parallelo: Maria è all`inizio del cammino storico di Gesù e al
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parallelo: Maria è all`inizio del cammino storico di Gesù e al
catechetiche, quelle delle relazioni sociali, etniche e culturali, che devono essere regolate al fine di evitare discriminazioni e perciò fratture insanabili tra i diversi membri. I criteri indicati per l’elezione sono: buona reputazione, saggezza e possessione dello Spirito (si vedano i requisiti per eleggere episcopi e diaconi in 1Tm 3); dopo la scelta da parte della comunità, in un contesto di preghiera, i Dodici impongono le mani sui sette: si tratta di un gesto che la Chiesa eredita dalla tradizione ebraica e che riprende modelli biblici (cf. Nm 27,18). Questa scena mette in luce la struttura fondamentale di tutti i ministeri ecclesiali: essi sono orientati alla norma del servire (diakonein, cf. v. 2) che Gesù ha assegnato alla sua chiesa (cf. Lc 22,24-30); si fondano su un incarico che proviene da Dio e ha insieme il carattere del dono (la preghiera e l’imposizione delle mani); sono di volta in volta diretti alla concreta situazione storica della Chiesa. Questa narrazione costituisce infine una svolta: non si tratta, infatti, semplicemente di uno dei tanti episodi che mette in luce la vita interna della comunità di Gerusalemme; esso introduce, invece, una fase del tutto nuova dello sviluppo della Chiesa. «Come una pietra gettata nell’acqua produce cerchi concentrici, così l’entrata in campo di un nuovo gruppo all’interno della comunità primitiva - quello degli “ellenisti” - mette in movimento una catena di avvenimenti che spingono il Vangelo ben oltre il luogo originario di Gerusalemme, raggiungendo la Giudea, la Samaria e le regioni confinanti» (J.Roloff). 3 - .CONDIZIONI PER SUPERARE LA CRISI nuove prassi, nuovi ministeri Signore, Tu ci chiedi di sopportare tensioni e conflitti. Tu ci conosci, sai quanto siamo deboli, quanto facilmente ci arrendiamo, quanto facilmente cediamo alla tentazione di prevaricare. Aiutaci ad essere pazienti gli uni nei confronti degli altri e ad assisterci con premura. Preservaci da eccessi di zelo, dalla testardaggine e dall’ira. Spesso abbiamo paura: domande per le quali non abbiamo risposta, problemi per i quali non vediamo soluzioni, persone che non capiamo e che temiamo. Donaci un cuore tranquillo e pensieri chiari; mantienici al sicuro nella tua pace, nel cuore della lotta quotidiana. Fase riespressiva: L’entrata in campo degli ellenisti mette in movimento una serie di avvenimenti: Stefano, Filippo che va in Samaria e converte un etiope … la conversione di Paolo e poi Cornelio. Il brano di Atti 6 introduce il movimento del Vangelo che va al di là della comunità giudaica. Proviamo a rievocare situazioni in cui, una più attenta considerazione della realtà, ci ha portato a formulare dei cambiamenti che si sono rivelati promettenti, capaci di aprire nuove prospettive Spirito di Dio, vieni ad aprire sull'infinito le porte del nostro cuore. Apri il nostro intelletto agli stupendi orizzonti della Divina Sapienza. Apri il nostro modo di pensare perché sia pronto ad accogliere i molteplici punti di vista diversi dai nostri. Apri la nostra simpatia alla diversità dei temperamenti e delle personalità. Apri il nostro affetto a tutti quelli che sono privi di amore e chiedono conforto. Apri la nostra carità ai problemi del mondo, a tutti i bisogni della umanità. fase proiettiva Come discutere nella chiesa In questi tempi di Sinodi e di Unità Pastorali, è opportuno riprendere in mano le indicazioni del nostro Vescovo – sparse in molti interventi - concentrate nelle premesse al Documento post-sinodale “Comunità in cammino”. Che cosa ci colpisce maggiormente? Che cosa riteniamo effettivamente un problema all’interno delle nostre comunità? Nelle nostre modalità di partecipazione, di decisione, di dialogo e confronto? Parola di Dio At 6,1-7 1 Stefano In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove. 2 Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. 3Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. 4Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola». 5 Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. 6Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani. 7 E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede. 8 Stefano intanto, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. 9Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenei, degli Alessandrini e di quelli della Cilìcia e dell’Asia, si alzarono a discutere con Stefano, 10ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. 11 Allora istigarono alcuni perché dicessero: «Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio». 12 E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. 13Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. 14Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato». 15 E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo. Qual è il problema che si presenta? A quale dinamica comunitaria si ricorre per risolverlo? Quale ruolo hanno i 12 nella vicenda Quali sono i criteri utilizzati per rispondere ad un bisogno e creare un nuovo ruolo? Commento La Chiesa compie i suoi primi passi e affronta le prime difficoltà anche al suo interno. Luca parla di un “malcontento” che richiede una risposta da parte di coloro che sono preposti alla comunità. Al centro sta un problema di giustizia sociale: l'attenzione alle vedove. In questo caso tuttavia il problema diventa anche di relazione tra gruppi sociali diversi: non si tratta infatti di etnie diverse, giacché gli ellenisti non sono «Greci», ma Giudei provenienti dalla diaspora greca e ormai rientrati nella Madrepatria. Il brano è emblematico perché offre un modello di composizione dei problemi entro la comunità ecclesiale e per il tipo di soluzione prospettata. In un primo momento siamo informati della presa di posizione pubblica da parte dei Dodici: essi sono consapevoli che quanto è avvenuto non esula dalla loro responsabilità (cf. v. 2), tuttavia la loro esposizione mostra che l'ingiustizia non è stata consumata sulla base di favoritismi o per inadempienze, ma a causa dell'ingente impegno che il loro ministero ormai richiede: la comunità è in crescita e si tratta di fare una scelta tra le varie priorità del momento. La soluzione è proposta alla comunità, che la sanziona, ma essa parte dall'autorevole intervento dei Dodici. Questo ci rende edotti del profondo senso di comunione che sussisteva tra i membri della comunità, la quale contribuisce nel suo complesso a individuare le persone che permetteranno di rispondere ai nuovi problemi che si devono fronteggiare. Le guide della comunità convocano l’assemblea plenaria sottoponendole la propria proposta. L’assemblea designa con l’elezione i responsabili di questo servizio comunitario. L’insediamento nel loro ministero, però, consiste nell’atto di imposizione delle mani da parte delle guide della comunità. La soluzione escogitata, oltre al valore istituzionale, si manifesta significativa per i suoi riflessi sulla visione di Chiesa che essa propone: il ministero ecclesiale non è soltanto l'ancoraggio della Chiesa al suo inizio (in questo caso i Dodici), ma anche il riflesso delle varie risposte che la Chiesa ha inteso dare ai problemi che man mano si affacciavano nel suo cammino (qui si sottolinea che l’assistenza ai poveri deve essere curata da un ministero speciale, come risposta a una comunità in espansione). In altre parole: la scelta dei sette non è fatta a motivo di un ordine impartito da Gesù, ma a partire da una situazione determinata e con scopi determinati. Questo non significa affatto una relativizzazione del ministero dei sette, ma piuttosto la possibilità di cogliere, già a partire dai primi passi della Chiesa, la prospettiva di un ministero che non si lascia modellare soltanto da un rimando all'inizio, ma anche dalle necessità concrete della comunità, che sono, oltre che quelle