RELAZIONE SUI RISULTATI DELLA GESTIONE
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RELAZIONE SUI RISULTATI DELLA GESTIONE
CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI CONTROLLO PER LA CAMPANIA RELAZIONE SUI RISULTATI DELLA GESTIONE DELLA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DI POMPEI PER GLI ESERCIZI FINANZIARI 2001 E 2002(Art.3 legge 14 gennaio 1994, n.20) Magistrato relatore: - Presidente di Sezione Vittorio Zambrano Attività di collaborazione istruttoria: - Dott. Rosario Marra (attività di coordinamento della Soprintendenza Regionale per la Campania e intreccio tra programmazione nazionale e regionale). - Dott.ssa Olimpia Ilardi e dott. Rosario Marra (analisi della gestione della Soprintendenza Archeologica Autonoma di Pompei) SOMMARIO I. NOTA INTRODUTTIVA: IL QUADRO EVOLUTIVO A LIVELLO NORMATIVO ED ISTITUZIONALE DEI RAPPORTI STATO – REGIONI - EE.LL., CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL SETTORE DEI BENI CULTURALI. PAG.6 1 II. L’ATTIVITÀ DI INDIRIZZO E PROGRAMMAZIONE DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI. RAPPORTI CON L’ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE DELLE SOPRINTENDENZE REGIONALI. II.1- CENNI SUL QUADRO PROGRAMMATORIO NAZIONALE PAG.10 II.2– L’ ATTIVITÀ DI PROGRAMMAZIONE DELLA SOPRINTENDENZA REGIONALE PER LA CAMPANIA. PAG.16 II.3 – QUADRO FINANZIARIO COMPLESSIVO E DOTAZIONI ORGANICHE. PAG.19 III. LA GESTIONE FINANZIARIA DELLA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DI POMPEI DATI DI SINTESI RELATIVI AGLI ESERCIZI PAG.26 2 2001 E 2002. PREMESSA. III. 1 - L’ASSETTO NORMATIVO ED ORGANIZZATIVO PAG.27 III.2 – ANALISI DELL’ATTIVITÀ GESTIONALE III.2 A) LA COPERTURA FINANZIARIA: RAPPORTO TRA BILANCIO E STRUTTURA PAG.31 ORGANIZZATIVA III. 2 B) PROGRAMMI ANNUALI DI SPESA E ATTIVITÀ CONTRATTUALE. PAG.37 III.3 LA PROGRAMMAZIONE INTEGRATA, I SERVIZI AGGIUNTIVI, I DIRITTI LE CONCESSIONI. III.3 A) – LA PROGRAMMAZIONE INTEGRATA TERRITORIALE 3 PAG.47 D’ IMMAGINE E III.3 B) I SERVIZI AGGIUNTIVI. PAG.58 III.3 C) – DIRITTI D’IMMAGINE E CONCESSIONI. - CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE. PAG.65 PAG.67 4 I – Nota introduttiva: Il quadro evolutivo a livello normativo ed istituzionale dei rapporti Stato-Regioni-EE.LL. con particolare riferimento al settore dei Beni Culturali. Con l’emanazione della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3 e la conseguente riforma del titolo V della Costituzione è stato proseguito ed accentuato quel processo di “decentramento amministrativo”, avviato con la legge 15 marzo 1997, n. 59 e dai successivi decreti attuativi, e di progressiva devoluzione di competenze alle Regioni e agli Enti locali, a fini non solo di snellimento della macchina statale - appesantita da troppi compiti, nonché dai vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’ Unione Europea - bensì anche di potenziamento e di maggiore efficacia dei servizi resi dalle istituzioni ai cittadini, avvicinando sempre più le prime ai secondi, attraverso la trasposizione sul piano interno del principio di sussidiarietà, di derivazione comunitaria, finalizzato, per l’appunto, a favorire l’assolvimento di funzioni e compiti di rilevanza sociale da parte delle autorità territorialmente più vicine alle famiglie ed alle varie associazioni rappresentative degli interessi di categoria a livello delle comunità territoriali minori. Al riguardo, pare anche utile evidenziare la differenza tra “decentramento amministrativo”, conseguente all’attuazione delle leggi nn.97 e 127 del 1997, e “federalismo amministrativo”, derivante dall’attuazione della citata riforma costituzionale, differenza risalente essenzialmente alla diversa configurazione dei rapporti intercorrenti tra lo Stato e le Regioni, da un lato, e queste due istituzioni e gli enti locali, dall’altro. E’ noto infatti che, mentre nel precedente assetto costituzionale lo Stato manteneva una sua centralità nell’ambito dei complessivi rapporti ordinamentali tra le varie istituzioni della comunità nazionale, con la riforma del titolo V della Costituzione e la conseguente “equiordinazione” dei rapporti tra le varie componenti della Repubblica, nonché con la trasposizione a livello costituzionale del principio di sussidiarietà, si è andato via realizzando un progressivo capovolgimento nell’ assunzione delle responsabilità volte ad assicurare un ordinato ed equilibrato svolgimento dei rapporti sociali a livello delle comunità territoriali. Ciò, avrebbe reso opportuno, se non necessario, il rafforzamento di alcune disposizioni relativa già contenute nella citata legge n. 59/1997, come quella all’individuazione di “procedure e strumenti di raccordo, anche permanente, con eventuale modificazione o nuova costituzione di forme di cooperazione strutturali e funzionali, che consentono la collaborazione e l’azione 5 coordinata tra enti locali, tra regioni e tra i diversi livelli di governo e di amministrazione…” (art.3, co. 1) e, ancora, quella concernente la riorganizzazione e la razionalizzazione degli organi di rappresentanza periferica dello Stato con funzioni di raccordo, supporto e collaborazione con le regioni e gli enti locali (art. 12, co. 1, lett. h). Inoltre, sempre in base al richiamato principio di sussidiarietà, sarebbe stato utile procedere alla creazione di “stanze di compensazione” politicoistituzionale che, in assenza di una Camera delle Regioni, ovvero di un Senato federale, avrebbero potuto svolgere un’ azione di mediazione e di raccordo tra lo Stato, le Regioni e gli EE.LL., per la realizzazione di una effettiva cooperazione tra le istituzioni medesime: non a caso, nella legge costituzionale n. 3/2001, all’art. 11, è stata prevista la possibilità di partecipazione alla Commissione parlamentare per le questioni regionali di rappresentanti delle Regioni, delle Province Autonome e degli EE.LL. A conferma di ciò, nell’intesa interistituzionale del 20/06/2002, viene auspicato “che sia quanto prima attuata l’integrazione della commissione bicamerale per le questioni regionali… e nel contempo che siano rivalutate e rese operative le altre sedi di confronto, quali la Conferenza unificata di cui all’art. 8, co. 1, del decreto legislativo n. 281 del 1997 ed i consigli regionali delle autonomie, previsti dal nuovo articolo 123 della Costituzione”. Anche nel settore dei Beni Culturali, a riprova della particolare complessità del rapporto tra le varie componenti della Repubblica, il nuovo art. 118, 3° co., della Costituzione prevede l’attuazione di un’azione di “cooperazione strutturale e funzionale” tra le istituzioni centrali e territoriali minori, anche attraverso “forme di intesa e coordinamento nella materia della tutela dei beni culturali”. Non può non osservarsi come anche al mancato decollo della fase attuativa del nuovo ordinamento delineato dalla riforma costituzionale – attuazione solo di recente concretamente avviata con l’emanazione della legge 5 giugno 2003, n.131( anche nota come legge La Loggia, dal nome del Ministro proponente) – sia in parte da attribuirsi il, da più parti, lamentato aumento del contenzioso costituzionale Stato-Regioni che, secondo un certo orientamento politico-istituzionale, si pensa di risolvere con radicali interventi di razionalizzazione su alcune materie rientranti nell’ambito della legislazione concorrente, attribuendone la competenza esclusiva ad una sola delle suddette Istituzioni. Di fondamentale importanza sarà, in tale opera di razionalizzazione, anche la giurisprudenza costituzionale che, attraverso alcune pronunce di recente emanazione, ha già avviato concretamente un’opera di delimitazione dei 6 rapporti tra competenze statali e regionali alla luce del nuovo titolo V, come, ad esempio, quella (sentenza n. 282 del 26/06/2002) che ha stabilito che i “principi fondamentali” su cui basare l’esercizio della legislazione concorrente non sono da trarre soltanto da leggi statali nuove, atteso che “nella fase della transizione dal vecchio al nuovo sistema di riparto delle competenze, la legislazione regionale concorrente dovrà svolgersi nel rispetto dei principi fondamentali comunque risultanti dalla legislazione già in vigore” . In tale contesto, la “materia” dei beni culturali non si rivela esente da dubbi e incertezze interpretative, pur se appare generalmente accolta la distinzione tra le due essenziali funzioni della “tutela” e della “valorizzazione” dei beni culturali, rispettivamente attribuite alla competenza statale e alla competenza regionale, quest’ultima comprensiva dell’attività di gestione, in quanto funzionale alla valorizzazione dei beni medesimi. Peraltro, la valorizzazione dei beni culturali d’interesse nazionale non potrà che avere, nei fatti, un carattere misto, anche se prevalentemente statale; di qui, la necessità di una fattiva collaborazione tra le istituzioni centrali e locali e l’importanza di strumenti di raccordo e di coordinamento tra le stesse. La conferma del fatto che talune materie, come quella dei beni culturali, siano di difficile ripartizione tra le medesime istituzioni si ha anche a livello di normazione secondaria; ne è la riprova il parere n. 1749/2002, reso dalla Sezione consultiva per gli atti normativi del Consiglio di Stato nell’adunanza del 26 agosto 2002 nel quale, esprimendosi su uno schema di D.M. recante disposizioni in materia di costituzione e partecipazione a società da parte del Ministero per i beni e le attività culturali, viene analizzata l’incidenza della riforma del titolo V sulla legislazione ordinaria relativamente ai beni culturali, con particolare riferimento agli articoli 148 e 149 del decreto legislativo n.112 del 31 marzo 1998, che riservano allo Stato la tutela, mentre affidano alla competenza congiunta di Stato, Regioni ed EE.LL. la gestione e la valorizzazione dei beni culturali. Al riguardo, l’organo di consulenza magistratuale “evidenzia la forte connessione tra le attività di tutela, valorizzazione e gestione” e allo stesso tempo ricerca la collocazione “prevalente” del concetto di “gestione” per definire il riparto delle competenze alla luce della riforma costituzionale, rimarcando la maggiore affinità del concetto di gestione con quello di “valorizzazione” piuttosto che con quello di “tutela”, rientrante nella esclusiva competenza statale. II – L’ attività programmatoria del Ministero per i beni e le Attività culturali, l’intreccio con la programmazione regionale e il ruolo delle 7 Soprintendenze regionali; in particolare, l’attività di programmazione della Soprintendenza regionale per la Campania. II.1 – Cenni sul quadro programmatorio nazionale. Dell’ attività di programmazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali è fatta menzione sia in disposizioni di carattere generale, comune a molte Amministrazioni Pubbliche, sia in norme specifiche di settore. Nel nuovo assetto ordinamentale, viene ad assumere crescente importanza, per l’intreccio di competenze tra Stato e Regioni, il coordinamento tra l’ attività di programmazione a livello nazionale e l’azione programmatoria delle Regioni territorialmente interessate. Per il livello nazionale, è da ricordare la direttiva annuale del Ministro, emanata ai sensi degli articoli 4 e 14 del d-lgs 165/2001, a tenore dei quali rientra nei compiti dell’organo politico la funzione d’indirizzo, con la relativa definizione di obiettivi, priorità ed assegnazione di risorse ai titolari dei centri di responsabilità. Per i due anni oggetto della presente indagine ne sono state emanate tre; infatti, nel corso del 2001, a seguito del cambio di Governo vi sono state due direttive: - nella prima, la n. 27 dell’ 8/01/2001, si fa innanzitutto riferimento all’attuazione del nuovo modello organizzativo scaturente dal decreto legislativo n. 368 del 1998 e dal regolamento d’organizzazione di cui al d.P.R. 29/12/2000, n. 441. Nella direttiva, per quanto riguarda il livello periferico dell’Amministrazione, si richiama il ruolo del Soprintendente regionale che viene definito come “figura essenziale per il coordinamento delle Soprintendenze, per la valutazione dei principali interventi di tutela e conservazione, nonché per la collaborazione con gli enti locali”; - la seconda, del 31/07/2001, è successiva al D.M. 11/05/2001 contenente la nuova struttura organizzativa del Ministero basata su otto direzioni generali, il Segretariato Generale e 10 centri di responsabilità amministrativa. In relazione alla nuova struttura la direttiva in argomento opera un’ integrazione, per il secondo semestre 2001, degli obiettivi del Ministero iniziando, ovviamente, a manifestare il diverso orientamento politico-istituzionale del nuovo Governo che nello stesso periodo presenta un disegno di legge mirante a riaprire la delega prevista dalla L. n. 59/’97 (cd. “Bassanini 1”) per rivedere la riforma della Pubblica Amministrazione centrale abbozzata nel d-lgs 30/07/1999 n. 300. L’ oggettivo stato di incertezza conseguente alla riapertura della delega legislativa ha, ovviamente, condizionato anche l’ assestamento di moduli e strategie organizzative appena introdotti dal succitato D.M. del maggio 2001. 8 La nuova delega, disposta con legge 6 luglio 2002 n. 137, ha influito anche sul Ministero per i Beni e le Attività Culturali1 la cui nuova configurazione organizzativa iniziava ad emergere proprio negli anni 2001 e 2002 oggetto della presente indagine. In questo contesto, la citata direttiva del luglio 2001 ha delineato gli obiettivi generali e di settore dei centri di responsabilità amministrativa 2 . Per le Soprintendenze regionali, la stessa ha individuato, tra gli altri, i seguenti compiti: “assicurare il collegamento funzionale con le competenti direzioni generali”; fornire “elementi di aggiornamento sull’attività svolta in relazione” a “ogni iniziativa atta a coordinare le strutture periferiche esistenti sul territorio regionale”; “svolgere tutte le iniziative per potenziare la collaborazione con le regioni, gli enti locali e le altre istituzioni presenti nella regione in collegamento con le direzioni generali di riferimento”. Per il 2002, con la direttiva emanata in data 5/02/2002, i riferimenti “a valutazioni di tipo aziendalistico sull’economicità dell’azione” appaiono sensibilmente più incisivi anche in relazione ai compiti delineati dall’articolo 33 della legge finanziaria 28 dicembre 2001 n. 448 che, com’è noto, consente di dare in concessione a soggetti diversi da quelli statali la gestione di servizi finalizzati al miglioramento della fruizione pubblica dei beni culturali. In quest’ottica, l’atto di indirizzo ministeriale sottolinea l’urgenza dell’analisi economica e della contabilità analitica “per il computo dei costi di funzionamento per ciascun centro museale o sito”. La direttiva si sofferma altresì sulla misurabilità e valutabilità degli investimenti attraverso gli indicatori d’impatto, prendendo ad esempio la metodologia suggerita dalla legge 17 maggio 1999, n. 144, riguardante misure in materia di investimenti, il cui art. 1 reca disposizioni sulla costituzione di unità tecniche di supporto alla programmazione, alla valutazione e al monitoraggio degli investimenti pubblici. Ancorché nelle tre direttive in questione siano trattate tutte le politiche di settore, in questa sede, ci si soffermerà soltanto su quella riguardante i beni archeologici. Quanto alla direttiva n. 27/2001 merita di essere segnalata l’implementazione di interventi di conservazione sui beni culturali ed in particolare su quelli esposti a 1 Il riferimento è alla legislazione delegata emanata nei primi mesi del 2004 sulla base degli artt. 1 e 10 della L. N. 137/2002 tra cui il d.lgs 22/01/2004 n. 42 contenente il codice dei beni culturali e del paesaggio. 