund Euromobiliare 15,0 50 2000 (Fondo Raffaello) Corporate Finance IMI Risk Sharing n.d. 16,4 n.d. 2000 MB Venture capital MB Venture 40,0 100 2000 Fund I N.V. Capital SA MBO “high growth” nei n.d. settori TLC, Internet, estetica professionale n.d. n.d. Early “high growth” nei 1-5 global loan San Paolo IMI Private NHS seetoriICT e life sciences 24,9 120 2000 Equity Fund I, L.P. TelCom L.P. MBO/MBI e start up nei n.d. high tech, media, TLC TLcom Capital 20,0 185 2000 Partners TLD Early stage, expansion & n.d. development nei settori ICT e Internet technology Angelventures servicio AV Capital SA 16,4 123 2001 de consultoria Early stage nei settori TLC, n.d. Internet, wireless, media high tech Atheana Private Equity Fund Athena 15,0 n.d. 2001 5,0 50 2001 n.d. n.d. Start up capital, development 1-8 Consulting SA EonTech I Eontech Ventures SA capital e seed capital in ambito high tech e non Fineco Capital SCA Fineco Capital 10,0 n.d. 2001 “High Growth” nei settori n.d. meccanica, luxury, software, ICT, media, salute, almentare, tessile, turismo, tempo libero Quadrivio New Old Quadrivio SGR 10,0 100 2001 High tech 1-10 FPCR Mezzogiorno NHS Mezzogiorno 26,0 100 The golden mouse Banca Amer Value 5,0 15 2002 Early stage 0,25-10 2002 Early stage e start up in infra- n.d. Economy Fund Partnership Partners strutture di rete, servizi TLC, media e contenuti Interbanca investimenti Sud Totale Interbanca Gestioni 15,0 50 278,1 1192 2003 Later stage 2-5 - - Investimenti SGR 16 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 15 Capitolo 1 1.4 Le iniziative governative 1.4.1 L’evoluzione della normativa italiana nel settore del capitale di rischio Il panorama degli operatori italiani si è andato formando nell’arco degli ultimi dieci anni, a partire dal 1987 con la normativa che regolamentava le Società di Intermediazione Finanziaria (SIF o merchant bank di emanazione bancaria). Occorre attendere la L.344/1993 per l’istituzione dei fondi chiusi mobiliari di diritto italiano. Sempre nel 1993, vi è un altro cambiamento normativo significativo che introduce la possibilità per le banche di entrare nel capitale di rischio delle imprese, sostituendo e superando la delibera istitutiva delle SIF (il Testo Unico in materia bancaria e creditizia). Oggi il Private Equity italiano si presenta composto dai seguenti soggetti: finanziarie di partecipazione (società di venture capital e merchant bank); fondi chiusi di diritto italiano; operatori esteri (filiali di banche e advisor di fondi chiusi); banche; operatori pubblici. A. Regime fiscale applicabile ai proventi percepiti dal fondo Riferimenti normativi PDelibera del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio del 6.2.1987 Istituzione Società di Intermediazione Finanziaria (SIF) 1987 D.Lgs 58/1998 Testo Unico della Finanza (TUF) L. 344/1993 Istituzione fondi mobiliari chiusi D.Lgs 385/1993 Testo Unico Bancario 1993 L. D.Lgs 358/1997; D.Lgs 461/1997 (entrato in vigore il 1.7.98) Decreti “Visco” di riforma fiscale 1997 1998 1999 2001 L. Provvedimento Banca d’Italia 1.7.1998 L. 3Delibera Consob n. 11971 del 1991 Comunicazione Banca d’Italia 19.7.2001 Delibera Consob n. 11522 del 1998 Provvedimento Banca d’Italia 20.9.1999 Decreti del Ministero del Tesoro n. 468 e n. 469 del 1998 Provvedimento Banca d’Italia 24.12.1999 2003 Decreto del Ministero del Tesoro n. 47 del 2003 Provvedimenti attuativi del TUF in materia di SGR 16 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA 1.4.2 Le iniziative di capitale di rischio Incentivi al venture capital - Gli spin off Il concetto di spin off è stato introdotto nella legislazione riguardante il mondo della ricerca, sia universitaria sia degli enti pubblici di ricerca quali CNR, ENEA, ASI, dall'art.3 comma 1 punto b) della legge 297 del 27/7/1999 e l'art.11 del D.M.593 del 8/8/2000, relativo alle modalità procedurali di attuazione della legge stessa. Il D.M. 8.9.2000 n.593 determina, ai sensi del D.Lgs 27.7.1999 n.297, le modalità di intervento del MIUR (Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica) a sostegno dell'attività di ricerca industriale. In particolare, la misura agevolativa di cui all’art.11 del DM 593/2000 costituisce una delle più importanti novità introdotte dalla riforma degli incentivi alla ricerca in quanto permette di finanziare progetti di ricerca da svolgersi in società non ancora costituite, ma che si costituiranno per svolgere il progetto: viene introdotto nella legislazione nazionale riguardante il mondo della ricerca, sia universitaria sia degli enti pubblici di ricerca quali CNR, ENEA, ASI, il concetto di spin off. Con il termine spin-off si intende una società finalizzata all’utilizzazione economica dei risultati della ricerca universitaria, a favore della quale l’Università autorizzi la partecipazione del proprio personale di ruolo e non di ruolo. I soggetti fondatori dello spin-off possono essere docenti, ricercatori universitari, titolari di assegni di ricerca, di borse di studio post laurea e post dottorato, di borse universitarie, personale tecnico – amministrativo. Art. 11 DM n.593/2000 - Progetti autonomamente presentati per attività di ricerca proposte da costituende società: lo Spin off universitario 1. AMMINISTRAZIONI ED ENTI COINVOLTI NELLA ATTIVAZIONE E NELLA GESTIONE DELL’INTERVENTO Amministrazione responsabile Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica. Soggetti coinvolti - 2. BENEFICIARI Soggetti beneficiari Sono ammessi a godere dei benefici della presente misura:professori e ricercatori universitari; personale di ricerca dipendente dagli enti di ricerca; dottorandi di ricerca e titolari di assegni di ricerca. Tali soggetti possono presentare domande anche congiuntamente ad uno o più: università, enti di ricerca di cui all'articolo 8 del DPCM n. 593/1993 e successive modificazioni, ENEA, ASI; società di assicurazione, banche, intermediari finanziari, fondi mobiliari chiusi, società finanziarie per l'innovazione; uno o più imprese Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 17 Capitolo 1 industriali di produzione di beni o servizi, di trasporto per terra, per acqua o per aria o artigiane; centri di ricerca; parchi scientifici e tecnologici; consorzi e società consortili. In ogni caso i soggetti beneficiari sono ammissibili agli interventi solo nel caso in cui i relativi regolamenti universitari o degli enti di appartenenza ne abbiano disciplinato la procedura autorizzativa e il collocamento in aspettativa ovvero il mantenimento in servizio o nel corso di studio, e abbiano definito le questioni relative ai diritti di proprietà intellettuale nonché le limitazioni volte a prevenire i conflitti di interesse con le società costituite o da costituire. Le società costituende possono essere piccole, medie, grandi imprese, localizzate sull’intero territorio nazionale. 3. AGEVOLAZIONI Contributo a fondo perduto. Tipologia di agevolazione È riconosciuto un contributo nella spesa nel limite massimo di Intensità d’aiuto Aree di intervento 516.456,90 Euro (1 mld Lire) secondo le seguenti percentuali di intervento: 50% dei costi giudicati ammissibili riferibili alle attività di ricerca industriale; 25% dei costi giudicati ammissibili riferibili alle attività di sviluppo precompetitive. Al contributo fino ad un massimo del 25%, possono essere concesse ulteriori agevolazioni, secondo diverse percentuali, al verificarsi di determinate circostanze. 4. OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE Area d’intervento Attività di ricerca industriale intesa come "indagine critica mirante ad acquisire nuove conoscenze necessarie per la messa a punto di nuovi prodotti e processi produttivi o per conseguire un miglioramento degli stessi". Inoltre l'intervento di sostegno può estendersi anche a non preponderanti attività di sviluppo precompetitivo quali ad es. disegni o progetti relativi a prodotti e servizi nuovi, creazione di prototipi non idonei a fini commerciali, ecc. per l'espletamento delle quali venga costituita una società ad hoc. Spese ammissibili Sono considerati ammissibili, al netto di IVA, i seguenti costi: spese di personale (ricercatori, tecnici e altro personale ausiliario adibito all'attività di ricerca, dipendente dal soggetto proponente e/o in rapporto di collaborazione coordinata e continuativa). costo delle strumentazioni, attrezzature terreni e fabbricati, di nuovo acquisto da utilizzare per l'attività di ricerca detratto l'eventuale valore derivante dalla cessione a condi- 18 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA zioni commerciali ovvero dall'utilizzo a fini produttivi. costo dei servizi di consulenza e simili utilizzati per l'attività di ricerca, compresa l'acquisizione dei risultati di ricerche, di brevetti e know-how, di diritti di licenza, ecc. spese generali direttamente imputabili all'attività di ricerca, nella misura forfetizzata del 60% del costo del personale. altri costi d'esercizio direttamente imputabili all'attività di ricerca. Il progetto non è finanziabile se presenta quote di attività da commissionare al di fuori di Stati membri dell'Unione Europea superiori al 20% del costo totale, salva la accertata impossibilità, da parte del soggetto proponente, di reperire per la parte eccedente analoghe competenze in ambito comunitario. Criteri di ammissibilità e/o selezione Non è ammessa retroattività dei costi. 5. PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELL’AGEVOLAZIONE Riferimento giuridico Legge 17 Febbraio 1982, n.46 (G.U. Serie Generale n.57 del 27 Febbraio 1982); Legge 09 maggio 1989 n.168 (in GU n.108 11 maggio 1989); Dec.Leg. 31 marzo 1998 n.123 (in GU n.99 del 30 aprile 1998); Dec.Leg. 27 luglio 1999 n.297 (in GU n.201 del 27 agosto 1999). Circolare 29 dicembre 1999, n.760 (in GU S g. n.7 del 11 gennaio 2000); DM. 08 agosto 2000 n.593 (in GU n.10 del 18 gennaio 2001); Dec. 8 novembre 2001 (GU n. 296 del 21 dicembre 2001). Legislazione Nazionale Tempistica, procedure amministrative, tecniche finanziarie Presentazione La domanda di agevolazione e l'intera documentazione dovrà essere presentata al MIUR in 4 copie, di cui una firmata in originale unitamente a formale dichiarazione di impegno dei soggetti proponenti a costituire una società entro i tre mesi successivi alla eventuale selezione del progetto. Inoltre, i soggetti proponenti devono presentare una descrizione dettagliata del progetto di ricerca, unitamente alle informazioni relative al mercato di riferimento, nonché ad un piano di sviluppo e un piano finanziario della nuova società. Approvazione La Commissione di selezione dei progetti è composta da 5 esperti, scelti, nell'ambito dell'elenco di cui all'articolo 7, comma 1, del decreto legislativo n. 297/99, tra personalità di alta qualificazione Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 19 Capitolo 1 e comprovata esperienza nel settore finanziario, imprenditoriale, e di applicazione della ricerca industriale. La Commissione effettua una preselezione dei progetti valutando, in particolare: ruolo del soggetto proponente; prospettive economiche e di mercato del progetto; carattere innovativo del progetto; qualità tecnologiche e scientifiche del progetto; consistenza e qualità del gruppo. Erogazione Il MIUR, acquisito il parere del Comitato, emana un decreto in cui indica le forme e le misure dell'intervento. L'esecutività del decreto di concessione è subordinata alla attestazione della effettiva costituzione della società nei tre mesi successivi la data del decreto stesso. All'atto della stipula del contratto il soggetto contraente può richiedere una anticipazione fino ad un massimo del 30% dell'intervento concesso. L'importo è erogato dal MURST, per il tramite del soggetto convenzionato, nel modo seguente: anticipazione pari al 50% all'atto della stipula; versamento di una seconda quota, pari al 30%, dietro presentazione di spese sostenute pari almeno al doppio dell'anticipo; saldo del 20% alla verifica della conclusione del programma. Interventi ai sensi del D.L. 123/98 20 - Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA I regolamenti universitari per lo Spin off Tra le università che hanno posto in essere tale iniziativa figurano: Università degli studi di Milano, Tor Vergata, Camerino, Ferrara, Firenze, Genova, Milano Bicocca, Modena e Reggio Emilia, Pavia, Pisa, Siena, Torino, Bologna, Udine, Bari e Foggia, Cagliari, Palermo, Università della Calabria, Università del Sannio, Politecnico delle Marche, Politecnico di Torino, Politecnico di Bari, Istituto Nazionale per la Fisica della Materia (INFM). Regolamenti Spin-Off I regolamenti spin-off, di cui si è dotata la maggior parte delle Università italiane, favoriscono pertanto la costituzione di società di capitale (S.p.A. o S.r.l.), creando una distinzione tra due diverse tipologie di spin-off, gli spin-off accademici e gli spin-off universitari. La proprietà intellettuale dei risultati della ricerca eventualmente svolta dallo spin-off è di quest’ultima. All’Università spetta la licenza gratuita e perpetua, senza diritto di sublicenza. Nei casi in cui l’Università abbia al suo interno una struttura dedicata all’incubazione degli spin-off, i regolamenti prevedono un tempo massimo di permanenza all’interno della stessa non superiore ai 3 anni, periodo che può essere prorogato dal Consiglio di Amministrazione solo per motivi di convenienza e opportunità. Al fine di evitare che si verifichino situazioni di conflitto di interessi non deve sussistere concorrenza tra l’attività di formazione, ricerca e consulenza della struttura e l’attività oggetto di impresa dello spin-off. Spin-Off accademici Gli spin-off accademici hanno come scopo l’utilizzazione imprenditoriale, in contesti innovativi, dei risultati della ricerca attuata al suo interno e lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi che da questa scaturiscono. In tale ambito, l’Università non partecipa nel capitale di rischio della società neo costituita ma si limita a rendere disponibili risorse e/o servizi per facilitarne l’avvio e il primo sviluppo. Spin-Off universitari Per spin–off universitari si intende, invece, quelle società alla quale l’Università partecipa come socio con una quota massima del 10% del capitale, anche attraverso il conferimento di beni in natura. La procedura di costituzione dello spin-off prevede una fase preliminare nell’ambito della quale viene effettuato lo studio di fattibilità dell’iniziativa e una fase di attivazione. Fase preliminare Studio di fattibilità Fase di attivazione Presentazione dell’idea imprenditoriale al dipartimento/struttura Valutazione dell’idea da parte della Commissione/Comitato Spin-off valuta l’idea Studio del nuovo prodotto/servizio che si intende realizzare; studio di mercato; studio del processo per la fabbricazione/erogazione del servizio; studio dei servizi accessori; Redazione del business plan. Autorizzazione da parte del Consiglio di Amministrazione al Dipartimento o all’Ente per la concessione dei locali e per la riscossione del corrispettivo e deliberazione della partecipazione al capitale dello spin-off Formalizzazione dello spin-off mediante la costituzione di una nuova società Firma del contratto tra il Dipartimento ospitante e lo spin-off relativo alla concessione degli spazi, delle attrezzature e all’utilizzo del personale universitario Incentivi al venture capital – Provvedimenti attuativi della Legge Finanziaria n. 388/2000 Art. 103 L.388/2000 - Promozione e assistenza tecnica per l’avvio di imprese innovative La legge n. 388/2000 istituisce con l’art. 103, relativo all’utilizzo dei proventi derivanti dalle licenze UMTS, un fondo destinato al finanziamento della ricerca scientifica nel quadro del Programma nazionale della ricerca e per interventi con riferimento al settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (ICT). Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 21 Capitolo 1 Con il DM del 2 maggio 2001 viene indetto un bando per la selezione di progetti per interventi di promozione e assistenza tecnica per l’avvio di imprese innovative, in particolare nel campo delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni, in attuazione dell’art. 103 della Legge Finanziaria n. 388/2000. Tali progetti devono essere promossi da Università ed enti di ricerca. Tale provvedimento costituisce un’azione di sostegno al cosiddetto venture capital puro, indispensabile per stimolare la crescita dell’economia attraverso la creazione di nuove imprese competitive, profittevoli ed efficienti. Ancora ridotta è, infatti, ad oggi, nel nostro Paese, la quota di capitale di rischio dedicata allo sfruttamento, attraverso la loro trasformazione in progetti imprenditoriali, dei risultati di attività di ricerca. Il motivo di tale atteggiamento, comune anche ad altri Paesi, è riconducibile a fattori di diversa natura. Innanzitutto alla modesta propensione al rischio della maggior parte degli investitori, ma anche alla mancanza di un’adeguata cultura di mercato, in particolare nei confronti di nuove imprese ad elevato contenuto tecnologico. Uno dei principali interventi in questo segmento del mercato è stata l’approvazione del Provvedimento di Banca d’Italia del 19.07.2001, che ammette una deroga al capitale minimo richiesto per la costituzione di SGR finalizzate alla gestione di piccoli fondi chiusi per la ricerca (max. 25 milioni di Euro), che siano promosse da università, centri di ricerca ed enti territoriali. Rendendo più agevole la costituzione di SGR per la gestione di fondi per la ricerca si sono create le premesse per la valorizzazione in chiave d’impresa dell’innovazione tecnologica attraverso lo strumento del fondo chiuso di venture capital. 1. AMMINISTRAZIONI ED ENTI COINVOLTI NELLA ATTIVAZIONE E NELLA GESTIONE DELL’INTERVENTO Amministrazione responsabile Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato. Soggetti coinvolti Valutazione È istituita un’apposita Commissione per la selezione dei progetti, della quale fanno parte anche due esperti designati dal Ministero dell’Industria. 2. BENEFICIARI Soggetti beneficiari 22 Università, enti di ricerca e organismi da essi promossi e comunque partecipati dai medesimi soggetti in misura complessiva non inferiore al 25%; la partecipazione di soggetti diversi dalle Università ed enti di ricerca deve risultare funzionale per il raggiungimento degli obiettivi del progetto. I progetti possono essere presentati da società costituite sulla base dell’art. 2, comma 1 lett. e) num. 1 del D.Lgs 27 luglio 1999, n. 297, nelle quali detengano partecipazioni docenti o ricercatori ed enti pubblici di ricerca. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA Soggetti destinatari finali INNOVATIVA I destinatari finali sono indicati con riferimento a ciascuna azione componente il progetto, precisando l’ambito territoriale di riferimento. Qualora i destinatari delle azioni previste dal progetto siano imprese, le stesse devono essere rivolte esclusivamente a piccole imprese. Il costo di concessione di aiuti diretti alle imprese non può superare il 30% del costo totale del progetto. 3. AGEVOLAZIONI Tipologia di agevolazione Contributo a fondo perduto. - Intensità d’aiuto 4. OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE Aree di intervento Progetti per interventi di promozione e assistenza tecnica per l’avvio di imprese innovative, in particolare, nel campo delle tecnologie informatiche e delle telecomunicazioni. I progetti di promozione e assistenza tecnica si riferiscono alla realizzazione di interventi relativi alle seguenti azioni: studi di fattibilità tecnica, economica, finanziaria; realizzazione di infrastrutture, con esclusione delle opere murarie; assistenza, anche finanziaria, alla fase organizzativa e di avvio dell’impresa; valutazione tecnologica dei progetti; formazione per le nuove tecnologie, anche con riferimento a quelle dedicate ai formatori. Spese ammissibili Le spese ammissibili ed il periodo di ammissibilità sono da indicare con riferimento alle singole azioni previste nel progetto presentato dai soggetti proponenti. Criteri di ammissibilità e/o selezione I progetti vengono ammessi a finanziamento secondo una graduatoria, in ordine decrescente sino a concorrenza delle risorse disponibili, in base a punteggi attribuiti in funzione di: la qualità del progetto (massimo 30 punti), in termini di innovatività, di partecipazione finanziaria del soggetto beneficiario, di interventi volti a realizzare risultati di ricerche; le caratteristiche del proponente (massimo 50 punti) in termini di struttura organizzativa, di figure professionali coinvolte, di esperienza nel settore di intervento, di numero di università e degli enti di ricerca coinvolti; l’impatto sui destinatari (massimo 20 punti) in termini di campo di operatività dei destinatari finali, e di operatività territoriale degli stessi. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 23 Capitolo 1 5. PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELL’AGEVOLAZIONE Riferimento giuridico Norma istitutiva: Legge 23.12.2000, n. 388, art. 103; Norma attuativa: Decreto del Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato del 2 maggio 2001 Legislazione Nazionale entro 120 giorni successivi dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto, i soggetti proponenti possono presentare domanda. i progetti dovranno riportare, per ogni azione prevista, la descrizione dell’azione, i destinatari, le modalità di attuazione e realizzazione delle azioni, i tempi di attuazione (la durata non può essere inferiore a tre anni e superiore a cinque anni), il costo di ciascuna azione e il costo complessivo del progetto, ripartiti per anno e con l’indicazione delle risorse dei destinatari, di quelle pubbliche e di quelle eventuali del soggetto proponente. ai fini dell’attuazione del progetto, può essere richiesto al soggetto beneficiario di fornire adeguate garanzie anche attraverso il ricorso ad apposita garanzia fideiussoria. i destinatari dell’azione devono contribuire con risorse proprie alla realizzazione dei singoli interventi, in particolare qualora trattasi di imprese. Nell’ambito di ciascun progetto, il costo delle attività di progettazione, gestione e monitoraggio del progetto medesimo non può superare il 5% del costo totale. l’erogazione del contributo avviene tramite acconto (pari al 15% degli stanziamenti), pagamenti intermedi entro 30 giorni dalla ricezione di domande di pagamento predisposte dal soggetto beneficiario con riferimento a spese effettivamente sostenute e documentate (sino al concorso massimo del 95% delle risorse stanziate) e saldo. Tempistica, procedure amministrative, tecniche finanziarie Interventi ai sensi del D.L. 123/98 24 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA Incentivi al venture capital – Provvedimenti attuativi della Legge Finanziaria n. 388/2000 Art. 106 L. 388/2000 - Anticipazioni finanziarie per la capitalizzazione di nuove imprese e di PMI delle aree svantaggiate L’art.106 della legge n. 388/2000, relativo alla promozione e allo sviluppo di nuove imprese innovative, estende gli interventi del Fondo di cui all’art. 14 della L. 46/82 al finanziamento dei programmi di investimento per la nascita e il consolidamento delle imprese operanti in comparti di attività ad elevato impatto tecnologico, e delle iniziative di promozione ed assistenza tecnica svolte da organismi qualificati per favorire l'avvio. La direttiva successiva, del Ministero delle Attività Produttive del 3 febbraio 2003, che attua tale disposizione, introduce due misure di incentivo al venture capital, stabilendone le modalità di gestione: la prima (artt.2-5 della Direttiva) è finalizzata a favorire l’accesso al capitale di rischio di PMI delle aree svantaggiate e di nuove imprese mediante la concessione di anticipazioni finanziarie pubbliche a banche e intermediari finanziari finalizzate alla acquisizione di partecipazioni temporanee e di minoranza. la seconda misura (artt. 7-11) riguarda l’incentivazione di programmi di investimento per la nascita ed il consolidamento delle imprese operanti in comparti di attività ad elevato impatto tecnologico. Il primo intervento è giustificato dalla considerazione che il mercato italiano è caratterizzato da scarsa omogeneità, a livello territoriale, dell’offerta di capitale di rischio se si pensa che, dai dati relativi al 2002, risulta che l’ammontare investito è confluito per l’87% verso il Nord del Paese, per il 12% verso il Centro e per solo l’1% verso il Sud. Anche la distribuzione a livello regionale presenta notevoli disomogeneità. Un ulteriore equity gap su cui si focalizza la misura è quello del finanziamento delle nuove imprese (con meno di tre anni di vita), innovative. I principali fattori che disincentivano gli investitori a intervenire in questo tipo di iniziative derivano dal fatto che le imprese di minori dimensioni e senza una “storia quantitativa” di medio periodo, a volte non garantiscono efficienti sistemi di comunicazione dei risultati e delle variabili economico-finanziarie dell’azienda, da cui nasce un problema di trasparenza. Inoltre, gli elevati costi di due diligence causano una diminuzione del rendimento dell’investimento tale da renderlo non conveniente e gli investimenti in questo tipo di aziende spesso presentano difficoltà in fase di exit. La misura cerca quindi di incentivare alcune tipologie di intermediari, che sono operatori qualificati dell’attività di investimento in capitale di rischio, ad investire in iniziative caratterizzate da alto rischio. Gli stessi intermediari potranno accedere all’agevolazione se preventivamente accreditati dal Ministero delle Attività Produttive. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 25 Capitolo 1 Art. 106 L. 388/00 – 1ª Misura - Iniziative di promozione e assistenza tecnica per favorire l’avvio delle imprese operanti in comparti di attività ad elevato impatto tecnologico 1. AMMINISTRAZIONI ED ENTI COINVOLTI NELLA ATTIVAZIONE E NELLA GESTIONE DELL’INTERVENTO Amministrazione responsabile Ministero delle Attività Produttive Soggetti coinvolti Soggetto gestore Gli adempimenti amministrativi relativi alla concessione ed erogazione delle anticipazioni sono affidati a MCC SpA. È prevista inoltre la costituzione di un Comitato che assuma le deliberazioni degli interventi da attuare, composto da due rappresentati del Ministero delle Attività produttive, da un dirigente del Ministero dell’Economia e delle Finanze e da un rappresentante delle regioni designato dalla Conferenza Stato-Regioni. 2. BENEFICIARI Soggetti beneficiari Banche, intermediari finanziari e società finanziarie per l’innovazione e lo sviluppo di cui all’art. 2, comma 3 della L. 317/91. Soggetti destinatari finali Imprese, sotto forma di società di capitali, anche in forma cooperativa, nonché le società consortili di cui all’art. 2615-ter c.c. sempre che costituite sotto forma di società di capitali, economicamente e finanziariamente sane. Le imprese destinatarie possono essere nuove imprese (costituite da non oltre tre anni) localizzate sull’intero territorio nazionale, ovvero piccole e medie imprese, così come definite nell’allegato 1 al Regolamento (CE) n. 70/2001 della Commissione del 12 gennaio 2001 relativo alla applicazione della normativa sugli aiuti di stato a favore delle PMI, localizzate nelle aree Obiettivo 1 e 2. 3. AGEVOLAZIONE Tipologia di agevolazione 26 Anticipazioni finanziarie, concesse ai soggetti intermediari accreditati, da utilizzare per l’acquisizione temporanea di partecipazioni di minoranza nel capitale di imprese (soggetti destinatari). Le azioni o quote sottoscritte devono essere di nuova emissione e rappresentare almeno il 20% del capitale sociale. La durata della partecipazione è pari a massimo 7 anni. Le anticipazioni sono concesse in misura del 50% del valore della partecipazione da acquisire e comunque per un importo non superiore a 2,06 milioni di euro per singola iniziativa. Per la quota non coperta dall’anticipazione, le partecipazioni nel capitale delle PMI possono essere assistite dalla garanzia del fondo Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA Intensità d’aiuto INNOVATIVA centrale di cui alla legge 662/96. Le anticipazioni sono concesse per il finanziamento di progetti di sviluppo di imprese proponenti. - 4. OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE Area di intervento Progetti di sviluppo innovativi e ad elevato impatto tecnologico; progetti di sviluppo di prodotti e servizi nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) comprese applicazioni di rete, software innovativo, sviluppo di contenuti multimediali e formazione interattiva a distanza. Spese ammissibili - Criteri di ammissibilità e/o selezione I soggetti beneficiari devono risultare accreditati dal Ministero delle Attività Produttive. Ai fini dell’ammissibilità degli interventi, i progetti di sviluppo delle imprese devono risultare innovativi e ad elevato impatto tecnologico; tale valutazione terrà conto anche di specifiche collaborazioni con Università e centri di ricerca, dell’elevata specializzazione e qualificazione del personale 5. PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELL’AGEVOLAZIONE Riferimento giuridico Norma istitutiva: Legge 23.12.2000, n. 388, art. 106; L. 12.12.2002 n. 273; Norme attuative: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28.3.2001, Direttiva MAP 3.2.2003 Legislazione Nazionale Tempistica, procedure amministrative, tecniche finanziarie A) Criteri di accreditamento degli intermediari finanziari Attualmente in corso di definizione, i criteri di accreditamento saranno individuati con decreto del Ministro delle Attività Produttive con riferimento alle esperienze e alla professionalità della struttura operativa degli intermediari. B) Richieste di concessione delle anticipazioni Le richieste devono essere inoltrate a MCC in forma scritta, sull’apposito modulo di richiesta dell’anticipazione, o su versione conforme, sottoscritto dal legale rappresentante del soggetto accreditato o da un suo delegato, compilato in ogni sua parte e completo della documentazione in esso indicata, unitamente alla copia di un documento di identità della persona che ha sottoscritto la richiesta. Relativamente ai soli programmi di sviluppo, i soggetti accreditati devono allegare alla richiesta di anticipazione apposita relazione tecnica attestante l’innovatività e l’elevato Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 27 Capitolo 1 impatto tecnologico del programma di sviluppo. C) Richieste di garanzia del fondo di garanzia per le PMI I soggetti accreditati possono richiedere, qualora ne sussistano i requisiti, l’intervento del Fondo di garanzia per le PMI di cui alla Legge 662/96, gestito da MCC, sulla quota della partecipazione non coperta dall’anticipazione. D) Erogazione delle anticipazioni I soggetti accreditati, una volta ricevuta la comunicazione di concessione dell’anticipazione, inviano al Gestore, entro il termine di 6 mesi dalla delibera di concessione, la richiesta di erogazione redatta sull’apposito modulo, o su versione conforme. Il Gestore eroga l’anticipazione ai soggetti accreditati entro il termine di 1 mese dalla data di arrivo al Gestore della richiesta di erogazione. I soggetti accreditati devono versare all’impresa un importo pari esattamente al doppio dell’anticipazione erogata non oltre il termine, perentorio ed improrogabile, di 1 mese dalla data di erogazione dell’anticipazione. Interventi ai sensi del D.L. 123/98 Art. 106 L. 388/00 – 2ª Misura - Iniziative di promozione e assistenza tecnica per favorire l’avvio delle imprese operanti in comparti di attività ad elevato impatto tecnologico 1. AMMINISTRAZIONI ED ENTI COINVOLTI NELLA ATTIVAZIONE E NELLA GESTIONE DELL’INTERVENTO Amministrazione responsabile Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato. Soggetti coinvolti Valutazione È istituita un’apposita Commissione per la selezione dei progetti, della quale fanno parte anche due esperti designati dal Ministero dell’Industria. 2. BENEFICIARI Soggetti beneficiari 28 Università, enti pubblici di ricerca e organismi da essi promossi e comunque partecipati dai medesimi soggetti in misura complessiva non inferiore al 25%; la partecipazione di soggetti diversi dalle Università ed enti pubblici di ricerca deve risultare funzionale per il raggiungimento degli obiettivi del progetto. I progetti possono essere presentati da società costituite sulla base dell’art. 2, comma Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA 1 lett.e) num. 1 del D. Lgs 27 luglio 1999, n. 297, nelle quali detengano partecipazioni docenti o ricercatori ed enti pubblici di ricerca. Soggetti destinatari finali I destinatari finali sono indicati con riferimento a ciascuna azione componente il progetto, precisando l’ambito territoriale di riferimento. Qualora i destinatari delle azioni previste dal progetto siano imprese, le stesse devono essere rivolte esclusivamente a piccole imprese e rispettare le disposizioni dei Regolamenti comunitari sugli Aiuti di Stato alle PMI (Reg. 70/2001), alla formazione (reg. 68/2001) e di importanza minore, cosiddetti aiuti in de minimis (Reg. 69/2001). 3. AGEVOLAZIONE Tipologia di agevolazione Contributo a fondo perduto. Intensità d’aiuto - 4. OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE Aree di intervento Progetti per interventi di promozione e assistenza tecnica per l’avvio di imprese operanti in comparti di attività ad elevato impatto tecnologico. Gli interventi di promozione e di assistenza tecnica si riferiscono alla realizzazione di progetti relativi alle seguenti azioni: studi di fattibilità tecnica, economica, finanziaria; realizzazione di infrastrutture, con esclusione delle opere murarie; assistenza, anche finanziaria, alla fase organizzativa e di avvio dell’impresa; valutazione tecnologica dei progetti; formazione per le nuove tecnologie, anche con riferimento a quelle dedicate ai formatori. Spese ammissibili Le spese ammissibili ed il periodo di ammissibilità sono da indicare con riferimento alle singole azioni previste nel progetto presentato dai soggetti proponenti. Criteri di ammissibilità e/o selezione I progetti vengono ammessi a finanziamento secondo una specifica graduatoria in base alla somma dei punteggi attribuiti a criteri preventivamente individuati in uno o più bandi annuali. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 29 Capitolo 1 5. PROCEDURE PER L’ATTUAZIONE DELL’AGEVOLAZIONE Riferimento giuridico Norma istitutiva: Legge 23.12.2000, n. 388, art. 106 Norme attuative: Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 marzo 2001, Direttiva MAP 3.2.2003 Ai fini dell’attuazione, il MAP indice uno o più bandi annuali per la selezione dei progetti. Legislazione Nazionale Il Ministero delle Attività Produttive può indire uno o più bandi annuali per la selezione dei progetti, nei quali saranno fissate le soglie minime e massime alla dimensione finanziaria dei progetti e i criteri di selezione dei progetti. I rapporti tra Ministero delle Attività Produttive e soggetti attuatori (soggetti beneficiari) dovranno essere regolati da apposita convenzione che definirà tutti gli aspetti relativi alla gestione del progetto da parte del soggetto attuatore. I progetti dovranno riportare, per ogni azione prevista, la descrizione dell’azione, i destinatari, le modalità di attuazione e realizzazione delle azioni, i tempi di attuazione (la durata non può essere inferiore a tre anni e superiore a cinque anni), il costo di ciascuna azione e il costo complessivo del progetto, ripartiti per anno e con l’indicazione delle risorse dei destinatari, di quelle pubbliche e di quelle eventuali del soggetto proponente. Ai fini dell’attuazione del progetto, può essere richiesto al soggetto beneficiario di fornire adeguate garanzie anche attraverso il ricorso ad apposita garanzia fideiussoria. I destinatari dell’azione devono contribuire con risorse proprie alla realizzazione dei singoli interventi, in particolare qualora trattasi di imprese. Nell’ambito di ciascun progetto, il costo delle attività di progettazione, gestione e monitoraggio del progetto medesimo non può superare il 5% del costo totale. L’erogazione del contributo avviene tramite acconto (pari al 15% degli stanziamenti), pagamenti intermedi entro 30 giorni dalla ricezione di domande di pagamento predisposte dal soggetto beneficiario con riferimento a spese effettivamente sostenute e documentate (sino al concorso massimo del 95% delle risorse stanziate) e saldo. Tempistica, procedure amministrative, tecniche finanziarie Interventi ai sensi del D.L. 123/98 30 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA 1.5 Iniziative di Finanza Innovativa nell’ambito dei Fondi Strutturali2 La Finanza Innovativa nei Fondi Strutturali I nuovi regolamenti dei Fondi strutturali sottolineano la necessità di potenziare l’effetto moltiplicatore delle iniziative finanziarie con le risorse comunitarie, favorendo il massimo ricorso possibile a fonti di finanziamento private, soprattutto in termini di capitale di rischio, allo scopo di aumentare le risorse disponibili per investimenti e assicurare al tempo stesso che l’esperienza del settore privato influisca sui metodi di gestione dei programmi. Per quanto attiene le misure nel capitale di rischio, gli stati membri vengono incoraggiati a prestare particolare attenzione ai seguenti aspetti: controllo dei risultati, per valutare con maggiore precisione il contributo offerto dai programmi di ingegneria finanziaria allo sviluppo regionale; partecipazione del settore privato, per garantire la sostenibilità dei progetti; gestione da parte di professionisti indipendenti, dotati di autonomia per le decisioni correnti; adozione di criteri rigorosi per la selezione dei progetti, rispondenti agli obiettivi di sviluppo regionale; assistenza finanziaria abbinata alla consulenza e ai diversi strumenti finanziari forniti alle PMI; In certi casi può essere richiesto l’intervento del FEI. Nel mese di maggio 2003, la Commissione Europea ha concordato una serie di misure di applicazione immediata volte a garantire la semplificazione e il coordinamento della gestione dei Fondi strutturali. Per quanto riguarda le aree obiettivo 2, la misura riguarda complessivamente il 18% della popolazione europea e, in Italia, diverse aree ammissibili in Regioni del centronord: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto. Ogni Regione elabora quindi un Documento Unico di Programmazione (DocUP) che contiene le strategie, gli obiettivi specifici e gli interventi da realizzare nelle aree ammissibili e il relativo piano di finanziamento. La Commissione Europea esamina e approva con una specifica decisione ogni DocUP. Dopo l'adozione della decisione comunitaria ciascuna Regione avvia le procedure per la realizzazione degli interventi previsti. Relativamente alle aree obiettivo 1, ogni Regione elabora un Programma Operativo Regionale (POR), anch’esso sottoposto al vincolo di approvazione da parte della Commissione Europea. Iniziative di Finanza Innovativa nell’ambito dei Fondi Strutturali negli Stati Membri dell’UE Il Regolamento dei Fondi strutturali per il 2000-2006 pone maggiore enfasi sull’uso degli strumenti del capitale di rischio rispetto alla tradizionale sovvenzione. Le norme consentono agli Stati membri di elargire un ulteriore 10% di assistenza alle PMI per quelle porzioni di progetto di investimento finanziate in modo diverso dalla sovvenzione. Il co-finanziamento del FESR sul capitale di rischio è raddoppiato, passando dai 570 ML€ del periodo 1994-1999 ai circa 1.200 ML€ del periodo in corso. La spesa attuale al momento è di circa 3.300 ML€, proveniente per il 35% da fonti dell’UE, per il 25% da fonti nazionali e per il 40% da fonti private. 2 I risultati presentati nei paragrafi 1.5-1.6-1.7-1.8 sono il frutto di una ricognizione effettuata con dati aggiornati al 2003. