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FONDAZIONE INSIEME onlus.
Da SETTE del 14/10/2010, pag. 55 <<LA COPPIA MISTA: STRANIERI E
MUSULMANI>> di Viviana Mazza, giornalista.
Per la lettura completa del pezzo si rimanda al periodico citato.
Carla studia Lettere a Bologna.
Una sera ordina una pizza.
Gliela consegna a domicilio un bel ragazzo di nome Said.
La
pizzeria è sotto casa.
Lei passa spesso, sbircia dentro.
<<Mi aveva incuriosito, mi attraeva.
Stavo attraversando un
momento delicato, cercavo una persona da amare e che mi amasse>>.
Lui le chiede di uscire. Dopo un pò Carla, 30 anni, di Rieti,
e Said, 26, di Fez, in Marocco, vanno a convivere.
<<È stata la mia prima vera storia, il primo ragazzo in tutti
i sensi>>.
Carla Aguzzi è una delle italiane che perdono la testa per
uomini musulmani nel libro I Love Islam (Newton Compton).
Un'altra è Tiziana Prezzo, giornalista 37enne di Sky Tg24.
Inviata nel 2006 in Turchia a seguire il Papa, si innamora del
cameraman Gókhan. <<In turco vuol dire re del cielo>>.
Prima
lei prende un anno sabbatico e si trasferisce là. Poi lui viene a
stare a Milano.
Pochi giorni fa gli è scaduto il permesso di
soggiorno ed è stato costretto a tornare a Istanbul.
Le storie d'amore "miste" sono un'anticipazione dell'Italia
che verrà, <<l'effetto di un'integrazione già in atto>>, spiega il
sociologo Raffaele Callia, redattore del Dossier statistico
sull'immigrazione Caritas-Migrantes.
Secondo l'Istat,6.300 italiane si sono sposate nel 2008 con
stranieri, provenienti soprattutto da Paesi a maggioranza
musulmana come Marocco (22%), Tunisia, Egitto, Senegal.
Sono il
2,6% del totale delle spose; alla fine degli anni Novanta erano
1'1%.
Una tendenza in crescita in un Paese in cui il numero
totale dei matrimoni è in calo.
I casi che finiscono in tragedia
ce li racconta la cronaca nera (vedere box).
Ma la normalità è una crescita "inesorabile", come notano i
sociologi, benché concentrata per ora al Centro-Nord e più ridotta
rispetto al numero di uomini italiani che sposano straniere
(spesso dell'Europa dell'Est).
Senza contare le convivenze miste, finora poco studiate.
Un
segnale del loro peso crescente è che in Italia, dove 20 bambini
su 100 nascono oggi fuori dal matrimonio, la percentuale sale al
26% quando la madre è italiana e il papà straniero, notava Sabrina
Prati dell'Istat a un recente convegno sulle coppie
islamocristiane.
Sia Carla che Tiziana sono amiche di Patrizia Finucci Gallo,
direttrice della scuola di scrittura creativa Harriette Stanton
Blatch e autrice di I Love Islam. Lo è anche Rita Bacci di
Tredozio, un paesino tra i boschi dell'appennino tosco-romagnolo.
Per amore di un ragazzo marocchino di 25 anni incontrato al
bar Symbol di Faenza -anche lui di nome Said- la 50enne Rita,
badante di una coppia di anziani, divorziata e madre di due figli,
dice addio agli aperitivi del giovedì con le amiche single.
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<<Loro sono molto gelosi della loro donna. Ho detto alla
gente di non chiamarmi più, ho cambiato anche numero>>.
Finucci Gallo parte dalle storie delle amiche (anonime nel
libro) per chiedere: <<Che cosa trovano le donne negli uomini
musulmani?
Cos'è che le attira nell'Islam?>>.
Inizia così un viaggio alla scoperta del "volto più
intrigante" del mondo islamico: cerette al miele, rossetti fatti
in casa con il succo di lampone, abiti fashion ma "corretti".
Ma quanto c'entra davvero la religione?
<<La questione non è I love oppure I hate Islam, ma I love
Mohammed o Yusuf>>, dice Stefano Allievi, sociologo
dell'università di Padova ed esperto di Islam italiano.
<<Ci si
conosce in luoghi di svago come la discoteca e il bar, oppure a
scuola o sul lavoro.
E difficilmente la prima domanda è: di che
religione sei?>>.
Nel caso di Tiziana e Gókhan, <<lei è più islamica di lui>>,
dice Finucci Callo.
<<Io sono a favore del velo nelle
università e lui no>>, spiega Tiziana.
<<Lui beve e io sono
astemia. Una volta al consolato italiano s'è mangiato una gran
fetta di salame, che magari io no perché mi vengono i brufoli>>.
Carla invece viene conquistata dalla carne halal, oltretutto
meno costosa. A parte qualche litigio per le sigarette (<<Nel suo
Paese a fumare sono le prostitute, così mi racconta. Ma io faccio
di testa mia>>), va tutto bene.
Con Said divide i compiti in casa.
<<Lui cucina, pulisce
anche per terra>>.
Geloso?
Non più degli italiani. Poi
lui inizia a svegliarsi in piena notte.
<<"Come faccio a sposarti?", mi ha detto. "Tu non appartieni
alla mia stessa religione"».
