scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara

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scenario sanita` nazionale - Ordine dei Medici di Ferrara
SCENARIO SANITA' NAZIONALE
Rassegna Stampa del 27 dicembre 2012
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INDICE
SCENARIO SANITA' NAZIONALE
27/12/2012 La Repubblica - Nazionale
"Calma, lui non è il candidato di nessuno"
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27/12/2012 La Repubblica - Nazionale
Dottor computer
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27/12/2012 La Repubblica - Nazionale
"Ma il ruolo del medico non può essere sostituito"
10
27/12/2012 La Repubblica - Bari
Consultori, oggi la legge "Faranno la prevenzione"
11
27/12/2012 La Repubblica - Roma
Il Natale amaro degli ospedali a rischio
12
27/12/2012 La Repubblica - Firenze
Careggi vuole due cliniche per esportare le operazioni
13
27/12/2012 La Repubblica - Napoli
Stop ai turni di guardia notturna e festiva rischia di chiudere il centro di ematologia
14
27/12/2012 La Repubblica - Torino
La guardia medica in tilt nelle feste "C'è l'influenza e siamo in pochi"
15
27/12/2012 Il Giornale - Genova
WIRELESS GRATIS IN OSPEDALE, BATTAGLIA DI CIVILTÀ
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27/12/2012 Avvenire - Nazionale
Diagnosi prenatale, l'eccesso che non conosce «spending review»
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27/12/2012 QN - La Nazione - Livorno
«Aumentano i rischi per chi ha bisogno di trasfusioni»
18
24/12/2012 MF - Nazionale
Tutti gli italiani dall'A alla Z
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Serve un ministero della Salute forte»
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Coerenza tra entrate e uscite per la compatibilità»
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Il modello di aziendalizzazione va rilanciato»
33
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Riorganizzazione senza tagli lineari»
34
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«I medici al centro del sistema»
35
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Sulle nuove cure primarie è ora di passare ai fatti»
36
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Spesa privata efficiente con i fondi integrativi»
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Il Ssn è un bene comune, tutto da riorganizzare»
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Bisogna stanare gli sprechi, dai ricoveri ai dispositivi»
39
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Una gestione inadeguata ai progressi della scienza»
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«È il definanziamento che ha generato mostri»
41
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Basta disinvestire: bilancio civilistico per le Asl»
42
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Devono essere cambiati i paradigmi di assistenza»
43
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Maggiore appropriatezza cancellando gli sprechi»
44
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Servono più investimenti e rilancio di produttività»
45
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Ripensare il federalismo e riorganizzare i Lea»
46
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«La sostenibilità del sistema passa per il territorio»
47
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
Ospedali, intesa a rischio
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
Tagli: scontro Balduzzi-Regioni
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
Non convenzionali, formazione secondo linee-guida
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Un modello avanzato che aiuta la razionalizzazione dei costi»
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
Il Piano Bondi taglia 1.000 posti letto per gli acuti
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
La longevità del pacemaker
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25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
«Superagenzia» anti-crimine
56
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
Ssn: rebus imposta di bollo
57
25/12/2012 Il Sole 24 Ore Sanita'
Strategia contro i "bone killers"
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SCENARIO SANITA' NAZIONALE
38 articoli
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L'intervista/1 Balduzzi: "Ho visto sempre il presidente come extra partes, ancora oggi non lo vedo in
campagna elettorale"
"Calma, lui non è il candidato di nessuno"
Nella Prima e nella Seconda Repubblica spazio a coalizioni e a persone: adesso tocca ai programmi Il
premier si preoccupa che si continui sulla strada intrapresa. Il Paese ha rialzato la testa e non deve
abbassarla
GOFFREDO DE MARCHIS
ROMA - «Restoa quello che ha detto il presidente prima di Natale. Non correte troppo, Monti non è il
candidato di nessuno.
Alla data di oggi è ancora così».
Il ministro della Salute Renato Balduzzi, a dispetto di tutte le interpretazioni, non vede ancora il Professore
«in campagna elettorale».
Tutti i segnali però indicano il contrario. L'ultimo, un tweet del premier che annuncia di "salire" in politica. Se
dovesse farlo non tradirebbe la promessa di essere super partes? «Io ho sempre visto il presidente come una
figura extra partes più che super partes. Lo ha confermato in questo passaggio rivolgendosi a tutte le
componenti che hanno sostenuto la maggioranza, in particolare a quelle con cui il dialogoè stato più
proficuo».
Ma se finisse per dare nome e candidatura alle liste di centro verrebbe meno a questo profilo? «È un po'
presto per fare delle valutazioni, finora vedo molta coerenza con l'impostazione iniziale. Monti si preoccupa
adesso che il Paese continui sulla strada intrapresa nell'ultimo anno. Ha rialzato la testa e non deve
abbassarla».
Ma c'è un programma, c'è una coalizione...
«Nella prima Repubblica noi abbiamo conosciuto una vita politica costruita prima sulle coalizioni, poi sulle
persone e infine sui programmi. Nella Seconda invece si è partiti dalla persona per arrivare solo in ultimo ai
programmi. L'agenda Monti è un importante rivoluzione in termini di sistema. Si parte da un progetto con un
livello di puntualizzazione e di dettaglio davvero inconsueto per l'Italia».
Il programma ce l'hanno anche altri soggetti politici.
«Beh, direi che negli ultimi anni abbiamo visto approcci molto diversi. Una personalizzazione eccessiva, uno
scontro troppo ideologico. E nel ventennio passato questa formula non ha dato grandi risultati.
Oggi vedo una grande attenzione soprattutto al metodo, questa mi sembra la posizione di Monti».
Sta dicendo che rimarrà il programma ma non il candidato? «A oggi è così. C'è una riflessione, c'è una
piattaforma a disposizione di tutti. Non vedo ancora il presidente del Consiglio in campagna elettorale. E non
so nemmeno se questa ipotesi si presenterà. In quel caso faremo le valutazioni al momento opportuno». ©
RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto: MINISTRO
Foto: Renato Balduzzi, titolare della Sanità con Monti
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R2 L'INCHIESTA Si chiama Watson. È il super calcolatore installato negli ospedali americani. Così
l'intelligenza artificiale aiuta l'occhio clinico
Dottor computer
ELENA DUSI
Il suo nome è Watson. Ma da oggi potete chiamarlo "Dottor Watson". Non aspettatevi di vederlo in camice
bianco. E non scambiate per titubanza il ronzio con cui sta valutando uno dei suoi primi casi clinici. Al
supercomputer dell'Ibm, che l'anno scorso ha sbaragliato tutti i campioni umani di quiz televisivi e che ora
debutta nelle corsie d'ospedale, non manca infatti l'ambizione. A lui, d'ora in poi, sempre più verrà affidata la
nostra salute.
Con la sua capacità di divorare 200 milioni di pagine fra manuali di medicina, riviste scientifiche, test
diagnostici, elettrocardiogrammi, anamnesi o radiografie, Watson da alcune settimane affianca i medici di
quattro grandi ospedali americani: le facoltà di medicina della Columbia University a New York e
dell'Università del Maryland, il centro oncologico Memorial Sloan-Kettering sempre a New York (un gigante
da 25mila ricoveri l'anno) e la Cleveland Clinic. Il supercomputer ha anche firmato un accordo preliminare
d'affari con WellPoint, l'assicurazione più gettonata negli Usa con i suoi 34 milioni di assistiti.
A Watson, che fino a ieri rispondeva ai quiz televisivi, oggi i camici bianchi possono chiedere da quale
malattia è affetto un paziente e i consigli per la cura. «Il medico immette sintomi, risultati delle analisi e storia
clinica» spiega Herbert Chase, il professore di informatica medica alla Columbia che da due anni sottopone
Watson a domande e casi clinici complicati per testarne le capacità. «Se digito un elenco di sintomi come
respiro corto, febbre e dolore, il computer mi presenta una lista di possibili malattie, in testa alla quale c'è
"polmonite"».
Nel giro di pochi secondi il calcolatore analizza il corpus di manuali e articoli scientifici stivati nella sua
memoria. Poi fornisce un elenco di malattie che potrebbero coincidere con quei sintomi, ordinate secondo la
probabilità. «Il computer suggerisce le varie possibilità, ma ovviamente sono medico e paziente a decidere la
terapia» aggiunge Chase, secondo cui ci vorrà ancora un anno per valutare le performance di Watson e
decidere se e quanto allargarne le applicazioni. Dal semplice elenco delle diagnosi, il calcolatore potrebbe
spingersi finoa suggerire una cura. Ed è proprio sul modo migliore per combinare i trattamenti anticancro che
la collaborazione fra Ibm e l'ospedale oncologico Memorial Sloan-Kettering è centrata. Il raffronto fra terapie e
guarigioni, invece, servirà come riferimento per le compagnie assicuratrici, fin troppo desiderose di tagliare
sulle pratiche sanitarie giudicate inutili.
Che l'ultima parola su come trattare un paziente spetti sempre a un uomo in carnee ossaè il mantra ripetuto
dall'Ibm. E WellPoint rassicura che nessun rimborso verrà negato ai pazienti sulla base dei giudizi di un
computer. Ma il dubbio che si tratti solo di una questione di tempo è legittimo.
Un esperimento estremo come quello del Dottor Watson infatti - con il medico disposto a spogliarsi di una
parte della propria competenza - nasce proprio da un clima di scarsa fiducia nella categoria dei camici
bianchi, dagli errori commessi in corsia, dalle mancate guarigioni che finiscono in tribunale o dalle guarigioni
riuscite che però vengono giudicate troppo dispendiose dalle assicurazioni.
«La letteratura scientifica cresce di giorno in giorno in maniera esponenziale. I medici non hanno abbastanza
tempo per aggiornarsi e documentarsi» spiega Chase. «L'uomo può essere colpito da 12mila diverse malattie
e il corpus della conoscenza medica raddoppia ogni cinque anni» rafforza la dose uno spot dell'Ibm. In Italia
l'ultimo rapporto parlamentare sugli errori medici stilato dalle imprese di assicurazione parla di 21mila
denunce solo nel 2010. Negli Usa il numero delle vittime nello stesso anno è stato calcolato in 195mila. Con
queste premesse, la caduta della fallibile arte medica nell'abbraccio di un'informatica abile a promettere
certezze era solo questione di tempo.
