A001607 Sara ha trent`anni, si è sposata a Milano e ha un bambino
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A001607 Sara ha trent`anni, si è sposata a Milano e ha un bambino
A001607, 1 A001607 FONDAZIONE INSIEME onlus. DA LA STAMPA DEL 4/6/2009 <<CACCIA IN RETE (E NON SOLO) ALL’ORDINAMENTO PIU’ CONVENIENTE. IL TURISMO DEL DIVORZIO SPRINT>> di Marisa Marrafino, giornalista. Per la lettura completa del pezzo si rinvia al quotidiano citato. Sara ha trent’anni, si è sposata a Milano e ha un bambino piccolo, ma vorrebbe divorziare a Cuba. Davide ha 42 anni e ha già ottenuto il divorzio a Santo Domingo, anche se ha qualche problema con la trascrizione in Italia. Sara e Davide cercano su internet il modo per accorciare i tempi. Chiedono consulenze online, studiano la normativa, mandano mail e ricevono risposte, spesso rassicuranti. I "consulenti" internazionali in rete promettono il risultato: divorziare in sei mesi a Londra o addirittura in pochi giorni a Santo Domingo si può. Questa possibilità è offerta dal diritto internazionale privato che, a certe condizioni, consente il riconoscimento automatico in Italia della sentenza di divorzio ottenuta all’estero. In molti Stati l’iter da seguire, almeno sulla carta, è semplice: si prende il domicilio presso un avvocato o un consulente in un Paese che prevede tempi brevi per lo scioglimento del vincolo matrimoniale, e qui si avvia la pratica. La sentenza, una volta passata in giudicato, se emessa da un’autorità giudiziaria con il rispetto del principio del contraddittorio e in conformità all’ordine pubblico, dovrebbe essere automaticamente riconosciuta anche in Italia. Nel nostro ordinamento, infatti, vige il principio dell’automatico riconoscimento delle sentenze civili straniere, a meno che non esistano convenzioni che prevedano diversamente. Pertanto, in linea di massima, non è necessaria delibazione interna. La sentenza estera di divorzio produrrà i suoi effetti nel nostro Paese a seguito della sola trascrizione nei registri degli uffici pubblici, quando sussistono le condizioni fissate dalla legge 218/95. Tuttavia, ottenere un divorzio lampo potrebbe rivelarsi non proprio automatico. Al rientro in Italia l’ufficio di Stato civile potrebbe decidere di non trascrivere la sentenza straniera. In questo caso, si aprirebbe un contenzioso in cui il giudice, questa volta italiano, sarebbe chiamato ad accertare la legittimità della sentenza ottenuta all’estero. C’è anche un rischio peggiore: la pronuncia di divorzio potrebbe essere trascritta dall’ufficio di Stato civile, con un provvedimento che, però, i terzi interessati potrebbero impugnare in qualsiasi momento, con il rischio di invalidare anche il secondo matrimonio eventualmente contratto. Lo status delle persone rischierebbe di rimanere appeso a un filo. I legali italiani consigliano prudenza. «Le ipotesi di divorzi all’estero credo siano ancora poco numerose», spiega l’avvocato Iacopo Tozzi, che si è appena visto riconoscere dal Tribunale di Firenze un divorzio "breve" effettuato in Italia sulla base della legge spagnola, grazie al fatto che la Spagna era la patria A001607, 2 dell’ex marito. «Salve le convenzioni internazionali -continua Tozzi- non ci sono grossi ostacoli che impediscano il riconoscimento di una sentenza di divorzio ottenuta all’estero. Devono, però, essere rispettati alcuni principi fondamentali, come il contraddittorio delle parti. Inoltre, anche il requisito della conformità della sentenza straniera all’ordine pubblico internazionale può rivelarsi molto elastico». La questione giuridica non è insomma così semplice. Ma una breccia aperta a Firenze (sentenza 1723/09 del 18 maggio 2009) potrebbe allargarsi a tutto il Paese. In Italia il divorzio senza separazione è ammesso solo in casi molto particolari, come la condanna all’ergastolo. E le possibili "scorciatoie internazionali" potrebbero dare nuovo slancio al dibattito politico italiano sulla possibile riduzione dei tempi di separazione. Secondo una ricerca Eurispes del 2007, il 63,5% delle coppie senza figli è favorevole all’introduzione del divorzio breve anche in Italia, nell’ottica di un’armonizzazione con la normativa europea. Nella rete ci sono già le prime coppie divorziate oltre confine che dispensano consigli pratici e forniscono indirizzi di consulenti ad aspiranti "divorziandi". Tutta gente che – questioni giuridiche a parte– ha fretta di divorziare. Magari per sposarsi di nuovo. Il quadro La disposizione Il divorzio in Italia è disciplinato dalla legge 898 del 1970 e determina lo scioglimento definitivo del matrimonio. Le cause ammesso nei seguenti casi: __condanna di uno dei coniugi all’ergastolo o a una pena superiore ai 15 anni o a qualsiasi pena per particolari reati contro la famiglia; __in presenza di una separazione legale da almeno tre anni; ottenimento all’estero dello scioglimento del matrimonio; __mancata consumazione (cosiddetto matrimonio bianco); __dichiarazione giudiziale di mutamento di sesso di uno dei coniugi.