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 31 Capitolo 1 Spese stimate per il finanziamento del capitale di rischio nei programmi dei fondi strutturali (2000-2006) - ML € Paese Austria Belgio Danimarca Germania Spagna Finlandia Francia Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Paesi bassi Portogallo Svezia Regno unito Transnazionale Totale Percentuale UE 0,2 35,5 0,0 54,9 230,1 5,5 94,4 103,5 0,0 71,3 0,0 24,4 274,6 0,0 267,2 2,3 1.163,9 35,4 Nazionale 0,2 35,7 0,0 49,8 100,3 8,4 165,8 50,1 0,0 80,2 0,0 38,2 92,9 0,0 187,8 0,8 810,2 24,6 Privato 1,1 1,4 0,0 3,2 0,0 6,5 216,1 39,7 0,0 278,1 0,0 43,1 691,2 0,0 168,6 0,4 1.318,0 40,0 Totale 1,5 72,6 0,0 107,9 330,4 20,4 476,3 193,3 0,0 11,31% 0,0 105,7 1.058,7 0,0 455,0 3,5 3.292,1 100% Fonte: Commissione europea, Misure notificate dagli Stati membri a luglio 2002. Banca dati SFC: codici 155, 165, 1304 Valore dei cicli di programmazione 1994-1999 e 2000-2006 in Italia Dall’analisi dei dati relativi alle risorse stanziate dall’UE contenute nei cicli di programmazione dei Fondi Strutturali emerge l’enorme differenza in valore assoluto che esiste tra le risorse destinate alle aree Obiettivo 1 e quelle alle aree Obiettivo 2. Gli stanziamenti totali sono passati da 144,51 ML€ per il periodo 1994-1999 a 533,93 ML€ per il settennio attualmente in corso. Relativamente a quest’ultimo periodo la quota destinata alle aree Obiettivo 1 è pari a 353.36ML€ (66% del totale). Le iniziative in corso di attuazione Obiettivo 2 Obiettivo 1 533,93Ml€ 180,57 144,51Ml€ 6,70 353,36 137,81 1994-1999 (OB1) / 1997-1999 (OB2) 2000-2006 Fonte: Documenti di Programmazione della Spesa a valere sui fondi comunitari 1994-1999 e 2000-2006 32 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA Finanza innovativa nell’Obiettivo 1: i cicli di programmazione 1994-1999 e 2000-2006 Misura d’intervento Regione 1994-1999 Molise Gestore Sato di attuazione iniziativa capitale rischio 54,14 64,48 67,05 53,19 PMI Regione Molise - Calabria Partecipazione in di cosituzione di nuove imprese misura 2.2. Cosituzione fondo di garanzia, capitale di rischio e prestito partecipativo - misura 2.2 44,00 73,33 26,65 n.d. PMI Regione Molise - TOTALE N.2 89,14 137,81 93,7 53,19 72,3 72,3 PMI Regione Campania - 30,0 30,0 PMI - 30,0 30,0 PMI 64,0 184,18 PMI 30,0 30,0 PMI Regione Campania sogg. selezionati con procedura a evidenza pubblica Regione Molise e ministero dell’industria Soggetti istituzionali abiliati dalla regione Banche di interesse regionale, società finanziarie 30,0 30,0 PMI 230,43 353,36 Campania Azione 4.2.G - Azione di ingegneria finanziaria per favorire l’accesso al credito da parte delle PMI Calabria Azione 4.2.E - Servizi di ingegneria finanziaria alle imprese* 2000-2006 Risorse Investi- Stato attuazione al Finanz. menti 30/06/00 (ML€) Benepubblico (ML€) ficiari (ML€) Impegni Pagamenti Molise Submisura 4.1.5 Capitale di rischio* Puglia Misura 2.2 - sistemi finanziari e di consulenza per lo sviluppo e la creazione di imprese Sardegna Azioni 4.1.D - Fondi per la capitalizzazione delle PMI azione 4.3.C - Fondi di seed capital per l’avviamento di nuove imprese Basilicata Misura 4.7 - Strumenti di finanza innovativa TOTALE N.6 Bur N. 118 del 19/09/02 - Banche e società finanziarie di interesse regionale, Legenda: * = il valore delle azioni contrassegnate con questo simbolo, non essendo disponibile il dato ufficiale, è assunto pari a 30 ML€ Fonte: Documenti di Programmazione della Spesa a valere sui fondi comunitari 1994-1999 e 2000-2006 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 33 Capitolo 1 Finanza innovativa nell’Obiettivo 2: i cicli di programmazione 1997-1999 e 2000-2006 Regione Misura d’intervento Misura 1.8 - Fondo capitale di rischio per le PMI Piemonte Cosituzione fondo di capitale di rischio Toscana Cosituzione fondo di capitale di rischio 1997-1999 Umbria TOTALE N.3 2000-2006 Emilia Misura 1.5 - Sostegno allo Romagna start up di imprese innovative - costituzione di un fondo di capitale rischio FriuliMisura 2.2 - Servizi Venezia finanziari per il rafforzaGiulia mento del capitale sociale - costituzione di 2 fondi di partecipazione in capitale di rischio Lazio Misura 4.2 - strumenti finanziari per l’innovazione - costituzione di un fondo di capitale di rischio per i processi di innovazione Marche Misura 1.2 - Servizi di ingegneria finanziaria Toscana Misura 1.2 - Ingegneria finanziaria creazione di imprese Umbria Misura 1.2 - Servizi finanziaria alle imprese - Costituzione fondo per investimenti in capitale di rischio Lombardia Misura 1.4 - Interventi di ingegneria finanziaria Liguria Misura 1.3 - Servizi di ingegneria finanziaria TOTALE N.8 Risorse Investi- Stato attuazione al Finanz. menti 30/06/00 (ML€) Benepubblico (ML€) ficiari (ML€) Impegni Pagamenti 2,1 4,2 4,56 3,51 PMI n.d. n.d. n.d. n.d. 2,0 2,5 2,1 2,1 6,6 5,61 Gestore Sato di attuazione iniziativa capitale rischio - PMI Nuova Fin SpA Capitale sviluppo SpA - PMI Fidi toscana - - 4,1 6,7 10,53 10,53 PMI Sogg. (SGR) Selezionato tramite bando Bur N. 127 del 27/08/03 5,66 5,66 PMI Soggetti abilitati tramite bando Agemont SpA - 27,98 50,27 PMI Filas SpA e ministero 11,36 16,53 PMI Sogg. abilitati tramite bando 17,99 25,71 PMI Sogg. abilitati tramite bando Bando per le domando di ammissioni dei sogg. beneficiari pubblicato il 10/05/02 Bur N. 23 del 20/08/02 Bur N. 94 del 26/08/02 - 21,5 32,78 9,91 9,91 PMI 20,43 29,19 PMI 125,36 180,57 Sogg. abilitati tramite bando 0,0 - Ente individuato dalla regione Soggetto individu- ato dalla regione 0,0 Fonte: Documenti di Programmazione della Spesa a valere sui fondi comunitari 1994-1999 e 2000-2006 34 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA Attuazione delle iniziative ex FESR Si analizzano ora quelle iniziative che, attraverso le pubblicazioni di bandi relativi alle submisure o alle azioni corrispondenti, sono oltre la fase di programmazione e possono essere ritenute “in fase di attuazione”. In particolare: Puglia: l’Azione C) della Misura 4.19 della Regione Puglia, che consiste nella creazione di un “Fondo” con il quale finanziare, in ragione del 50%, gli investitori istituzionali privati interessati ad acquisire partecipazioni di minoranza (non superiori al 30%) di piccole e medie imprese, è in fase di attuazione tramite la pubblicazione del relativo bando del 19/9/2002; Marche: la submisura 1.2.2 “Miglioramento dell’accesso delle PMI al capitale di rischio” (tesa a migliorare l’accesso delle PMI al capitale di rischio finalizzato ad operazioni per lo sviluppo e il consolidamento organizzativo quali processi di ricambio generazionale, start-up e early stage, finanziamento progetti di ricerca e programmi innovativi) è in fase di attuazione tramite la pubblicazione del relativo bando pubblicato il 26/08/2002; Emilia-Romagna: La misura 1.5 consiste nella partecipazione alla costituzione di un fondo di capitale di rischio a compartecipazione privata, finalizzato a sostenere l'avvio e lo sviluppo di progetti di imprese derivanti da spin-off accademici e di ricerca, o riferiti comunque ad attività di carattere innovativo, attraverso l'acquisizione di quote di minoranza del capitale sociale di piccole e medie imprese. Il bando pubblicato 27/08/2003 ha il fine di selezionare il soggetto attuatore; Campania: Nell’ambito della Misura 4.2 “Sostegno allo sviluppo produttivo del tessuto imprenditoriale regionale”, l’Azione g) prevede la costituzione di un Fondo Mobiliare Chiuso volto al sostegno di progetti ed iniziative innovativi intraprese da PMI; Una iniziativa ha terminato la fase di attuazione e risulta operativa: Lazio: Nell’ambito della Misura IV.2 “Strumenti finanziari per l’innovazione”, l’azione II.4.2 prevede la costituzione di un fondo di capitale di rischio per i processi di innovazione per l’acquisizione di partecipazioni finanziarie in imprese operanti nei settori ad elevato contenuto tecnologico. Il bando per la selezione dei soggetti beneficiari d’intervento è stato pubblicato in data 10/05/2002. Attuazione delle iniziative ex FESR - Puglia La misura 4.19 realizza azioni finalizzate allo sviluppo degli investimenti attraverso interventi di ingegneria finanziaria/finanza innovativa. Obiettivi della Misura sono: lo sviluppo e l'aumento di competitività - anche non di prezzo - e di produttività di iniziative imprenditoriali nei settori già presenti che hanno dimostrato buone capacità di sviluppo; la nascita e/o la localizzazione di nuove attività e nuove imprese specie in iniziative che assicurino buone prospettive di crescita e di integrazione con il territorio a basso impatto ambientale; la crescita di nuove realtà produttive locali intorno alla valorizzazione innovativa di risorse e prodotti turistici tradizionali ed al recupero di identità e culture locali. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 35 Capitolo 1 La misura prevede la costituzione di un Fondo di Garanzia, un Fondo di Dotazione (regime di aiuti De Minimis) e di Capitale di Rischio, attivati nell’ambito delle procedure individuate dalla Regione Puglia Assessorato ICA. Il Capitale di Rischio (Azione C, già Azione B) consiste nella creazione di un “Fondo” con il quale finanziare, in ragione del 50%, gli investitori istituzionali privati interessati ad acquisire partecipazioni di minoranza (non superiori al 30%) di piccole e medie imprese che, al fine di realizzare specifici programmi di investimento, prevedano di aumentare il proprio capitale sociale da collocare anche all’esterno della vecchia compagine sociale. Il finanziamento, che è a titolo gratuito, va restituito allo scadere del periodo (max 5 anni) prefissato dall’investitore per il rientro della sua partecipazione, con il collocamento della stessa possibilmente alla proprietà storica della società: il finanziamento si configura come una “partecipazione gratuita rimborsabile”. Normativa di riferimento: Decisione C (2000) 2349 dell’ 8/8/2000 della Commissione Europea di approvazione del POR Complemento di programmazione approvato dalla Giunta Regionale con Deliberazione n.1697 del 11/12/2000 BUR n.151 del 28/11/2002 per i Fondi di Garanzia BUR n.118 del 19/9/2002 per la sottomisura riguardante il Capitale di Rischio Attuazione delle iniziative ex FESR - Marche Obiettivi specifici della Misura 1.2 sono: promuovere l’ammodernamento degli impianti produttivi e l’introduzione nel ciclo produttivo di tecnologie altamente innovative; favorire l’internazionalizzazione del sistema produttivo marchigiano; favorire il miglioramento della gestione ambientale delle produzioni, con effetti positivi sulla riduzione dei fattori inquinanti e dei consumi di materie prime. La submisura 1.2.2 (“Miglioramento dell’accesso delle PMI al capitale di rischio”) è tesa a migliorare l’accesso delle PMI al capitale di rischio finalizzato ad operazioni per lo sviluppo e il consolidamento organizzativo quali processi di ricambio generazionale, start-up e early stage, finanziamento progetti di ricerca e programmi innovativi. La presente submisura prevede la concessione di contributi alle PMI che ricorrono all’aumento del capitale di rischio utilizzando i fondi chiusi e/o i prestiti partecipativi. La submisura partecipa alla copertura di parte dell’investimento delle imprese a fronte di un intervento di capitale di rischio da parte di fondi di investimento mobiliari chiusi in funzione della attivazione di: avvio di nuove iniziative imprenditoriali (start up financing); crescita aziendale e sviluppo progetti imprenditoriali (expansion financing); operazioni di rinnovamento, rilancio o ristrutturazione, nuove opportunità in situazioni di declino o di crisi (turnaround financing); trasformazioni aziendali, ristrutturazioni azionarie, sostituzione di familiari che ricomprendano i leveraged management e family buy out/in, acquisizioni, fusioni e scorpori (replacement capital). 36 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA Normativa di riferimento: Decisione C (2001) 2970 del 16/10/2001 della Commissione Europea di approvazione del DocUP Complemento di programmazione approvato dalla Giunta Regionale con delibera 2877 del 4/12/2001 Legge Regionale 23/2/2000 n.14 di modifica della legge n.33/97 “Interventi per lo sviluppo e la qualificazione dell’artigianato marchigiano” BUR n.23 del 20/03/2003 per submisura 1 e n.94 del 26/08/2002 per submisura 2 Attuazione delle iniziative ex FESR – Emilia Romagna La Misura 1.5 ha l'obiettivo di agire da stimolo per la costituzione di fondi di Venture Capital indirizzati alle aree meno sviluppate della Regione ma con rilevanti potenzialità in considerazione della presenza di Università, Centri di ricerca o distretti industriali. La misura consiste nella partecipazione alla costituzione di un fondo di capitale di rischio a compartecipazione privata, finalizzato a sostenere l'avvio e lo sviluppo di progetti di imprese derivanti da spin-off accademici e di ricerca, o riferiti comunque ad attività di carattere innovativo, attraverso l'acquisizione di quote di minoranza del capitale sociale di piccole e medie imprese. I soggetti destinatari sono PMI appartenenti ai settori dell'industria manifatturiera e dei servizi non commerciali all'impresa ed alla Pubblica Amministrazione. Sono esclusi gli interventi in imprese di fabbricazione, trasformazione e commercializzazione di prodotti, nonché dei settori industriali "sensibili" quali l'acciaio, le costruzioni navali, le fibre sintetiche, l'industria automobilistica e l'industria carbonifera. L’Autorità di gestione stipulerà apposita convenzione con il soggetto attuatore aggiudicatario della procedura ad evidenza pubblica per la gestione del Fondo. La convenzione specificherà: le modalità di partecipazione e di versamento dei capitali al Fondo; l’onerosità ed i criteri di calcolo dei costi di gestione relativi al Fondo; che il Fondo interviene a fronte di una decisione di incremento del capitale sociale dell’azienda da parte dei soci sotto forma di partecipazione minoritaria e temporanea e a fronte di un programma di innovazione tecnologica, di investimento, di ampliamento e di sviluppo aziendale; che la partecipazione del Fondo non sarà superiore al 45% del capitale sociale complessivo dell’impresa; che l’acquisizione delle quote avverrà a) sulla base di una valutazione delle possibilità di sviluppo dell’impresa imputabili alla capacità innovativa della stessa e b) a condizioni analoghe a quelle ritenute accettabili da un normale operatore economico in un’economia di mercato; che il prezzo di smobilizzo delle partecipazioni sarà determinato secondo i medesimi criteri di mercato. Normativa di riferimento: Decisione C (2001) 2797 del 14/11/2001 della Commissione Europea di approvazione del DocUP Complemento di programmazione approvato dalla Comitato di Sorveglianza il 21/3/2003 Bando per la costituzione del Fondo chiuso pubblicato il 27/8/2003 e la qualificazione dell’artigianato marchigiano” Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 37 Capitolo 1 Attuazione delle iniziative ex FESR - Campania La misura 4.2 si propone il consolidamento e l'ampliamento del tessuto imprenditoriale regionale mediante un insieme di azioni a sostegno degli investimenti, materiali e immateriali, a sostegno dell'acquisizione di servizi, reali e finanziari, a sostegno della creazione di impresa e della ecocompatibilità dei cicli produttivi e delle produzioni. Le azioni sono articolate anche in relazione alla tipologia di programmazione: alcune azioni sono rivolte al complesso del tessuto produttivo regionale; altre, invece, volte prevalentemente alla realizzazione dei progetti integrati territoriali, dei progetti integrati di filiera e di cluster e dei contratti di programma. La misura sostiene in particolare lo sviluppo e la crescita delle PMI industriali e artigianali. Sono esclusi i settori della produzione, manipolazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli di cui all'all. I del Trattato. L’azione 4.2 g) consiste in operazioni di ingegneria finanziaria per favorire l'accesso al credito da parte delle PMI dell'industria, del commercio e del turismo della Regione Campania e per il superamento dei fenomeni di razionamento del credito. L'azione si propone di rafforzare il sistema, i margini operativi e l'efficacia dei fondi di garanzia. Prevede inoltre interventi diretti a qualificare e rafforzare la struttura finanziaria delle PMI regionali mediante la messa a disposizione di prestiti partecipativi e di capitale di rischio, in particolare per la realizzazione degli investimenti innovativi. L'intervento dei fondi avverrà a condizioni di mercato e sarà prioritariamente indirizzato alla realizzazione dei programmi di investimento cofinanziati dal POR. Il fondo regionale, previsto all’interno dell’azione 4.2 g), deve essere istituito nella forma di fondo comune di investimento mobiliare di tipo chiuso. Le operazioni di attuazione sono temporaneamente sospese secondo le disposizioni del T.A.R. Normativa di riferimento: Decisione 2347 dell’8/8/2000 di approvazione del POR da parte della Commissione Europea Complemento di Programmazione approvato il 30/8/2000 dalla Giunta Regionale Bando per la selezione dei soggetti attuatori (in corso di sospensione secondo le disposizioni del T.A.R.) Attuazione delle iniziative ex FESR - Lazio Nell’ambito della Misura IV.2 “Strumenti finanziari per l’innovazione”, l’azione II.4.2 prevede la costituzione di un fondo di capitale di rischio per i processi di innovazione per l’acquisizione di partecipazioni finanziarie in imprese operanti nei settori ad elevato contenuto tecnologico, in compartecipazione con società che gestiscono Fondi privati di venture capital e/o merchant bank, che verranno selezionate attraverso procedure di evidenza pubblica. Si intende costituire una linea finanziaria vincolata, destinata a realizzare interventi nel capitale di rischio di piccole e medie imprese. Gli interventi consistono in partecipazioni minoritarie nel capitale di rischio (massimo il 49% del capitale sociale incrementato delle riserve e/o rivalutazioni) e temporanee (massimo 5 anni) da assumere al momento della costituzione di una nuova impresa o in occasione di un aumento di capitale di un’impresa esistente, ivi comprese sottoscrizioni di prestiti obbligazionari convertibili. Il fondo potrà investire prevalentemente in PMI ad alto contenuto tecnologico al momento della costituzione, nelle prime fasi o durante processi di espansione debitamente giustificati. I rendimenti ottenuti dagli investimenti di 38 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA capitali e dai prestiti obbligazionari possono essere destinati in via preferenziale agli azionisti privati che gestiscono in compartecipazione i finanziamenti, fino al livello di remunerazione massimo stabilito nel contratto. Il fondo avrà carattere rotativo e sarà alimentato con le quote di compartecipazione rimborsate secondo i criteri di restituzione ed attualizzazione previamente stabiliti tra le parti. Il soggetto attuatore è Filas Spa, Finanziaria Laziale di sviluppo. Il Fondo è l’unico attualmente operativo. Il bando per la selezione dei soggetti beneficiari d’intervento è stato pubblicato in data 10/05/2002. Il Fondo ha ricevuto finora 32 domande (12 interventi deliberati, 13 richieste non ammissibili e 7 interventi in corso d’istruttoria). L’importo minimo richiesto è stato pari a 21,8 ML€, il massimo 27,3 ML€. La ripartizione delle risorse pubbliche consiste per l’Obiettivo 2 in 33,72% FESR, 46,39% Stato e 19,88% Regione e per il Phasing out in 25% FESR, 52,20% e 22,5% Regione. Normativa di riferimento: Decisione 2118 del 7/9/2001 della Commissione Europea di approvazione del DocUP Complemento di programmazione approvato il 20/9/2002 Bando relativo alla misura pubblicato il 10/5/2002 Quadro di sintesi dell’attuazione delle iniziative di capitale di rischio ex FESR Dall’analisi dei documenti di programmazione regionali (Programmi Operativi Obiettivo 1 e Obiettivo 3, Documenti Unici di Programmazione Obiettivo 2) risulta in essere uno stanziamento complessivo (comprensivo della quota di co-finanziamento dei fondi strutturali, della quota statale e regionale) pari a 68.500 ML€, con più del 70% (49.699 ML€) delle risorse concentrato sul Mezzogiorno. Gli investimenti programmati, a livello nazionale, a sostegno della ricerca e dell’innovazione tecnologica sono pari a 3.574 ML€ (693 ML€ nelle regioni del Centro-Nord e 2.882 ML€ per il Sud). L’analisi delle misure di intervento cosiddette di “finanza innovativa o ingegneria finanziaria” (secondo la terminologia adottata dal Regolamento CE 1685/2000) che prevedono iniziative di capitale di rischio, evidenzia un impegno programmato per un ammontare stimabile pari a 534 ML€ (45 ML€ per il Nord, 136 ML€ per il Centro e 353 ML€ per il Mezzogiorno). La stima viene effettuata attribuendo un importo pari a 30 ML€ a quelle iniziative delle quali non è ancora disponibile il valore ufficiale. Delle 14 iniziative censite in tal senso, solo quattro risultano in “stato di attuazione” (Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia) e solo una effettivamente attuata (Lazio), per un importo complessivo pari a 126,7ML€, tutte attivate nel biennio 2002-2003. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 39 Capitolo 1 Fondi Strutturali in Italia: impegno totale, R&S e finanza innovativa NORD 10.534 ml 6.563 ml Investimento programato 444 ml 45 ml 348 ml 36 ml 0 ml Investimenti programmati per R&S Investimenti programmati per FI Investimenti in FI in corso di attuazione/attuati CENTRO 8.267 ml - + 7.049 ml 249 ml 136 ml 220 ml Investimento programato IMPORTO DELL'INVESTIMENTO IN CORSO DI ATTUAZIONE/ATTUATO IN FI 79 ml 89 ml Investimenti programmati per FI Investimenti programmati per R&S Investimenti in FI in corso di attuazione/attuati ITALIA 68.500 ml SUD 49.699 ml 49.222 ml 3.574 ml 35.889 ml 534 ml 2.919 ml 2.882 ml 353 ml 356 ml 2.353 ml 127 ml 48 ml 230 ml Costo totale programmato Investimenti programmati per R&S Investimenti programmati per FI Investimenti in FI in corso di attuazione/attuati Investimento programato Investimenti programmati per R&S Investimenti programmati per FI Investimenti in FI in corso di attuazione/attuati Le iniziative in corso di attuazione 70,9M€ = 56% di 126,7M€ Centro Sud 55,8M€ = 44% di 126,7M€ 48,9M€ 30,0M€ + 40 22,0M€ 25,8M€ 2002 2003 - Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA Marche Promotore Regione Marche In corso di attuazione Emilia Romagna Campania Regione Emilia Regione Campania Romagna Attuato Lazio Puglia Regione Puglia - INNOVATIVA Regione Lazio assessorato Industria Commercio e Artigianato Gestore Bando di gara SGR Individuato Bando di gara Bando di selezione Filas SpA, finanziarie tramite gara (temporaneamente per l’affidamento a di sviluppo sospeso) sogetti diversi (banche e società finanziarie) Dimensione - - - - 18,92 Remunerazione - - - - - Partecipazione 1,16 5,38 25,82 22,0 12,52 - - - - 6,4 seed, start-up, PMI seed e strat-up PMI intenzionate ad PMI ad alto conte- PMI ad alto expansion financing, high tech effettuare progetti nuto tecnologico contenuto tecnologico innovativi seed e start-up seed e start-up high tech high tech Fondo (ML€) Publica (ML€) Partecipazione Privata al fondo (ML€) Asset allocation LBO in iniziative ad elevato contenuto tecnologico Investimenti Contributo pubblico partecipazione min. Investimenti di Partecipazioni minori- (Min/max) e inferiore al 20% del 30%, max 50% minoranza tarie e temporanee (max 5 anni) durata - capitale di rischio comunque non versato, inferiore superiore a non oltre il 49%); comunque a 100.000,00 ? durata massima 5anni; 160.000 €. Partecipa- (importo massimo partecipazione media zioni tra il 30% e il 500.000 € - massima 45%. Durata min 750.000 € 3 anni Note: Puglia: si prevede una partecipazione privata al Fondo superiore al 30% Emilia-Romagna: sono previsti ulteriori 5,153 ML€ a partire dal 31/12/2004 La dimensione dei fondi di Marche e Emilia Romagna è stimata pari a 30 ML€, non essendo ancora disponibile il dato ufficiale Fonte: Documenti di Programmazione della Spesa a valere sui fondi comunitari 1994-1999 e 2000-2006 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 41 Capitolo 1 1.6 Le iniziative regionali di capitale di rischio In questa sezione vengono prese in considerazione quelle iniziative regionali che prevedono la costituzione di Fondi Mobiliari Chiusi per il sostegno alla capitalizzazione delle imprese. I valori vengono ripartiti a seconda che le iniziative siano in fase di autorizzazione o se invece siano già state attuate. Ad oggi tre sono le iniziative regionali di capitale di rischio. Esse sono: Fondo Next (Regione Lombardia); Fondo Politekne (Regione Lombardia); Fondo Sicilia (Regione Sicilia). Il Fondo Next e il Fondo Politekne sono iniziative già avviate, mentre il Fondo Regione Sicilia è ancora in corso di attuazione. Queste iniziative, promosse a livello regionale, sono volte a promuovere lo sviluppo delle PMI locali che offrono elevati potenziali di sviluppo in quegli ambiti innovativi considerati strategici all’interno della crescita economica della regione alla quale si riferiscono. Esiste inoltre un’iniziativa denominata “Barbagia Fund”, sponsorizzata dall’API sarda. Ad oggi tale iniziativa è oggetto di considerazione da parte della Regione Sardegna e la Provincia di Nuoro e risulta essere solo in fase di programmazione e perciò non viene considerata in questa sede. L’ammontare totale competente alle tre iniziative regionali è pari a 110 milioni di euro. 2003 110M€ Nord Sud 3 iniziative 2 iniziative 80M€ 2 iniziative 80M€ Politekne 80M€ NEXT Politekne 30M€ 30M€ Fondo Regione Sicilia Programmati Attuati 1 iniziativa Fondo Regione Sicilia Next In corso di attuazione Attuati L’iniziativa della Lombardia Finlombarda Gestioni SGR nasce nell’Aprile 2001. I soci sono la Regione Lombardia, il Consorzio Politecnico Innovazione e la Camera di Commercio di Milano. Il capitale sociale ammonta a 1,75 milioni di euro. FONDO NEXT Next è un Fondo di Fondi chiusi riservato ad investitori qualificati, istituito e gestito da Finlombarda Gestioni SGR. Il Fondo ha una durata massima pari a 14 anni e una dotazione finanziaria di 60 milioni di Euro. A garanzia degli investitori è fornito dalla 42 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA Regione Lombardia un Fondo 100di Garanzia per un importo pari a 20 milioni di Euro. La finalità di Next è l’investimento in strumenti finanziari non quotati, con l’obiettivo di incrementare nel tempo, attraverso la gestione professionale del patrimonio del fondo, il valore dei capitali conferiti. L’orientamento del fondo è rappresentato da: promozione, sviluppo e sostegno, attraverso l’investimento finanziario, della ricerca e dell’innovazione scientifica, intervenendo in tutti i segmenti del VC, mediante l’attivazione di un meccanismo di leva finanziaria tra investitori istituzionali, amministrazione pubblica e sistema imprenditoriale; attivazione di una collaborazione con le imprese target finalizzata alla creazione di un network di contatti attivati presso la comunità scientifica, economica e finanziaria per apportare alle target companies: vantaggi per una gestione professionale e manageriale, miglioramento dello standing creditizio, capacità di attrazione di management esperto, accelerazione dell’internazionalizzazione dell’impresa. FONDO POLITEKNE Il fondo POLITEKNE è un fondo comune di investimento mobiliare chiuso, riservato ad investitori qualificati, istituito e gestito da Finlombarda Gestioni SGR. La durata del fondo è pari a 10 anni e la dotazione di 20 milioni di Euro. Politekne è il primo fondo di venture Capital universitario dedicato all’Università Politecnico di Milano. Il progetto è stato ideato da Finlombarda Gestioni SGR in collaborazione con il Consorzio Politecnico innovazione per trasformare la conoscenza scientifica maturata all’interno dell’ateneo in valore d’impresa. Soggetto chiave di tale progetto è proprio il Politecnico di Milano, principale università tecnica in Italia (8 facoltà, 18 dipartimenti, 150 laboratori ed un network di 7 campus). Il fondo è rivolto a sostenere lo sviluppo della ricerca e dell’innovazione scientifica, intervenendo in collaborazione con la comunità scientifica, economica e finanziaria per apportare vantaggi gestionali alle target companies. L’iniziativa della Sicilia FONDO REGIONE SICILIA La Regione Sicilia ha di recente ipotizzato la costituzione di un fondo mobiliare chiuso, riservato ad investitori qualificati. La partecipazione prevista nel fondo da parte della Regione è pari al 50% del capitale sottoscritto. La quota rimanente sarà sottoscritta da soggetti privati. La finalità del fondo è l’investimento nel capitale di imprese siciliane che, in relazione al settore in cui operano, presentano elevate prospettive di sviluppo. L’ammontare del fondo sarà pari a 30 milioni di Euro. L’orientamento del fondo è finalizzato a valorizzare l’imprenditoria nella Regione Sicilia, offrendo occasioni di sviluppo per la creazione di nuove attività d’impresa nel territorio regionale; a usufruire del vantaggio di una gestione professionale del proces- Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 43 Capitolo 1 so di investimento da parte della management company; a permettere ai soggetti finanziatori privati di valutare positivamente le prospettive economiche dell’investimento in modo tale da indurre ad orientare le loro strategie di investimento verso i settori rientranti nelle priorità di sviluppo regionali. Iniziative Regionali di Fondi Mobiliari Chiusi Lombardia Next Sicilia Fondo Regione Politekne Promotore Regione Lombardia Regione Lombardia Regione Sicilia Gestore Finlombarda Gestioni SGR Finlombarda Gestioni SGR n.d. Dimensione 60 20 30 Subscription fee: 1%; mangement Subscription fee: 0%; management 0 fee: 2%; carried interest fee: 2,5%; carried interest 20 - 15 60 20 15 PMI lombarde operanti nei settori PMI nel campo di nuove n.d. delle biotecnologie, elettro- tecnologie, comunicazioni, infor- Fondo (ML€) Remunerazione Partecipazione Pubblica (ML€) Partecipazione Privata al fondo (ML€) Asset allocation meccanica, tessile, chimica, disegno matica, industria aerospaziale, industriali e tecnologie ambientali, biotecnologie robotiche, intelligenza artificiale ed isole robotizzate, tecnologie industriali nei trasporti a low-zero emission nella fase early stage Investimenti Almeno 50% delle risorse viene Partecipazione complessive in ogni (Min/max) e investito in fondi di venture capital singola target non superiore al 15% che, per regolamento, investono dell’ammontare del fondo; almeno in aziende con forte carattezziza- il 50% delle risorse del fondo durata zione in termini di tecnologie, viene investito in aziende con forte prodotti, mercati e organizzazione; carattezzizazione in termini di investimento max: 50% del fondo tecnologie, prodotti, mercati n.d. direttamente in PMI 44 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA 1.7 Altre iniziative istituzionali di venture capital Altre Iniziative istituzionali: le SGR a capitale ridotto Nell’ambito del regolamento Banca d’Italia relativo alla costituzione di SGR a capitale ridotto, a due anni di distanza dall’approvazione della normativa indicata si possono individuare alcune iniziative in stato di realizzazione. Da un monitoraggio sullo stato di avanzamento di tali iniziative, è possibile individuarne due in fase di studio preliminare e tre in fase avanzata. In particolare, si citano, come iniziative in fase di studio: I3P – Incubatore Politecnico di Torino, che ha manifestato l’intenzione di avviare la procedura di autorizzazione per una SGR a capitale ridotto, per la gestione di un fondo di investimento focalizzato su meccanica e nuovi materiali; la Camera di Commercio di Pisa, che ha manifestato l’intenzione di lanciare un fondo di investimento per imprese innovative. Il progetto prevede una fase in cui sia costituita una SGR a capitale ridotto a cui parteciperanno l’Università di Pisa, la Scuola Superiore Sant’Anna e la Scuola Normale. In seguito si prevede la creazione di un fondo chiuso, con la partecipazione anche di altri soggetti, che possa finanziare progetti anche con importi inferiori ai 500.000 €. Per quanto riguarda invece le iniziative in fase avanzata, nella seguente parte si farà riferimento alle seguenti SGR, tutte in corso di autorizzazione da parte della Banca d’Italia: Quantica SGR (Fondo Principia); Galileo SGR (Fondi Seed, Digital Energy Material Technologies e Life); Med Venture SGR (Fondo Med Venture). Allo stato attuale si sono rilevate cinque iniziative per un ammontare totale pari a 75 ML€. 50M€ 25M€ 4 iniziative 2003 Nord Sud Digital Energy Seed Life 1 iniziativa Med Venture Principia In corso di autorizzazione Autorizzato Quantica SGR – Il Fondo “Principia” Quantica SGR è una Società di Gestione del Risparmio dedicata esclusivamente alla gestione di fondi chiusi di investimento riservati per attività di venture capital. La SGR, per missione è rivolta al finanziamento degli spin-off da ricerca e delle imprese ad alto contenuto tecnologico che necessitano di investimenti fino a 2,5 milioni di Euro. Gli azionisti di Quantica sono: Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 45 Capitolo 1 51% Rete Ventures S.c.r.l. [Sede: Genova] (Rete Ventures è a sua volta partecipata al 49% da INFM –Istituto Nazionale Fisica della Materia [Sede: Genova], con la recente riforma degli enti di ricerca l’INFM è stato integrato nel CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche); al 35% da INSTM – Consorzio interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali [Sede: Firenze]; al 16% da CSGI – Consorzio interuniversitario per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase – [Sede: Firenze]). Rete Ventures è una società per il trasferimento tecnologico la cui missione si esplicita nella valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica attraverso l’individuazione di applicazioni industriali innovative. 49% Management Team FONDO PRINCIPIA Il fondo è focalizzato su start up tecnologici, spin-off da ricerca, piccole e medie imprese già avviate o da avviare, ad alto contenuto tecnologico e caratterizzate da un orientamento all’innovazione, ha una dotazione di 25 milioni di Euro e una durata di 8 anni. Gli investimenti sono focalizzati sul territorio italiano e la strategia di intervento per la creazione di valore avviene su due livelli: seed financing: investimenti in idee innovative che risultino da attività di ricerca che richiedono, per la nascita di impresa, supporto finanziario e manageriale, in un periodo precedente a quello di azione tipico del venture capital. L’obiettivo dell’intervento è la partecipazione alla costituzione di nuove imprese e il supporto delle prime fasi di vita delle stesse; start up e first stage: investimenti in realtà in essere ad alto potenziale di crescita e frutto di precedenti spin-off, ma con ulteriori esigenze si supporto finanziario e manageriale per l’affermazione sul mercato. Galileo SGR – I Fondi “Seed”, “Digital Energy Material Technologies” e “Life” Galileo SGR nasce come società dedicata alla promozione, organizzazione e gestione di fondi comuni di investimento mobiliari chiusi finalizzati alla promozione e al finanziamento dell’innovazione. La compagine è così composta: 28% Università di Padova (11%) , Università di Trieste, Università di Udine, Università di Verona, Università di Trento, Università di Venezia; 23% Parco Galileo (11%), Parco STAR, Parco VEGA, Veneto Inn Spa; 16% Unindustria (SEI Spa Unind PD, Confidi Trento, Unindustria Trento, Confidi Bolzano, Unindustria Treviso, Unindustria Udine) 15% E-Venture 18% Infracom, Banca Popolare Verona Novara, Banca Antonveneta, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. In particolare, i fattori caratteristici della Galileo sono i seguenti: rappresenta una delle prime società di gestione controllata da una università e da un PST; tende a valorizzare il meglio della ricerca (Università), dell’esperienza imprenditoriale (Unindustria), dell’innovazione (PST Galileo) e della finanza innovativa (EVenture). 46 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA Galileo gestirà una struttura multi-comparto, della dotazione (ex lege) di 25 milioni di Euro, suddivisa in tre fondi: un fondo di seed capital, con una dotazione di 5 milioni di Euro, dedicato ad iniziative di valorizzazione della proprietà intellettuale sviluppata all’interno dell’Università, dei Centri di ricerca o all’interno di imprese in collaborazione con il sistema della ricerca; un fondo definito di “Digital Energy Material Technologies”, con una dotazione di 12 milioni di Euro, dedicato ad applicazioni specifiche di questo settore; un fondo denominato “Life”, con una dotazione di 8 milioni di Euro, dedicato a scienze della vita e alla farmaceutica. Med Venture SGR - Il Fondo “Med Venture” Così come Galileo SGR, anche Med Venture SGR nasce come società dedicata alla promozione, organizzazione e gestione di fondi comuni di investimento mobiliari chiusi finalizzati alla promozione e al finanziamento dell’innovazione. Attualmente, il capitale sociale della SGR ammonta a 100.000,00 Euro. Gli azionisti, ad oggi, sono i seguenti: 51% Consorzio 21; 24.1% Sfirs (Finanziaria di sviluppo); 15% E-Venture; 4.95% Confindustria; 4.95% Api Sarda. La partecipazione del Consorzio 21 è potrebbe ridursi al 30% qualora le Università di Cagliari e Sassari decidano di aderire all’iniziativa. Possibile anche un aumento di capitale, volto a favorire l’ingresso di nuovi soci. FONDO MED VENTURE Med Venture SGR gestirà un fondo di investimento mobiliari di tipo chiuso, riservato al finanziamento dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo industriale delle proprietà intellettuali. Il patrimonio iniziale a disposizione, pari a 25 milioni di Euro, permetterà al fondo di sostenere, secondo le previsioni, circa 25 investimenti. I finanziamenti dei progetti di ricerca e delle imprese innovative avverranno sotto forma di partecipazione, con quote comprese tra il 10% e l’80% del capitale delle società target. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 47 Capitolo 1 Sintesi delle SGR a capitale ridotto Seed Promotore Galileo SGR Digital Energy material technologies Life Med Venture SGR Med Venture 30% Università di 30% Università di 30% Università di Consorzio 21, SFIRS, Padova; 30% PST Padova; 30% PST Padova; 30% PST E-Venture, Confindustria, Api Sarda Quantica SGR Principia Quantica SGR Galileo; 20% Unin- Galileo; 20% Unin- Galileo; 20% Unin- dustria Padova; 20% dustria Padova; dustria Padova; 20% E-Venture 20% E-Venture E-Venture Gestore Galileo SGR Galileo SGR Galileo SGR Med Venture SGR Quantica SGR Dimensione 5 12 8 25 25 - - - - Fondo (ML€) Remunerazione 20% del capital gain, con un risultato minimo prefissato a favore dell’investitore pari al 5% annuo composto applicato all’ammontare sottoscritto e versato Partecipazione - - - - - - - - - - Start-up in collabora- PMI operanti nel PMI operanti nel Imprese sarde ad Start up tecnologici, zione con università settore delle “digital settore di scienze elevato contenuto spin-off da ricerca, energy material della vita e tecnologico per pro- PMI già avviate o technologies” farmaceutica muovere progetti di da avviare ad lato innovazione tecnolo- contenuto innovativo Publica (ML€) Partecipazione Privata al fondo (ML€) Asset allocation gica e sviluppo (25% in aree industriale delle Obiettivo 1e 2 proprietà intellettuali Investimenti (Min/max) e durata - - - I finanziamenti Investimento medio avvengono sotto- seed capital 500.000€; forma di partecipa- investimento max. zioni comprese tra start-up e first stage il 10% e 80%. La financing 3 ML€; dimensione del fondo durata media 3/5 anni; dovrebbe consentire durata del fondo 8 circa 25 investimenti. anni dalla fine chiusura delle sottoscrizioni, salvo proroga non superiore a 2 anni Note: tutte le iniziative sono in corso di autorizzazione da parte della Banca d’Italia 48 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA 1.8 Quadro di sintesi di tutte le iniziative istituzionali di venture capital in Italia Delle 38 iniziative in programma, 16 sono state attuate tramite finanziamento da parte del Fondo Europeo degli Investimenti. Esse ricevono dal FEI 278 ML€, pari al 23% della dotazione finanziaria totale (1.192 ML€). L’analisi delle misure di intervento cosiddette di “finanza innovativa o ingegneria finanziaria” (secondo la terminologia adottata dal Regolamento CE 1685/2000) che prevedono iniziative di capitale di rischio, evidenzia un impegno programmato per un ammontare stimabile pari a 534 ML€. La stima avviene ipotizzando pari a 30 ML€ la dimensione finanziaria di quelle azioni di cui non si dispone del dato ufficiale. Delle 14 iniziative censite in tal senso, solo quattro risultano in “stato di attuazione” (Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia) per un importo complessivo di 108 ML€ e sola una effettivamente attuata (Lazio), la cui dimensione finanziaria è pari a 19 ML€. Per quanto riguarda le iniziative intraprese a livello regionale, delle tre programmate due sono state attuate (Next e Politekne) per un importo totale di 80 ML€ ed una è ancora in fase di attuazione (Fondo Regione Sicilia, 30 ML€). Cinque sono le iniziative da parte di SGR (Principia, Seed, Digital Energy Material Technologies, Life e Med Venture) per un importo totale di 75 ML€. Le società che gestiscono tali Fondi sono in attesa di autorizzazione da parte della Banca d’Italia, con l’eccezione di Principia (25ML€), fondo gestito da Quantica SGR, il cui regolamento è stato autorizzato all’inizio del mese di settembre 2003. Tutti i fondi, eccezion fatta per quelli finanziati dal FEI, investono solo sul territorio italiano. Il numero delle iniziative programmate operanti in Italia può essere quindi stimato pari a 22, per un importo complessivo di 719 ML€. Di queste solo tre risultano attuate (Lazio, Next, Politekne) per un importo totale pari a 99 ML€. Quadro di sintesi di tutte le iniziative FEI ITALIA Privato Pubblico 719M€ 914 534M€ 348 178 110M€ 108M€ 278 99M€ 356 79 30M€ 29 19M€ N° Programmato 16 FEI In corso di attuazione 16 4 FESR 371 95 1 6 13 Attuato 15 Programmato 15 15 In corso di attuazione 3 1 2 REGIONAL 86 80 Attuato 50 25 Programmato= Attuato= ProgramIn corso di autorizzazione* mato autorizzazione* 4 1 SGR 373 Attuato N° 22 3 TOTALE ITALIA Nota: * = in attesa di autorizzazione da parte della Banca d’Italia Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 49 Capitolo 1 In sintesi, delle 38 iniziative programmate, 13 iniziative sono state attuate o sono in corso di attuazione: 4 sono in “stato di attuazione” nell’ambito delle 14 iniziative censite nella programmazione dei fondi strutturali (Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia) per un importo complessivo di 108 ML€; 2 delle 3 iniziative censite a livello regionale sono state attuate (Next e Politekne) per un importo totale di 80 ML€ e con una partecipazione pubblica di 20 ML€, tramite la costituzione di un fondo di garanzia a supporto del fondo Next; le 5 iniziative da parte di SGR (Principia, Seed, Digital Energy Material Technologies, Life e Med Venture) per un importo totale di 75 ML€ di risorse private. 70 Next Nord Dimensione fondo (M€) 60 Centro Sud 50 40 30 20 10 Marche Principia Emilia Romagna Sicilia Puglia Med Venture Politekne Campania Lazio Digital Life Seed 0 0% 20% 40% 60% 80% 100% PARTECIPAZIONE PUBBLICA (% su TOT) 1.9 Benchmark europeo di programmi di venture capital La finanza innovativa: le iniziative nazionali degli ultimi anni Sulla scia del “Primo Piano d’azione per l’Innovazione in Europa”, lanciato dalla Commissione Europea nel 1996, è stato istituito il cosiddetto “European Trend Chart on Innovation”, strumento informativo destinato principalmente ai policy makers per la programmazione di misure di intervento per l’innovazione. Questa iniziativa è portata avanti dalla Direzione “Innovazione” della DG Imprese della Commissione Europea e consiste nel fornire informazioni, benchmark, best practices, statistiche sulle performance e i trend delle politiche innovative. Oltre alla costituzione e allo sviluppo dell’imprenditorialità, alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale e al trasferimento delle tecnologie, viene posta particolare attenzione alle iniziative di Finanza Innovativa istituite negli Stati membri. Il “Trend Report - Innovation Financing” presenta una rassegna sulla base del monitoraggio di un centinaio di iniziative pubbliche di finanziamento a favore di imprese innovative. Ne risulta un ampio ventaglio di interventi: sovvenzioni, partecipazioni al capitale, finanziamenti agevolativi, abbuoni d’interesse, agevolazioni fiscali, regimi di garanzie, servizio di intermediazione con i Business Angels e equity investment. Il monitoraggio è esteso non solo agli Stati membri dell’UE, ma anche ai paesi dello Spazio Economico Europeo, ai paesi candidati all’adesione e a Israele. 