L'ingresso dell'intelligenza artificiale nelle corsie era già stato tentato timidamente negli anni '80, ma con
risultati non troppo significativi e ambizioni comunque limitate: programmi per associare la presenza dei
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batteri nel sangue alla migliore cura antibiotica, algoritmi per collegarei parametri diagnostici alla presenza di
un tipo di infezione al cuore, software in grado di interpretare le sfumature di radiografie e risonanze
magnetiche alla presenza delle prime, piccole, tracce di un tumore. Oggi sono diffusi negli ospedali manichini
che simulano le malattie per l'addestramento degli specializzandi. Le applicazioni per telefonini e computer
che aiutano i medici a valutare alcune analisioa dosare farmaci sono in realtà poco più che calcolatori
tascabili. Telecamere e reti web permettono le visitea distanza. Alcuni software usano simulazioni della realtà
per prevedere l'andamento di un'epidemia.
Speciali telecamere analizzano il movimentoe lo sguardo dei bambini con un sospetto di autismo.
«Ma Watson, a differenza degli approcci precedenti, non si limita a applicare regole prefissate» spiega
Chase. «Le regole sono scritte dai medicie non fanno passi avanti rispetto all'intelligenza umana. Il computer
dell'Ibm invece, grazie alla sua capacità di capire il cosiddetto "linguaggio naturale", riescea interpretare la
letteratura che è stata immessa nella sua memoria». Eliot Siegel, radiologo e "capo" del dottor Watson
all'università del Maryland, si spinge fino a prevedere un futuro in cui il supercomputer entrerà in sala
operatoria insieme al paziente, dialogando con il chirurgo sul modo migliore di condurre l'intervento. «Nella
sua memoria non c'è nulla di programmato in anticipo. Il sistema è capace di incorporare nuove informazioni
e adattarsi al progresso delle conoscenze». In una parola, Watson può essere considerato un computer
"intelligente".
I primi medici chiamatia collaborare con l'Ibm non fanno nulla per mascherare l'entusiasmo.
Larry Norton, oncologo allo Sloan-Kettering, arriva a sostenere che: «Passeremo dal concetto di intelligenza
artificiale a quello di saggezza. Il computer sa fare ipotesi, confrontarle con le condizioni reali e affinare la sua
capacità di trarre conclusioni». Ma Enrico Coiera dell'Università del Nuovo Galles del Sud a Sydney, uno dei
principali esperti di informatica medica al mondo, è più sobrio nei giudizi: «Silenziosamente, l'intelligenza
artificiale ha già fatto il suo ingresso in medicina, e non solo. La stessa tecnologia usata da Googleè una
forma di intelligenza artificiale.
Watson estende questo modo di ragionare all'ambito medico, con la spinta di una grande azienda alle sue
spalle».
Con una tale potenza di fuoco, la capacità di leggere un milione di libri al secondo e ingurgitare l'intera
Wikipedia come fosse una nocciolina, il supercomputer dell'Ibm - erede di quel Deep Blue che nel 1997
sconfisse Garry Kasparov alla scacchiera - ha già avuto modo di far parlare di sé. A febbraio del 2011 ha
sconfitto nel quiz tv americano Jeopardy! i detentori di due record: montepremi e puntate consecutive vinte. In
un match dimostrativo contro cinque parlamentari, la macchina è stata surclassata solo dal deputato Rush
Holt (a sua volta ex concorrente di Jeopardy! ). Sviluppato a partire dal 2006, costato tre milioni di euro,
grande come 10 frigoriferi e capace di interpretare domande scritte anche complicate, Watson ha un cervello
da 80 teraflop. È in grado cioè di svolgere 80 trilioni di operazioni al secondo. Nella classifica dei cervelloni
artificiali si piazza al 142esimo postoe quello in corsia sarà il suo primo lavoro retribuito. Se tutto andrà bene,
l'Ibm conta in futuro di lanciarlo anche nella non meno intricata giungla della finanza.
Se ai primi medici chiamati a testare Watson l'idea di avere un cervello di silicio al proprio fianco non
dispiace, per i pazienti l'abbraccio fra medicina e informatica rischia di infrangere ogni barriera di privacy.
Soprattutto se l'accesso al database è condiviso con una compagnia di assicurazioni. «Laddove i dati di un
malato sono immessi in un computer, servono assolutamente leggi robuste per proteggere la privacy»
afferma Coiera. Ma Chase smorza ogni timore: «Ovviamente al paziente verrà chiesto il consenso.
Ma d'altronde qualè l'alternativa? Oggi un paziente che non riesce a ottenere una diagnosi certa va subito su
Google. Rispetto a un motore di ricerca, è molto meglio affidarsi a Watson. Ne sono convinto, i pazienti non
faranno mancare il loro consenso». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Watson è un supercomputer costruito dall'Ibm
10 frigoriferi le dimensioni
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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200 milioni di pagine le informazioni memorizzate econdi - il tempo necessario per fare la diagnosi a un
paziente ilioni - il costo
80 teraflop la potenza di calcolo teraflop è pari a un trilione di operazioni al secondo
2006 Ibm inizia a progettare Watson
2011 Il computer batte i campioni del quiz tv Jeopardy!
La storia
2012 Watson viene sperimentato in alcuni ospedali Usa Inizia anche la collaborazione con l'assicuratore
WellPoint
Come ragiona Il medico digita l'elenco dei sintomi Watson accede alla storia del paziente Legge i risultati di
analisi, radiografie, ecc Consulta il proprio database Partendo dai manuali di medicina (conoscenza già
consolidata) fino agli articoli scientifici recenti (conoscenza in progresso) Leggendo i testi, scompone la
sintassi e comprende il linguaggio complesso Dopo aver analizzato la letteratura, analizza la compatibilità dei
sintomi con le varie malattie A ogni possibile malattia è associata una probabilità Il medico ottiene sullo
schermo un elenco di possibili malattie in ordine di probabilità Dopo la diagnosi, Watson è in grado di
suggerire la terapia più adatta
PER SAPERNE DI PIÙ www-03.ibm.com/innovation/us/watson www.top500.org
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"Ma il ruolo del medico non può essere sostituito"
MICHELE BOCCI
L'informatica può servire ma una visita accurata e il rapporto con il paziente restano elementi insostituibili per
fare diagnosi e curare. «Il problema è che sono due cose sempre più rare». A parlare è Antonino Mazzone,
che dirige il dipartimento di area medica dell'azienda ospedaliera di Legnano e presiede la fondazione Fadoi,
la società scientifica degli internisti. Cioè dei medici che danno un quadro generale della condizione dei
malati e se necessario li inviano a reparti specialistici.
Un computer può sostituirvi? «Semmai può essere un supporto, perché immagazzina una quantità enorme di
dati, impossibili da ricordare per un uomo.
Però deve restare al dottore la fase insostituibile della valutazione clinica. Per fare il medico bisogna "sapere,
saper fare e saper essere". Il primo requisito può venire supportato dalla tecnologia, dalle banche dati. Solo in
questa fase può essere utile il computer. Il secondo riguarda le competenze del singolo professionista e la
capacità di impiegarle nel caso specifico, il terzo ha a che fare con il rapporto con il malato. Ci vuole
comunicazione, empatia».
In una medicina sempre più tecnologica c'è ancora spazio per la visita alla vecchia maniera? «La nostra
specialità, la medicina interna, è praticamente l'unica rimasta a vistare i malati.
Ormai il mondo medico è diviso in sub specialità, con professionisti che si occupano di singoli organi o
addirittura di singole malattie. Si tratta di tecnici che perdono la dimensione olistica, cioè la valutazione di
tutto l'organismo, dedicandosi solo a un piccolo pezzo».
I malati spesso si lamentano anche della mancanza del rapporto con il medico.
«Fanno bene perché si è persa. Negli anni la conversazione con il paziente, per farsi spiegarei sintomi,è
stata sostituita dall'uso di tac, risonanze, ecografie. Siamo andati incontro a una spersonalizzazione.
L'introduzione del computer con un ruolo diagnostico accentuerebbe questo problema, e porterebbe a una
medicina sempre più fredda. E spesso bisogna fare in fretta, dedicando un quarto d'ora a visite che
richiederebbero un'ora».
Che ruolo hanno le facoltà di medicina in questi cambiamenti della professione? «Negli ospedali italiani non
si insegnano quasi più momenti fondamentali come anamnesi e visita del malato.
Abbiamo fatto una ricerca con l'Università Carlo Cattaneo e il Niguarda analizzando il tempo passato davanti
al letto del malato dal medico che si sta formando. Ebbene, i risultati ci dicono che se nel 1970 era 100, nel
2010 è sceso a 16, cioè è diminuito di 5 o 6 volte. Le università non si aprono ai grandi ospedali, in molti
ospedali ci sono pochi letti a disposizione della facoltà di medicina intorno ai quali girano magari 20 giovani
dottori, che finiscono per non fare esperienza. In questo lavoro bisogna studiare tanto e vedere tanti malati.
Ora ci si forma in modo circoscritto e si vedono pochi pazienti. Se a questa tendenza aggiungiamo la
presenza di computer invadenti che sono in grado di fare diagnosi diamo un bel colpo al percorso di cura».
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R2 L'INCHIESTA L'intervista Antonino Mazzone: "Mi fido solo dell'occhio clinico"
27/12/2012
La Repubblica - Bari
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Consultori, oggi la legge "Faranno la prevenzione"
ANTONELLO CASSANO
ANTONELLO CASSANO LA riforma dei consultori pugliesi è sempre più vicina. Come anticipato nei giorni
scorsi dal nostro giornale, questa mattina la Giunta regionale approverà la delibera sulla riorganizzazione
della rete consultoriale che sarà presentata dall'assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini.