2 In particolare, per quanto di interesse in questa sede, la riorganizzazione del Ministero ha comportato una riarticolazione dell’Ufficio centrale per i beni archeologici, artistici e storici in tre direzioni generali di cui una è costituita da quella per i beni archeologici; in realtà, soltanto dal settembre 2001 è effettivamente iniziata l’attribuzione di personale e di mezzi ai diversi servizi. 9 rischio di perdita parziale o totale, evitando l’avvio di lavori parziale e, comunque, non definiti per “lotti funzionali”. Quest’ultima metodologia di avvio dei lavori, sancita anche normativamente nella legge-quadro sui lavori pubblici, appare di particolare importanza per ridurre i pericoli di furti purtroppo non rari nel parco archeologico campano; essa ha comportato che, dei lavori, sia pure solo in parte completati, possono essere, fruiti dal pubblico evitando, per quanto possibile, il determinarsi di zone parzialmente abbandonate, poco frequentate e vigilate, più facili a diventare preda di malavita o vandali. Sempre nel campo dei lavori, di rilievo è la corretta applicazione dell’art. 14 della legge 11/04/1994 n. 109 e successive modifiche e integrazioni; si tratta di una disposizione riguardante la programmazione triennale dei lavori pubblici che nel Ministero in argomento ha trovato applicazione proprio a partire dal 2001 per il triennio 2002-2004. La procedura programmatoria della citata norma della “legge Merloni” si è svolta, nel biennio in esame, con due procedure diverse. Nel 2001, si sono avuti dapprima il D.M. 16/12/2000 contenente il programma triennale 2000-03, poi il parere del Consiglio Nazionale per i Beni Culturali e Ambientali, quindi l’analisi delle osservazioni dei singoli settori (da formulare entro 60 gg.) e, infine, il D.M. 23/03/’01 contenente il piano di spesa annuale 2001 registrato alla Corte dei conti il 30/05/’01. Nel 2002, con la nuova organizzazione delineata dal d.P.R. 441/2000, c’è stata dapprima una circolare, di solito predisposta nel mese di giugno dal Segretariato Generale del Ministero3, corredata di schemi per la rilevazione delle proposte e di una scheda tecnica per poi giungere alla definizione e all’ adozione del programma entro il mese di settembre. L’adozione del programma anche con la nuova procedura prevede l’acquisizione del parere del Consiglio Nazionale per i beni culturali e la pubblicazione, per 60 gg., agli albi delle strutture centrali e regionali, oltrechè sul sito internet del Ministero. A questo punto, l’iter formale è proseguito con l’istruttoria e la verifica delle osservazioni pervenute con la sottoposizione all’approvazione del Ministro, per concludersi del programma definitivo con l’invio dei documenti all’Osservatorio dei LL.PP. ed al CIPE; parallelamente è stato attivato il controllo 3 Si tratta della circolare n. 78 del 24 luglio 2001 con prot. N. 31072 dove, tra l’altro, è contenuta una precisa calendarizzazione degli adempimenti: entro il 10/8 inoltro da parte degli uffici periferici alle Soprintendenze Regionali e alle Direzioni Generali delle proposte d’intervento; entro il 5/09 inoltro dalle Soprintendenze Regionali al Segretariato Generale ed alle Direzioni Generali competenti per materia, delle proposte relative agli interventi da inserire nei piani di spesa; entro il 30/09 inoltro da parte delle Direzioni Generali al Segretariato Generale delle proposte di programma triennale. 10 sul piano di spesa da parte della Corte dei conti, indispensabile per l’erogazione dei finanziamenti, contenuto nel D.M. 4/4/’02 registrato il 14/05/’02 4. Come si può notare, i tempi complessivi delle due procedure hanno registrato lievi differenze, sicché è lecito desumere che l’inserimento delle Soprintendenze regionali nell’iter programmatorio abbia indotto portare un maggior coordinamento tra interventi ministeriali e regionali. Dagli aspetti procedurali esaminati e sulla base di rilevazioni ministeriali è stato calcolato che dal soggetto proponente (istituto territoriale) al soggetto decisore (Segretariato/Ministro) il ciclo programmatorio si protrae dai 10 ai 12 mesi e ciò, indubbiamente, ha il suo rilievo quando, com’è il caso della presente indagine, occorre valutare le gestioni di singole Soprintendenze nella loro capacità di spesa annuale. Continuando nella pur sintetica disamina delle direttive ministeriali, nelle due successive rispettivamente del luglio 2001 e del febbraio 2002, paiono meritevoli di segnalazione: • l’obiettivo di un monitoraggio della gestione amministrativo-contabile degli uffici periferici dipendenti, con particolare riguardo alle risorse finanziarie attribuite ai funzionari delegati sulle contabilità speciali; • l’attuazione di un programma di pre-catalogazione e catalogazione del patrimonio archeologico. Al fine di completare il quadro programmatorio, occorre menzionare alcune disposizioni specificamente riguardanti i beni culturali, come quella relativa all’art. 3 del d.lgs n. 368/’98, contenente l’attribuzione al Ministro della competenza ad approvare il “programma triennale degli interventi nel settore dei beni culturali”, che viene aggiornato annualmente, e quella relativa all’art. 7 del d.l 20 maggio 1993, n. 149, convertito in legge 19 luglio 1993 n. 237 che, all’interno di un provvedimento recante “interventi urgenti in favore dell’economia”, disciplina il piano annuale per la realizzazione di interventi nel settore dei beni culturali prevedendo che esso riguarda sia spese ordinarie che straordinarie da effettuare a cura degli organi centrali e periferici del Ministero. Nella parte finale della direttiva richiamata in relazione per il 2002 la succitata disposizione viene all’emanazione di successivi provvedimenti indicanti i programmi, i piani e le azioni che i centri di responsabilità dovranno realizzare per raggiungere gli obiettivi generali dell’anno. In questa sintetica panoramica, è poi da ricordare una disposizione pianificatoria direttamente riguardante il settore di cui alla presente indagine, 4 Per il 2004, in relazione a quanto osservato precedentemente in merito alla nuova riforma del Ministero, di cui al d.lgs 8/01/2004 n.3, la procedura programmatoria avrà molto probabilmente ulteriori cambiamenti perché si prevede, tra l’altro, la soppressione del Segretariato generale e l’istituzione di quattro dipartimenti. 11 contenuta nell’art. 2 della legge 29/12/2000 n. 400. Detta disposizione riguarda il “piano pluriennale per l’archeologia”, la cui attuazione è inserita negli obiettivi della direttiva 2002. Nel piano pluriennale, approvato con DM del 23/3/2001, sono inserite 16 Soprintendenze tra cui le tre della Campania”5. Il coordinamento con l’attività programmatoria delle Regioni, nel settore in esame, si concretizza in particolare con lo strumento dell’intesa istituzionale di programma tra il Governo e la Giunta Regionale, previsto dalla legge 23 dicembre 1996 n. 662, e da attuarsi attraverso “accordi di programma quadro”. La Regione Campania ha stipulato nel marzo 2001 un APQ con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali che si affianca a quanto previsto nello specifico settore d’intervento dal “quadro comunitario di sostegno 2000-2006” relativo all’Asse IIRisorse culturali6 per il quale è prevista una dotazione finanziaria di euro 613.550.796,12 per 13 progetti integrati. Le risorse finanziarie, ovviamente calcolate in lire nel 2001, che si prevede complessivamente di impegnare sono di oltre 14 mila miliardi di fondi pubblici e di circa 4 mila miliardi di risorse private. Nell’accordo, collegato al POR Campania, sono previsti in uno specifico allegato contenente le “linee programmatiche”, più progetti anche per i beni archeologici, tra cui quelli relativi all’area archeologica pompeiana e vesuviana e a quella di Paestum-Velia. II.2 – L’attività di programmazione della Soprintendenza regionale per la Campania. Nel delineato iter programmatorio, il Soprintendente regionale, ai sensi dell’art. 7 del d.lgs 368/’98, provvede alla programmazione delle spese ordinarie e straordinarie ai fini della formulazione di proposte per il programma triennale nazionale, in quanto componente della commissione regionale per i beni e le attività culturali istituita dall’art. 154 del d.lgs 31 marzo 1998, n. 112, cui partecipano anche rappresentanti del Ministro per l’Università e la Ricerca scientifica, della Regione, dei Comuni e delle Province, della Conferenza Episcopale regionale e del CNEL per le forze imprenditoriali locali. 5 Gli interventi previsti relativamente alle Soprintendenze campane riguardano l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere per la Soprintendenza di Napoli-Caserta, le Terme per quella di Pompei, il parco archeologico di Velia e la cinta muraria di Paestum per la Soprintendenza di Salerno, Avellino, Benevento. 6 Com’è noto, il QCS prevede sei assi prioritari di intervento: risorse naturali, risorse culturali, risorse umane, sviluppo locale, città, reti e nodi di servizio. 12 Tuttavia, nella specifica realtà campana, questa ulteriore funzione non può essere ancora svolta poiché, a differenza che in altre Regioni, la citata Commissione, fondamentale per il suo ruolo di “coprogrammazione” tra Stato, Regioni, EE.LL. e privati non è, allo stato, operante sebbene in data 28/06/2002 - a distanza, quindi, di oltre quattro anni dalla norma istitutiva - sia stato emanato il D.M. di designazione di 11 dei 13 componenti e, successivamente, con D.M. del 31/10/2002, si sia provveduto a nominare anche i due membri la cui designazione è di competenza CNEL; è, invece, mancante il Presidente, da nominare tra i componenti della Commissione da parte del Presidente della Giunta regionale d’intesa con il Ministro per i Beni e le Attività Culturali. La prima funzione (relativa alla programmazione delle spese ordinarie e straordinarie) invece, è stata svolta dal 9 marzo 2001, data del D.M. di conferimento dell’incarico al Soprintendente regionale per i beni e le attività culturali per la regione Campania. L’attività di coordinamento è stata attuata con l’invio agli organi centrali di una relazione programmatica riguardante il triennio 2002/2004 (al prot. di questa Corte con il n. 3931 del 28/12/2002) da cui si evincono dati e considerazioni che sono stati di riferimento all’impostazione del controllo sulla gestione delle tre Soprintendenze archeologiche di cui si dirà in prosieguo. In particolare, nel 2001 la Campania ha avuto un’assegnazione corrispondente al 9,91% dei fondi nazionali del settore, collocandosi, così, al terzo posto dopo il Lazio (24,32%) e la Toscana (12,72%). Se si fa un raffronto con gli introiti realizzati nel medesimo anno si nota che la graduatoria delle tre Regioni resta invariata: il Lazio ha ottenuto le maggiori entrate con 48,8 miliardi di vecchie lire seguito dalla Toscana con 42,2 miliardi e al terzo posto dalla Campania con 42,1 miliardi sempre di vecchie lire. Nel rapporto tra visitatori paganti e non paganti, nel raffronto tra le tre regioni più significative per la concentrazione di beni culturali, la Campania è al secondo posto con il 55,4% dei pagamenti contro il 74,1 della Toscana e il 51,7 del Lazio. Rispetto ai cinque settori in cui sono state suddivise a livello regionale le assegnazioni, l’archeologia (soltanto per i fondi ordinari senza quelli derivanti dal gioco del lotto7) nel 2001, con 6.671 miliardi, (€ 3.445.283.974) è al secondo posto, equivalente al 18,64%; nel 2002, con 6.826 miliardi di lire (€ 3.525.334.793) risulta sempre al secondo posto, dopo il settore beni architettonici e paesaggistici. 7 Con l’art. 3, co. 83, della legge 23/12/1996 n. 662, contenente “misure per la razionalizzazione della finanza pubblica” si è stabilito che una quota degli utili derivanti dal gioco del Lotto venisse destinata al recupero e alla conservazione di beni architettonici, archeologici, artistici, storici, archivistici e librari; successivamente con l’art. 5, co. 9 della L. 23 febbraio 2001 n. 29 parte dei fondi del lotto sono stati destinati anche ad interventi di restauro paesaggistico. 13 A livello nazionale il Centro di responsabilità costituito dalla Direzione generale per i beni archeologici nel 2001 risulta, invece, al primo posto col 31% degli stanziamenti definitivi di competenza, mentre per il 2002 è al secondo posto con il 13,5% degli stanziamenti8. Per le singole Soprintendenze archeologiche, nel biennio d’interesse della presente indagine, la situazione risulta essere la seguente: a) stati nel 2001: per la Soprintendenza operante nelle province di Napoli e Caserta sono assegnati 6,367 miliardi (€ 3.288.281.077) inclusi i fondi del lotto. – Nel 2002, di fronte ad una richiesta di 6,601 miliardi, (€ 3.409.131,991) ritenuta non compatibile dal Soprintendente regionale con le linee previsionali dell’Amministrazione centrale, è stata riformulata una proposta di 3,372 miliardi (€ 1.741.492.664); b) per la Soprintendenza competente per le province di Avellino, Benevento e Salerno, sono stati assegnati 6,550 miliardi (€3.382.792.689) inclusi i fondi del lotto. – Per il 2002, anche in questo caso, il Soprintendente regionale ha decurtato la proposta passata da 5,5 a 2,61 miliardi; c) per la Soprintendenza archeologica autonoma di Pompei sono stati assegnati 0,759 miliardi (€ 391,990.786,4) di fondi ordinari più i proventi derivanti dalla vendita dei biglietti, per il 2002 è stato proposto un finanziamento di pari importo. Dall’analisi della succitata relazione programmatica, si evince che il ruolo di coordinamento del Soprintendente regionale si è svolto sia attraverso la verifica della compatibilità delle proposte dei singoli Uffici con le linee previsionali nazionali, sia attraverso la valutazione delle risorse finanziarie che possono affluire da altri canali, come quello del già richiamato accordo di programma quadro stipulato con la Regione Campania. A motivare i tagli alle Soprintendenze archeologiche di Napoli-Caserta e Avellino, Benevento, Salerno c’è il fatto che il P.O.R. Campania prevede interventi su alcuni siti ricadenti nel territorio delle due soprintendenze, in particolare per quanto attiene all’accordo di programma quadro, nel quale si prevede per il 2002 un’assegnazione di 335 milioni di lire (pari a € 173.013,0612) per il complesso archeologico di Paestum e di 200 milioni (€ 103.291,3798) per quello di Velia. Sempre per il 2002, proseguendo nel raffronto con le altre regioni nel settore dei Beni Culturali della Nazione, la Campania sale al secondo posto come numero di visitatori e introiti netti dopo il Lazio, ma prima della Toscana: i musei 8 I dati sono ripresi dalle relazioni al Parlamento delle Sezioni Riunite della Corte dei conti per gli esercizi finanziari 2001-2002. 