FALSO d`autore

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FALSO d`autore
LUNEDI 18 MARZO:
Vertigo - La donna che visse due volte
Alfred Hitchcock, USA, 1958, 128’, col.
LUNEDI 8 APRILE:
M. Klein - Mr. Klein
Joseph Losey, Francia/Italia, 1976, 123’, col.
con
James Stewart, Kim Novak, Barbara Bel Geddes, Tom Helmore, Henry Jones,
Alfred Hitchcock
con
Alain Delon, Jeanne Moreau, Francine Bergé, Juliet Berto, Suzanne Flon, Massimo Girotti,
Michael Lonsdale, Michel Aumont
John “Scottie” Ferguson, tenente della polizia di San Francisco, ha trovato il momento meno opportuno per scoprire di avere l’acrofobia (ovvero, la paura per i luoghi alti): nel corso di un inseguimento sui tetti, scivola e rimane
appeso a una grondaia; l’agente che è con lui, per aiutarlo, precipita nel vuoto.
Esonerato dal servizio, Scottie viene sottratto dalla noia del prepensionamento grazie a Gavin
Elster, un suo vecchio compagno di università che lo ingaggia per far pedinare la moglie.
Questa, negli ultimi tempi, ha preso a comportarsi in maniera strana: fa lunghe quanto
misteriose passeggiate, e sta sviluppando una sinistra immedesimazione con una sua
antenata morta suicida...
Nella Francia occupata dai nazisti, Robert Klein sta facendo affari d'oro incamerando opere
d'arte di proprietà delle famiglie israelite perseguitate dalle leggi razziali. Alsaziano di buona
famiglia, a saper suo non ha mai avuto parentele nella comunità ebraica. Un giorno, tuttavia,
riceve una copia di un giornale ebraico con il suo nome sulla fascetta. Evidentemente si
tratta di un caso di omonimia: ne informa la Prefettura, che lo mette al corrente del fatto che
un altro Robert Klein, ricercato, ha fatto perdere le proprie tracce. Per Robert, quello che
sembrava la fine di un equivoco diventa l'inizio di un incubo, che lo porterà a vivere di persona
la tragica giornata della retata al Vel d'Hiv di Parigi...
Quello che mi interessava erano gli sforzi che faceva James Stewart per ricreare una donna,
partendo dall’immagine di una morta. C’è un aspetto che chiamerò “sesso psicologico”, ed è
qui la volontà che spinge quest’uomo a ricreare un’immagine sessuale impossibile; in poche
parole, quest’uomo vuole andare a letto con una morta, si tratta di necrofilia. […]
Tutti gli sforzi di James Stewart per ricreare la donna, cinematograficamente, sono mostrati
come se cercasse di spogliarla invece che di vestirla. E la scena che sentivo di più era quando
la donna torna dopo essersi fatta tingere i capelli di biondo. James Stewart non è completamente soddisfatto perché non ha raccolto i suoi capelli in uno chignon.
Cosa vuol dire questo?
Vuol dire che è quasi nuda davanti a lui, ma si rifiuta ancora di togliersi le mutandine. Allora
James Stewart si mostra supplichevole e lei dice: “D’accordo, va bene”, e ritorna nel bagno.
James Stewart attende. Attende che ritorni nuda questa volta, pronta per l’amore.
18 MARZO / 23 APRILE 2013
FALSO d’autore
CINEMA ASTRA D’ESSAI
IMMAGINE COPERTINA
COMUNE DI PARMA
Assessorato alla Cultura
Ufficio Cinema
N o ti zi a ri o d e l l ’ U ffi ci o C i n e ma d e l C o mu n e d i Pa rma
Il tema del falso evoca intrighi inquietanti, pervasi di suspense e colpi di scena.
Un tema molto cinematografico che coinvolge il cinema nelle sue strutture portanti, sia sul piano della
messa in scena che su quello della narrazione, dove la linea di demarcazione tra verità e menzogna, tra
reale e immaginario è quanto mai flebile e inconsistente.