Sono passati due anni da quando il Consiglio regionale bocciò la delibera 735 che avrebbe dovuto riformare
il sistema pugliese. Nel corso di questi due anni il tema dei consultori è stato dimenticato dalla politica.
Ora però la Regione sembra fare sul serio. Sembra di capire che rispetto alla vecchia norma non ci sarà
alcun riferimento alla possibilità di assumere solo medici e ostetriche non obiettori. «Con la delibera - afferma
Attolini in una nota - compiamo un ulteriore e fondamentale passo in avanti nella definizione di percorsi di
tutela della salute delle donne, attraverso il potenziamento del ruolo dei consultori e una più ragionata e
funzionale distribuzione sui territori». E' soddisfatto l'assessore, per il lavoro congiunto svolto dall'assessorato
alla Sanità e dall'assessorato al Welfare, che ha condotto alla realizzazione del documento di
riorganizzazione della rete. «I consultori - afferma Attolini - diventeranno, in questo modo, organismi di
promozione attiva di salute, di prevenzione e di consapevolezza».
E così la Regione tira fuori dal dimenticatoio quel vecchio progetto che prevedeva una rete di 96 strutture
consultoriali (contro le oltre 160 attuali) e 63 punti di accoglienza. Un modello organizzativo e strutturale a
"geometria variabile" con offerta attiva e flessibilità negli orari di apertura.
«Fino ad oggi - dice ancora Attolini, intervenuto per risolvere il problema dei consultori in seguito alla
pubblicazione dell'inchiesta sul nostro giornale - avevamo una rete disomogenea e non equamente distribuita
sul territorio, composta da tante piccole realtà, non completamente equipaggiate e rispondenti alle necessità
delle donne. Il nuovo modello che vogliamo realizzare, invece, si sostanzia in una rete regionale con strutture
qualificate».
Foto: SOLUZIONE I consultori familiari si occuperanno di strutturare l'integrazione tra territorio e ospedale per
realizzare la gestione consapevole della gravidanza
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L'annuncio Il testo della delibera sarà approvato dalla giunta regionale
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La Repubblica - Roma
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Dipendenti di San Filippo Neri, Cto e Idi nei presidi occupati La sanità laziale potrebbe fermarsi a metà
gennaio Sciopero revocato solo se Bondi lascia
LORENZO D'ALBERGO
«IRAGAZZI della mensa ci hanno fatto sentire comunque a casa». Ma Carlo Pisaniello e Mara Carrupt,
infermieri del San Filippo Neri, non esitano a definire «strano» il loro 25 dicembre. Hanno passato il Natale
nel presidio occupato dell'ospedale del Trionfale, che con la cura Bondi potrebbe perdere 120 posti letto e i
reparti di terapia intensiva neonatale, cardio e neurochirugia. Con loro, i colleghiei familiari, tra un piatto di
fettuccine e una porzione di abbacchio. «Anche durante le feste - tiene a ricordare Pisaniello - abbiamo
garantito e continueremo ad assicurare l'assistenza ai nostri pazienti. Ma la situazione che stiamo vivendo ha
reso ogni boccone del nostro pranzo un po' più amaro». «Ma non ci arrendiamo: rimarremo qui - attacca la
collega - anche il 31 dicembre. Per i cittadini e i precari. Noi non rischiamo di perdere il posto: il problema
vero è che i tagli sono una minaccia alla sanità pubblica». Anche quello dei lavoratori del Cto, struttura per cui
la chiusura potrebbe essere vicina, è stato un Natale surreale: «Il panettone c'era, lo spumante pure. Ma il
clima era triste. L'evolversi della situazione non lascia tranquilli», spiega il delegato Cgil Marco Vacca. I
dipendenti dell'ospedale della Garbatella questa mattina si riuniranno in assemblea di fronte alla direzione
generale dell'Asl Roma C.
Feste nel presidio occupato anche all'Idi, mentre si prepara il grande sciopero della sanità laziale di metà
gennaio. I vertici di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e di tutte le organizzazioni sindacali dei medici e degli infermieri si
incontreranno tra il 2 e il 3 gennaio. Quindi, decideranno il giorno in cui fermare l'assistenza negli ospedali di
Roma e del Lazio. «Individueremo la data esatta, un giorno tra il 15 e il 20 gennaio», spiega Gianni Nigro
segretario della Cgil Fp di Roma. Lo sciopero potrebbe essere revocato solo se «il delegato del governo si
dimetterà - continua il sindacalista - o se rinuncerà a rendere esecutivo il suo piano. Ma non dimentichiamo
gli altri punti del nostro manifesto: i precari e il ritiro dei decreti già firmati. Bondi deve ritirare i provvedimenti
con cui ha ridotto del 7 per cento i budget 2012 degli ospedali religiosi convenzionati.
Solo se saranno restituiti quei 96 milioni, non sciopereremo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il Natale dei dipendenti al San Filippo Neri
I punti LE FESTE I lavoratori di Idi, Cto e San Filippo Neri hanno passato il 24 e il 25 dicembre nei presidi
occupati L'ASSEMBLEA Questa mattina i dipendenti del Cto si riuniranno sotto la direzione generale della Asl
Roma C LO SCIOPERO Tra il 2 e il 3 gennaio i vertici dei sindacati decideranno la data dello sciopero
generale della sanità
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Il Natale amaro degli ospedali a rischio
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La Repubblica - Firenze
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Careggi vuole due cliniche per esportare le operazioni
Cardiochirurgia punta a Villa Maria Beatrice Invece a Villa Ulivella sarebbero spostate le operazioni di ernia e
colicisti
MICHELE BOCCI
MICHELE BOCCI CAREGGI si allarga e prende gli spazi in due cliniche private, per attività chirurgiche di
bassa specialità in un caso e di alta nell'altro. I rapporti tra Regione e convenzionati stanno cambiando in
questi mesi, la crisi ha costretto il pubblico a ridurre i budget e si cercano soluzioni per risparmiare. Il
policlinico sfrutta il momento per mettere in atto una ristrutturazione di un pezzo della sua attività e per
allargarla praticamente a costo zero.
Nei prossimi mesi il lavoro di due reparti chirurgici verrà trasferitoa Villa Ulivella, che si trova a poche
centinaia di metri dal più grande ospedale toscano e già in passato aveva messo a disposizione i suoi spazi
ai medici del servizio pubblico. Il privato metterà a disposizione le sue sale operatorie, dove andranno ad
operare i medici di Careggi, i suoi letti e i suoi infermieri. L'idea è quella di fare interventi di bassa
complessità, come ad esempio ernie e colicisti. Non sarebbero nella "mission" del policlinico, che dovrebbe
invece occuparsi di operazioni di alta specialità, ma i pazienti li richiedono e non si possono mandare altrove.
Inoltre questo tipo di attività risponde all'esigenza di formare i chirurghi specializzandi su casi meno
complicati, ad andare infatti saranno unità operative universitarie. Si stima di fare circa mille interventi all'anno
con a disposizione 60 letti. Il privato continuerà a riscuotere i soldi della convenzione dalla Asl, che sarà
ridotta del 12% come quelle delle altre cliniche, visto che la struttura metterà a disposizione spazi e
personale.
Le visite preoperatorie continueranno ad essere fatte a Careggi. L'ospedale diretto da Valtere Giovannini
oltre a liberare i letti dove finivano i malati che andranno a Villa Ulivella potrà spostare il personale
infermieristico dei due reparti che verranno dismessi su altre specialità chirurgiche.
Ma i piani di Careggi non si fermano qui. «Siamo disponibili ad acquisire tutta l'attività di Villa Maria Beatrice,
la nostra cardiochirurgia è cresciuta a livello tale da potersi allargare e fare le quantità contrattate dal privato
con l'azienda sanitaria fiorentina», spiega Giovannini.
La Asl nei giorni scorsi ha scritto ai responsabili del gruppo Sansavini, che controlla la clinica, per chiedere
l'utilizzo delle sale operatorie e dei letti per tutta l'attività convenzionata, lasciando ai chirurghi del privato i
casi che arrivano da fuori regione. Nel caso non ci fosse disponibilità, si dice nella missiva, dal primo aprile
sarà interrotta la convenzione. Il direttore generale dell'azienda sanitaria Paolo Morello ha incontrato i vertici
del gruppo privato e si sta cercando di arrivare a una soluzione. L'ideaè di ripetere lo schema usato per Villa
Ulivella, cioè di mandare solo i medici del policlinico a lavorare nel privato, che oltre alla struttura metterebbe
quindi a disposizione parte del personale.
Già alcuni mesi fa Careggi aveva chiesto di usare le sale operatorie e i letti di Villa Maria Beatrice, l'unico
privato convenzionato che svolge attività cardiochirurgica in Toscana. Il reparto del primario Pierluigi Stefàno
da tempo cerca uno sfogo per riuscire a rispondere al numero sempre in aumento dei pazienti in lista
d'attesa. Il gruppo Sansavini, uno dei privati sanitari più importanti d'Italia, non sta passando un buon
periodoa Firenze. Alcune settimane fa i carabinieri del Nas e la Asl hanno chiuso il Pergolino per carenze
strutturali, igienico sanitarie e assistenziali. I pazienti sono già stati trasferiti altrove da tempo e proprio nei
giorni scorsi sono stati tutti risistemati in nuove sedi di lavoro gli infermieri e il resto del personale.
Foto: Una sala operatoria
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
13
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La sanità
27/12/2012
La Repubblica - Napoli
Pag. 7
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Stop ai turni di guardia notturna e festiva rischia di chiudere il centro di
ematologia
CARLO FRANCO
L'ALLARME è stato lanciato già da qualche tempo, ma nessuno lo ha raccolto e qualche altro ha finto di non
accorgersene: il Centro di ematologia del vecchio Pellegrini, che svolge un ruolo di fondamentale importanza
nello sgangheratissimo assetto della sanità pubblica, rischia di chiudere. O, per meglio dire, sta già
chiudendo. L'ultimatum per la sua sopravvivenza scade il 10 gennaio ma le previsioni sono fosche, a meno di
un recupero in extremis di un pizzico di buon senso gestionale e dei doveri nei confronti dei malati. In
particolare di quelli che hanno bisogno urgente di trasfusioni. L'ipotesi buonista, però, sembra sempre più
lontana. A tanto si arrivati perché l'Asl Na1, per risparmiare, ha deciso di cancellare i turni di guardia notturna
e festiva del Centro. Il sangue, cioè, si dona e, soprattutto, si "preleva" fino alle 20, mentre proprio le ore
notturne sono, statisticamente, quelle dell'emergenza.
