I soldi ci sono tutti, Foppolo può ripartire «Una vittoria di squadra per

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I soldi ci sono tutti, Foppolo può ripartire «Una vittoria di squadra per
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L’ECO DI BERGAMO
GIOVEDÌ 28 LUGLIO 2016
Primo piano
Aiuti agli impianti da sci
I soldi ci sono tutti, Foppolo può ripartire
«Una vittoria di squadra per Bergamo»
Dopo il rogo doloso. Via libera unanime del Consiglio regionale ai 2,5 milioni di euro di prestito per la cabinovia
Il comprensorio apripista della riforma gestionale delle stazioni sci lombarde. Sorte: giorno storico per la montagna
FOPPOLO
GIOVANNI GHISALBERTI
I soldi ora ci sono tutti.
Dopo il rogo doloso della seggiovia, ora Foppolo può ripartire.
Ieri il Consiglio regionale della
Lombardia ha approvato, all’unanimità, lo stanziamento di
un prestito a tasso zero di 2,5
milioni di euro per il Comune di
Foppolo (tramite un emendamento al bilancio presentato dall’assessore Massimo Garavaglia).
I fondi, da restituire in vent’anni, si aggiungeranno a quelli
già previsti dai Comuni della Valle Brembana tramite il Bim (750
mila euro, l’ok dovrebbe arrivare
settimana prossima dall’assemblea comunitaria) e ai due milioni di euro sottoscritti da operatori turistici locali e importanti imprese di Bergamo.
«Occasione per tutte le stazioni»
Il rogo doloso dell’8 luglio scorso
- sul quale è aperta un’inchiesta
giudiziaria -, che ha distrutto le
seggiovie della Quarta Baita e del
Montebello, sembrava aver messo ko definitivamente il comprensorio sciistico dell’alta valle,
alle prese già con grossi problemi
finanziari. «Da quella situazione
drammatica – dice il consigliere
regionale Lara Magoni (lista Maroni presidente) che si occupò
subito dell’emergenza – ora è nata un’opportunità per tutte le
stazioni di sci, e Foppolo farà da
apripista».
Sempre ieri, infatti, oltre al
finanziamento per Foppolo ( sarà ratificato martedì in Giunta
regionale), il Consiglio ha approvato all’unanimità un ordine del
giorno che impegna la Giunta a
riorganizzare l’intera sistema
degli impianti sciistici lombardi,
1 I fondi da restituire
in vent’anni.
Si aggiungono
a quelli previsti
da Comuni e privati
oggi di fatto non più sostenibili
e in fortissima crisi economica
(le stime parlano di circa 300
milioni di euro di debiti). Un
nuovo modello che, in sintesi,
prevede la divisione tra proprietà delle infrastrutture (che dovranno avere la partecipazione
dell’ente pubblico) e del gestore.
Per arrivare a ciò si deve però
«traghettare» le attuali società di
gestione verso una situazione di
bilancio più rosea: da qui anche
la possibilità, prevista dall’ordine
del giorno, di rinegoziare i mutui
in essere con Finlombarda, allungando i tempi di restituzione
dei prestiti.
Foppolo, in tutto questo, dovrebbe fare da progetto pilota,
proprio verso un nuovo modello
di sviluppo delle stazioni sciistiche lombarde.
«Bergamo ha fatto squadra e
ha portato a casa la partita – commenta l’assessore regionale alle
Infrastrutture Alessandro Sorte
(Forza Italia), che ha preso a cuore la problematica di Foppolo –.
Ringrazio tutti i colleghi che mi
hanno dato una mano e mi hanno
dato ulteriore forza su una cosa
che sembrava impossibile. E poi
siamo andati oltre, perché per la
prima volta, da questa emergenza, la Regione affronterà nel suo
complesso il problema degli impianti di risalita. Foppolo ha rotto il ghiaccio e questo è un giorno
storico per la montagna lombarda».
«Rinegoziazione dei mutui»
Soddisfazione esprimono tutti i
consiglieri bergamaschi, firmatari dell’ordine del giorno sugli
impianti.
«Si sono poste le basi per un
nuovo modello di turismo invernale montano, più sostenibile,
equilibrato e diversificato», dice
Roberto Bruni (Patto civico).
«Un lavoro di squadra che ha
dato i suoi frutti e consentirà un
rilancio tecnologico in grande
stile per Foppolo», aggiunge Mario Barboni (Pd). Quindi Dario
Violi (Movimento 5 Stelle): «Il
settore dello sci è il punto di forza
La stazione di partenza della Quarta Baita distrutta dal rogo doloso dell’8 luglio scorso
dell’alta Valle Brembana, non potevamo permetterci di perderlo». «In prospettiva gli impianti
di risalita – aggiunge Jacopo
Scandella (Pd) – andranno considerati come trasporto pubblico
locale. Creano un indotto di milioni di euro ed è necessario che
l’ente pubblico contribuisca».
«Un intervento che non discrimina nessuna stazione sciistica – dice Angelo Capelli (Lombardia popolare) – perché non vi
è alcun contributo a fondo perduto. Si prende, invece, l’occasione dell’emergenza per rivedere
governance e sostenibilità degli
impianti da sci». «Una vittoria
del territorio – per Silvana Santisi Saita (Lega) –. Era doveroso
aiutare Foppolo a risollevarsi».
