CorrieredellaSera_Domenica 17 giugno 2012_I mal di schiena
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CorrieredellaSera_Domenica 17 giugno 2012_I mal di schiena
54 Salute Domenica 17 Giugno 2012 Corriere della Sera italia: 505455575352 medicina ❜❜ Questi pazienti non saranno più «i malati che non guardano le stelle» a causa della fusione della colonna vertebrale causata dall’infiammazione cronica WEB L’esperto risponde Potete rivolgere le vostre domande sulle patologie reumatiche a un team di esperti all’indirizzo internet http://forum.corriere.it/reumatologia/ Diagnosi Nei casi in cui il dolore dura da almeno tre mesi è un’ipotesi da considerare Il congresso Dai massimi esperti europei le novità scientifiche e terapeutiche I mal di schiena persistenti possono essere reumatici S La verifica La sicurezza dei «biologici» dopo 10 anni Per gli oltre 400 mila italiani con artrite reumatoide, in prevalenza donne tra i 40 e i 50 anni, la rivoluzione dei farmaci «biologici» è iniziata nel 1999 con l'arrivo dell'infliximab, un anticorpo monoclonale dotato di specifica attività anti Tnf-alfa. Oggi l’armamentario di farmaci biologici si è molto ampliato e iniziano ad arrivare anche i dati sulla loro efficacia e sicurezza a lungo termine. Al congresso dell’European League Against Rheumatism di Berlino sono stati presentati i risultati raccolti in pazienti in cura con anti Tnf da 10 anni. «Nel caso specifico i dati sull’adalimumab hanno fornito conferme sulla sicurezza: la tipologia e la quota di effetti collaterali a breve e lungo termine è sempre la stessa a dimostrazione che terapie protratte non espongono a rischi maggiori» ha commentato Carlo Maurizio Montecucco, direttore del reparto di Reumatologia del Policlinico San Matteo di Pavia. I controlli di tossicità senza ticket A volte si tratta del primo segnale di spondilite e il mal di schiena non vi dà pace da mesi, è necessario capire se si tratta di un problema di natura meccanica o infiammatoria. A sottolineare questa semplice, ma ancora poco nota, distinzione, sono gli esperti intervenuti a Berlino al recente Congresso dell’European League Against Rheumatism (Eular). «Un mal di schiena che dura da almeno tre mesi, con un dolore che aumenta con il movimento e diminuisce a riposo, è in genere legato a cause meccaniche, per esempio artrosi o patologie dei dischi vertebrali — spiega Ignazio Olivieri, direttore del Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata —. Nella lombalgia infiammatoria, invece, il dolore peggiora con il riposo, migliora con il movimento e si associa a rigidità mattutina. In questi casi i sintomi potrebbero essere la spia di malattie più invalidanti se non curate in tempo e in modo corretto, le spondiloartriti». Le spondiloartriti sono un gruppo di malattie reumatiche di tipo infiammatorio che comportano alterazioni sia a carico della colonna vertebrale sia a carico delle articolazioni e dei tendini degli arti. «Vengono distinte in due categorie: le forme assiali, che comprendono la spondilite anchilosante e la spondiloartrite assiale senza evidenza radiologica (una forma precoce di spondilite anchilosante senza evidenze radiografiche di danno strutturale alla colonna), e le forme periferiche (artrite psoriasica, artrite reattiva, artrite associata a malattia intestinale infiammatoria e spondiloartrite indifferenziata) — puntualizza l’esperto —. Il mal di schiena infiammatorio è tipico delle forme assiali ed è importante formulare una diagnosi precoce per instaurare da subito una terapia in grado di prevenire il blocco funzio- nale della colonna e la conseguente disabilità». Però, ancora molto spesso la diagnosi di spondiloartrite assiale arriva dopo 6-7 anni dalla comparsa della malattia. «Per favorire una diagnosi precoce è importante che il medico di famiglia, in presenza di una lombalgia di tipo infiammatorio che non passa da almeno tre mesi, invii il paziente al reumatologo — prosegue Olivieri —. Oggi, grazie alla risonanza magnetica, è possibile svelare anche le spondiloartriti assiali invisibili alla radiografia, perché ancora in fase precoce: si tratta di condizioni che col tempo, in alcuni casi, possono evolvere in spondilite anchilosante. Il dolore di questi pazienti è lo stesso di quelli con spondilite anchilosante conclamata, pertanto l’obiettivo è curare al meglio e subito i casi precoci, con l’obiettivo di modificare la storia della malattia». Se per il mal di schiena mec- Specialisti Per non perdere tempo prezioso è importante rivolgersi al reumatologo Indagini La risonanza magnetica fa scoprire anche condizioni molto precoci canico i capisaldi della terapia sono i farmaci analgesici, gli antinfiammatori non steroidei, le corrette abitudini posturali e la fisioterapia, nel caso della lombalgia infiammatoria a questo stesso armamentario sono stati aggiunti di recente i farmaci biologici, in particolare i cosiddetti anti Tnf. «Questi sono in grado di sopprimere l’infiammazione e quindi di ridurre il dolore e prevenire l’evoluzione del danno articolare — chiarisce Olivieri —. Attualmente la terapia con questi farmaci è riservata ai pazienti con diagnosi certa di spondilite anchilosante con evidenza radiologica di un danno alla colonna