La causale del risparmio, secondo gli addetti alla struttura, è, dunque, chiaramente pretestuosa e nelle
stanze, ricavate in una sorta di enclave tra il secondo e il terzo piano della fabbrica edificata da Fabrizio
Pignatelli accanto alla chiesa dell'Arciconfraternita, si respira già aria di smobilitazione. «Non vorremmo andar
via», dicono i medici e i tecnici, «ma siamo stati messi spalle al muro». Qualcuno ha già ricevuto offerte da
altre strutture pubbliche e private con inviti allettanti: «Venite da noi, indosserete finalmente la casacca che
vince». Alle sirene, per ora, nessuno presta ascolto, ma, certo, l'umore è nero: «I nostri sforzi non interessano
nelle sedi dove si decidono i destini della sanità pubblica.
O, forse, dobbiamo davvero pensare che svuotano il nostro Centro perché siamo troppo bravi». Il centro
trasfusionale dei Pellegrini, nel caos dell'ospedale purtroppo simbolo del degrado e della precarietà, è un
reparto modello che ha messo insieme oltre mille donatori volontari, i quali vengono assistiti con cura e
consentono di realizzare un notevole risparmio gestionale: il Cardarelli, per esempio, acquista dall'Avis circa
trentamila sacche di sangue, il Pellegrini, che è autonomo grazie ai suoi volontari, solo cinquanta nonostante
abbia una casistica di interventi altissima. Per capire qual è la posta in gioco, bisogna solo aggiungere che
l'Asl versa all'Avis una somma di circa 87 euro a sacca e questo significa che il Cardarelli, rispetto ai
Pellegrini, è un "cliente" privilegiato.
Il bacino servito dalla ematologia della Pignasecca comprende anche Villa Betania, da cui spesso arrivano
richieste di soccorso urgente, per esempio, ieri, per un aneurisma dell'aorta. L'emergenza è stata subito
risolta, ma tra qualche giorno questo potrebbe non essere più possibile. Si rischia di perdere il know-how
raggiunto dal Centro di Montesanto: «Solo da noi, ad esempio, si curano - dice il primario-i fattori di crescita
perché utilizziamo il gel piastrinico del sangue dello stesso paziente e così riusciamo a stimolare la
guarigione».
Molti ritengono che dietro la chiusura, o meglio la progressiva liquidazione, del Centro di immunoematologia
e trasfusione più efficiente ci sia un interesse politico: qualche altro Centro trasfusionale interessato a
guadagnare una posizione di prestigio potrebbe trarre giovamento dall'azzeramento del concorrente più
temibile e più in regola con i conti. Tutto già visto.
Foto: PIGNASECCA Il centro trasfusionale dei Pellegrini è un reparto modello che ha messo insieme oltre
mille donatori volontari
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
14
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Al Vecchio Pellegrini il sangue si preleva fino alle 20. Sos dei medici e dei tecnici: "Siamo stati messi al muro"
Il caso
27/12/2012
La Repubblica - Torino
Pag. 8
(diffusione:556325, tiratura:710716)
Il record in città: media di 250 chiamate in dodici ore E' crisi anche nei centri della provincia: a Chivasso un
dottore ogni 7.500 pazienti
FEDERICA CRAVERO
ARRIVA l'ondata di influenze e, puntuali, con i mali di stagione arrivano anche gli ingorghi di richieste alla
guardia medica, al punto che il telefono della centrale operativa di Torino, che smista le chiamate ai sei posti
di guardia sparsi in città, è andato in tilt.
A denunciare la situazione è Alessandro Dabbene, segretario regionale della Federazione italiana medici di
famiglia - Continuità assistenziale, che in particolare rivela i dati relativi all'Asl To 3. Tra le 8 e le 20 di
domenica 23 a Pinerolo i tre medici di guardia hanno ricevuto 216 richieste tra telefonate, accessi
ambulatoriali e visite domiciliari. A Rivoli in due hanno dovuto assistere 145 pazienti, ad Avigliana 80 e a
Druento 74. A Collegno c'erano tre medici per 187 richieste, idem a Orbassano. Da tempo il sindacato dei
medici lamenta il non rispetto della normativa che regola il numero di medici impiegati nel servizio: «In questo
momento nell'Asl To 3 c'è un medico ogni 6.300 abitanti, quando l'ottimale sarebbe uno ogni 5.000.
Un accordo regionale prevede un aumento di organico e ci auguriamo che la direzione dell'Asl provveda,
anche per evitare un ricorso improprio al 118 o al pronto soccorso», spiega Dabbene. Secondo Marco Farina,
dirigente dell'Asl To 3, il picco di lavoro si spiega sia con l'arrivo dell'influenza, sia con la concomitanza di
festivi e prefestivi per cui per cinque giorni, da sabato 22 a mercoledì 26i medici di base non hanno ricevuto
pazienti.
La situazione non è diversa nel resto della provincia. A Chivasso (dove c'è un medico ogni 7.500 pazienti) il
giorno di Natale due medici hanno seguito 75 pazienti. A Moncalieri domenica ci sono stati 95 pazienti per
due medici, a Natale 75 e ieri alle 17 superavano già gli 80: «Gli scorsi anni - spiega Diego Girotto, medico di
guardia della To 5 - prevedendo un picco di lavoro veniva potenziato l'organico, ma quest'anno non è
avvenuto.
Il telefono squilla in continuazione, noi dobbiamo correre in giro per le visite e davvero il ritmo è
insostenibile». A Torino città il rapporto tra guardie mediche e pazienti è addirittura uno a 13 mila. Qui in
media in ogni turno da 12 ore sono arrivate 200-250 chiamate, quasi il triplo di un periodo normale, con
attese anche di mezzora, tanto che la vigilia di Natale il centralino per alcuni minuti è andato in tilt. L'Asl
aveva già potenziato gli organici, ma ugualmente ai medici sono toccate 1520 visite domiciliari a testa, poco
più di mezzora per paziente, inclusi gli spostamenti in giro per la città. © RIPRODUZIONE RISERVATA
I numeri 13MILA E' il numero dei pazienti per ciascun dottore in servizio di guardia medica in questi giorni
festivi a Torino 145 Sono i pazienti che i due medici in servizio per Rivoli hanno dovuto visitare tra le 8 e le 20
di domenica 6 posti di guardia medica in città: di solito per Natale arrivano i rinforzi, ma quest'anno non
ovunque 250 E' il numero medio di chiamate cui devono far fronte in dodici ore i medici in servizio festivo a
Torino
Foto: Servizio di guardia medica in crisi: quest'anno non sono arrivati i rinforzi per le feste
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
15
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La guardia medica in tilt nelle feste "C'è l'influenza e siamo in pochi"
27/12/2012
Il Giornale - Genova
Pag. 1
(diffusione:192677, tiratura:292798)
WIRELESS GRATIS IN OSPEDALE, BATTAGLIA DI CIVILTÀ
Massimiliano Lussana
Troppo facile, troppo comodo, troppo gratis, prendersela sempre e comunque con la politica. Dire che tutti
sono uguali, che tutti rubano alla stessa maniera. È qualcosa di doppiamente ingiusto: da un lato, perchè non
è vero ed è ingeneroso nei confronti dei capaci e degli onesti; dall'altro, perchè dire che qualsiasi
comportamento, quelli leciti e quelli illeciti, vale allo stesso modo, è il più grande regalo che si può fare ai
disonesti, assolti in qualche modo dall'essere messi sullo stesso piano di coloro che disonesti non sono.
Insomma, esiste anche una bella politica, una buona politica. E, credetemi, dai Municipi e dai piccoli Comuni dove i consiglieri hanno un rimborso poco più che simbolico, quando ce l'hanno - fino al Parlamento, gli
esempi di buona politica sono più numerosi di quanto si pensi. Ad esempio, io credo che uno di questi esempi
arrivi da coloro che lavorano per fare approvare le proprie iniziative e non solo per annunciarle con
comunicati o conferenze stampa. C'è una politica da televisione o da giornale, dove solitamente il titolo è
tanto più grande quanto più si è duri con il proprio compagno di partito, e una politica che porta a casa
qualcosa. Uno di questi casi, l'abbiamo raccontato qualche giorno fa all'hotel Bristol, dove il deputato del Pdl
Roberto Cassinelli e il consigliere regionale pidiellino Matteo Rosso presentavano un anno del proprio lavoro.
(...) (...) E, fra tante cose dette e tante iniziative presentate, alcune anche molto polemiche, ce n'è una che mi
ha colpito moltissimo: una proposta di legge, presentata sia alla Camera, sia in consiglio regionale della
Liguria, per dotare tutti gli ospedali di reti wi-fi gratuite che permettano ai pazienti di navigare su internet
durante la loro degenza. Riforma che, a Montecitorio, è rimasta per ora lettera morta (troppo intelligente,
probabilmente), mentre in Regione Liguria è diventata legge con voto unanime di tutti i consiglieri regionali.
Anche se, da gennaio, passato il periodo transitorio previsto per l'entrata in vigore, andrà monitorata da vicino
la sua applicazione. La prima impressione è che, al di là delle belle parole, la maggior parte delle
amministrazioni sanitarie sia in drammatico ritardo con la realizzazione della legge, considerata un simpatico
optional. Cosa che, ovviamente, è inaccettabile. E che, in perfetto accordo con Matteo Rosso e Roberto
Cassinelli, promotori della legge e mastini del diritto, monitoreremo ospedale per ospedale, Asl per Asl,
reparto per reparto, corsia per corsia. Insomma, che non pensassero di lasciare questa legge lettera morta.