50 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA Numerose sono le iniziative poste in essere per lo sviluppo del venture capital: regimi di garanzie per i venture capitalist, agevolazioni fiscali a favore degli investitori, sostegno finanziario ai fondi di Venture capital. Per quanto utile ed interessante, il censimento non risulta, tuttavia, esaustivo di tutte le iniziative di finanza innovativa attuate negli Stati membri: il benchmark viene realizzato sulla base delle segnalazioni delle amministrazioni nazionali, e quindi possono essere incomplete. L’Italia sembra prediligere strumenti di promozione delle politiche per l’innovazione più tradizionali, come gli incentivi fiscali e i finanziamenti agevolati, al contrario di altri Stati membri dell’UE, che dimostrano, come Austria e Germania, una maggiore attenzione a favore del venture capital di iniziativa pubblica. Misure di sostegno al venture capital istituite dal 1998 Sulla base del censimento del Trend Report sono stati rilevati 48 interventi di sostegno al venture capital istituite dal 1990 (si vedano le tabelle successive). Gli strumenti di incentivazione previsti dalle amministrazioni nazionali e regionali riguardano i business angels, i meccanismi di garanzia di un rendimento minimo (equity guarantee), la partecipazione del capitale (equity), i fondi di capitale di rischio, le agevolazioni fiscali per gli operatori e gli incentivi al credito. Tra gli incentivi al credito sono ricompresi agevolazioni in conto interessi, agevolazioni dirette alle società di capitale di rischio, prestiti partecipativi e strumenti di semi-equity per la ristrutturazione del debito. Dal censimento non si rileva nessuna esperienza italiana, mentre Stati come Austria, Germania e Regno Unito hanno mostrato un maggiore interesse verso il settore. Ripartizione per stato membro delle iniziative a favore del venture capital censite Regno Unito 10% Spagna 2% Peso degli strumenti di incentivazione del venture capital sul total delle iniziative censite a favore del venture capital Svezia 2% Equity Guarantees 21% Austria 20% Portogallo 8% Norvegia 4% Paesi Bassi 4% Belgio 11% Lussemburgo 2% Israele 4% Irlanda 2% Danimarca 4% Grecia 6% Germania 11% Francia 6% Finlandia 4% Equity 48% Business angels 13% Incentivi al credito 10% Incentivi fiscali 8% Legenda: Equity: partecipazione al capitale delle imprese beneficiarie, incentivi per la costituzione di fondi di capitale di rischio. Fonte: DG Enterprises, Euroepan Trend Chart on Innovation, thematic report “Innovation Financing ” October 2002 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 51 Capitolo 1 Rassegna delle iniziative per il venture capital Stato Business Angels Equity Guarantees Austria - - Tipologia di intervento Incentivi Equity Fiscali - - Incentivi Credito Data Beneficiari Seed financing 1989 PMI anche industriali program (Venture capital program) Ideas and 1996 investments grandi imprese, anche industriali; mangagers; PMI anche industriali burges/young 1977 entrepreneurs pro- Persone fisiche; PMI anche industriali gramme and equity capital guarantees Technology 1998 financing program Fondi di venture capital; PMI industriali for SME - ERP Burges equity 1997 PMI anche industriali; individui 1997 Imprese locali (Voralberg) con capital guarantees Austria saving for creation (Voralberg) of an enterprise prodotti innovativi e servizi e capitale di rischio e potenziale di crescita Austria Lower Austria par- (Bassa tecipation model, Austria) business start up Austria Equity guarantees (Carinthia) Regional initiative (Stiria) Styria (Bruxelles) Belgio (Fiandre) 1998 PMI e investitori 1997 PMI anche industiali 1998 Grandi imprese anche industriali; 1998 Tutte le imprese fiamminghe 1999 Imprese che hanno beneficiati di scheme Austria Belgio start up; imprese innovative Business angel connect PMI anche industriali Business angel network Belgio Fund for the indus- (Wallonia) trialization and confinziamenti per la ricerca commercialization of the results of research (FIRD) Belgio (Wallonia) Belgio Business 1999 PMI anche industriali; individui 1997 PMI anche industriali 1994 PMI anche industriali angel network Guarantees (Wallonia) on risk capital Danimarca Equity guarantees program State guarantees scheme for venture capital companies 52 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA Stato Finlandia Business Angels Equity Guarantees Tipologia di intervento Incentivi Equity Fiscali Incentivi Credito Sitra INNOVATIVA Data Beneficiari 1996 Investitori privati e PMI 1996 PMI anche industriali 1982 Imprese di venture capital - matching service capital funding for companies product development activities Francia SOFARIS Guarantee scheme PMI anche industriali for venture capital companies The puplic venture 1998 Fondi di venture capital; 1997 PMI anche industriali 1997 Grandi imprese anche industriali; 1995 PMI anche industriali capital fund PMI innovative Creation of a mutual fund for innovation (FCPI) Germania Technology venture capital program PMI anche industriali BTU - Investment capital for SME Venture capital pro- PMI tecnologiche, imprese e gram of the KfW fondi di venture caital Business 1998 Grandi imprese anche industriali; angel net- PMI anche industriali work of Germany (Band) Futour 2000 PMI anche industriali; micro imprese giovani e tecnologiche e imprese in start-up nei nuovi lander Grecia Financial incen- 1997 PMI anche industiali 1998 Nuove imprese di venture capital 2000 Imprese di venture capital tives for SMEs Venture capital companies Fund for the development of the economy Iralanda Seed&di venture Banche, venture capitalist; PMI; capital measure Israele persone fisiche, manager Yozma 1991 HEZNEK 2002 fund - support for start-up companies Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 53 Capitolo 1 Stato Business Angels Equity Guarantees Tipologia di intervento Incentivi Equity Fiscali Incentivi Credito Data Beneficiari 1998 PMI anche industriali Imprese in start-up nel settore TIC Lussem- SME capital deve- burgo lopment company Paesi Twinning centre 1998 bassi Industry facility 1994 PMI anche industriali 1994 Grandi imprese anche industriali; (CD-PME) Norvegia Venture capital loans PMI anche industriale;, persone fisiche The seed 1997 capital funds Grandi imprese anche industriali; PMI anche industriale; Imprese di venture capital; istituzioni finanziarie e di credito Portogallo SINFEDEDIP - 1994 Grandi imprese anche industriali; Financial engeering PMI anche industriale; Imprese di - Support for venture capital; istituzioni risk capital finanziarie e di credito SINFEDEDIP - 1994 Grandi imprese anche industriali; Financial engineering PMI anche industriali; Imprese di establishment of venture capital; istituzioni a mutual guarantee finanziarie e di credito scheme Financial innovation 2002 PMI anche industriali 2002 Grandi imprese anche industriali; - Action B (POE) Venture capital syndication funds PMI anche industriali; (FSCR) Regno Corporate ven- Unito ture tax relief 2000 Grandi imprese desiderose di investire in imprese più piccole Regional venture pending PMI anche industriali 1995 PMI anche industriali; individui 2002 PMI anche industriali; individui capital funds Venture capital trust Community investment tax University challenge Spagna Support measure Support for venture capital measure for for new technology venture capital - based firms 1998 Univerità 2002 Individui 2002 PMI anche industriali for new technology - based firms Svezia Seed financing Fonte: DG Enterprises, Euroepan Trend Chart on Innovation, thematic report “Innovation Financing ” October 2002 54 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA Il sostegno del settore pubblico all’innovazione: le caratteristiche nazionali salienti degli interventi del 2000 Stato Politiche per L’innovazione Austria Il finanziamento dell’innovazione per imprese gia’ esistenti costituisce un elemento tradizionale della politica per Belgio Nel corso degli ultimi anni, tutte le strutture costituite per la finanza innovativa hanno investito in fondi di venture l’innovazione austriaca. la spesa in r&s superiore alla media nel corso degli ultimi 3 anni è deducibile dall’imponibile. e seed capital in partenariato con le amministrazioni pubbliche. inoltre si è constatata la tendenza delle università ad assumere un ruolo maggiormente saliente nel mercato del capitale di rischio, finanziando imprese spin off, operazioni che consentissero di valorizzare i risultati delle ricerche universitarie. Danimarca Lo strumento principale per l’innovazione (vaeksfonden), è stato ulteriormente sviluppato negli ultimi anni: da Finlandia L’amministrazione responsabile, il consiglio per la politica della scienza e della tecnologia, ha decretato un semplice prestatore è diventato un “partner” incremento delle risorse pubbliche stanziate per la ricerca per il periodo 2000-2004. Francia È stata introdotta una politica attiva per incentivare gli investitori privati ad investire in PMI, attraverso la creazione del nouveau marchè, il public venture capital fund, i fonds communs de placement innovation e fondi di seed capital regionali. Germania Il miglioramento delle condizioni finanziarie per l’innovazione, in particolare per le pmi, viene portato avanti grazie ad un largo ventaglio di strumenti: il risk capita programme del kfw permette di investire (venture capital investments) nelle pmi; finanziamenti agevolati per finanziare progetti innovativi; programma speciale per il public venture capital reso operativo per le imprese dell’ex germania dell’est. Grecia Iniziative di sostegno pubblico per lo sviluppo di un’infrastruttura finanziaria per l’innovazione (sostegno alla creazione di imprese di venture capital, fondi di mutual guarantee), in un contesto altrimenti molto conservatore. Irlanda Sono stati introdotti regimi per incentivare le imprese a portare avanti attivita’ di ricerca in maniera significativa e continua. Italia Dal 1996, il sostegno all’innovazione viene realizzato sempre piu’ ricorrendo ad agevolazioni fiscali. la commissione ha approvato il decreto per l’attuazione di tutti gli interventi di coordinamento, di promozione e di implementazione delle misure a favore della ricerca e dell’innovazione nel settore industriale a valere da un unico fondo, che raggruppa i precedenti. Lussemburgo Si procede al finanziamento di qualsiasi aspetto innovativo legato a servizi, prodotti, processi, mercati o idee commerciali. inoltre, è stato introdotto un meccanismo di ammortamento accelerato per la ricerca scientifica e tecnologica. Paesi bassi Se da una parte si è proceduto alla cessazione del regime di garanzia per il venture capital, dall’altra parte sono Portogallo I prestiti costituiscono lo strumento di finanziamento principale per le pmi. sono state introdotte misure particolari stati introdotti fondi specifici. a favore delle start up, sempreché contribuiscano allo sviluppo dell’innovazione e della tecnologia. è in vigore un meccanismo di tax credit per gli investimenti in r&s. Spagna I sussidi e i contributi a rimborso sono gli strumenti principali utilizzati per incentivare la ricerca; le sovvenzioni sono utilizzate per favorire i progetti di ricerca di base. inoltre, sono previste agevolazioni fiscali per le pmi, in relazione agli investimenti nelle strutture tecnologiche e nella formazione nelle nuove tecnologie. Svezia l’intervento pubblico è limitato al seed e al pre seed, e all’intermediazione. i business angel sono considerati i partner migliori negli early stage. le risorse private consentono di costituire imprese di venture capital. Regno unito Il settore pubblico si limita a finanziare servizi alle start up e a sostenere iniziative individuali di particolari attori finanziari. sono state introdotte misure fiscali a favore del venture capital. Fonte: DG Enterprises, Trend report “Innovation Finance ”November 1999 – June 2000 – July 2000 – December 2000 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 55 Capitolo 1 Nella cosiddetta “Europa delle regioni”, l’Italia* continua a rappresentare una contraddizione particolarmente importante. La spesa in Ricerca e Sviluppo (R&S) in questo Paese è tra le più basse dell’intero sistema europeo, e le imprese italiane stentano a mantenere una leadership tecnologica che si è andata erodendo, dopo il boom degli anni Ottanta che aveva fatto gridare al secondo miracolo economico del dopoguerra, ma che era, almeno in parte, fondato su politiche monetarie di svalutazione competitiva e sulla rilevanza di altri vantaggi allocativi, oggi messi a rischio dalle economie emergenti europee ed extra-europee. L’attuale governo si è posto come obiettivo quello di portare la spesa pubblica in R&S alla soglia, non certo ambiziosa, dell’1% del prodotto interno lordo. Importanti cambiamenti istituzionali, come tra l’altro il riordino delle autorità di politica per la ricerca scientifica e l’istruzione, e la creazione di un ministero per l’innovazione, sembrerebbero indicare una reale intenzione politica a muoversi in questo senso, ma alcune decisioni sono state difficilmente accolte, o hanno trovato aperta opposizione da parte dei principali esponenti del sistema della ricerca pubblica. In questo scenario le regioni continuano a giocare un ruolo fondamentale. Spesa in R&S (ML€) – Ripartizione per regione al 1999 (ISTAT) ML€ 2.658 2.228 1.564 899 717 708 514 162 65 Sic ilia Sa rd eg na ica ta Ba sil Pu gli a 45 Ca lab ria 14 M oli se Ca m pa nia Ab ru zz o La zio an a Um br ia To sc . Lig ur ilia i Ro a m ag na 160 131 268 Em iV .G Fr iul Ve ne to ba rd ia Tre nt ino A. A. Lo m Pie m on te d'A os ta 143 114 11 Va lle 447 M ar ch e 287 389 Considerando la spesa complessiva dello stato italiano in R&S al 1999 (11.524 ML€), le Regioni con la spesa maggiore sono la Lombardia (2.658 ML€, pari al 23% del totale), Lazio (2.228 ML€, pari al 19% del totale) e Piemonte (1.564 ML€, pari al 13% del totale). Tra le Regioni del Mezzogiorno quelle con la spesa più alta risultano la Campania (708 ML€, pari al 6%) e Sicilia (447 ML€, pari al 3,8% del totale). 56 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA INNOVATIVA 1.10 Alcuni casi europei notificati di regime di aiuto al venture capital Alcuni casi di interventi a favore del Capitale di rischio notificati alla Commissione Europea L’esigenza di fornire linee direttrici per la valutazione degli interventi pubblici a favore del capitale di rischio nasce dalla progressiva e continua segnalazione ai servizi della Commissione Europea di regimi d’aiuto istituiti dalle amministrazioni nazionali. Alcuni di essi sono casi che hanno fatto scuola e pertanto vengono sinteticamente illustrati di seguito: High Technology Fund – Fondo dei fondi nel Regno Unito Viridian Growth Fund – Fondi di Venture Capital istituiti in Irlanda del Nord – Regno Unito Regional Venture Capital Fund – Fondo di venture capital nel Regno Unito Fonds publique pour le Capital Risque – Fondo dei fondi in Francia Seed and Venture Capital Scheme – Fondo di fondi in Irlanda University Challenge Funding – Fondi di seed venture capital BTU Early Stage – Co-investimento e ri-finanziamento in Germania Irlanda, Regno Unito e Francia Veridian growth fund Regional venture Irlanda del Nord - 2001 (GB) capital - 2001 (GB) Promotori Modello Asset allocation High technology fund - 2000 (GB) Fonds Publique pour le capital risque - 1998 (FR) Governo britannico Governo britannico Governo britannico Governo francese Fondo di venture capital Fondi regionali di Fondo dei fondi Fondo dei fondi venture capital (12-15 anni) Fondo che investe nelle Fondo che investe in Fondi specializzati nel pmi dell’irlanda del nord capitali di una certa entità settore dell’high tech Fondi chiusi (100 ml franchi francesi di capitale) specia- (=<500.000£) in pmi (non lizzati ad investire in imprese high tech) localizzate in innovative sul mercato da tutte le regioni inglesi, meno di 7 anni esclusa londra Dotazione 10 ml di sterline circa 300 ml di sterline (468 finanziaria (15,6 meuro) meuro) da versare in 3 anni - 3.34 ml di sterline circa 17% governo; Risorse pubbliche: - ministero (deti); circa 83% risorse private da 13,3% a 50% Selezione a seguito di gara Selezione di un gestore Sottoscrizione 20 ml di sterline (31 meuro) 600 ml franchi francesi (91.4 meuro) 50% bei - 3.33 ml di sterline bei; - 2 ml di sterline viridian group plc; 1,33 ml di sterline fondi pensione Gestione Cassa depositi e prestiti privato mediante gara Remunerazione Garanzia a privati del rendi- Garanzia a privati di un mento minimo irr= 12% rendimento minimo del 10% Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 57 Capitolo 1 Veridian growth fund Regional venture Irlanda del Nord - 2001 (GB) capital - 2001 (GB) Procedura della High technology fund - 2000 (GB) Fonds Publique pour le capital risque - 1998 (FR) Aiuto autorizzato dalla Avvio di una procedura Aiuto autorizzato dalla commissione commissione al termine d’indagine ai sensi commissione al termine ai sensi della della procedura d’indagine dell’articolo 88.2 del trattato della procedura d’indagine normativa sugli (febbraio 2001) (agosto 2000) aiuti di stato - Irlanda del nord è un’area - configura aiuto agli principale della ex 87.3a del trattato ce investitori privati, alle pmi implica una distorsione decisione della - il meccanismo previsto beneficiari, ai fondi regionali; della concorrenza limitata al minimo necessario; Motivazione commissione - il meccanismo previsto implica una distorsione - non sono chiari l’utilità dei della concorrenza limitata fondi, la tipologia delle - il fondo sottoscrive al minimo necessario spese ammissibili; quote minoritarie degli altri - la limitazione delle gare fondi alle stesse condizioni di selezione potrebbe pro- degli altri investitori; spettare violazione del diritto - sono previsti incentivi di di stabilimento e/o della performance per il gestore; libera circolazione dei capitali - le decisioni d’investimento rispondono a criteri Irlanda, Regno Unito e Germania Promotori Seed and venture capital fund scheme - 2000 (IRL) University challenge funding - 1998 (GB) BTU Early stage 2001 (GER) Governo irlandese Partenariato tra Governo britannico Tbg e KfW e 2 enti non profit (Wellcome Trust e Gatsby Foundation) Modello Fondo di fondi Fondi di seed venture capital Co-investimento (tbg) e Fondi privati di seed&venture capital Venture capital seed funds volti a Venture capital che investono in che investono in PMI tecnologiche trasformare la ricerca universitaria in PMI innovative tecnologiche in early stage; il fondo sottoscrive progetti imprenditoriali e a promuo- con meno di 6 mesi quote minoritarie degli altri fondi vere progetti di spin-out universitari Finanziamento “pre-seed” e “seed” alle stesse condizioni degli Il seed fund investe dal 20% al 40% sino a 150.000€ per impresa a altri investitori; del capitale di rischio dello condizione che la start-up sia ri-finanziamento (KfW) Asset allocation spin-out fino ad un massimo di cooperante con un coaching 250.000£ per progetto investor (funzione di supporto) Dotazione 178 ml euro per il 50 ml di sterline di cui 15 ml euro per il finanziaria settennio 2000-2006 20 di apporto pubblico biennio 2001-2002 Sottoscrizione Gestione Remunerazione Risorse pubbliche da 30% a 50% Selezione a seguito di gara Selezione dei raggruppamenti di Tbg (partecipata della università effettuata da esperti Deutsche Ausgleichsbank) Parità di trattamento tra Proprietà dei progetti suddivisa in un pubblico e privati rapporto 60 a 40 tra università e ricercatori 58 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia FINANZA Seed and venture capital fund scheme - 2000 (IRL) Procedura della commissione University challenge funding - 1998 (GB) INNOVATIVA BTU Early stage 2001 (GER) Aiuto autorizzato dalla commissione (Ottobre 2000) ai sensi della normativa sugli aiuti di stato le decisioni d’investimento Motivazione principale della rispondono a criteri di mercato decisione della e sono prese da investitori privati commissione Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 59 CAPITOLO 2 POLITICHE REGIONALI PER LA R&S 2.1 Premessa - un laboratorio chiamato Italia L’obiettivo di questo capitolo* è quello di fornire un quadro di sintesi sulle politiche adottate in Italia, a livello regionale, per il sostegno e la promozione della R&S e dell’innovazione. Ovviamente, data la vastità dell’argomento, la difficoltà di lavorare con categorie concettuali dal significato non univoco, e la mancanza di elenchi o banche date ufficiali, la rassegna che di seguito viene presentata non ha la pretesa dell’esaustività. Tuttavia, il lavoro svolto può essere considerato ben più che un primo sforzo di classificazione dei principali strumenti e di raccolta di informazioni. Da una prima analisi emerge come le varie regioni abbiano scelto una pluralità di approcci per quanto riguarda il supporto all’innovazione, al trasferimento tecnologico e al sostegno del sistema regionale della ricerca. Le cause di tale varietà di comportamenti sono da individuare negli elementi sottoelencati. A. I DIVERSI CONTESTI POLITICO-ISTITUZIONALI ED IL DIVERSO GRADO DI AUTONOMIA REGIONALE Le cinque regioni a statuto speciale hanno maggiori margini di manovra, quali tra l’altro la possibilità di allocare direttamente finanziamenti alle imprese, e la loro esperienza può rappresentare un esempio in questa fase di progressiva decentralizzazione delle competenze di pianificazione e federalismo. B. LA DIVERSA DISPONIBILITA’ DI RISORSE ECONOMICHE Questa dimensione contribuisce a definire le possibilità ed i vincoli delle politiche regionali, così come gli ambiti di investimento ammissibili. Particolarmente rilevante è a questo proposito la distinzione tra regioni cosiddette “Obiettivo 1”. Per queste zone, forme di intervento comunitario, applicate con direttive sia nazionali che regionali, hanno imposto la definizione di un piano regionale per l’innovazione e la ricerca scientifica, mobilitando ingenti somme di denaro pubblico non disponibili presso altre realtà. C. I DIVERSI CONTESTI SOCIO-ECONOMICI Le tradizioni imprenditoriali ed industriali già presenti sul territorio regionale hanno condizionato le scelte a sostegno dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, per affrontare problemi specifici delle singole realtà. Obiettivi di lungo periodo hanno dovu* Predisposto con la collaborazione dell’In-Lab della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 61 Capitolo 2 to confrontarsi con problematiche e possibilità immediate della piccola e grande impresa locale, e la loro capacità di diventare soggetto attivo nella negoziazione delle politiche. D. LA DIVERSA CAPACITA’ DI ANALISI, PROGRAMMAZIONE ED IMPLEMENTAZIONE Sebbene i comportamenti a livello regionali siano anche frutto di impostazioni derivanti dal livello nazionale ed europeo, è piuttosto ampio il margine di manovra con cui operano le varie amministrazioni, in particolare per quanto riguarda l’applicazione di programmi europei e nazionali e la definizione di priorità e soggetti interlocutori. E. I SOGGETTI DI RIFERIMENTO PER LA PIANIFICAZIONE REGIONALE E PER IL SISTEMA DELLA R&S Soggetti forti nella definizione delle scelte programmatiche sono stati senza dubbio anche le università, i centri di ricerca pubblici e privati. Non solo la loro presenza (o assenza), ed i loro punti di forza e debolezza hanno condizionato le possibili applicazioni e finalità dei vari piani regionali, ma i centri di produzione della conoscenza e delle tecnologie sono stati ascoltati nella fase di definizione delle politiche e nella fase di attuazione delle stesse. Non solo dunque il diverso grado di eccellenza tecnologico, ma anche una diversa capacità di interfacciarsi con il legislatore regionale ha condizionato la definizione del piano regionale per l’innovazione. 2.2 Il ruolo delle Regioni Se da un lato, alcune decisioni effettuate a livello europeo hanno senza dubbio favorito le regioni, identificandole come il soggetto più idoneo all’applicazione di politiche comunitarie, dall’altro, le recenti trasformazioni in senso federalista (fiscale e politica) dello Stato italiano hanno contribuito all’identificazione delle regioni quali tassello chiave per la pianificazione economica, e quindi anche per le politiche per l’innovazione, il trasferimento tecnologico e la ricerca. A questo riguardo, assume grande interesse la Relazione del 2002 del Ministero delle Attività Produttive sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive: sono censiti 95 interventi agevolativi nazionali, di cui 24, pur non essendo abrogati, non risultano più operativi. Dalla ricognizione risulta che il 90% delle domande, l’86% degli investimenti attuati e il 75% delle agevolazioni approvate si concentra su 17 strumenti agevolativi. Dal 1.7.2000, con D.Lgs 112/98, sono stati trasferiti alle Regioni 23 di questi provvedimenti, tuttavia solo 16 risultano attivati. A livello strettamente regionale, gli interventi censiti risultano 465 (con riferimento a base normativa regionale) di cui 125 “senza informativa” in quanto non sono pervenuti dati e 35 abrogati o non operativi. Tali provvedimenti rappresentano il 15% degli interventi (nazionali e decentrati) in termini di stanziamenti e il 10% in termini di impegni ed erogazioni. 62 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE Nazionali A B C D=A-B-C E F G H I=H/I L=F/H Interventi censiti Interventi senza informativa Interventi non operativi Interventi oggetto dell’analisi Di cui interventi conferiti Stanziamenti medi 2001 ml € N° domande 2001 N° approvazioni % approvazioni /000 € per approvazione 95 24 71 23 5.776 177.235 113.000 64% 51 Regionali 465 125 35 605 990 38.144 37.295 98% 27 Totale 560 125 59 376 23 6.766 215.144 150.295 70% 45 REGIONALI PER LA Nazionali R&S Regionali Totale 17% 0% 41% 19% 83% 100% 59% 81% 85% 82% 75% 15% 18% 25% 100% 100% 100% 100% 0% 100% 100% 100% Fonte: Ministero delle Attività produttive, Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive, Giugno 2002 Il ruolo delle Regioni – Il sostegno alla R&S In termini di dimensionamento finanziario, gli stanziamenti dei provvedimenti nazionali nell’arco del quadriennio 1998-2001 risultano pari a 29.820 ML€: nel 2001 equivalgono a 5.776 ML€ a fronte di stanziamenti regionali per lo stesso anno di 990 ML€. Gli interventi agevolativi regionali rappresentano pertanto solo il 15% dell’insieme dei provvedimenti censiti. Per quanto riguarda la ricerca e sviluppo, le risorse complessivamente (intero territorio nazionale) destinate a questo obiettivo rappresentano circa il 10% del totale delle risorse stanziate per gli interventi agevolativi, e solo l’1% a livello regionale. Obiettivo Nazionali Sostegno agli investimenti Nuova imprenditorialità Riduzione degli squilibri territoriali di sviluppo Ricerca e sviluppo Internazionalizzazione Equilibrio delle gestione finanziaria Tutela ambientale Razionalizzazione di settore Calamità naturali Servizi reali 21,1% 5,3% 13,7% 11,6% 12,6% 7,4% 4,2% 14,7% 9,5% Interventi Regionali Totale 35,0% 11,0% 3,0% 10,0% 20,0% 6,0% 13,9% 5,7% -13,7% -8,6% -2,6% 12,6% 1,8% -14,7% -9,5% Nazionali Risorse Regionali 11,5% 3,2% 65,2% 9,8% 3,3% 2,0% 0,6% 2,9% 1,5% 12% 39,0% 25,0% 1,0% 3,0% 9,0% 11,0% 11,0% Totale 27,5% 21,8% -65,2% -8,8% -0,3% 7,0% 10,4% -2,9% -1,5% 11,0% Fonte: Ministero delle Attività produttive, Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive, Giugno 2002 2.3 La concertazione pubblico-privata per la R&S Particolarmente interessanti sono gli esperimenti di concertazione tra regioni, università e soggetti industriali, nell’ambito della definizione di una politica per l’innovazione. Questo approccio prevede la condivisione, tra i vari soggetti chiave, di priorità, obiettivi e strumenti per il successo di particolari azioni di intervento sul territorio. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 63 Capitolo 2 Il connubio università e impresa. La partnership tra mondo della ricerca e sistema industriale si presta a svariate tassonomie, in quanto sono vari gli obiettivi che un’impresa si può porre nell’ambito di un rapporto di collaborazione con il sistema della ricerca. Tali collaborazioni sono state recentemente particolarmente incoraggiate da parte del soggetto politico nazionale. In generale si può dire che sono quattro le finalità per cui l’industria si ripropone di interagire con l’università (Bonaccorsi e Piccaluga, 1994): l’impresa può avere come obiettivo quello di avere accesso privilegiato ai risultati della ricerca di base più avanzati, e che (di norma) richiedono investimenti in termini di risorse umane, strumentazioni o lassi temporali di cui l’azienda non può disporre; è interesse dell’impresa vedere amplificato il potenziale esplicativo dei propri strumenti di ricerca ed analisi, ed un efficiente management di risorse scarse. Il raggiungimento di questi risultati, prevede un significativo impegno in discipline di ricerca e la definizione di modelli, a cui l’industria privata ha chiaro interesse a contribuire, per vedere potenziato il carattere esplicativo delle varie scienze; un terzo obiettivo è quello di ridurre i propri costi di sviluppo, esternalizzando o collaborando su particolari progetti di ricerca applicata ai fini di raggiungere, in tempi ragionevoli, interessanti applicazioni commerciali; un ultimo e non trascurabile motivo, è la semplice mancanza di risorse da dedicare ad attività di ricerca e sviluppo. Sono queste situazioni residuali, dove l’obiettivo primario non è tanto l’accumulazione di nuove conoscenze, quanto l’impossibilità, magari temporanea, da parte dell’impresa di investire in attività di ricerca e sviluppo. Il sistema di ricerca pubblico e la Regione. Sia l’università che il sistema di ricerca pubblico dipendono da autorità a livello nazionale. Sebbene non ricadano nell’ambito di competenza delle autorità regionali, centri di ricerca e universitari non rappresentano certo un free asset di cui le amministrazioni regionali possono godere. La Regione può giocare influenze esclusivamente indirette, ma senza dubbio importanti, in particolare per quanto riguarda gli spazi per lo sviluppo di questi enti e per i contributi alle attività di studio e ricerca. 2.4 Le politiche regionali per la promozione della ricerca e dell’innovazione tecnologica Occorre segnalare che il lavoro svolto non consente allo stato attuale la formulazione di conclusioni che siano supportate da un incrocio sistematico tra i programmi di indirizzo e le prime implementazioni dei progetti, con i punti di vista dei responsabili dell’attività di definizione e realizzazione delle politiche regionali a sostegno dell’innovazione e del trasferimento tecnologico. Tuttavia, gli elementi raccolti sono senz’altro sufficienti per descrivere la varietà di approcci adottati a livello regionale, evidenziare le principali differenze e similarità, effettuare esercizi di benchmarking e di raccolta di best practice. LIVELLO COMUNITARIO-NAZIONALE E LIVELLO REGIONALE In generale si apprezza una crescita della sensibilità, competenza e operatività delle 64 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE REGIONALI PER LA R&S regioni nel campo delle politiche per l’innovazione e la R&S, anche per quanto riguarda il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati in progetti di collaborazione. Non si può tuttavia non ricordare, all’inizio di questa serie di considerazioni, che è impensabile che il dinamismo percepito a livello regionale possa in alcun modo compensare il deficit di investimenti a livello nazionale nel campo della R&S. È noto come l’Italia investa in R&S meno di quasi tutti gli altri paesi europei, per non parlare dei paesi avanzati extra-europei, e questa grave carenza rimane il principale punto di riflessione di ogni seria politica della R&S e dell’innovazione nel nostro paese. Peraltro, dal livello comunitario, specie nelle regioni Obiettivo 1, giunge una spinta importante a migliorare e rendere più concreto un piano per l’innovazione, che deve tra l’altro vedere anche la collaborazione e condivisione degli obiettivi con soggetti privati e partner del mondo della ricerca. LA CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPEGNO “DICHIARATO” DELLE REGIONI Di fatto, quasi tutte le regioni analizzate citano un esplicito interesse nei confronti dell’innovazione e della R&S nei propri documenti programmatici, e numerose sono le amministrazioni regionali che hanno anche predisposto uno specifico piano per l’innovazione. Tuttavia, gli obiettivi che le regioni di propongono sono abbastanza diversi tra loro. Di seguito se ne propongono alcuni in forma stilizzata. Intensificazione del network e upgrading delle competenze delle imprese. Si tratta di un approccio finalizzato a fare sì che le imprese (sostanzialmente PMI) collaborino maggiormente tra loro e con i centri di servizi e di ricerca, e che riescano ad aumentare la propria capacità di assorbimento tecnologico tramite l’assunzione di laureati. Non si mira quindi ad una diversificazione del tessuto produttivo regionale, vuoi perché quasi lo si accetta come un dato di fatto immutabile (es. Lazio) e sostanzialmente non come un elemento di debolezza (es. Marche, Friuli), vuoi perché questo appare come l’unico obiettivo realisticamente perseguibile, almeno nel medio termine, in presenza di un debole tessuto industriale (es. Sicilia). Si tratta del tipico approccio bottom-up. Rafforzamento del sistema dell’offerta di ricerca scientifica e interesse nei confronti della diversificazione produttiva verso settori innovativi. Si tratta in questo caso di puntare maggiormente sul rafforzamento dei soggetti produttori di ricerca, sia quelli esistenti, che di soggetti nuovi, nella speranza che essi rappresentino il motore per la nascita/crescita di nuovi settori high-tech, sia tramite processi di spin-off da ricerca, sia attirando dall’esterno imprese private e laboratori (es. PA di Trento, Campania). In alcuni casi si vive come un punto di debolezza una realtà produttiva troppo sbilanciata verso i settori tradizionali e si vuole puntare ad una diversificazione produttiva verso quei settori dove in questo momento il sistema regionale si trova in situazioni di ritardo. In questi casi, l’apertura alla competizione internazionale diventa il necessario terreno di “contaminazione” delle conoscenze e di verifica della propria capacità competitiva. Approccio bilanciato offerta-domanda. Si può dire che si tratta dell’approccio di quelle regioni che probabilmente ritengono di non poter basare il proprio sviluppo sulle presenze industriali attuali, ma che non ritengono, per motivi vari, di poter Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 65 Capitolo 2 spingere maggiormente in direzione di uno sviluppo basato sui nuovi settori high-tech, che dovrebbe quindi passare per un rafforzamento dell’offerta di ricerca. Queste regioni, quindi, cercano di rafforzare l’offerta, ma provano a farlo in stretta connessione ai bisogni emergenti dal sistema delle imprese (es. Toscana, Puglia, ed in parte Campania), sfruttando una combinazione degli approcci volti alla creazione di reti e quelli volti al rafforzamento di centri di eccellenza. Rafforzamento e obiettivi di eccellenza. Alcune regioni (es. Emilia Romagna, Lombardia), ritengono di poter già contare su un sistema dell’offerta scientifica e delle imprese all’avanguardia in Italia e all’estero. Puntano quindi anch’esse ad un approccio bilanciato, ma senza trascurare l’avvio di progetti volti al rafforzamento di specifiche realtà dell’offerta o dell’erogazione di servizi. Scelte precise in termini di rafforzamento e creazione di punte d’eccellenza sono anche quelle effettuate da regioni come il Piemonte con il progetto Torino Wireless. Queste regioni hanno la possibilità di porsi obiettivi settoriali di lungo e lunghissimo periodo, partendo da esercizi di foresight su quelle che saranno le tecnologie ed i centri di eccellenza da mantenere in Regione. IL RUOLO DELLA COLLABORAZIONE PUBBLICO-PRIVATA Il caso forse più chiaro di una regione che si è posta l’obiettivo di determinare delle discontinuità nei propri processi di innovazione, passando da fruitore a produttore di tecnologie, basando tale strategia su collaborazioni pubblico-privato è probabilmente quello della Campania. In questa regione si afferma la necessità che il soggetto pubblico si impegni a sostenere la profonda trasformazione connessa alla costituzione e al radicamento di un Sistema Regionale dell’Innovazione attraverso la definizione di una rete di alleanze istituzionali tra gli attori del processo, per la realizzazione delle priorità già identificate nel PRR. Primo risultato di questa strategia sono stati i protocolli di intesa per la creazione dei Centri di Competenza Regionali. Si tratta di un approccio non nuovo in senso assoluto, ma che, nel caso della Campania, sembra essere basato sulla necessaria analisi di esperienze precedenti, al fine di evitare errori già commessi da altri. VERSO UNO SCAVALCAMENTO DEI PARCHI SCIENTIFICI E DEI CENTRI DI INTERMEDIAZIONE Salvo ulteriori e più precise verifiche, sembra di assistere in numerosi casi ad uno scavalcamento di parchi scientifici e consorzi di ricerca che anni addietro erano invece stati individuati come soggetti in grado di svolgere compiti di regia e di coordinamento delle azioni sul territorio, in collaborazione e per conto delle istituzioni regionali. Di fatto molto spesso tali organizzazioni hanno assunto aspetti di autoreferenzialità e insufficiente imparzialità nelle definizione delle azioni. Si assiste quindi contemporaneamente ad un maggior protagonismo diretto delle regioni, e ad un approccio basato sì sulla delega di responsabilità ad enti già presenti sul territorio, ma più con l’ottica del bando, senza dunque identificare referenti stabili e non modificabili nel tempo, ma piuttosto aprendo delle finestre temporali nell’ambito delle quali i soggetti possono aggregarsi, con assetti dinamici nel tempo, su specifiche idee progettuali. 66 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE REGIONALI PER LA R&S IL RUOLO DELL’UNIVERSITA’ E DEI CENTRI DI RICERCA PUBBLICI A corollario del punto precedente va evidenziato il ruolo di crescente responsabilità assunto dalle università in alcuni sistemi regionali. È il caso della Toscana (nell’ambito del progetto Link), della Sicilia (nel caso di Catania), della Campania, ecc. Si ha cioè la percezione che le università abbiano iniziato a svolgere direttamente delle attività (di regia, di promozione, ecc.) che in passato esse delegavano ad altri organismi nelle quali esse erano rappresentate, come Consorzi o parchi scientifici, non potendo o non ritenendo opportuno svolgerle in prima persona. IL RUOLO DELLA GRANDE IMPRESA A fronte della ben nota carenza di imprese di grandi dimensioni sul nostro territorio nazionale, in alcuni casi delle grandi imprese, magari con propri laboratori di ricerca, hanno innescato processi di sviluppo territoriale. È il caso di Stm a Catania, in un certo senso di Tiscali a Cagliari, ed alcuni altri ancora. Spesso tali scelte dell’impresa privata sono connesse a precedenti investimenti in ricerca da parte del settore pubblico, oppure a specifiche punte di eccellenza di laboratori di ricerca pubblici. Appare quindi questa una tipologia di notevole interesse, applicabile peraltro in regioni di natura diversa. I TAVOLI DI COORDINAMENTO E LE CABINE DI REGIA Il principale risultato della concertazione tra regioni, università e imprese, dovrebbe essere la redazione e revisione del piano regionale sull’innovazione. Infatti in quasi tutte le regioni esaminate si è perfino codificata l’esistenza di un tavolo di coordinamento di questo tipo. Non è però dato sapere quanto questi tavoli funzionino effettivamente. Per esempio, fino ad ora sembrerebbe che la mancanza di un punto di raccordo o “cabina di regia” delle politiche regionali per l’innovazione sia la più importante carenza nel sistema dell’innovazione nel Nord Est. Mentre in Veneto tale difficoltà è resa ancora più pesante dall’eredità di un sistema per l’innovazione caratterizzato da un “potere diffuso”, il Friuli, dopo anni di instabilità politica, si è posto come obiettivo proprio quello della creazione di una “cabina di regia” per le politiche per l’innovazione, a cui fare partecipare regolarmente i principali esponenti del sistema universitario e industriale regionale, nonché le più alte cariche regionali. In alcune altre situazioni, invece, l’ente regionale si impegna direttamente nello stabilire collaborazioni bilaterali nell’ambito dei propri obiettivi strategici, come nel caso della collaborazione tra la PA di Trento e il Centro Ricerche Fiat. IL DIFFICILE RUOLO DI INNOVATORI NELL’EUROPA DELLE REGIONI Il ruolo di innovatori nel campo delle politiche regionali per l’innovazione e la R&S non è facile. Si tratta infatti di un campo sensibile, dalla complessa e delicata social accountability. In Toscana, per esempio, dopo l'innovativo esperimento della Rete Regionale dell’Alta Tecnologia, i programmi sono stati ritarati su profili più tradizionali, forse più “sicuri” nel breve termine, anche se è lecito chiedersi se sapranno determinare le necessarie discontinuità in termini di competitività del sistema regionale. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 67 Capitolo 2 Un ruolo da innovatore sembra essere svolto per esempio dalla Regione Campania tramite i centri regionali di competenza. È forse il caso più chiaro di come si voglia arrivare ad una ricaduta sul territorio, che però parta dalla presenza di importanti centri che hanno il compito di canalizzare competenze di eccellenza e risorse, ed essere soggetti leader in un particolare settore. La Regione Campania è una delle poche che concretizza il proprio impegno sul fronte del sostegno all’innovazione attraverso la creazione di un apposito assessorato, e sempre con molte risorse derivanti dalla sua appartenenza ad aree obiettivo 1 sembra essersi dotata di una struttura per la pianificazione di interventi in ambito di innovazione, particolarmente importanti. Lo stimolo che arriva dall’Europa di mettersi in gioco con piani per l’innovazione articolati, ma allo stesso tempo guidati da approfonditi studi e priorità a livello comunitario, lascia senza dubbio lo spazio alle Regioni di definire le loro politiche in forma autonoma, e con chiaro riferimento alle problematiche del territorio, ma forse le mette, almeno in parte, al riparo dai rischi del first mover. A ciò va comunque aggiunto che imparare ed innovare imitando gli approcci seguiti da altre Regioni è senza dubbio un approccio interessante da proporre e seguire. Gli sforzi di analisi come questo sono dunque funzionali ad una migliore programmazione e gestione del sistema regionale per l’innovazione. Una possibile classificazione delle regioni Nonostante l’analisi condotta abbia carattere essenzialmente qualitativo e non esaustivo, vista l’eterogeneità degli strumenti utilizzati, delle terminologie, delle modalità di comunicazione, viene presentata di seguito una proposta di classificazione delle politiche regionali per l’innovazione con riferimento al target preferenziale perseguito. TIPOLOGIA Orientamento alle infrastrutture Orientamento all’innovazione nelle PMI Orientamento al networking NOTA Si tratta di regioni orientate al rafforzamento delle infrastrutture di base a disposizione delle imprese, regioni tendenzialmente in ritardo di sviluppo. Si tratta di regioni che hanno come obiettivo l’aumento dei processi di innovazione nel loro tessuto, composto essenzialmente da PMI. Nel caso del Lazio questo percorso passa soprattutto attraverso l’uso di tecnologie Ict. Si tratta di regioni che hanno come obiettivo l’intensificazione delle collaborazioni tra imprese e tra imprese e centri di ricerca, nell’ambito di un sistema industriale abbastanza sviluppato. Orientamento Si tratta di regioni con sistemi industriali e scientifico-tecnologici piuttosto sviluppati, al targeting che si pongono ora obiettivi di maggiore finalizzazione delle collaborazioni tra pubblico e privato, combinando approcci top-down e approcci bottom-up. Orientamento Si tratta di regioni che puntano in maniera abbastanza marcata sul rafforzamento dei al rafforzamento centri di ricerca e sull’incentivazione di processi di trasferimento da questi alle imprese. dei centri di ricerca Si tratta di strategie in alcuni casi piuttosto ambiziosi, anche finalizzati a generare processi di discontinuità. Orientamento al Si tratta di regioni caratterizzate da sistemi industriali abbastanza consolidati, che si rafforzamento intendono rafforzare ulteriormente. In alcuni casi viene esplicitato un preciso timore del sistema di vulnerabilità rispetto a salti tecnologici, cui si pensa di ovviare con processi di nasciindustriale esistente ta di nuove imprese o con il lancio di nuove traiettorie tecnologiche. 68 REGIONI Sicilia Calabria, Basilicata, Lazio Umbria, Friuli; Lombardia Toscana, Veneto Campania, Puglia, Provincia di Trento Emilia Romagna, Marche, Piemonte Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE REGIONALI PER LA R&S INTERLOCUTORE RINCIPALE DELLE POLITICHE REGIONALI Ulteriori possibili classificazioni delle regioni Un ulteriore tentativo di classificazione delle regioni può essere basato sull’individuazione di due fattori caratterizzanti le singole strategie dei soggetti regionali. In primo luogo è possibile distinguere tra politiche di networking e politiche di targeting. Con le prime intendiamo gli sforzi tesi ad aumentare il livello di collaborazione tra le imprese e le istituzioni già esistenti in regione. Con le seconde intendiamo progetti che mirano ad obiettivi più precisi, per esempio in termini di rafforzamento di determinati settori industriali (già esistenti o meno) o di specifiche traiettorie scientifiche (anche in questo caso, già esistenti oppure no). In secondo luogo è possibile identificare, naturalmente non senza qualche semplificazione, il macro-soggetto identificato come il cardine, il regista, la leva degli interventi regionali, da non confondere con il beneficiario degli interventi stessi. Da questo punto di vista, in alcuni casi viene molto valorizzato il sistema universitario, in altri enti e associazioni di varia natura già esistenti, in altre ancora cabine di regia che vedono la partecipazione di una pluralità di soggetti. Puglia Calabria RICERCA PUBBLICA Campania Lombardia Piemonte Umbria ENTI CONSORTILI ECC... Emilia Romagna Friuli V.G. Lazio Veneto CABINE DI REGIA COLLETTIVE Sicilia Toscana Marche Basilicata NETWORKING TARGETING FOCUS DELLE POLITICHE REGIONALI La politica di R&S del Friuli Venezia Giulia in sintesi La Regione Friuli Venezia Giulia (FVG) ha vissuto negli anni Novanta un periodo di instabilità politica. Dopo essersi dotata, nel corso degli anni Ottanta, di un importante toolbox per il supporto delle attività di internazionalizzazione e di sviluppo economico e sociale, ora la Regione si trova di fronte all’esigenza di rivedere queste strumentazioni. L’innovazione è stata proposta con decisione come una delle priorità della nuova Giunta. Sebbene il quadro legislativo, a fronte di una prolungata instabilità politica, si trovi oggi in un certo ritardo, ciò nonostante il Friuli può contare su importanti realtà di ricerca e di produzione di nuove tecnologie. Accanto a ciò esiste un rilevante tessuto imprenditoriale, industriale e non. Esperti regionali affermano che quello che manca oggi è soprattutto il “punto di raccordo” tra queste due componenti, entrambe di un certo spessore dal punto di vista qualitativo. Da sottolineare sono le misure contenute nel Docup relative all’innovazione e alla ricerca, che mirano alla realizzazione di strutture per l’insediamento di attività di ricerca, alla diffusione delle innovazioni, al sostegno alle imprese per attività di ricerca e sviluppo tecnologico. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 69 Capitolo 2 La nuova Disciplina Generale in Maniera di Innovazione rivede profondamente il modo di gestire le politiche per l’innovazione della regione. Poiché la principale carenza del sistema per l’innovazione friulano era stata individuata nella mancanza di un punto di raccordo tra i diversi attori del territorio, la Disciplina è intervenuta istituendo una “cabina di regia” per questa tipologia di politiche, dotata di ampi poteri e composta dai principali esponenti del mondo imprenditoriale, politico e della ricerca regionale (il Comitato per l’Innovazione). Particolarmente interessante sarà quindi seguire la fase di implementazione e l’esito di questo insieme di iniziative. Risulta rilevante anche il ruolo della finanziaria regionale (Friulia) in una regione a statuto speciale, lasciata libera da funzioni di mera implementazione delle politiche regionali, che ha potuto agire come finanziaria vera e propria, cioè incidendo in forma autonoma sulla politica industriale regionale, attraverso la gestione del proprio pacchetto di partecipazioni. Importante anche la presenza di Area Science Park a Trieste, in pratica l’unico vero (e funzionante) parco scientifico italiano, ed il suo impegno in attività di trasferimento tecnologico. La politica di R&S della Provincia Autonoma di Trento in sintesi La Provincia Autonomia di Trento (PAT) rappresenta un caso piuttosto interessante per diversi motivi. In primo luogo, in quanto provincia autonoma, in secondo luogo per l’innovatività e la chiarezza di alcune scelte, ed infine in quanto rappresenta una sorta di “finestra” verso il mondo tedesco. Il caso di Trento si caratterizza per un forte impegno politico per il sostegno all’innovazione ed il trasferimento tecnologico. Sembra che il Trentino si stia proponendo obiettivi particolarmente ambiziosi, e di lungo periodo, per quanto riguarda la crescita sostenuta da un massiccio investimento, sia pubblico che privato, in attività di ricerca e innovazione. Prima prova di questo atteggiamento è senza dubbio l’aumento considerevole degli stanziamenti in questo ambito, e le dichiarazioni da parte delle autorità provinciali, di ulteriori aumenti (fino ad arrivare al 4.5% del bilancio provinciale, mentre ora la PAT spende il 2.5%). Si tratta di decisioni da ritenersi coraggiose e non facilmente accettabili da una popolazione abituata ad investimenti a sostegno delle attività turistiche ed agricole. Gli interventi sono caratterizzati dall’organizzazione di contatti e accordi bilaterali, piuttosto che di tavoli di coordinamento, come invece accade in altre regioni. Da segnalare anche l’accordo con il Centro Ricerche Fiat (CRF) di Torino, che prevede uno stanziamento pluriennale della provincia di 7,7 milioni di euro per la creazione di una sede distaccata del CRF in provincia di Trento. La definizione di obiettivi quali il targeting mirato a precise aree di eccellenza, e l’apertura del sistema a contaminazioni nazionali ed internazionali sono le prin- 70 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE REGIONALI PER LA R&S cipali priorità che si sono poste le autorità provinciali. Accordi di tipo bilaterale hanno caratterizzato la negoziazione delle politiche con gli altri soggetti del sistema provinciale per la ricerca e l’innovazione. Sebbene questo approccio abbia pagato (vedasi il caso del CRF), gli accordi con il MIUR, e i risultati conseguiti dall’Università di Trento, non è chiaro che successo questo approccio abbia raggiunto nella condivisione di obiettivi e strumenti con altre realtà imprenditoriali locali (in particolare le PMI). Da segnalare il meccanismo della LP 3/2000 per il finanziamento degli enti funzionali. Gli enti funzionali partecipano “a bando” per l’assegnazione del budget per le proprie attività di ricerca. In questo modo la Provincia si pone l’obiettivo di influenzare le politiche di gestione di questi enti e la direzione dei loro investimenti, ma allo stesso tempo garantisce un certo grado di competizione. Merita attenzione anche l’accordo di collaborazione siglato con la Regione Campania, che definisce il quadro per il sostegno alle collaborazioni tra università e centri di ricerca delle due regioni. Oltre alla presenza dell’Università di Trento, che svolge un ruolo chiave nel sistema dell’innovazione locale, si sottolinea anche la presenza di centri di ricerca nazionali importanti quali il CNR e il CRA. La politica di R&S della Lombardia in sintesi La Lombardia gode da un numero elevatissimo di imprese innovative ed è al primo posto (dopo la Lombardia) per investimento privato in ricerca e sviluppo, grazie ai consistenti investimenti dei centri di ricerca industriale sparsi in gran parte del territorio regionale. La forte competitività delle PMI lombarde e la strutturazione a distretti del tessuto imprenditoriale facilitano la costituzione di network tra imprese e attività di collaborazione per investimenti in R&S. Il sostegno alla Ricerca, all’Innovazione e al trasferimento tecnologico costituisce un obiettivo orizzontale della strategia della politica dello sviluppo economico della Regione. Nell’ambito del Programma di Sviluppo Regionale viene sottolineata l’esigenza di individuare modalità di connessione e integrazione diretta tra il mondo delle imprese e quello della Ricerca, che consentano di creare un canale di comunicazione a due vie tra chi fa e chi consuma ricerca. Punto cardine delle linee strategiche dell’azione regionale negli obiettivi specifici per il sostegno alla R&S è la creazione di una rete capace di integrare e ulteriormente sviluppare Centri di Eccellenza per la Ricerca e il trasferimento tecnologico da rendere competitivi a livello internazionale. L’ Accordo di Programma Quadro stipulato con il Governo (unico nel suo genere in Italia) è finalizzato alla realizzazione di un complesso di programmi ed interventi integrati volti a favorire e sostenere la crescita dei livelli tecnologici e della competitività del sistema lombardo attraverso il sostegno e l’implementazione di processi di Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 71 Capitolo 2 trasferimento tecnologico, la transizione verso nuovi settori industriali e l’ottimizzazione delle relazioni tra realtà istituzionali, sociali e imprenditoriali. Tale finalità è perseguita attraverso lo sviluppo di tre assi d'intervento: 1) Programmazione e coordinamento con lo scopo di potenziare le strutture interne della Regione e fornire alle stesse strumenti per presidiare esaustivamente le politiche della ricerca e dell'innovazione tecnologica; 2) Informazione, per migliorare la circolazione delle idee e delle conoscenze; 3) Attuazione operativa, attraverso l’avvio di programmi e progetti specifici che siano coerenti con gli indirizzi strategici regionali, nazionali e della Unione Europea. Sul territorio regionale operano ben 348 Centri di supporto all’innovazione, quattro BIC (Business Innovation Centre), il CNR di Milano, il Consorzio Politecnico Innovazione e molte realtà che permettono un livello d’interazione sempre maggiore tra la sfera industriale, il mondo universitario e la pubblica amministrazione. La politica di R&S del Piemonte in sintesi Il Piemonte è la regione con la maggior concentrazione di imprese innovative del paese ed è al secondo posto (dopo la Lombardia) per investimento privato in ricerca e sviluppo, grazie ai consistenti investimenti dei grandi centri di ricerca industriale che si trovano nell’area torinese. Da rafforzare sembra, invece, il collegamento tra i centri di ricerca e il tessuto produttivo e il ruolo di trasferimento tecnologico di tali centri. Il Piemonte è una regione all’avanguardia dal punto di vista della ricerca e innovazione, con la presenza di poli industriali di rilevanza nazionale ed internazionale e di alcuni dei più grandi centri di ricerca industriali in Italia. Le politiche regionali per l’innovazione puntano pertanto all’upgrading delle performance innovative dell’industria esistente, componente economica irrinunciabile per la regione, anche dal punto di vista occupazione. Esse puntano anche, tuttavia, alla valorizzazione del patrimonio di conoscenze già esistenti, soprattutto nell’area metropolitana di Torino, e al rafforzamento di traiettorie scientifico-tecnologiche nuove. Sia il Docup che il Por della Regione prevedono misure tese a rafforzare la ricerca scientifica e il trasferimento tecnologico, anche mediante il miglioramento delle risorse umane nel settore della ricerca e sviluppo tecnologico. Estremamente significativo, da quest’ultimo punto di vista, il progetto Torino Internazionale, che ha realizzato una visione della città fino al 2010 e che ha tra gli obiettivi principali anche quello di valorizzare la ricerca e l’innovazione, tramite il sostegno ad un polo universitario internazionale, l’individuazione di aree di eccellenza sulle quali diventare produttori di conoscenza (per ora biotecnologie e valorizzazione del polo sanitario), la valorizzazione delle risorse umane di eccellenza. All’interno di Torino Internazionale, particolare importanza riveste il sotto-pro- 72 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE REGIONALI PER LA R&S getto Torino Wireless, tramite il quale si indica decisamente la traiettoria scientifico-tecnologica tramite la quale si intende perseguire lo sviluppo science-based. Torino Wireless è un distretto che integra ricerca e business (tra i partner il Politecnico di Torino, I3P, ITP, rappresentanti del mondo produttivo e finanziario). Nell’ambito di Torino Wireless non solo operano soggetti di varia natura, ma sono confluite risorse economiche di provenienza pubblica e privata. Il territorio regionale vanta, infine, la presenza di centri di trasferimento tecnologico rilevanti in tutto il paese, come il Centro Ricerche e Produzione della Rai, Telecom Italia Lab, il Centro Ricerche Fiat, IENGF e Alenia, il polo di ricerca della chimica e dei materiali. La politica di R&S del Veneto in sintesi Il quadro della Regione Veneto per quanto riguarda gli interventi a sostegno dell’innovazione e della R&S è in completa trasformazione. Un nuovo approccio all’innovazione ed al trasferimento tecnologico è stato adottato per sfruttare al meglio le competenze e le strutture regionali già presenti, e sostenere, in particolare, il trasferimento tecnologico verso la piccola e media impresa. Nell’autunno 2003 dovrebbe essere varata una legge regionale che definisca le linee guida per il sostegno all’innovazione e alla ricerca scientifica. Questa legge quadro andrà a riformare un sistema a sostegno dell’innovazione già presente e particolarmente articolato, a cui però forse manca una vera e propria “cabina di regia”. La regione si è dotata di un Programma di Azioni Innovative in materia di innovazione tecnologica nel mercato del lavoro e nella pubblica amministrazione. Veneto Innovazione emerge come struttura di supporto delle politiche regionali per l’innovazione. Non solo come ente che realizza le politiche, ma anche come depositario di conoscenze, elemento di raccordo e partner esperto. Forse il candidato più indicato per essere punto di raccordo del futuro sistema per l’innovazione. In questo senso, Vinn ha infatti partecipato recentemente, insieme a rappresentanti delle associazioni di categoria e dell’Università, alla definizione di quella che sarà la nuova legge quadro sull’innovazione della Regione. Il network dei poli scientifici e tecnologici sembra avere raggiunto in Veneto importanti dimensioni, e dunque sono da attendersi risultati particolarmente positivi dai cambiamenti in corso, che almeno sulla carta dovrebbero trovare terreno fertile per l’adozione di un sistema dell’innovazione “a rete”. Tra le strutture più significative si ricorda il Parco Scientifico e Tecnologico Multipolare, previsto dalla Legge Regionale 36/95 e della cui attuazione di occuperà Vinn. Tuttavia, tra i principali punti di debolezza evidenziati dai responsabili regionali che è stato possibile contattare è proprio il mancato coordinamento tra i vari centri per il trasferimento tecnologico, l’università e l’industria privata. Ripartire da una più precisa negoziazione di strumenti ed obiettivi potrebbe essere la base di partenza per il nuovo piano per l’innovazione. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 73 Capitolo 2 La Regione ha istituito un accordo per la ricerca industriale con lo Stato della California, prende parte al Network for Science and Technology (NEST) e ha istituito un accordo con il Massachussets Institute of Technology che permette agli studenti e alle imprese locali di interagire con le attività di ricerca del MIT. La politica di R&S dell’Emilia Romagna in sintesi La regione Emilia Romagna è caratterizzata dalla presenza di rilevanti competenze tecnologiche presso il comparto delle imprese e dalla presenza di un buon numero di centri di ricerca pubblici ed università. Buono sembra anche il collegamento tra mondo della ricerca e mondo imprenditoriale. Per il mantenimento di posizioni di leadership in campo tecnologico, per esempio nel settore delle macchine utensili, dell’industria motociclistica ed altro ancora, la Regione intende rafforzare il più possibile l’interazione tra imprese e sistema di ricerca pubblico. Tra i punti di debolezza del sistema per l’innovazione regionale può essere menzionata l’eccessiva specializzazione settoriale, che rende le imprese della regione potenzialmente vulnerabili ai “salti tecnologici”. Intenso è stato l’intervento della Programmazione regionale in materia di innovazione e ricerca (Por Ob. 3 e Docup); le misure più rilevanti sono contenute nel Docup e riguardano il sostegno all’innovazione nelle piccole e piccolissime imprese, sostegno allo start up di imprese innovative e sviluppo di progetti di innovazione e ricerca. Importante è anche il contenuto del Programma di Azioni Innovative, orientato alla creazione di punti di incontro tra domanda ed offerta di innovazione. All’interno del Programma triennale per lo sviluppo delle attività produttive, l’innovazione è considerata come uno degli elementi da monitorare tramite i sei “assi di sostegno” identificati nel programma (tra cui il sostegno ai progetti di investimento, innovazione e competitività). La legge regionale 7/2002, frutto di programmazione negoziata, è nata in risposta alle carenze condivise dai principali protagonisti del sistema regionale ed ha modificato profondamente la precedente strategia per l’innovazione perché, oltre a sostenere l’innovazione e la ricerca nelle imprese (con un fondo per la ricerca di 41 milioni di euro), ha individuato come obiettivo primario la creazione di reti territoriali per la ricerca e il trasferimento tecnologico. Da menzionare anche il ruolo del consorzio Spinner nella condivisione delle iniziative per l’innovazione, nella crescita delle conoscenze e della vicinanza tra imprese e università. Interessante il processo di riforma del consorzio Aster, che è stato “ripescato” come strumento idoneo a realizzare una sorta di politica di rete tra imprese ed università. La programmazione di questa politica è avvenuta in maniera molto collegiale. 74 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE REGIONALI PER LA R&S “Costruire su quello che si ha”. Questa è in sintesi la strategia alla base dell’intervento della Regione, che si basa sui punti di forza che caratterizzano l’Emilia Romagna, e cioè un sistema di ricerca pubblica particolarmente all’avanguardia e radicato sul territorio, e un ambiente imprenditoriale vitale e ambizioso. La politica di R&S del Lazio in sintesi La regione Lazio appare particolarmente concentrata sulle problematicità delle Pmi, la cui difficoltà principale consiste nell’arduo assorbimento di nuove tecnologie e nuove conoscenze. Si tratta di una scelta quasi obbligata, vista la struttura economica della regione con quasi il 96% di imprese che impiegano meno di dieci addetti. Queste aziende non traggono beneficio delle politiche regionali per l’innovazione (vedi indagine Ministero Attività Produttive presente nel rapporto Inn-Governance), nonostante molte di esse siano considerate “innovative”. L’elevato livello degli investimenti in ricerca e sviluppo della Regione viene garantito quasi esclusivamente dalla presenza di grandi imprese (nonché dal settore pubblico), nonostante il loro numero sia molto ridotto. L’innovazione tecnologica è uno dei settori indicati come prioritari all’interno del Docup Lazio, che prevede diverse azioni a sostegno dell’innovazione, della ricerca, del trasferimento tecnologico e di strumenti finanziari innovativi per le imprese. Nonostante una lunga tradizione di pianificazione negoziata, che ha sempre previsto il coinvolgimento dei principali protagonisti del sistema economico e dell’innovazione, gli interventi realizzati in passato in materia di innovazione non sono stati particolarmente incisivi principalmente a causa della mancanza di un sistema di finanziamento efficiente e dell’eccessivo localismo delle iniziative intraprese. Per questo motivo oggi il principale obiettivo del sistema regionale per l’innovazione è quello di “ristrutturare” il sistema di finanziamento alle attività innovative. In questa ottica si inserisce oggi il ruolo di Filas, finanziaria laziale per l’innovazione tecnologica. Il Piano Regionale per l’innovazione e della Società dell’informazione, di recente approvazione, contiene azioni di sostegno all’innovazione di un certo rilievo, con particolare riguardo alle imprese di piccole e medie dimensioni e a quelle basate sulle nuove tecnologie. Come inserire nelle proprie strategie la “trazione anteriore”, che la concentrazione nel Lazio di grandi centri di ricerca privati e pubblici e di quartieri generali di grandi imprese può garantire€ La risposta a questa domanda sembra essere il sistema di finanziamento previsto dai fondi regionali ed europei, “accompagnato” da misure come l’Osservatorio e Business Lab. Il Progetto Inn-Governance è un programma che ha l’obiettivo di sviluppare strategie di sviluppo integrate per gestire tutti i processi di innovazione. Tale progetto prevede la realizzazione di un Forum permanente sull’innovazione, che costi- Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 75 Capitolo 2 tuirà una piattaforma unica di raccordo tra i vari livelli dell’amministrazione regionale e il settore privato. Studio del sistema regionale per l’innovazione particolarmente interessante. Tutti elementi trattati in forma sistematica. Di grande rilievo sono, infine, le presenze di centri di eccellenza (Centro Atena dedicato alla comunicazione multimediale interattiva e all’aerospazio, le Università del Lazio, il Cnr, l’Enea, l’Infm, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ecc.) e di infrastrutture per il trasferimento tecnologico (Parco Lazio Meridionale, Polo Tecnologico Industriale Romano, Parco Scientifico di Tor Vergata, Consorzio Agrital Ricerche, ecc.). La politica di R&S della Liguria in sintesi Tradizionalmente la Liguria è una regione fortemente caratterizzata dalla presenza di industrie pesanti, a capitale pubblico, nonché del sistema portuale a Genova. Tali attività economiche stanno attraversando da anni un periodo di crisi e parallelamente a tale crisi sono state lanciate numerose iniziative per la promozione di attività connesse ai settori ad alta tecnologia. Buoni sono i risultati della Regione in merito all’innovazione: la regione presenta un’elevata innovatività delle sue imprese (anche se quelle più innovative fanno capo a direzioni esterne al territorio ligure) e la città di Genova, insieme a Milano e Torino, è una delle città del paese con la maggior presenza di imprese ad elevato contenuto tecnologico. Più scarso è, invece, l’impegno della regione nella produzione di innovazione e quindi in ricerca e sviluppo tecnologico. Il Docup Ob.2 contiene alcune misure di interesse particolare per quanto riguarda l’innovazione e il trasferimento dell’innovazione; in particolare la Misura Sostegno all’innovazione (recentemente entrata in fase attuativa) tra i vari obiettivi, mira anche a sostenere l’innovazione tecnologica e la ricerca industriale. Altre misure di sostegno alla ricerca, trasferimento tecnologico e innovazione sono contenute anche nel Por. Dall’inizio del 2003, sono disponibili anche gli incentivi previsti dalla legge 140/97 (bonus fiscali per attività di ricerca e sviluppo), che ammontano a circa 1,3 milioni di euro. In particolare, la Liguria si sta dotando di una strategia regionale dell’innovazione, ancora in fase di definizione, che si occuperà di promuovere la cultura dell’innovazione, qualificare l’offerta di alta formazione per lo sviluppo di risorse umane da impiegare in settori innovativi, rafforzare il legame tra i diversi attori del territorio, incentivare la crescita tecnologica delle piccole e medie imprese. Per la definizione di questa strategia, tuttavia, non è ancora chiaro quale sarà la partecipazione della Regione, del mondo della ricerca scientifica e di quello industriale. La regione appare dotata di buone strutture per il trasferimento tecnologico, e ciò è confermato dalla buona performance in materia di introduzione di innovazio- 76 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE REGIONALI PER LA R&S ni sul territorio. Tra le strutture più interessanti si ricordano il Parco Scientifico e Tecnologico della Liguria e la Sviluppo Italia Liguria, promotrice, tra l’altro, dell’iniziativa “Incubatore dell’Alta Tecnologia e dell’Innovazione di Cornigliano”. La politica di R&S delle Marche in sintesi Le strategie portate avanti dalla Regione hanno sempre puntato storicamente al sostegno del potenziale imprenditoriale delle piccole e medie imprese: tale linea, tuttavia, si è rivelata oggi obsoleta per varie ragioni, tra le quali l’assenza di rilevanti competenze distintive, la frammentazione delle strategie di sviluppo e innovazione, la difficoltà ad accedere ai servizi tecnologici ed avanzati, la fragilità finanziaria delle piccole imprese. La nuova strategia portata avanti allo stato attuale sembra più orientata ad accelerare il processo di sviluppo della Regione, al fine di colmare il gap esistente rispetto alle altre regioni. In termini di filosofia di fondo, sembra che le Marche abbiano intrapreso, o abbiano puntato molto, sull’inclusione delle parti sociali, delle associazioni di categoria e delle università, nella pianificazione dei loro progetti di intervento in ambito di processi di trasferimento tecnologico ed innovazione. Sarà interessante verificare in futuro l’effettivo funzionamento di questo approccio. Alcune misure interessanti riguardanti l’innovazione sono contenute nel Docup della Regione. Particolarmente significativo è il Programma di Azioni Innovative con cui la Regione si pone l’obiettivo di promuovere misure sperimentali di innovazione di sistema (attraverso, ad esempio, la creazione di network più stabili e efficienti tra gli attori del territorio e lo sviluppo di un patrimonio regionale di competenze diffuse e distintive nel settore della tecnologie), che si pone in continuità con il progetto RITTS P.I.T.M.A.R.. L’implementazione di un Osservatorio Regionale Permanente sull’Innovazione potrebbe essere un’iniziativa interessante che merita attenzione. Si avvicina, anche se non esplicitamente, al modello adottato da altre regioni della “cabina di regia”. La crisi che sta attraversando oggi il “Sistema Marche” può essere interpretata come crisi sia di competitività internazionale, relativa sia alla sua capacità di adattamento ai cambiamenti in atto a livello di mercato globale, sia di competitività interna, dovuta alla difficoltà di adattarsi alle nuove logiche e tecnologie di produzione (l'innovazione continua ad essere intesa nella maggioranza delle PMI come innovazione dei processi produttivi, mentre ancora scarsa è la sensibilità verso forme di innovazione di sistema più complesse e costose quali le attività di Ricerca & Sviluppo e l'innovazione applicata all'organizzazione e gestione delle attività interaziendale). La necessità di fare ricorso a tecniche innovative non solo nella gestione dei processi produttivi e dei prodotti, ma anche nella stessa organizzazione dell’intera catena produttiva, diventa quindi una discriminante strategica per poter sostenere la competitività di un sistema che risponde a logiche produttive più avanzate. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 77 Capitolo 2 Di particolare rilevanza sono, infine, le strutture regionali di supporto al trasferimento tecnologico (COMIT - Consorzio Marchigiano Innovazione Tecnologia, Tecnomarche – Parco Scientifico e Tecnologico delle Marche, Agenzia per lo Sviluppo Tecnologico e la Ricerca Applicata) e alla ricerca (Fondazione Aristide Merloni, l’Istituto Adriano Olivetti, il CESCOT Pesaro, S.I.S.TE.MA., ecc.) La politica di R&S della Toscana in sintesi La Regione è caratterizzata dalla presenza di due tipologie di imprese per le quali sono necessari interventi diversi: le piccole e medie imprese operanti in settori tradizionali per le quali sarebbe opportuno attivare pratiche di promozione dei contatti con le realtà più innovative della regione, e le piccole e medie imprese operanti in settori high-tech, imprese in fase di crescita ma caratterizzate da significativi problemi finanziari e da sottocapitalizzazione. Dal punto di vista dell’innovazione e della ricerca la Toscana è una regione “di mezzo”, cioè nettamente dietro alle regioni del Nord, ma allo stesso tempo nettamente davanti a quelle del Sud. PRAI Toscana consiste in un interessante approccio “bottom-up” (senza peraltro trascurare il sistema dell’offerta di ricerca) per sperimentare azioni innovative in contesti dove il sostegno all’innovazione e l’innovazione in sé sono pratiche poco note. Si spera in questo modo di sostenere l’iniziativa di soggetti leader attraverso il sostegno di un provvedimento “agile”, capace di arrivare ad una valutazione qualitativa dei progetti molto approfondita. Per tutelarsi da rischi politici troppo elevati si prevede un orizzonte temporale abbastanza limitato (due anni), per poi arrivare ad una prima valutazione del percorso compiuto. La metodologia favorita dal PRAI Toscana è proprio lo sviluppo delle “reti”, partenariati tra pubblico e privato, con la Regione come garante, che definisce la direzione delle politiche, ma non esercita un ruolo di “padre padrone”. Nel senso che essa definisce le priorità, ma lascia all’iniziativa del partenariato la scelta della migliore strada da seguire. La Toscana punta parecchio sulla creazione delle reti. Il meccanismo delle reti viene interpretato in Toscana come uno strumento per superare la barriera rappresentata dai costi di transazione che devono essere sostenuti dalle PMI per presentare domande di assistenza o finanziamento. Spesso infatti le PMI non dispongono delle risorse necessarie ad istruire pratiche troppo complesse. Le soluzioni allora sono due: Provvedimenti “a pioggia” o quasi. Si possono prevedere interventi semplici, che cioè non richiedono una grossa mole informativa dal lato dell’impresa, ma che non forniscono una base sufficientemente articolata per arrivare ad una valutazione puntuale delle proposte. Provvedimenti che prevedono la costituzione di un consorzio. In questo caso, la Regione può richiedere ad una cordata di soggetti un rapporto più dettagliato di un progetto complesso. A capo di questa cordata possono esserci laboratori pubblici, particolarmente interessati ad avere accesso a queste risorse, e con le risor- 78 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE REGIONALI PER LA R&S se anche per istruire pratiche complesse. Le imprese vengono a questo punto coinvolte in questi consorzi, in maniera più flessibile. Attenzione particolare meritano, infine, i centri di collegamento tra mondo della ricerca e mondo industriale (tra questi il CPR, il CESVIT, il Consorzio Siena Ricerche, Firenze Tecnologia, il Polo Scientifico e Tecnologico di Navacchio) e alcune iniziative quali il Progetto Link (Piano di Potenziamento della Rete di Ricerca e di Sviluppo del Territorio). La politica di R&S dell’Umbria in sintesi Di rilievo il ruolo di SviluppUmbria, che a seguito dell’introduzione del Progetto RITTS, si è trasformato verso un’agenzia di sviluppo regionale a tutti gli effetti. La regione è dotata di un Progetto Ris+ Umbria e di un Progetto RITTS. Il primo ha l’obiettivo di sostenere l’innovazione, la modernizzazione e il dinamismo attraverso lo sviluppo di progetti di ricerca, la realizzazione di progetti pilota di edilizia sostenibile e l’attivazione del collegamento in rete al network RIS/RITTS. Il secondo, strettamente interrelato con il primo, si occupa di rivedere il sistema dell’offerta pubblica di innovazione mediante la razionalizzazione delle strutture esistenti (interventi su SviluppUmbria, sul Parco Scientifico e Tecnologico di Terni e su altri poli di eccellenza). Nel periodo 1999 – 2001 la Regione si era dotata di un Programma Regionale di Sviluppo, che prevedeva il sostegno alle nuove imprese tecnologiche e alla nascita di spin-off e l’incentivazione di forme di partenariato tra industria, centri di ricerca e Università, volte al trasferimento tecnologico. L’Umbria è una regione da esaminare attentamente in futuro in quanto non ha ancora adottato una precisa strada per la riforma del proprio sostegno all’innovazione e al trasferimento tecnologico, pur essendo in corso un lavoro di riflessione e implementazione in questo campo, che porterà la regione a definire il nuovo Piano Regionale per l’Innovazione. L’Umbria ha alle spalle una tradizione di intervento a sostegno del trasferimento tecnologico, in particolare con la presenza di un sistema di centri di servizio. Queste strutture, e più in generale l’eredità di una particolare politica di intervento, sembrerebbero rallentare la revisione di un piano regionale per l’innovazione. Due commissioni composte da rappresentanti della regione, di associazioni di categoria e del mondo accademico sono infatti già state costituite, ma non hanno ancora raggiunto risultati significativi. La Regione ospita quattro strutture particolarmente rilevanti ai fini del trasferimento tecnologico: si tratta del Parco Scientifico e Tecnologico dell’UmbriaSitech, il Parco Scientifico e Tecnologico Agroalimentare, il Polo materiali speciali di Terni e il Centro multimediale di Terni. Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 79 Capitolo 2 La politica di R&S della Basilicata in sintesi Come per altre regioni del Mezzogiorno, anche la Basilicata riconosce la vulnerabilità del proprio sistema economico-industriale, esposto alla concorrenza da parte dei paesi a basso costo del lavoro e allo stesso tempo non attrezzato per competere in settori a maggiore contenuto di conoscenza: da queste considerazioni è nata l’esigenza di investire maggiormente in ricerca e innovazione e nel trasferimento tecnologico alle imprese. Le politiche regionali sembrano comprendere, in maggiore o minore misura, tutto l’assortimento “tipico” a riguardo dell’innovazione tecnologica, dal rafforzamento dell’innovazione nelle pmi, ai centri di trasferimento tecnologico, a qualche forma di rafforzamento dell’offerta di ricerca, soprattutto quella orientata alle imprese. Come previsto dal Por Ob.1 e in risposta alle considerazioni di cui sopra, la Regione ha recentemente presentato il nuovo Piano Regionale della Ricerca e Sviluppo Tecnologico e dell’Innovazione, il cui iter di approvazione dovrebbe concludersi a Settembre/Ottobre 2003 e che metterà a disposizione delle imprese che investiranno in innovazione tecnologica una somma pari a 13 milioni di Euro circa. Anche nel caso della Basilicata è prevista la presenza di un Comitato Misto, composto da rappresentanti delle istituzioni pubbliche, delle organizzazioni sindacali e di categoria e delle associazioni ambientaliste. Elementi di originalità, o quanto meno di differenziazione rispetto a regioni simili, sembrano essere il minore coinvolgimento di strutture di ricerca pubbliche, ed una maggiore attenzione al potenziale delle risorse umane giovani e alle attività legate alla conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale, attività sulle quali la regione ha sviluppato importanti competenze. Proprio in materia di miglioramento della qualità ambientale del territorio regionale, la Regione si è dotata di un Programma Regionale di Azioni Innovative, denominato “ Territorio di eccellenza”. Significativa sembra la presenza di centri di trasferimento tecnologico, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo e l’innovazione in campo agricolo. La politica di R&S della Calabria in sintesi Relativamente alla ricerca e all’innovazione, la Regione è caratterizzata da uno scarso volume di investimenti in ricerca, scarsa collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese, disallineamento tra domanda e offerta di innovazione. La Regione intende promuovere nei prossimi anni strategie volte ad una maggiore apertura verso l’esterno e a stimolare la crescita del territorio, puntando soprattutto sulla creazione di reti e relazioni fra gli attori del territorio in grado di attivare nuovi percorsi di sviluppo e innovazione. 80 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE REGIONALI PER LA R&S Dopo l’esperienza del RIS, il successivo RIS+ e poi il Piano Regionale per l’Innovazione non sono stati più affidati al partner CalPark, ma si è deciso di accentrare nuovamente la responsabilità in Regione. Si può quindi parlare di un fenomeno di “ri-accentramento”. Il Por Ob.1 prevede azioni rilevanti per la ricerca e l’innovazione, finalizzati all’implementazione del Piano Regionale per l’Innovazione, elaborato dalla Regione attraverso il Progetto RIS; obiettivo del Progetto RIS è quello di intervenire sulle criticità del sistema di ricerca e innovazione della Regione di cui si è parlato di sopra. Tra le novità previste in fase di programmazione degli interventi in campo di innovazione e trasferimento tecnologico vie è anche un tentativo di rafforzare le strutture a supporto del partenariato, con la costituzione della Consulta Regionale per la ricerca scientifica e tecnologica, organo consultivo regionale stabile per il coordinamento e la programmazione delle politiche di R&S in Calabria. Le aziende calabresi sono particolarmente attive e attente all’offerta di finanziamenti da parte della Regione e dello Stato. Particolarmente attive sono anche le associazioni di categoria nella partecipazione alle attività di programmazione. Interessante sarà capire quanto il settore privato sarà ricettivo della nuova offerta di servizi avanzati e iniziative quali la costituzione di un’azienda Campus dell’Università della Calabria, o gli osservatori tecnologici per i settori tecnologici strategici. Rilevante sembra anche il ruolo che la Regione riconosce al sistema universitario calabrese all’interno della programmazione e realizzazione del sistema regionale per l’innovazione ed il trasferimento tecnologico; l’Università della Calabria, infine, sta acquisendo sul territorio anche un importante ruolo nel campo del trasferimento tecnologico. La politica di R&S della Campania in sintesi La Campania , pur risultando una regione in netto ritardo rispetto alle regioni del Nord Italia, mostra al contempo la presenza di rilevanti centri di eccellenza, sia tra le imprese che tra i centri di ricerca pubblici. Nonostante l’intensa attività di ricerca scientifica della regione, tuttavia, stenta a crearsi una stabile interazione tra ricerca e mondo produttivo. La Regione Campania è una delle poche che concretizza il proprio impegno sul fronte del sostegno all’innovazione, attraverso la creazione di un apposito assessorato. Significativa risulta l’attenzione che il Por regionale assegna al sistema regionale della ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico. La Regione, sempre con molte risorse derivanti dalla sua appartenenza ad aree obiettivo 1, sembra essersi dotata di una struttura per la pianificazione di inter- Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 81 Capitolo 2 venti particolarmente importanti nell’ambito dell’innovazione: oltre ad un Programma Regionale di Ricerca e ad un Programma Triennale di Promozione della ricerca scientifica, la Regione è dotata anche di una Strategia regionale per lo sviluppo dell’innovazione, il cui primo risultato sono stati i protocolli d’intesa per la creazione dei Centri di Competenza Regionali. La Regione Campania pare particolarmente decisa e innovativa sul fronte dei Centri di Competenza Regionali, la cui creazione ha risposto alla necessità di potenziare, trasferire e disseminare le competenze relative a domini tecnologici specifici. È forse il caso più chiaro tra quelli analizzati: si vuole arrivare ad ottenere importanti ricadute sul territorio, partendo però dalla presenza di importanti centri che hanno il compito di canalizzare competenze di eccellenza e risorse, ed essere soggetti leader in un particolare settore ad elevato contenuto tecnologico. Tra i vari compiti, inoltre, i Centri di Competenza Regionali, tramite la figura dei responsabili scientifici, hanno anche il compito di coordinarsi con i principali centri di ricerca pubblici (Università e CNR). La politica di R&S della Puglia in sintesi La regione è caratterizzata da una presenza molto elevata di imprese di piccole e medie dimensioni, operanti in settori tradizionali ed a basso valore aggiunto, mentre scarsa risulta la presenza di grandi imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo sul territorio. La domanda di innovazione delle piccole e medie imprese stenta a manifestarsi, se non viene stimolata adeguatamente e scarsa è la presenza di figure professionali adeguate nelle aziende, soprattutto in campo organizzativo, tecnico e manageriale. Tra le opportunità della Regione, invece, si ricordano la vitalità imprenditoriale e una significativa presenza di centri di ricerca e sviluppo e di trasferimento tecnologico, il cui legame con il contesto produttivo risulta, tuttavia, piuttosto scarso. La Puglia è una regione la cui strategia per lo sviluppo del sistema regionale dell’innovazione è basata sul sostegno ai centri di eccellenza e al loro collegamento “a rete” o a distretto: si vuol perseguire sostanzialmente una strategia di integrazione stretta tra le strutture regionali di ricerca e sviluppo, il sistema internazionale della ricerca e il mondo produttivo. L’approccio sembrerebbe da questo punto di vista piuttosto simile all’esperienza toscana della Rete Regionale per l’Alta Tecnologia. Il Por della Regione appare fortemente impegnato a sostenere la ricerca e lo sviluppo tecnologico; significativa appare, in questo senso, la Strategia regionale per la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico (all’interno del Por), fortemente impegnata nella creazione di un distretto regionale dell’innovazione attraverso la definizione di poli regionali dell’innovazione distribuiti sul territorio e collegati ai centri di ricerca. 82 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia POLITICHE REGIONALI PER LA R&S La Puglia, nella definizione del POR, prevede l’intervento di un Comitato InterUniversitario. Particolarmente interessante risulta questa iniziativa, che porta quindi alla definizione di una strategia per la ricerca e l’innovazione concordata con le principali sedi di produzione di conoscenza scientifica e tecnologica. Di rilievo anche il Progetto RIS Puglia INNOVA, per la preparazione del quale sono state coinvolte anche la imprese, la cui partecipazione è stata (o quanto meno così sembrerebbe dai documenti consultati), piuttosto attiva. Particolarmente importante appare quindi monitorare che cosa succederà in Puglia, dove si è deciso di andare ad attuare una strategia basata sulla collaborazione tra pubblico e università per la creazione di reti e distretti tecnologici. Non è chiaro se anche le imprese sono state coinvolte, o comunque se sono stati recepiti i problemi segnalati dalle imprese nell’ambito del progetto RIS. Difficile potrebbe risultare il dialogo con le imprese pugliesi, in quanto, sebbene apparentemente dinamiche e motivate, esse sono in gran parte di piccole dimensioni, e operano in settori tradizionali o dal basso valore aggiunto. Considerevoli, infine, sono le presenze di centri per il trasferimento tecnologico, tra i quali si ricordano Tecnopolis, il Consorzio Cetma e l’Industrial Liaison Office di Lecce. La politica di R&S della Sicilia in sintesi La regione Sicilia si concentra prevalentemente sulle gravi problematiche legate all’arretratezza socio-economica, all’insufficiente sviluppo delle infrastrutture e all’elevato tasso di disoccupazione, su un più corretto sfruttamento delle risorse naturali, su un maggior sostegno alla lotta contro la criminalità organizzata e sulla pianificazione urbana, ponendo quindi la ricerca e l’innovazione in secondo piano nelle politiche di intervento sul territorio. Dal punto di vista dell’innovazione e della ricerca, la Sicilia è caratterizzata da un investimento molto basso delle imprese private in attività di ricerca e sviluppo e la forma di innovazione più diffusa è quella diretta, che avviene, cioè con l’acquisto di macchinari e beni capitali. Costituisce un’eccezione l’area di Catania, che ospita numerosi e notevoli centri di ricerca pubblici e privati. La “trazione anteriore”, rappresentata dalla ricerca pubblica in Sicilia, non sembrerebbe riuscire a canalizzare gli sforzi (e gli ingenti investimenti) verso ricadute sul sistema locale. La Regione e gli esponenti del sistema della ricerca identificano nella debolezza e arretratezza del sistema imprenditoriale locale la vera causa di questo mancato ritorno. Gli strumenti di programmazione della Regione contengono misure significative, miranti alla crescita di capitale umano pregiato, alla valorizzazione della domanda di ricerca delle piccole e medie imprese nei settori rilevanti dal punto di vista strategico, alla valorizzazione del trasferimento tecnologico, alla creazione di reti Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia 83 Capitolo 2 tra gli enti che svolgono un ruolo di interfaccia tra il sistema ricerca e il sistema imprenditoriale, in modo da “forzare” la cooperazione. All’inizio del 2003 la Regione si è dotata di una Strategia regionale per l’innovazione, prevista dal Por Sicilia, che si concentra su due macro-obiettivi: quello di potenziare le capacità di innovazione del tessuto economico siciliano e quello di valorizzare la conoscenza prodotta in Sicilia e la nascita di nuove imprese basate sulle tecnologie. Per la definizione del consenso sulla Strategia si è costituito un Tavolo Partenariale per la Ricerca e Innovazione, interessante iniziativa che ha riunito rappresentanti della ricerca, centri di trasferimento tecnologico, rappresentanti della Regione e del mondo produttivo. Di rilievo, infine, la presenza del Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, il cui ruolo di Agenzia per l’innovazione è stato potenziato anche dalla Strategia Regionale per l’innovazione. 