vertebrale, ma studi recenti ne mostrano i benefici anche nella spondiloartrite assiale "invisibile" alla radiografia». Al Congresso di Berlino sono stati presentati i dati di uno studio su un farmaco anti Tnf (adalimumab) in pazienti con spondiloartrite assiale senza In Toscana evidenza radiologica. Il medicinale non è ancora stato approvato con questa indicazione, ma il dossier per l’autorizzazione è già stato presentato all’Agenzia europea per i farmaci. «Lo studio — commenta Olivieri — ha indicato che il farmaco funziona anche in fase precoce, su pazienti che in media hanno 17-35 anni. Per loro finora arrivare a una diagnosi precoce voleva dire non poter essere trattati con questi medicinali in attesa di danni alla colonna evidenziabili con la radiografia e quindi irreversibili». In un prossimo futuro, però, le cose potrebbero cambiare, con importanti ricadute sulla qualità di vita di questi pazienti, che non saranno più «i malati che non guardano le stelle» a causa della fusione della colonna vertebrale (colonna a canna di bambù) causata dall’infiammazione cronica. Antonella Sparvoli La Regione Toscana ha appena approvato una delibera a favore dei malati reumatici (soprattutto delle loro tasche). Con un recente decreto (Del. Giunta n. 286 del 10/4/2012) sono state aggiornate alcune prestazioni correlate alle patologie reumatiche, già riconosciute e codificate dal Decreto ministeriale 329/99. «In pratica — spiega Renato Giannelli, tesoriere dell’Associazione nazionale malati reumatici (Anmar) e presidente dell’Associazione toscana malati reumatici (Atmar Onlus) — la Toscana ha stabilito di rendere i malati reumatici affetti da artrite reumatoide, psoriasi e spondilite anchilosante esenti dalle analisi necessarie per controllare le malattie e le eventuali tossicità nel caso di terapia con farmaci biologici. Non solo, la delibera ha esteso, per equità, parte di tali analisi anche ai pazienti trattati con farmaci di fondo (che comprendono una serie di molecole, come il methotrexate, in grado di modificare il decorso della malattia e per questo chiamati farmaci antireumatici modificanti la malattia) o con particolari necessità, come i malati in età pediatrica». Insomma, un piccolo, ma significativo traguardo in tempi in cui la priorità della sanità sembrerebbe solo tagliare i costi il più possibile. A. S. © RIPRODUZIONE RISERVATA Produttività CAPSULE E PONTI STACCATI? KIT DI FISSAGGIO PER PONTI E CAPSULE. PRODOTTO TASCABILE CHE CONSENTE DI RIFISSARE DA SOLI PONTI, CORONE, CAPSULE E DENTI A PERNO. LEGGERE ATTENTAMENTE LE ISTRUZIONI PER L’USO FIMO srl - MILANO tel. 0266983865 www.fimosrl.it PRONTO INTERVENTO DENTALE I Pochi cambiamenti nell’organizzazione del lavoro possono scongiurare rinunce alla carriera n Europa sono più di 40 milioni i lavoratori afflitti da malattie muscoloscheletriche, con un costo annuale per i Paesi europei di ben 240 miliardi di euro. A puntare il dito sul problema è Stephen Bevan, copresidente di Fit for work Europe, una coalizione che ha lo scopo di creare un punto di incontro tra medici, malati, associazioni, politici e rappresentanti delle istituzioni per favorire una migliore gestione delle patologie muscoloscheletriche a livello continentale. «Lavorare nelle migliori condizioni possibili fa bene alla salute e al benessere, del singolo e della società — ha sottolineato Bevan durante l’ultimo congresso dell’European League Against impatto negativo sulla vita lavorativa Rheumatism —. Ecco perché basta citare il caso dell’artrite pensiamo che il lavoro dovrebbe reumatoide. Studi recenti mostrano rientrare tra le priorità "cliniche" per che almeno 1 soggetto su 5 smette di il paziente. Per centrare questo lavorare entro 5 anni dalla diagnosi e obiettivo è fondamentale un chi, invece, resta al lavoro ha intervento precoce: piccoli inevitabilmente una minore cambiamenti nell’organizzazione del produttività, stimata in circa 40 lavoro potrebbero consentire alle giorni persi l’anno a lavoratore. persone con malattie «Per i malati cronici come questi il muscoloscheletriche, come l’artrite reumatoide, le spondiloartriti e il mal problema spesso è proprio quello della presenza sul di schiena cronico, di lavoro con una non rinunciare alla ridotta produttività carriera, e alle aziende Il prezzo — ha rinforzato Sean di non perdere una Costa più rinunciare Sullivan, presidente fetta della loro a un professionista dello statunitense produttività». Tanto che adeguare Institute of Health per avere un’idea di and Productivity come queste patologie una postazione Management in possano avere un occasione del simposio —. Quello che noi chiamiamo "presenteismo": un fenomeno che porta i soggetti colpiti da una malattia cronica a presentarsi al lavoro nonostante i dolori e gli altri disagi, fisici e psicologici, legati alle proprie condizioni. Ma la presenza sul lavoro con una ridotta produttività potrebbe essere contrastata. Da una ricerca condotta negli Usa è infatti emerso che il costo reale per un’azienda dovuto a lavoratori malati cronici che non possono produrre appieno è 2-3 volte più alto dei costi di interventi mirati e precoci per migliorarne l’assistenza e le condizioni lavorative». A. S. © RIPRODUZIONE RISERVATA