False piste, falsi personaggi (a volte assolutamente inesistenti, ma materializzati o nelle fantasie o nelle
diaboliche macchinazioni dei protagonisti), falsi indizi (abilmente giocati da registi/burattinai): insomma, un
vertiginoso mondo di ambiguità capace di coinvolgere e irretire lo spettatore.
La rassegna è un tuffo nel labirinto, tra incubi, scambi di ruolo, smarrimenti, macchinazioni e piani diabolici. Sei film d’autore, grandi registi (Losey, Hamer, Allen, Hawks) capitanati da due mostri della “finzione”
(e della falsificazione) cinematografica: Orson Welles (F come falso - verità e menzogne, 1973) e Alfred
Hitchcock (La donna che visse due volte, 1958).
ma rz o - a p rile 2 0 1 3
FALSO d’autore
Mr. Klein è punteggiato di primi piani silenziosi, una successione di volti che nel migliore dei casi sono indagatori, nel peggiore angosciati. Maschere ambigue, al tempo
stesso innocenti e colpevoli. Gli impulsi contraddittori danno a ognuno di loro – il direttore
del giornale, l'ispettore di polizia, l'avvocato, l'operaia, la portinaia – la stessa, identica aria
di stanca malinconia. Trafitti, i loro futuri si librano ancora in aria, per un attimo. […] Il film è
un'esperienza raggelante. Parla dell'uomo come di una singola specie, ma i suoi personaggi
rimangono a distanza l'uno dall'altro e anche da noi. L'orrore dell'occupazione e dei suoi
tradimenti è qualcosa che dovremmo condividere come un pericolo potenzialmente attuale, e invece restano freddamente nel passato. Klein, svuotato di charme da un generoso
Alain Delon, ha quel che si merita; eppure è difficile prendersela a cuore.
(Philip Strick, Mr. Klein, “Sight & Sound” Vol. 64, n. 3, estate 1977)
(Alfred Hitchcock in François Truffaut, Il cinema secondo Hitchcock, Pratiche Editrice, Parma 1977)
Man’s Favourite Sport? - Lo sport preferito dell’uomo
LUNEDI 25 MARZO:
Howard Hawks, USA, 1964, 120’, col.
LUNEDI 15 APRILE:
Zelig
Woody Allen, USA, 1983, 79’, bn/col.
con
Rock Hudson, Paula Prentiss, Maria Perschy, John McGiver, Charlene Holts, Norman
Alden, Roscoe Karns
con
Woody Allen, Mia Farrow, Susan Sontag, Irving Howe, Saul Bellow, Bricktop, Bruno Bettelheim,
John Morton Blum, Patrick Hogan
Ad ascoltare i racconti degli altri, e far tesoro della loro esperienza, è cosa saggia e utile assai. Ne sa qualcosa Roger Willoughby che, a partire dai resoconti di esperti pescasportivi, si
è fatto una conoscenza talmente approfondita in materia da scrivere volumi assai autorevoli
sull’argomento.
Per questo, lui stesso viene creduto da tutti un pescatore infallibile; e gli va bene così, dal
momento che tale fama gli fa vendere un sacco di copie dei suoi libri, anche se in realtà
non ha mai catturato un pesce in vita sua. I problemi arrivano quando Abigail Page, una
caparbia ragazza, si mette in testa di farlo partecipare a un importante torneo di pesca...
Leonard Zelig è il nome di uno degli uomini più famosi della sua epoca (gli anni Venti e Trenta del XX
secolo), un caso clinico talmente eclatante da catturare l'interesse di tutta la comunità scientifica
oltre che della cronaca.
Affetto da un misterioso disturbo psicosomatico, che lo porta ad assumere sia la personalità che
l'aspetto fisico delle persone con cui entra in contatto, è di volta in volta cinese con i cinesi, italoamericano con gli italoamericani, musicista jazz con i musicisti jazz, aristocratico in mezzo agli
aristocratici, democratico in mezzo alla servitù e così via. Di lui ne parla per la prima volta nei suoi
diari Francis Scott Fitzgerald. Quando il mondo medico si accorge di lui, è affidato alle amorevoli
cure della dottoressa Eudora Fletcher...