14 e i siti campani registrano infatti 5.814.801 visitatori (tra paganti e non) contro i 9.408.818 del Lazio e i 5.680.013 della Toscana, gli introiti, invece, sono stati di € 21.063.253 contro i 25.492.719 del Lazio e i 17.674.389 della Toscana9. II.3 – Quadro finanziario complessivo e dotazioni organiche. Prima di passare all’analisi delle singole gestioni ci sembra utile completare il quadro complessivo del settore archeologico campano soffermandosi ancora su taluni dati di sintesi relativi alle tre Soprintendenze e in particolare sul quadro finanziario complessivo degli interventi negli anni 2001-2002 nonchè sugli aspetti organizzativi riguardanti le dotazioni organiche del personale. Per Pompei, nel 200110 sulla base degli stanziamenti iscritti nel cap. 20118 (restauri previsione e manutenzione straordinarie strutture antiche) e dei provvedimenti di impegno del deliberati bilancio di dal Consiglio d’Amministrazione della Soprintendenza risultavano in itinere 26 progetti (di cui sei con fondi provenienti dall’esercizio finanziario 2000) per una cifra complessiva di 15.479.278.574 di vecchie lire. Gli interventi più numerosi sono concentrati nei siti di Ercolano (9) e Pompei (15), gli stanziamenti maggiori sono previsti per lo scavo di Villa Rustica loc. Cangiani (1.300.000.000 di lire pari a € 671.393,9688) e per il consolidamento e restauro della Casa dei quattro stili (1.000.000.000 pari a € 516.456,8991). Nel 2002, dal bilancio di previsione e dal piano annuale degli interventi e delle spese ordinarie e straordinarie emerge una previsione di spesa rispettivamente di € 8.586.911,43 per il cap. 20118 delle spese in conto capitale e una di € 37.047..894,93 dal predetto piano annuale dove gli importi maggiori si concentrano sui siti di Pompei ed Ercolano che raggiungono, rispettivamente, un importo di € 17.211.492, 93 e di € 5.062.830,51. Quanto alla Soprintendenza di Napoli-Caserta dal piano annuale di spesa per il 2001 si evince un’assegnazione di 3.136.000.000 di vecchie lire (€ 1.619.608,84) articolata su 16 progetti, 9 ricadenti nel territorio della provincia di Napoli e i restanti in quelli della provincia di Caserta. – Gli stanziamenti maggiori sono previsti per scavi di emergenza contro l’attività clandestina e per la tutela del territorio in occasione dell’attività edilizia nell’area della provincia di Napoli per un importo di 600.000.000 di vecchie lire (€ 309.874,14); altri 9 I dati per il 2002, come già quelli per il 2001, sono ripresi dalla Relazione al Parlamento della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato per il 2001 – Vol II, capitolo sul Ministero per i Beni e le attività culturali 10 I dati per la Soprintendenza Archeologica Autonoma di Pompei sono stati tratti dal bilancio di previsione 2001 e dalla relazione sulla verifica amministrativo-contabile dell’IGF del 16/06/2001; per le altre due Soprintendenze dalla già citata relazione programmatica per il triennio 2002-’04 del Soprintendente Regionale e dalle risposte alle note istruttorie inviate alle singole Soprintendenze. 15 interventi significativi sono previsti nel campo dell’applicazione della normativa di sicurezza. Sempre per la Soprintendenza di Napoli-Caserta nel 2002 la richiesta assegnazione di 3.372 miliardi viene articolata in 20 progetti (dagli originari 27) equamente ripartiti tra aree archeologiche e Uffici delle due province di competenza (10 progetti ricadenti nella provincia di Napoli e 10 in quella di Caserta); gli stanziamenti maggiori sono previsti per le aree archeologiche di Villa Jovis e Damecuta (500 milioni equivalenti ad € 258.228) per scavi di emergenza, di tutela, salvaguardia e restauro in siti ricadenti nella provincia di Napoli (500 milioni) e in quelli di Caserta (550 milioni equivalenti ad € 284.051,29). Molti progetti riguardano la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di sicurezza che, complessivamente, finiscono con l’assorbire buona parte dei fondi. Infine per la Soprintendenza di Avellino, Benevento e Salerno sempre nel 2001 sul capitolo di maggior dotazione, anche in questo caso il 7753, dal piano di spesa annuale si evince un’assegnazione di 1.810.000.000 di vecchie lire (pari ad euro 934.786,99) articolati in sette progetti per la maggior parte ricadenti nel territorio della provincia di Salerno e suddivisi tra lavori di scavo (5 progetti) e di sicurezza e manutenzione degli impianti; quest’ultima tipologia di lavori, anche in questo caso, assorbe la maggior parte dei fondi (1.350.000.000 su 1.810.000.000 di vecchie lire). Per la medesima Soprintendenza nel 2002 i 2.695 miliardi di richiesta assegnazione sono suddivisi in 11 progetti (dagli originari 19) riguardanti, per la maggior parte, impianti o aree archeologiche ricadenti nel territorio della provincia di Salerno (9 su 11); anche in questo caso, l’impiego maggiore di fondi è previsto per l’applicazione della normativa in materia di sicurezza (manutenzione impianti elettrici, antincendio, antifurto) mentre pochi sono i lavori di scavo concentrati soprattutto nel 2003-’04. In materia di dotazioni organiche, salvo gli ulteriori dettagli che saranno forniti nell’ambito degli specifici esami delle singole gestioni, va evidenziato che nel settore archeologico è concentrato il 49% circa di tutta la dotazione organica regionale che, secondo il DPCM 8/01/1197 è di 4.258 unità (come da tabella 1 sottoriportata). La Soprintendenza archeologica che, ai sensi del citato DPCM, ha la maggiore dotazione è quella di Napoli-Caserta con 950 unità, seguita da quella di Pompei con 771 unità e da quella di AV-BN-SA con 49 16 TABELLA 1 RAFFRONTO TRA LA DOTAZIONE ORGANICA REGIONALE DEGLI ALTRI SETTORI DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI E QUELLI DELLE TRE SOPRINTENDENZE ARCHEOLOGICHE CAMPANE (D.P.C.M. 8/01/'97) Dotazione organica complessiva livello regionale 4.258 unità Dotaz. altri Dotaz. tre settori Soprint. 2.310 2.218 Area C Area B Area A 64 586 76 POMPEI 17 SA-AV-BN Area C Area B Area A 78 335 44 TABELLA 3 RAFFRONTO TRA LA DOTAZIONE ORGANICA FORMALMENTE PREVISTA E LA DOTAZIONE DI FATTO (AL 31/12/2001) DELLE SOPRINTENDENZE ARCHEOLOGICHE Soprintendenza Dotaz. org. formalmente prevista Dotaz. di fatto Pompei NA-CE AV-BN-SA 771 950 497 726 825 457 Totale 2.218 2.008 Differenza Differenza % 45 125 40 - 6 13 8 - - 210 al 31/12/2001 invece delle 2.218 unità previste ne sono in servizio -9 2.008 (tabella 3). Il raffronto tra dotazione formalmente prevista e dotazione di fatto appare, comunque insoddisfacente in quanto effettuato sulla base di un provvedimento di oltre sei anni orsono, quando cioè la struttura organizzativa e le funzioni del Ministero erano alquanto diverse da quelle attuali. Soltanto di recente, in applicazione di quanto previsto dall’art. 34 commi 1, 2, 3 della legge 27 dicembre 2002 n. 289 (legge finanziaria 2003), si sta procedendo ad una rideterminazione delle dotazioni organiche in modo da poter dare un assetto organizzativo più stabile e meglio delineato ai nuovi Uffici nati dopo i provvedimenti attuativi della già citata legge n. 59/’97. Al 31/12/2002, la dotazione di fatto delle tre Soprintendenze era la seguente: la Soprintendenza di Avellino, Benevento, Salerno ha registrato un leggero incremento (da 457 a 465 unità), quella di Napoli-Caserta sostanzialmente stazionaria, quella di Pompei un lieve calo essendo passata da una dotazione complessiva di 717 unità a 701. Da notare che a fine 2002, in seguito all’ accordo Amministrazione-OO.SS. del 24/10/2002, sono stati avviati i percorsi di riqualificazione del personale con posti riservati agli Uffici delle varie Regioni; di particolare rilievo i bandi per le 18 qualifiche tecniche (archeologo direttore; archeologo direttore coordinatore; paleontologo direttore, restauratore conservatore direttore, ecc.) che, dall’esame svolto, rispetto alle singole gestioni hanno evidenziato una certa carenza. In particolare, per la Campania, sono stati messi a concorso, tra gli altri, 13 posti di restauratore conservatore direttore (pos. ec. C2), 2 posti di restauratore conservatore direttore coordinatore (pos. ec. C3), 1 posto di archeologo direttore (pos. ec. C2), 11 posti di archeologo direttore coordinatore (pos. ec. C3), 1 posto di paleontologo direttore coordinatore (pos. ec. C3) III – La gestione finanziaria della Soprintendenza Archeologica di Pompei: dati finanziari di sintesi per gli esercizi 2001 e 2002. Premessa. La Soprintendenza Archeologica di Pompei è nata per distacco da quella di Napoli-Caserta sotto la spinta dei provvedimenti amministrativi e legislativi legati al sisma del novembre ’80 che colpì le Regioni della Campania e della Basilicata. E’ costituita da un territorio che raggruppa 24 Comuni ad alta densità di popolazione11 tutti ricadenti nel territorio della Provincia di Napoli e appartenenti a quella che viene definita l’ “area vesuviana”. – Si tratta di una zona a forte vocazione turistica non soltanto per i siti archeologici inseriti tra i beni del patrimonio mondiale dell’UNESCO, ma anche per il turismo religioso indotto dalla presenza di Santuari ad alto richiamo turistico-spirituale come quello dedicato alla Madonna di Pompei, nonché per l’esistenza di beni territoriali naturali come quelli del Parco Nazionale del Vesuvio o di beni architettonici come le Ville Vesuviane. E’ da rilevare altresì che negli anni ’80, la zona in questione, come tutta la fascia costiera campana, è stata oggetto di un processo di deindustrializzazione che ha contribuito a rafforzare l’interesse degli operatori economici nazionali e internazionali per gli aspetti turistico-culturali. 11 Dai dati del censimento 2001 la popolazione dei 24 Comuni è di 643.579 abitanti, maggiore, quindi, di quella dei 119 Comuni dell’intera provincia di Avellino (ab. 429.178) o di quella dei 78 Comuni dell’intera provincia di Benevento (ab. 287.042). 19 La maggior parte dei Comuni ricadenti nell’ambito di competenza della Soprintendenza (14 su 24) fa parte della cosiddetta “zona rossa”, notoriamente a rischio vulcanico per la sua vicinanza al Vesuvio e per l’alta densità demografica, che renderebbe problematica un’eventuale evacuazione della popolazione. III.1 - L’ assetto normativo ed organizzativo. L’ importanza della zona archeologica di Pompei ha fatto sì che fosse oggetto sin dagli anni ’70 di finanziamenti straordinari; anche eventi calamitosi, come il succitato sisma del novembre ’80, hanno contribuito sia all’afflusso di fondi straordinari12 che ad innovazioni sul piano organizzativo e procedurale che soltanto molti anni più tardi hanno avuto una ricaduta generalizzata anche sul piano nazionale nell’ambito delle strutture del Ministero per i Beni e le Attività Culturali13. Un’ ulteriore testimonianza del rilievo del complesso archeologico in parola è rappresentata dalla circostanza che quella di Pompei è una delle poche Soprintendenze archeologiche con una dimensione sub-provinciale. L’ attuale assetto della Soprintendenza è stato delineato dall’art. 9 della L. 8/10/1997 n. 352 recante “disposizioni sui beni culturali”, a seguito della quale la stessa è stata dotata di autonomia scientifica, organizzativa e finanziaria, con esclusione delle spese del personale. Con la stessa norma sono stati istituiti un Consiglio d’ Amministrazione (presieduto dal Soprintendente) un Collegio dei revisori, 12 Per i finanziamenti straordinari, si fa riferimento alla legge 12/04/1976 n. 216 concernente “provvedimenti per il complesso archeologico di Pompei” che assegnava all’allora Soprintendenza alle Antichità di Napoli-Caserta uno stanziamento di 3 miliardi di vecchie lire per il quinquennio 1976-’80; successivamente, con legge 29/07/1981 n. 404 s’è avuto un rifinanziamento di altri dieci miliardi di vecchie lire. – Con l’art. 53, co. 1, della legge 14 maggio 1981 n. 219 di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 19 marzo 1981 n. 75 si fa riferimento ad un piano straordinario “nel quale sono individuati gli interventi da attuare prioritariamente per assicurare la riapertura e il funzionamento di fondamentali istituti bibliotecari, mussali, archivistici, monumentali, archeologici” delle Regioni Campania e Basilicata colpite dal sisma del novembre ’80. – Per il 2001 è previsto un intervento finanziato con fondi provenienti dalla legge n. 219 per l’ antiquarium di Pompei per un importo di 3.289.536.819 di vecchie lire. 13 Sul piano delle innovazioni organizzative e procedurali, si fa riferimento all’autonomia gestionale ripresa molti anni più tardi per i “poli museali” , al nuovo regolamento contabile di cui al d.P.R. 29/05/’03 n. 240 e all’istituzione del “Soprintendente di collegamento” avvenuto con D.M. del 27/01/’86 che ha coordinato, all’interno degli interventi previsti dal sisma del novembre ’80, le attività delle Soprintendenze della Campania (compresa, ovviamente, quella di Pompei) e della Basilicata, anticipando, per vari aspetti, quelle che, successivamente, sarebbero state le funzioni delle Soprintendenze regionali. 