Lo scienziato cremonese che dichiara guerra alle zanzare

Transcript

Lo scienziato cremonese che dichiara guerra alle zanzare
La Cronaca di Cremona
MERCOLEDI 19 SETTEMBRE 2007
11
Lo scienziato cremonese
che dichiara guerra
alle zanzare
Riccardo Groppali, docente a Pavia:
basta usare del comune detersivo nei tombini
a lotta all’insidiosissimo insetto che tormenta, quest’anno
come non mai, le calde notti
estive, è più semplice di quanto si
possa pensare. Parola del professor
Riccardo Groppali, ex assessore
all’ambiente della giunta Bodini, direttore del Parco Adda Sud ma, prima
di tutto, docente di Conservazione
della natura all’Università di Pavia.
Proprio dall’ateneo pavese ha lanciato
la sua sfida, ripresa ieri dal Corriere
della Sera, fatta di una ‘bomba chimica’ dall’aspetto innocuo ma dagli effetti micidiali sulle zanzare: del comunissimo detersivo per i piatti.
La scoperta, con la quale il professor Groppali assicura la possibilità di
uccidere le larve annidate nei tombi-
L
La sfida lanciata
dall’Ateneo pavese
attraverso l’ex
assessore e direttore
del Parco Adda Sud
ni delle città, è apparentemente molto
semplice: è sufficiente versare piccole
dosi di tensioattivi nei tombini (senza
ulteriori additivi chimici, dunque
senza profumi o coloranti) e ciò formerà una patina scivolosa sul pelo
dell’acqua, che in sostanza soffocherà
le larve.
Proprio l’acqua stagnante è ricettacolo delle larve di zanzara, quindi i
tombini delle strade diventano il bersaglio ideale nella guerra al pericoloso
insetto. Le larve, in quel loro habitat
ideale, sono immerse nell’acqua e respirano con una sorta di boccaglio
minuscolo ma, rendendo vischioso il
pelo dell’acqua, in sostanza si impedisce ai piccoli di zanzara di respirare.
L’effetto è immediato: come spiega
il professor Groppali nell’intervista
rilasciata al Corriere della Sera nel
numero ieri in edicola, “se rendiamo
l’ambiente più scivoloso con del semplice tensioattivo biodegradabile al 95
per cento e i cui residui sarebbero poi
smaltiti dal depuratore, le larve fanno
più fatica a prendere aria, scivolano
con il loro peduncolo nell’acqua e
muoiono”.
Importante anche il totale rispetto
dell’ambiente: l’utilizzo di tensioattivi biodegradabili, infatti, non avrebbe
ripercussioni negative sulle acque e
sulla natura. Tale sistema, tra l’altro, è
già stato oggetto di una sperimentazione attuata proprio nella città di Pavia: l’utilizzo del detersivo per piatti
è stato sperimentato non solo nei laboratori dell’Università, ma anche
nei tombini di una ristretta zona di
Pavia. In città, tuttavia, si preferisce
ricorrere ai metodi tradizionali, con
trattamenti a base di piretro attuati
ogni due settimane durante la stagione primaverile ed estiva, e l’attacco
alle femmine, che nei mesi caldi depositano le uova, durante la stagione
invernale. Un sistema adottato già
quindici anni fa nella città “e penso
che per adesso continueremo così dichiara al Corriere Gabriele Tedeschi, responsabile operativo dei servizi di igiene ambientale dell’Asm di
Pavia -. Al primo lavaggio delle strade quella patina che serve a provocare
la morte delle larve scomparirebbe aggiunge Tedeschi - annullando i benefici dell’intervento. Non è un sistema gestibile in modo sistematico”.
Ma il professor Groppali difende
con energia la propria scoperta, che snobbata da Pavia - potrebbe essere
utilizzata in altre città (perché no?
magari nella stessa Cremona). Al Corriere dichiara: “I risultati della sperimentazione sono stati eccezionali e
con durate che, piogge permettendo,
vanno dalle due a tre settimane. E’
chiaro che va fatta una mappa precisa
dei possibili luoghi in cui le zanzare
si sviluppano, prevedendo che in futuro arrivano anche da fuori città, trasportate per alcuni chilometri dal
vento. L’importante è che non trovino
ambienti adatti alla loro proliferazione. L’idea del tensioattivo nei tombini
andrebbe perciò abbinata a una serie
di misure specifiche per le campagne”.
Chissà che gli amministratori cremonesi non ci facciano un pensierino
per la prossima estate, memori di
questi mesi estivi nei quali siamo stati assediati non solo dalle zanzare comuni, ma anche dalle più temibili cu-
La scoperta:
i tensioattivi
biodegradabili
creano
una patina
sull’acqua
stagnante
che soffoca
le larve
gine ‘tigre’.
La vicina città di Lodi, nel frattempo, ha già adottato un rimedio piuttosto curioso: comunissimo
estratto d’aglio. Neanche si dovesse tener lontano Dracula. Ma
tant’è: la zanzara, come il vampiro, succhia il sangue. Dunque quale rimedio migliore
del comunissimo talismano
anti-vampiro? Il procedimento adottato a Lodi è
ancor più semplice di
quello ideato dal professor Groppali, ma
non va adi incidere
sulle larve e, a
quanto pare, non è
supportato da alcuna
ricerca
scientifica. Nelle
aree verdi della
città, in parchi
e giardini, si
s p r u z z a
dell’essenza
d’aglio ridotto
allo stato liquido e le
zanzare, infastidite
dalla
puzza, se ne stanno
alla larga per almeno una
decina di giorni. Per ovviare
all’inconveniente dell’odore, chiaramente avvertibile anche dai cittadini quando si recano al parco,
si spruzza l’essenza d’aglio di notte, in modo tale che l’indomani
gli ‘effluvi’ sono avvertiti solo
dagli insetti.
INSETTI PERICOLOSI
Anche le zanzare comuni, non solo la tigre, trasmettono gravi malattie
Le zanzare appartengono alla famiglia dei Culicidi.
Le uova vengono deposte nell’acqua; larve e ninfe
sono acquatiche e si portano ogni tanto in superficie a respirare disponendosi in maniera diversa per
le due sottofamiglie. I maschi adulti si nutrono di
succhi vegetali, mentre le femmine attaccano animali a sangue caldo (per lo sviluppo delle uova necessitano di sangue). Possono trasmettere gravi
malattie (Anofele: nei climi caldi malaria, febbre
gialla ecc). Le zanzare presenti in Italia appartengo-
ASSOCIAZIONE CREMONESE
CURA DEL DOLORE
Cremona, via Palestro, 1 - Tel. 0372 413198
no a due sottofamiglie: Anofelini (Anopheles) e Culicini (Culex, Aedes, Mensonia e Theobaldia). Purtroppo la zanzara tigre (Aedes albopictus) si è diffusa negli ultimi vent’anni abbondantemente anche in
Italia. La sola puntura della zanzara tigre rappresenta un problema: procura gonfiori e irritazioni
persistenti, pruriginosi o emorragici. Nelle persone
particolarmente sensibili, un elevato numero di
punture può dare luogo a risposte allergiche che richiedono un’attenzione medica.