E ha paura di crescere i figli
in Italia. <<Dice che qui è più difficile insegnargli il rispetto
per i genitori>>.
<<Un conto è parlare di visione della fede di un turco.
Non è la stessa di un egiziano, di un marocchino e nemmeno dei
Paesi in cui la sharia la fa da padrona>>, nota Raffaele Callia.
Le diversità religiose o culturali, aggiunge Allievi, posso
emergere in momenti "forti" come il matrimonio o la nascita dei
figli, sotto forma di un desiderio di ritorno alla tradizione, a
un diverso ordine delle cose.
QUESTIONE DI ISTRUZIONE.
Entrambi comunque ritengono che
vi sia una sopravvalutazione dei fattori religiosi.
Allievi ha
la sensazione che pesino di più differenze di istruzione e di
provenienza sociale, <<però con l'Islam c'è la tend( interpretare
il conflitto in chiave religiosa>>.
Fanno notizia i casi di conversione italiane all'Islam.
Sono meno noti altri aspetti: che i matrimoni misti si
celebrano sopratutto con rito civile, per esempio, o che gli
stranieri che sposano le italiane sono in media più istruiti e
leggermente più giovani delle compagne.
In passato i quotidiani hanno scritto che le unioni miste
finiscono con divorzi o separazioni più spesso di quelle tra
italiani.
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In base ai dati Istat, Callia spiega:<<Dire che sono più
fallimentari è un falso statistico>>, anche se, quando falliscono,
durano in media meno delle unioni tra italiani (9 anni rispetto a
14 secondo gli ultimi dati) il che può essere un segnale di
difficoltà.
<<Quando vanno male, vanno peggio>>, secondo Allievi, <<con
implicazioni di tipo giuridico più pesanti, soprattutto per la
custodia dei figli.
Ma non vanno ontologicamente peggio>>.
<<A cambiare sono la società e i modelli familiari>>, dice
Gallia.
<<E le coppie miste ne sono un aspetto>>.
Mentre questo articolo va in stampa, dopo un anno di
convivenza Carla e Said si sono lasciati.
Rita è tornata a dal
lavoro in anticipo e ha trovato il fidanzato che sniffava cocaina
con un po' d'amiche.
I vicini marocchini l'avevano avvertita:
<<Se li avessi ascoltati non mi sarei fatta abbindolare>>.
Tiziana e Gókhan restano insieme. Al matrimonio lei è
contraria.
È più probabile che vadano a stare dove c'è lavoro
per entrambi.
Quando la "coppia mista" diventa cronaca nera.
Purtroppo, il lieto fine è tutto meno che scontato.
In Italia le storie di varie
“
”
famiglie miste - italiani/stranieri - così come quelle in cui entrambi i coniugi vengono da
Paesi a maggioranza musulmana, possono trasformarsi in casi tragici di cronaca nera.
Il più recente è quello di Ahmad Khan Butt, 53 anni, e della moglie Begum Shanaz,
46, venuto a Novi, nel modenese, il 3 ottobre scorso.
Pachistana come il marito,
arrivata con lui nel nostro Paese una decina di anni fa, la donna si è opposta quando
l'uomo voleva costringere la figlia ventenne, cresciuta in Italia, a un matrimonio combinato.
Un mattone, che sarebbe stato lanciato dal marito, l'ha colpita alla tempia mentre
correva in soccorso della figlia presa a sprangate da uno dei fratelli.
Madre e figlia si
erano rivolte ai servizi sociali per denunciare un disagio domestico.
A fine settembre c'è stata anche la vicenda di Samia (nome inventato, per
proteggerla), una ventenne giunta dal Marocco a Vicenza perché costretta dalla famiglia a
sposare un uomo conosciuto tre giorni prima: l'ha picchiata, violentata e segregata in casa;
alla fine è riuscita a fuggire.
Ci sono poi i casi -e ricordiamo soltanto gli ultimi- di donne italiane sposate con
stranieri: come Elisabetta Leder, 36 anni, infermiera in una casa di riposo, uccisa a
coltellate insieme alla figlia Arianna di 16 mesi a Castagnole di Paese, in provincia di
Treviso, nel febbraio 2009.
Il compagno marocchino Fahd Bouichou è stato
condannato all'ergastolo per il duplice omicidio: pare che Elisabetta avesse deciso che
non voleva più seguirlo in Marocco.
Nello stesso anno, un padre 52enne egiziano, Mohamed Barakat, proprietario di
una macelleria islamica, ha ucciso il proprio bambino di 9 anni e poi si è suicidato a San
Donato Milanese. La madre, identificata solo come Antonella P., aveva denunciato sin
dal 2005 i tentativi dell'ex convivente (con precedenti penali per furto e detenzione di
stupefacenti) di portare il figlio con sé in Egitto.
Infine ricordiamo le due vicende più clamorose di omicidi avvenuti in Italia che
hanno coinvolto “coppie miste” in cui è la donna provenire da Paesi di religione islamica.
Si tratta di quelle di Hina Saleem, 20 anni, di origine pachistana, e Sanaa Dafani, 18
anni, figlia di genitori marocchini, uccise dai loro stessi padri nel 2006 e nel 2009: tutte e
due a causa della loro relazione con giovani italiani non accettate dalle famiglie d'origine.