Il divorzio - Law by Calcò
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Il divorzio - Law by Calcò
8 VARIA LA PAGINA • 19 SETTEMBRE 2012 Pro Juventute lancia una guida per giovani genitori In Svizzera le famiglie dove il padre lavora e la madre resta a casa sono diventate l'eccezione. Oggigiorno tre quarti delle madri e praticamente tutti i padri lavorano. Per i giovani genitori risulta difficile conciliare lavoro e famiglia. Per questo Pro Juventute pubblica la guida per genitori «Conciliabilità tra famiglia e lavoro», volta a sostenere i genitori nel trovare il giusto equilibrio tra famiglia e carriera professionale. L’offerta è rivolta ai genitori, esperti e ai responsabili delle risorse umane delle imprese. Dalla metà degli anni 90 si osserva un aumento delle madri professionalmente attive che vivono in una relazione di coppia. Al giorno d’oggi le madri e i padri devono fare fronte alle più svariate esigenze di natura familiare e professionale. Ciononostante le offerte di sostegno alla genitorialità sono ancora insufficienti. Per questo motivo Pro Juventute lancia oggi la prima guida per genitori della fondazione dedicata alla conciliabilità tra lavoro e famiglia. L’offerta si rivolge ai neo-genitori e ai professionisti come le puericultrici, ma anche alle imprese. «Un sostegno alle famiglie diventa efficace se i futuri genitori hanno la possibilità di informarsi sulle possibilità della loro vita familiare già durante la gravidanza», spiega Stéphanie Kebeiks, responsabile delle Lettere ai genitori di Pro Juventute. Con il lancio della lettera speciale «Conciliabilità tra famiglia e lavoro» Pro Juventute intende contribuire attivamente a trovare soluzioni per le sfide poste da un mondo professionale e familiare sempre più esigente. La guida tratta argomenti come il lavoro, la vita familiare, il diritto del lavoro, la custodia di bambini complementare alla famiglia, l’organizzazione familiare e la gestione del tempo. «Madri e padri sono una risorsa importante per le aziende» «L’argomento lavoro e famiglia non riguardo soltanto i genitori ma coinvolge anche i datori di lavoro», dice Kebeiks. Oltre a contenere informazioni e approfondimenti, l’offerta è anche una guida per una politica del personale pro-famiglia. Un questione sempre più importante anche all’interno delle aziende, poiché saper gestire una famiglia richiede capacità organizzative, resistenza, flessibilità e predisposizione al lavoro di squadra; insomma tutte qualità altrettanto richieste nella vita professionale. Madri e padri sono dunque lavoratori ideali e rappresentano una risorsa importante per le imprese. Inoltre, le persone che lavorano a tempo parziale sono spesso più motivate. Realizzato da un gruppo di esperti L’offerta è stata realizzata da Pro Juventute con la collaborazione di un gruppo d’esperti della Segretaria di stato dell’economia SECO, dell’Università di Friburgo (Istituto per la ricerca e la consulenza familiare), di Formazione genitori CH, dell’Istituto per il bambino Marie Meierhofer, delle Famiglie diurne Svizzera e dell’Associazione Svizzera Strutture d’Accoglienza per l’Infanzia. Attraverso le Lettere ai genitori, Pro Juventute sostiene già circa 65'000 madri e padri in Svizzera. La Lettera speciale «Conciliabilità tra famiglia e lavoro» può essere ordinata nel webshop di Pro Juventute (www.projuventute.ch/shop). Rubrica a cura dell'Avvocato Dominique Calcò Labbruzzo I lettori possono rivolgere le loro domande per iscritto o telefonicamente (in basso i recapiti) Il divorzio Continuazione del precedente numero, ultima parte Il divorzio esplica differenti effetti sulla vita della famiglia, come vedremo ora. 5. Cassa pensione Se il marito o la moglie o entrambi nel corso del matrimonio hanno versato contributi al secondo pilastro, in caso di divorzio vige l'obbligo di procedere alla compensazione. Ciò significa che la coppia non può decidere liberamente se dividere o meno gli averi cumulati. Non è pertanto determinante se i coniugi abbiano convenuto la separazione dei beni oppure il regime della partecipazione agli acquisti. Di norma, vengono suddivise le cosiddette prestazioni d'uscita cumulate durante il matrimonio. La prestazione d'uscita equivale al capitale di previdenza che gli assicurati possono trasferire nella nuova cassa pensione quando cambiano datore di lavoro (altrimenti detto «prestazione di libero passaggio»). È da notare che tutti i risparmi cumulati durante il matrimonio devono essere suddivisi; dunque non solo le prestazioni d'uscita ma anche i capitali di libero passaggio (su conti bancari o polizze di libero passaggio), così come i prelievi anticipati effettuati durante il matrimonio per l'accesso alla proprietà abitativa. Esempio L'unione coniugale tra Paolo (50 anni) e Cristina (45 anni) è durata 22 anni. Hanno due figli (di 19 e 16 anni). Paolo è insegnante liceale, mentre Cristina è sarta. Paolo ha sempre esercitato la propria attività durante il matrimonio, Cristina solo fino alla nascita del loro primo figlio. Quando il secondogenito ha compiuto i 12 anni, Carla ha ripreso a lavorare a tempo parziale. Più tardi ha esteso il proprio impegno e da due anni lavora al 70%. I coniu- gi decidono di divorziare e chiedono come dev‘essere divisa la cassa pensione. La differenza tra l'avere all'atto del divorzio e quello all'atto del matrimonio (interessi compresi) deve essere dimezzata, ossia: la prestazione d'uscita di Cristina è di Fr. 90'000.–, quella di Pietro di Fr. 450'000.–. La differenza viene dimezzata. Nel nostro esempio la metà di Fr. 360'000.– equivale a Fr. 180'000.–. Cristina, la cui prestazione d'uscita è inferiore, riceve all'atto del divorzio Fr. 180'000.– dall'avere di previdenza di Paolo. L'importo verrà trasferito alla sua cassa pensione. Cristina non percepisce la somma in contanti, essendo questa vincolata alla previdenza per la vecchiaia e l'invalidità. Si tratta di una soluzione equa, visto che entrambi i coniugi hanno contribuito secondo le proprie forze alla comunione domestica. Cristina non deve essere penalizzata a livello previdenziale, poiché ha accudito i figli e rinunciato alla propria attività professionale. 3. Validità della sentenza svizzera in Italia Affinché una sentenza di divorzio sia valida in Italia occorre che la persona interessata, tramite il Consolato, la trascriva presso il Comune italiano nei cui registri è stato annotato l'atto di matrimonio. La sentenza deve essere tradotta ed essere munita, come pure l‘originale, di un‘apostilla, ossia un timbro che certifica l‘autenticità dei documenti. Naturalmente mi potete anche contattare per la traduzione della sentenze di divorzio in italiano e per la procedura consolare. PER LE VOSTRE DOMANDE, SCRIVETE O TELEFONATEMI: Avv. Dipl.-Jur. Dominique Calcò Labbruzzo Art & Law by Calcò - Löwenstr. 20, 8001 Zurigo Te. 078-876 82 43 Mail:<[email protected]