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Berna, 25 novembre 2010
Comunicato stampa
Conclusioni e raccomandazioni del PNR 56
Dalla Svizzera quadrilingue alla Svizzera plurilingue
In Svizzera prevale un atteggiamento flessibile e pragmatico nei confronti del
multilinguismo. È un fenomeno che funziona bene. Tuttavia, la realtà migratoria ed i rapporti internazionali sempre più importanti comportano nuove sfide
per la scuola, l’economia e l’amministrazione. Se si riesce a sfruttare al meglio
il suo potenziale, il multilinguismo rappresenta un vantaggio per tutti. Questo è
quanto emerge dai risultati del Programma nazionale di ricerca «Diversità delle
lingue e competenze linguistiche in Svizzera» (PNR 56).
La piccola Svizzera vanta una grande ricchezza linguistica. Qui si parlano
quattro lingue nazionali riconosciute dalla Costituzione (tedesco, francese,
italiano, romancio), tre lingue ufficiali (le lingue sopraelencate eccetto il romancio) nonché numerosi altri idiomi (tra cui lo spagnolo, l’albanese,
l’inglese, il portoghese, il turco). Il Paese riesce a gestire questa diversità? Sì,
con un’abilità sorprendente: è quanto si evince dai risultati dei 26 progetti
inerenti al PNR 56. Tuttavia, occorrerebbe sfruttare il potenziale del plurilinguismo meglio di quanto fatto finora.
Vari progetti di ricerca hanno dimostrato che i gruppi composti da persone
che parlano diverse lingue (ad esempio squadre di calcio oppure unità militari) assumono un atteggiamento flessibile e pragmatico nei confronti del plurilinguismo. Spesso colmano spontaneamente le lacune dovute alla mancanza
di regole formali relative all’uso della lingua. Anche nelle imprese, i locutori di
lingue diverse cooperano con successo nell’ambito del lavoro quotidiano.
Conoscenze linguistiche superiori alla media
I cittadini svizzeri dispongono di conoscenze linguistiche superiori alla media.
In genere padroneggiano due lingue straniere. Ai romanci e ai ticinesi, la
maggioranza impone sforzi linguistici più grandi. Attraverso corsi di lingua
innovativi dal punto di vista didattico, organizzati con il coraggio di non essere perfetti, si aprono nuove vie pragmatiche per apprendere il romancio e
l’italiano.
L’onere maggiore dell’insegnamento della lingua incombe alla scuola. Ciò
nonostante, l’apprendimento precoce di due lingue straniere non rappresenta
un sovraccarico per gli allievi. Gli svizzeri tedeschi sono in grado di utilizzare
la lingua standard – il cosiddetto «Hochdeutsch» – ogni volta che la situazione
lo richiede dimostrando un buon grado di padronanza linguistica. Lo stesso
vale per i giovani romandi che sanno distinguere perfettamente le situazioni
in cui possono ricorrere al linguaggio giovanile da quelle che richiedono l’uso
del francese standard. Per contro, il significato dell’inglese viene spesso
sopravalutato. Infatti, per la popolazione svizzera non svolge il ruolo di «lingua franca».
Lo Stato dovrebbe comunicare con l’intera popolazione
Diversi risultati degli studi condotti nell’ambito del PNR 56 sono stati integrati nell’ordinanza relativa alla legge federale sulle lingue e hanno profondamente influenzato il contenuto della Guida per la promozione del
plurilinguismo nell’Amministrazione. Conformemente a quanto previsto dalla
nuova legge sulle lingue, le autorità dovrebbero proporre attività formative
efficienti finalizzate al perfezionamento delle competenze nelle lingue in generale nonché nelle lingue straniere del loro personale. Una delle raccomandazioni formulate sulla base dei risultati conseguiti nell’ambito del PNR 56
sollecita un maggior coinvolgimento di specialisti nelle tre lingue ufficiali per
l’elaborazione congiunta, ad esempio, di testi di leggi, di disposizioni o di altre
informazioni delle autorità.
Uno dei compiti centrali del diritto linguistico è il sostegno di minoranze linguistiche che dovrebbero poter soddisfare possibilmente molte delle loro esigenze parlando la propria lingua. Per i nuovi gruppi alloctoni, le cui lingue
non vengono riconosciute dalla Costituzione, la situazione è più difficile.
Mentre da un lato lo Stato e la società si impegnano a favore della salvaguardia di minoranze autoctone affinché non vengano risucchiate dalle comunità
più grandi, dall’altro lato, sotto il profilo dell’integrazione, pretendono da molti migranti esattamente il contrario. Per lo Stato dovrebbe essere di primaria
importanza poter comunicare con tutti gli abitanti del suo territorio.
I vantaggi del plurilinguismo
Il multilinguismo costa – tempo, energia, denaro. Tuttavia, secondo quanto
afferma Walter Haas, presidente del Comitato di direzione del PNR 56, comporterebbe anche vantaggi culturali, intellettuali ed economici. Del capitale
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linguistico della Svizzera fanno comunque parte anche gli idiomi dei migranti,
un fatto di cui sia la politica che l’economia tengono troppo poco conto. L’uso
di queste lingue consentirebbe alla Svizzera di rimanere in contatto con i
Paesi d’origine dei migranti e con altre culture. Inoltre sono uno strumento
importante per il settore turistico e le imprese operanti in ambito internazionale nonché per le traduzioni di testi letterari e giuridici. Accettare la sfida
del multilinguismo significherebbe allora riconoscere e sfruttare il potenziale
risultante dall’incontro di persone che parlano una lingua diversa, spiega
Walter Haas. Per promuovere meglio le competenze linguistiche occorrerebbe
partire dal bisogno di comunicare, poiché le persone vorrebbero e potrebbero
dialogare tra loro.
Contatto
Prof. Dott. Walter Haas
Presidente del Comitato di direzione del PNR 56
Università di Friburgo
Departement für Germanistik
1700 Friburgo
E-mail: [email protected]
Telefono: ++41 (0)26 323 15 80
Pubblicazione
(disponibile in versione pdf presso il Fondo nazionale svizzero (FNS) via
[email protected])
Walter Haas (Edit.): Do you speak Swiss? Diversità delle lingue e competenze
linguistiche in Svizzera. NZZ Libro, Zürich 2010. 240 pag.
Programma nazionale di ricerca «Diversità delle lingue e competenze linguistiche in Svizzera» (PNR 56)
Da tanto tempo ormai il quadrilinguismo tradizionale della Svizzera si è trasformato in multilinguismo. Oggi, questa diversità delle lingue comporta
nuove sfide che la scuola, la politica, l’economia, la società – ma anche ogni
singolo individuo – dovranno affrontare. Per l’esecuzione del PNR 56, realizzato su incarico del Consiglio federale e avviato nel 2005, sono stati stanziati
fondi per complessivi 8 milioni di franchi. L’obiettivo dei progetti inerenti al
PNR 56 era quello di studiare e di sviluppare le basi per il mantenimento, la
promozione e l’utilizzazione della diversità linguistica in Svizzera. Circa 200
ricercatori hanno partecipato attivamente a 26 progetti. Adesso, il PNR 56
presenta la sua sintesi.
www.nfp56.ch
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