Euromet 18 - luglio 2012
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Euromet 18 - luglio 2012
Euromet news n. 18 - luglio 2012 Bollettino bimestrale di informazione sociale, sindacale e del lavoro Nella foto da sinistra, Martin Kannegiesser, Presidente di CEEMET e di Gesamtmetall, Jacki Davis, moderatrice e Diego Canga Fano, Capo di Gabinetto del Vice Presidente della Commissione Europea Antonio Tajani alla Conferenza CEEMET ”Shaping Talents” del 28-29 giugno 2012 (v. pag. 10) Editoriale Approfondimento L’Europa tra crescita e rigore Le relazioni industriali nell'economia globale Non solo in Italia ma in numerosi Paesi europei, tra i Le relazioni industriali in Europa fra il 2008 e il quali Olanda, Portogallo, Regno Unito, Spagna, 2010 hanno reagito efficacemente alla pressione negli scorsi mesi sono state introdotte riforme del merimposta dalla recessione e hanno consentito di minicato del lavoro o apportate modifiche rilevanti ai mizzare la perdita di posti di lavoro (Commissione Codici del lavoro. Seppur ogni intervento rifletta speEuropea). La dimostrazione è fornita dai dati cifiche esigenze nazionali, emerge un unico filo conEurostat, che evidenziano un'elasticità relativamente duttore che pone l'obiettivo di conciliare flessibilità e modesta dell'occupazione rispetto al Pil e alla prosicurezza. Quella in uscita, oltreché in entrata, e con duttività. La quantità di posti persi, in altri termini, è due finalità dichiarate. Attenuare i pesanti effetti della stata contenuta rispetto all'entità della crisi. La tenuta crisi sulle aziende, rendendel mercato del lavoro è do ad esempio il licenziastata agevolata dal diffuso mento più agevole anche utilizzo della contrattazioConfronti internazionali pag. 5 dal punto di vista procedune collettiva, che nell'UEIn breve pag. 7 rale, e recuperare la gene27 riguarda i 2/3 degli razione di giovani che occupati. Tuttavia, il livello Da altri settori pag. 9 rischiano di non rientrare di copertura osservato CEEMET informa pag. 10 nel mercato del lavoro. Le risulta decrescente nel riforme realizzate, inoltre, decennio 1999-2009. segue a pag. 2 segue a pag. 2 n. 18 - luglio 2012 Euromet news Editoriale Approfondimento includono il concetto evidenziato da László Andor, Commissario europeo per l'occupazione, gli affari sociali e l'inclusione, nell'intervista pubblicata nello scorso numero di Euromet news, secondo il quale “la maggior parte degli strumenti di flessicurezza hanno il carattere di un investimento ad elevato rendimento”. Il riferimento è al cosiddetto “conto ore” e alle clausole aperte nella contrattazione collettiva, che consentono al pari di altri strumenti di garantire flessibilità e sicurezza a costi contenuti. Pertanto, le riforme del lavoro sono prioritarie purché riescano ad intercettare i reali nodi di ciascun mercato. In tal senso, quelle attuate in Europa indicano la necessità di un nuovo patto di collaborazione fra imprese, lavoratori e Stato, capace di innescare un dialogo costruttivo e soprattutto coerente con le sfide poste dalla globalizzazione dell'economia. In questo quadro diviene necessaria un'Europa più forte, che sappia effettivamente coniugare rigore e crescita economica, ad esempio mediante un'applicazione non “ottusa” del “fiscal compact” a Paesi in difficoltà, che potrebbe non alleggerire gli spread e creare ulteriori diseguaglianze. Le difficoltà sono poste dalla Germania, che ritiene peraltro di aver fatto i propri compiti dieci anni fa e sia ora il turno degli altri Paesi. L'esecutivo tedesco non vuole scorciatoie, come quella di modificare le regole riguardanti le sanzioni da imporre eventualmente ai Paesi che dovessero fallire il raggiungimento degli obiettivi di bilancio prefissati. I budget sarebbero così redatti non più dai Governi dei singoli Paesi, ma dalla Commissione europea e approvati, anziché dai Parlamenti nazionali, da quello europeo. In ogni caso, si tratterebbe di un passo cruciale verso un'Unione politica e fiscale, che potrebbe fungere da volano per la ripresa dell’economia europea e per il rafforzamento del ruolo dell’Europa nel contesto dell’economia globale. Questo trend è associato alla capacità di rappresentanza delle associazioni datoriali e sindacali. Non per caso entrambe segnalano una tendenza negativa sia dal punto di vista del numero di imprese rappresentate (nel 2009, in media nell'UE-27, si attestava al 58%), sia della quantità di lavoratori iscritti (23,4%). Questi dati confermano l'importanza delle relazioni industriali nel contrastare gli effetti della recessione, ma anche la necessità di innovarle allo scopo di renderle maggiormente efficaci in un contesto globalizzato. In tal senso, la pressione sui modelli nazionali di contrattazione collettiva è montata