Anche perchè è una buona legge, per tanti motivi. E partiamo subito dal primo: è gratis. I conti li ha fatti Silvio
Boccalatte, che collabora al settore legislativo del gruppo Pdl in Regione e, insieme ai suoi amici dell'istituto
Bruno Leoni, è un ultrà dei risparmi pubblici e del liberismo. Boccalatte e Carlo Stagnaro farebbero passare
Milton Friedman e Antonio Martino per pericolosi keynesiani. Insomma, non accetterebbero mai un aumento
di spesa pubblica. Invece, con questa legge è tutto a posto. Perchè gli ospedali e le aziende sanitarie in
generale sono già provvisti di reti wireless a disposizione dei dipendenti. E, quindi, dare la password anche ai
ricoverati non comporta alcun aggravio di costi. Ma, è passando dalla prosa dei conti in tasca alle Asl e alle
aziende ospedaliere, alla poesia dei benefici per i ricoverati, che si trova il vero valore di questa legge.
Perchè internet, in corsia, ormai ha un valore anche superiore alla televisione e può accompagnare le
giornate dei ricoverati in maniera molto importante. E, quindi, quando si tratta di fare star meglio i malati, ogni
riforma è buona e giusta (così come lo è quella, proposta sempre da Matteo Rosso insieme al segretario di
Confartigianato Liguria Luca Costi per fornire alle malate oncologiche che non si possono permettere le
parrucche, idea sposata anche dalla dipietrista Maruska Piredda). In particolare, ribadisco, la rete - che non è
angelica, ma non è il diavolo - è ottima se riesce a fare star meglio i ricoverati e a rendere la loro degenza più
leggera e meno noiosa. Al Gaslini, ad esempio, vero polo di eccellenza genovese, le reti wi-fi libere sono la
normalità, non l'eccezione. E il modello del Gaslini deve essere seguito ovunque. Insomma, punto primo:
vigileremo sull'applicazione di questa legge. Punto secondo: esiste anche una buona politica (in questo caso,
bipartisan nell'approvazione) che fa buone leggi. Punto terzo: per cancellare la cattiva politica, il miglior modo
è saper riconoscere quella buona . Massimiliano Lussana segue da pagina 1
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
16
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L'iniziativa
27/12/2012
Avvenire - Ed. nazionale
Pag. 2
(diffusione:105812, tiratura:151233)
Diagnosi prenatale, l'eccesso che non conosce «spending review»
CARLO BELLIENI
' L Organizzazione mondiale per la sanità prescrive un'ecografia per gravidanza, il sistema sanitario italiano
tre, e le coppie italiane ne fanno 7-8 per gravidanza, secondo il più recente rapporto dell'Istituto superiore di
Sanità. Dato confortante perché segnala una alta cura della gravidanza? Forse sì, ma forse segnala anche
una ipermedicalizzazione di cui potremmo fare a meno. Nel Nord Europa le ecografie non sono così
frequenti. In Canada se ne fanno in media 3,1 e in Francia 5. Ma anche sul versante dell'amniocentesi il
record è italiano: qualche anno fa la Francia si preoccupava per avere il «record mondiale di amniocentesi»
avendo raggiunto l'11% delle gravidanze, contro il 5% inglese e l'1,7% americano. Oltralpe non sapevano che
in Italia si viaggia sul 20%. Sembra strano che in tempi di spending review su questi eccessi non vi sia una
sforbiciata; forse perché sarebbe estremamente impopolare dissuadere i futuri genitori dal correre a
individuare minime imperfezioni fetali (cosa che è ormai routine anche quando non ha finalità curative) o da
"richieste sociali", magari dispendiose, che vanno a rompere qualche supposto limite etico. Wohlfram Henn
ha scritto in un articolo intitolato Consumismo nella diagnosi prenatale : «L'abuso di test genetici per la
selezione fetale in base al sesso è già un grave problema. Ora nell'epoca della commercializzazione della
genetica umana, è banale pensare che nuove possibilità di selezione prenatale più sofisticate non agirebbero
secondo la legge della domanda e dell'offerta». Questo sguardo verso uno scenario futuro interessa anche il
presente. Perché, come recita un proverbio inglese, «per chi ha un martello, tutto diventa un chiodo»: l'alta
diffusione della diagnostica prenatale per ricercare anche malattie non curabili (e non letali) è davvero dovuta
a una richiesta delle donne o a una pressione sociale, per cui si fa - per routine - anche se non serve a
curare? E quando si scopre un'anomalia non curabile (e non letale), dove porta la pressione della "società
della perfezione"? La sociologa Carine Vassy, dell'Inserm di Parigi spiega in un suo studio recente che la
richiesta delle donne non è mai stata presa seriamente in considerazione per scegliere se far entrare o meno
la diagnosi prenatale nella routine in Francia. Insomma, il trend è in ascesa, i protocolli internazionali dicono
che si sta eccedendo, ma cosa si può di fronte all'ipermedicalizzazione della gravidanza (in cui il medico
sente la pressione di fornire ogni dettaglio del feto) e al dramma di una società imbevuta d'ansia, come quella
dei genitori che non permettono a se stessi di pensare che il figlio possa essere qualcosa meno che perfetto,
perché respirano un clima di competizione e di abbandono verso chi ha bisogno di un anche minimo aiuto?
La diagnosi prenatale curativa è un bene, ma l'eccesso in diagnosi prenatale è uno spreco di denaro, un
andare a braccetto tra medicina e leggi del mercato, un peso eccessivo accordato alla curiosità o, forse
soprattutto, all'ansia indotte dall'ambiente sociale. Questo succede quando in una società basata sulla
famiglia e sulla solidarietà - come era l'Italia fino a qualche decennio fa - vengono picconate le certezze fino a
farle crollare: non si accetta più nulla che non sia pianificato e che costi una fatica eliminabile. Ci si butta alla
ricerca di una medicina che - moltiplicando gli esami - cancelli le incertezze; ma aggiungere esami a esami
non sempre dà la risposta voluta, e qualche volta aggiunge incertezze a incertezze, mostra piccole
imperfezioni o anomalie non previste, che si potrebbero anche accettare o addirittura curare dopo la nascita,
ma che scoperte in "tempo utile" possono indurre in seria tentazione di rinunciare a quel figlio.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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GLI EDITORIALI LA GRAVIDANZA IPER-MEDICALIZZATA, UN'ANSIA ITALIANA
27/12/2012
QN - La Nazione - Livorno
Pag. 12
(diffusione:136993, tiratura:176177)
«Aumentano i rischi per chi ha bisogno di trasfusioni»
- CECINA - «NELLA LEGGE di Stabilità, votata ultimamente dal PDL-PD-UDC , tra le tante cose negative
sembra che sia stata introdotta la possibilità che sangue e prodotti emoderivati provenienti dagli Stati Uniti e
dal Canada, non avranno più bisogno dell'autorizzazione preventiva dell' Agenzia Italiana del farmaco (AIFA
), per essere importati nel nostro paese». Renzo Belcari, del circolo Cecina di Rifondazione impugna la legge
di stabilità e attacca: «Il rischio è di importare sangue prelevato in stati in cui è permessa la vendita,
specialmente dai ceti più poveri e disagiati. Alcuni anni fa proprio in Italia, scoprimmo che avevamo importato
sangue non controllato bene, infatti numerose persone, che avevano subito delle trasfusioni, furono infettate
dall' Hiv e dall'epatite, con drammi umani e sanitari inimmaginabili. Sembra , che dal 1990, in Italia gli
emoderivati siano quasi in regime di monopolio dall'azienda farmaceutica Kedrion (Lucca )».
RIFONDAZIONE chiede controlli: «Naturalmente più sangue compriamo dall'estero e più euro escono dall'
Italia e più ci indebitiamo. La Regione Toscana non dovrebbe essere sdraiata sulle politiche recessive e
liberiste dell'ex Governo di Monti. I cittadini, gli utenti, i volontari donatori non si meritano questo».
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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CECINA RIFONDAZIONE
24/12/2012
MF - Ed. nazionale - brasile-italia
Pag. 85
(diffusione:104189, tiratura:173386)
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Holdina Assut Europe Athena Atlantia Atom Atos Aurelia Avio Propulsione Aerospaziale Axcent tojmutYachts
aratti Di Eredi Inselviâ„¢ 3arillaGR Fratelli Bassi & Bellotti Bauce Tri.Ma Bausano E Fiali Bellinzoni Berna
Berco Between Bi.Esse Adesivi Bianchi Vendina GrouD 3ianco BideseimDianti Biemme Bialia Binda
Biodermol S.R.L Biolchim 3ÌD Business Intearation Blm Grouo 3omi Group 3ondioli S Pavesi 3onfialioli
Riduttori 3ottero fracco ìrado 3rembo Brevini Power Transmission Brm Buoro 3rovind Vibratori ìruno Lucchetti
Bruno Zanet 3ucci Industrie Julaari topnaiornp^CSTEneraie Rinnovabili 1F. Gomma ;oim ^ibleiettra Cabur
Calamari Carne Cancelli Automatici Smozzi Camparì Carel Casaopa PROV. WEBSITE www.adraxles.com
www.alpachem.com www.acmaad.com www.acotel.com www.acsdobfar.it www.adlerspa.com www.aebaroup.com www.aarati.it www.aarex.com www.aariflex.it wvm.aaustawestland.com www.alfaaraniti.it
www.alfaDarf.it www.aliaslab.net www.alitalia.it www.almavivaitalia.it www.altcommunication.it
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www.bellinzoni.it www.bemaarouD.it www.berco.com www.between.it www.biesseadesivi.it
www.bianchivendina.it www.bianco-spa.com www.bidese.it www.biemmeaiochi.com www.bialiaspa.it
www.bindaaroup.it www.biodermol.it www.biolchim.it www.biDpartners.com www.blmarouD.com
www.bomi2000.com www.bonfialioii.it www.bonfialioli.it www.bottero.com www.bracco.com www.brado.it
www.brembo.it www.brevini.it www.expo-exportora www.brovindvibratori.it www.brunolucchetti.it
www.brunozanet.com www.buccibrasil.com.br www.bulaari.com www.buonaiorno.com www.cetspa.it
www.cfaomma.com www.coimaroup.com www.cablelettra.it www.cabur.it www.calamari.it www.came.com
www.camozzi.it www.campan.com www.carel.com www.casaDDa.com RAGIONE SOCIALE IN BRASILE
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Merzario Do Brasil Ltda. Antolini Do Brasil - Pedras Naturais Apicom Do Brasil Ltda. A.G. Loaistics Do Brasil
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Brasil Armosia Brasil Ltda Arnea Brasil Ltda Aromitalia Do Brasil Artemide Do Brasil Ltda Chicco Do Brasil
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Màauinas Italianas Ltda. Atos Brasil Brandi Fazenda Sào Marcos Avio Do Brasil Forther Brasil Ltda Azimut
Do Brasil Baratti Brazil Barilla Do Brasil Ltda. Bassi & Bellotti Comércio De Màrmore Ltda Bauce Do Brasil
Ind. E Com. Ltda Bausano Do Brasil Com. Ima E Em Ltda. Bellinzoni Sud America S/A Berna Brasil Ltda.
