LA VOCE DELLA BASE Speciale Tunisia

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LA VOCE DELLA BASE Speciale Tunisia
FLP Affari Esteri
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Flp Affari Esteri
LA VOCE DELLA BASE
Speciale Tunisia
Riceviamo e pubblichiamo
Se la Mongolfiera si fermasse a Tunisi, farebbe cosa gradita e cosa vedrebbe?
Vedrebbe che all’Istituto di Cultura l’ultimo concorso da contrattista è stato vinto da un candidato, forse preparato e
competente, ma che è comunque il cognato dell’impiegata che ha rimpiazzato, partita in pensione, la quale, tra
l’altro, continua a lavorare all’Istituto con un “contratto da esterna” (che vorrà mai dire??). Nel segno della continuità
familiare….
Vedrebbe che la gestione del pubblico dei visti è un vero fallimento. Invece di predisporre un sistema di prenotazione
degli appuntamenti on-line, che avrebbe consentito un notevole risparmio agli utenti, si è preferito “esternalizzare” alla
solita società privata, con notevole aggravio di spesa. Il bando, probabilmente regolare, è stato puntualmente vinto da
AlmavivA (che combinazione!). La società, ha potuto installare due suoi impiegati all’interno dell’ufficio visti,
beneficiare di apparecchiature (come quella delle impronte digitali) regolarmente inventariati tra i beni dello
Stato Italiano ma “prestati” benevolmente da questo ultimo ad un privato. AlmavivA deve avere ottimi appoggi in
loco o in sede Centrale (del resto è noto!), cosa che ha permesso anche a uno dei suoi impiegati di vincere l’ultimo
“concorso” indetto per l’assunzione di un contrattista sempre da impiegare nel settore visti.
Vedrebbe una sede che ormai da anni è considerata “disagiata” ma le cui AA.FF ancora oggi sono pagate come se
fosse normale, tra l’indifferenza generale della quasi totalità dei sindacati e dei responsabili del MAECI. Eppure gli
ultimi avvenimenti ne attestano e ne confermano la pericolosità. Ma la giustificazione è sempre la stessa “non ci sono
soldi”. E a proposito di soldi, nessuno è stato in grado di spiegarci come mai da luglio scorso un dipendente di ruolo si è
visto decurtare dalla sua ISE oltre 600 euro al mese, nel nome della tanto decantata Spending Review, mentre un primo
segretario ha perso poco più di 100 euro. Perché, tanta differenza? A noi risulta che le indennità dei diplomatici siano
molto superiori di delle AA.FF. non ci dovrebbe essere perequazione nello sforzo comune di risparmiare? Tanto che il
loro stipendio metropolitano rimane (quasi) invariato quando sono in missione, grazie alla solita leggina approvata ad
hoc. E gli altri sindacati tacciono. Sempre!
Vedrebbe che l’atavico intento di fare delle Sedi all’estero dominio dei soli diplomatici e contrattisti è in piena
funzione. Vengono congelati posti delle AAFF e vengono assunti contrattisti (4 negli ultimi tempi). Ma soprattutto
viene inviata una giovane diplomatica a rinforzare il parco dirigenti delle sede (e cinque: ce ne era un impellente
bisogno!) perché, l’ambasciatore (R. D. C.), poveretto, non ce la fa più, ha anche il Nucleo Libia di cui occuparsi.
Peccato che detto Nucleo ha giù una diplomatica alla sua testa e che lavora in totale indipendenza. Infatti la neo
diplomatica sarà alle dirette dipendenze del capo missione. Ma in qualche modo dovranno pur accasare i nuovi assunti
tra le loro file, tanto per giustificare (male!) l’ennesimo concorso.
Vedrebbe che i procedimenti disciplinari, i richiami scritti, le censure ecc. fioccano in un clima di totale
prepotente vessazione, probabilmente su input dell’alta dirigenza MAE che vuole dimostrare quanto siano inadeguate
all’estero le AA.FF. Ma questo non è un problema solo di Tunisi.
Purtroppo chi controlla non è controllato da nessuno: in compenso è protetto da tutti. Così succede che il dirigente
preposto ad effettuare certi cambi delicati sia inadempiente per un mese e mezzo, in barba alle famose 72 ore previste,
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senza che venga emesso verbo nonostante che la dipendente di ruolo preposta abbia redatto una opportuna relazione di
servizio sull’accaduto, puntualmente caduta nel dimenticatoio.
Mentre un delegato sindacale si becca un provvedimento disciplinare per aver chiesto a Sua Maestà il capo missione il
motivo e l’argomento di una convocazione.
Da parte nostra, dobbiamo aggiungere.
Certo che, se fossero vere tutte le situazioni che ci descrivono, ci sarebbe ancora tanto lavoro per l’Ispettorato, la
DGRI e, non da ultima, la procura della Repubblica, che legge per conoscenza.
Roma, 12 febbraio 2016
UFFICIO STAMPA
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