prima della crisi, parallelamente all'apertura dei mercati e dietro l'impulso di un bisogno crescente di flessibilità (Howell e Givan, 2011). Tutto ciò ha di fatto messo in discussione l'efficacia delle relazioni industriali nazionali nell'economia flessibile e globale. La concorrenza internazionale, associata ai vincoli di bilancio del settore pubblico e all'impossibilità di agire mediante la politica monetaria (svalutazione competitiva), ha infatti depotenziato le barriere nazionali e, al contempo, ha messo sotto i riflettori la capacità delle imprese di rispondere alle esigenze di flessibilità. Decentramento Fino ad ora l'adattamento, confermato peraltro dal Rapporto della Commissione Europea “Industrial Relations in Europe 2011”, è per lo più consistito nel decentramento della contrattazione collettiva. Questo processo non ha implicato necessariamente la destrutturazione delle relazioni sindacali, piuttosto ha tracciato una possibile strada per accrescere la loro efficacia. Il processo di decentramento riguarda la maggior parte dei Paesi europei, anche se due descrivono in modo più lampante degli altri la portata dei cambiamenti in atto. Si tratta di Francia e Germania, che hanno introdotto differenti aggiustamenti ai loro sistemi nazionali accomunati dall'obiettivo di incrementare il cosiddetto livello di “plasticità” delle loro istituzioni nei confronti degli shock esterni (Howell e Givan, 2011). Il risultato in questi due Paesi si è concretizzato nella dilatazione dello spazio possibile per la contrattazione collettiva aziendale in seguito all'introduzione delle clausole di deroga, che si traducono nella possibilità delle relazioni sindacali di individuare più approfonditamente gli aspetti nodali per la competitività delle imprese. Domenico Bona, Vice Presidente Federmeccanica segue a pag. 3 2 n. 18 - luglio 2012 Euromet news Approfondimento Francia Germania Contrattazione collettiva aziendale Si attua su tre livelli (nazionale, settoriale, aziendale). La negoziazione per la contrattazione collettiva aziendale è obbligatoriamente attuata su base annuale, su richiesta del sindacato. Le materie riguardano la retribuzione incentivante, la durata del lavoro, l'organizzazione dell'orario, l'inserimento professionale dei lavoratori disabili. Se il contratto aziendale è sottoscritto dalle parti, il datore beneficia di uno sgravio sul costo del lavoro. Il contratto aziendale può derogare i livelli superiori in base al principio “specialia generalibus derogant”. Sono definite le materie escluse dalla competenza del contratto aziendale (retribuzione, inquadramento prof.le, previdenza complementare, formazione prof.le). Sono stati introdotti meccanismi basati sul principio di maggioranza per rendere “applicabile” il contratto collettivo. Si attua su più livelli. I contratti collettivi settoriali sono negoziati a livello nazionale o di Land. Il contratto collettivo aziendale, che è negoziato con i consigli di fabbrica (Betriebsrat) costituiti da lavoratori eletti mediante procedure definite in via legislativa, regola materie che non sono di competenza del livello di contrattazione settoriale o rientrano nelle prerogative di informazione/consultazione definite dalla legge. Vige il principio del favor: il livello aziendale non può derogare in peius ciò che è definito a livello settoriale. Tuttavia, legge e contratto collettivo settoriale non escludono il potere di negoziare a livello aziendale clausole di apertura. È, inoltre, previsto un meccanismo di dissociazione delle imprese, che pur aderendo a un'organizzazione sottoscrittrice di un contratto collettivo settoriale possono da questo svincolarsi. Orario di lavoro Tra gli schemi di flessibilità concordati in azienda il più rilevante è il Compte épargne temps (“CET”). Si tratta di un conto-ore che consente al lavoratore di scegliere, a fronte di ferie non godute/lavoro straordinario, tra sospensione del lavoro con retribuzione o liquidazione di un importo/indennità per equivalente. Il contratto collettivo aziendale fissa i limiti e le quantità del lavoro straordinario utile per il conto ore, le modalità di gestione del CET e di liquidazione dell'importo corrispondente alle ore accumulate, la durata delle sospensioni equivalenti. È, inoltre, stato introdotto l'orario individualizzato, che introduce flessibilità nei limiti di fasce orarie predefinite. Tra i numerosi schemi previsti emerge la “Banca delle ore lavorate”, che permette al datore di lavoro di ridurre o incrementare il ricorso allo straordinario. Superata una certa soglia di ore, i lavoratori possono scegliere tra più o meno ore di quelle accordate collettivamente, ottenendo sul conto individuale crediti/debiti di ore. Entro 12-24 mesi il saldo deve essere pari a zero (12-24 mesi). I crediti di ore sono compensati con ferie, congedi, anticipazione dell'accesso alla pensione, o attraverso il salario. Tra le misure che hanno accompagnato questa flessibilità, vi è la riduzione dell'orario settimanale, la riduzione degli straordinari, la riduzione del salario (clausole di apertura). Riduzione dell'orario di lavoro I programmi di Short Time Work (STW) rientrano negli schemi di sostegno al reddito in caso di crisi dell'impresa (Chomage Partiel) e sono stati definiti mediante accordi interconfederali (1968, 2008, 2009). È negoziata, in ragione della crisi/ristrutturazione d'impresa, una riduzione dell'orario. Il sistema pubblico interviene con un sostegno al reddito a integrazione totale o parziale. I lavoratori sono tenuti a seguire corsi di formazione nel periodo di non lavoro. I programmi di Short Time Work (STW) sono riducibili al Kurzarbeit. Le ragioni del ricorso allo schema sono ricollegabili alla crisi/ristrutturazione aziendale. I lavoratori sono tenuti a seguire corsi di formazione e ricevono una prestazione di sostegno al reddito. L'accordo con il consiglio di fabbrica è sottoposto al servizio per l'impiego federale, che ne verifica i presupposti. Il diritto di co-determinazione che il consiglio di fabbrica può esercitare incide anche sul numero di ore da ridurre. Fonte: Crowe Horwath, Studio Associato Servizi Professionali Integrati, Dipartimento Diritto del Lavoro, Prof. Tiziano Treu, Prof. Angelo Pandolfo segue a pag. 4 3 n. 18 - luglio 2012 Euromet news Approfondimento Francia e Germania Al di là di questo elemento comune, i sistemi di relazioni industriali francese e tedesco presentano caratteri strutturali diversi (cfr. le tabelle, che riassumono le principali caratteristiche dei due modelli in un'ottica di decentramento e uno dei contenuti prevalente nella contrattazione collettiva aziendale, vale a dire l'orario di lavoro e la sua riduzione in tempo di crisi). Il sindacato è unitario e particolarmente radicato in Germania, diviso e relativamente debole per organizzazione e numero di adesioni in Francia, dove i rapporti fra le parti sociali risultano conflittuali, a differenza di quelli tedeschi fondati su un modello partecipativo. È, inoltre, possibile rilevare specialmente in Germania che nel livello nazionale sono inserite le discipline di tutela cosiddette essenziali e nel livello decentrato, da una parte, le discipline specifiche e, dall'altra, le clausole di apertura controllate o progressive. Mentre il modello francese evidenzia alcune difficoltà nel controllo da parte dei sindacati degli accordi in deroga, nel sistema tedesco i consigli di fabbrica possono assumere iniziative in deroga, che consentono di oltrepassare i limiti previsti dal quadro nazionale. Quest'ultimo è un aspetto determinante visto che la modesta adattabilità delle relazioni industriali ha contribuito a ridurre nel tempo la capacità di innovazione e la competitività dei Paesi europei fino a prefigurare gli attuali rischi di eurosclerosi. nea l'economista Dani Rodrik, “i livelli delle retribuzioni sono determinati essenzialmente dalla produttività del lavoro. Le differenze tra i livelli di produttività rappresentano tra l'80% e il 90% delle variazioni dei salari rilevate in tutto il mondo”. Ciò conferma ancora una volta il bisogno di valorizzare gli strumenti di flessibilità e competitività aziendale allo scopo di rendere le imprese più globali e impegnate a perseguire un grado più alto di omogeneità interna. L'impulso a orientare i modelli di relazioni industriali verso le esigenze aziendali non è una prerogativa esclusiva dei Paesi europei, come sottolinea una notizia proveniente dagli Stati Uniti. Lo scorso 28 marzo il presidente della United Automobile Workers of America (Uaw), Bob King, è entrato nel Consiglio di sorveglianza di Opel. Tuttavia, ciò non significa che gli Usa stiano virando verso la cogestione tedesca, tantomeno si vuole qui sostenere l'esportabilità di tale modello in tutti i Paesi europei, quanto piuttosto come sia necessario sviluppare un rapporto più collaborativo con l'impresa. Un sindacato unitario, ad esempio, responsabilizzato rispetto agli accordi e garante della loro esigibilità potrebbe attutire in modo più efficace alcuni effetti indotti dalla globalizzazione. Anche in questo caso la prova è fornita dalla Germania, che è spesso indicata come Paese di riferimento, ma soltanto pochi anni fa sembrava in ritardo rispetto al mutamento dell'economia globale. Appare, in tal senso, piuttosto eloquente il titolo di un articolo pubblicato da “The Economist” il 19 febbraio 2004: “Slowly losing their chains. Labour relations are changing, but not enough”. Negli anni successivi l'economia tedesca ha saputo reagire consentendo oggi