Bercosul Ltda. Between Do Brasil Consultoria Ltda Biesse Do Brasil Ltda Bianchi Vendina Brasil Ltda Bianco
America Comércio Boart Service Do Brasil Biemme Do Brasil Ltda Vieira Màquinas Ltda. Binda Do Brasil
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Tutti gli italiani dall'A alla Z
24/12/2012
MF - Ed. nazionale - brasile-italia
Pag. 85
(diffusione:104189, tiratura:173386)
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Ati Brasil Sa Bonfialioli Do Brasil Ltda Bollerò Do Brasil Ltda Bracco-Essai Co., Ltd Rhodes - Divisao
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Lucchetti Do Brasil Marmi Bruno Zanet Bucci Do Brasil Ltda Bulaari Com. Jóias Ltda Buonaiorno Myalert
Brasil Ltda Indùstria, Comércio Ltda C.F. Gomma Brasil Ltda Coim Brasil Ltda Cable Do Brasil Ltda Cabur
Latin America Calamari-Tsi Tecnoioaia Ltda. Carne Do Brasil Ltda Camozzi Do Brasil Ltda. Camoari Do
Brasil Ltda. Carel Sud America Ltda Casappa Do Brasil Ltda SàoPaulo Santo Alfonso SàoPaulo Rio de
Janeiro CosmÓDolis _, Ibirité SàJosédosPnihais Sào Paulo Sao Paulo SàoPaulo Rio de ianeiro Serra Rio de
ianeiro Sào Paulo Sào Paulo Belo Horizonte Sào Paulo Vinhedo Serra Colombo Moema Rio de ianeiro
SàoPaulo Indaiatuba Rondonópolis Rio de ianeiro Paulfnia • Sào Paulo Belo Horizonte Sete Laaoas Osasco
Rio de ianeiro Rio do Sul Novo Hamburao Porto Aleare Costa Rica Rio de ianeiro Sao Paulo Itaiaf Sào Paulo
Novo Hamburao SàoPaulo Rio de ianeiro Curitiba Diadema Rio de ianeiro Pinhais Barueri Gaurulhos
CaraDina Serra Lorena SàoPaulo Franca Indianapolis Rio de ianeiro Gaurulhos Itapevi Caxias do Sul Sào
Bernardo do Campo Diadema Sào Paulo Braaanca Paulista Betim Limeira Uberlàndia SàoPaulo Espirito
Santo Vitoria Sào Paulo SàoPaulo SàoPaulo Barra do Garc.as Vinhedo Matozinhos Sào Paulo SàoPaulo
Indaiatuba Campinas Recife Atibaia STATO) WEBSITE SP RS SP RJ SP MG PR SP SP SP RJ ES RJ SP
SP MG SP SP SP ES PR SP RJ SP SP MT RJ SP SP se SP MG MG SP RJ se SP RS RS MS RJ SP se SP
RS SP RJ PR SP RJ PR SP SP ES SP SP SP SP SP RJ SP SP PR SP SP SP SP MG SP MG SP ES ES SP
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comoonenti Telecomunicazioni/IT Farmaceutico/Cosmetica Automotive Ambiente Macchinari e comDonenti
Alimentare/Aaroalimentare Chimico/Petrolchimico Aeronautico/Aerospazisle/Difesa Marmi e araniti
Chimico/Petrolchimico Informatica Loaistica Telecomunicazioni/IT Servizi Loaistica Macchinari e componenti
Telecomunicazioni/IT Marmi e araniti Automotive Loaistica Ambiente Edilizia/Architettura Mobili/Arredo
Macchinari e comDonenti Servizi Macchinari e comDonenti Macchinari e comDonenti
Alimentare/Aaroalimentare Prodotti per l'iaiene Eneraia Automotive Macchinari e componenti Macchinari e
componenti Automotive Loaistica Macchinari e componenti Macchinari e componenti
Alimentare/Aaroalimentare Aeronautico/Aerosoaziale/Difesa Servizi Nautico Eneraia
Alimentare/Aaroalimentare Marmi e araniti Macchinari e comoonenti Macchinari e componenti Marmi e araniti
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Macchinari e componenti Macchinari e componenti Servizi Mobili/Arredo Servizi Abbialiamento Marmi e
araniti Altro Macchinari e componenti Abbialiamento Chimico/Petrolchimico Servizi Servizi Macchinari e
componenti Loaistica Macchinari e comDonenti Macchinari e comDonenti Macchinari e componenti
Farmaceutico/Cosmetica Mobili/Arredo Automotive Automotive Mobili/Arredo Macchinari e comoonenti Marmi
e araniti Marmieqraniti Alimentare/Aaroalimentare Abbialiamento Servizi Eneraia Chimico/Petrolchimico
Chimico/Petrolchimico Macchinari e componenti Macchinari e comDonenti Macchinari e componenti
Edilizia/Architettura Automotive Alimentare/Aaroalimentare Macchinari e componenti Macchinari e
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Farmalab Ind. Oufmicas E Farm. Ltda. Chimica Edile Do Brasil Ltda Chromavis Do Brasil Cisabrasile Ltda Cit
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Brasil Ltda. Eltek Brasil Ind.Com. Coma Eletrom. Ltda Emak Do Brasil Ltda. Embassv Freiaht Do Brasil Ltda.
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Paulo SàoPaulo Itajaf Diadema Vitoria Belo Horizonte Juatuba SàoPaulo Sorocaba Ipoiuca Itatiba Vitoria,
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Paulo Sào Paulo. Belo Horizonte Santana de Parnaiba Sao Josedos Pinhais Itatiba (SP) Ibirité Blumenau
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de Janeiro SàoPaulo Caxias do Sul Sào Paulo Porto Aleare Sào Paulo Piracajù Sào Paulo Araraquara
Sapiranga(RS) Curitiba CajamarDSP Sào Paulo Caxias do Sul Campo Larao Rio de ianeiro
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Macchinari e componenti Macchinari e componenti Macchinari e componenti Macchinari e componenti
Macchinari e componenti Ambiente Macchinari e componenti Mobili/Arredo Chimico/Petrolchimico
Farmaceutico/Cosmetica Servizi Farmaceutico/Cosmetica Edilizia/Architettura Farmaceutico/Cosmetica
Ambiente Servizi Servizi Alimentare/Agroalimentare Marmi e araniti Automotive Automotive Automotive
Chimico/Petrolchimico Chimico/Petrolchimico Macchinari e componenti Mobili/Arredo Edilizia/Architettura
Automotive Macchinari e componenti Abbigliamento Abbigliamento Abbialiamento Macchinari e componenti
Mobili/Arredo Macchinari e componenti Macchinari e componenti Altro Macchinari e componenti
Telecomunicazioni/IT Alimentare/Aaroalimentare Macchinari e componenti Macchinari e componenti
Macchinari e componenti Logistica Macchinari e componenti Logistica Macchinari e componenti Automotive
Servizi Chimico/Petrolchimico Chimico/Petrolchimico Mobili/Arredo Logistica Mobili/Arredo Loaistica
Macchinari e componenti Abbigliamento Servizi Macchinari e componenti Mobili/Arredo Macchinari e
componenti Macchinari e componenti Energia Energia Automotive Chimico/Petrolchimico Altri Energia
Macchinari e componenti Automotive Automotive Eneraia Automotive Macchinari e componenti Servizi
Eneraia Eneraia Telecomunicazioni/IT Chimico/Petrolchimico Macchinari e componenti
Alimentare/Aaroalimentare Abbialiamento Macchinari e componenti Altro Ambiente Macchinari e componenti
Automotive Chimico/Petrolchimico Mobili/Arredo Alimentare/Aaroalimentare Alimentare/Aaroalimentare
Mobili/Arredo Mobili/Arredo Mobili/Arredo Altro Edilizia/Architettura Altro Logistica Alimentare/Aaroalimentare
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ìruppo Minerali ìruPDO Radici ìruppo Siac Gruppo Sistemi Grafici Desian Gruppo Waste Italia Gsa
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Brasil Ltda. Ids Brasil Itb Construcòes Ltda. Imf Brasil Ltda. Zoopas Industries Do Brasil Ltda Ive Do Brasil
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Brasil Italtecno Do Brasil Ltda Italtel Brasil Ltda. Italtractor Landrom Ltda. RhodesS/A Iveco Latin America
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SàoPaulo Salto Sào Paulo Sào Paulo Curitiba Laaoa Santa Santa Barbara d'Oeste Americana Novo
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RS SP SP RS SP RS SP se RS se SP MG SP RJ SP SP RJ SP MG MG www.idsbrasil.com.br www.itb.ind.br
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Serra SàoPaulo SP SP SP se SP MG ES SP www.kartell.it www.kemiatau.com www.lafabbricaonline.com.br
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www.landirenzo.com.br www.lati.com Macchinari e comoonenti Macchinari e componenti Macchinari e
componenti Macchinari e comoonenti Loaistica Macchinari e componenti Macchinari e componenti
Alimentare/Aaroalimentare Macchinari e componenti Loaistica Loaistica Altro Edilizia/Architettura Servizi
Mobili/Arredo Altro Abbialiamento Abbialiamento Macchinari e componenti Automotive Macchinari e
componenti Macchinari e componenti Marmi e araniti Marmi e araniti Loaistica Macchinari e comDonenti