20 composto da due funzionari del Ministero per i Beni Culturali e da un funzionario del Ministero del Tesoro con funzioni di presidente e il Comitato, previsto dal comma 5 del citato art. 9 della L. 352/’97, composto dal Soprintendente, dal responsabile amministrativo, da un rappresentante della Provincia, da uno della Regione Campania e dai Sindaci competenza della S.A.P.. Nel dei Comuni ricadenti nel territorio di Consiglio di Amministrazione risulta presente anche il direttore amministrativo, le cui funzioni sono delineate dai commi 6 e 7 del citato art. 9 L. 352/’97 e da alcune disposizioni contenute nel D.M. 27/02/1998 n. 66 recante norme per il funzionamento amministrativo e contabile e per la disciplina del servizio di cassa della Soprintendenza archeologica di Pompei. In particolare, per quanto qui di interesse, è da ricordare che all’art. 1, co. 12, del cit. DM è previsto che il direttore amministrativo adotta i provvedimenti di attuazione del programma annuale di spesa e del bilancio di previsione, compresi gli atti di impegno, cura l’amministrazione del personale ed assume la veste di funzionario delegato. Dalla legge istitutiva ad oggi sono stati nominati due direttori amministrativi: - il primo con D.M. 14/01/1998 ha svolto le proprie funzioni dall’ 1/03/1998 al 31/12/2001; - il secondo, con D.M. 21/01/2002 è attualmente in carica. Il trattamento economico a lui attribuito risultava pari, inizialmente, a 110 milioni annui lordi di vecchie lire; successivamente, ad euro 66.917,32 (di cui 46.259,04 euro per la voce di stipendio e 20.658,28 per la retribuzione di posizione) retribuzione, in linea, peraltro, con i nuovi livelli retributivi della dirigenza statale. In entrambi i casi, sono stati stipulati contratti di diritto privato e nel primo si prevede, tra l’altro, una relazione semestrale al Ministro sull’attività svolta. Quanto all’organo di revisione il relativo provvedimento costitutivo è il DM n. 125 del 15 gennaio 1998 e i compensi stabiliti previsti erano di 7.200.000 annui lordi di vecchie lire per il Presidente (euro 3.718,49) e di lire 6.000.000 annui 21 lordi (euro 3.098,74) per i due componenti; è previsto inoltre stato un gettone di presenza per ogni giornata di seduta di £. 80.000 lorde (euro 41,32). Il Comitato, di cui al cit. co. 5 dell’art. 9 L. 352/’97, ha “il compito di esprimere pareri e di formulare proposte sui progetti e sulle iniziative volte a valorizzare le aree archeologiche”, nonchè “funzioni propositive, di coordinamento e di scambio di informazioni e di conoscenze”. Dal materiale documentale trasmesso dalla Soprintendenza, si evince che l’insediamento di tale struttura è avvenuto quando è stato con la seduta del 12/02/1999, anche approvato uno specifico regolamento di funzionamento che ricalca, in buona sostanza, la composizione e i compiti già normativamente previsti e affida la Presidenza del Comitato al Soprintendente, stabilendo anche una periodicità delle riunioni da svolgere, di norma, almeno due volte all’anno. L’ attività di fatto svolta ha, tuttavia, registrato una riunione all’anno fino al 2001 e nessuna riunione per il 2002. Il Comitato in questione dovrebbe rappresentare uno di quegli organismi di raccordo tra Stato, Regioni ed EE.LL. cui si è fatto riferimento in precedenza. Peraltro, rispetto alla normativa intervenuta successivamente, rischia di risentire negativamente della sovrapposizione funzionale che potrebbe verificarsi nel momento in cui verrà attivata, la Commissione di cui al citato art. 154 del d.lgs 112/’98; esso sembra comunque già risentire della oggettiva sovrapposizione costituita dal tavolo di concertazione previsto dal Progetto Integrato Territoriale di Pompei, su cui si tornerà in seguito. L’ assetto organizzativo è completato da un’articolazione in cinque siti (Pompei, Ercolano, Stabia, Oplontis e Museo di Boscoreale) e unità organizzative o “zone periferiche” (Striano, Terzigno, Poggiomarino, Ottaviano). Delle 717 unità di personale in servizio al 31/12/2001, il sito di maggior consistenza quanto a dotazione è quello di Pompei con 265 unità; quello con dotazione minore è il sito di Boscoreale con 45 unità. 22 Al 31/12/2002, s’è avuto un lieve calo della dotazione di fatto, diminuita di 16 unità, essendo passata da 717 unità a 701 (un dirigente, 61 di area C, 560 di area B e 79 di area A). __________________ III.2 - Analisi dell’attività gestionale. III2a) La copertura finanziaria. Rapporto tra bilancio e struttura organizzativa. Per un’analisi della gestione nei suoi aspetti organizzativi e finanziari appare utile ritornare sinteticamente sul D.M. 66/’98 nel quale sono regolamentati termini e procedure dell’attività finanziaria della Soprintendenza, con la relativa suddivisione interna delle competenze. Dallo stesso D.M. si evince che i due documenti-cardine della programmazione finanziaria sono il “programma annuale degli interventi e delle spese ordinarie e straordinarie” da approvarsi da parte del Consiglio d’Amministrazione entro il mese di settembre dell’anno che precede quello di riferimento e il bilancio di previsione da approvarsi sempre da parte del CdA entro il successivo mese di ottobre. L’ art. 3, co. 3, del citato decreto prevede che per le entrate e le spese il Consiglio di Amministrazione determini la denominazione e la numerazione dei capitoli in relazione alle esigenze funzionali ed organizzative della Soprintendenza. Tale disposizione, di particolare rilievo al fine di individuare un chiaro rapporto tra la struttura del bilancio e quella organizzativa, dall’insieme dei documenti di bilancio esaminati relativamente al biennio 2001-’02 non sembra essere stata del tutto rispettata, non risultando evidenti i nessi tra programmazione annuale degli interventi e delle spese e bilancio di previsione; così come nemmeno dai consuntivi sembra emergere una cornice unitaria dei provvedimenti d’attuazione del programma annuale. 23 Peraltro, proprio su detto punto si registra una delle poche diversità tra il regolamento sul funzionamento amministrativo contabile della SAP e il recente d.P.R. n. 240/2003 (pubblicato sulla G.U. n. 200 del 29/8/2003) riguardante la disciplina ammnistrativo contabile delle Soprintendenze dotate di autonomia gestionale. In quest’ ultimo provvedimento è stata, infatti, introdotta una distinzione (vedasi l’art. 1, co. 3) tra il “preventivo finanziario decisionale” e il “preventivo finanziario gestionale” proprio al fine di instaurare un rapporto più stretto tra programmazione degli interventi, copertura finanziaria degli stessi e struttura organizzativa d’attuazione14. Altro elemento da non sottovalutare e strettamente collegato alla mancanza di una chiara individuazione dei suddetti nessi è che nel caso della S.A.P. non risulta essere stato ancora attivato un servizio di controllo di gestione, sebbene si sia proceduto nel passato anche all’indizione di una specifica gara15. Il citato D.M. del ’98 fa riferimento alla struttura di bilancio degli enti pubblici istituzionali di cui alla legge 20 marzo 1975 n. 70 contenuta nel d.P.R. 18 dicembre 1979 n. 696 e non può tenere conto delle norme di semplificazione dei procedimenti di approvazione e di rilascio di pareri da parte dei Ministeri vigilanti in ordine alle delibere adottate dagli organi collegiali degli enti pubblici non economici in quanto si tratta di disposizioni successive contenute nel d.P.R. 9/11/’98 n. 439. Nel tentativo di ricostruire un rapporto tra l’attività programmata e quella realizzata si procederà ora ad un raffronto tra alcuni dati complessivi di bilancio, i programmi annuali delle spese e l’attività contrattuale espletata nei due esercizi interessati da questa indagine. Quanto osservato in precedenza sugli attuali tempi delle procedure di programmazione contribuisce, all’ effetto di sostanziale svuotamento del principio dell’annualità del bilancio; infatti, i pagamenti in conto residui sia per il 2001 che per il 2002 superano di gran lunga quelli in conto competenza: 14 Passando dal piano finanziario a quello economico il rapporto tra bilancio e organizzazione è completato nel nuovo regolamento amministrativo contabile con un riferimento ad un’eventuale organizzazione dei servizi della Soprintendenza per centri di costo (vedasi art. 2 d.P.R. n. 240/2003; nel caso della SAP dai documenti di bilancio non emerge neppure una chiara articolazione per centri di responsabilità amministrativa o per centri di spesa di primo e secondo livello cercando, quindi, almeno un parziale “uso analitico” della contabilità finanziaria. 15 In merito all’eventuale attivazione del servizio di controllo di gestione questa Sezione Regionale ha formulato specifiche richieste istruttorie e da esse risulta sia che il contratto stipulato con la società vincitrice della specifica gara è stato interrotto, sia che non vi sono stati rapporti con l’unità di controllo di gestione attivata presso la Direzione generale per i beni archeologici; da notare che dall’elenco dei contratti stipulati nel corso del 2002 ne risultano, all’interno dei vari contratti di consulenza affidati, due riguardanti rispettivamente “l’ottimizzazione dell’utilizzo dei programmi informatici connessi alle attività del Servizio Ragioneria e Bilancio” (importo di € 18.600,00 IVA esclusa) e “l’individuazione dei flussi procedurali finalizzati all’ottimizzazione e all’accelerazione dei tempi delle attività istruttorie ed attuative delle deliberazioni assunte dal Consiglio d’Amministrazione con riguardo all’obiettivo di informatizzazione e posa in rete del collegamento tra i settori interessati” (l’importo del contratto anche in questo caso è di € 18.600,00 IVA esclusa). 24 TAB. N. 4 RAPPORTO TRA ENTRATE EFFETTIVE, SPESE PROGRAMMATE, IMPORTI CONTRATTI STIPULATI E PAGAMENTI COMPLESSIVI IN CONTO CAPITALE EFFETTUATI NEGLI ESERCIZI FINANZIARI 2001-2002. Es. Entrate Massa impegn. c. Massa imp. Progr. ann. Importo Pag. compl. Pag. compl. fin. effettive corrente c.capitale spese contratti c.corr. c. cap. 24.762.161,0 2001 9 14.146.093,8 2.591.440,4 19.916.122,71 41.797.615,30 18.892.603,96 40.848.438,89 25.670.076,1 2002 4 3 2 11.829.901,58 3.158.276,58 10.994.442,64 5.064.181,11 37.047.894,9 6.427.599,6 3 7 - nel primo esercizio a € 2.735,576,69 di pagamenti in conto residui corrispondono appena 422.699,89 euro di pagamenti in conto competenza; - nel secondo a € 3.667.579,12 di pagamenti in conto residui corrisponde l’ effettuazione pagamenti in conto competenza per € 1.396.601,99. Dalla tabella n. 4 si può evincere che le risorse finanziarie gestite dalla S.A.P. sono di notevole entità sia sul versante delle entrate che su quello delle spese. Nella composizione interna delle entrate quelle proprie sono nettamente maggiori di quelle da trasferimenti: nel 2001, le entrate riscosse provenienti da trasferimenti correnti sono state di €3.378.596,42, mentre le entrate provenienti dalla vendita di biglietti sono state di €16.333.155,21, cui si aggiungono le entrate riscosse provenienti da trasferimenti in conto capitale pari a €2.335.495,57; per i residui attivi (a inizio esercizio) quelli provenienti da trasferimenti correnti sono stati di € 1.126.726,98, mentre quelli derivanti da entrate proprie sono stati di € 268.195,47 e quelli da trasferimenti in conto capitale di € 1,865.963,41. Il totale complessivo delle entrate riscosse come emerge dalla tabella 4 risulta pari a € 24.762.161,09. La conferma della rilevanza degli introiti di Pompei si evince anche dal rapporto tra gli incassi complessivi nell’ intero settore regionale dei Beni Culturali e quelli della Soprintendenza in esame (vedasi la sottostante tab. n. 5): TABELLA N. 5 RAFFRONTO FLUSSO VISITATORI E INCASSI TRA L'INTERA REGIONE E LA SOPR. ARCH. DI POMPEI BIENNIO 2001/2002 25 Campania S.A.P. Incassi 2001 21.691.189,76 S.A.P. Visitatori 2001 15.384.935,98 5.893.972 Incassi 2002 21.063.253 Campania 17.493.794,05 2.569.801 Visitatori 2002 5.814.801 2.553.323 nel 2001, su 21.691.189 di euro di incassi a livello regionale oltre il 70% provengono dai siti di Pompei (in totale € 15.384.935); nel 2002, la lieve flessione degli incassi a livello regionale, conseguente ai noti attentati dell’11 settembre 2001, non ha toccato Pompei, che ha, comunque, incassato 17.493.794 euro sui 21.063.253 del livello regionale. (più dell’ 16 83%) . Tornando al versante della spesa emergono due aspetti: - il primo, riguarda le spese in conto corrente su cui pesa la presenza delle spese per il personale che, come già accennato, non è gestito direttamente dalla S.A.P. e ciò non consente una piena valutazione di questo tipo di spesa, oltre ad influire, come vedremo nelle conclusioni del presente capitolo, sul concetto stesso di “autonomia” della Soprintendenza; - il secondo, è una conferma del fenomeno dei residui passivi (soprattutto per il conto capitale) e del conseguente basso livello dei pagamenti complessivi (sia in conto competenza che residui) effettuati. Nel 2001, ad una “massa impegnabile”17 per le spese in conto corrente di € 19.916.122,71 corrispondono dei pagamenti complessivi di € 11.829.901,58; nel 2002, ad una “massa impegnabile” di spese correnti pari ad € 18.892.603,96 corrispondono pagamenti complessivi per € 10.994.442,64. Diversa risulta la situazione delle spese in conto capitale dove maggiore è la “massa impegnabile” e minore la capacità di spesa: difatti, nel 2001 ad una 16 Una conferma dell’importanza dei siti pompeiani si ha anche dalle statistiche nazionali pubblicate sul sito del Ministero www.beniculturali.it, dove sono stati pubblicati gli incassi dei primi 30 musei, monumenti ed areee archeologiche: Pompei, per il 2002, risulta al secondo posto per gli incassi, subito dopo il circuito archeologico Colosseo e Palatino e distanzia di vari milioni di euro la Galleria degli Uffizi che, con 7.738.230,50, è al terzo posto. 17 Per “massa impegnabile” abbiamo inteso le previsioni definitive di competenza sommate ai residui d’inizio esercizio. 26 “massa impegnabile” di € 41.797.615,30 corrispondono pagamenti complessivi per € 3.158.276,58; per il 2002, a €40.848.438,89 corrispondono pagamenti per €5.064.181,11. ________________ III.2b) – Programmi annuali di spesa ed attività contrattuale. Un altro indicatore, per la spesa in conto capitale, è il raffronto tra i programmi annuali delle spese 2001-’02 e gli importi dei contratti stipulati. - Anche in questo caso, è possibile notare che il divario è notevole: - nel 2001, ad un importo previsto di € 14.146.093,83 corrisponde un importo complessivo dei contratti stipulati pari a € 2.591.440,42; - nel 2002, ad un programma annuale di € 37.047.894,93 corrisponde un importo complessivo di contratti stipulati pari a € 6.427.599,67 (vedasi tabella n. 4 e la sottostante tab. 6). 