In/Arch: i nostri primi 50 anni L`Istituto si racconta in un libro

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In/Arch: i nostri primi 50 anni L'Istituto si
racconta in un libro
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L'istituto fondato da Bruno Zevi dal 1959 al centro dell'architettura
e dell'edilizia italiana. Un "think tank" sulla cultura del costruire
In/Arch: i nostri primi 50 anni L'Istituto si racconta in un libro
ROMA - L'IN/ARCH, Istituto Nazionale di Architettura, si appresta
a celebrare il suo primo mezzo secolo: cinque decenni di attività
per definire il volto dell'Italia attraverso le forme, le strutture, la
funzione sociale, l'economia e l'ecologia del costruire, fungendo
da punto d'incontro tra economia e cultura. L'Istituto fu fondato
nell'ottobre del 1959 da un'idea di Bruno Zevi, architetto, storico
e critico d'arte. Ora, a distanza di cinquant'anni, l'IN/ARCH traccia
le fila della sua storia in un libro e festeggia un compleanno
importante. L'evento è previsto per il 26 ottobre a Roma, presso
l'Auditorium Parco della Musica, cui seguirà un concerto
dell'Orchestra e del Coro di Santa Cecilia.
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Dell'Istituto fanno oggi parte architetti, ingegneri, costruttori,
industrie di materiali edili, istituti di credito edilizio, operatori
economici e enti della pubblica amministrazione. L'obiettivo, fin
http://www.masterworld.org/news/77111/In-Arch-i-nostri-primi-50-anni-L-Istituto-si-racconta-in-un-libro.html
27/10/2009
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dall'assemblea costituente, è sempre stato quello di "favorire la collaborazione tra forze economiche e
culturali che partecipano al processo edilizio". Nel 1959, Zevi parlava così della sua nuova creazione:
l'IN/ARCH non deve essere "un Istituto che organizzi un circoletto di conferenze, un congressetto ogni anno,
qualche pubblicazione. Non un ennesimo ente a carattere professionale, ma il luogo, il tavolo intorno al quale
si incontrano le forze che producono l'architettura". Vale a dire "industriali, banchieri, costruttori, ingegneri e
architetti, fino ai critici d'arte e agli amanti dell'architettura".
"E così è stato", assicurano i protagonisti di oggi, tra cui l'attuale presidente, Adolfo Guzzini. "In questi
cinquant'anni - scrive la Segreteria nazionale di via Crescenzio, a Roma - l'IN/ARCH ha tenuto fede a quel
patto fondativo, diventando un vero e proprio think tank dell'architettura italiana". Fino ad oggi, l'Istituto ha
organizzato più di mille dibattiti, tavole rotonde e conferenze a cui hanno preso parte noti studiosi e
professionisti italiani e stranieri, esponenti dell'industria, della finanza e della pubblica amministrazione.
Numerosissime sono state poi le mostre e i premi, che hanno dato spazio ad alcuni tra i più importanti nomi
dell'architettura del Novecento.
Con il suo operato, l'IN/ARCH ha inciso in maniera profonda sugli orientamenti generali della politica edilizia
italiana, organizzando convegni e seminari in collaborazione con ministeri e pubbliche amministrazioni. Non
solo: grazie al suo Master in architettura digitale, l'Istituto si propone come luogo di scoperta di giovani
talenti interessati ad approfondire i legami tra architettura e nuove tecnologie digitali. Un terreno in cui
impresa e creatività sono chiamate ad interagire e che potrebbe tradursi in un settore di punta per l'economia
del made in Italy.
Origine: Repubblica
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27/10/2009