STORIA DI SACCOLONGO E DELLA FRAZIONE DI CRÈOLA
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STORIA DI SACCOLONGO E DELLA FRAZIONE DI CRÈOLA
STORIA DI SACCOLONGO E DELLA FRAZIONE DI CRÈOLA Siamo fiere di abitare a Saccolongo un paese pieno di storia. Questo paesino comprende una frazione : CRÈOLA, in latino Credula Cioè “creta” . Di creta sono infatti le “olle” (pentole) Ritrovate nel terreno e nel vicino fiume, il Bacchiglione. Numerosi reperti antichissimi sono esposti nel museo fluviale del castello di san Martino attiguo a Crèola. Tra questi reperti vi sono anche molte anfore romane che servivano non solo a contenere olio, grano e vino ma anche a “drenare” il terreno:infatti questi vasi, riempiti di cocci, avevano dei fori sul fondo per far uscire lentamente l’acqua, bonificando così il terreno paludoso. Vogliamo riferire una notizia poco conosciuta: tutti, anche noi, siamo abituati a porre l’accento di Creola sulla o ma è sbagliato : bisogna dire Crèola : infatti in latino da cui deriva , si dice Crèdula e non Credùla , ed esiste un documento del 1678 detto “Chorographia” che pone l’accento sulla e di Crèola. Saccolongo nel corso dei secoli è stata colpita da numerose alluvioni, lo storico friulano Paolo Diacono scrive che nel 589 d.c. ci fu un diluvio pari a quello dei tempi di Noè che mutò buona parte della geografia del territorio padovano. Nel 1117 si è scatenato un terremoto durato quaranta giorni che ha distrutto palazzi e chiese ed ha lasciato solo rovine . A Saccolongo esisteva fin dall’anno 1083, un monastero benedettino scomparso nel 1700. La sua esistenza è attestata da una lapide posta all’esterno della chiesa di Saccolongo e da una statua della Madonna (1400) riemersa intatta dal terreno ed ora esposta nel capitello di via Selve . Ma Saccolongo è famosa soprattutto per il “complesso Pisani” di Creola ( paese più antico di Saccolongo) comprendente la Barchessa, l’Arco e l’oratorio “chiesetta” del Crivelli. Questi monumenti prestigiosi risalgono al 1550 e sono opera dei Pisani, nobili veneziani. La Barchessa ,lunga 92 metri , con 15 ampie arcate serviva a riporre i raccolti della vastissima campagna e gli attrezzi agricoli usati dai contadini del “feudo creolense” . A fianco sorge l’Arco Pisani del ‘500 attribuito al Sansovino: non serviva da ingresso della Villa Pisani, oggi scomparsa e che si trovava spostata rispetto all’arco , ma faceva da sfondo a spettacoli e feste che i nobili tenevano nel parco. A sud della Barchessa troviamo la chiesetta del Crivelli, attualmente in restauro, il cui campanile alto 20 metri ha la particolarità di elevarsi sulle pareti dell’abside . Questa chiesetta rivolta ad est vuole simboleggiare Cristo, sole nascente . Inoltre il frontone dell’edificio è curvilineo , unico nel padovano, mentre è frequente a Venezia . La chiesetta fu fatta costruire nel 1513 da Alvise Pisani per il suo amico e parente Benedetto Crivelli noto per aver tradito la Francia in favore di Venezia che lo ricambiò nominandolo patrizio veneziano , facendogli costruire l’oratorio e offrendogli l’intera proprietà terriera di Crèola, ma quando Crivelli si ammalò gravemente , Venezia gli tolse il titolo di patrizio , dandogli solo 100 ducati al mese . Prima di morire , Crivelli chiese all’amico Alvise di costruirgli un sarcofago considerato oggi un gioiello di scultura del ‘500. Nel 1991 una studiosa americana affermò , con tante documentazioni , che l’autore di questo capolavoro è lo scultore lombardo Lorenzo Bregno attivo nel Veneto dal ‘500. Pochi sanno poi che a Crèola per ben ottant’anni si stabilirono gli Armeni scappati dal loro paese per la strage del 1915 ad opera dei “ Giovani Turchi”. Gli Armeni si stabilirono anche a Prato della Valle e in alcuni paesi del Veneto. Il loro collegio Padovano ospita gratuitamente una settantina di giovani che a Costantinopoli chiamavano i “ fiori di Padova”. Si insegnava loro: italiano , francese , calligrafia, disegno, lingua armena, aritmetica, storia , filosofia e fisica . Il loro fondatore , il monaco Mechitar ripeteva loro “ chi studia si adorni di virtù e di sapienza”. È quello che dovremmo fare anche noi giovani studenti. Ecco in breve quello che siamo riuscite a scoprire della storia del nostro paese : dobbiamo sentirci ancora più fiere se riusciremo a renderci degne dei nostri antenati e delle bellezze descritte . MARIA CHIARA RIZZI , LAURA CATTELAN