A0014010 FONDAZIONE INSIEME onlus. Nicolas Sarkozy
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A0014010 FONDAZIONE INSIEME onlus. Nicolas Sarkozy
A0014010 FONDAZIONE INSIEME onlus. da IODONNA del 13/9/2008, pag 310, <<IL TERZO GENITORE>> di Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore. Per la lettura completa del pezzo si rimanda al settimanale citato. Nicolas Sarkozy, presidente francese, ha proposto di istituire nel suo Paese una legge che dia ai nuovi compagni di genitori separati alcuni diritti sui figli di questi ultimi. Il “papà acquisito” (di solito i figli sono affidati alle madri, “le mamme acquisite” sono poche) potrebbe dire la sua su argomenti come la scuola, salute, orario serale di rientro, vacanze ed altro. La proposta ha sollevato polemiche in Francia ma anche in Italia, soprattutto da parte dei padri separati: molti di loro già vedono i figli piuttosto poco (weekend alterni, una parte delle vacanze, qualche volta una sera alla settimana): che cosa succederebbe se entrassi in scena un nuovo genitore? L’ANALISI. Essere genitori non significa essere necessariamente padri o madri. Il primo è colui che genera, evento che, almeno per l’uomo, si conclude in pochi minuti. Padri a madri invece si diventa quando si sviluppa un legame affettivo, quando si stabiliscono una relazione e modalità di vita insieme. Nelle famiglie di oggi capita che un bambino cambi “padre” (più raramente madre), quando una coppia si separa e lei comincia a convivere con un altro compagno. In base a quali criteri si può decidere se attribuire o no a questa persona alcuni diritti sul bambino? Secondo me una situazione così complicata si può semplificare stabilendo l’esistenza di un “diritto di legame”. Se cioè il minore instaura con il nuovo compagno della madre un legame affettivo che lo aiuta a crescere, una relazione educativa, trovo che sia nel suo interesse riconoscere alcuni diritti a questa terza figura adulta. Capisco le perplessità dei padri biologici. Ma la legge tutela prima di tutto l’interesse del minore, e anch’io mi sento di affermare con serenità che questo interesse prevale di gran lunga sul dolore di un padre. Non è detto, inoltre, che un ragazzo sviluppi con la nuova figura familiare una relazione positiva, anzi, spesso a causa sua si deteriora anche il rapporto con la madre. E allora, in questo caso il quadro cambia: nessuna relazione, nessun diritto. Anzi, si dovrebbe forse ripensare l’affido, magari assegnare il bambino al padre: i rapporti si modificano nel tempo. Ma per quale ragione, invece, un genitore biologico assente, di quelli che spuntano a casa una volta ogni tanto, che si disinteressano dei propri figli, dovrebbe avere più autorità rispetto a figure più presenti e più paterne? È vero, che per il genitore non affidatario stabilire un legame può essere più complicato; ci sono mogli che usano i figli come arma contro l’ex marito. Ma in questi casi la terza persona non c’entra, il problema è a monte: nei pregiudizi secondo i quali la madre è sempre l’educatrice migliore, che portano ad affidare l’84 per cento dei minori alle donne; di modalità a tempi di affido che in molti casi dovrebbero essere rivisti; di bambini generati con troppa superficialità.