1. Lo scambio volontario rappresenta un vantaggio per tutti. 2. L

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1. Lo scambio volontario rappresenta un vantaggio per tutti. 2. L
Set 1.
1. Lo scambio volontario rappresenta un vantaggio per tutti.
VERO Si trae beneficio dalla possibilità di scambio, poiché ognuno si specializza in ciò che fa meglio, e
la competizione riduce i costi e aumenta produzione e benessere
2. L’intervento pubblico può migliorare il risultato del mercato
VERO Al di là della garanzia del rispetto delle regole del gioco, quando il mercato fallisce, si può
intervenire per aumentare l’efficienza e l’equità.
3. La rendita del consumatore è l’area compresa tra la curva di domanda e il livello del prezzo.
VERO È il surplus netto, la differenza tra il massimo che si è disposti a pagare e il prezzo che si paga.
4. In un mercato competitivo l’offerta dell’impresa coincide con i costi marginali
FALSO solo al di sopra dell’intersezione tra costo marginale e medio.
5. Nel breve periodo l’impresa produce anche in perdita
VERO sempre che il livello dei prezzi copra almeno i costi variabili medi..
6. L’efficienza è raggiunta dal mercato concorrenziale che alloca le risorse massimizzando la rendita totale.
FALSO La somma della rendita del consumatore e del produttore è massima perché i beni sono
acquistati da chi gli attribuisce il valore più elevato e prodotti dai chi ha i costi più contenuti.
Set 2.
1. L’efficienza a là Bentham-Marshall e l’ottimo paretiano coincidono.
FALSO Il primo somma i benefici individuali espressi in termini monetari e rende possibile
aumentare il benessere di alcuni individui danneggiando gli altri.
2. A parità di domanda e costo, il monopolio, riduce il benessere sociale rispetto al mercato concorrenziale.
VERO genera minore produzione e prezzi più elevati e la rendita persa dai consumatori eccede il
profitto che il più alto prezzo genera, portando così a una perdita secca di benessere (deadweight loss).
3. In concorrenza, con CM=Cmg=costante, il benessere sociale è indicato dalla rendita netta dei consumatori.
VERO essendo nulli i profitti ed i costi fissi
4. Il 1° teorema fondamentale dell’economia del benessere presuppone rendimenti di scala crescenti.
FALSO con rendimenti di scala crescenti abbiamo il monopolio naturale
5. Il 2° teorema fondamentale dell’economia del benessere separa problemi di efficienza ed equità.
FALSO Nella pratica le imposte sono distorsive perché le imposte lump sum non sono accettabili
6. Far valere il copyright non è semplice dato che spesso non è chiaro quali siano i confini del diritto
FALSO l’invenzione “indipendente” costituisce un caso improbabile.
Set 3.
1. Nell'allocare beni privati con effetti esterni il mercato è efficiente.
FALSO le condizioni di efficienza sono differenti sarebbero necessari prezzi differenti
2. In un mercato contendibile l’incombente come in concorrenza fissa il prezzo al costo marginale.
FALSO vale solo in assenza di costi fissi (e sunk cost per l’entrante con strategia hit&run)
3. La concorrenza potenziale non ha effetti sul comportamento delle imprese monopolistiche.
FALSO la possibilità di entrata induce il monopolista ad essere più efficiente e ridurre i prezzi
4. La protezione del copyright (e.g. i programmi dei pc) e dei brevetti (e.g. invenzioni) impone un
forte costo ai nuovi creatori di programmi e invenzioni.
FALSO La protezione del copyright non impone costi ai nuovi creatori, impedisce il plagio.
5. Il brevetto si ottiene facilmente, non è serve registrarlo e dura a lungo (50 anni oltre la morte).
FALSO vale per il copyright
6. Il copyright può essere rifiutato da un esaminatore se l’idea non è nuova, è ovvia ed inutile.
FALSO vale per il brevetto
7. Il pagamento delle royalty chiede un sovrapprezzo ai consumatori e creare una rendita..
VERO ognuno può utilizzare un’idea senza interferire in linea di principio con la sua invenzione.
8. La corsa al brevetto mostra che l’incentivo a produrre una nuova invenzione può essere eccessivo.
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VERO chi arriva prima ottiene il brevetto ed i benefici; il secondo sostiene i costi inutilmente. Si
configura un eccesso di costi sostenuti per godere di una rendita.
Set 4.
1. Il rendimento atteso (E R) è la somma dei rendimento degli outcome per le relative probabilità.
VERO E R = Σi πi • Ri
con Σi πi = 1
2. In situazioni di incertezza gli individui massimizzano sempre il rendimento atteso.
FALSO In generale massimizzano E U(R) = Σi πi U(Ri) l’utilità attesa a là Von Neumann
3. Consumatori sufficientemente avversi al rischio possono accettare un contratto di assicurazione che
abbassa il loro rendimento atteso
VERO Se aumenta la loro utilità attesa.