C’è dell’inversione nell’aria, da entrambe le parti: ma, andando l’uno verso l’altro, ciascun
sesso si ferma a metà strada. Basta pensare a Susanna, dove l’amore spoglia l’uomo della
sua corazza professionale, o a Lo sport preferito dall’uomo, dove l’amore (o l’accecamento
che lo sostituisce) lo barda affidandogli sempre lo stesso armamentario. […]
Per quanto siano eroici, gli eroi di Hawks rimangono un po’ superficiali, come se il regista
li guardasse, sa pure benevolmente, dall’alto. Hawks si fa beffe dei suoi eroi. Per lui, uomo
di cinema, la perfezione non è interessante. Gli stessi uomini esemplari non sono per niente
interessanti, come non lo sono quelli ordinari. Per questo non si deve prendere sul serio
la supposta passione del regista per gli “specialisti”, quantunque da lui stesso professata.
È una strana passione, che spinge questi “specialisti” a cadere nelle trappole più grottesche
che la vita possa loro riservare, utilizzando le loro stesse competenze per renderli ridicoli.
Leonard Zelig è esistito, esiste, ce lo portiamo appresso, certamente è lo stesso Allen.
Ebreo, basso e brutto, in questo film, molto quietamente, fa i conti con l'irrazionalità che induce
il diverso all'inutile impresa di amalgamarsi con l'universo dominante. Leonard si trasforma in un
brillante conversatore della generazione perduta, in un gangster aggressivo, in uno psicoanalista
di origine germanica, in un nazista, tirando fuori di volta in volta quella parte minima di ognuno di
questi personaggi che ha in sé. Nella parte dello psicoanalista, dice la dottoressa Fletcher, avrebbe
ingannato chiunque non fosse del mestiere. La tenerezza, e la tragedia, nascono dall'incapacità di
Zelig di dominare, servendosene, questa attitudine.
Nella sua instancabile voglia di essere accettato, diventa anche un suonatore nero di jazz e un
disgraziato sottoproletario cinese. È clinicamente malato perché non ha il controllo della malattia
del secolo.
(Jean-Louis Comolli, H.H. ou l’ironique, “Cahiers du Cinéma” n. 160, novembre1964)
(Emanuela Martini, Zelig di Woody Allen, “Cineforum” n. 229, novembre 1983)
The Scapegoat - Il Capro Espiatorio
MARTEDI 23 APRILE:
Cinema Astra
0521 960554
www.cinema-astra.it
Notiziario dell’Ufficio Cinema
del Comune di Parma
Marzo - Aprile 2013
rassegna realizzata in collaborazione con
Piazzale Volta 3,
PARMA
Cinema Astra
F come Falso
Martedì 23 aprile
F for Fake Orson Welles
Lunedì 15 aprile
Zelig
Woody Allen
Mr. Klein
Robert Hamer
Giovedì 4 aprile
Il capro espiatorio
Howard Hawks
Lo sport preferito
dall’uomo
INIZIO PROIEZIONI ore 21
Film in lingua originale con sottotitoli
Biglietto singolo: 5 euro
Lunedì 8 aprile
Monsieur Klein Joseph Losey
4 ingressi, utilizzabile da più spettatori contemporaneamente
nella stessa serata o in più serate: 15 euro
0521031035
[email protected]
www.ufficiocinema.it
The Scapegoat -
Al Cinema Insieme
Ufficio Cinema
Lunedì 25 marzo
all’intera rassegna, 6 serate: 15 euro
Info:
(Ángel Quintana, F for Fake e i confini del documentario contemporaneo, in Giorgio Placereani, Luca Giuliani,
a cura di, My Name Is Orson Welles, Il Castoro, Milano 2007)
Man’s favorite sport -
(Basile Palewski, Sir Alec le Magnifique, “Le petit fécampois”, 16 ottobre 1983)
Accanto a Elmyr de Hory e Clifford Irving, lo stesso Welles si mette in scena come falsificatore
del reale nei mezzi di comunicazione (la radio e il cinema). Welles realizza questa idea mediante
un gioco di specchi in cui trasforma l'esercizio del fake realizzato intorno al cinegiornale March
of Time di Quarto potere in un nuovo esercizio intorno a un falso notiziario su Howard Hughes.