al sistema contrattuale di mantenere una relativa stabilità e capacità di regolazione dei rapporti di lavoro nell'impresa, preferendo puntare maggiormente sulla flessibilità interna (in particolare quella dell'orario di lavoro) rispetto a quella esterna. In altri Paesi europei, invece, la recessione ha inciso pesantemente sulla competitività e sul mercato del lavoro. In particolare nei Paesi dell'Europa “mediterranea” una persona su cinque e un giovane su due sono disoccupati. Per invertire la rotta, secondo il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde, “c'è bisogno di un dialogo costruttivo fra tutte le parti compresi i lavoratori e le imprese volto ad attuare le riforme strutturali”. Ad esempio, quelle delle pensioni, del mercato del lavoro e dei prodotti, secondo alcune stime preliminari del Fondo, potrebbero avere un effetto incrementale sul Pil pari al 4,5%. Le relazioni del futuro La chiave di volta è, dunque, uscire dal presupposto che i contenuti degli accordi in deroga siano per definizione peggiorativi. L'esperienza della Germania è lì a ricordarlo. La sfida del futuro sarà, invece, quella di agevolare gli scambi virtuosi, anche e soprattutto quelli a livello aziendale, tra le esperienze più innovative con l'obiettivo ultimo di sviluppare un interesse positivo comune sia per l'impresa, sia per i lavoratori. Si tratta del concetto definito da Turner nel 2009 come la ricerca del “miglior risultato, non il più economico” (“better not cheaper”). In questo senso i rapporti tra lavoratori e imprese divengono sempre più strategici, anche allo scopo di limitare la delocalizzazione delle attività produttive fuori dal contesto europeo e, al contempo, accrescere gli investimenti esteri. Sembrano di quest'avviso anche le Istituzioni europee, che hanno recentemente sottolineato la necessità di collegare le dinamiche retributive non più soltanto all'andamento dell'inflazione e all'obiettivo di tutelare il potere d'acquisto, quanto all'andamento della produttività. Come sottoli4 n. 18 - luglio 2012 Euromet news Confronti internazionali Esportazioni dei prodotti metalmeccanici nell'UE e nel mondo Interscambio internazionale nel periodo 2006-2010 copre il 30,6% dell'intera area, al secondo posto si colloca la Francia con il 10,4% ed al terzo l'Italia con l'8,6%. Seguono Regno Unito con il 7,2% e la Spagna con il 4,5%. Complessivamente i restanti 22 Paesi hanno coperto poco meno del 40% dei flussi di fatturato indirizzati ai mercati esteri. Prendendo a riferimento il periodo 2006 - 2010 si evince che le esportazioni mondiali di prodotti metalmeccanici sono cresciute del 16,3%, mentre quelle relative alla UE mediamente del 3,3%. I due diversi andamenti hanno, peraltro, determinato una significativa perdita Nel 2010 l'interscambio internazionale di prodotti metalmeccanici è stato pari a 5.503 miliardi di dollari ed ha rappresentato oltre il 55% degli scambi mondiali di prodotti manifatturieri. Nello stesso anno il fatturato metalmeccanico indirizzato all'estero dai 27 Paesi dell'UE è ammontato a 2.085 miliardi di dollari e ha coperto poco meno del 40% delle esportazioni metalmeccaniche mondiali. Nel 2010 si è registrata per i prodotti metalmeccanici una crescita significativa delle esportazioni mondiali grazie alla ripresa intervenuta nella seconda metà del 2009, ma Incidenza delle esportazioni metalmeccaniche per Paese (UE27=100) Fonte: World Trade Organisation di quote di mercato da parte dei Paesi del “vecchio continente” rispetto ai Paesi emergenti e, in particolare, nel confronto con quelli dell'Asia orientale. Rispetto al 2006 la Germania ha incrementato le esportazioni dell'8,4% e l'Italia ha segnato un + 2,3%. Il Regno Unito ha subito una contrazione significativa (-25,7%), mentre per la Francia la riduzione è stata pari al 3,2%. All'opposto la Corea del Sud ha accre- il valore complessivo degli scambi si è collocato al di sotto dei livelli raggiunti nel periodo pre-recessivo quando gli scambi mondiali di prodotti metalmeccanici avevano raggiunto circa 6.000 miliardi di dollari e le esportazioni dei 27 Paesi dell'UE avevano superato i 2.500 miliardi di dollari. Con riferimento ai principali Paesi europei la Germania, con circa 638 miliardi di dollari di esportazioni metalmeccaniche, 5 n. 18 - luglio 2012 Euromet news Confronti internazionali Quote di mercato dei prodotti metalmeccanici negli anni 2006 e 2010 Unione Europea (27) Germania Francia Italia Spagna Regno Unito Stati Uniti Corea del sud Giappone Cina Fonte: WTO sciuto le esportazioni del 38,5% e la Cina del 67,9%. Con riferimento a l l ' i n t e r o export mondiale, n e l 2010 la Germania d e t e n e v a una quota di mercato pari a l l ' 1 1 , 6 % solo l i e v e m e n t e inferiore a quella del 2006 (12,4%). La Francia ha coperto il 3,9% rispetto al 4,7% del 2006, mentre l'Italia con il 3,3% ha registrato una diminuzione più contenuta e pari a 0,4 punti percentuali. Il primo esportatore metalmeccani- Esportazioni mondiali di prodotti metalmeccanici negli anni 2006 e 2010 2006 2010 Aree/Paesi diff. 2006-2010 val. ass. % Mondo 4.731.726 5.503.079 771.353 16,3 Unione Europea (27) 2.019.499 2.085.262 65.763 3,3 Germania 588.261 637.812 49.551 8,4 Francia 223.303 216.259 -7.044 -3,2 Italia 175.248 179.291 4.043 2,3 Spagna 93.201 93.271 70 0,1 Regno Unito 200.903 149.357 -51.546 -25,7 Cina 488.842 820.835 331.993 67,9 Giappone 441.905 500.047 58.142 13,2 Corea del sud 208.184 288.336 80.152 38,5 Stati Uniti 507.226 539.210 31.984 6,3 Fonte: WTO 6 co mondiale è risultata essere la Cina con il 14,9% delle quote mondiali dirette all'estero seguita da Stati Uniti (9,8%) e Giappone (9,1%), mentre la Corea con il 5,2% si è collocata in 5^ posizione superando, rispetto alle quote del 2006, la Francia che si colloca attualmente in 6^ posizione e precede l'Italia che risulta la settima economia mondiale in termini di esportazioni metalmeccaniche. n. 18 - luglio 2012 Euromet news In breve Belgio aumentare l'orario di lavoro, mentre si è mostrato disponibile a prevedere un sistema che consenta di lavorare di più su base volontaria. Obiettivo dell'Esecutivo, legato ad un incremento dell'orario, sarebbe stato la creazione di almeno 20.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020 e un gettito per le casse dello Stato superiore a 4 miliardi di corone danesi. Altro punto di contrasto era sorto, ancor prima dell'inizio della trattativa, con riferimento alla richiesta avanzata dall'Associazione degli imprenditori danesi di procedere alla trasposizione in legge dell'esito dell'accordo tripartito. Fonte: Politiken Il Governo avvia la fase delle riforme Il Governo belga, in carica dal 6 dicembre 2011 dopo 541 giorni di negoziati, sta attuando alcune significative riforme come quella delle pensioni e, in particolare, quella del lavoro, che attendono ora l'approvazione parlamentare. Si tratta di cambiamenti strutturali che avranno un rilevante impatto sulle imprese, incrementando gli oneri amministrativi. Tuttavia, “le riforme sono necessarie per mantenere competitiva la nostra industria”, si legge in una nota di Agoria, la Federazione datoriale del settore metalmeccanico. La possibilità di ricorrere a regimi di orario ridotto (STW) è stata estesa anche ai “colletti bianchi”. Il lavoratore riceve un sussidio di disoccupazione e l'azienda paga un supplemento. Nel settore metalmeccanico il datore di lavoro fornisce ai disoccupati un'integrazione pari a 10 euro al giorno, ai quali si aggiunge 1 euro ogni 50 se lo stipendio supera una determinata soglia. Le imprese, inoltre, devono utilizzare l'1,9% della massa salariale per scopi di formazione e mostrare gli obiettivi raggiunti, oltre ad elaborare nel caso di aziende con più di 20 dipendenti un piano annuale per l'occupazione dei lavoratori anziani. In aggiunta, i licenziamenti collettivi devono contemplare i lavoratori in modo proporzionale rispetto a classi di età prederminate (sotto i 30; tra 30 e 50; oltre 50). Sarà tollerato un discostamento rispetto al principio di proporzionalità non superiore al 10%. Se l'impresa non rispetta questi criteri, le riduzioni degli oneri sociali in virtù dell'assunzione di lavoratori anziani possono essere revocati con effetto retroattivo (fino a 8 trimestri) prima della data di notifica del licenziamento collettivo. Durante le vacanze scolastiche, infine, gli studenti possono ora lavorare fino a 50 giorni (anziché 30) per 12 mesi. I contributi previdenziali sono pari al 2,71% (a carico dello studente) e al 5,42% (a carico del datore di lavoro). Fonte: CEEMET Francia Politica sociale: Hollande apre al dialogo Si è tenuto a Parigi lo scorso 9 e 10 luglio il vertice tra parti sociali e Governo per definire il piano d'azione per i prossimi anni in ambito sociale. Il Presidente Hollande ha dichiarato che il dialogo sociale è e resterà una priorità del suo Governo, quindi ha costituito un comitato di dialogo sociale aperto a tutte le parti. I principali obiettivi del programma sono: occupazione, formazione, eguaglianza di genere, riconciliazione tra vita privata e lavorativa, protezione sociale. Il primo Ministro Jean-Marc Ayrault ha dichiarato di voler migliorare il sistema degli ammortizzatori sociali e combattere il lavoro precario rendendo più onerose le tipologie contrattuali non standard. Ayrault ha inoltre annunciato che il salario minimo sarà aumentato entro la fine dell'anno attraverso nuove modalita con l’obiettivo di collegarlo il più possibile alla crescita. Con riferimento alle retribuzioni il