Infine Roberto Anelli (Lega):
«Ora va presa in mano la situazione di tutti gli impianti da sci
e la possibilità che sarà concessa
di rivedere i mutui in essere va
in tale direzione».
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«Società indebitate per milioni
Separiamo proprietà da gestore»
Un nuovo modello di
sviluppo per le stazioni sciistiche lombarde, indebitate fino al
collo. Dall’emergenza di Foppolo, come è stato detto da più parti, nasce ora l’opportunità per rivedere tutto il sistema del turismo invernale lombardo. A fare
da guida nella nuova strategia è
Ugo Parolo, sottosegretario alla
Presidenza con delega alle Politiche per la montagna.
«Si tratta di una scelta importante – spiega Parolo – che dà il
via a un progetto di ampio respiro. Prendendo atto della grave
crisi debitoria (per 300 milioni)
del comparto, si possono porre
le condizioni per un vero rilancio. Il modello economico su cui
si è basato lo sviluppo di gran
parte delle località turistiche
montane, strutturato sugli
sport invernali e sulla leva della
speculazione edilizia, è infatti
ormai superato e lascia sul campo non pochi problemi. Il compito di un’amministrazione responsabile deve essere quello di
traghettare questo modello verso un nuovo progetto di sviluppo
economico, diversificato, più sostenibile dal punto di vista ambientale e fondato più sulla qualità che sulla quantità».
«Occorre fare ciò che altre
Regioni e Stati alpini hanno già
fatto – prosegue il sottosegretario – riconoscere innanzitutto
che queste infrastrutture hanno
una valenza pubblica, poiché garantiscono un indotto stimato
in circa 500 milioni di euro all’anno per le vallate alpine. È necessario separare la proprietà
degli impianti, che può essere
affidata a società pubbliche di
valenza provinciale e regionale,
dall’attività di gestione, che deve
obbligatoriamente essere affidata a gara ai privati - è la proposta formulata -. L’obiettivo condiviso da tutti è di elaborare, a
breve, un progetto di legge».
da 54 cabine. Una volta montata
consentirà di fare la risalita del
Montebello in sei minuti (anziché i 30-40 attuali). Una rivoluzione per Foppolo. La seggiovia
del Montebello dovrà essere necessariamente smontata, visto
che interferirà col percorso della telecabina. Nei progetti di
Foppolo l’idea era di riposizionare le seggiovie della Quarta
Baita e del Montebello in località Foppelle e sul Toro. Ma ora è
presto per parlarne. Berera
guarda il calendario e si pone un
obiettivo, «anche per dare un
impegno ai fornitori e alle imprese. Il 3 dicembre vorremmo
inaugurare la nuova cabinovia
Ronchi-Montebello. Dobbiamo
tentare».
Il sindaco Giuseppe Berera
montato in sei mesi - dice Berera
- noi dovremo farcela in poco più
di tre mesi. Già da giorni stiamo
lavorando con i tecnici, stiamo
contattando imprese e verificando tutte le procedure del caso. Dovremo partire con i lavori
entro fine agosto, forse qualche
giorno prima. Subito con le opere edili, lavori peraltro imponenti che impegneranno forze
in campo non indifferenti. Opere che dovranno essere concluse
entro l’inizio di ottobre. Poi il
monaggio. Ma il cronoprogramma è già al vaglio di chi di dovere».
La cabinovia, acquistata per
circa un milione di euro alcuni
anni fa dalla stazione di Corvara,
si trova distribuita tra Piacenza,
Mantova e Foppolo: è costituita
Berera: lavori entro agosto
obiettivo aprire il 3 dicembre
Il sindaco
«Non credevo ce l’avremmo
fatta. Ora la sfida è contro
il tempo, difficilissima,
ma dobbiamo tentare»
«Questa è una vittoria
del territorio, della politica, del
lavoro di squadra, della solidarietà di tanti soggetti: del Bim,
dei Comuni, dei privati, degli
operatori turistici, della Regione. Hanno vinto Foppolo e tutta
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la montagna». Beppe Berera,
sindaco di Foppolo, poche ore,
pochi giorni dopo il rogo dell’8
luglio, avrebbe voluto lasciare.
Sconfortato, amareggiato, arrabbiato. «Non credevo ce
l’avremmo fatta». Ora i soldi ci
sono per far ripartire Foppolo.
«Il voto unanime della Regione deve essere motivo di orgoglio per noi, per la Valle e per
Bergamo - continua -. Quanto
andremo a realizzare sono e saranno le ricchezze del nostro
territorio, cerchiamo anche di
avere un po’ di amor proprio. Resteranno fra 30 anni, hanno un
senso importante».
«Purtroppo - prosegue il sindaco - abbiamo un metodo tutto
italiano di intervenire solo nelle
emergenze: dovremmo, invece,
trovare la stessa forza, le stesse
capacità di intervento e di cambiamento anche nella normalità». Ora si apre un’altra sfida,
quella del tempo. «Un impianto
di questo genere andrebbe
G. Gh.