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IP INFORMATION LINK Numero 23 - ottobre 2016 www.mise.gov.it | www.uibm.gov.it IP Information LINK vuole essere uno strumento d’informazione per gli operatori e stakeholder sulle opportunità di aggiornamento e formazione nel settore della PI offerte dalla DGLC-UIBM, EPO, CPVO, EUIPO e WIPO IN PRIMO PIANO: Accademia UIBM: Modelli protezionistici e modelli aperti nella disciplina della P.I. UIBM Workshop dedicati ai servizi di archiviazione on line, Centro Congressi Roma, 15- EPO Monaco di Baviera: convegno dal titolo “Commissioni di ricorso e decisioni chiave del 2016” 23-24 Novembre 2016 17 novembre 2016 Procedura di selezione per la designazione del Presidente delle commissioni di ricorso (termine per presentare la candidatura 14 ottobre 2016) Milano, seminario itinerante sul Sistema dei marchi in Cina registrazione entro il 13 ottobre 2016 “Roving Seminar on WIPO Services and Initiatives”. 19 Ottobre 2016, Bologna Bologna: seminario EPO dedicato alle novità nel sistema PCT iscrizioni aperte fino al 28 ottobre EUIPO/WIPO Fast Track: come ottenere la pubblicazione più rapida del marchio comunitario Conferenza annuale sui marchi e disegni in Europa, 20-21 ottobre 2016,Trier Entrata in vigore del Trattato di Marrakesh Comitato permanente sul diritto dei marchi, disegni industriali e indicazioni geografiche: 36esima sessione, 17-19 ottobre 2016, Ginevra Comitato sullo sviluppo e la PI: 18esima sessione, 31ottobre4novembre 2016, Ginevra TEL: 06 47055800 EMAIL: [email protected] SEDE: VIA MOLISE 19. 00187 ROMA DIREZIONE GENERALE LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE UFFICIO ITALIANO BREVETTI E MARCHI L’INTERVISTA: Prof. Gustavo Ghidini Modelli ‘protezionistici’ e modelli ‘aperti’ nella disciplina della proprietà Intellettuale ‚ Prof. Gustavo Ghidini- Professore di Diritto industriale e direttore dell’Osservatorio di Proprietà Intellettuale, Concorrenza e Comunicazioni presso l’Università LUISS-Guido Carli di Roma. Cosa si cela dietro i concetti di modelli ’protezionistici’ e modelli ‘aperti’? I due termini non vanno intesi come espressivi di giudizi di valore, bensì come descrittivi di lineamenti normativi diversi. Il primo si riferisce a paradigmi che privilegiano il profilo esclusivo/escludente dei DPI, non ammettendo o ammettendo molto limitatamente sia interpretazioni riduzionistiche del relativo potere del titolare sia ‘interferenze’ anch’esse riduttive, come quelle derivanti dalla applicazione del diritto antitrust. Il secondo si riferisce a paradigmi normativi e/o ad interpretazioni che, a condizioni diverse, ammettono la inclusione di terzi nella fruizione del . bene immateriale protetto. Fruizione ora a scopo industriale o commerciale, ora a scopo meramente conoscitivo, in senso lato. Quali le principali ricadute nel sistema della proprietà intellettuale alla luce della crescente globalizzazione dei processi innovativi? E’ mia convinzione che la rivoluzione digitale, che dai settori specifici delle Information Technologies si va estendendo (nella prospettiva dell’Internet delle cose) anche al mondo industriale dell’hardware, segnerà una progressiva affermazione dei modelli ‘aperti’, i più idonei ad agevolare le interconnessioni, esterne ed interne, tra imprese e settori di impresa. Naturalmente, si manterrà una ‘coabitazione’, ciascun modello corrispondendo a distinte situazioni ed esigenze tipiche. Ma il modello qualificante, trend setter, della nuova era industriale in cui siamo entrati, sarà probabilmente, ripeto, quello dell’accesso aperto ai beni immateriali protetti. Accesso pagante ove esso sia richiesto per realizzare iniziative imprenditoriali e professionali (il modello normativo, qui, è quello delineato dall’art 99 della L. dir. aut), e accesso gratuito se chiesto per usi di ricerca e insegnamento, ovvero anche per usi di ‘intrattenimento’ nei casi in cui l’offerta dei contenuti si accompagni alla ‘esposizione pubblicitaria’ dell’utente, fonte di pur indiretti utili del fornitore Attorno alla distinzione tra modelli protezionistici e modelli aperti si accendono sovente dispute di sapore ideologico, a volte con toni da guerre di religione. Qual è il Suo giudizio al riguardo? Si tratta di equivoci, pur in buona fede (di regola). I diversi modelli corrispondono a ragioni economiche oggettive distinte, come ho cercato di mettere in luce nella mia dissertazione, nonché a fasi distinte di sviluppo delle economie industriali di mercato. Null’altro. Quelle dispute, insomma, rappresentano costruzioni intellettuali ‘sovrastrutturali’, che come tali oscurano la concreta realtà degli interessi in gioco, e delle forze che ne muovono i conflitti. Se vuoi ricevere informazioni sui prossimi seminari dell’Accademia o visionare i materiali del convegno, iscriviti alla newsletter IP INFORMATION LINK tramite il sito www.uibm.gov.it