Governo pensa ad una proposta di legge per settembre finalizzata ad un maggiore coinvolgimento dei lavoratori nel processo di definizione dei salari da parte del management è, inoltre, stato costituito uno speciale Comitato per esaminare il tema delle pensioni con l'obiettivo di presentare una proposta entro la prossima primavera e comunque si dovrà analizzare l'ipotesi di una riforma del fondo per la protezione sociale, al fine di diversificare le fonti di finanziamento. Fonte: Governo francese Danimarca Stop del sindacato sull'orario Il Governo danese, a seguito del rifiuto da parte del sindacato dei metalmeccanici di incrementare l'orario di lavoro attraverso l'abolizione di una festività, ha sospeso il negoziato tripartito ritenendo che sia venuto meno il presupposto per raggiungere un accordo. I rappresentanti dei lavoratori sostengono che, considerato l'attuale tasso di disoccupazione, sia inaccettabile Germania Opel: varato il piano di rilancio Nel quadro dei negoziati sulla ristrutturazione di Opel, controllata tedesca della statunitense General Motors, il sinda- 7 n. 18 - luglio 2012 Euromet news In breve Polonia cato IG-Metall ha fatto un passo verso il management: l'incremento salariale del 4,3%, che i dipendenti tedeschi di Opel avrebbero dovuto percepire dallo scorso 1° maggio, è stato rinviato al prossimo 1° ottobre. In cambio, il management ha annunciato, il 12 giugno scorso, di essere pronto a rinunciare fino al 2016 ad eventuali licenziamenti per motivi economici per i quattro siti tedeschi (anche se, nel 2017, lo stabilimento di Bochum potrebbe in ogni caso chiudere). Per riuscirci lo scorso 28 giugno il Consiglio di sorveglianza ha approvato un piano che dovrebbe garantire il ritorno ad una redditività sostenibile per l'azienda. Gli elementi principali del piano sono i seguenti: investimenti nella gamma prodotti Opel/Vauxhall, insieme a una nuova strategia di vendita, una rinnovata strategia di marca, progetti per la riduzione dei costi dei materiali, di sviluppo e di produzione e per l'ulteriore sfruttamento delle sinergie generate dall'alleanza tra GM e PSA Peugeot Citroën e, infine, la ridefinizione della strategia di esportazione e di espansione di mercato. Fonte: Reuters Parte il confronto sulla riforma del lavoro Il 1° giugno durante la riunione del Comitato sulla normativa del lavoro e della contrattazione collettiva le parti sociali hanno avviato la revisione del libro VI del Codice del lavoro. Al centro del confronto l'incremento della flessibilità nell'organizzazione del lavoro, la maggiore stabilità per i contratti a tempo determinato e l'abolizione del reintegro in caso di licenziamento illegittimo a fronte di un aumento dell'indennità. Il Ministro del lavoro ha proposto l'estensione dell'orario giornaliero nel rispetto del periodo di riposo minimo, l'introduzione del lavoro discontinuo, la modifica del periodo di riferimento per il calcolo della durata media del tempo di lavoro (che passerebbe dagli attuali 3 mesi a 12) e, infine, la definizione dell'orario con l'obbligo di informare i lavoratori almeno due settimane in anticipo. Con riferimento ai lavoratori a tempo determinato, che le statistiche stimano in 3.381.000 pari al 27% del totale degli occupati, è stato concordato di estendere il periodo di preavviso del termine in relazione alla durata del contratto. La proposta di abolire il reintegro del lavoratore in caso di licenziamento ritenuto illegittimo in cambio di un maggiore indennizzo è lontana dal ricevere consensi. Mentre i rappresentanti degli imprenditori dichiarano di essere pronti alla discussione, i sindacati respingono fermamente la proposta. Fonte: Planet Labor Gran Bretagna Verso la modifica dei licenziamenti collettivi Il 21 giugno scorso il Governo britannico ha avviato una consultazione delle parti sociali che terminerà il 19 settembre prossimo. Da recenti audizioni sembra emergere una certa confusione e uno scarso adattamento all'attuale organizzazione del mercato del lavoro. Da ciò la decisione dell'Esecutivo di promuovere un confronto tra i soggetti interessati sulle possibili modifiche alle regole riguardanti i licenziamenti collettivi. Obiettivo dell'iniziativa è il miglioramento della qualità della consultazione nei licenziamenti e della capacità di adattamento delle imprese ai cambiamenti del mercato oltre ad un efficace bilanciamento degli interessi dei lavoratori in esubero rispetto a coloro che rimangono in azienda. Per fare questo il Governo ritiene indispensabili tre condizioni: una normativa di riferimento semplice e chiara, relazioni costruttive tra datori di lavoro e sindacati, idonei meccanismi di intervento da parte del Governo. Sulla base di quanto detto, l'Esecutivo propone una riduzione del periodo minimo di 90 giorni attualmente previsto per i licenziamenti su larga scala, la realizzazione di un “codice di prassi” contenente un certo numero di questioni sulla materia e, infine, il miglioramento delle informazioni per imprese e lavoratori in merito agli aiuti messi a disposizione dal Governo. Fonte: BIS (Department for Business Innovation & Skills) Portogallo Programma per stimolare l'occupazione Il Governo portoghese ha adottato un programma denominato “Impulso Jovem” per sostenere l'occupazione giovanile. Con una copertura finanziaria di 334 milioni, l'intervento dell'Esecutivo riguarderà circa 90.000 giovani in cerca di lavoro. Un ruolo strategico lo ha ricoperto la Commissione europea preoccupata dell'eccessivo tasso di disoccupazione dei giovani tra i 18 ed i 30 anni, che ha ormai raggiunto il 37% a fronte di un tasso di disoccupazione complessivo corrispondente al 15%. Il provvedimento, inoltre, prevede incentivi fiscali e contributivi per i datori di lavoro in caso di assunzione con contratto di lavoro a tempo determinato di giovani con meno di 30 anni e in cerca di occupazione da almeno un anno. Una serie di misure accessorie completano l'iniziativa con specifica attenzione alla formazione e alla qualificazione. In particolare i datori dovranno garantire l'occupazione attraverso i contratti rivolti ai giovani e assicurare la formazione per coloro che beneficiano del programma. 8 n. 18 - luglio 2012 Euromet news In breve flessibilità e si rende meno costoso il contratto a tempo indeterminato. Si consideri che dal 2010 un quarto della forza lavoro spagnola è stata impiegata con contratti temporanei, raggiungendo così la più alta quota tra i Paesi UE e OCSE. Con le nuove regole i contratti a tempo determinato non possono essere rinnovati per periodi superiori a 24 mesi. La flessibilità in uscita è stata semplificata dal punto di vista procedurale. Sono stati, inoltre, ridotti i costi del licenziamento ingiustificato (da massimo di 42 mesi a 24 mesi), mentre per quello economico la riforma individua il requisito nel calo delle vendite per tre trimestri consecutivi. Dal punto vista della flessibilità in entrata, considerando l'alto livello della disoccupazione giovanile, il limite di età per stipulare un contratto di formazione passa da 25 a 30 anni. Sono anche previsti incentivi per le PMI, come i benefici fiscali e previdenziali per le imprese con meno di 50 dipendenti che assumono lavoratori di età inferiore a 30 o scegliendoli tra i disoccupati di lunga durata. Considerando la flessibilità interna, la riforma accresce il diritto del datore a modificare unilateralmente l'orario di lavoro (fino al 10% delle ore complessive di lavoro da parte dei dipendenti possono essere diffuse dal datore in modo intermittente e il lavoro straordinario è ora consentito anche per i contratti part-time). La normativa, infine, favorisce gli accordi a livello aziendale con i rappresentanti dei lavoratori (i contratti collettivi scaduti resteranno in vigore per una durata massima di un anno) e sancisce anche il diritto individuale alla formazione (massimo di 20 ore annue per coloro con almeno un anno di anzianità). Fonte: Confemetall Per approfondire: Boletín Oficial del Estado Occorre ricordare che il Portogallo ha già ricevuto 78 miliardi di euro dall'Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale. Fonte: Governo portoghese Spagna Sì del Parlamento alle nuove misure Il Programma nazionale di riforma 2012, presentato dal Governo spagnolo, prevede importanti riforme. Sono state introdotte alcune misure per correggere gli squilibri nei conti pubblici, tra le quali l'istituzione di un Fondo (pari a 35 mln di euro) per il pagamento dei fornitori della pubblica amministrazione, l'aumento di alcune imposte come quella sul reddito, l'adozione di un nuovo programma contro l'evasione fiscale. Altri provvedimenti riguardano la modernizzazione della pubblica amministrazione e una maggiore efficienza dei servizi pubblici. Tra gli interventi previsti nel “pacchetto”, un rilievo particolare è assunto dalla riforma del settore finanziario e quella del lavoro. Nuove misure comprendono verifiche sulle posizioni debitorie delle banche, lo stanziamento da parte degli istituti di credito di un fondo pari a 30 miliardi per coprire eventuali perdite potenziali relativamente al settore immobiliare (che si aggiungono ai 53 miliardi di euro resi disponibili nel mese di febbraio 2012). L'obiettivo dell'Esecutivo è ripristinare un clima di fiducia verso il settore bancario. Il Governo ha adottato con regio decreto dell'11 febbraio 2012 la riforma del lavoro (approvata dal Parlamento lo scorso 28 giugno senza apportare sostanziali modifiche). Si introduce maggiore Da altri settori Germania partire dal 