4. Se entrambi i giocatori hanno una strategia dominante, queste sono una soluzione del gioco.
VERO Se una strategia domina le altre, il giocatore la usa sempre per migliorare la sua situazione
5. Nel dilemma del prigioniero comportamenti razionali degli individui fanno stare meglio tutti.
FALSO La razionalità individuale, fa si che entrambe gli individui stanno peggio non cooperando.
6. Nell’equilibrio di Nash la strategia è ottimale per ogni giocatore, date le strategie degli altri giocatori.
VERO è un accordo credibilmente auto-realizzantesi.
7. La cooperazione prevale considerando il dilemma del prigioniero ripetuto almeno 1,000 periodi.
FALSO l’induzione all’indietro mostra come la soluzione cooperativa al dilemma del prigioniero
ripetuto è instabile perché paga sempre tradire.
8. La minaccia di agire differentemente dalla risposta ottima non è credibile
VERO Se una risposta è ottima, il giocatore alla fine la usa per migliorare la sua situazione
Set 5.
1. Con l’equilibrio di Cournot tendiamo al mercato competitivo avendo p = C’.
FALSO essendo p > C’ non raggiungeremo una condizione di first best ma di second best.
2. Nell’equilibrio Bertrand-Nash, ogni impresa massimizza il profitto scegliendo opportunamente la quantità.
FALSO è il prezzo la variabile strategica.
3. Risultati collusivi sono sostenibili come equilibri non cooperativi in giochi ripetuti un numero finito di
volte.
FALSO Vale se le imprese giocano infinite volte Cournot.
4. Nel caso di azzardo morale la Natura inizia il gioco caratterizzando A senza che P lo sappia.
FALSO è il caso di selezione avversa.
5. I costi di agenzia servono al principal per assicurarsi che gli agenti agiscano nel suo interesse.
VERO gli agenti sono interessati ai loro obiettivi, bisogna selezionarli e incentivarli opportunamente
6. Con un canone fisso differenziato R°i si può operare una perfetta discriminazione di 1° grado.
VERO ponendolo eguale al surplus netto derivante da un prezzo lineare eguale al costo marginale.
7. Sottoscrivendo il contratto “Alto” il cliente “Basso” gode sempre di un surplus positivo.
FALSO è negativo, invece il cliente “Alto” col contratto “Basso” gode della rendita informativa.
8. Con la tariffa a due parti si rinunzia a parte dei ricavi possibili col la tariffa non lineare.
VERO il canone fisso non è differenziato ma è eguale per entrambe i clienti (H e L) con minori ricavi.
Set 6.
1. La competizione a volte pone i semi della sua propria distruzione.
VERO se gli imprenditori realizzano posizioni tali da prevenire la competizione a meno che si regoli la
loro condotta evitando che danneggino il processo competitivo.
2. A livello europeo l’antitrust è più rilevante che l’Euro o il trattato di Mastricht.
VERO L’euro stesso è figlio della necessità di evitare distorsioni concorrenziali nel mercato comune.
3. La politica della concorrenza è lo strumento principale per realizzare il mercato integrato europeo.
VERO ha progressivamente abbattuto barriere pubbliche e private che segmentavano il mercato unico
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4. Solo negli ‘80, la legge ha dato vita in Italia all’Autorità garante della concorrenza e del mercato
che controlla tutti i settori.
FALSO la normativa è del ‘90 e alla Banca d’Italia è attribuito il controllo del settore del credito.
5. Con le Autorità nazionali si rischiano giurisprudenze divergenti..
FALSO Le Autorità nazionali applicano gli stessi principi, comunicano fra loro, a prescindere dalla
possibilità di intervento della Commissione e della Corte di Giustizia..
6. La politica della concorrenza è controproducente in un mondo innovativo e globalizzato.
FALSO accresce l’efficienza economica e rafforza la competitività dell’economia mentre le economie
pianificate o protette sono destinate a subire dei collassi.
7. L’apertura alla concorrenza delle industrie a rete, rafforza la competitività dell’industria.
VERO ad es. servizi di telecomunicazioni più efficienti e meno costosi fanno crescere la produttività nel
sistema economico, e ne aumentano la competitività internazionale..
8. La politica della competizione ha ridotto il benessere dei cittadini italiani e dell’Unione europea.
FALSO l’ha accresciuto facendo diminuire dando la possibilità di acquistare a prezzi più convenienti.
La liberalizzazione ha prodotto riduzioni nei prezzi e nuovi servizi..
9. Il controllo degli aiuti di Stato riduce l’occupazione e pregiudicano le imprese pubbliche.
FALSO favorire artificiosamente talune imprese non più efficienti distorce la concorrenza e nuoce ai
concorrenti il controllo non ostacola interventi intesi a ridare competitività alle imprese.
10. La politica agricola comune è la negazione della concorrenza.
VERO fa della comunità una grande isola di protezionismo
11. La politica della concorrenza è diretta alla protezione dei consumatori.
FALSO garantisca agli imprenditori un ambiente commerciale equo e ragionevole, ma anche i
consumatori possono legittimamente pretendere che si combattano gli ostacoli alla concorrenza.
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