Welles costruisce un grande saggio sulla relatività della verità nel mondo contemporaneo e sul
problema della finzione. […] In un'epoca in cui la passione per la cultura della mimesi si è estesa
verso le molteplici manifestazioni della cultura visuale, la finzione non può essere intesa come inganno, ma come un sistema di creazione che istituisce un gioco con la forma. La questione chiave
è sempre radicata nella posizione dello spettatore, nel modo in cui noi riusciamo a considerare, o
a non considerare, il visto come vissuto.
Alfred Hitchcock
Basato sul principio del Principe e del Povero, Il capro espiatorio ha tutti gli elementi di un thriller di Hitchcock: lo scambio di identità, un uomo innocente intrappolato in un intrigo pericoloso, l'inganno, l'infedeltà. Inoltre, è tratto da un romanzo di Daphne Du Maurier, tre
volte trasposta sullo schermo dall'autore di Gli uccelli. Hamer se la cava piuttosto bene, con
le atmosfere giuste e la giusta dose di cinismo e ambiguità (grazie anche a Gore Vidal, che
collaborò alla sceneggiatura), ma rimane il dubbio che Hitchcock si sarebbe accanito di più sui protagonisti della storia. Il film risulta eccellente grazie ai suoi interpreti, soprattutto Guinness nel ruolo
centrale. La calma elegante e un po' stralunata che mette nel personaggio piuttosto ordinario di John
Barratt è il vero valore aggiunto del film. È un peccato non vederlo di più nei panni del suo doppio
malvagio Jacques anche se, nelle poche scene a lui dedicate, l'attore sa essere ugualmente incisivo.
Orson Welles, dopo aver eseguito alcuni numeri di magia sulla banchina della Gare d'Austerlitz a
Parigi, annuncia che quanto andrà a raccontare nell'ora seguente è la pura e semplice verità. Ci
parla quindi di Elmyr de Hory, un falsario di Picasso, Matisse, Modigliani e molti altri, la cui abilità
sconfina nel genio; di Clifford Irving, assurto agli onori delle cronache giudiziarie per una falsa
autobiografia di Howard Hughes; di lui stesso, e di come aveva fatto parlare di sé con la falsa
radiocronaca dell'invasione della Terra da parte dei marziani. Poi, Welles passa a raccontare di
come una volta la sua compagna Oja Kodar, in vacanza nel paese di residenza di Pablo Picasso…
Lunedì 18 marzo
L'inglese John Barratt è un insegnante che, ogni estate, passa le sue vacanze in Francia. Una sera, in
un bar, conosce Jacques De Gué, un nobilotto locale che ha la particolarità di assomigliargli come una
goccia d'acqua. Fanno amicizia, un bicchiere tira l'altro e, alla fine della serata, i due sono talmente
sbronzi che il francese invita l'inglese a dividere la sua camera d'albergo. Al risveglio, di Jacques non
c'è più traccia. Non solo: i vestiti di John sono spariti, e l'autista di Jacques gli si palesa trattandolo
come se fosse il suo padrone. A John non rimane che reggere il gioco: giunto alla magione dei De Gué,
ha ben presto modo di vedere che la famiglia e l'esistenza del suo sosia sono a dir poco complicate...
con Orson Welles, Oja Kodar, Elmyr de Hory, Clifford Irving, Nina van Pallandt, Lawrence Harvey,
Joseph Cotten, François Reichenbach, Richard Wilson, Paul Stewart, Alexander Welles, Andrés
Vicente Gómez, Gary Craver
La donna che visse due volte
con
Alec Guinness, Bette Davis, Nicole Maurey, Irene Worth, Pamela Brown, Annabel Bartlett
Abbonamento
F for Fake - F come Falso
Orson Welles, Francia/Iran/Germania, 1973, 89’, col
Vertigo -
Robert Hamer, Gran Bretagna/USA, 1959, 91’, bn
FALSO d’autore
GIOVEDI 4 APRILE: