Eco di Wall Street
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Eco di Wall Street N. 34 26 ottobre 2009 e delle principali borse del mondo a cura della Cornèr Banca I Paesi emergenti potrebbero ambire a un Fondo Monetario ad hoc I paesi in via di sviluppo sono sempre più convinti che il Fondo Monetario Internazionale (FMI), nella sua attuale struttura, non sia più funzionale ai loro specifici interessi. Questa è perlomeno l’opinione di Simon Johnson, editorialista della rivista economica Business Week, che in un recente articolo ipotizza la conseguente nascita non troppo lontana di un “Emerging Monetary Fund” (EMF). All’inizio di ottobre, i rappresentanti dell’FMI si erano riuniti a Istanbul per il consueto vertice annuale e, in quella sede, avevano appurato di aver ripreso il loro ruolo originario di sostegno alla finanza mondiale, durante l’ultima crisi. Infatti, all’inizio del 2009, il fondo aveva ricevuto un versamento supplementare di 500 miliardi di dollari dai paesi membri, triplicando le sue capacità di finanziamento rispetto al normale, proprio in funzione delle terribili condizioni internazionali. Per quanto universalmente conosciuto, l’FMI è un’istituzione internazionale con sede a Washington, fondata nel 1945 a seguito degli Accordi di Bretton Woods ed entrata in funzione nel 1947 con lo scopo di stabilizzare i tassi di cambio, facilitare le compensazioni multilaterali fra gli stati membri ed eliminare inutili restrizioni del commercio estero e svalutazioni monetarie. A questo scopo, i paesi dovevano dichiarare le parità delle loro rispettive valute in termini di oro e del dollaro statunitense ed esse dovevano, in seguito, rimanere il più possibile stabili. Per finanziare gli scopi che si prefiggeva l’FMI, tra i quali rientrava l’assistenza a paesi con temporanee difficoltà valutarie, fu creata una riserva iniziale, successivamente aumentata, tramite versamenti da parte dei paesi membri di una somma proporzionata alle possibilità di ciascuno di loro. Ogni paese doveva versare la propria quota in ragione del 75% in propria valuta e del 25% in oro oppure oro e dollari; ciascun paese che si trovasse in diffi- Torre di Pisa coltà poteva prelevare valuta estera in cambio della propria, per far fronte a impegni derivanti dal commercio con l’estero. Dal 1968, il Fondo ha messo a disposizione dei propri membri anche i cosiddetti diritti speciali di prelievo. Se è vero che non è riuscito nel suo intento di creare un efficiente sistema di compensazioni multilaterali, l’FMI ha notevolmente contribuito a stabilizzare i cambi in passato ed ha assolto il suo compito di assistere i paesi membri in periodi critici. Particolarmente importante è risultata la sua opera durante la crisi del petrolio degli anni Settanta e del problema del riciclaggio dei petrodollari. Ciò che le principali banche mondiali non riuscirono a realizzare, in quanto risultava loro impossibile accettare depositi di petrodollari a breve termine e prestarli a medio o lungo termine, fu in gran parte realizzato dal Fondo; contribuì, infatti, in maniera significativa a risolvere il problema di finanziare i deficit delle bilance dei pagamenti dei paesi importatori di petrolio. Ma questa è storia del passato. Oggi, l’FMI prosegue nei suoi obiettivi di base, benché adeguandosi ai rapidi cambiamenti che caratterizzano gli attuali cicli economici e le giravolte della finanza. In ogni caso i suoi scopi restano ben definiti e sono: 1) promuovere la cooperazione mone- I paesi in via di sviluppo sono sempre più convinti che l'FMI non sia più funzionale WALL ai loro specifici interessi taria internazionale, 2) facilitare l'espansione del commercio internazionale, 3) promuovere la stabilità e l'ordine dei rapporti di cambio, evitando svalutazioni competitive, 4) dare fiducia agli Stati membri rendendo disponibili, con adeguate garanzie, le risorse del Fondo per affrontare difficoltà della bilancia dei pagamenti, 5) abbreviare la durata e ridurre la misura degli squilibri delle bilance dei pagamenti degli Stati membri. In particolare, l'FMI dovrebbe regolare la convivenza economica e favorire la crescita dei paesi in via di sviluppo (PVS). prestiti dell’FMI e cercano di finanziarsi ricorrendo ad altri espedienti, come ad esempio il potenziamento dell’export che consente di incassare valuta estera. La soluzione ideale potrebbe dunque essere quella di creare un “Emerging Monetary Fund”, strutturato appositamente per le esigenze dei PVS? Se si considera che l’ago della bilancia del sistema capitalistico mondiale sta attualmente oscillando, mettendo in discussione il dominio indiscusso che Stati Uniti ed Europa hanno detenuto per lunghissimo tempo in campo economico e finanziario, questa ipotesi potrebbe risultare tutt’altro che azzardata. Negli ultimi 50 anni la storia è mutata radicalmente: le colonie hanno conquistato l’indipendenza, il sistema comunista è crollato e le nazioni dell’Estremo Oriente sono parte attiva nel panorama dei mercati finanziari internazionali. Eppure, l’FMI continua ad essere pilotato da USA e UE. Al termine del vertice di Istanbul, l’FMI ha dichiarato che l’economia globale ha superato il peggior momento, i mercati finanziari si stanno rianimando e ha tagliato le stime del costo della crisi a 3.400 miliardi di dollari, rispetto alla previsione di 4.000 miliardi dell’aprile scorso, quando molte economie emergenti, fra cui l’Est Europa, stavano traballando. Eppure, sono proprio queste economie emergenti che potrebbero mettere in discussioni l’abilità America Latina, Asia e Africa podell’FMI di stabilizzare l’economia trebbero dunque aspirare a vedere un loro Fondo monetario separato, maglobale in futuro. gari con l’obiettivo di collaborare ed I paesi in via di sviluppo si sono la- operare in parallelo con l’FMI, un’istimentati a lungo della posizione domi- tuzione divenuta forse poco risponnante con cui Stati Uniti ed Europa dente al nuovo assetto economico e occidentale gestiscono le loro relazio- finanziario mondiale. ni all’interno dell’FMI, che conta oggi ben 186 membri; parimenti criticata è Anna Russo anche l’austerità con cui il Fondo si Comunicazione, impone tradizionalmente sui suoi deImmagine e PR bitori. Il risultato è che i PVS sembra© Cornèr Banca SA no sempre più restii a ricorrere ai STREET mica positiva, ma moderata. Tale prospettiva non è esaltante per l’area G7, in considerazione dell’elevata disoccupazione e della distruzione di ricchezza che ha caratterizzato gli ultimi anni. Tuttavia, essa costituisce uno scenario per molti aspetti ideale per i mercati azionari. Bassi tassi di crescita significano infatti assenza di aspettative inflazionistiche, mantenimento dello status quo in materia di politica monetaria e proseguimento di una politica economica e fiscale espansiva. Vale la pena di sottolineare la rinnovata debolezza del dollaro. Mentre il motivo è da ricondurre ai fondamentali dell’economia statunitense, bisogna ricordare che la svalutazione della divisa consente alle corporation Usa di essere maggiormente concorrenziali sui mercati internazionali ed ha l’effetto opposto per le imprese del Vecchio Continente. L’indebolimento della divisa statunitense ha peraltro generato degli effetti a cascata su tutti gli assets denominati in dollari; questo spiega in gran parte il recente rally dell’oro (nuovi massimi), l’accelerazione del prezzo del petrolio, ritornato in area 80, ossia sui livelli più alti degli ultimi 12 mesi, ed in generale il rialzo di tutte le materie