27 TABELLA N. 6 RIEPILOGO PROGRAMMAZIONE LAVORI 2001/2002 Importo per esercizio finanziario Sito/interv. 2001 2002 Ercolano € 2.253.563,25 € 5.062.830,51 Pompei € 6.343.527,66 € 17.211.492,93 Stabia € 862.767,07 € 585.248,96 Boscoreale € 671.393,97 € 258.228,45 S. Antonio Abate € 127.048,40 € 15.493,73 Oplonti € 74.369,79 € 542.279,75 € 3.813.423,69 Terzino € 361.519,83 Poggiomarino € 51.645,69 Torre del Greco € 51.645,69 Accordo di progr. € 12.735.827,13 Cat. Arch. lab. fot. € 129.114,22 Biblioteca € 25.822,84 CED-SIAV € 16.745,20 Interv. previsti da specifici provv. leg. Totale € 14.146.093,83 Per quanto attiene, invece, al notevole divario € 37.047.894,93 tra gli importi del programma annuale 2001 e quelli del successivo esercizio finanziario, lo stesso pare doversi attribuire sia al maggior numero di interventi previsti per il 2002 (115 del 2002 contro 35 del 2001- vedasi tabb. 7 e 8) che alle spese previste dal già citato “accordo di programma” tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Campania che da solo prevede una spesa di € 12.735.827,13. TABELLA N. 7 ELENCO DESCRITTIVO DEI LAVORI 2001 SUDDIVISO PER SITI 28 Ercolano N. OGGETTO DEI LAVORI 1 Consolidamento della Casa dell' Atrio a mosaico 2 Restauro e consolidamento delle strutture architettoniche € 464.811,21 € 457.270,94 € 413.165,52 alla Casa del bicentenario 3 Restauro agli affreschi decorativi della casa del bicentenario 4 Lavori di restauro materiali archeologici mobili per l'allestimento dell'antiquarium 5 parcheggio autoveicoli 6 Sopraelevazione ex-officine 7 Musealizzazione degli scheletri nelle arcate 7, 8, 9, 10, 11, 12 9 455.518,55 € 43.382,38 € sulla Antica Marina di Ercolano 8 € Adeguamento di un'area adiacente agli scavi di Ercolano a 158.087,46 € 103.291,38 Consolidamento e restauro agli ambienti dell'ins. VII, 11 e completamento lavori di restauro dell'attigua Casa di Galba ins. VII, 2 € 106.390,12 Messa in sicurezza teatro Ercolano € 51.645,69 € 2.253.563,25 Pompei N. OGGETTO DEI LAVORI 1 Sistemazione rampa di accesso a Porta Marina (fondi es. 2000) € 31.958,56 2 Restauro e salvaguardia iscrizione Osca € 25.822,84 3 Consolid. strutt. rev. coperture e restauro intonaci Villa di Diome- 4 Restauri alla Casa del Labirinto I Lotto ( " " " ) 5 Restauro della Casa degli Amorini dorati ( " " " ) € 516.456,90 6 Ristrutturazione antiquarium " ") € 1.664.716,83 7 Sistemazione impianto di sicurezza 8 Sistema impianto antintrusione e recinzioni (dl 117/97) 9 Risistemazione della copertura della casa di Sallustio (fondi " " ) de (fondi es. 2000) 10 ( " (dl 117/'97) 12 13 € 103.291,38 € 303.449,75 € 61.974,83 Recinz., saggi di scavo e consolid. Strutture nell'ex-Fondo Barbatelli. 11 123.949,66 € 516.456,90 Completamento e sistemazione esterna auditorium Pompei Scavi Consolidamento e restauro alla Casa dei Quattro Stili Rifacimento copertura, consolid. strutture alla Casa di Sirio-I Lotto € 113.620,52 € 129.114,22 € 516.456,90 € 206.582,76 14 Consolidamento e restauro dell'edificio di Eumachia € 284.051,29 15 Terme del foro, terme stabiane e terme suburbane (l.400/2000) € 1.745.624,32 € 6.343.527,66 € 125.395,74 € 299.157,66 € 196.253,62 Stabia N. 1 OGGETTO DEI LAVORI Sistemazione, recinzione nelle aree di competenza dell' Ufficio Scavi di Stabia 2 Lavori di sistemazione a parziale completamento di interventi pregressi a Villa Arianna e Villa S. Marco-1 Stralcio 3 Indagini archeologiche e studio del sistema insediativo antico del Pianoro di Varano e Castellammare di Stabia 4 Interventi di integrazione alle opere per la messa in sicurezza, 29 preordinata al restauro, delle strutture antiche prospicienti la 5 Proprietà Gioselli Risanamento € 107.681,26 Sistemazione impianto antintrusione Varano (dl 117/'97) € 134.278,79 € 862.767,07 € 671.393,97 € 127.048,40 € 74.369,79 Boscoreale N. 1 OGGETTO DEI LAVORI Scavo Villa Rustica Località Cangiani S. Antonio Abate N. OGGETTO DEI LAVORI 1 Sistemazione del fronte di scavo nella Villa Rustica in località Casa Salese Oplonti N. OGGETTO DEI LAVORI 1 Rilievo architettonico piano altimetrico computerizzato della Villa Poppea Interventi derivanti da specifici provvedimenti legislativi N. OGGETO DEI LAVORI 1 Impianti di sicurezza (CIPE) € 3.081.494,56 2 Impianti prevenzione e sicurezza (L. 237/'99) 3 Ristrutturazione edifici demaniali (dl 117/'97) € 525.346,37 € 206.582,76 € 3.813.423,69 TABELLA N. 8 ELENCO DESCRITTIVO DEI LAVORI 2002 SUDDIVISO PER SITI* I) POMPEI N. Tipologia e oggetto lavori Importo 1 Scavi, saggi e prospezioni-Casa dei Casti Amanti- € 154.937,07 2 Restauro patrimonio arch.- Affreschi Regio VI, Insula 16, Casa 26 amb. G,N € 33.569,70 3 " " Copertura e consolid. Regio VI, Insula 16 casa n. 26 amb. G, N Torre di Mercurio € 67.139,40 € 103.291,38 4 " " 5 " " Mosaici, stucchi e strutture-Casa del Marinaio (I Lotto) € 67.139,40 6 " " Terme del Sarno € 1.549.370,70 7 " " Regio VIII (II Lotto) € 258.228,45 8 " " Fronti di Via Stabiana (II Lotto) € 154.937,07 9 " " Villa Imperiale € 258.228,45 10 " " Villa di Diomede (III Lotto) € 1.549.937,07 11 " "Necropoli di Porta Nocera € 309.874,14 12 " "Apparati decorativi Casa di Sirico € 206.582,72 13 " "Casa di Loraio Tiburtino € 413.165,52 14 " "Casa degli Amanti € 309.874,14 15 " "Casa di Trittolemo € 258.228,45 16 " "Casa di Fabio Rufo € 258.228,45 " "Casa di Pacuio Proculo 17 18 Restauri patr.arch.- Insula Occidentalis (I Lotto) 30 € 258.228,45 € 258.228,45 19 " " Villa delle Colonne a mosaico (II Lotto) € 258.228,45 20 " "Pareti affrescate della Casa del Principe di Napoli € 129.114,22 21 " "Casa dell'Ancora € 258.228,45 22 " "Porta marina e zone attigue € 23 24 25 26 27 " " "Regio I, ins. VI (amb. 18 e 19), ins. VII (13,14), ins. VIII (14,15,16) "Insula Casti Amanti (concorso progettazione) Manutenz. ord.patr. arch.- Regio I, Insulae restaurate con fondi F.I.O. '83-89 " 77.468,53 € 516.456,90 " Coperture edifici antichi Restauro e ristrutturaz. patr. edil.dem. - Nuove sedi dir. scientif. e dir. amm. € 4.389.883,64 € 51.645,69 € 103.291,80 € 1.549.370,70 28 " " Nuova sede direzione scavi € 1.032.913,80 29 " "Sistemazione e illuminazione accesso Porta Stabia € 516.456,90 30 " "Nuova sede Magazzini e Officine € 619.748,28 31 " "Funzionalizzazione area non scavata Sud € 51.645,69 32 " "Completamento percorso extra-moenia € 51.645,69 33 " "Completamento allestimento e manutenz. Antiquarium 34 Manutenz. ord.patr.edil. demaniale-Coperture edifici ricevit., uff., auditorium 35 Interventi di cui all'accordo di programma Minist.Beni e Attività Cult.- Regione Campania-Riapertura e valorizzazione Via Nola 36 " Valorizzazione asse Via Stabiana-Via Vesuvio 37 " Valorizzazione asse Via dell'Abbondanza 38 " Depositi archeologici e sistemazione reperti " Terme 39 40 Impiantist., realizzaz. ed adeguamenti-Transenne in ferro protettive Anfiteatro 41 " 42 " 43 " 44 " 45 € 103.291,38 "Impianti idrici € 154.937,07 € 154.937,07 "Impianti di sicurezza € 103.291,38 "Spostamento su linea confine anello perimetr. di sicurezza € 464.811,21 € 154.937,07 "Impianti elettrici " "Delocalizzaz. cabina di regia ed ammodernamento apparati Totale € 17.211.492,93 * Gli importi dei singoli siti sono sottostimati in quanto nel programma delle spese ordinarie e straordinarie 2002, inviato dalla S.A.P. a questa Sezione Regionale, c'è soltanto la quantificazione complessiva dell'onere finanziario derivante dal'at tuazione dell'Accordo di programma tra Regione e Ministero e non quella relativa ai singoli interventi previsti. II) ERCOLANO Tipologia e oggetto lavori 1 Scavi,saggi e prospezioni-Indagine geognostica antichità ercolanesi ancora 2 Restauri del patr.arch.-Materiali archeologici per l'Antiquarium " " " sepolte Importo € 51.645,69 € 455.518,55 3 " " " Casa dell'Atrio a mosaico € 154.937,07 4 " " " Strutture architettoniche della Casa del Bicentenario € 154.937,07 5 " " " Casa di Galba e attigua bottega € 296.962,72 6 " " " Scheletri arcate 10-12 € 154.937,07 " " Casa del Sacello di legno € 154.937,07 " Casa del Mobilio carbonizzato € 154.937,07 € 154.937,07 7 " 8 " " 9 " 10 " " " " Bottega IV, 15-16 e tratto portico decumano massimo " Casa a graticcio € 77.468,53 11 " " " Casa d' Argo € 77.468,53 12 " " " Palestra € 154.937,07 13 " " " Terme suburbane e Marco Nonio Balbo € 20.658,28 14 " " " Casa dell'Apollo Citaredo € 154.937,07 31 15 " " " Casa dello Scheletro 16 " " " Casa del Gran Portale 17 " 18 " " " Casa del rilievo di Telefo e Casa della Gemma 19 " " " Casa dei Cervi " " " 20 € 77.468,53 € 154.937,07 € 154.937,07 € 154.937,07 " Casa del Telaio € 154.937,07 " Casa del colonnato tuscanico € 77.468,53 " Casa dei due Atri € 77.468,53 " Cardo III Superiore € 77.468,53 " " Casa Sannitica 21 " 22 " 23 " 24 " " € 77.468,53 25 " " " Casa dell'Ara Laterizia € 154.937,07 26 " " " Casa della Stoffa € 154.937,07 27 " " " Casa del Papiro € 154.937,07 28 " " " Taberna di Priapo € 154.937,07 29 " " " Casa della Fullonica € 154.937,07 30 " " " Casa con Giardino € 154.937,07 31 " " " Casa della Colonna Laterizia € 154.937,07 32 " " " Insula V, angolo N-E € 154.937,07 " " " Insula orientalis II angolo S-E 33 " " " Casa di Aristide € 154.937,07 34 Restauri e ristrutturaz.patr. ed. dem.-Sopraelevaz. ex-officine € 158.035,81 35 Impiantistica, realizzaz., adeg.-Impianti idrici € 12.911,42 36 " 37 " " " " " Impianti elettrici € 12.911,42 Impianti di sicurezza € 129.114,22 € 129.114,22 Interventi di cui all'Accordo di Progr. Min. Beni e Att. Cult.- Reg. Campania 38 " " Restauro specialistico reperti 39 " " Completamento antiquarium 40 " " Sistemazione scarpata Nord 41 " " Ponte di attraversamento sulla città antica 42 " " 43 44 45 Sopraelevazione ex-officine (completamento) " " Parco attrezzato " " Restauro e musealizzazione della barca romana PON-Sicurezza e svil. Mezzog.-Misura 1.3-Sistema inf.di difesa e monit. area arch. di Ercolano Totale € 5.062.830,51 III) CASTELLAMMARE DI STABIA 1 Scavi, saggi e prospezioni-Sotterranei cattedrale € 27.475,51 Villa Romana in località Petrullene di Gragnano € 77.468,53 Restauri del patr. archeol.- Ara marmorea romana di S. Maria a Pozzano € 15.493,71 2 3 " " 4 " " " Coperture Villa Arianna € 51.645,69 5 " " " Ninfeo e coperture peristilio Villa S. Marco € 361.519,83 " " " Adeguamento antiquarium € 51.645,69 € 585.248,96 € 15.493,71 € 15.493,71 6 7 Impiantistica-realizzazioni ed adeguamenti-Sistema antifurto Antiquarium 8 Interv. Acc. Progr. Minist. Beni e Att.Cult.-Reg.Camp.- Rest. ancient Stabiae 9 " " " Territorio SAP Centro di eccellenza per le tecnologie di cons. Totale IV) S. ANTONIO ABATE 1 Scavi, saggi e prospezioni-Sito di via Croce Gragnano in S. Antonio Abate 2 Manutenz. ord. del patr.arch.-Villa Romana località Casa Salese Totale 32 V) BOSCOREALE 1 2 Rest. patr. arch.-Intonaci e coperture Villa Rustica e Villa Regina " " € 206.582,76 € 51.645,69 € 258.228,45 € 361.519,83 Totale € 361.519,83 € 51.645,69 Totale € 51.645,69 € 51.645,69 Totale € 51.645,69 " Settore termale Villa di Numerius Popidius Florus 3 Manutenz. patr. ed. dem. 4 Interventi di cui all'accordo di progr.Min.Beni e Att. Cult.- Reg. Camp.- Agg. " " Antiquarium ed ampliamento Ced Totale VI) TERZIGNO 1 Scavi, saggi e prospez.- Villa 6 2 Restauri del patr.arch.- Affreschi ed edificio Villa 6 VII) POGGIOMARINO 1 Restauri del patr. arch.- Reperti protostorici VIII) TORRE DEL GRECO 1 Manutenz.straord.del patr. arch.- Villa Romana in contrada Sora IX) OPLONTIS 1 Restauro e ristrutt.patr.ed. dem.- Nuove strutture accesso, accoglienza, uff. magazzino ex Mulino Foglia Manzillo (I Lotto) 2 3 4 € 516.456,90 " " " Sostituz. cancello ingr. second.-reticolato recinzione € 10.329,14 " " " Coperture e porte magazzino archeologico € 15.493,71 € 542.279,75 Int. Acc. Progr. Min. Beni Att. Cult.- Reg. Camp.- Rest. Villa Poppea e B Totale X) LETTERE 1 Int.Acc. Progr.Min.Beni Att. Cult.- Reg. Camp.- Scavo e sistemaz. zona arch. Castello Dai dati riportati, anche per gli importi dell’attività contrattuale nei due esercizi in esame, il divario appare notevole; tuttavia, ciò che è più da evidenziare è il rilevante aumento delle trattative private e dei cottimi fiduciari nel 2002, sia in termini assoluti (da 14 a 191) che relativi (le procedure diverse dalle gare formali sono passate dal 93,10% del 2001 al 98,01% del 2002). A rimarcare ulteriormente il fenomeno è la circostanza soltanto 10, tra i contratti stipulati a seguito di cottimo che, nel 2002, fiduciario e trattativa privata, sono stati preceduti da gara informale sui 191 espletati; quanto poi agli importi gestiti con gare formali, è da notare che, mentre nel 2001 i maggiori importi complessivi sono stati raggiunti al di fuori del cottimo e della trattativa privata, nel 2002 il rapporto risulta invertito sicchè, attraverso le cinque gare formali indette, sono stati gestiti € 1.030.605 contro € 5.396.994 33 gestiti con altre procedure. - Sui dati relativi all’attività contrattuale si rinvia alla sottostante tabella n. 9. TABELLA N. 9 CONTRATTI S.A.P. 2001-2002 IMPORTO ESERCIZIO FINANZIARIO 2001 TOT. CONTRATTI € 2.591.440,42 29 IMPORTO ES. FIN. 2002 TOT. CONTR. € 6.427.599,67 251 PROCEDURE ADOPERATE Somma urgenza Tratt. priv. e cottimo fiduc. Gare formali 2001 2002 2001 2002 2001 2002 13 59 14 191 2 5 RAFFRONTO GARE FORMALI E ALTRE PROCEDURE 2001 2002 G.F. A.P. G.F. A.P. 2 27 5 246 Trattativa priv.2001 Con gara inf. Tratt. priv. e cott. fid.2002 Con aff. dir. 2 12 34 Con gara inf. Con aff. dir. 10 181 2001 Imp. contr. gara form. 2.027.750 2002 Imp. altre proc. Imp. contr. gara form. 563.690,86 Imp. altre proc. 1.030.605,69 5.396.994 Per entrambi gli esercizi è da rilevare se non una vera e propria tendenza al frazionamento degli appalti quanto meno l’orientamento ad assumere impegni contrattuali svincolati da una piena programmazione dei lavori per lotti funzionali: ad es., tra i lavori relativi al 2001 per le Terme Suburbane di Pompei sono stati stipulati, sempre con affidamento diretto, cinque contratti con ditte diverse riguardanti, per lo più, lavori di manutenzione; tra quelli del 2002, la stipula di 11 contratti con altrettante ditte per la schedatura del programma di catalogazione, tutti con la procedura del cottimo fiduciario senza il previo esperimento di gara informale. Sempre per il 2002, va evidenziato, l’affidamento di 44 contratti di consulenza, sui 251 complessivamente stipulati, per la maggior parte rientranti nella tipologia del cottimo fiduciario, senza gara informale. III.3 - La programmazione integrata, i servizi aggiuntivi, i diritti d’ immagine e le concessioni. III.3 a) - La programmazione integrata territoriale - 35 Per completare l’analisi dell’attività gestionale, essenziale appare un riferimento alla programmazione integrata territoriale cui si è già fatto cenno nella parte finale del primo paragrafo del capitolo precedente. Il tipo di programmazione in argomento si esprime attraverso i “progetti integrati” che, secondo la definizione del Q.C.S., sono un “complesso di azioni intersettoriali, strettamente coerenti e collegate tra loro, che convergono verso un comune obiettivo di sviluppo del territorio e giustificano un approccio attuativo unitario”. I progetti integrati del P.O.R. Campania appartenenti all’Asse II - Risorse Culturali discendono da tre diverse misure: la 2.1 “promozione e valorizzazione integrata del sistema dei Beni Culturali”; la 2.2 “sostegno allo sviluppo di impresa della filiera dei beni culturali”; la 2.3 “sviluppo delle competenze del potenziale umano e dell’imprenditorialità nel settore della cultura e del tempo libero”. Le Soprintendenze campane del Ministero per i Beni e le Attività Culturali risultano tra i beneficiari finali nella misura 2.1 e in quella 2.318. Rispetto agli “assi prioritari d’intervento” e alle “misure” i P.I.T. rappresentano una modalità operativa che si esplicita in un progetto definito con una sua dotazione finanziaria configurantesi sempre più come un vero e proprio modello di “governance territoriale”. Il modello gestionale articolato dalla Regione Campania fa perno sul Dipartimento per l’economia che dispone di una specifica “Unità per il coordinamento dei progetti integrati”. La procedura per l’elaborazione del P.I.T. è di tipo concertativo e si basa sull’attività di un tavolo interistituzionale in cui i vari partecipanti coordinano e sintetizzano le diverse proposte per ogni progetto19; quello per “Pompei-Ercolano e sistema archeologico vesuviano” è stato istituito con decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 2228 del 23/10/2001 e si è insediato il 15/01/200220. 