La Gioconda

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La Gioconda
La Gioconda
Leonardo non si separò mai dalla << sua Gioconda >> e questo attaccamento non è
ancora stato spiegato: sia stato per inclinazione naturale ( si dice che fosse il volto di
una donna amata ) o perché ritenesse di aver raggiunto in quest’opera la pienezza del
suoi intenti pittorici.
Il paesaggio, tipicamente toscano, è il frutto della osservazioni scientifiche dell’artista
nelal Valle dell’Arno e nella Val di Chiana
La Gioconda (1500 – 1504) di Leonardo da Vinci
Analisi stilistica
Leonardo, al di là delle definizioni romanzesche ed enigmatiche che la storia della critica ed anche la
leggenda hanno intessuto attorno a questo viso di donna, esprime in quest’opera, in una potente sintesi,
tutta la sua visione filosofica della vita, del trascorrere e trascolare del tempo, della ambiguità della luce e
delle forme, dello sfuggire dei sentimenti, della inarrestabilità dei fenomeni naturali del paesaggio.
La donna ritratta è Monna Lisa del Giocondo, più semplicemente detta << La Gioconda>>. Leonardo, nel
periodo in cui esegue i cartoni preparatori per la “Battaglia di Anghiari” , risiede nei pressi della casa di
Francesco del Giocondo e di sua moglie Monna Lisa. La donna conduce una vita ritirata a seguito della
prematura scomparsa della figlioletta. Forse è per questo che dal volto della Gioconda traspare una velata
tristezza, malgrado il sorriso, che resiste ad ogni tentativo di interpretazione: è qui che risiede il fascino
esercitato dal dipinto e la difficoltà interpretativa per i critici. Si dice anche che durante le sedute di posa
Leonardo chiamasse dei musicisti affinchè, con le loro melodie, influissero sull’espressione del volto della
giovane donna.
Il paesaggio, tipicamente toscano, è il frutto della osservazioni scientifiche dell’artista nelal Valle dell’Arno
e nella Val di Chiana. Anch’esso è misterioso e impreciso, quasi in intima consonanza col volto della
Gioconda.
L’Opera
Leonardo non si separò mai dalla << sua Gioconda >> e questo attaccamento non è
ancora stato spiegato: sia stato per inclinazione naturale ( si dice che fosse il volto di una
donna amata ) o perché ritenesse di aver raggiunto in quest’opera la pienezza del suoi
intenti pittorici.
Il consenso critico verso questo capolavoro è particolarmente ampio, inizia con Vasari e
non si è ancora spento. L’avventura del famoso << furto >>, nel 1911, e del suo
ritrovamento non meno sorprendente hanno contribuito ad aumentare il suo mistero.
Leonardo a Firenze e a Milano
Dopo il trasferimento da Firenze a Milano nel 1482, al servizio di Ludovico il Moro,
Leonardo attraversa un periodo molto fecondo per ogni sua attività speculativa; in pittura
realizza capolavori quali La “Vergine delle Rocce” e l’ Ultima Cena” di Santa Maria Delle
Grazie.
Quando nel 1499 la Lombardia cede al dominio dei Francesi, l’artista emigra prima a
Mantova , poi a Venezia, ben deciso comunque a raggiungere nuovamente Firenze, dove
lo attende un compito grandioso: un affresco raffigurante la Battaglia di Anghiari, opera
in grado di fronteggiare in Palazzo Vecchio la michelangiolesca Battaglia di Cascina.
Di questo progetto mai andato a compimento per varie motivazioni tecniche ed anche
politiche, rimangono alcuni studi di straordinaria potenza che sintetizzano il furore eroico
di una intera umanità. E’ di questo periodo il celeberrimo ritratto della Gioconda, destino
a divenire in breve tempo l’opera d’arte più famosa del mondo, e quindi più soggetta a
revisioni critiche, polemiche e sarcasmi intellettuali, ma comunque sempre simbolo
universale della pittura, punto di riferimento incontestabile per l’arte di tutti i tempi.
Fonte: De Agostini – Novara – 1992 – Nardini Editore Firenze – 1991
Redazione
(04.10.2012)
Articolo correalto: Monna Lisa di Isleworth
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