Servizi Loaistica Automotive Macchinari e comDonenti Abbialiamento Macchinari e componenti Servizi
Eneraia Mobili/Arredo Alimentare/Aaroalimentare Macchinari e componenti Macchinari e componenti
Edilizia/Architettura Macchinari e componenti Telecomunicazioni/IT Macchinari e comDonenti
Edilizia/Architettura Macchinari e componenti Mobili/Arredo Mobili/Arredo Alimentare/Aaroalimentare
Macchinari e comoonenti Chimico/Petrolchimico Edilizia/Architettura Altro Alimentare/Aaroalimentare
Macchinari e componenti Macchinari e componenti Macchinari e componenti Eneraia Automotive Automotive
Edilizia/Architettura Macchinari e componenti Chimico/Petrolchimico Telecomunicazioni/IT Macchinari e
componenti Mobili/Arredo Automotive Loaistica Mobili/Arredo Farmaceutico/Cosmetica Servizi Macchinari e
componenti Farmaceutico/Cosmetica Macchinari e componenti Chimico/Petrolchimico Automotive
Automotive Macchinari e componenti Ragione Sociale avorwash azzeri S.S. eas .ecce Pen Corroanv edibera
ofra .onati .otto Sport Italia ovato Electric .uiai Lavazza uxottica Group rf&G Polimeri Italia rt.S. Ambroaio
Italia flaaazzini Del Caffè daaneti Marelli (aanetto Automotive Maicopresse 4aire Tecnimont Caletti GrouD
Januli Films tanaoni larceaaalia darìel larmi Orobici Graniti darposs fcs. Dveina And Rnishina tec3 Di ODtima
leccanotecnica Codoanese leccanotecnica Umbra ledia Motive leaadvne S.A.S. lep letal Work la licroelettrica
Scientifica Minerali Industriali Snerva liroalio ondial Marmi iondial Marmi ionnalisa lonteferro apoleon (B.C.G. )
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atuzzi eomobile ew Holland Italia ice ovotex Italiana).MAR. Obiettivo Lavoro Ocrim )cto Telematics Ifficina
Meccanica Imesa Officine Maccaferri Oqnibene - Obr )I-Ci )lifer-AcD lisa lltremare Omicron Industriale
Omnidecor )mD Omr Officine Rezzatesi Onda Communication Oraanizacion Polvani Orobica Plast-Gom
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Industriai E Comercial Ltda. Aaro Industriai Lazzeri S.A. Leas Industriai Ltda E.A.C. Lecce Pen Aaendas
Pombo Ledibera Ltda. Lofra Sud America Ltda Vianoni Do Brasil Ltda. Filon Confeccòes Ltda Lovato Electric
Do Brasil Ltda Lavazza Do Brasil Ind.E Com. Ltda Luxottica Do Brasi! Ltda M&G Fibras & Resinas Ltda M S.
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Maanetto Automotive Do Brasil Ltda MaicoDresse Do Brasil Ltda. Maire Tecnimont Do Brasil Maletti Cabo
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Milano Tecnica Industria E Comercio Ltda Marmi Orobici Do Brasil Ltda Marposs Aparelhos Eletronicos Ltda.
Mcs Do Brasil SA Mec3 Sorvetes E Confettarla Mat Brasil Mecanotecnica Do Brasil Indùstria Ltda. Mèdia
Motive Ltda. Meaadvne Do Brasil Ltda. MeD Brasil Metal Work Pneumatica Do Brasil Ma Exim Tecnica Ltda.
Microelettrica Do Brasil Ltda GruDDO Minerali Do Brasil Minerva Color Brasil Ltda. Miroalio Do Brasil Mondial
Marmi Do Brasil Import. Exoort. Serv. Mondial Marmi Do Brasil Import. Export. Serv. Lorena M. Industria E
Comercio De RouDa Ltda Monteferro America Latina Ltda Mta Brasil Ltda Abrasivos Dbt Ltda. ftalsofa
Nordeste Ltda. Neomobile Do Brasil Ltda Cnh Latin America Ltda. Peccinin Portòes Automàticos Industriai
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Ltda. Olifer Do Brasil S.A. Olsa Brasil Industria E Comercio Ltda. Oltremare Do Brasil Ltda. Omibra Omicron
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Brasile Omnidecor Do Brasil OmD Taalio Tecnoloaia Omr Componentes Automotivos Ltda Onda
Communication Do Brasil Viaaai Speciali Viaaens E Turismo Ltda Orobica Plast-Gom Do Brasil Ltda SiDcam
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Brasil Ltda. Radici Fibras Industria E Comércio Ltda. Redecam Ltda Fundicào Reaali Brasil Ltda Reaaiana
Redutores Do Brasil Ltda. Allevard Molas Do Brasil Ltda. Ind. E Com. Ltda. Retis Do Brasil Tecnoloaia Da
Informacào Ltda. Rina Brasil Servicos Técnicos Ltda Bermas Maracanaù Indùstria E Comércio De Couro
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RibeiraoPreto Vacarla Joinville Manaus SàoPaulo Pinhais Sào Paulo Rio de Janeiro Sào Paulo Sào Paulo
Sào José dos Camoos Viteria da Conquista Contaaem. Hortolàncfia. Mauà Porto Real Curitiba Belo
Horizonte Sào Paulo Curitiba Laaoa Santa Garuva Amia Serra Curitiba. Sào Paulo Arauia Sao José dos
Pinhais Sào Paulo SàoPaulo Sào LeoDOldo Sào Bernardo do Campo Barueri Carapicuiba Sào Paulo Vitoria
Macaùbas Belo Horizonte Cotia Aruià Caxias do Sul Simòes Filhò, Sào Paulo Sào Paulo Belo Horizonte
Limeira Araras Louveira Caxias do Sul Rio de ianeiro. Sào Paulo Sào Paulo SàoPaulo Novo Hamburao, Sào
Paulo Goiàna Caxias do Sul Sao José dos Pinhais Diadema Fortaleza Barueri SàoPaulo Joinville Sete
Laaoas Brasilia. Sào Paulo Sào Paulo Curitiba Uberaba FREGUESIA DO SAO PAULO Barueri Limeira
Vinhedo Ibirité Osasco Feira de Santana Sao Paulo Sorocaba Santo Andre SàoPaulo Vitoria Fortaleza
Pindamonhanaaba fi SP Sao Carlos (SP) Sào José dos Camoos Santa Cecilia Sào Paulo Moai Mirim
Piracicaba Moai-Mirim(SP) Sào Paulo Rio de Janeiro SàoPaulo. Pajucara Barueri Rio de Janeiro SàoPaulo
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Alimentare/Aaroalimentare Macchinari e componenti Altro Altro Mobili/Arredo Macchinari e componenti
Abbialiamento Telecomunicazioni/IT Alimentare/Aaroalimentare Abbialiamento Chimico/Petrolchimico
Macchinari e componenti Alimentare/Aaroalimentare Macchinari e componenti Automotive Macchinari e
componenti Edilizia/Architettura Mobili/Arredo Macchinari e comDonenti Automotive Macchinari e
comDonenti Marmi e araniti Marmi e araniti Automotive Macchinari e componenti Alimentare/Aaroalimentare
Automotive Macchinari e comDonenti Telecomunicazioni/IT Macchinari e comoonenti Macchinari e
comDonenti Automotive Macchinari e componenti Automotive Marmi e araniti Abbialiamento Abbialiamento
Marmi e araniti Marmi e araniti Abbialiamento Macchinari e componenti Automotive Edilizia/Architettura
Mobili/Arredo Telecomunicazioni/IT Automotive Macchinari e componenti Chimico/Petrolchimico Macchinari e
componenti Macchinari e comDonenti Servizi Macchinari e comDonenti Telecomunicazioni/IT Macchinari e
componenti Edilizia/Architettura Macchinari e comDonenti Macchinari e comDonenti Macchinari e
comDonenti Automotive Macchinari e componenti • Telecomunicazioni/IT Mobili/Arredo Macchinari e
comDonenti Macchinari e componenti Telecomunicazioni/IT Servizi Macchinari e componenti
Chimico/Petrolchimico Edilizia/Architettura Altro Macchinari e componenti Edilizia/Architettura
Alimentare/Aaroalimentare Loaistica Macchinari e componenti Automotive Mobili/Arredo Eneraia Macchinari
e comoonenti Servizi Marmi e araniti Macchinar: e comDonenti Automotive Automotive Abbialiamento
Macchinari e componenti Chimico/Petrolchimico Automotive Automotive Chimico/Petrolchimico Servizi
Nautico Chimico/Petrolchimico Macchinari e componenti Nautico Eneraia tosa Ermando tossirli S.A.I.
Idraulica S.I.T.I Impianti Termoelettici S.Or.M.A. Sabaf Sacma Limbiate Sacmi [mola Saeco International
Group Safe - Cna Tecnoloqy Safilo Safra Saioem Enerav Services Sait Abrasivi Salvadori Salvaanini Italia
Samo Divisione Samputensili Samola Beltina SantucciGroup Sata Socotherm Soaefi Soilmec Somacis
Somipress Metalli Iniettati Spal Sparco Stam Stark SteD Automotive Enaineerino Stm Stola Streparava
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Tecnofirma Technoaym Tecnoimpianti Tecnomaanete Tecnomatic Tecnord Teksid Tim Telecom Italia
Telecom Italiarkle TelesDazio Tellure Rota Tenax Tenova Terna Texon Italia Thermokey Tiesse Robot Torno
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Do Brasil Ltda Sacma Machinery Do Brasil Ltda. Sacmi Do Brasil Indùstria E Comércio Ltda.