18 Nelle tabelle allegate al complemento di programmazione del P.O.R. Campania è contenuto il piano finanziario delle singole misure per gli anni 2000-2006: per la misura 2.1 l’importo totale previsto, tra risorse comunitarie e nazionali, è di euro 475.587.200; per la misura 2.2 l’importo è di euro 118.896.800; per la 2.3 l’importo è di euro 31.347.000. 19 Al tavolo di concertazione del P.I.T. di Pompei-Ercolano partecipano, oltre alla Regione e alla Provincia di Napoli, la Soprintendenza Archeologica di Pompei, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Napoli e Provincia, l’Ente Parco del Vesuvio e Ville Vesuviane e i Comuni di Boscoreale, Castellammare di Stabia, Ercolano, Lettere, Pompei, Torre Annunziata, S. Giorgio a Cremano, Portici, Torre del Greco, Boscotrecase, Trecase, successivamente è stata invitata comer osservatore la Societa’ “Torre e Stabia Sviluppo SPA” (TESS). 20 Il P.I.T. “Pompei-Ercolano e sistema archeologico vesuviano” fa parte dei sei “grandi attrattori culturali” individuati sul territorio regionale, gli altri cinque sono: la Reggia di Caserta, i Campi Flegrei, il complesso Paestum-Velia, la Certosa di Padula e la città di Napoli. – I tetti indicativi delle risorse finanziarie da destinare ai singoli grandi attrattori sono stati stabiliti con deliberazione della Giunta Regionale n. 6084 del 9/11/2001 (pubblicata sul B.U.R.C. n. 66 del 10/12/2001); da essa si evince che il P.I.T. in esame, per l’entità dell’ importo finanziario, è il terzo con 57.156,29 milioni di 36 Il P.I.T. in esame si segnala anche per il tentativo di aumentare la qualità della progettazione, uno dei “punti dolenti” del settore dei Beni Culturali, come è stato notato anche in altre indagini della Corte21; al riguardo è da notare che i progetti richiesti sono stati preceduti da uno studio di fattibilità, bandito con licitazione privata nell’agosto 2000 e conclusosi formalmente nel maggio 2002 con l’approvazione da parte del “Gruppo di monitoraggio” costituito per la valutazione “in itinere” dello studio22. Nel G.d.M. sono stati rappresentati la Regione, la Provincia di Napoli, il Ministero dell’Economia-Dipartimento Politiche per lo Sviluppo e, per la rilevante e trasversale importanza rivestita dal tema della sicurezza, il Ministero dell’Interno. Nello studio di fattibilità sul “sistema integrato archeologico-territoriale dell’area pompeiana” si tenta di fornire una conoscenza approfondita della sostenibilità tecnico-territoriale delle conseguenze indotte sugli assetti ambientali, morfologici e figurativi dell’area, sulla componente economica e finanziaria del progetto, sulla sostenibilità amministrativa ed istituzionale. Altro passaggio importante del P.I.T. è costituito dal fatto che ogni tavolo di concertazione elabora un “documento di orientamento strategico” (D.O.S.) in cui vengono definite le direttrici d’intervento; quello per il progetto in questione è stato approvato il 22/10/2002. In esso, come si evince dallo specifico materiale istruttorio inviato dalla S.A.P., sono state individuate quattro macro tipologie di azioni: a) valorizzazione in chiave turistica del patrimonio turistico-culturale; b) creazione del “Parco archeologico vesuviano”; c) recupero e riqualificazione di ambiti di centri storici, di ville vesuviane, di emergenze monumentali, di masserie agricole; d) sviluppo di un sistema sociale, culturale, ricettivo e produttivo. Il P.I.T. è stato approvato in una riunione del tavolo di concertazione tenutasi il 28/10/2002 presso la sede dell’ Assessorato ai Beni Culturali della Regione euro e viene dopo il P.I.T. dei Campi Flegrei (191 milioni e 478 mila euro) e quello della città di Napoli (68 mil. e 882 mila euro) 21 Nello specifico, il riferimento è alla deliberazione n. 32/2003/G della Sezione Centrale del Controllo Collegio II riguardante proprio il campo dei beni archeologici; in essa, tra l’altro, si osserva, a proposito dello “stato di attuazione del piano pluriennale sui beni archeologici” , che le opere inserite nel suddetto piano “prescindono non solo da un qualsiasi grado di progettazione, ma dalla stessa acquisizione di adeguati studi di fattibilità”. 22 Per la sua chiarezza definitoria, riportiamo una citazione dal quinto rapporto del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulle finalità degli studi di fattibilità che “hanno l’obiettivo di trasformare una iniziale idea-progetto in una specifica ipotesi di intervento, attraverso l’identificazione e la comparazione di più alternative atte a cogliere modalità diverse di soddisfazione del bisogno individuato e di realizzazione dell’idea originaria. Attraverso la produzione di un set di informazioni devono consentire all’ autorità politico-amministrativa competente una decisione fondata e motivata per l’allocazione delle risorse per gli investimenti pubblici. Essi hanno inoltre l’obiettivo di individuare preventivamente gli ostacoli esistenti per la realizzazione degli investimenti programmati e quindi di agevolare, semplificare, accelerare l’iter progettuale e attuativo successivo” (Op. cit. pag. 187) 37 Campania; è, quindi, iniziata la fase attuativa con l’approvazione da parte del CdA della S.A.P. e la messa a gara dei primi progetti finanziati con fondi nazionali, mentre per gli interventi finanziabili con risorse a valere sui fondi P.O.R. è seguito l’inoltro al Responsabile regionale del Progetto Integrato. Nel procedimento di valutazione dei P.I.T. un ruolo di rilievo viene assunto dal Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici, istituito ai sensi del già citato art. 1 della L. 144/’99. Il nucleo campano, costituito da 11 membri (un Direttore e 10 componenti), s’è insediato il 5/11/2001. I P.I.T. di qualunque importo debbono essere sottoposti alla valutazione di fattibilità e coerenza interna da parte del Nucleo, il cui parere è vincolante ai fini dell’ammissibilità al finanziamento. Il progetto integrato in argomento è pervenuto al Nucleo il 21/11/2002 e dopo una richiesta di chiarimenti ed integrazioni è stato ripresentato il 3 marzo 2003 e il definitivo parere positivo è stato emesso il successivo 15 aprile; nella procedura è quindi intervenuta la Giunta Regionale con una presa d’atto del parere positivo del Nucleo (deliberazione G.R. n. 1747 del 9 maggio 2003). Quest’ ultimo atto giuntale, nella procedura di valutazione-approvazione del P.I.T., si configura come essenziale per proseguire nella fase successiva che prevede, tra l’altro, l’emanazione dei bandi e dei capitolati speciali d’appalto per i singoli P.I.T. Nel P.I.T. in argomento, il capitolato speciale d’appalto è stato pubblicato sul BURC del 10/11/2003 insieme ai capitolati altri tre “grandi attrattori” (PaestumVelia, Campi Flegrei, Napoli); pertanto, il P.I.T. in esame, nel momento in cui si scrive, è in piena fase esecutiva. In sintesi, dalla deliberazione della Giunta di assegnazione del tetto finanziario (n. 6084 del 9/11/2001) al bando di gara sono trascorsi 24 mesi e ci sono stati almeno 12 passaggi tra quelli necessari ed eventuali. Al riguardo vedasi la tabella n.14 contenente un diagramma di flusso sulle principali fasi di un P.I.T. nella Regione Campania. Sulla base delle tabelle contenute nell’esito finale della valutazione del Nucleo Regionale sono state elaborate altre tabelle (dalla n. 10 alla 13) che dimostrano l’importanza del ruolo della S.A.P. all’interno del progetto soprattutto per le richieste di finanziamento di interventi su fondi P.O.R.: in questo caso, su 34 richieste 22 sono della S.A.P. che con 30.990.512,64 di euro arriva a gestire oltre il 73% dei finanziamenti. TAB. N. 10 38 P.I.T. - SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DI POMPEI A) Progetti con richiesta di finanziamento sul P.O.R. (suddivisi per siti) I) Pompei DESCRIZIONE PROGETTO IMPORTO Riapertura e valorizzazione di via Nola* 2.543.550,23 Riap. e val. Asse Via Stabiana-Via Vesuvio* € 3.615.198,29 Valorizzaz. dell'Asse di Via dell' Abbondanza* € 3.653.932,57 Depositi archeologici e sistemazione reperti € 4.906.340,54 € 14.719.021,63 II) Ercolano Sistemazione scarpata nord € 2.582.284,49 Restauro e musealizazione barca romana € 1.032.913,80 Parco attrezzato € 1.032.913,80 Ponte di attraversamento città antica € 361.519,83 Completamento Antiquarium € 258.228,45 Restauro specialistico reperti 516.456,90 Sopraelevazione ex-officine € 416.264,26 Salvaguardia, restauro e val. Villa dei Papiri € 3.098.741,34 € 9.299.322,87 III) Oplontis Restauro e recupero di Villa Poppea e Villa B € 3.356.969,85 IV) Castellammare di Stabia "Restoring Ancient Stabiae" € 3.098.741,39 V) Boscoreale Aggiornamento ed ampliamento CED € 516.456,90 Tot. € 30.990.512,64 B) Progetti finanziati con altre risorse (suddivisi per siti) I) Pompei Valorizzaz. di Via dell' Abbondanza* € 3.369.881,26 Restauro della Casa del Labirinto € 516.456,90 Riapertura e valorizzazione di Via Nola* € 604.254,57 Riap. e val. asse Via Stabiana-Via Vesuvio* € 2.830.183,80 Terme Pompeiane* € 1.745.624,31 Restauro della Casa di Trittolemo € 387.000,00 Restauro della Casa del Centenario II Lotto € 420.000,00 Restauro della Casa dei Quattro Stili € 516.456,90 Ristrutturaz. edifici demaniali S.Paolino e P. St. € 3.800.000,00 St. fatt. sist. Integr. Arch. Terr. Area Pompeiana € 661.064,83 Depositi arch. e sistemaz. Reperti Antiquarium € 1.665.573,50 € 16.516.496,07 II) Ercolano 39 DESCRIZIONE PROGETTO IMPORTO Restauro e musealizzazione della barca romana 315.038,71 Restauro specialistico reperti € 455.514,98 Completamento Antiquarium* € 335.696,98 1.106.250,67 III) Lettere Castello: scavo e sistemazione zona archeol. € 671.393,97 IV) Oplontis Restauro e recupero Villa Poppea e Villa B. € 77.468,53 V) Castellammare di Stabia "Restoring Ancient Stabiae"* € 1.592.753,07 VI) Boscoreale Aggiornamento ed ampliamento CED 826.331,04 Tot. TOT. COMPL. € 20.790.693,35 51.781.205,99 * Il progetto è comprensivo di vari interventi qui accorpati i cui importi sono stati tratti dalle tabelle contenute nel parere del nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici della Regione Campania sul P.I.T. di Pompei, Ercolano e sistema archeologico vesuviano emesso in data 15/04/2003. TAB. N. 11 RAPPORTO TRA I PROGETTI INFRASTRUTTURALI DELLA S.A.P. E QUELLI DI ALTRI SOGGETTI a) numero di richieste di finanziamento sul P.O.R. N. prog. S.A.P. 22 N. prog. altri sogg. 12 b) importo richiesta di finanziamento sul P.O.R. Imp. rich. Imp. rich. 40 S.A.P. altri sogg. 11.223.465,52 30.990.512,64 c) progetti finanziati con altre risorse N. prog. N. prog. S.A.P. altri sogg. 33 26 d) importo progetti finanziati con altre risorse Imp. prog. Imp. prog. S.A.P. altri sogg. 18.371.609,24 59.730.026,47 TAB. N. 12 P.I.T. - SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DI POMPEI N. PROG*. SITO MODALITA' DI FINANZ. IMPORTO 11 Pompei P.O.R. € 14.719.021,63 21 " Altre risorse € 16.516.496,07 32 € 31.235.517,70 8 Ercolano P.O.R. € 9.299.322,87 4 " Altre risorse € 1.106.250,67 12 € 10.405.573,54 1 Oplontis P.O.R. 1 " Altre risorse 2 € 3.356.969,85 € 77.468,53 € 3.434.438,38 0 Lettere P.O.R. 0 1 " Altre risorse 671.393,97 41 1 671.393,97 1 Cast. di St. 4 P.O.R. " € 3.098.741,39 Altre risorse € 1.592.753,07 5 € 4.691.494,46 1 Boscoreale 1 " P.O.R. € 516.456,90 Altre risorse € 826.331,04 2 € 1.342.787,94 *Il numero dei progetti in questa tabella, a differenza della precedente, si riferisce ai singoli interventi senza alcun accorpamento. TAB. N.13 PROGETTI CON PIU' FINANZIAMENTI (suddivisi per siti) I) Pompei N. PROG. 1 DENOMINAZIONE PROGETTO MODALITA' FINANANZ. IMPORTO Riapertura e valorizzazione di Via Nola P.O.R. € 2.543.550,23 Altre risorse € 604.254,57 € 3.147.804,80 2 Riap. e val. Asse Via Stabiana-Via Vesuvio P.O.R. € 3.615.198,29 Altre risorse € 2.830.183,80 € 6.445.382,09 3 Valorizzaz. dell'Asse di Via dell'Abbondanza P.O.R. Altre risorse € 3.653.932,57 € 3.369.881,26 € 7.023.813,83 II) Ercolano 1 Restauro e musealizzazione barca romana P.O.R. Altre risorse € 1.032.913,80 € 315.038,71 € 1.347.952,51 2 Completamento Antiquarium P.O.R. € 258.228,45 Altre risorse € 335.696,98 € 593.925,43 3 Restauro specialistico reperti P.O.R. Altre risorse € 516.456,90 € 455.514,98 € 971.971,88 III) Oplontis 1 Restauro e recupero Villa Poppea e Villa B 42 P.O.R. € 3.356.969,85 Altre risorse € 77.468,53 € 3.434.438,38 IV) Castellammare di Stabia 1 "Restoring ancient Stabiae" P.O.R. Altre risorse € 3.098.741,39 € 1.592.753,07 € 4.691.494,46 V) Boscoreale 1 Aggiornamento ed ampliamento CED € 516.456,90 € 826.331,04 € 1.342.787,94 TAB. N. 14 - DIAGRAMMA DI FLUSSO PER UN P.I.T. CAMPANO 1. Deliberazione