malattia da reflusso gastroesofageo ed algie vertebro
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malattia da reflusso gastroesofageo ed algie vertebro
MALATTIA DA REFLUSSO GASTROESOFAGEO ED ALGIE VERTEBRO-STERNO-COSTALI: SCREENING DI RICERCA E PROTOCOLLO SPERIMENTALE DI TRATTAMENTO Relatore: Fabrizio Magnifica Autori: F.Magnifica, A. Graffitti, M. Moscato, C. Severi, D. Badiali Motivazione La malattia da reflusso gastroesofageo (GERD) ha un’alta incidenza nella popolazione ed un forte impatto sulla qualità della vita dei soggetti che ne sono affetti; l’osservazione che parte della popolazione colpita evidenzia l’associazione con altre algie(pirosi, restrosternali, toraco-rachidee)ha portato a considerare la possibile interazione tra la fisiologia del LES e lapostura. Scopi In questa popolazione di pazienti affetti da GERD con dolori associati ne esiste una parte la cui sintomatologia è scarsamente rispondente ai farmaci.La possibilità di incidere positivamente sulla sintomatologia del GERD nei soggetti farmaco-resistenti attraverso delle manovre manuali, rappresenta una possibilità di intervento non-farmacologica da affiancare alla terapia tradizionale. Metodi E’ stato effettuato uno screening in un pool di pazienti già in trattamento farmacologico per la patologia in esame, tramite la somministrazione di un questionario anamnestico-autovalutativo ed una valutazione posturale; l’obiettivo di questa raccolta dati era la ricerca di correlazioni tra alterazioni posturali ed algie nei pazienti con GERD; da questo primo screening è stato poi selezionato un gruppo di pazienti da sottoporre al protocollo terapeutico sperimentale sviluppato dai ricercatori. Risultati Lo screening dei pazienti ha rilevato come l’alta incidenza di alcune alterazioni posturali profili un possibile morfo-tipo associabile con il GERD. Gli 8 pazienti sottoposti a trattamento hanno riportato un netto miglioramento sia della sintomatologia algica che degli episodi di reflusso in durata, intensità e frequenza. Conclusioni Si evidenzia la necessità di ampliare lo studio su un pool più numeroso di pazienti, al fine di individuare con maggior precisione il morfotipo base e poter adeguare a tale modello il protocollo riabilitativo; si ritiene inoltre necessaria la quantificazione delle alterazioni di detto morfotipo, presumibilmente attraverso l’utilizzo dell’imaging, con l’obiettivo di produrre risultati scientificamente rilevanti.