prime. Cronache dai mercati finanziari Il Punto Nelle ultime settimane alcuni dati macroeconomici hanno segnalato un nuovo rallentamento dell’economia nell’area G7, tuttavia i mercati li hanno sostanzialmente ignorati, concentrando l’attenzione sull’inizio della nuova “stagione degli utili”. Fino ad ora, il comportamento degli operatori di fronte ai primi risultati societari è stato differente rispetto a quello del trimestre precedente; a luglio infatti il mercato aveva reagito con un sensibile rialzo ad una sequenza di utili al di sopra delle aspettative, sebbene in molti casi negativi. Stiamo ora assistendo, per contro, a reazioni negative a fronte di risultati “al di sopra delle attese”, ma accompagnati da utili o fatturati in discesa. Sembra quindi che il mercato non sia più disposto ad accettare acritica- mente il solo confronto con le attese degli analisti, focalizzandosi invece, nuovamente, sui fondamentali e le prospettive future delle società. Al di là dei dati societari, sono in questa fase fondamentali la grande massa di liquidità presente nel sistema ed i rendimenti estremamente compressi del comparto obbligazionario. Una tale situazione, cui si aggiunge una maggiore fiducia tra gli investitori, determinata dal superamento dalla fase di emergenza ed alimentata dallo stesso rally, costituisce di per sè un supporto di fondo per l’azionario. Rimane tuttora centrale, per una previsione sull’andamento futuro dei listini, il consenso degli operatori sull’evoluzione dello scenario macroeconomico nei prossimi 6-9 mesi; allo stato attuale esso continua a orientarsi a favore di una crescita econo- Strategie Investimento Previdenza vincolata terzo pilastro al 2,5%. Semplice, trasparente e sicura. Conto Risparmio Previdenza Cornèr Terzo Pilastro I vostri valori, i nostri valori. Variazioni dei principali indici e cambi 16.10.2009 23.10.2009 min/max 2009 2009* NY - DJII 9995.91 9972.18 -0.24% 6469.95/10119.47 13.63% NY - NASDAQ 2156.80 2154.47 -0.11% 1265.52/2190.64 36.62% NY - S&P 500 1087.68 1079.60 -0.74% 666.79/1101.36 19.52% UE- DJ EUROSTOXX 50 2893.53 2886.08 -0.26% 1765.49/2962.06 17.91% FR - DAX 5743.39 5740.25 -0.05% 3588.89/5805.90 19.33% ZH - SMI 6345.26 6378.06 0.52% 4234.96/6473.65 15.24% LO - FTSE100 5190.24 5242.57 1.01% 3460.71/5299.57 18.23% PA - CAC40 3827.60 3808.24 -0.51% 2465.46/3913.81 18.34% 24152 23421 -3.03% 12332/24558 20.35% TK - NIKKEI 10257.56 10282.99 0.25% 7021.28/10767.00 16.07% HK - HANG SENG 21929.90 22589.73 3.01% 11344.58/22620.01 57.01% 1.0182 1.0088 -0.92% 1.0034/1.1967 -5.45% 90.89 92.06 1.29% 87.13/101.44 1.61% USD/CAD 1.0370 1.0538 1.62% 1.0207/1.3064 -13.37% EUR/USD 1.4905 1.5008 0.69% 1.2457/1.5060 7.37% EUR/CHF 1.5177 1.5139 -0.25% 1.4579/1.5447 1.39% EUR/GBP 0.9112 0.9202 0.99% 0.8401/0.9786 -3.75% GBP/USD 1.6356 1.6306 -0.31% 1.3503/1.7043 11.49% GBP/CHF 1.6655 1.6450 -1.23% 1.5235/1.8116 5.51% MI - FTSEMIB USD/CHF USD/JPY *variazione da fine 2008 Fonte: Bloomberg Direzione Generale e Sede Cornèr Banca SA Via Canova 16 6901 Lugano / Switzerland Tel. + 41 91 800 51 11 Fax + 41 91 800 53 49 www.cornerbanca.com [email protected] Cornèrcard Via Canova 16 6901 Lugano / Switzerland Tel. + 41 91 800 41 41 Fax + 41 91 800 55 66 www.cornercard.ch [email protected] Agenzie Ascona, Cassarate, Massagno Paradiso, Pregassona Succursali Lausanne 4, avenue de Provence 1007 Lausanne / Switzerland Tel. + 41 21 625 02 52 Fax + 41 21 625 82 73 Affiliate Cornèr Banque (Luxembourg) SA 10, rue Dicks 1417 Luxembourg / Luxembourg Tel. + 352 40 38 20 Fax + 352 40 38 19 Locarno Via alla Ramogna 14 6600 Locarno / Switzerland Tel. + 41 91 756 36 11 Fax + 41 91 756 36 59 Cornèr Bank (Overseas) Limited 308, East Bay Street P.O. 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