G.R. di assegnazione tetto finanziario 2. Costituzione tavolo di concertazione 3. Nomina responsabile regionale del P.I.T. 4. Invio all’ U.P.I. e al Nucleo di Valutazione della proposta di P.I.T. 5.Eventuale richiesta di integrazioni e chiarimenti da parte del NdV 7.Esito finale parere NdV 6.Ripresentazione al Nucleo del P.I.T. dopo le avvenute integrazioni 8.Trasmissione del parere da parte del NdV all’ U.P.I. 9.Deliberaz. di presa d’atto del parere positivo NdV da parte della G.R. 10. Redazione protocollo d’intesa per attuazione P.I.T. 11. Atti di impegno responsabili misura su richiesta beneficiari finali 12. Pubblicazione bandi e capitolati speciali. Per i progetti finanziati con “altre risorse” la S.A.P. ha il maggior numero di richieste di finanziamento (33 su 59), che assorbono il 24% circa delle risorse, destinate soprattutto ai Comuni partecipanti al P.I.T. La diversità delle fonti di finanziamento, insieme al già ricordato ampio ricorso all’affidamento diretto e alla conseguente frammentazione dei lavori, è un altro elemento che concorre a determinare una certa difficoltà nella ricostruzione di un quadro unitario degli interventi; a tal fine, nelle tabelle 10 e 13 sono stati operati alcuni accorpamenti rispetto ai vari assi d’intervento previsti, che pur se concernenti interventi di natura diversa (varie categorie di lavori, diverse fonti di finanziamento, ecc.) tuttavia servono ad avere una visione complessiva nonché ad effettuare un’utile comparazione sia tra gli stessi d’intervento che tra diversi siti della S.A.P.. 43 Dalle tabelle si può infatti rilevare che, per il sito di Pompei, per la valorizzazione dell’asse di Via dell’Abbondanza tra fondi P.O.R. ed “ altre risorse”, sono state impegnati € 7.023.813,83, mentre il sito di Castellammare di Stabia l’intervento denominato “Restoring Ancient stabile”, tra P.O.R. e altre risorse si arriva ad un importo di € 4.691.494,46; inoltre, si ha la conferma che anche per il P.I.T. i siti di Pompei ed Ercolano assorbono le maggiori risorse: sui 51.781.205,99 di euro dell’importo totale dei progetti che riguardano la S.A.P., ben 41.641.091,24 di euro confluiscono in interventi ricadenti sui due siti in questione. III.3 b) - I servizi aggiuntivi Negli anni ’90, si è andata sviluppando una normativa riguardante i cosiddetti “servizi aggiuntivi”23 che hanno trovato un provvisorio assestamento nell’ art. 112 del T.U. sui beni culturali e ambientali, di cui al d-lgs n. 490 del 29/10/1999. Ai sensi della succitata normativa, i servizi aggiuntivi riguardano in particolare: a) il servizio editoriale e di vendita dei cataloghi e dei sussidi catalografici, audiovisivi e informatici, ogni altro materiale informativo e le riproduzioni dei beni culturali; b) i servizi riguardanti beni librari e archivistici per la fornitura di riproduzioni e il recapito del prestito bibliotecario; c) la gestione di raccolte discografiche, di diapoteche e biblioteche museali; d) la gestione dei punti vendita e l’utilizzazione commerciale delle riproduzioni dei beni; e) i servizi di accoglienza, inclusi quelli di assistenza e di intrattenimento per l’infanzia, i servizi di informazione, di guida e assistenza didattica, i centri di incontro; f) i servizi di caffetteria, di ristorazione, di guardaroba; g) l’organizzazione di mostre e manifestazioni culturali, di iniziative promozionali. Per quanto riguarda specificamente la S.A.P. Arch. Di Pompei il cit. art. 9 della L. 352/’97, ai commi 8 e 11, prevede disposizioni riguardanti i servizi aggiuntivi: 23 Il riferimento è: a) all’art. 4 del d-l 14/11/1992 n 433 convertito nella legge 14/01/1993 n. 4 (“misure urgenti per il funzionamento dei musei statali”, cosiddetta “legge Ronchey”); b) all’art. 47quater del d-l 23/02/1995 n. 41 (“misure urgenti per il risanamento della finanza pubblica e per l’occupazione”) convertito nella legge 22/3/1995 n. 85; c) al D.M. 24 marzo 1997 n. 139 recante “norme sugli indirizzi, criteri e modalità di istituzione e gestione dei servizi aggiuntivi nei musei e negli altri istituti del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali in attuazione della legge n. 4 del 1993”. – Successivamente, sono intervenuti altri provvedimenti come il D.M. 10/05/2001 (“atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei”) che prevede tra i “servizi accessori” anche il parcheggio e l’art. 33 della legge 23/12/2001 n. 448 (finanziaria 2002) riguardante la possibilità di dare in concessione a soggetti diversi da quelli statali la gestione dei servizi finalizzati al miglioramento della fruizione pubblica e della valorizzazione del patrimonio artistico. 44 • gli introiti di questi servizi (insieme a quelli dei biglietti d’ingresso) sono destinati ad interventi di adeguamento strutturale e funzionale, ai restauri, al recupero archeologico, alle attività di promozione culturale, di godimento del bene stesso e di incentivazione dell’occupazione; • in sede di prima applicazione della L. 352/’97 i servizi in esame vengono attivati con il metodo della trattativa privata24. Da una lettura integrata dei dati di bilancio della S.A.P. e dalle statistiche nazionali pubblicate sul sito web del Ministero emergono, in relazione agli esercizi finanziari in esame, alcune considerazioni di carattere generale: a) una certa tardività nell’attivazione di alcuni servizi; b) introiti complessivamente non adeguati all’importanza dell’area archeologica; c) influenza sul livello non soddisfacente degli introiti di alcuni contenziosi trascinatisi da anni. Sul primo aspetto, è da notare che il servizio audioguide, nei due principali siti della S.A.P., è stato attivato soltanto nella seconda metà del 2001,così come il servizio di ristorazione degli Scavi di Ercolano soltanto a fine 2001; invece in altri importanti monumenti che non hanno l’imponente flusso di visitatori dell’area pompeiana, né la tradizione di autonomia gestionale detti servizi sono stati istituiti a partire dal 199725. Sul secondo punto, dai consuntivi 2001 e 2002 è possibile desumere che la categoria sesta delle entrate, riguardante la vendita di beni e la prestazione di servizi, dove sono racchiusi gli introiti per i “servizi aggiuntivi”- copre appena il 5,1% delle entrate proprie per il primo esercizio considerato e il 6,2% per il 2002; in termini assoluti, si tratta di € 851.569,64 rispetto a € 24.873.639,08 di entrate accertate 2001 e di € 1.186.072,44 rispetto a un totale di € 26.765.875,06 di entrate accertate 2002. 24 Tra il 2000 e il 2001 la S.A.P. ha emesso vari bandi per l’attivazione dei servizi aggiuntivi (servizio audioguide; servizi di accoglienza, limitatamente a quelli di assistenza e intrattenimento per l’infanzia, di guida e assistenza didattica, dei centri di incontro, delle manifestazioni culturali, delle iniziative promozionali; servizio di ristorazione per gli scavi di Ercolano; servizi di accoglienza, limitatamente a quelli di informazione e guardaroba per gli scavi di Pompei ed Ercolano; servizi di libreria negli Scavi di Ercolano e all’ingresso di Porta Marina degli Scavi di Pompei). – Nella maggior parte dei casi, si è fatto ricorso alla licitazione privata, con procedura ristretta e accelerata; per quanto riguarda il servizio di organizzazione delle mostre si è proceduto con la trattativa privata sfruttando, a distanza di oltre quattro anni dall’entrata in vigore della L. 352/’97, la disposizione relativa alla “prima applicazione” contenuta nel cit. comma 11 della suddetta legge. 25 Ad es., per il Museo e la Galleria Borghese di Roma il servizio audioguide è stato attivato nel giugno 1997, così come il bar; per la Galleria degli Uffizi e il Corridoio Vasariano di Firenze l’attivazione del servizio audioguide è del 28/12/1999, per il bar l’attivazione è dell’aprile 1998; sempre a Firenze, la Galleria Palatina e gli Appartamenti Monumentali di Palazzo Pitti hanno attivato il servizio audioguide nel giugno 2000, il bar dal dicembre 1998. – Se si resta in ambito regionale si può notare che il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha attivato il servizio audioguide nel dicembre 2000, così come il Circuito museografico Complesso vanvitelliano che nella stessa data ha attivato anche il servizio bar. 45 Nella tabella n. 15, emergono dei dati di sintesi sull’andamento degli introiti lordi nel biennio d’interesse del presente referto; dagli stessi si può rilevare che, sebbene nel 2002 si registri un sensibile incremento per tre dei quattro servizi aggiuntivi attivati, gli importi, tranne che per il servizio audioguide, non sembrano adeguati all’importanza del primo monumento, per incassi e flusso di visitatori, della Regione e il secondo a livello nazionale. TAB. N. 15 SERVIZI AGGIUNTIVI S.A.P. BIENNIO 2001-2002: INTROITI LORDI E RAFFRONTI Servizio Introiti 2001 Introiti 2002 Audioguide 150.031,25 431.901,72 281.870,47 Vis. guidate 170.288,23 144.465,80 -25.822,43 631,93 147.965,78 147.333,85 Libreria 565.434,00 829.561,52 264.127,52 Tot. 886.385,41 Bar Differenza (+/-) 1.553.894,82 667.509,41 Dalle sottoriportate tabelle n. 16 e 17, è possibile trarre, rispettivamente per il 2001 e il 2002, una considerazione comparativa del peso di alcuni servizi aggiuntivi attivati dalla S.A.P. rispetto al totale regionale. Nel 2001, il livello di alcuni servizi, come quello bar, giunge soltanto allo 0,12% degli introiti su scala regionale e quello libreria e gadget al 25,31%. Nel 2002, si ha un miglioramento soprattutto per il servizio audioguide e il servizio bar che, a differenza del 2001, sono stati funzionanti sin dall’inizio dell’anno; per il servizio “visite guidate”, si ha, invece, una flessione sia in termini percentuali che assoluti (dai 170.288,23 euro di introiti lordi del 2001 ai 144.465,80 del 2002 e dal 42,02% degli introiti regionali del servizio al 28,33% del 2002). TAB. N. 16 SERVIZI AGGIUNTIVI 2001: RAFFRONTO TRA GLI INCASSI INTROITATI DALLA S.A.P. E QUELLI DEI RESTANTI BENI CULTURALI DELLA REGIONE* Audioguide S.A.P. 150.031,25 Audiog. resto Reg. 43.930,86 46 Vis. guid. S.A.P. V. guid. resto Reg. 170.288,23 234.959,75 Bar S.A.P. Bar resto Reg. 631,93 510.683,81 Libri e gad. S.A.P. Lib. e gad. resto Reg. 565.434,00 1.668.349,00 * Fonte: ns. elaborazione su dati tratti dal sito internet del Ministero per i beni e le attività culturali. TAB. N. 17 SERVIZI AGGIUNTIVI 2002: RAFFRONTO TRA GLI INCASSI INTROITATI DALLA S.A.P. E QUELLI DEI RESTANTI BENI CULTURALI DELLA REGIONE* Audioguide S.A.P. Audiog. resto Reg. 431.901,72 90.522,63 47 Vis. guid. S.A.P. V. guid. resto Reg. 144.465,80 365.545,65 Bar S.A.P. Bar resto Reg. 147.965,78 430.919,81 Libri e gad. S.A.P. Libri e gad. resto Reg. 829.561,52 1.836.228,05 * Fonte: ns elaborazione sulla base dell’integrazione dei dati provenienti dal sito Internet del Ministero per I Beni e le Attività Culturali , dall’Ufficio servizi aggiuntivi e dal servizio statistica. Sul terzo punto, è da rilevare che già nella citata relazione del S.I.F. -Settore III del 16/06/2001 si fa riferimento al mancato versamento del canone da parte del concessionario di un punto di ristoro all’interno degli Scavi di Pompei, dell’estensione di 1.000 mq; si tratta di una vertenza che va avanti dall’ormai lontano 1997. Su questo specifico aspetto sono stati chiesti chiarimenti istruttori relativamente ai quali la S.A.P., ha comunicato che era in fase di elaborazione un nuovo atto concessorio, contenente, tra l’altro, la quantificazione degli oneri correnti e pregressi dovuti alla Soprintendenza; nel contempo, ha formulato, riserva di ulteriori comunicazioni circa l’avvenuta sottoscrizione degli atti. Allo stato, nessuna altra informazione è pervenuta al riguardo. Nella relazione ispettiva del 2001 si faceva una prima sommaria quantificazione dei canoni arretrati, che giungevano ad un importo di un miliardo e mezzo di vecchie lire, oltre al mancato versamento del previsto 10% sul venduto all’interno degli Scavi (riproduzioni di oggetti d’arte, pellicole fotografiche, cibi, bibite, ecc.) e del 5% del venduto all’esterno dell’area archeologica; aggiornando l’importo, a fine 2003, dovrebbe giungere ad oltre 3 miliardi di vecchie lire (equivalenti ad € 1.549.370,70). 48 III.3 c) - Diritti d’immagine e concessioni – Nella tipologia dei “servizi aggiuntivi” possono senz’altro rientrare quelli relativi ai “diritti d’immagine”, per i quali la S.A.P. ha elaborarto un’apposita modulistica composta di otto moduli26. Dalla specifica documentazione inviata il modulo più richiesto e, quindi, apportante i maggiori introiti, risulta quello relativo alle riprese fotografiche non eseguite dall’Amministrazione. Lo sfruttamento dei diritti d’immagine da parte di terzi avviene secondo lo specifico tariffario ministeriale (D.M. 8/4/1994). Altre entrate derivano dalle concessioni agricole soprattutto per i siti di Castellammare di Stabia e Pompei. Le suddette concessioni oscillano da un’estensione di 1.325 mq a 25.471; anche in questo caso, come evidenziato per qualche altro servizio aggiuntivo, si riscontrano alcune difficoltà nella riscossione dei canoni annui27, che oscillano da € 61,12 a 901,71. In realtà, si tratta di acconti, che vengono versati sul conto corrente bancario della S.A.P., salvo successivo conguaglio dopo l’effettiva misurazione delle superfici utilizzate e la rideterminazione del canone con la stipula di nuovi atti di concessione, che non risultano compresi nel materiale istruttorio inviato a questa Sezione Regionale di controllo. Altre concessioni, di numero decisamente inferiore rispetto a quelle agricole, sono quelle demaniali e per cabine elettriche. Nel corso del 2002, risultano stipulati anche due accordi rispettivamente con il Comune di Torre Annunziata (servizio cultura) per l’utilizzo di alcuni spazi all’interno degli scavi di Oplonti e con l’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Pompei per l’utilizzazione di alcuni spazi negli Scavi di Pompei. - Considerazioni conclusive. – A quasi sette anni dalla norma istitutiva della Soprintendenza Autonoma di Pompei e alla vigilia di un nuovo riassetto del settore dei Beni Culturali, è possibile trarre utili elementi di giudizio soprattutto alla luce del lavoro istruttorio svolto. - E’ da rilevare soprattutto che l’autonomia gestionale della S.A.P., è monca in quanto carente di quella relativa alla gestione del personale. 