1° novembre prossimo, una quota salariale aggiuntiva pari al 15% dopo sei settimane di permanenza presso la stessa azienda fino a raggiungere il 50% in più dopo nove mesi. In replica al Ministro del lavoro, Von der Leyen, secondo la quale in assenza di accordo tra le parti sarebbe opportuno ipotizzare un intervento legislativo, la VGZ ha manifestato l'intenzione di procedere ad accordi analoghi anche con altri sindacati escludendo la possibilità di una futura “interferenza” da parte della politica. Fonte: Staffingindustry Industria chimica: accordo per i “somministrati” Il gap salariale tra dipendenti e prestatori di lavoro assunti tramite agenzie di lavoro temporaneo sarà presto ridotto nell'industria chimica tedesca, grazie all'accordo sottoscritto lo scorso mese tra il sindacato IG BCE e le associazioni di reclutamento di personale temporaneo, BAP e iGZ. La recente intesa è assimilabile a quella precedente siglata lo scorso maggio per il settore metalmeccanico. Anche nella chimica, infatti, i lavoratori in somministrazione riceveranno, a 9 n. 18 - luglio 2012 Euromet news CEEMET informa Più formazione per difendere la competitività no facendo in Europa per assicurare alla forza lavoro le competenze necessarie per mantenere la competitività dell'industria metalmeccanica europea" ha affermato Martin Kannegiesser nel suo intervento il quale ha, inoltre, auspicato che "le aziende continuino ad investire nella formazione continua, purché il sostegno di queste iniziative sia inteso come una responsabilità condivisa tra Stato, aziende e lavoratori”. Tra le best practices presentate, Giorgio Monti, accompagnato dal Vice Presidente di Federmeccanica, Domenico Bona, ha descritto i positivi risultati dell'attività svolta nella propria azienda, la società Techint, nel campo dell'aggiornamento e della formazione dei dipendenti. La conferenza è, inoltre, stata l'occasione per celebrare i 50 anni dalla Nella sede del Parlamento europeo si é svolta, il 28 e 29 giugno scorso, la conferenza di CEEMET "Formare i talenti: aziende che investono sulla formazione per difendere la competitività e l'occupazione". Il panel dei relatori era composto da rappresentanti delle Istituzioni europee, tra i quali Koos Richelle, Direttore generale della DG EMPL, HannuTakkula, eurodeputato ALDE, Diego Canga Fano, capo del Gabinetto del vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani, Christian Lettmayr, Direttore del CEDEFOP, João Delgado, direttore dell'unità Formazione Tecnica e Professionale e Programma Leonardo da Vinci della Commissione Europea e Ulrich Eckelmann, Segretario Generale di IndustriALL. Nel corso della conferenza Martin Kannegiesser, presidente di CEEMET e della consorella tedesca Gesamtmetall, ha presentato una pubblicazione edita da CEEMET, frutto dei contributi delle varie federazioni metalmeccaniche nazionali. Si tratta di un'indagine sulle migliori pratiche poste in essere dalle aziende europee del settore nel campo della formazione continua dei lavoratori. “Dobbiamo garantire il sostegno alla creazione di reti tra le PMI e facilitare il dialogo attraverso la conoscenza tra le imprese di diverse dimensioni, al fine di sviluppare azioni e iniziative comuni. Oltre a creare piattaforme comuni per favorire l'incontro dei bisogni formativi, l'utilizzo di fondi e la comunicazione tra le aziende, è altresì opportuno, individuare le buone prassi e favorirne la diffusione", ha dichiarato João Delgado. Questa conferenza dà seguito ad un progetto già sperimentato durante la presidenza italiana di CEEMET con l'impulso dell'allora presidente Roberto Maglione, che aveva avuto come focus le best practices individuate nei diversi paesi membri di CEEMET nel campo della formazione tecnica professionale svolta negli istituti scolastici. "Attraverso questo studio abbiamo voluto far emergere ciò che le aziende del settore stan- Michel Barnier, Commissario europeo responsabile per Mercato Interno e Servizi costituzione di CEEMET. Tra gli altri è, infine, intervenuto Michel Barnier, Commissario europeo responsabile per Mercato Interno e Servizi, il quale ha affermato che “le tre condizioni per assicurare all'Europa un'industria metalmeccanica competitiva sono la stabilità finanziaria del sistema, un mercato interno efficiente e una vera politica industriale comune”. Il Commissario Barnier ha concluso sottolineando che le aziende rappresentate da CEEMET hanno oggi, ancora una volta, un ruolo chiave da giocare per la ripresa dell'economia europea, dopo questa perdurante crisi che stiamo sperimentando. Euromet info Data di chiusura del numero 18: 23 luglio 2012 Per informazioni: Federmeccanica Piazzale Benito Juarez, 14 - 00144 - Roma Tel: +39 065925446 Fax: +39 065911913 Email: [email protected] 10