84 Finanza e Innovazione - Finanza innovativa e politiche regionali per la R&S in Italia Finance and Innovation Third paper Innovative finance and regional policies for R&D in Italy On behalf of the third “Finance and Innovation” forum’s Organizing Committee - Lilia Alberghina (University of Milan-Bicocca), Giampio Bracchi (Politecnico Milano), Anna Gervasoni (AIFI and LIUC University), Enrico Decleva (University of Milan), Alberto Pieri (FAST), Riccardo Viale (University of Milan-Bicocca and Fondazione Rosselli) – I would like to thank those who lent a precious hand in the contribution to making this document: Anna Gervasoni (AIFI) and Andrea Piccaluga (Scuola Superiore Sant’Anna – Pisa). I would also like to thank the speakers from the third “Finance & Innovation” Forum held in Milan on 26 September 2003: Luciano Caglioti - Università La Sapienza Roma Sergio Campodall'Orto - Politecnico Innovazione Alessandro Clerici - Associazione Elettrotecnica ed Elettronica Italiana Eugenio Corti - APSTI Claudio Demattè - AIFI Sergio Dompé - Dompé Farmaceutici Giovanni Fabri - Italtel Gian Maria Gros-Pietro - Autostrade SpA Vincenzo Linardi - San Paolo IMI Ubaldo Livolsi - Livolsi & Partners Dario Monti - Centro Ricerche Fiat Elserino Piol - Pino Venture Giovanni A. Puglisi - IULM Luigi Ricciardi - BIOPOLO Carlo Rizzuto - Sincrotrone Umberto Rosa π- Snia Sergio Sambonet - 3i Raffaello Vignali - IRER Mario Zanone Poma - Intesa Mediocredito Marco Nicolai Direttore Generale Finlombarda S.p.A. 88 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INDEX CHAPTER 1: INNOVATIVE FINANCE 1.1 Innovative financial instruments: venture capital 1.2 The venture capital sector 1.3 EU initiatives for venture capital 1.4 Government initiatives 1.4.1 Italian legislation 1.4.2 Risk capital initiatives 1.5 Innovation finance initiatives - Structural Funds 1.6 Regional risk capital initiatives 1.7 Other institutional venture capital initiatives 1.8 Summary of all the institutional risk capital initiatives in Italy 1.9 European benchmarks of venture capital programmmes 1.10 Some European aid schemes for venture capital 91 91 94 98 105 105 105 118 129 132 136 137 143 CHAPTER 2: REGIONAL POLICIES FOR R&D 2.1 Preface – A laboratory called Italy 2.2 The role of the Regions 2.3 Public – private partnership for R&D 2.4 Regional policies for promoting research and technological innovation 145 145 146 147 148 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 89 CHAPTER 1 INNOVATIVE FINANCE 1.1 Innovative financial instruments: venture capital Development of research activities and incentivizing the creation of innovative companies have for some time been two key issues for the development of an open economy. Evaluations show that there is a competitiveness gap between Italy and the leading industrialized countries, especially in terms of research, which is mainly public and about 1% of the GDP. Italy is ranked at the same level as countries such as Greece or Portugal for scientific and technological innovation, and is far from the most industrialized economies. Regarding investments aimed at creating innovative companies, the - rate of the total amount invested by institutional investors decreased significantly starting from 2000 – the year in which the high-tech market collapsed. Italy has never reached levels comparable with the leading industrialized countries due to problems with its socio-economic fabric and the regulations that are in force. For these reasons, institutional authorities have focused more attention to early stage investments in technological companies in the past few years. It was found that public resources should go together for innovative finance instruments in partnership with the private system in order to partner public funds with the competencies and management methodologies typically used by the private system. The benefits brought by a new culture characterized by scientific, financial, and entrepreneurial elements, but above all by a common effort by key actors in the innovation process and creation of companies, could be a first step towards the realization of a knowledge based economy, as was recommended by the Lisbon Council. The determined attempt for this change stimulated the principal institutional authorities as well as Regions, Provinces, universities, public and private research centres, Patent Offices, financial associations and venture capital companies, which proposed the implementation of an ever increasing number of initiatives. There is a competitiveness gap between Italy’s research and innovation system and that implemented by other European countries, and since there is also an inadequate level of public financing for these policies, it is necessary to find alternatives to direct public aid to promote research and innovation policies. Private market financial instruments – especially venture capital – are a source of financing for research recognized also at the European level. Since 1995, the Green Paper on Innovation pointed out innovative companies’ difficulties obtaining financing (see figure below), and proposed the development of new instruments for financing. In a recent survey carried out on a sample of European SMEs, access to financing is seen as the third biggest obstacle to company growth. Surprisingly, this problem was not only found with a high intensity in countries such as Italy, Portugal, Spain and Greece, but also in the United Kingdom and Ireland. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 91 Chapter 1 Main constraints on entrepreneurship in europe by size of company (NO. Employees) Lack of qualified work 29,1 22,7 22,7 10,2 Access to financial resources 12,0 12,9 2,0 Implementation of new technology 3,0 3,3 2,2 Implementation of new organization 1,6 2,0 1,6 1,0 Quality of management 3,2 0 - -9 11,8 Administrative norms (environment, health, safety) 10 - -49 13,8 11,8 Infrastructures (motorways, gas, electricity, communication) 5,3 2,3 50 - 249 7,1 7,3 4,0 Implementation of common currency 4,9 8,0 8,5 Other 10,4 No impediments 25,3 20,9 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 29,1 24 26 28 30 Access to financing – main obstacle to entpreneurship 30 25 % on total SMEs 20 15 10 5 0 BE DK GER GRE SP FR IRL IT LUX NL AU POR FIN SV UK UE-15 Fonte: EVCA, Yearbook 2003. After the Green Paper, the European Commission presented many programme guidelines to promote the conditions for financing innovation with risk capital – specifically for risk capital (Plan for risk capital) and also for wider range of issues (for example the Action Plan for Innovation, the Action Plan for Financial Services, the Communication “Towards a European Research Area”, the Communication “Innovation in a knowledge based economy” and the Long-term Programmes SMEs). 92 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Confirming the importance of venture capital, the Commission included the incidence of risk capital investments in high-tech companies on GDP among the indicators of EU Member States’ “innovativeness”. The aim of this chapter1 is to describe public aid to venture capital in Europe and in Italy without presuming to show a complete and exhaustive picture. With this in mind, various types of informative sources were studied: The Venture Capital Sector: which, since the crisis of the New Economy in 2000, shows a strong downturn in international markets, with a more negative impact on the American market than on the European market. Italy’s investment rate is 0.21% of the GDP – an intermediate level in the European € community on the whole, slightly under the EU average (0.23% of the GDP). EU initiatives to support Venture Capital: with reference to the Community programmes and pilot projects for risk capital for innovative companies (ETF, ETF Start Up, I-TEC, Seed Capital Action, Eurotech Capital) the EU finances - mainly through the European Investment Fund (EIF) - 179 Funds, for a total of € 2,458.30 million. Italian funds (16, 8.94% of the total) receive 11.31% (EUR 278.1 million) of total aid allocated by the European Union. Government initiatives Italian legislation Risk capital initiatives Innovative Finance initiatives in Structural Funds: only a small percentage of Innovative Finance Measures that provide financial engineering and risk capital interventions are or have been implemented (estimated to be EUR 534 million). Four initiatives have been implemented and only one (Lazio) is already in progress. The total of the five Funds is estimated to be EUR 126.7 million. Regional initiatives: three regional risk capital initiatives were found: the Next Fund and Politekne Fund (Lombardy Region), which have already been implemented, and Sicilia Fund (Sicily Region), which is still being implemented. The total amount for these funds is EUR 110 million. Other institutional Venture Capital initiatives: there are five funds, set up by three different asset management companies, to encourage investments in applied research and technological innovation of companies in the early stage. These funds, most of which are waiting for authorization by Banca d'Italia, total EUR 75 million. European benchmarks of Venture Capital programmes: Based on the census of the Trend Report, there have been 48 interventions to support venture capital have been constituted since 1990. The census did not find an Italian programme, while countries such as Austria, Germany and the UK have shown an increased interest in the sector. 1 Carried out with the collaboration of AIFI Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 93 Chapter 1 Some European cases of aid schemes for Venture Capital: seven important cases of EU Member States’ national government initiatives cases were studied. 1.2 The venture capital sector Stock markets of the high growth companies’ When analyzing the risk capital market, it is necessary to consider the performance of the stock markets of strong growth companies. These markets play an important role for venture capitalists since they provide an important exit route for investors. The bursting of the internet bubble in 2000 brought on a collapse of strong growth companies’ stocks, which was felt even more following the events of September 11th. For example, 142 companies are quoted on EuroNext [this market, which was set up in 2000, is the result of the fusion of the Paris, Amsterdam, Brussels, and Lisbon markets], compared to the 140 listed in Nouveau Marché at the end of June 2000. Nasdaq, in contrast with European markets, also having felt the effects of the internet bubble and September 11th, has about 3,400 companies listed (compared to 5,818 in June 2000). Proof of the capitalization of the European markets (EUR 20,456 million), if similar to AIM, is only slightly over 1% of that of Nasdaq (EUR 1,974,995 million). New Market STARTING YEAR Number of companies quoted Market Capitalization (Million €) Average capitalization per company (MI€) Performance since start of year Performance since 1998 1999 143 331 1.718 45 Nasdaq EuroNext Europe Continental Europe 2001 2000 29 153 172 182 546 2.449 30 9 AIM Nasdaq* Extra C. Europe 1995 1971 250 66 500 172 10 - * updated in august 2003 - Source: Nuovo Mercato, Nasdaq Europe, EuroNext, AIM, Nasdaq. Raising risk capital in Europe in 2002 In 2002, € 26.7 billion in risk capital was raised in the EU, which was around 30% less than the € 40 billion raised in 2001. The most significant contribution was from the United Kingdom, who with € 14.2 billion represents over 50% of the risk capital gathered in 2002, followed by France with € 4.8 billion, which was 18% of the EU total. Italy takes third place after the United Kingdom and France, with €1.9 billion risk capital raised – 7.5% of all the funds raised in EU Member States, thus demonstrating a slight increase compared to 2001 (€1.8 billion). Most EU countries had a decrease in capital raised compared to 2001: -37% for the United Kingdom, -12.6% for France and –55.7% for Germany. 94 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Risk capital raised (M€ 2002) (M€) 30.000 26.780 25.000 20.000 14.201 15.000 10.000 4.799 5.000 177 125 201 301 720 AU BE IRL DK FI 1.644 1.996 66 1.195 74 640 642 POR SP SV 0 FR GER GRE IT LUX UK UE-15 Source: EVCA Yearbook 2003. Risk capital in the EU (M€ 1999-2002) 50.000 Italy Germany 40.000 France the United Kingdom 30.000 UE 26.780 M€ 20.000 14.200 M€ 10.000 4.799 M€ 1.996 M€ 1.644 M€ 0 1999 2000 2001 2002 Source: Finlombarda on EVCA data, 2001 and 2003 Yearbook. Investments in the Risk Capital Market in Europe and in the US in 2002 The analysis of the intensity of risk capital investments in 2002 clearly shows the different performance of EU countries and the European investment average of 0.23% on GDP. The United Kingdom had the best performance (0.63% of the GDP), and Greece had the lowest level (0.03% of the GDP). Italy, with 0.21% of the GDP has an intermediate level in the community, slightly below the EU average. European investments in risk capital show a weaker dynamic compared to the evolution of the American market. In Europe, there was a positive trend in investments only in 1998, while in the growth rate in the United States was much stronger until 2000, when the crisis of the new economy occurred; it had a stronger impact on the American market than on the European one. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 95 Chapter 1 Investiments in risk capital in % of GDP (2002) (%) 0,7 0,63 0,58 0,6 0,5 0,39 0,4 0,368 0,33 0,3 0,23 0,21 0,18 0,2 0,13 0,14 0,1 0,14 0,12 0,10 0,08 0,07 0,05 0,03 0 AU BE IRL DK FI FR GER GRE IT LUX NO POR SP SV UK UE-15 USA Source: EVCA, Yearbook 2003; NVCA, 2003. Groth rate of investments in risk capital in the EU and in the US, 1996-2002 (anno 1996=100) 1.000 USA UE 800 600 400 200 0 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 Source: Finlombarda processing of EVCA data, Yearbook 2001 e 2003; NVCA, 2003. Risk capital investments in percentage on investment total “by stage” (2002) in Europe The allocation of investments by stage (“early stage”, “expansion and development”) gives an indication of financing in the start up stage and the development stage. In Europe, there was limited emphasis on “early stage” investments in 2002, with Denmark as a noteworthy exception. In some Member States - especially in Italy (with 2.5% of €2,625 million) – the amount of risk capital invested in the “expansion and development” stage is above the EU average. The total EU investment in “early stage” in 2002 was € 2,699 million, which is 35% less than in 2001 (€ 4,188.38 million). The Member States which invest most in the first phase of the company life cycle are the United Kingdom (35% of the EU total with € 955 million), Germany (€ 560 million) and France (€ 494 million). It was mainly Sweden (-88%), Denmark (-87%) and Italy (-77%) to fuel the rate of decrease in investments in early stage between 2001 and 2002. 96 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Risk capital investments by stage (%, 2002) UE-15 10,0% 68,6 1.722,3 89,0% 2,5% IT 968,2 85,0% 11,0% LUX 2.625,6 97,5% 28,6% GRE 71,4% 22,4% GER 45,4 77,6% 8,4% FR 2.506,2 91,6% 21,6% DK 5.851,0 78,4% 456,0 56,9% IRL 43,1% 26,1% FI 241,9 105,1 73,9% 30,2% BE 360,0 69,8% 18,8% AU 1.467,9 89,0% 15,0% POR 10.384,8 EXPANSION & DEVELOPMENT 83,0% 11,0% SP EARLY STAGE 94,2% 17,0% SV 26.949,2 90,0% 5,8% UK 146,1 81,2% Total (M€) 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Investiment trends in Early Stage (M€ 1999-2002) M€ 8.000,0 Italy Germany 6.000,0 France the United Kingdom UE 4.000,0 2.699 M€ 2.000,0 955 M€ 560,8 M€ 493 M€ 64,5 M€ 0 1999 2000 2001 2002 Investiments in High Tech risk on total risk capitale investments in % of GDP (2002) INVESTIMENTS IN PRIVATE EQUITY AS % OF GDP 0,70% United Kindom Sweden 0,60% 0,50% The Netherlands France 0,40% Finland 0,30% Eu -15 0,20% Spain Italy Danmark Belgium Portugal 0,10% Ireland Austria Greece 0,00% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% INVESTIMENTS IN HIGHT-TECH AS % OF TOTAL INVESTIMENTS IN RISK CAPITAL Source: Finlombarda on EVCA data, Yearbook 2003. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 97 Chapter 1 Risk capital investments in high technology in the EU (2002) Risk capital investments in high-tech companies are important for two related reasons: they provide a measure of the amount invested in companies operating in sectors that are particularly innovative but characterized by a high level of risk, and demonstrate these sectors’ burden from driving innovation. In a comparison between Europe and Italy, Italy is found near the EU average: in 2002 11.9% of total investments in risk capital were made in high tech companies, while the EU average investment rate was 12%. In Europe, only the minor economies of Belgium, Austria, Denmark and Ireland invest over 50% of total risk capital financing in high-technology. Risk capital investiments in High Tech (M€ 1999-2002) M€ 12.000,0 Italia 10.000,0 Germania Francia 8.000,0 Regno Unito UE 6.000,0 4.000,0 3.238 M€ 2.000,0 1.164,8 M€ 519,9 M€ 312,8 M€ 0 1999 2000 2001 2002 Source: Finlombarda processing of data EVCA, Yearbook 2001 and 2003. Investments in high-technology companies in the EU in 2002 were EUR 3,238 million, with a decrease of 52.8% compared to the EUR 6,858 million invested in high-tech in 2001. This negative trend was due mainly to the negative performances in the Netherlands (-92%), Sweden (-88%) and Italy (-69%), with a slighter downturn in France (-30%), while the United Kingdom maintains a substantially constant investment rate in the technological sector (-1.2% compared to 2001). 1.3 EU initiatives for venture capital EU Initiatives for Venture Capital There are various EU initiatives aimed at improving innovative companies’ financial context to support the development of risk capital through technological programmes and projects managed by the European Investment Fund (EIF), which became the EIB’s operational arm in 2000: 1. the European facility for technologies (ETF and ETF start up information point and ETF Start-up); 2. financing the creation of innovative new business with growth and job creation potential (Seed Capital Action); 98 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE 3. financing for innovative companies (I-TEC); 4. financing trans-national projects in the high-tech sector (Eurotech Capital). With reference to the instruments studied specifically for the aims outlined, the EIF works mainly through: 1. venture capital: the EIF, being a so-called “Fund of Funds”, invests in company capital through risk capital funds and incubators that support SMEs and, in particular for companies in the early stages of development in the technological sector; 2. guarantee instruments: guarantee interventions directly aimed at financial intermediaries that grant credit to the SMEs, to transfer/mitigate the credit risk. This intervention is aimed at creating a leverage effect on the amount granted to SMEs. Eurotech Capital Since 1989 Period I-Tech Since 1997 ETF Start up -Finished- ETF ETF 1: since 1997 Crea -Finished- 1998 - 2000 1998 - 2000 EIF EIF DG companies - EU ETF 2: since 1999 Authority in Economic and financial EIF on behalf of DG charge affairs companies DG – EU Goal To promote financing Encourage investments Encourage investment Encourage investments Facilitate SMEs’ access for transnational in Early stage in in high growth newly created in to Seed capital high -tech projects high tech SMEs potential SMEs that innovative SMEs through private capital European financial Beneficiary operate in high -tech Venture capital brokers Venture capital operators Venture capital operators Venture capital operators Operators must be able 25% of the fund must Operators can Operators can not invest Venture capital funds to invest € 50 be invested in invest no more more than 50 % of their must be recently set up million, 20% of which innovative SMEs than 15% of their funds funds outside the EU seed capital funds with at authorities specialized in contributing to funds Contraints for high tech SMEs least o € 4 million (of outside the EU which min is 50% public) Contribution - 4% participation of - Contribution for 50% - 25% participation of 25% participation of Contribution for 50% of venture capital of fund ’s operational venture capital funds; venture capital operational costs in funds; costs; - Ceiling= € 10 million funds; start up phase; - Ceiling 1 million EUR - Ceiling = 55% total (per operator) - Ceiling= € 12.5 million - Ceiling= € 0.5 million (per operator) investments (max € 0.5 (per operator) (for each operator) for 3 years million per operator) € 2.5 million Budget € 11 million ETF 1: € 125 million € 168 million € 8 million Investment capacity = € Investment capacity = € ETF 2: € 125 million Investment capacity = € 1 billion 1.3 billion Funds allocated N.A. N.A. 123,4 ML € € 48 million N.A. Leverage Effect € 233 million € 490 million N.A. € 178 million N.A. 800 million Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 99 Chapter 1 Reissuing of multi-annual programmes for SMEs Confirming the need to improve the financing of innovative companies, under the Multi-annual Programme for Companies and Entrepreneurship (2001-2005), the following programmes were reissued: ETF and ETF Start Up and Seed Capital. ETF (Innovation 2000 Initiative) ETF Start up Seed capital (Ex-Crea) Period Since 2001 2001-2005 2001 (Secondo trimestre) - 2005 Authority in EIF EIF on behalf of the European Commission FEI on behalf of the European Commission Encourage investments in innovative and newly charge Goal Develop the European established SMEs (less than 5 years) Encourage investments in SMEs ad high potential of growth venture capital market and job creation, all sectors. for regional development and high-tech SMEs Beneficiary Venture capital Risk capital funds (excluding funds that invest in Venture capital funds, company incubators, any analagous operators pre-IPO, MBO and MBI operations), incubators of organization. companies that have relationships with research institutes and innovation centres, with venture capital operators and that put SMEs in contact with graduates. The investment period varies from Contraints 5 to 12 years. Eligible expenditures: staff staff members, investment managers with a maximum of 2 years experience in the sector, new employees hired after the application for financing was sent. In any case, elegibile staff must have a contract for at least 3 years. Allocation of contribution depends on amount of investments for each staff member elegible for financing. Contribution - From EUR 2 to 12 EIF Participation: usually 25% of the capital and Aid for management costs for eligible activities: max € 100,000 million in exceptional cases 50% (new incubators that for each additional staff member up to € 300,000 per (depends on the size can potentially play role of catalyzer); ceiling of beneficiary (3 additional people) or 5% of the capital allocated of the fund). EUR 10 million, and in exceptional cases EUR for Seed Capital investment, or: Max € 100,000 (1person) if 15million. Public Participation: up to 70% in OB. the capital allocated is between 2 and 4 million EUR ; Max € areas 1 and 2; max 50% for other areas. 200,000 (2 people) if the capital allocated is between EUR 4 Combinability: EIF participation can be and 6 million; Max ! 300,000 (3 people) if over EUR 6 million is combined with other community allocated. facilities (including EIF ones) as long as it does Combinability: contribution to management costs granted with not exceed 50% of the incubator’s capital. this instrument can not be combined with other community facilities and/or other national funding. EUR 1,500 million EUR 90 million EUR 50 million Investment EUR 750 million - - Capacity’ (40 funds) in 2001 Budget Key: Financial resources reported are currently in discussion phase. Source: Council decision regarding Multi-annual programme for Enterprise and Entrepreneurship, especially for SMEs, OJ 333/84 of 29/12/2000; EIF, ETF Start-UP Investment Policy Business Incubators; Seed Capital Action Giudelines; European Commission’s DG Enterprises Indications. 100 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE EU initiatives for risk capital Out of the 179 funds in Europe, the Italian funds (16, 8.94% of the total) receive 11.31% (EUR 278.1 million) of total support allocated by the EU (EUR 2,458.3 million). Italy is the fourth highest country for number of funds and third for contributions received, behind the United Kingdom (14.44%) and France (14.35%) and right before Germany (10.8%). Pan-European countries have 29 funds that receive a total of EUR 416.7 million, or 16.95% of all contributions. EU support for risk capital – cumulative from 1997 to 2003 Funds Country Austria Belgium Denmark Est Europe Finland France Germany Greece Ireland Italy Luxembourg Pan-European and Multi-Country Portugal Spain Sweden The Netherlands United Kingdom Total Number 5 5 4 6 8 29 18 1 7 16 2 29 3 13 7 4 22 179 % 2,79% 2,79% 2,23% 3,35% 4,47% 16,20% 10,06% 0,56% 3,91% 8,94% 1,12% 16,2% 1,68% 7,26% 3,91% 2,23% 12,29% 100% Support Total support 56,4 32,9 43,7 57,0 99,4 352,7 265,4 20,0 99,4 278,1 18,7 416,7 17,5 208,4 82,6 36,3 355,1 2458,3 % 2,29% 1,34% 1,78% 3,05% 4,04% 14,35% 10,8% 0,81% 4,04% 11,31% 0,76% 16,95% 0,71% 8,48% 3,36% 1,48% 14,44% 100% Source: Finlombarda processing of EIF data, Annual Investment Report 1998, 1999, 2000, 2001, 2002 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 101 Chapter 1 Beneficiaries of the various programmes for Member States – programmes from 1997 to 2003 The countries with the most initiatives financed by the EIF are France (29) and the United Kingdom (22). Many others are the initiatives targeting pan-European countries (29). Country EIB Austria Belgium Denmark Est Europe Finland France Germany Greece Irelande Italy Luxembourg Pan-European and Multi-Country Portugal Spain Sweden The Netherlands United Kingdom Total 2 0 1 0 4 4 6 0 3 7 1 2 2 5 1 1 4 43 EIF mandate on EIB 2 2 2 6 0 11 6 1 2 5 0 17 0 6 5 1 9 75 EIF EIF&ETF ETF 0 1 0 0 0 2 2 0 0 0 0 3 0 0 0 0 3 11 1 1 0 0 1 3 1 0 1 1 0 3 0 1 0 1 1 15 0 0 0 0 1 3 1 0 1 1 0 2 0 0 0 1 2 12 Seed ETF capital Start up action 0 0 1 0 1 0 0 0 2 0 6 0 2 0 0 0 0 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0 1 0 0 0 2 1 20 1 N.C. Total 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 1 0 0 0 0 0 2 5 5 4 6 1 18 8 1 7 16 2 29 3 13 7 4 22 179 Note: EIB: from 1989 to 2001 EIF on EIB mandate: from 1997 to 2001 ETF: ETF1 (from 1997 to 1999), ETF2 (from 1999 to 2001); ETF Start UP: from 1998 to 2000 and from 2001 to 2005; SEED CAPITAL ACTION: from 2001 to 2005 “EIF&ETF” includes funds that received funding from both the EIF and ETF Source: Finlombarda processing of EIF data, Annual Investment Report 2002 The portfolio of venture capital operations continued to grow until last year (when the total amount invested was EUR 2.45 billion). With reference to the investment activity, according to the 2002 annual report published by the EIF of official EVCA statistics, the EIF financed 15% of the early stage SMEs that received investments in risk capital since 1997. Out of 179 funds in Europe, the Italian funds (16, 8.94% of the total) received 11.31% (EUR 278.1 million) of the total support allocated by the European Union (EUR 2,458.3 million). Italy is the fourth highest country for number of funds and the third for support received - behind the United Kingdom (14.44%) and France (14.35%) and just before 102 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Germany (10.8%). Pan-European countries have 29 funds that receive a total of EUR 416.7 million, or 16.95% of all contributions. The 16 Italian Funds, which total EUR 1,192 million, target all the different stages of company growth (early stage, start up, expansion and development, later stage) with average investments that range from 1 to 10 years. Of these 16 initiatives, three are co-financed in the last two years for a total of EUR 165 million. TLCOM LP and Angelventures Servicio De Consultoria are the largest funds: respectively EUR 185 million and EUR 123 million. (M€) 1.600 16 funds Yearrly growth 1.400 1.142 1.200 1.027 1.192 50,0 115,0 1.000 800 754 273,0 644,0 754 600 400 1.027 1.142 2002 Luly 2003 200 0 110 110 110 1998 1999 2000 2001 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 103 Chapter 1 EIF initiatives in Italy Fund Kiwi Venture Partners Manager EIF Investment (ML€) Capital (ML€) Year Asset Allocation Average Investment (ML€) Kiwi Management 3,0 110 1998 Early stage, start ups in TLC, 0,2-5 Company Limited Arca Impresa Duemila Arca Impresa internet and media sector. 32,8 104 2000 Gestioni SGR Expansion, tumaround, buy out 2-5 in industrial, and service sectors, sectors with out particular focus. Dresdner Kleinwort Benson Fund Italia L.P. Dresdner Kleinwort 25,0 85 2000 Capital Advisory Expansion, MBO/MBI, 6-10 tumaround in, manufacturing, engineering, logistic and large consumption sectors. Euromobiliare VC Fund Euromobiliare 15,0 50 2000 “high growth” MBOs in TLC N.A. (Fondo Raffaello) Corporate Finance internet, professional IMI Risk Sharing N.A. 16,4 N.A. 2000 N.A. N.A. MB Venture capital MB Venture 40,0 100 2000 Early “high growth” in ICT 1-5 Fund I N.V. Capital SA aesthetics sectors global loan San Paolo IMI Private NHS and life sciences sectors 24,9 120 2000 Equity Fund I, L.P. TelCom L.P. MBOs/MBI and start ups in high N.A. tech, media and TLC sectors TLcom Capital 20,0 185 2000 Partners TLD Early stage, expansion & N.A. development in ICT and internet technology sectors Angelventures servicio AV Capital SA 16,4 123 2001 de consultoria Early stage in TLC, N.A. Internet, wireless, media high tech sectors Atheana Private Equity Fund EonTech I Athena 15,0 n.d. 2001 N.A. N.A. 5,0 50 2001 Start up capital, development 1-8 Consulting SA Eontech Ventures SA capital and seed capital in high tech and not Fineco Capital SCA Fineco Capital 10,0 n.d. 2001 “High growth” in N.A. mechanics, luxury, software, ICT, media, health, food, textiles tourism, free time sectors Quadrivio New Old Quadrivio SGR 10,0 100 2001 High tech 1-10 FPCR Mezzogiorno NHS Mezzogiorno 26,0 100 The golden mouse Banca Amer Value 5,0 15 2002 Early stage 0,25-10 2002 Early stage and start ups in N.A. Economy Fund Partnership Partners networks, TLC, services, media and content sectors Interbanca investimenti Interbanca Gestioni Sud Investimenti SGR Total 16 104 15,0 50 278,1 1192 2003 Later stage 2-5 - - Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE 1.4 Government initiatives 1.4.1 Evolution of the italien legislation in the risk capital sector The Italian legislation was formed starting in 1987 with the provisions that regulated the Merchant Banking Companies. Italian closed-end funds were then set up with the Law 344/1993. In 1993 there was also another significant change in the regulations that introduced the possibility for banks to participate in companies’ risk capital, substituting and exceeding the deliberation setting up merchant banks (the Unified Code on banking and credit). Today, Italian Private Equity is made up of the following: Venture capital and merchant bank companies; Italian closed-end funds; foreign operators (bank branches and closed-end fund advisors); banks; public operators. Legal references Interministerial Committee deliberation for credit and savings of 6 February 1987 Merchant Banking Companies instituted Law 344/1993 Stock closed funds instituted Legislative Decree 385/1993 Unified Banking Code 1987 1993 Legislative Decree 58/1998 Unified Finance Code (UFC) L. D.LLegislative Decree 358/1997; L.D. 461/1997 (effective from 1 July 98) “Visco” Decrees on tax reform 1997 1998 1999 2001 Banca d'Italia Measures 1 July 1998 Consob Deliberation no. 11522 of 1998 Ministry of Treasury Decrees no. 468 and no. 469 of 1998 Consob Deliberation no. 11971 of 1991 Banca d'Italia Measures 20 September1999 Banca d'Italia Measures 24 December 1999 Banca d'Italia Communication of 19 July 2001 2003 Ministry of Treasury Decree no. 47 of 2003 Measures implemented by the TUF regarding asset management companies and OICR 1.4.2 Risk capital initiatives Incentives toventure capital: Spin-offs The concept of spin-off was introduced into the legislation concerning the research world (both universities and public research facilities such as CNR, ENEA, ASI) by article 3 paragraph 1 point b) of the Law 297 of 27 July 1999 and article 11 of the Ministry Decree (M.D.) 593 of 8 August 2000 regarding the terms of procedural application of the law itself. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 105 Chapter 1 The M.D. no. 593 of 8 September 2000 establishes, according to the Legislative Decree n.297 of 27 July 1999 how MIUR (Ministry for Education, University and Research) supports industrial research. The measure set out in Article 11 of M.D. 593/2000 is one of the most important things introduced by the reform of incentives for research because it allows research projects to be financed for companies not yet set up, but will start up to carry out the project: introduces the concept of spin-off in the national legislation regarding the research world – in universities and public research facilities such as CNR, ENEA, ASI. The term spin-off refers to a company that aims at economic use of university research, for which the university authorizes the involvement of its permanent or non-permanent staff. Spin-off founders may be professors, university researchers, research grant holders, phds and post docs, university grants, technical – administrative personnel. Article 11 of MD no. 593/2000 – Projects independently submitted for research start ups: university spin-offs 1. AUTHORITIES AND BODIES INVOLVED IN IMPLEMENTING AND MANAGING THE INTERVENTION Authority in charge Ministry for Education, University and Research. Parties involved - 2. BENEFICIARIES Beneficiaries 106 The following people may benefit from this measure: university professors and researchers; staff that carries out research dependant on research institutes; pHds, and research grant holders. These individuals may apply also in conjunction with one or more of the following: universities, research institutes set out in article 8 of the DPCM no. 593/1993 and following amendments, ENEA, ASI; insurance companies, banks, financial brokers, closed-end funds, financial institutions for innovation; one or more industrial companies that produces goods or services, transportation by ground, water or air, or craftsmen; research centres; scientific and technological parks; consortia and pooled companies. Beneficiaries are eligible only if the regulations of their university or establishment have checked the authorisation procedure and the leave of absence for study, have defined issues regarding intellectual property rights as well as restrictions to prevent conflicts of interest with the start ups or the companies to be started. The companies setting up can be small, medium or large companies located anywhere in the country. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE 3. FACILITATION Type of facility Grant. Aid intensity A contribution for expenditures for up to EUR 516,456.90 (1 billion Lire) is given for the following: 50% of the costs considered eligible for industrial research; 25% of the costs considered for pre-competitive development. In addition to the contribution, up to 25%, additional aid may be granted – different percentages depending on determinate circumstances. 4. ABOUT THE FACILITY Intervention Areas Industrial research activities that are retained "studies critical to acquire new knowledge necessary to develop new productive products and processes or to bring an improvement thereof". The support measure may also include non-predominant activities of precompetitive development such as designs or projects for new products and services, the creation of prototypes not for commercial use, etc. that are necessary to set up an ad hoc company. Eligible expenditures The following expenditures are considered acceptable, after-tax: expenditures for staff (researchers, technicians other auxiliary staff used for the research, applicant’s employees and/or staff in continuous coordinated collaboration). cost of new instrumentation, equipment, land and buildings to be used for research activities, deducting the amount from derived for commercial purposes or productive use, should there be any. cost of consulting services and other similar services used for the research, including acquisition of research results, patents and know-how, licenses, etc. general expenditures directly attributed to the research activity, in a flat rate payment of 60% of staff cost. other expenditures in the fiscal year directly attributed to the research. The project may not be financed if over 20% of the total costs of activities are commissioned outside EU Member States, except in the certified impossibility that the applicant is unable to find analogous competencies in the EU. Retroactivity of costs is not permitted. Eligibility and/or selection criteria - Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 107 Chapter 1 5. PROCEDURES FOR IMPLEMENTING FACILITY Legal reference Law no.46 17 February 1982, (OJ General Series no.57 of 27 February 1982); Law no. 168 of 9 May 1989 (in OJ no.108 of 11 May 1989); Legislative Decree n. 123 of 31 May 1998 (in OJ no.99 of 30 April 1998); Legislative Decree no. 297 of 27 July 1999 no.297 (in OJ no. 201 of 27 August 1999). Newsletter no. 760 of 29 December 1999 (in OJ Gs no.7 of 11 January 2000); MD no.593 of 8 August 2000 (in OJ no.10 of 18 January 2001); Dec. 8 November 2001 (OJ no. 296 of 21 December 2001). Legislation National Time/scheduling and administrative, technical and financial procedures - Submission The application and the entire documentation must be submitted to MIUR in 4 copies, of which one original is signed together with a formal declaration of applicants’ intent to start up a company within three months of selection in the event the project is chosen. Furthermore, applicants must submit a detailed description of the research project, together with information regarding the reference market, as well as a development plan and a financial plan for the start up. Approval The project selection committee is made up of 5 experts who are chosen from the list set out in article 7, paragraph 1 of the legislative decree no. 297/99, among highly qualified professionals with proven experience in the financial sector, entrepreneurs, and the application of industrial research. The Commission carries out a pre-selection of the projects, evaluating: the role the applicant plays; the project’s economic and market opportunities; innovativeness of the project; technological and scientific quality of the project; consistency and quality of the group. Allocation MIUR, upon the judgment of the Committee, issues a decree indicating the forms and measures of the intervention. Enforceability of the decree of concession is subject to proof of the actual establishment of the company in the three months following the date of the decree. Upon drawing up the contract, the contracting party can request an advance payment of up to 30% of the amount granted. The sum is allocated from MURST, through the applicant, in the following way: advance payment of 50% upon signing of the con- 108 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE tract; payment of the second part (30%) upon presentation of expenditures that are at least double the advance; 20% upon verification of the conclusion of the programme. Interventions according to L.D. 123/98 - University regulations for spin-offs Among the universities that created this initiative are: University of Milan, Tor Vergata, Camerino, Ferrara, Firenze, Genoa, Milan-Bicocca, Modena and Reggio Emilia, Pavia, Pisa, Siena, Turin, Bologna, Udine, Bari and Foggia, Cagliari, Palermo, Calabria, Sannio, Politecnico of the Marche, Polytechnic of Turin, Polytechnic of Bari, Istituto Nazionale per la Fisica della Materia (INFM). Spin-Off Regulations The regulations which most Italian universities have adopted regarding spin-offs encourage the constitution of joint stock companies (S.p.A.) or limited liability companies (S.r.l.), creating a distinction between two different types of spin-off: academic spin-offs and university spin-offs. The intellectual property resulting from the research carried out by the spin-off belongs to the spin-off. The university is permanently entitled to the license for free, without the right to sublicense. If according to regulations, the university has a structure dedicated to the incubation of spin-offs, they may remain there for up to three years, which can be extended by the board of directors only for convenience and opportunity. In order to avoid situations of conflict of interest, there must not be competition between the structure’s instruction, research and consultancy activities and those of the spin-off companies. Academic Spin-Off Academic spin-offs aim at using their research results in an entrepreneurial environment (in innovative contexts) for the development of new products and services derived from the research. Universities do not participate in the new start-up company’s risk capital, but make resources and/or services available to facilitate the start up and early development. University Spin-Off University spin-offs, instead, are the companies that universities participate in as a partner with a maximum 10% of the capital, also through contribution of goods. The spin-off start up procedure involves a preliminary phase in which a feasibility study is conducted and a start-up phase. Preliminary phase Feasibility study Start up phase Present entrepreneurial idea to department/structure Spin -off Commission/Committee evaluates idea Study new product/service to be carried out Market study Study process for making delivery service Study accessory services Write business plan Board of directors authorizes department or establishment for the spaces, payment and deliberation of participation to spin -off capital Spin off formalized with constitution of a new company Signing of contract between host department and spin -off regarding concession of space, equipment and use of university staff Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 109 Chapter 1 Incentives for venture capital – Provisions implemented by Finance Act Law no. 388/2000 Article 103 of Law 388/2000 - Promotion and support services for startingup innovative companies Regarding the use of proceeds from UMTS licenses, with Article 103, Law no. 388/2000 introduces a fund for financing scientific research in the national framework Programme for research and interventions in reference to the information and communication technologies sector (ICT). With the MD of 2 May 2001 a call for tenders was used to select projects to promote and provide technical support for innovative start-ups, especially in the computer science and telecommunications field, in carrying out Art. 103 of the Finance Act, Law no. 388/2000. These projects must be promoted by universities and research institutes. This measure is a support action for the so-called “pure” venture capital, which is indispensable to stimulate the growth of the economy through the creation of new companies that are competitive, profitable and efficient. In Italy to date, the amount of risk capital dedicated to the exploitation of research results through their transformation into entrepreneurial projects is still low. The reason for this behaviour, which is also common in other countries, can be attributed to different factors. First of all, most investors’ moderate propensity to risk, but also the lack of an adequate market culture – especially for new high-tech companies. One of the principal interventions in this market segment was the approval of Banca d'Italia’s Provision of 19 July 2001, which permits an infringement on the minimum amount of capital needed to set up asset management companies to manage small closed-end funds for research (max. EUR 25 million), that are promoted by universities, research centres and local establishments. Making it easier to set up asset management companies to manage funds for research, the foundation was created to increase the value technological innovation in companies through closed-end venture capital funds. 1. AUTHORITIES AND BODIES INVOLVED IN IMPLEMENTING AND MANAGING THE INTERVENTION Authority in charge Ministry of the Industry Parties involved Assement A special Commission was set up to select the projects, of which two experts were also appointed by the Ministry of Industry. 2. BENEFICIARIES Beneficiaries 110 Universities, research institutes and related entities that are participated by the same parties must total no less than 25%; the participation of parties other than universities and research institutes must serve for reaching the project’s aims. Projects can be submitted by start-ups on the basis of article 2, paragraph 1 letter e) number 1 of Legislative Decree no. 297 of 27 July 1999, if they have the participation of professors or researchers and public research facilities. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Final beneficiaries The final beneficiaries are indicated in reference to each part of the project, specifying the local intervention area. Should the beneficiaries of the actions project’s actions be companies, they must be exclusively small companies. The cost of granting direct aid to companies can not exceed 30% of the total cost of the project. 3. FACILITATION Type of facility Grant. Aid intensity - 4. ABOUT THE FACILITY Intervention Areas Projects for promoting and support services for innovative startups, especially in the computer science and telecommunications field. Promotion and support services projects may include the following: technical, economic, financial feasibility studies; building infrastructures, not including bricklaying; help (also financial) with organizational phases and startup of a company; technological evaluation of projects; training for new technologies, and also training for teachers. Acceptable expenditures The eligible expenditures period must be specified with reference to each action included in the project submitted by applicants. Eligibility and/or selection criteria Projects accepted for financing are chosen from a list based a score given according to: quality of the project (30 points maximum), in terms of innovativeness, the beneficiary’s financial participation, interventions aimed at realizing results of the research; applicant’s characteristics (50 points maximum) in terms of organizational structure, professionals involved, experience in the sector, number of universities and research institutes involved; impact on beneficiaries (20 points maximum) in terms of the final beneficiaries’ field and location. They are financed in decreasing order based on their score until resources are exhausted. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 111 Chapter 1 5. PROCEDURES FOR IMPLEMENTING FACILITY Legal Reference Institutive Law: Law no. 388 23 December 2000, Article 103; Implementary Law: Ministry of Industry Decree of 2 May 2001. Legislation National Time/scheduling and administrative, technical and financial procedures Within 120 days following the date of publication of the decree in the Official Journal parties may apply. For each action planned, projects must report the description of the action, beneficiaries, the ways of implementing and carrying out the actions, the time needed to implement (the amount of time needed can not be less than three years or more than five years), the cost of each action and the total cost of the project by year with the specification of the beneficiaries’ resources, the public resources and those of the applicant should there be any. For implementing the project, the beneficiary may be requested to provide adequate guarantee possibly drawing on a special fidejussiory guarantee. The beneficiaries of the action must contribute to the realization of individual interventions with their own resources, especially should they be companies. For each project, the cost of planning, management and monitoring of the project can not exceed 5% of the total cost. Part of the contribution is paid in advance (15% of the allocations), intermediate payments within 30 days of receipt of request for payment by the beneficiary with reference to documented effective expenditures (up to 95% of resources allocated) and final payment of remaining amount. Interventions according to L.D. 123/98 - 112 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Article 106 of Law 388/2000 – Financial advances for the capitalization of new companies and SMEs in disadvantaged areas Article 106 of Law no. 388/2000, regarding the promotion and development of new innovative companies, extends the Fund’s interventions set out in Article 14 of L. 46/82 to the financing of investment programmes for the creation and strengthening of companies in high impact technologies, and promotion and technical services carried out by qualified establishments to promote start up. The subsequent directive, of the Ministry of Productive Activities of 3 February 2003, which implements this provision, introduces two measures to incentivize venture capital, establishing the ways it should be managed: The first (articles 2-5 of the Directive) facilitates SMEs in disadvantaged areas and new companies’ access to risk capital through the granting of public financial advances to banks and financial brokers who acquire temporary and minority interest. The second (articles 7-11) deals with the incentive of investment programmes for the creation and strengthening of companies in high technological impact areas. The first measure is justified by the fact that risk capital supply in the Italian market is not very homogeneous: from the data about 2002, of the total amount invested, 87% was in the North of Italy, 12% in Central Italy and only 1% in the South. Distribution at the regional level is also noticeably non-homogeneous. A further equity gap that the measure focuses on is financing new innovative companies (less than three years old). The principal factors that discourage investors from investing in this type of initiative is the fact that smaller sized companies lacking a medium-term “quantitative history”, sometimes do not guarantee efficient systems of communicating the company’s results and economic-financial variables, from which a transparency problem is created. Furthermore, the high cost of due diligence causes a decrease of investment returns – so much to make it unattractive, and investments in this type of company often have difficulties in the exit stage. The measure therefore attempts to incentivize some types of intermediaries, (who are qualified in risk capital investments) to invest in high risk initiatives. These intermediaries can get the facility if they are preventively accredited by the Ministry of Productive Activities. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 113 Chapter 1 Article 106 of Law 388/00 – 1st Measure – Investment programmes for the creation and strengthening of high impact technological companies 1. AUTHORITIES AND BODIES INVOLVED IN IMPLEMENTING AND MANAGING THE INTERVENTION Authority in charge Ministry of Productive Activities. Parties involved Managing party The administrative procedures regarding granting and allocation of advances was entrusted to MCC SpA. A Committee composed of two representatives from the Ministry of Productive Activities, a manager from the Ministry of the Economy and Finance and a representative from the regions designated by the State-Region Conference will be set up to adopt the deliberations of the interventions. 2. BENEFICIARIES Beneficiaries Banks, financial brokers and finance companies for innovation and development set out in Article 2, paragraph 3 of Law 317/91. Final beneficiaries Joint-stock companies, cooperatives, as well as pooled companies set out in civil code article 2615-ter that are set up as joint-stock company, economically and financially sound. The beneficiary companies can be new companies (no more than three years old) located anywhere within Italy, or small and medium-sized companies, as specified in Annex 1 to the Regulations (EC) no. 70/2001 of the Commission of 12 January 2001 regarding the application of the regulations on state aid for SMEs, found in Objective 1 and 2 areas. 3. FACILITATION Type of facility Financial advances, granted to accredited intermediary parties, to use for temporary acquisition of minor shares in corporate capital (beneficiaries). Stakes or shares subscribed must be newly issued and represent at least 20% of the corporate capital. The participation may last for up to 7 years. Advances are granted for 50% of the value of participations to acquire, and no more than EUR 2.06 million for each initiative. For the part not covered by the advance, participation in SMEs’ capital may be assisted by the guarantee of the central fund set out in Law 662/96. Advances are granted for financing applicant company’s development projects. Aid intensity - 114 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE 4. ABOUT THE FACILITY Intervention Areas Innovative development and high technological impact projects; projects for the development of products and services in information and communications technologies (ICT), including network applications, innovative software, content development for multimedia and interactive distance learning. Acceptable expenditures - Eligibility and/or selection criteria Beneficiaries must be accredited by the Ministry of Productive Activities. To be eligible, company development projects must be innovative and have high technological impact; this evaluation will also consider specific collaborations with universities and research centres, the level of staff specialization and qualification, established research and development activities, as well as patents pending or granted for inventions. 5. PROCEDURES FOR IMPLEMENTING FACILITY Legal Reference Institutive Law: Law no. 388 of 23 December 2000, Article 106; Law no. 273 of 12 December 2002; Implementary Law: Prime Minister Decree of 28 March 2001, Ministry of Productive Activities Directive 3 February 2003 Legislation National Time/scheduling and administrative, technical and financial procedures A) Accreditation criteria of financial intermediaries Accreditation criteria, which are presently in the process of being defined, will be identified with a decree from the Ministry of Productive Activities specifying the experience and professional qualities of the intermediaries’ staff. B) Requests for advances Requests must be sent to MCC in written form, on the appropriate advance request form a certified copy, signed by the accredited party’s legal representative or a delegate, each part filled in and with complete documentation required, together with a copy of a proof of identity of the person who signed the request. Specifically regarding development programmes, accredited parties must attach a technical report (certifying the innovativeness and high technological impact of the development programme) to the request for advance. C) Guararntee requests of the guarantee fund for SMEs Should the requirements be met, accredited parties may request Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 115 Chapter 1 the intervention of the guarantee Fund for SMEs set out by Law 662/96, managed by MCC, on the shares of the participation not covered by the advance. D) Allocation of advances Once the accredited parties receive the notice regarding granting of allocation, they must send the manager (within 6 months from the deliberation of the concession) the request for allocation on the appropriate form or a certified copy. The manager allocates the advanced payment to the accredited parties within 1 month from the date they receive the allocation request. The accredited parties must pay the company an amount that is exactly twice the advance payment within the peremptory deadline - 1 month from the date the advance is given. Interventions according to L.D. 123/98 - Article 106 of Law 388/00 – 2nd Measure – Promotion and technical assistance to encourage high tech start-ups 1. AUTHORITIES AND BODIES INVOLVED IN IMPLEMENTING AND MANAGING THE INTERVENTION Authority in charge Ministry of Productive Activities Parties involved Evaluation A special Commission was set up for the selection of projects, which includes also two experts nominated by the Ministry of Productive Activities. 2. BENEFICIARIES Beneficiaries Universities, public research facilities and the establishments they set up that are participated by the same subjects for a total not less than 25%; participation of non-university and public research facility subjects must be functional for reaching the project’s goals. Projects must be submitted by companies that are starting up, as defined in article 2, paragraph 1 letter e) number 1 of Legislative Decree no. 297 of 27 July 1999, and are participated by professors or researchers and public research facilities. Final beneficiaries The final beneficiaries are indicated with reference to each of the project’s actions, specifying the reference area. 116 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Should the beneficiaries of the project’s actions be companies, they must be small companies and fit the provisions of community Regulations on State Aid for SMEs (Reg. 70/2001), on training (reg. 68/2001) and less importantly, on the so-called “de minimis” aid (Reg. 69/2001). 3. FACILITATION Type of facility Grant. Aid intensity - 4. ABOUT THE FACILITY Intervention Areas Projects for promotion and technical assistance for the start up of high tech companies. The promotion and technical assistance interventions include projects that carry out the following actions: Technical, economic and financial feasibility studies; building infrastructures, not including bricklaying; help (also financial) with organizational phases and startup of a company; technological evaluation of projects; training for new technologies, and also training for teachers. Acceptable expenditures Eligibility and/or selection criteria The eligible expenditures period must be specified with reference to each action included in the project submitted by applicants. Projects are accepted for financing using a specific scale based on the sum of the points received for the criteria specified previously in one or more of the annual cals for tenders. 5. PROCEDURES FOR IMPLEMENTING FACILITY Legal Reference Institutive Law: article 106 of Law no. 388 of 23 December 2000 Implementary Law: Prime Minister Decree of 28 March 2001, Ministry of Productive Activities Directive 3 February 2003 In order to implement the facility, the Ministry of Productive Activities publishes one or more annual calls for tenders for project selection. Legislation National Time/scheduling and administrative, technical and financial procedures The Ministry of Productive Activities can publish one or more annual calls for tenders for the selection of projects, in which will set the minimum and maximum financial amounts of the projects and the criteria for selecting the projects. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 117 Chapter 1 Relationships between the Ministry of Productive Activities and the implementing parties (beneficiaries) must be regulated by the appropriate convention which will define all the aspects regarding the management of the project by the implementing party. For each action planned, projects must report the description of the action, beneficiaries, the ways of implementing and carrying out the actions, the time needed to implement (the amount of time needed can not be less than three years or more than five years), the cost of each action and the total cost of the project by year with the specification of the beneficiaries’ resources, the public resources and those of the applicant should there be any. For implementing the project, the beneficiary may be requested to provide adequate guarantee, possibly drawing on a special fidejussiory guarantee. The beneficiaries of the action must contribute to the realization of individual interventions with their own resources, especially should they be companies. For each project, the cost of planning, management and monitoring of the project can not exceed 5% of the total cost. Part of the contribution is paid in advance (15% of the allocations), intermediate payments within 30 days of receipt of request for payment by the beneficiary with reference to documented effective expenditures (up to 95% of resources allocated) and final payment of remaining amount. Interventions according to L.D. 123/98 - 1.5 Innovative Finance Initiatives - Structural Funds2 Innovative Finance in Structural Funds Structural funds’ new regulations stress the need to strengthen the multiplier effect on financial initiatives with community resources, encouraging the maximum use of private funding – especially in terms of risk capital – to increase the resources available for investments and ensure at the same time that the private sector experience influences the methods of managing programmes. Regarding risk capital measures, Member States are encouraged to consider the following with attention: control of results to better evaluate the contribution that financial engineering programmes offer regional development; private sector participation to guarantee the projects’ sustainability; management by independent professionals, who have autonomy to make decisions; 2 The data presented in paragraphs 1.5-1.6-1.7-1.8 are the results of a survey carried out with information updated to 2003. 118 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE adoption of rigorous criteria for selection of projects, that fulfil the goals for regional development; financial assistance with consultancy and different financial instruments provided for SMEs; In some cases, aid from the EIF may be requested. During May 2003, the European Commission created a set of measures to be applied immediately to simplify and coordinate the management of Structural Funds. The measure for Objective 2 areas covers 18% of Europe’s population; in Italy, the areas eligible in central-northern regions are: Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardy, Marche, Piedmont, Tuscany, Umbria, Valle d'Aosta, Veneto. Each Region develops a “Documento Unico di Programmazione” (DocUP), or Single Programme Document, which contains strategies, specific objectives and the interventions to carry out in the eligible areas and the related financial plan. The European Commission examines and approves each DocUP separately. After the community decision is adopted, each region starts the procedures to carry out the interventions. Regarding the Objective 1 areas, each Region develops a “Programma Operativo Regionale” (POR), or Regional Operational Programme, which must be approved by the European Commission. Innovative Finance Initiatives - Structural Funds in EU Member States The Structural Funds’ Regulations for 2000-2006 place more emphasis on the use of risk capital instruments rather than on traditional aid. Member States may donate an additional 10% to help SMEs for parts of investment projects not financed with traditional aid. The co-financing of ERDF on risk capital doubled, going from EUR 570 million from 1994-1999 to around EUR 1.200 million in the current period. The current expenditure is around EUR 3.300 million - 35% from EU sources, 25% from national sources and 40% from private sources. Estimated expenses for financing risk capital in structural Funds progammes (2000-2006) - million € Country Austria Belgium Denmark Germany Spain Finland France Greece Ireland Italy Luxembuorg The Netherlands Portugal UE 0,2 35,5 0,0 54,9 230,1 5,5 94,4 103,5 0,0 71,3 0,0 24,4 274,6 National 0,2 35,7 0,0 49,8 100,3 8,4 165,8 50,1 0,0 80,2 0,0 38,2 92,9 Private 1,1 1,4 0,0 3,2 0,0 6,5 216,1 39,7 0,0 278,1 0,0 43,1 691,2 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy Total 1,5 72,6 0,0 107,9 330,4 20,4 476,3 193,3 0,0 11,31% 0,0 105,7 1.058,7 119 Chapter 1 Country UE Sweden United Kingdom Transnational Total Percentage 0,0 267,2 2,3 1.163,9 35,4 National 0,0 187,8 0,8 810,2 24,6 Private 0,0 168,6 0,4 1.318,0 40,0 Total 0,0 455,0 3,5 3.292,1 100% Source: European Commission, Measures notified by Member States July 2002. SFC Database: codes 155, 165, 1304 Program cycles 1994-1999 and 2000-2006 in Italy Analysis of data regarding resources allocated by the EU found in the Structural Funds’ programme cycles shows a huge difference in the absolute value of the resources for Objective 1 areas and those for Objective 2 areas. The total allocations went from EUR 144.51 million (1994-1999) to EUR 533.93 million for 2000-2006. For this period, EUR 353.36 million (66% of the total) was given Objective 1 areas. Overall allocations of the innovative finance measures that provide risk capital Initiatives: comparison between programming cycles 1994 -1999 and 2000 -2006 for OB.1 and 1997-1999 and 2000 -2006 for OB.2 (M €) Objective 2 Objective 1 533,93Ml€ 180,57 144,51Ml€ 6,70 353,36 137,81 1994-1999 (OB1) / 1997-1999 (OB2) 2000-2006 Source: Expenditure Planning Documents for community funds 1994 -1999 and 2000 -2006 120 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Innovative finance in Objective 1: programme period 1994-1999 and 2000-2006 Region 1994-1999 Molise Measure Sate of implementation of risk capital initiative 54,14 64,48 67,05 53,19 SMEs Molise Region - Calabria Partecipation in new companies set up phasemeasure 2.2. Set up guarantee fund, risk capitale and participating loan - measure 2.2 44,00 73,33 26,65 N.A. SMEs Molise Region - TOTAL N.2 89,14 137,81 93,7 53,19 72,3 72,3 SMEs Regione Campania - 30,0 30,0 SMEs - 30,0 30,0 SMEs 64,0 184,18 SMEs Campan Region parties selected with public procedure Molise Region and ministery of industry Institutional parties qualified by the region 30,0 30,0 SMEs Banche di interesse regionale, società finanziarie 30,0 30,0 SMEs Banche e società finanziarie di interesse regionale, 230,43 353,36 Campania Action 4.2.G - Financial engineering action support SMEs’ access to credit Calabria Action 4.1.E - Financial engineering services to companies* Molise 2000-2006 Resources InvestState of pubblic ments implementation Bene- Manager Fin. 30/06/00 ficiaries (ML€) (ML€) Committed Payments Submisura 4.1.5 Risk capital* Puglia Measure 2.2 - financial consulting systems for development and creation of companies Sardegna Action 4.1.D - Funds for the capitalization of SMEs action 4.3.C - Seed capital Funds for start-up of new companies Basilicata Misura 4.7 - Strumenti di finanza innovativa TOTAL N.6 Bur N. 118 of 19/09/02 Key: * = since the official data was unavailable, the values marked with this symbol are assumed to be EUR 30 million. Source: Programme Documents of Expenditure of community funds 1994-1999 and 2000-2006 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 121 Chapter 1 Innovative Finance in Objective 2: programme cycles 1997-1999 and 2000-2006 Region 1997-1999 Umbria Measure 1.8 - Risk capital Fund for SMEs Piemonte Risk capital Fund Set up Toscana Risk capital Fund Set up TOTAL 2000-2006 Measure N.3 Emilia Measure 1.5 - Support for Romagna innovative start ups risk capital funds set up FriuliMeasure 2.2 - Financial Venezia services for strengthening Giulia social capital-two equity funds set up in risk capital di partecipazione in capitale di rischio Lazio Measure 4.2 - Financial struments for innovation risk capital fund set up for innovation processes Marche Measure 1.2 - Financial engineering services Toscana Measure 1.2 - Financial engineering services seed capital fund set up Umbria Measure 2.3 - Financial services for companies - Fund capital set up Lombardia Measure 2.3 - Financial engineering services Liguria Misura 1.3 - Servizi engineering services TOTAL N.8 Resources InvestState of pubblic ments implementation BeneFin. (ML€) 30/06/00 ficiaries (ML€) Committed Payments 2,1 4,2 4,56 3,51 SMEs N.A. N.A. N.A. N.A. 2,0 2,5 2,1 2,1 6,6 5,61 Manager - SMEs Nuova Fin SpA Capitale sviluppo SpA - SMEs Fidi toscana - Party (AMC) Bur NO. 127 of Selected through 27/08/03 call for tenders Parties selected through call for Tenders/ Agemont Spa 4,1 6,7 10,53 10,53 SMEs 5,66 5,66 SMEs 27,98 50,27 SMEs Filas SpA e ministero 11,36 16,53 SMEs Parties selected through callf for tenders 17,99 25,71 SMEs 21,5 32,78 9,91 9,91 SMEs 20,43 29,19 SMEs Parties selected through callf for tenders Parties selected through callf for tender Parties selected the region Parties selected the region 125,36 180,57 0,0 Sate of implementation of risk capital initiative - Call for tenders for beneficiaries application published 10/05/02 Bur No. 23 of 20/08/03 Bur No. 94 of 26/08/02 - - - 0,0 Source: Programme Documents of the Expenditure of community funds 1994-1999 and 2000-2006 122 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Implementation of ERDF initiatives This section analyses the initiatives that - through the calls for tenders for sub-measures or corresponding actions - are past the programming phase and can be considered “in implementing phase”. Puglia: the Puglia Region’s Action C) of Measure 4.19, which creates a “Fund” to finance (50%) private institutional investors interested in acquiring minority shares (no more than 30%) of small and medium-sized companies, is being implemented through publication of call on 19 September 2002; Marche: the sub-measure 1.2.2 “Improving SMEs’ access to risk capital” (to improve SMEs’ access to risk capital for the development and organizational strengthening of generational change processes, start-up and early stage, financing research projects and innovative programmes) started being implemented through the publication of calls for tenders on 26 August 2002; Emilia-Romagna: the measure 1.5 participates in setting up a privately co-participated fund of risk capital to support the start up and development of new companies from academic and research spin-offs, or from innovative activity, by acquiring minority shares in small and medium-sized companies’ capital. The call for tenders published on 27 August 2003 will be used to select the party who will implement it; Campania: Measure 4.2 “Support for the productive development of regional entrepreneurial tissue”, the Action g) sets up a Stock Closed Fund aimed at supporting innovative projects and initiatives undertaken by SMEs; One initiative has completed the implementation phase and is operational: Lazio: Measure IV.2 “Financial instruments for Innovation”, Action II.4.2 sets up a fund of risk capital for innovation processes to acquire financial stakes in companies in hightech sectors. The call for tenders to select beneficiaries was published on 10 May 2002. Implementation of ERDF initiatives - Puglia Measure 4.19 carries out actions that develop investments through financial engineering/innovative finance interventions. This measure aims at: developing and increasing competitiveness (not only economically) and the productivity of already existing entrepreneurial initiatives in the sectors that have shown strong development capacity; creating and/or determining the location of new activities and new companies especially in initiatives that assure strong growth and integration prospects in the area at a low environmental impact; the growth of new local productive realities relating to resources and traditional tourist products and recovering identity and local cultures. This measure sets up a Guarantee Fund, an endowment Fund (De Minimis aid regime) and risk capital, under the procedures specified by the Puglia Region’s Industry, Commerce and Craftsmanship Department. Risk capital (Action C, already Action B) creates a “Fund” with which to finance, for 50%, the private institutional investors interested in acquiring minority shares (no more Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 123 Chapter 1 than 30%) of small and medium-sized companies that - in order to realize specific investment programmes – will increase their corporate capital also to be added to the preexiting capital. The financing, which is free, is to be paid back at the end of the period (max. 5 years) prearranged by the investor for inflow of his/her participation, with the placing it possibly with the company’s old assets: the funding is set up like a “free refundable participation”. Legal reference: Decision C (2000) 2349 of 8/8/2000 of the European Commission’s approval of POR Programme complement approved by the Regional Council with Resolution no.1697 of 11/12/2000 BUR no.151 of 28/11/2002 for Guarantee Funds BUR no.118 of 19/9/2002 for the sub-measure regarding risk capital Implementation of ERDF initiatives - Marche The aims specific to Measure 1.2 are: to promote modernization of productive plants and introduce highly innovative technologies in the productive cycle; to encourage the internationalization of the Marche Region’s productive system; improve environmental management of productions, with positive effects on the reduction of pollutants and consumption of raw materials. The sub-measure 1.2.2 (“Improving SMEs’ access to risk capital”) aims at improving SMEs’ access to risk capital through operations for development and organizational strengthening generational change processes, start-up and early stage, funding research projects and innovative programmes. This sub-measure provides granting of aid for SMEs that increase risk capital using closed-end fund and/or participating loans. The sub-measure partly covers companies’ investment with a risk capital intervention by closed-end funds under the following conditions: start of new entrepreneurial initiatives (start up financing); company growth and development of entrepreneurial projects (expansion financing); renewal, revival or restructuring operations, new opportunities in situations of decline or crisis (turnaround financing); company transformations, share reorganization, family substitution that include: leveraged management and family buy out/in, acquisitions, fusions and hivingoff (replacement capital). Legal reference: European Commission Decision C (2001) 2970 of 16/10/2001 approval of DocUP Programme complement approved by the Regional Council with deliberation 2877 of 4/12/2001 Regional Law no.14 23/2/2000 amending law no.33/97 “Interventions for development and qualification of craftsmanship in the Marche” BUR no.23 of 20/03/2003 for sub-measure 1 and no.94 of 26/08/2002 for sub-measure 2 124 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Implementation of ERDF initiatives – Emilia Romagna Measure 1.5 acts as a stimulus for setting up of Venture Capital funds targeting less developed areas of the Region that have good potential considering the presence of universities, research centres or industrial districts. The measure consists of the participation to setting up of a privately co-participated risk capital fund to support the start up and development of projects of companies stemming from academic and research spinoffs, or relating however to innovative activity, by acquiring minority shares of small and medium-sized companies’ corporate capital. The measure targets SMEs in manufacturing industry sectors and non-commercial services for companies and public authorities. Interventions in the following are excluded: manufacturing companies, product transformation and marketing, as well as “sensitive” industrial sectors: steel, ship construction, synthetic fibre, the car industry and the coal industry. The managing authority draws up a special agreement with the implementing party with a public procedure for the management of the Fund. The agreement states: the ways to participate and pay capital to the Fund; the honorableness and the criteria to calculate the Fund’s management costs; that the Fund acts in the form of minority and temporary participations when partners’ decide to increase the company’s stock capital and there is a programme for technological innovation, investment, company growth and development; participation of the Fund will not exceed 45% of the company’s overall corporate capital; that the acquisition of shares will take place a) based on an assessment of company development possibilities resulting from its innovative capacity, and b) conditions analogous to those considered acceptable by a normal economic operator in a market economy; that the disinvestment price of the shares will be determined according to the same market standards. Legal reference: European Commission’s Decision C (2001) 2797 of 14/11/2001 of DocUP approval Programme complement approved by the Security Committee on 21 March 2003 Call for tenders to set up closed-end fund published 27 August 2003 Implementation of ERDF initiatives - Campania Measure 4.2 aims at strengthening and extending the region’s entrepreneurship through a set of actions to support investments (tangible and intangible), the acquiring of services (real and financial), company start ups and the eco-compatibility of productive cycles and products. The actions are also carried out according to the type of programme - some actions are geared towards the region’s productive fabric in its entirety and others, instead, aim predominantly at the realization of integrated territorial projects, integrated projects for production line and cluster and programme contracts. The measure supports the development and growth of industrial and traditional SMEs. Sectors of production, handling, transformation and commercialization of agricultural products set under Annex I of the Treaty are excluded. Action 4.2 g) deals with financial engineering operations to facilitate SMEs’ (indu- Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 125 Chapter 1 stry, commerce and tourism in the Campania Region) access to credit and to overcome credit rationing phenomena. The action attempts to strengthen the system, the operating margins and the effectiveness of guarantee funds. Direct interventions to qualify and strengthen regional SMEs’ financial structure by making equity loans and risk capital available, especially for innovative investments will also take place. The intervention will take place according to market conditions and aims at setting up investment programmes co-financed by the POR. The regional fund provided by Action 4.2 g) must be set up as a closed-end mutual fund. Its implementation has been temporarily suspended according to the T.A.R (Regional Administrative Court) decision. Legal reference: Decision 2347 of 8 August 2000 upon European Commission’s approval of POR Programme complement approved 30 August 2000 by the Regional Council Call for tenders to select implementing parties (has been temporarily suspended according to the T.A.R. decision) Implementation of ERDF initiatives - Lazio Within Measure IV.2 “Financial instruments for innovation”, Action II.4.2 provides for the setting up of a risk capital fund for innovation processes to acquire shares in companies in high-tech sectors, in co-partnership with companies that manage private venture capital funds and/or merchant banks, which will be selected through a public procedure. It will set up a financial plan with constraints, to carry out interventions in the risk capital of small and medium-sized companies. The interventions consist of temporary (up to 5 years) and minority shares in the risk capital (up to 49% of the corporate capital after increase in the reserves and/or re-evaluations) to acquire at the time a new company is set up or in the event of an increase in capital of an existing company, also including subscriptions of convertible bonded loans. The fund will invest predominantly in high-tech SMEs being set up, in their first stages or during justifiable expansion processes. The returns from investments of capital and bonded loans may be preferentially allocated to private shareholders that manage funding in co-partnership, up to maximum level of return established in the contract. The fund will be revolving and will be made up of the co-participation shares refunded according to the return and updated using criteria previously established among the parties. Filas Spa – Lazio’s financial company for development – is the party implementing the measure. This Fund is the only one that is operational at present. The call for tenders for the selection of beneficiaries was published on 10 May 2002. To present, the Fund has received 32 applications (12 interventions deliberated, 13 non-eligible requests and 7 interventions are under inquiry). The minimum amount requested was EUR 21.8 million and the maximum EUR 27.3 million. The distribution of public resources for Objective 2 is: 33.72% ERDF, 46.39% Italy and 19.88% Region; for Phasing out: 25% ERDF, 52.20% and 22.5% Region. Legal reference: European Commission approval decision 2118 of 7 September 2001 of the DocUP Programme complement approved 20 September 2002 Call for tenders for measure published 10 May 2002 126 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Overview of the implementation of ERDF risk capital initiatives The analysis of regional planning documents (Objective 1 and Objective 3 POR, Objective 2 DocUP) shows a total allocation (including the co-financing of the structural funds, national and regional) of EUR 68,500 million, with over than 70% (49,699 million EUR) of the resources concentrated in Southern Italy. EUR 3,574 million in investments are planned at national level to support research and technological innovation (EUR 693 million in Central-North regions and EUR 2,882 million for the South). Structural Funds in Italy: total commitments, R&D, innovative finance NORTH 10.534 ml 6.563 ml Scheduled investments 444 ml 45 ml 348 ml 36 ml 0 ml Investments planned for R&D Investments planned for IF Investments in IF being implemented/ implemented CENTRAL 8.267 ml - + 7.049 ml 249 ml 136 ml 220 ml Scheduled investments AMOUNT OF INVESTMENT BEING IMPLEMENTED/ IMPLEMENTED IN IF Investments planned for R&D 79 ml 89 ml Investments planned for IF Investments in IF being implemented/ implemented ITALY 68.500 ml SOUTH 49.699 ml 49.222 ml 3.574 ml 2.919 ml 35.889 ml 534 ml 2.882 ml 353 ml 356 ml 2.353 ml 127 ml 230 ml Total cost planned Investments planned for R&D Investments planned for IF Investimenti in FI in corso di attuazione/attuati Scheduled investments Investments planned for R&D Investments planned for IF Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 48 ml Investments in IF being implemented/ implemented 127 Chapter 1 The analysis of the so-called “innovative financing or financial engineering” measures (according to the terminology used by the EC Regulations 1685/2000) which provide risk capital initiatives, shows that there is a total of EUR 534 million planned (EUR 45 million for the North, EUR 136 million for Central and EUR 353 million for the South). The estimation assumes € 30 million for the shares that do not have official data. Of the 14 initiatives studied, only four are in the “state of implementation” (Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia) and only one has been implemented (Lazio), for a total of EUR 126.7 million, all started in 2 year period from 2002-2003. The initiatives being implemented 70,9M€ = 56% di 126,7M€ Central South 55,8M€ = 44% di 126,7M€ 48,9M€ 30,0M€ + Marche Promotor Marche Region 22,0M€ 25,8M€ 2002 2003 - Being started Emilia Romagna Campania Emilia Romagna Campania Region Region Started Lazio Puglia Puglia Region - Lazio Region departement Industry and Commerce Manager Fund size (ML€) Remunerations Public participation (ML€) Private participation (ML€) Asset allocation Call for tenders Asset management Call for tenders Call for tenders Filas Spa companies selected (temporarily (banks and financial through call for tenders suspended) companies) - - - - 18.92 - - - - - 1.16 5.38 25.82 22.00 12.52 - - - - 6.40 Seed, start-up, High-tech SME SMEs intending to High-tech seed High tech SMEs expansion financing, seed and Start-up Carry out innovative and start-up SMEs High tech LBO in high- tech projects seed and start-up initiatives 128 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE Marche Investments (min/max) and length Being started Emilia Romagna Campania - Puglia FINANCE Started Lazio Public contribution Min. participation Minority investments Minority and temporary less than 20% of 30%,max 50% and (max 30%) up to a stakes (not exceeding risk capital. And less not exceeding max of 5 years than € 160,000. € 100,000.00 49%); maximum lifespan 5 years; Participation between partecipazione 30% and 45%. media 500.000 € Lifespan min 3 years maximum 750.000 € Note: Puglia: a private participation forecasted of over 30% Emilia-Romagna: an additional EUR 5,153 million forecasted starting from 31/12/2004 The size of the funds for the Marche and Emilia Romagna are estimated to be 30 million EUR, since the data is not available yet 1.6 Regional risk capital initiatives Regional risk capital initiatives This section considers the regional initiatives that set up Stock Closed Funds to support the capitalization of companies. The values are divided according to whether the initiatives are in the authorization stage or if they have been already been started. To present, there are three regional risk capital initiatives: Next Fund (Lombardy Region); Politekne Fund (Regione Lombardia); Sicily Fund (Sicily Region). 2003 110M€ North South 3 initiatives 2 initiatives 80M€ 2 initiatives 80M€ Politekne 80M€ NEXT Politekne 30M€ 30M€ Sicily Region FUND Planned Implemented 1 initiatives Sicily Region FUND Next In process of being implemented Implemented Lombardy’s Initiative Finlombarda Gestioni SGR was created in April 2001. Its partners are the Lombardy Region, the Politecnico Innovazione Consortium and Milan’s Chamber of Commerce, and it has EUR 1.75 million in stock capital. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 129 Chapter 1 NEXT FUND Next is a closed-end Fund of Funds reserved for qualified investors, set up and managed by Finlombarda Gestioni SGR. The Fund has a lifespan of 14 years and a capital of EUR 60 million. The Lombardy Region provides a Guarantee Fund for EUR 20 million. Next invests in unlisted financial instruments, with the aim of increasing the value of the capital invested over time through the professional management of the fund’s assets. The fund carries out the following: promote, develop and support research and scientific innovation through financial investments in all segments of VC through use of a financial leverage mechanism among institutional investors, public authorities and the entrepreneurial system; setting up a collaboration with target companies to create a network of contacts in the scientific, economic and financial community to contribute to the target companies: advantages for a professional management, improvement of the credit standing, ability to attract expert management, speed up the company’s internationalization. POLITEKNE FUND The POLITEKNE fund is a closed-end fund, reserved to qualified investors, set up and managed by Finlombarda Gestioni SGR. The fund has a lifespan of 10 years and EUR 20 million in capital. Politekne is the first university venture capital university fund, dedicated to the university Politecnico di Milano. The idea was developed by Finlombarda Gestioni SGR in collaboration with the Consorzio Politecnico Innovazione to turn scientific knowledge (developed in the university) into business. Politecnico di Milano, Italy’s leading technical university (8 faculties, 18 departments, 150 laboratories and a network of 7 campuses) plays the key role in the project. The fund supports the development of research and scientific innovation in collaboration with the scientific, economic and financial communities to bring advantages in the form of managerial competencies to the target companies. Sicily’s initiative SICILY REGION FUND The Sicily Region recently had the idea of setting up a closed end fund reserved to qualified investors. The Region is expected to participate to 50% of fund’s capital. The remaining part will be underwritten by private parties. The goal of the fund is investment in the capital of Sicilian companies that, in relation to the sector in which they operate, show high development prospects The fund total will be EUR 30 million. 130 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE The fund aims at: increasing the value of entrepreneurship in the Sicily Region, offering development opportunities to create new companies in the region; taking advantage of a professional manager’s skills in the investment process through a management company; allowing private financers to evaluate the investment’s economic prospects to orient their investment strategy towards the sectors in the regional development priorities. Lombardy Next Promotor Manager Fund size (ML€) Remunerations Sicily Region Fund Poiltekne Lombardy Region Lombardy Region Sicily Region Finlombarda Gestioni SGR Finlombarda Gestioni SGR N.A. 60 20 30 Subscription fee: 1%; management Subscription fee: 0%; 0 fee: 2%; carried interest management fee: 20 - 15 60 20 15 Lombard SMEs in the following sectors: SMEs in new technologies, N.A. biotechnologies, electro mechanics, communications, computer science, textiles, chemistry, industrial design and aerospace industry, biotechnologies 2.5%; carried interest Public participation (ML€) Private participation (ML€) Asset allocation environmental technology, robotics, artificial Intelligence and robotized islands, lowzero pollution transportation technologies in early phase stage Investments (min/max) and length At least 50% of resources are invested Total participation in each target can in venture capital funds that by not exceed 15% of fund total; at least regulation invest in companies that 50% of fund’s capital is invested in deal with technologies, products, markets companies that deal with and organization; max investment: technologies, products, markets. N.A. 50% of the fund directly in SMEs Overview of the Regional Closed Fund Initiatives The Next Fund and Politekne Fund have already been started, while the Sicily Region Fund is still being set up. These initiatives, promoted at regional level, support the development of local SMEs that offer high potential of development in the innovative areas considered strategic to the economic growth of their reference region. There is another initiative named “Barbagia Fund”, which is sponsored by API from Sardinia. To present, this initiative is under consideration by the Sardinia Region and the Nuoro Province, and is only in the planning stage; for this reason it is not considered here. The total amount appropriated to the three regional initiatives is EUR 110 million. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 131 Chapter 1 1.7 Other institutional venture capital initiatives Other institutional initiatives: reduced capital asset management companies Two years have passed since Banca d'Italia’s regulations regarding setting up reduced capital asset management companies were approved; there are now some initiatives in progress. A survey on the progress of these initiatives found that two are in their preliminary study phase and three at an advanced stage. The initiatives that are in the study phase are: I3P – Incubatore Politecnico di Torino, which has shown the intention of starting the authorisation procedure for a reduced capital asset management company to manage an investment fund focused on mechanics and new materials; The Chamber of Commerce of Pisa, intends to launch an investment fund for innovative companies. The project includes a phase in which a reduced capital asset management company is set up; participate the University of Pisa, the Scuola Superiore Sant’Anna and the Scuola Normale will participate. A closedend fund will then be set up, with the participation of other parties that can finance projects also for less than EUR 500,000. The following asset management companies are initiatives in the advanced stage and are all in the process of being authorized by Banca d'Italia: Quantica SGR (Principia Fund); Galileo SGR (Seed Funds, Digital Energy Material Technologies and Life); Med Venture SGR (Med Venture Fund). Five initiatives were found for a total of EUR 75 million. 50M€ 25M€ 4 initiatives 2003 North South Digital Energy Seed Life 1 initiatives Med Venture Principia In corso di autorizzazione Autorizzato Quantica SGR – “Principia” Fund Quantica SGR is an asset management company that deals exclusively with the management of closed-end investments reserved for venture capital activities. This asset management company, by mission, finances spin-offs from research and high-tech companies that need investments of up to EUR 2.5 million. Quantica’s shareholders are: 132 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE 51% Rete Ventures S.c.r.l. [Headquarters: Genoa] (Rete Ventures is participated 49% by INFM –Istituto Nazionale Fisica della Materia [Headquarters: Genoa], with the recent reform of research facilites, INFM became part of CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche); 35% by INSTM – Consorzio interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali [Headquarters: Florence]; 16% by CSGI – Consorzio interuniversitario per lo Sviluppo dei Sistemi a Grande Interfase – [Headquarters: Florence]). Rete Ventures is a company for technology transfer whose mission is to increase the value of scientific research results through the identification of innovative industrial applications. 49% Management Team PRINCIPIA FUND The fund targets technological start ups, spin-off from research, small and mediumsized high-tech companies already started up or to start up that specialise in innovation, EUR 25 million and a lifespan of 8 years. Investments focus on Italian areas, and the strategy to create value is carried on two levels: seed financing: investments in innovative ideas that result from research, that request financial and managerial support to create companies even earlier than typical venture capital action. The intervention aims at participation in setting up new companies and support during their first life-cycle stages; start up and first stage: investments in high growth potential companies that come from prior spin-offs that have further need for financial and managerial support to have success on the market. GALILEO SGR –“Seed” Funds, “Digital Energy Material Technologies” and “Life” Galileo SGR was created as a company dedicated to the promotion, organization and management of closed-end mutual funds to promote and finance innovation. The company is composed by: 28% University of Padua (11%), University of Trieste, University of Udine, University of Verona, University of Trento, University of Venice; 23% Parco Galileo (11%), Parco STAR, Parco VEGA, Veneto Inn Spa; 16% Unindustria (SEI Spa Unind PD, Confidi Trento, Unindustria Trento, Confidi Bolzano, Unindustria Treviso, Unindustria Udine) 15% E-Venture 18% Infracom, Banca Popolare Verona Novara, Banca Antonveneta, Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. The Galileo asset management company: is one of the first management companies controlled by a university and an STP; strives to increase the value of the best of research (universities), entrepreneurial experience (Unindustria), innovation (STP Galileo) and innovative finance (E-Venture). Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 133 Chapter 1 THE FUNDS: SEED, DIGITAL ENERGY MATERIAL TECHNOLOGIES, LIFE Galileo will manage a multi-area structure (EUR 25 million) divided in three funds: a seed capital fund with EUR 5 million, dedicated to initiatives that increase the value of intellectual property developed in universities, research centres or companies that collaborate with the research world; a fund named “Digital Energy Material Technologies”, with EUR 12 million, dedi cated to specific applications in this sector; a fund named “Life”, with EUR 8 million, dedicated to life sciences and pharma ceuticals. Med Venture SGR - “Med Venture” Fund Like Galileo SGR, Med Venture SGR was also created as a company dedicated to the promotion, organization and management of closed-end mutual funds that promote and finance innovation. The asset management company’s capital is presently EUR 100,000.00. To date, the shareholders are: 51% Consorzio 21; 24.1% Sfirs (finance company for development); 15% E-Venture; 4.95% Confindustria; 4.95% Api Sarda. The participation of Consorzio 21 could be reduced to 30% if the Universities of Cagliari and Sassari decide to join the initiative. An increase in capital is also possible to support the entrance of new partners. MED VENTURE FUND Med Venture SGR manages a closed-end investment fund, reserved for financing technological innovation and industrial development of intellectual property. The initial assets available are EUR 25 million, which according to the forecast will allow the fund to have around 25 investments. Financing of the research project and innovative companies will be – under the form of participation with shares from 10% to 80% of the target company’s capital. 134 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Overview of the reduced capital asset management companies Promotor Manager Seed Galileo SGR Digital Energy material technologies Life Med Venture SGR Med Venture Quantica SGR Principia 30% University of 30% University of 30% University of Consorzio 21, SFIRS, Quantica SGR Padua; 30% PST Padua; 30% PST Padua; 30% PST Venture, Galileo; 20% Galileo; 20% Galileo; 20% Confindustria E- Api Unindustria Padova; Unindustria Padova; Unindustria Padova; Sarda 20% E-Venture 20% E-Venture 20% E-Venture Galileo SGR Galileo SGR Galileo SGR Med Venture SGR Fund size (ML€) 5 12 8 25 Quantica SGR 25 Remunerations - - - - 20% of capital gain, with minimun performance of 5% per year for investors Public participation - - - - - - - - - - (ML€) Private participation to Fund (ML€) Asset allocation Start ups in SMEs in digital energy SMEs in life sciences High-tech companies Technological start ups, collaboration with material technologies and pharmaceutical from Sardinia to research Start ups, high university sector sector promote technological innovation SMEs started innovation projects (25% in on to be and industrial started up Objectives development of 1 and 2 areas) intellectual properties Investments - - - (min/max) and Lifespan Funding in the form Average seed capital of share between investment: € 500,000; 10% and 80%. Fund max start up and first size should allow stage financing about 25 investments investment € 3 million; average lifespan 3-5 years; fund lifespan 8 years from closure of subscriptions, extention of up two years Note: all the initiatives are in process of being authorized by Banca d'Italia Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 135 Chapter 1 1.8 Summary of all the istitutional risk capital initiatives in Italy Of the 38 initiatives planned, 16 have been implemented with financing from the European Investment Fund (EIF). They received EUR 278 million from the EIF, which is 23% of the total financial allocation (EUR 1,192 million). The analysis of the so-called “innovative financing or financial engineering” measures (according to the terminology used by the EC Regulations 1685/2000) which provide risk capital initiatives, shows a total of EUR 534 million planned. The estimation assumes € 30 million for the shares that do not have official data. Of the 14 initiatives considered, only four are “being implemented” (Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia) for a total of EUR 108 million and only one has been implemented (Lazio) for EUR 19 million. Regarding the regional initiatives, two of the three planned were implemented (Next and Politekne) totalling EUR 80 million, and one is still being implemented (Regione Sicilia Fund, EUR 30 million). There are five Asset Management company initiatives (Principia, Seed, Digital Energy Material Technologies, Life and Med Venture) which total EUR 75 million. The companies that manage these Funds are waiting for authorization from Banca d'Italia, with the exception of Principia (EUR 25 million), a fund managed by Quantica SGR, whose regulations were authorized at the beginning of September 2003. All of the funds, with the exception of those financed by the EIF, invest only in Italy. The number of initiatives planned in Italy can therefore be estimated to be 22, for a total of EUR 719 million. Only three of these have been implemented (Lazio, Next, Politekne) with a total of EUR 99 million. Overview of all the initiatives FEI ITALY Private Public 719M€ 914 534M€ 348 178 110M€ 108M€ 278 99M€ 356 79 29 19M€ N° Planned 16 FEI Being implemented 16 4 FESR 371 95 30M€ 1 6 13 Implemented 15 Planned 15 15 Being implemented 3 1 2 REGIONAL 86 80 Implemented 50 25 Planned Implemented waiting for Authorized authorization 4 1 SGR Planned 373 Implemented 22 ITALY Note: * = waiting for authorization from Banca d'Italia 136 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 3 TOTAL N° INNOVATIVE FINANCE Summary of Italian Initiatives implemented and/or being implemented In brief, of the 38 initiatives planned, 13 have been implemented or are in the process of being implemented: of the 14 initiatives in structural funds planned, 4 are in “state of implementation” (Emilia Romagna, Marche, Campania, Puglia) for a total of EUR 108 million; two of the three initiatives at the regional level were implemented (Next and Politekne) amounting to EUR 80 million, and with the public participation of EUR 20 million, setting up of a guarantee fund to support the Next fund; the five asset management company initiatives (Principia, Seed, Digital Energy Material Technologies, Life and Med Venture) with EUR 75 million in private capital. 70 Next North 60 Central South FUND SIZE (M€) 50 40 30 20 10 Marche Principia Emilia Romagna Sicilia Puglia Med Venture Politekne Campania Lazio Digital Life Seed 0 0% 20% 40% 60% 80% 100% PUBLIC PARTICIPATION (% on TOT) 1.9 European benchmarks of venture capital programmes Innovative finance: national initiatives in recent years In the wake of the “First Action Plan for Innovation in Europe”, launched by the European Commission in 1996, the so-called “European Trend Chart on Innovation” was set up - an informational instrument geared principally towards policy makers for the planning of intervention measures for innovation. This initiative was managed by the “Innovation” Direction of the European Commission’s DG Enterprises and provides information, benchmarks, best practices, statistics on performance and trends of innovative policies. In addition to setting up and developing entrepreneurship, protecting intellectual property rights and technological transfer, particular attention was paid to Innovative Finance initiatives set up in Member States. The “Trend Report - Innovation Financing” presents a survey of around one hundred public financing initiatives to promote innovative companies. There is a wide range of interventions: aid, participation to capital, subsidized finance, interest-rate subsidies, tax breaks, guarantee schemes, intermediation services with Business Angels and equity investments. The study included not only EU Member Countries, but also countries in the European economic area, candidate countries and Israel. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 137 Chapter 1 Many initiatives were started for the development of venture capital: guarantee schemes for venture capitalists, tax breaks for investors, financial support for Venture capital funds. Although it is useful and interesting, the census does not contain all the innovative finance initiatives carried out in the Member States: the benchmark was realized using information from national authorities, and therefore may be incomplete. Italy seems to prefer more traditional ways of promoting policies for innovation, such as tax incentives and subsidized financing, as opposed to other EU Member States, such as Austria and Germany, which focus more on public venture capital. Measures supporting venture capital set up since 1998 Based on the Trend Report’s census, 48 interventions to promote venture capital have been started since 1990 (see the following tables). The measures provided by national and regional authorities include business angels, guarantee mechanisms for a minimum return (equity guarantee), participation of the capital (equity), risk capital funds, the tax breaks for operators and incentives for credit. The incentives for credit include facilities in interest, facilities for risk capital companies, participative loans and semiequity instruments for restructuring the debt. The census did not find any Italian examples, while countries such as Austria, Germany and the United Kingdom showed strong interest in the sector. Initiative supporting venture capital by member state Regno Unito 10% Spagna 2% Svezia 2% Equity Guarantees 21% Austria 20% Portogallo 8% Venture capital incentivization instruments (% of all initiatives analyzed) Norvegia 4% Paesi Bassi 4% Belgio 11% Lussemburgo 2% Israele 4% Irlanda 2% Danimarca 4% Grecia 6% Germania 11% Francia 6% Finlandia 4% Equity 48% Business angels 13% Incentivi al credito 10% Incentivi fiscali 8% Key: Equity: partecipation to capital of beneficiary companies, incentives for setting up risk capitale funds. Fonte: DG Enterprises, Euroepan Trend Chart on Innovation, thematic report “Innovation Financing ” October 2002 138 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE List of initiatives for venture capital Type of intervention Country Austria Business Angels Equity Guarantees Equity Tax Incentives - - - - Credit Date Incentives Seed financing Beneficiaries 1989 SMEs (also industriali) 1996 Large companies, also industrial); program (Venture capital program) Ideas and investments managers; SMEs (also industrial) burges/young 1977 Individuals; entrepreneurs pro- SMEs (also industriali) gramme and equity capital guarantees Technology 1998 Venture capital funds; financing program innovative SMEs for SME - ERP Burges equity 1997 SMEs (also industriali); 1997 Local companies (Voralberg) capital guarantees Austria individuals saving for creation (Voralberg) of an enterprise with innovative products and services and growth potential Austria Lower Austria par- start up; (Bassa tecipation model, innovative companies Austria business start up Austria Equity guarantees (Carinthia) Austria Regional initiative (Stiria) Styria Belgio (Bruxelles) Belgio (Fiandre) 1998 SMEs and investors 1997 SMEs (also industriali) 1998 Large companies, also industrial); scheme Business angel connect SMEs (also industriali) Business 1998 All Belgian companies 1999 Companies that took advantage angel network Belgio Fund for the (Wallonia) industrialization and of co-financing for research commercialization of the results of research (FIRD) Belgio (Wallonia) Belgio Business 1999 SMEs (also industriali); 1997 SMEs (also industriali) 1994 SMEs (also industriali) angel network individuals Guarantees (Wallonia) on risk capital Denmark Equity guarantees program State guarantees scheme for venture capital companies Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 139 Chapter 1 Summary of initiatives for venture capital Type of intervention Country Finland Business Angels Equity Guarantees Equity Tax Incentives Credit Incentives Sitra Date Beneficiares 1996 Private investors and SMEs - matching service capital funding for 1996 companies product SMEs (also/including industrial) development activities Francia SOFARIS - 1982 Guarantee scheme Venture capital and innovative companies in start-up for venture capital companies The puplic venture 1998 Venture capital funds; 1997 SMEs (also industrial) 1997 Large companies (also industrial); 1995 SMEs (including industrial) capital fund innovative SMEs Creation of a mutual fund for innovation (FCPI) Germany Technology venture capital program SMEs (also industrial) BTU - Investment capital for SME Venture capital pro- Tecnological SMEs, companies gram of the KfW and venture capital funds Business 1998 angel net- Large companies (also industrial); SMEs (also industrial) work of Germany (Band) Futour 2000 SMEs (also industrial), young micro companies start up technological companies in new lander Greece Financial incen- 1997 SMEs (also industrial) 1998 New venture capital companies 2000 Venture capital companies tives for SMEs Venture capital companies Fund for the development of the economy Ireland Seed&di venture Banche, venture capitalist; PMI; capital measure Israel persone fisiche, manager Yozma 1991 HEZNEK 2002 fund - support for start-up companies Source: DG Enterprises, Euroepan Trend Chart on Innovation, thematic report “Innovation Financing ” October 2002 140 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE Type of intervention Country Luxembourg Business Angels Equity Guarantees Equity Tax Incentives Credit Incentives SME capital deve- Date Beneficiares 1998 SMEs (also industrial) Companies in start-up in TLC sector lopment company (CD-PME) The Twinning centre 1998 Netherlands Industry facility 1994 SMEs (also industrial) 1994 Large companies (also industrial); 1997 Large companies (also industrial); Norway Venture capital loans The seed SMEs (also industrial); individuals capital funds SMEs (also industrial); venture capital companies; financial and credit institutions Portugal SINFEDEDIP - 1994 Large companies (also industrial); Financial engeering SMEs (also industrial); - Support for venture capital companies; risk capital financial and credit institutions SINFEDEDIP - 1994 Large companies (also industrial); Financial engineering SMEs (also industrial); establishment of venture capital companies; a mutual guarantee financial and credit institutions scheme Financial innovation 2002 SMEs (also industrial) 2002 Large companies (also industrial); - Action B (POE) Venture capital syndication funds SMEs (also industrial) (FSCR) The United Corporate ven- Kingdom 2000 Large companiesdesiring to invest ture tax relief in ismaller companies Regional venture pending SMEs (also industrial) 1995 SMEs (also industrial); individuals 2002 SMEs (also industrial); individuals capital funds Venture capital trust Community investment tax University challenge Spain Support measure Support for venture capital measure for for new technology venture capital - based firms 1998 Universities 2002 Individuals 2002 SMEs (also industrial) for new technology - based firms Sweden Seed financing Source: DG Enterprises, Euroepan Trend Chart on Innovation, thematic report “Innovation Financing ” October 2002 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 141 Chapter 1 Public sector support for innovation: salient characteristics of interventions in 2000 by country Country Austria Innovation policies Innovation finance for already existing companies sets up a traditional element in austria’s innovation policy. Expenditures in R&D exceeding the average over past 3 years can be deducted from taxable income. Belgium Over the past few years, all the structures set up for innovative finance invested in venture and seed capital funds in partnership with public authorities. universities also tend to play a more important role in the risk capital market, financing spin off companies – operations that allow university research to be appreciated Denmark The main instrument for innovation (vaeksfonden), was further developed in recent years: it went from simple Finland The authority in charge - the council for science and technology policy ordained an increase in public resources France Policy introduced to incentivize private investors to invest in smes, through the creation of the nouveau marche’, lender to “partner” allocated for research for 2000-2004. the public venture capital fund, fonds communs de placement innovation and regional seed capital funds. Germany improvement of financial conditions for innovation, in particular for smes, pursued on the basis of a wide range of instruments : the risk capital programme of kfw allows investments (venture capital investments) in smes; subsidized finance for innovative projects; special programme for public venture capital made operational for companies in ex east germany. Greece public support for development of financial infrastructures for innovation (support for setting up venture capital Ireland Schemes to incentivize companies were introduced to pursue research activities in a meaningful and continued way. Italy From 1996, support for innovation is carried ever more with tax breaks. companies, mutual guarantee funds) in a context that is otherwise very conservative. The commission approved the decree for implementing all interventions for coordination, promotion and implementation of the measures to encourage research and innovation in the industrial sector in a sole fund that groups the previous. Luxembourg financing of any innovative aspect related to services, products, processes, commercial markets or ideas. an The Netherlands Suspension of the guarantee schemes for venture capital and introduction of specific funds. Portugal Loans are the main financial instruments for smes. particular measures were introduced to encourage start ups, accelerated depreciation instrument was introduced for scientific and technological research. with the aim to develop innovation and technology. there is currently a tax credit mechanism in force for investments in R&D. Spain Refund aid and contributions are the main instruments used to incentivize research; the aid is used to support basic research projects. tax breaks are not provided for smes, regarding investments in technological structures and training of new technologies. Sweden Public intervention limited to seed and pre seed, and intermediation. the business angels are considered the best partners in the early stage. the private resources allow setting up venture capital companies. United Kingdom Public sector provides a financial services for start up and supports individual initiatives of particular financial actors. Fiscal measures to support venture capital were introduced. Source: DG Enterprises, Trend report “Innovation Finance” November 1999 – June 2000 – July 2000 – December 2000 142 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy INNOVATIVE FINANCE 1.10 Some European aid schemes for venture capital Some cases of interventions for risk capital reported to European Commission The need to provide guidelines to evaluate public interventions for risk capital comes from the progressive and continued reporting of aid schemes set up by national authorities to the European Commission offices. Some of these are the most important cases therefore they are concisely described below: High Technology Fund – Fund of funds in the United Kingdom Viridian Growth Fund – Venture Capital funds set up in Northern Ireland – the United Kingdom Regional Venture Capital Fund – Venture capital fund in the United Kingdom Fonds publique pour le Capital Risque – Fund of funds in France Seed and Venture Capital Scheme – Fund of funds in Ireland University Challenge Funding – Seed venture capital funds BTU Early Stage – Co-investment and re-financing in Germany Ireland, the United Kingdom and France Veridian growth fund Irlanda del Nord - 2001 (GB) Regional venture capital - 2001 (GB) High technology fund - 2000 (GB) Fonds Publique pour le capital risque - 1998 (FR) Promotors British government British government British government French government Model Venture capital fund Regional venture Fund of funds Fund of funds capital funds (12-15 years) Fund that invests in Fund that invests in capital of a Funds specialized in the Specialized closed-end funds N. Ireland SMEs certian amount (=< £500.000) High tech sector (100 ml French francs in capital) Asset allocation in SMEs (not high tech) to invest in innovative companies found in all Regions of on the market less than 7 years England except London Financial allocation £ 10 million (15.6 m euro) Around £ 300 million (468 m £ 20 million (31 m euro) 600 million French francs euro) to be paid in 3 years Subscription (91.4 m euro) - £ 3.34 million - ministry; around 17% government; Public resources: from 13.3% - £ 3.33 million EIB; around 83% private capital from 13,3% to 50% Selection following call for Private manager selected tenders through call for tenders 50% EIB - £ 2 million viridian group plc; -£ 1,33 million – pension funds Management Remuneration Commission Private investors guaranteed Minimum return of 10% minimum return irr= 12% guaranteed to private investors Aid authorized by the Procedure started according Aid authorized by the procedure commission upon completion to article 88.2 of the treaty commission upon completion according to of procedure (february 2001) Bank for deposits and loans of procedure (August 2000) state aid rules Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 143 Chapter 1 Veridian growth fund Irlanda del Nord - 2001 (GB) Commission Decision Regional venture capital - 2001 (GB) High technology fund - 2000 (GB) Fonds Publique pour le capital risque - 1998 (FR) - North Ireland is an area 87.3a aid to private investors, of the EC Treaty beneficiary SMEs, the mechanism provided implies a distorsion of - the mechanism provided regional funds; competition limitated to the implies a distortion of - funds’ use is not clear, the minimum necessary; competitionlimited to type of eligible expenditures; - the fund subscribes minority minimum necessary - limitation of calls for shares of other funds at same selection could be a violation conditions of other investors; of rights to create and/or free - performance incentives circulation of capital for the manager; - Investment decisions based on market criteria Ireland, the United Kingdom and Germany Seed and venture capital fund scheme - 2000 (IRL) Promotors Irish government University challenge funding - 1998 (GB) Partnership between British BTU Early stage 2001 (GER) Tbg and KfW Government and 2 non-profit establishments (Wellcome Trust and Gatsby Foundation) Model Fund of funds Seed venture capital funds Co-investiment (tbg) and Private seed & venture capital Venture capital seed funds aimed at Venture capital that invests in funds that invest in technological transforming university research into technologically innovative SMEs with SMEs in early stage; the fund entrepreneurial projects and promote less than 6 months “pre-seed” and underwrites minority shares of progects of university spin-out “seed” financing up to € 150,000 per other funds at the same The seed fund invests from 20% to company under conditions that the conditions as other investors; 40% of risk capital of the spin-out up start-up cooperates with a to £ 250,000 per project coaching investor (function of support) £ 50 million of which € 15 million for 2001-2002 re-financing (KfW) Asset allocation Financial allocation € 178 million for 2000-2006 £ 20 are public Subscription Public resources from 30% to 50% Management Winning of the tender Payment Selection of groups of universities Tbg (controlled by Deutsche carried out by experts Ausgleichsbank) Equal treatment for public and Property of projects divided in a 60 to private 40 ratio between university and researchers Commission procedure Aid authorized by the commission (October 2000) according to state aid rules Main reason Investment decisions follow commission market criteria and are made by decision 144 private investors Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy CHAPTER 2 REGIONAL POLICIES FOR R&D 2.1 Preface – A laboratory called Italy This chapter aims at providing a synthetic framework on the policies adopted at the regional level in Italy, for support and promoting of R&D and innovation. Obviously, given the extent of the topic, the difficulty of working with non-homogeneous meanings of concepts, and the lack of lists or official data banks, the summary presented here is not exhaustive. However, the work carried out can be considered more than a first effort to classify the principal instruments and gather information. A first analysis shows how the various regions chose an array of approaches to support innovation, technological transfer and the regional research system. The causes of these varied behaviours are identified as follows. A. I DIVERSI CONTESTI POLITICO-ISTITUZIONALI ED IL DIVERSO GRADO DI AUTONOMIA REGIONALE The five Italian regions with a particular form of autonomy under special statues have more room for manoeuvre, among which includes the possibility of directly allocating funds to companies; their experience is an example in this stage of progressive decentralization of planning competencies and federalism. B. DIFFERENT AVAILABILITY OF ECONOMIC RESOURCES This contributes to defining regional policies’ possibilities and constraints, as do the areas of eligible investment. The distinction between the so-called “Objective 1” regions is particularly important for this purpose. For these areas, types of community intervention, applied with national and regional Directives, have developed a regional plan for innovation and scientific research, with high amounts of public resources not available otherwise. C. DIFFERENT SOCIO-ECONOMIC CONTEXTS Entrepreneurial and industrial traditions already existing in the region have conditioned the choices for support for innovation and technological transfer, to deal with specific problems in all areas. Long term objectives were forced to face local small and large companies’ problems and their ability to become active in the negotiation of policies. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 145 Chapter 2 D. DIFFERENT ANALYSIS, PLANNING AND IMPLEMENTATION CAPABILITY Although the behaviours at regional level also come from national and EU level, the various authorities’ room for manoeuvre is rather wide, especially regarding the application of EU and national programmes and the definition of priorities and representatives. E. REFERENCE PARTIES FOR REGIONAL PLANNING AND FOR THE R&D SYSTEM Universities and public and private research centres without doubt also played a key role in the defining of programmes. Not only their presence (or absence) and their strengths and weaknesses conditioned the possibilities of application and finalities of the various regional plans, but these centres of production of knowledge and technologies were taken in consideration in defining the policies and their implementation. The definition of the regional innovation plans was conditioned not only by different levels of technological excellence, but also by a different ability to refer to the regional legislators. 2.2 The role of the Regions Some decisions made at European level have without a doubt encouraged the regions, identifying them as the most appropriate party to apply Community policies. Italy’s recent federalist-like transformations (fiscal and political) contributed to the identification of the regions as a reference point for economic planning, and therefore also for innovation, technological transfer and research policies. Regarding this, the Ministry of Productive Activity’s 2002 Report on support interventions for economic and productive activity is interesting: a census was carried out on 95 national facilities, of which 24, though not cancelled, are no longer operational. The survey shows that 90% of the applications, 86% of investments implemented and 75% of the facilities approved are in 17 instruments. Since 1 July 2000, with Legislative Decree 112/98, 23 of these measures brought to the Regions but only 16 were started. Strictly at regional level, 465 interventions were found (considering regional legislation) of which 125 “without information” due to lack of data and 35 abrogated or not operational. These measures are 15% of the interventions (national and regional) in terms of allocations and 10% in terms of commitments and allocations. 146 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy REGIONAL Nazional A B C D=A-B-C E F G H I=H/I L=F/H Interventions considered Interventions without information Non-operational interventions Intervention analysed Average allocations 2001 €Ml N° applications 2001 applications approved % approved /000 € per approval Regional 95 24 71 23 5.776 177.235 113.000 64% 51 465 125 35 605 990 38.144 37.295 98% 27 POLICIES FOR R&D Total Nazional Regional Total 560 125 59 376 23 6.766 215.144 150.295 70% 45 17% 0% 41% 19% 83% 100% 59% 81% 85% 82% 75% 15% 18% 25% 100% 100% 100% 100% 0% 100% 100% 100% Source: Ministry of Productive Activities, Report on support interventions and economic and productive activities, June 2002 Role of the Regions – Support for R&D Allocations for national measures over the four year period from 1998-2001 were € 29,820 million: € 5,776 million in 2001; regional allocations for the same year were € 990 million. The regional facilitations are only 15% of all the measures considered by the census. Regarding research and development, of total resources (entire country) for this objective were around 10% of the total resources allocated for interventions, and only 1% at regional level. AIM Support to investiments New entrepreneurship Riduction of imbalances in territorial development Research & development Internationalization Equilibrium of financial management Environment protection Sector rationalization Natural disasters Real services Nazional 21,1% 5,3% 13,7% 11,6% 12,6% 7,4% 4,2% 14,7% 9,5% Interventions Regional Shift 35,0% 11,0% 3,0% 10,0% 20,0% 6,0% 13,9% 5,7% -13,7% -8,6% -2,6% 12,6% 1,8% -14,7% -9,5% Resources Nazional Regional 11,5% 3,2% 65,2% 9,8% 3,3% 2,0% 0,6% 2,9% 1,5% 12% 39,0% 25,0% 1,0% 3,0% 9,0% 11,0% 11,0% Shift 27,5% 21,8% -65,2% -8,8% -0,3% 7,0% 10,4% -2,9% -1,5% 11,0% Source: Ministry of Productive Activities, Report on support inverventions for economic and productive activities, June 2002 2.3 Public-private partnership for R&D The coordinated experiments for linking regions, university and industry are particularly interesting for defining a policy for innovation. Using this approach, the key parties should share priorities, objectives and instruments for the success of particular intervention actions in the territory. (The union of university and enterprise.E’ un titolo€) The partnership between the research world and industry lends to different taxo- Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 147 Chapter 2 nomies, since companies in collaboration with the research system could set various goals. Recently, these collaborations have been encouraged especially by national political authorities. Generally, there are four reasons for industry to interact with universities (Bonaccorsi and Piccaluga, 1994): companies may aim at having privileged access to more advanced results of basic research, and that generally entail investments in terms of human resources, instrumentation or amounts of time that a company can not afford; it is in companies’ best interest to increase the potential of its research and analysis instruments, and efficiently manage the scarce resources. To achieve these results, commitment in research topics and the definition of models are necessary, in which private industry has a clear interest to contribute, in order to develop the various sciences; a third aim is to reduce development costs, externalizing or collaborating on particular applied research projects in order to reach – in a reasonable amount of time – interesting commercial applications; a last reason, which can not be overlooked, is the simple lack of resources dedicated to research and development. It is in these situations, where the primary objective is not so much the accumulation of new knowledge as the companies’ impossibility (even temporary) to invest in research and development. The public research system and the Region Both the university and the public research system depend on national authorities. Although they do not fall within the competence of the regional authorities, research centres and universities certainly are not a free asset that regional government can take advantage of. The Region can influence indirectly - but without doubt importantly - the spaces for the development of these establishments and for contributions towards study and research activities. 2.4 Regional policies for promoting research and technological innovation It should be pointed out that - as things stand now - the work carried out does not allow conclusions to be formed that are supported by a systematic mix of programme guidelines and implementation of first projects, with the points of view of the parties who define and realize the regional policies to support innovation and technological transfer. However, the information obtained is sufficient to describe a variety of approaches adopted at regional level, to point out the main differences and similarities, and to carry out a benchmarking and study examples of best practices. COMMUNITY- NATIONAL LEVEL AND REGIONAL LEVEL There has been a general increase in regions’ competencies and carrying out policies for innovation and R&D, and also in the involvement of public and private parties in collaboration projects. It is unthinkable that the regions can compensate for the lack of investments at national level in R&D. It is well-known that Italy invests less in R&D than 148 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy REGIONAL POLICIES FOR R&D almost all other European and extra-European developed countries; this serious lack is the main point of discussion of R&D and innovation policies in Italy. The EU pushes (specifically in the Objective 1 areas) for improvements and for the creation of a more concrete plan for innovation, which must include also the collaboration and sharing of objectives with private parties and partners from the research world. THE COMMITMENT “REPORTED” BY THE REGIONS Almost all of the regions analysed expressed explicit interest in innovation and R&D in their own programme documents, and many regional governments have also established a specific plan for innovation. The objectives that the regions proposed are rather different from each other. Some are summarized below in a simplified form. Intensifying the network and upgrading companies’ competencies. This approach is aimed at fostering more collaboration between enterprises (substantially SMEs) and with service and research centres that are able to increase their capacity of technological absorption by hiring new graduates. It does not, therefore, aim at diversifying the regional productive fabric, since it is almost accepted as an unchangeable factor (e.g. Lazio) and not really as a weakness (e.g. Marche, Friuli), because this seems to be the only goal that can realistically be pursued – at least in the middle-term – where there is a weak industrial fabric (e.g. Sicily). This is the typical bottom-up approach. Strengthening the supply of scientific research and interest in productive diversification in innovative sectors. The aim is to strengthen the parties that produce research (both those that already exist and new ones) in hopes that they will be the engine for the creation/growth of new high-tech sectors, both through spin-offs from research and also through collaborations with private companies and laboratories (e.g. Province of Trento, Campania). In some cases, a productive reality that is too focused on traditional sectors is seen as a weakness, and a possible solution is to diversity the sectors that are currently lagging in the regional system. In these cases, opening up to international competition is necessary for the exchange of knowledge and to verify competitive abilities. Well-balanced supply-demand approach. This is the approach of the regions that probably do not feel that they are able to base their development on their current industrial level, and for various reasons do not feel able to push more in the direction of a development based on new high-tech sectors that should instead strengthen their research supply. These regions therefore try to strengthen the supply in connection with companies’ emerging needs (e.g. Tuscany, Puglia, and in part Campania), taking advantage of networks and the strengthening of centres of excellence. Strengthening and objectives of excellence. Some regions (e.g. Emilia Romagna, Lombardy), claim to be able to count on a Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 149 Chapter 2 system of scientific supply and cutting-edge companies in Italy and abroad. They focus on a well-balanced approach without neglecting projects that reinforce specific supply or allocation of services. Regions such as Piedmont (with the Torino Wireless project) demonstrate precise choices in terms of strengthening and creating points of excellence. These regions have the possibility of setting long-term and very long-term sectoral goals, starting with foresight activities on the technologies and centres of excellence should be maintained in the Region. THE ROLE OF PUBLIC-PRIVATE COLLABORATION The most obvious case of a region that aimed at determining the irregularities of its innovation processes, going from user to producer of technologies, basing this strategy on public-private collaborations is probably Campania. In this region, the need for the public authorities to support the transformation arising from setting up and establishing of a Regional Innovation System by defining a network of institutional alliances among the actors, to carry out the priorities already identified in the Regional Research Program (RRP). The first result of this strategy was the agreement for the creation of Regional Competency Centres. This approach is not completely new, but in the case of Campania, it seems to be based on the necessary analysis of prior experiences to avoid errors already made by others. TOWARDS SURPASSING OF SCIENCE PARKS AND INTERMEDIATION CENTRES Without further and more precise verifications, it seems that in many cases science parks and research consortia have been surpassed; years ago these structures were identified as places to be able to control and coordinate actions for the territory, in collaboration with and for regional institutions. Very often, these organizations were self-referential and insufficiently impartial in planning actions. At the same time, the regions play a strong, direct role and use an approach based on delegating responsibilities to establishments already existing in the area, with more calls for tenders to avoid stable and unchangeable providers and opening temporary windows on specific projects for parties with dynamic assets to work together. THE ROLE UNIVERSITY AND PUBLIC RESEARCH CENTRES PLAY As a consequence of the previous point, the growing role of responsibility taken on by universities in some regions should be pointed out: Tuscany (with the Link project), Sicily (with Catania), Campania, etc. It seems as though universities have started to carry out activities directly (control, promoting, etc.) which in the past were delegated to other entities, such as consortia, scientific parks, not being able to or not finding it convenient to carry them out themselves. THE ROLE LARGE COMPANIES PLAY Despite the well-known lack of large companies in Italy, in some cases possibly large companies with their own research laboratories, they have triggered territorial develop- 150 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy REGIONAL POLICIES FOR R&D ment processes. This is the case with Stm in Catania, in a sense with Tiscali in Cagliari, as well as some others. Often private companies’ choices reflect prior investments in research by the public sector investments or to specific points of excellence of public research laboratories. Therefore, this type of approach seems to be interesting and could be applied in different types of regions. COORDINATING COMMITTEES AND CONTROL CENTRES The main result of linking between regions, university and companies should be the writing and revision of a regional innovation plan. In fact, this type of coordinating committee exists in almost all of the regions studied. It is not known how well these committees effectively work. Until now, it seems that the lack of a meeting point or “control centre” of regional innovation policies is the most important lack in North Eastern Italy’s innovation system. However, this difficulty is felt even more strongly in Veneto with its “diffused power” innovation system; Friuli, after years of political uncertainty, set the goal to create a “control centre” for innovation policies, that the leading representatives from university and regional industrial systems participate in regularly, as well as the other high ranking regional officials. In some other situations, instead, the region works directly to establish bilateral collaborations in their strategies objectives, such as in the case of the collaboration between Province of Trento and Centro Ricerche Fiat. THE DIFFICULT ROLE INNOVATORS PLAY IN THE EUROPE OF REGIONS The role innovators play in the regional policies for innovation and R&D is not easy. This is, in fact, a sensitive field, with a complex and delicate social accountability. In Tuscany, for example, after the innovative experiment High Technology Regional Network, the programmes were changed to more traditional ones, possibly “safer” in the short term, but it is not certain if they will be able to determine the necessary discontinuities in terms of regional competitiveness. The Campania Region seems to play the role of innovator through the competent regional centres. This is possibly the most obvious case of how to create effects on the territory, starting from presence of important centres that funnel skills and resources and to be the leader in a particular sector. Campania is one of the few regions that supports innovation through the creation of a special department, and with more resources coming its partaking in Objective 1 areas, it seems to be equipped with a structure for planning particularly important innovation interventions. The stimulus that comes from Europe to use innovation plans that guided by in depth studies and community priorities without a doubt leaves space for Regions to define their policies autonomously and with clear reference to the area’s problems, but possibly protects them - at least in part - from the risks that the first mover faces. Learning and innovating by imitating other Region’s approaches is without a doubt an interesting approach to propose and follow. Analyses such as this serve to plan and manage the regional innovation system better. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 151 Chapter 2 A possible classification of the regions Despite the fact that the analysis carried out is essentially qualitative and is not exhaustive, and given the heterogeneity of the instruments, terminology, communication methods, a possible classification of the regional innovation policies with reference to the preferred target is presented below. TYPE OF TARGET Infrastructure Innovation in SMEs Networking Targeting Strengthening research centres Strengthening the existing industrial system NOTE These regions strengthen their basic infrastructures for companies, and tend to lag in developing. These regions aim at increasing the innovation processes in their fabric, which is composed essentially by SMEs. In the case of Lazio, this above all through use of ICT technologies. These regions aim at stepping up collaborations between companies and also between companies and research centres, in a rather developed industrial system. These regions have rather developed industrial and scientific-technological systems, and now set goals that are more geared towards collaborations between public and private, combining top-down and bottom-up approaches. These regions place significant emphasis on the strengthening of research centres and incentive for transfer processes from these centres to companies. In some cases, thesestrategies are rather ambitious, and also aim at generating discontinuity processes. These regions have rather consolidated industrial systems, that they intend to strengtheneven more. In some cases they fear vulnerability in technological leaps, and think of compensating with creation of new companies or by launching new technological paths. REGIONS Sicily Calabria, Basilicata, Lazio Umbria, Friuli, Lombardy Toscany, Veneto Campania, Puglia, Province of Trento Emilia Romagna, Marche, Piemont Other possible classification of the regions Another attempt to classify the regions could be based on the identification of two factors that distinguish regional parties’ strategies. The first distinguishes between networking policies and targeting policies. Networking policies are the efforts aimed at increasing the level of collaboration between companies and institutions in the region. Targeting policies refer to projects that have precise objectives, for example strengthening certain industrial sectors or specific scientific paths (already existing or not). The second identifies (obviously with some simplification) the macro-party as the reference point, the director, and leverage of regional interventions – not to be confused with the beneficiary of the interventions. In some cases the university is highly regarded, and in other cases, other pre-existing establishments and associations of various nature, in other control centres that of a variety of parties participate in. 152 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy REGIONAL R&D Puglia Calabria PUBLIC RESEARCH POLICIES FOR Campania Lombardy Piemont Umbria CONSORTIA ETC. Emilia Romagna Friuli V.G. Lazio Veneto COLLETTIVE CONTROL CENTRE Toscany Sicily Marche Basilicata NETWORKING TARGETING FOCUS OF REGIONAL POLITICIES Summary of R&D in Friuli Venezia Giulia The 1990s were a period of political uncertainty in Friuli Venezia Giulia Region (FVG). After being supplied with an important toolbox to support internationalization and economic and social development during the 1980s, the Region now faces the need to review these tools. Innovation was proposed as one of the new Council’s priorities. After a prolonged period of political uncertainty, the legislative framework is still slightly lagging. However, Friuli can count on important research and the production of new technologies. In addition to this, FVG has an important entrepreneurial fabric, both industrial and not. Regional experts confirm that what is lacking today is mainly the “link” between these two components – both of which are rather qualitative. The measures for innovation and research in the Docup should be pointed out: they aim at realizing structures for research, diffusing of innovations, support for companies for research and technological development. The new General Framework on Innovation greatly revises the way the region’s innovation policies are managed. Since the main thing that was lacking in Friuli’s innovation system was a link between the area’s different actors, the Framework set up a “control centre” for this type of policy, supplied with ample power and made up of leading representatives from the business, political and research worlds (Committee for Innovation). It will be particularly interesting to follow the implementation phase and the outcome of this set of initiatives. It is interesting to observe the role the regional finance act played in a region that has a special statute (Friuli) and was left free to implement regional policies and act as a real finance act, autonomously influencing the regional industrial policy by managing its own holdings. The Area Science Park in Trieste is, in practice, the only real (and functional) Italian science park. It is also important for its involvement in technological transfer. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 153 Chapter 2 Summary of the Trento Province’s R&D policy The Autonomous Trento Province (ATP) is a rather interesting case for various reasons. Firstly, because it is an autonomous province, secondly for its innovativeness and clearness in some choices, and finally because it is a sort of “window” onto Germany. In Trento there is a strong political commitment for supporting innovation and technological transfer. It appears that Trentino is setting particularly ambitious and long-term objectives for sustained growth from a solid investment (both public and private) in research and innovation. The first proof of this is without a doubt the considerable increase in allocations to this area and the provincial authorities’ promise for further increases (up to 4.5% of the provincial budget, which is currently 2.5%). These decisions are courageous and not easily accepted by a population that is used to investments in tourism and agriculture. Trento Province’s interventions have organized contacts and bilateral agreements, unlike the coordinating committees, as in other regions. The agreement with Centro Ricerche Fiat (CRF) of Turin should also be mentioned, in which the Province will allocate EUR 7.7 million to open a CRF office in the province of Trento. The definition of objectives such as targeting aimed at specific areas of excellence and opening the system to national and international influences are the main priorities that the province’s authorities set. Negotiation of policies with the province’s research and innovation system were characterized by bilateral agreements. Although this approach was a success (see the CRF case, the agreements with MIUR and the results obtained by the University of Trento) it is not known the extent to which this approach reached in sharing objectives and instruments with other local business realities (especially SMEs). The LP 3/2000 mechanism for financing research facilities should be mentioned. The facilities participate in a “call for tenders” to assign the budget for their research activities. In this way, the Province sets the goal of influencing these facilities’ management policies and how they target their investments and at the same time guarantees a certain level of competition. A collaboration agreement was signed with the Campania Region, defining the framework for support for collaborations between the two regions’ universities and research centres. In addition to the University of Trento, which plays a key role in the local innovation system, other important national research centres such as CNR and CRA are also present. 154 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy REGIONAL POLICIES FOR R&D Summary of Lombardy’s R&D policy Lombardy has a very high number of companies, and takes the first place for private investments in research in development, drawing on consistent investments of the industrial research centres that are spread around the region. The high competitiveness of Lombardy’s SMEs and their structure facilitates networks between companies and collaboration for investments in R&D. Support for Research, Innovation and technological transfer is a horizontal objective of the Region’s economic development policy strategy. The Regional Development Programme stresses the need to identify ways to connect and directly integrate the business and research worlds, allowing the creation of two way communication between producers and consumers of research. Key of the strategic guidelines of the regional action in the objectives specific to support for R&D is the creation of a network able to integrate and further develop the Centres of Excellence for Research and technological transfer making them internationally competitive. The Framework Programme Agreement signed with the Government (the only one of this type in Italy) aims at realizing a set of programmes and integrated interventions to facilitate and support the growth of technological levels and Lombardy’s competitiveness by supporting and implementing technological transfer processes, the transition to new industrial sectors and the optimization of relationships between institutional, social and business worlds. This aim is pursued through the development of three intervention schemes: 1) Planning and coordination to strengthen the Region’s internal structures and provide these structures with instruments to monitor research and technological innovation policies; 2) Information to improve the circulation of ideas and knowledge; 3) Operational implementation through programmes and specific projects that are in line with the strategic guidelines at regional, national and EU level. There are 348 Innovation Support Centres in the region, four BICs (Business Innovation Centre), CNR of Milan, Consorzio Politecnico Innovazione and many entities that enable an ever increasing level of interaction between industry, university and government. Summary of Piedmont’s R&D policy Piedmont is the region with the highest concentration of innovative companies and is in second place (after Lombardy) for private investment in research and development, due to considerable investments of leading industrial research centres found in the Turin area. Instead, the connection between research centres and industry and technological transfer from these centres should be strengthened. Piedmont is avant-garde for research and innovation, having industrial centres that are of national and international importance, and some of the largest industrial research centres in Italy. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 155 Chapter 2 The regional innovation policies aim at upgrading the existing industry’s innovative performance, which is crucial for the region’s economy and also for the employment situation. They also aim at increasing the value of knowledge - especially in the Turin metropolitan area - and strengthening of new scientific-technologic paths. Both the Region’s Docup and Por provide measures to strengthen scientific research and technological transfer, also by improving the human resources in the research and technological development sector. Torino Internazionale’s project which developed a vision of the city through 2010 is extremely important; its main objectives include: increasing research and innovation by supporting an international university centre, identifying areas of excellence about which to become knowledge producers (presently biotechnologies and increase the value of the health pole), and increasing the value of human resources of excellence. Within Torino Internazionale, the sub-project Torino Wireless is particularly important; it exemplifies the scientific-technological path that should be followed for promoting science-based development. Torino Wireless is a district that integrates research and business (between the partners Politecnico di Torino, I3P, ITP, representatives of the productive and financial worlds). Parties of various nature work for Torino Wireless, which receives both public and private investments. The region is proud to have technological transfer centres that are important throughout Italy, such as Rai’s Centro Ricerche and Produzione, Telecom Italy Lab, Centro Ricerche Fiat, IENGF and Alenia, the chemical and materials research pole. Summary of Veneto’s R&D policy The Veneto Region’s framework for supporting innovation and R&D is in complete transformation. A new approach to innovation and technological transfer was adopted to put the pre-existing regional competencies and structures to better use, and to support the technological transfer towards small and medium-sized companies. In autumn 2003, a regional law should be passed that lays out guidelines for supporting innovation and scientific research. This new framework will reform the already existing innovation support system, which is well structured but is lacking in a true “control centre”. The region developed an Innovative Action Programme for technological innovation in the job market and public administration. Veneto Innovazione (Vinn) emerges as a support structure for regional innovation policies. Vinn not only carries out policies, but also acts as a knowledge depositary, union element and expert partner. Vinn is possibly the most adapt candidate to be the reference point for the future innovation system. In fact, representatives from the Vinn programme and from corporate associations and universities recently defined the Region’s new framework for innovation. 156 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy REGIONAL POLICIES FOR R&D In Veneto the network of scientific and technological centres seems to have become important; therefore, there should be particularly positive results from the changes in progress, which at least in writing should find fertile ground for the adoption of an “networked” innovation system. Among the most important structures is the Science Park and Technological Multipolare, provided for by the Regional Law 36/95; it will be implemented by Vinn. Among the major weaknesses pointed out by the regional authorities that were contacted was the lack of coordination among the various centres for technological transfer, university and private industry. The groundwork for the start of the new innovation plan could be start again with a more precise negotiation of instruments and objectives. The Region instituted an agreement for industrial research with California, which is part of the Network for Science and Technology (NEST) and also an agreement with Massachusetts Institute of Technology which allows students and local companies to integrate with MIT’s research activity. Summary of Emilia Romagna’s R&D policy The Emilia Romagna Region has companies with important technological competencies and a fair number of public research centres and universities. The link between the research and business worlds also seems to be rather strong. In order to maintain a leadership position in the technological field (for example in the machine tool sector, the motorcycle industry and others), the Region plans on strengthening the interaction between companies and public research as much as possible. Excessive sectoral specialization could be mentioned among the regional innovation system’s weaknesses, which makes the region’s companies potentially vulnerable to “technological discontinuities”. The regional Programme in innovation and research was intense (Por Ob. 3 and Docup); the most important measures were the Docup and the support for innovation in small and very small companies, support for innovative start ups and development of innovation and research projects. The content of the Innovative Actions Programme, to create meeting points between supply and demand for innovation. In the three year Programme for the development of productive activities, innovation is considered as one of the elements to monitor through the six “support guidelines” identified in the programme (among which support for investment, innovation and competitiveness projects). The regional law 7/2002, result of negotiated planning, was created to fill the innovation gaps felt by the regional system’s main players and profoundly modified the prior strategy for innovation since – in addition to supporting innovation and research in companies (with a fund for research EUR 41 million) – it identified the creation of territorial networks for research and technological transfer as the main objective. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 157 Chapter 2 The role the Spinner consortium plays in diffusing the initiatives for innovation, increasing knowledge and bringing companies and universities closer should also be mentioned. The Aster consortium’s reform process was interesting – its new mission is to act as an instrument to create a sort of network between companies and universities. The planning of this policy was a group effort. “Build on what one has”. This summarizes the Regional intervention strategy, based on Emilia Romagna’s strong points: a particularly avant-garde public research system diffused in the region, and a vital and ambitious entrepreneurial system. Summary of Lazio’s R&D policy The Lazio Region seems to focus on the problems SMEs have, whose main difficulty is in absorbing new technologies and knowledge. This choice is almost obligatory, given the region’s economic structure - almost 96% of its companies have less than 10 employees. Although many of these companies are considered “innovative”, they do not benefit from regional innovation policies (see Ministry of Productive Activities study in the Inn-Governance report). Despite the fact that there are few large companies in the Region, these few provide a large number of investments in research and development (as well as the public sector). Technological innovation is one of Docup Lazio’s priority sectors, which plans different actions to support innovation, research, technological transfer and innovative financial instruments for companies. Despite a long tradition of negotiated planning which has always involved the economic and innovation system’s leading parties, the innovation interventions carried out in the past were not particularly effective mainly due to the lack of capital and the excessively local scope of the initiatives. For this reason, the regional system for innovation’s principal objective is currently to “restructure” the way innovative activities are financed. This is carried out by Filas, Lazio’s finance company for technological innovation. The Regional Plan for innovation and Information Society, which was recently approved, includes support actions for important innovations and focuses on small and medium-sized companies as well as those based on new technologies. How can the region’s strategies include the “motor effect” which is guaranteed by the high number of private and public research centres and large companies’ headquarters in Lazio? The answer to this question seems to be the financing system provided by regional and European funds, “accompanied” by measures such as the Observatory and Business Lab. The Inn-Governance Project is a programme that aims at working on integrated development strategies to manage all the innovation processes. This project will 158 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy REGIONAL POLICIES FOR R&D create a permanent Forum on innovation, which will set up a single platform to link the various levels of regional government and the private sector. Studying the regional innovation system is particularly interesting. All the elements are dealt with synthetically. The presence of important centres of excellence (Centro Atena for interactive multimedia communication and aerospace, the Universities of Lazio, Cnr, Enea, Infm, National Institute for Geophysics and Volcanology, etc.) and technological transfer infrastructures (Parco Lazio Meridionale, Polo Tecnologico Industriale Romano, Tor Vergata Science Park, Consorzio Agrital Ricerche, etc.). Summary of Liguria’s R&D policy Liguria is a region that is traditionally strongly characterised by the presence of heavy industry, public capital, as well as the Genoa port. These economic activities have been going through a period of crisis for years; at the same time as this crisis, many initiatives to promote high tech activities were launched. The Region has strong innovation results: its companies are highly innovative (even if the headquarters of the more innovative ones is outside the region); the city of Genoa, together with Milan and Turin, is one of the cities with the most high technology companies in the country. However, the region’s efforts in producing innovation and therefore also in research and technological development are less promising. The Docup Ob.2 has some interesting measures for innovation and innovation transfer – especially the Innovation Support Measure (recently entered into implementation phase) which aims at supporting technological innovation and industrial research. The Por also has measures to support research, technological transfer and innovation. Since the beginning of 2003, the incentives provided by the law 140/97 (tax bonus for research and development activities) are also available, totalling around EUR 1.3 million. Liguria is forming a regional strategy for innovation, which is still being defined; it will promote innovation culture, qualify the supply of high training for the development of human resources to use in innovative sectors, strengthen the link between different actors in the area, incentivize technological growth in small and medium-sized companies. For the definition of this strategy, however, it is not yet clear how Region, the scientific research and industrial worlds will participate. The region seems to have good structures for technological transfer; this is confirmed by the good performance in diffusing innovation in the area. Among the most interesting structures are: Liguria’s Scientific and Technological Park and Sviluppo Italy Liguria, who promotes “High Technology and Innovation Incubator of Cornigliano” among other things. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 159 Chapter 2 Summary of the Marche’s R&D policy The Region’s strategies have historically supported the entrepreneurial potential of small and medium-sized companies; these strategies have proven to be obsolete today for various reasons including: the absence of important distinct competencies, the fragmentation of development and innovation strategies, the difficulty of accessing technological and advanced services, small companies’ financial fragility. The new strategy seems to be more geared towards the acceleration of the Regional development process in order to bridge the gap between the Marche and other regions. Essentially, it seems as though the Marche Region’s principal strategy is to include unions, professional category associations and universities in the planning of their projects for technological transfer and innovation. It will be interesting to verify this approach’s effective functioning. Some interesting measures for innovation are part of the Region’s Docup. Under the Innovative Actions Programme, which is particularly important, the Region promotes experimental system innovation measures (for example, through the creation of more stable and efficient networks among the area’s actors and the development of a regional set of competencies diffused and distinctive in the high tech sector), which is in line with the RITTS P.I.T.M.A.R. project. The implementation of a Permanent Regional Observatory on Innovation could be an interesting initiative that deserves attention. It is similar to the “control centre” model adopted by other regions. The crisis that the Marche Region’s system is currently going through could be interpreted as a crisis due to international and internal competitiveness: international regarding its ability to adapt to changes occurring at global market level, and internal due to the difficulty to adapt to new logic and production technologies (for most SMEs, innovation continues to be considered an improvement of the productive processes, while the region is not open to more complex and expensive types of innovation, such as Research & Development and innovation applied to the organization and management of inter-company activities). The need to resort to innovative techniques not only in the management of productive processes and products, but also in the organization of the entire productive chain, is therefore an indispensable strategy to be able to sustain the competitiveness of a system that uses more advanced productive logic. Finally, the regional support structures for technological transfer (COMIT Marchigiano Consortium for Technological Innovation, Tecnomarche – Scientific and Technological Park of the Marche, Agency for Technological Development and Applied Research) and for research (Fondazione Aristide Merloni, Istituto Adriano Olivetti, CESCOT Pesaro, S.I.S.TE.MA., ecc.) are particularly interesting. 160 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy REGIONAL POLICIES FOR R&D Summary of Tuscany’s R&D policy Tuscany has two types of companies which both need different types of intervention: the small and medium companies that work in traditional sectors that need to communicate with the region’s more innovative realities, and small and medium companies in high-tech sectors, growing companies that have significant financial problems and are undercapitalised. Regarding innovation and research, Tuscany is “in the middle” – it is behind other regions of the North, but at the same time ahead of the Southern regions. PRAI Toscana is an interesting “bottom-up” approach (without neglecting the research supply system) to experiment on innovative actions in contexts where support for innovation and innovation itself are little known. In this way, one hopes to support the initiative of leaders through an “agile” measure, able to qualitatively measure projects well. To protect themselves from high political risks, a rather limited time period (two years) was allotted for a first evaluation of the path followed. The methodology used by PRAI Toscana is the development of “networks”, public-private partnerships, with the Region as a guarantor, which defines the policies and priorities, but leaves it up to the partnership to choose the best path to follow. Tuscany focuses on the creation of networks. In Tuscany, the network mechanism is interpreted as an instrument to lower the transaction costs that SMEs must pay to request assistance or financing. In fact, SMEs often do not have the resources necessary prepare the complex documentation. Therefore, there are two solutions: Diffused measures - or almost. There could be interventions that are simple and do not require companies to have large amounts of information, but that do not provide a sufficiently articulated base to reach a precise evaluation. Measures that provide for a consortium to be set up. In this case, the Region can request a more detailed report from a set of parties on a more complex project. The consortium could be lead by public laboratories that are particularly interested in having access to these resources, (and with resources also to set up complex documentation). Companies are then involved in these consortia in the most flexible way possible. The following should also be mentioned: centres that link the research world and industry (among these are: CPR, CESVIT, Siena Research Consortium, Firenze Technology, the Scientific and Technological Pole of Navacchio) and some initiatives such as the Link Project (Plan for Strengthening the Research Network and Development of the Territory). Summary of Umbria’s R&D policy SviluppUmbria plays an important role in the region - after the introduction of the RITTS Project, it became regional development agency in all effects. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 161 Chapter 2 The Region has a Ris+ Umbria Project and a RITTS Project. The Ris+ Umbria project supports innovation, modernization and dynamism through the development of research projects, the realization of construction pilot projects and linking the RIS/RITTS network. The RITTS Project, closely related to the Ris+ Umbria project, rethinks the supply of public innovation through the rationalization of existing structures (interventions on Sviluppumbria, Terni Science and Technological Park and other poles of excellence). From 1999 – 2001, the Region had Regional Development Programme to provide support for new technological companies and the creation of spin-offs and promoting partnership between industry, research centres and the university, aimed at technological transfer. Umbria should be studied carefully in the future because it has not yet taken a precise new policy for its support for innovation and technological transfer, although the definition of new Regional Innovation Plan is in progress. Umbria has a tradition of supporting technological transfer, especially through a network of service centres. These structures and the inheriting of particular intervention policy seem to slow the reworking of a regional plan for innovation. Two commissions made up of representatives from the region, representatives from professional categories and the academic world have already been set up, but have not yet reached significant results. The Region has four particularly important structures for technological transfer: Umbria-Sitech’s Science and Technological Park, the Agriculture-Food Science and Technological Park, the Terni special materials Pole and the Terni multimedia centre. Summary of Basilicata’s R&D policy Like the other regions in Southern Italy, Basilicata recognizes the vulnerability of its economic-industrial system, which suffers from the competition of countries with low cost of labour and at the same time it is not ready to compete in high knowledge sectors; the need to invest more in research and innovation and in the technological transfer to companies came about from these considerations. The regional policies seem to include - more or less - the “typical” assortment regarding technological innovation, such as: strengthening innovation in SMEs, technological transfer centres, the strengthening of the supply of research, especially for companies. As provided by Ob.1 Por in response to the abovementioned factors, the Region recently presented a new Regional Plan for Technological Development and Innovation, which should be approved in September/October 2003 and will provide EUR 13 million for companies that will invest in technological innovation. A Mixed Committee is planned also in Basilicata, which will be made up of repre- 162 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy REGIONAL POLICIES FOR R&D sentatives from public institutions, trade unions and professional categories, and environmental associations. Basilicata is different than other similar regions due to the lower involvement of public research facilities, and more attention on the potential of young human resources and the activities related to protecting and increasing the value of the environment, activities on which the region developed important competencies. Regarding improvements in region’s environment, Basilicata developed a Regional Programme of Innovative Actions, named “Territory of excellence”. There seem to be important technological transfer centres, especially regarding development and innovation in the agricultural field. Summary of Calabria’s R&D policy Regarding research and innovation, Calabria has few investments in research, little collaboration between university, research centres and companies, and misalignment between supply and demand of innovation. In the next few years, the Region intends to promote strategies to encourage openness and to stimulate the growth of the area, focusing especially on the creation of networks and relationships among the region’s actors that are able to start new paths for development and innovation. After RIS project, the RIS+ and then the Regional Innovation Plan, CalPark is no longer responsible for the projects, but instead the region is now in charge. Therefore this shows a “re-centralization” phenomenon. The Objective 1 POR carries out important actions for research and innovation, aimed at implementing the Regional Innovation Plan, developed by the Region through the RIS Project; the RIS Project deals with problems in the Region’s research and innovation system, as mentioned above. The Regional Council for scientific and technological research (the regional advisory for coordinating and planning Calabria’s R&D policies) is one of the new interventions in innovation and technological transfer, which also attempts to strengthen the structures supporting partnership. The companies in Calabria are particularly active and watch out for financing from the Region and the central government. The professional associations are particularly active in participating in the planning activities. It will be interesting to see how receptive the private sector is of the new advanced services and initiatives such as the creation of a “Campus” company of the University of Calabria, or the technological observatories for strategic technological sectors. The Region gives the University of Calabria an important role in planning and carrying out the regional system for innovation and technological transfer; the Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 163 Chapter 2 University of Calabria is acquiring an important role in the region for technological transfer. Summary of Campania’s R&D policy Campania, though it is behind the regions in Northern Italy, it has important centres of excellence – both among the companies and the public research centres. Despite the region’s intense scientific research, it has difficulty creating a stable interaction between the research and business worlds. The Campania Region is one of the few regions that created a special department to support innovation – proof of its commitment to innovation. The attention that the regional POR gives the regional research, innovation and technological transfer system seems to be significant. With the many resources coming from its belonging to Objective 1 areas, the Region seems to have a structure for planning particularly important interventions for innovation: in addition to a Regional Research Programme and a Triennial Programme for Promotion of Scientific Research, the Campania also has a Regional Strategy for Development of Innovation, whose first aim was the agreement for the creation of the Regional Competency Centres. The Campania Region seems to be rather decisive and innovative regarding Regional Competency Centres, whose creation was in response to the need to strengthen, transfer and spread competencies relative a specific technological areas. Of all the cases analyzed, it is possibly the most obvious: to improve the regional area, starting from the important centres that channel strong skills and resources and are leaders in a particular high-tech sector. Through the scientific figures in charge, among its various tasks, the Regional Competency also coordinates the main public research centres (University and CNR). Summary of Puglia’s R&D policy In Puglia there are small and medium-sized companies working in traditional sectors with low added value, and few large companies that research and develop in the area. Small and medium-sized companies have difficulty expressing demand for innovation if they are not adequately stimulated, and there is a lack of adequate professional figures in companies – especially in the organizational, technical and managerial fields. The Regions has entrepreneurial vitality and a significant number of research and development and technological transfer centres, whose link with the industrial sector however, is rather scarce. Puglia’s strategy for developing the regional innovation system is based on support for centres of excellence that are linked by “network” or district: it wants to pursue a strategy of tight integration between the regional research and development structures, the international research system and industry. From this point 164 Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy REGIONAL POLICIES FOR R&D of view, the approach seems rather similar to Tuscany’s experience with the Regional Network for High Technology. The Region’s POR seems to be highly involved in supporting technological research and development; the Regional Strategy for Scientific Research and Technological Development (within the Por) appears to be important, strongly involved in the creation of regional innovation districts through regional innovation poles distributed in the territory and linked to research centres. In defining the POR Puglia plans on the intervention of an Inter-University Committee. This initiative is particularly interesting, as it develops a strategy for research and innovation in agreement with the leading centres of scientific and technological knowledge. The RIS Puglia INNOVA Project should be noted – it involved many companies, who had a rather active participation (or seems to be, judging by the documents consulted). It seems to be particularly important to monitor what will happen in Puglia, who has decided to implement a strategy based on collaboration between the public and the university to create networks and technological districts. It is uncertain if companies were involved, or if the problems reported by the companies in the RIS project were acknowledged. The companies in Puglia, although they are dynamic and motivated, they are mostly small and work in traditional sectors or those with low added value. The presence of centres for technological transfer is considerable, among which: Tecnopolis, Consorzio Cetma and the Industrial Liaison Office of Lecce. Finance and Innovation - Innovative finance and regional policies for R&D in Italy 165