26 Il modulo A, è relativo alle “riprese filmate/fotografiche per motivi di studio, non eseguite dall’Amministrazione; il modulo B, è per le “riproduzioni eseguite dall’Amministrazione”; il mod. C “noleggio di fotocolor e diapositive”; il mod. D “riprese fotografiche non eseguite dall’ Amministrazione”; il mod. E, riprese cinematografiche e televisive”; il mod. F, “edizioni a stampa e pubblicazioni”; il mod. G, “riprese filmate/fotografiche per cronaca”; il mod. H, “prestito di fotocolor e diapositive”. 27 Ad es., per una concessione agricola di mq. 17.832 di Castellammare di Stabia si richiedono i canoni 2000 e 2001, per un’altra di mq 8.235, sempre di Castellammare di Stabia, si richiedono i canoni annui dal 1997 al 2000. 49 La mancanza di autonomia rispetto alle risorse umane è uno degli elementi che rende, ad esempio, più difficile l’evoluzione della figura del direttore amministrativo verso quella del “business manager”28 e finisce con lo svuotare di buona parte della propria specificità anche la contrattazione decentrata integrativa che, invece, potrebbe essere meglio utilizzata per il raggiungimento degli obiettivi gestionali. Altro elemento che potrebbe rafforzare l’autonomia della S.A.P. appare quello relativo all’elaborazione ed approvazione di uno statuto che inserisca organicamente la Soprintendenza nel territorio di cui fa parte e ne delinei con precisione finalità ed obiettivi programmatici. Allo stato attuale, pur in mancanza dei due succitati elementi (gestione del personale e statuto) è urgente, ad avviso di questa Sezione, utilizzare meglio il livello di autonomia di cui la S.A.P., in atto, gode colmando alcune carenze: a) mirare ad una politica di massimizzazione dei flussi finanziari delle entrate; b) attivare, in tempi brevi, il servizio controllo di gestione; c) rafforzare il legame tra bilancio e struttura organizzativa; d) elaborare un nuovo regolamento per il Comitato di cui all’art. 9, co. 5, della L. 352/’97; e) una programmazione della spesa in conto capitale meno frammentaria e più rispettosa delle regole sulla trasparenza e sulla concorrenza. Sul primo punto, dall’analisi gestionale effettuata, è emerso che, vuoi per alcuni contenziosi in atto da troppi anni, vuoi per la tardività dell’ attivazione dei servizi aggiuntivi, vuoi per i canoni, spesso simbolici, di alcune concessioni, non c’è una sufficiente consapevolezza dell’importanza di attivare ogni possibile risorsa di autofinanziamento. 28 La mancanza di tale figura (responsabile della gestione finanziaria e fiscale) nei profili professionali del settore è rilevata nelle linee-guida ambito IV del D.M. 10/05/2001 contenente l’ “atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei” emanato in attuazione di quanto previsto dall’art. 150, co. 6, del d.lgs 112/’98; il D.M. in argomento, sebbene non si riferisca alle strutture dei Beni Culturali di competenza statale contiene vari elementi che possono essere di estremo interesse per una gestione più efficiente indipendentemente dall’appartenenza formale del bene. 50 In qualche caso29, il protrarsi della mancanza di entrate potrebbe configurare anche una fattispecie di danno erariale. Sui servizi aggiuntivi, dai documenti di bilancio non emerge la costruzione di indici di misurazione del livello di gradimento degli stessi da parte dell’utenza ed è da notare che il risultato della S.A.P. su questo punto, seppure in fase di miglioramento, si inserisce in un quadro regionale che, complessivamente, non è dei migliori in raffronto ai dati di altre Regioni con analogo flusso di visitatori30. Tuttavia, c’è anche da notare che non mancano iniziative positive come quella del ripristino della coltura della vite nei vigneti dell’antica Pompei che è stata fonte anche di nuove “royalties” per la S.A.P. o l’esistenza da vari decenni dell’Associazione Internazionale “Amici di Pompei” che può contribuire ad iniziative di fidelizzazione del pubblico. Manca peraltro un servizio controllo di gestione, la cui attivazione si manifesta come un’esigenza urgente, in relazione anche alla notevole entità di risorse finanziarie che affluiscono al bilancio della S.A.P.; la natura di organizzazione “no profit” della struttura in questione non significa infatti che essa non debba seguire criteri di efficienza e di efficacia, adeguatamente verificabili sia in corso di gestione che, a maggior ragione, a gestione conclusa. In stretta correlazione con quest’ ultimo aspetto si avverte poi la necessità di un più stretto collegamento tra bilancio e struttura organizzativa mirando, ad esempio, a configurare i singoli siti della S.A.P. come altrettanti centri di costo di cui sia possibile monitorare i costi e i risultati. Il rapporto tra 29 Vedasi la vicenda della mancata riscossione dei canoni del ristorante all’interno degli Scavi di Pompei. Da notare che su questo punto l’Amministrazione, con nota inviata in data 18/03/2004 prot. n. 1317 in previsione dell’ Adunanza pubblica per la deliberazione del presente referto, ha precisato che è in corso di stipula il nuovo atto negoziale con relativo disciplinare di servizio con il precedente gestore del servizio. 30 Ad es., la Toscana, una delle tre Regioni-chiave con cui nel corso del presente referto si è proceduto ad attuare delle comparazioni per trarre delle valutazioni di tipo più complessivo, nel 2002, come emerge dalle statistiche nazionali, ha avuto degli introiti lordi per servizi aggiuntivi di ben 11.762.760,48 contro i 4.183.931,16 della Campania; naturalmente, occorrerebbe considerare anche i diversi contesti e le dotazioni organiche di fatto delle Soprintendenze delle due Regioni. - E’ probabile che su questo terreno ci sia un recupero con l’attuazione della misura 2.2 (sostegno allo sviluppo delle imprese della filiera dei beni culturali) dell’ Asse II del P.O.R. Campania 200-2006; nei bandi pubblici, recentemente emanati, per l’attuazione di detta misura si prevede che a beneficiare dei contributi previsti ci siano anche imprese che svolgano attività nel campo dei servizi turistici e di ristoro (servizi di accoglienza, assistenza, accompagnamento; servizi connessi alla gestione del patrimonio storico-culturale, ecc.). 51 bilancio e organizzazione dei servizi diventerà, almeno in parte, una conseguenza dell’approvazione del preventivo finanziario gestionale, previsto dal d.P.R. 27/02/2003 n. 97, contenente il nuovo regolamento sull’amministrazione e la contabilità degli enti pubblici di cui alla legge 20 marzo 1975 n. 70, che ha sostituito il d.P.R. n. 686/’79, sulla cui base è stata sinora effettuata la gestione finanziaria sulla gestione finanziaria, della S.A.P. Il conto economico può, peraltro, acquistare maggiore significato se la contabilità economica è collegata ad una contabilità analitica per centri di costo e se lo schema di conto allegato al d.P.R. n. 97/2003 viene affiancato da un rendiconto per aree gestionali omogenee (es. area “promozionale”, “conservativa” e di “supporto”), riportando per ognuna di esse il risultato in termini di costi e ricavi. Per il quarto punto, relativo al Comitato composto oltre che dal Soprintendente in qualità di Presidente, dai Sindaci dei comuni ricadenti nel territorio della S.A.P., da un rappresentante della provincia e da uno della regione, parrebbe utile l’elaborazione di un nuovo regolamento di funzionamento, che tenga conto dell’esperienza maturata sinora e che chiarisca i rapporti tra l’attività del comitato e quella del tavolo di concertazione o altre strutture di collaborazione interistituzionale. Il comitato andrebbe peraltro rivitalizzato in considerazione del suo carattere permanente (a differenza del tavolo di concertazione del P.I.T.) e del fatto che è uno dei modi per realizzare il collegamento tra S.A.P. e territorio circostante. L’ultimo punto, quello relativo alla programmazione della spesa, è forse il più delicato in quanto coinvolge competenze che, per vari aspetti, travalicano quelle della S.A.P., investendo profili di competenza ministeriale. - Quanto a quest’ultima apparirebbe opportuna un’anticipazione della programmazione operativa, allo scopo anche di creare le condizioni per un più stretto collegamento del ciclo programmatorio con il principio di annualità del bilancio. 52 Al riguardo, non possono non richiamarsi le osservazioni formulate nel II Rapporto del “Comitato Tecnico-Scientifico per il coordinamento in materia di valutazione e controllo strategico nelle Amministrazioni dello Stato”31 che, nel sottolineare l’esigenza di un maggior rispetto dell’art. 2, co. 4 quater della legge 468/1978, evidenziano l’opportunità che già nelle note preliminari degli stati di previsione dei Ministeri vengano indicati gli obiettivi che le amministrazioni intendono conseguire in termini di livelli dei servizi e di interventi, con l’indicazione degli indicatori di efficacia e di efficienza da utilizzare per valutare i risultati. Ciò che appare negativo, non è tanto lo “slittamento” in sé dei programmi, atteso che ogni programmazione deve avere una sua flessibilità, quanto il fatto che la stessa si avvia già con un certo ritardo (ad esercizio finanziario abbondantemente iniziato) e, per quanto attiene, più specificamente, alla S.A.P., risente di una scarsa chiarezza dei documenti di bilancio, a causa soprattutto del fenomeno dei residui passivi, indotti anche dai citati “slittamenti”. Va, inoltre, evidenziata un’accezione abbastanza larga della nozione dei lavori di “somma urgenza” o di un’estensione della procedura del “cottimo fiduciario”37 ben oltre i casi previsti dalla normativa vigente32. 31 Pubblicato nel gennaio 2003 a cura del Dipartimento per l’informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio. 37 Se si prende come esempio il 2002, si noterà che sui 251 contratti stipulati dalla S.A.P. ben 103 sono o di consulenza (44) o di somma urgenza (59); inoltre, tra i contratti di somma urgenza 23 superano i 20.000 euro. Per il cottimo fiduciario e la trattativa privata ci sono anche contratti di €109.695,45 e €198.319,45 stipulati senza gara informale. L’Amministrazione, nella comunicazione citata alla nota 34, ha fatto presente che “allo scopo di pervenire ad una maggiore efficacia della gestione tecnico-amministrativa, razionalizzando l’attività, è stato istituito presso il primo servizio della Soprintendenza, con delibera n. 729 del 27 giugno 2002, l’ Osservatorio per la programmazione annuale e triennale dei Lavori Pubblici e dei finanziamenti da parte dei terzi pubbliche e/o privati”; anche grazie a quest’iniziativa, per il 2004, sono aumentate le gare d’appalto (35) per un importo totale di € 11.500.000,00 circa. 32 Il d.P.R. 20/08/2001 n. 284 (regolamento di semplificazione dei procedimenti di spese in economia) dispone, all’art. 5, co. 3, che si prescinde dalla richiesta di pluralità di preventivi soltanto nel caso di nota specialità del bene o servizio da acquisire e quando l’importo della spesa non superi l’ammontare di 20.000 euro I.V.A. esclusa; invece (sempre portando l’esempio del 2002) ci sono 87 contratti su 251 che superano i 20.000 euro e molti di essi difficilmente possono rientrare nella fattispecie della “nota specialità del bene o servizio da acquisire” che in vari casi sono stati stipulati senza gara informale. 53 Peraltro, aldilà del riconoscimento della “specialità” del settore in esame operata dal legislatore, con l’art. 7 del d.lgs 22/01/2004, n. 30 contenente “modificazioni alla disciplina degli appalti di lavori pubblici concernenti i beni culturali”, si provvede ad un generale innalzamento dei tetti previsti dall’art. 24 della legge-quadro sui lavori pubblici per il ricorso alla trattativa privata (commi 1 e 2) e per i lavori in economia (comma 3); è da rilevare, nella fase successiva all’aggiudicazione, anche un appesantimento procedurale atteso che per gli Uffici della Soprintendenza, è certamente più gravoso gestire una miriade di contratti medio-piccoli che pochi grossi contratti, che richiedono uno sforzo organizzativo maggiore soltanto nella fase iniziale. Tuttavia, la crescente importanza degli interventi cofinanziati da fondi nazionali ed europei potrebbe progressivamente suddetti comportamenti, ridurre in termini modesti i spingere anche la S.A.P. a privilegiare pratiche e procedure più rispettose dei criteri di trasparenza e programmazione. Un ripensamento del processo di programmazione potrà fornire anche l’opportunità di una verifica dell’attività del Nucleo di Valutazione e verifica degli investimenti pubblici la cui importanza è stata più volte evidenziata dalla stessa Corte in vari referti e in deliberazioni delle SS.RR.33 in ragione del collegamento della propria attività di controllo con questi organi di controllo interno. Ai fini del presente referto (e, quindi, anche per il P.I.T. di PompeiErcolano) non s’è ritenuto di coinvolgere direttamente il Nucleo in quanto l’attività, per quanto avviata, è ancora in fase iniziale. Tuttavia, l’esperienza della programmazione integrata territoriale, già allo stato attuale, pone vari problemi di adeguamento delle prassi comportamentali e delle relative metodologie d’azione sia per le Amministrazioni che per gli organi di controllo; in particolare, la misura 2.1 (“promozione e valorizzazione integrata del sistema dei Beni Culturali”) ha 33 visto l’istituzione del “Comitato di Si veda, ad es., la deliberazione n. 43 presa nell’adunanza del 30/10/2003 dove si afferma: “…In materia di investimenti pubblici il controllo esterno della Corte dei conti assume come elementi di base i risultati dei “nuclei di valutazione” della “unità tecnica per la finanza di progetto” (artt. 1 e 7 legge 144/1999). 54 coordinamento tecnico Regione Campania-Ministero per i Beni e le Attività Culturali a composizione paritetica (tre membri della Regione e tre del Ministero) che ha il compito di supportare la programmazione, formulare proposte per l’individuazione di ambiti di progetti integrati e di porre in essere tutte le azioni necessarie, secondo le proprie competenze, per l’attuazione e la eventuale integrazione o modificazione degli interventi contenuti nell’ “Accordo di Programma Quadro” che, nel caso della S.A.P., dal programma di spesa 2002 vengono riproposti in buona misura nella programmazione 2004. Pertanto, il Comitato di coordinamento tecnico è uno degli strumenti di quella “coprogrammazione” cui s’è fatto più d’un richiamo nel corso del presente referto. Ciò significa che anche per un organo di controllo esterno quale la Sezione Regionale della Corte sarà sempre più importante un approccio interistituzionale in alcune materie d’ indagine dei programmi annuali di controllo, soprattutto quando occorrerà valutare le gestioni di beni di notevole importanza come quelli dell’area archeologica esaminata. 55