Eletrodomésticos Saeco Do Brasil Ltda Safe Do Brasil Safilo Do Brasil Ltda. Brallcobrasil-Alluminium E Cobre
Ltda Saipem Do Brasil Ltda / Grupoo Eni Sait Abrasivos Ltda Salvadori Do Brasil Salvaanini Do Brasil Ltda
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SamDutensili Do Brasil Ltda. Sampla Do Brasil Ind. E Com. De Correias Ltda. Santucci Granitos Do Brasil
Sata Brasil Ltda. Socotherm Brasil Soaefi Filtration Do Brasil Ltda Soilmec Do Brasil Somacis S Cosmotech
Do Brasil Ltda. Somioress Do Brasil Ind. E Com. Ltda Spal Do Brasil Ltda Soarco Indùstria Ltda. Stam Do
Brasil Stark Do Brasil Ltda. Step Do Brasil Enaenharia Ltda. Stm Do Brasil Redutores Ltda. Stola Do Brasil
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S/A Tecnessenze Do BrasiTLtda Camoak Brasil Ltda Tecnofirma Do Brasil Ltda. Technoavm Do Brasil
Tecnoimpianti Do Brasil Ltda Tecnomaanete Brasil Tecnomatic Do Brasil Wt Lexton Indùstria Comércio E
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America Nautilus Ltda / Sparkle Brasil Telespazio Brasil S/A Tellure Rota Do Brasil Ltda. Takraf Do Brasil
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Transmec Overseas Brasil Ltda. Irmàos Coutinho Indùstria Couro S/A Trend Venezia Com E Distr Ltda A2e
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Jundiai Moai Mirim .Sào Paulo Duque de Caxias Sào Paulo Lauro de Freitas Rio de Janeiro Colombo Rio
dos Cedros Sào José dos Camoos Jundia! Bairro Sào Bento - Aruià Viteria Sumarè Pindamonhanaaba Sào
Bernardo do Camoo Barueri Sào Carlo Sào Paulo Sào Paulo Vila Mariana Sào Paulo Contaaem Sào Paulo
Belo Horizonte SETE Laaoas Sào Paulo Sào Paulo Rio Claro Tatuape' Belo Horizonte Sào Paulo, Rio de
Janeiro Campinas Sào Paulo Joinville Brasilia, Rio de Janeiro, Sào Paulo Valinhos Sào Jose dos Campos
Piracicaba Betim Curitiba Rio de Janeiro Rio de Janeiro Rio de Janeiro Guarulhos Serra Belo Horizonte Rio
de Janeiro Campo Bom (RS) Curitiba Itapecerica da Serra Sào Paulo Moema Caruaru Sào Paulo Sào Paulo
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componenti Macchinari e componenti Marmi e oraniti Mobili/Arredo Macchinari e componenti Automotive
Edilizia/Architettura Telecomunicazioni/IT Macchinari e componenti Macchinari e componenti
Aeronautico/Aerosoaziale/Difesa Macchinari e componenti Macchinari e componenti Automotive Automotive
Automotive Automotive Servizi Servizi Macchinari e componenti Macchinari e componenti
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www.timbrasil.com.br www.lanautilus.com www.telespazio.net.br www.tellure.com.br www.tenovaaroup.cpm .
www.tenaxbr.com.br www.terna.com.br www.botflex.com.br www.thermokey.com.br www.tiesserobot.it
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Alimentare/Aaroalimentare Macchinari e componenti Macchinari e comDonenti Altro Ambiente Macchinari e
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Pag. 85
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SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 4
(tiratura:40000)
«Serve un ministero della Salute forte»
Alla vigilia di un rinnovo di legislatura, il primo invito è quello di sciogliere con chiarezza e responsabilità i nodi
che hanno fortemente condizionato al ribasso la nostra Sanità pubblica. Sul profilo istituzionale le vicende di
questi ultimi anni hanno in varie forme dimostrato che il nostro Sistema sanitario costituzionalmente
universalistico e solidale, al netto di un federalismo con molte più ombre che luci, necessita di un ministero
della Salute con delega a funzioni e compiti di governo e di indirizzo chiari e sovraordinati ai poteri
organizzativi e gestionali delle Regioni. In coerenza al dettato costituzionale che, unico tra i diritti, definisce
come fondamentale quello alla salute, vanno altresì rideterminati gli ambiti di autonomia rispetto al ministero
dell'Economia, in quanto la definizione dei Lea e l'idoneo finanziamento degli stessi basato sulla fiscalità
generale, non può né deve essere una variabile dipendente dei conti pubblici, ovviamente al netto di sprechi
e inefficienze. In questa prospettiva potrebbe altresì essere utile rendere trasparenti e rintracciabili le tasse
pagate per finanziare il Ssn mediante una "fiscalità di scopo" progressiva; a livello regionale, così come
peraltro avviene attualmente, sarebbero consentite maggiorazioni di aliquote Irpef e/o compartecipazioni a
prelievi tributari o diretti sui cittadini entro ranges predeterminati, facendo così corrispondere la responsabilità
della spesa a quella del reperimento delle necessarie risorse. Su questa base di garanzia di sostenibilità dei
Lea è ragionevole e socialmente opportuno dare finalmente attuazione ai Fondi integrativi nella varie forme
possibili con prevalente indirizzo verso la protezione delle situazioni che richiedono cure a lungo termine. Sul
piano organizzativo-gestionale va fortemente ripensato il modello aziendalistico rimodulandolo sui fini sanitari
e su una diversa ricerca di relazioni con la complessità dei mondi professionali, a cominciare dai medici che
sono e restano determinanti nel garantire la sostenibilità etica ed economica del sistema. Occorre altresì
sviluppare un pensiero forte che porti a sintesi più efficaci le vecchie ma perduranti antinomie del nostro
sistema sanitario quali a esempio la continuità assistenziale tra cure specialistiche ospedaliere e cure
primarie, l'integrazione diffusa tra formazione, ricerca e assistenza universitaria rivisitata nei contenuti e nei
modelli operativi con la rete dei servizi sanitari pubblici, l'incontro cooperativo tra vecchie e nuove professioni
sanitarie nel rispetto delle competenze e delle responsabilità. Al futuro legislatore affidiamo infine il compito di
riformare i nostri Ordini professionali riprendendo il progetto legislativo bruciato sul filo di lana di questa
convulsa fine legislatura, ritenendolo un passaggio necessario e indilazionabile al fine di garantire uno
sviluppo della professione coerente ai grandi cambiamenti della medicina, della Sanità e del nostro Paese.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Amedeo Bianco (Presidente Fnomceo)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 4
(tiratura:40000)
«Coerenza tra entrate e uscite per la compatibilità»
Si rafforza l'impatto dei provvedimenti normativi e finanziari succedutisi dall'estate 2011 a oggi e
cominceremo a misurare il possibile scarto fra effetti attesi ed effetti reali. Verificheremo sul campo se la
sostenibilità è già problema dell'oggi o solo di prospettiva, per la prevedibile crescita dei costi, anche per
effetto dell'invecchiamento della popolazione e dello sviluppo tecnologico. Una preoccupazione reale, ma
anche enfatizzata per la consapevolezza della stretta finanziaria imposta dalla crisi nel quadro di scelte
europee e nazionali, quanto per considerazioni di merito non sempre puntuali e dimostrate. Troppi studiosi
sono propensi a valutare i sistemi sanitari in analogia con i sistemi previdenziali, enfatizzando gli effetti
dell'invecchiamento della popolazione. Fino all'esplodere della crisi economica e dei conti pubblici, il Ssn, con
una spesa complessiva e in percentuale sul Pil, più bassa dei grandi Paesi europei quanto della media dei
Paesi Ocse, ha garantito in buona parte del Paese buoni servizi, capacità di controllo della spesa e conti in
ordine con processi di innovazione ed efficientamento. Le innovazioni organizzative e gestionali sono
inevitabili e doverose per qualunque servizio sanitario che voglia affrontare le sfide di sviluppo, miglioramento
delle cure e governo della spesa. Non sono perciò in discussione le esigenze di riordino ospedaliero e
territoriale. Le riserve e le difficoltà riguardano tempi, modi e ricadute già oggi, e non solo per il futuro. La
ricerca della sostenibilità è quindi un dato già presente, e solo in parte legato alla compartecipazione.
Autorevolmente il Presidente della Repubblica ha rilevato come il nostro Ssn traduca al meglio il dettato
costituzionale e gli interventi che la crisi ha accelerato devono rispondere a due princìpi: selezione attenta
degli interventi di riduzione e contenimento della spesa, senza nulla togliere alla logica ispiratrice del sistema
sanitario nazionale e ai diritti dei cittadini; e chiedere ai cittadini in ragione della capacità economica effettiva.
Come coniugare i due princìpi? Sulla compartecipazione il ministro ha ragione a sostenere che l'attuale
impianto non reggerebbe l'urto di nuovi ticket, previsti a partire dal 1° gennaio 2014, senza il rischio di
espellere dal Ssn intere tipologie di prestazioni o accentuare gli aspetti di iniquità già presenti. Ma anche un
sistema doverosamente rivisto non risponderebbe alla sfida della compatibilità. Così come giuste ma
inefficaci sarebbero le misure per dare tutela ai cittadini, rispetto alla grande spesa privata già presente, con
mutualità integrativa. La compatibilità economico-finanziaria è frutto di coerenza tra entrate ed uscite; se
efficienza e innovazione devono vedere l'impegno di tutti, spetta alla politica dire con chiarezza quale idea di
Paese intende promuovere e con quali risorse. Il nostro Ssn risponde contemporaneamente all'art. 32 della
Costituzione e all'art. 3 «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che
limitano di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini». Spetta alle leggi ordinarie tradurre i princìpi e i valori
costituzionali in diritti esigibili. Diritti tanto più ampi, quanto più ampio è il tasso di eguaglianza e di solidarietà
di un Paese. Anche nei momenti di crisi.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Giovanni Bissoni (Presidente Agenas)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 4
(tiratura:40000)
«Il modello di aziendalizzazione va rilanciato»
Nessun passo indietro sulla scelta universalistica del nostro Ssn ma è necessario innovare e razionalizzare il
sistema. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha pungolato con queste parole il nostro Servizio
sanitario pubblico e allo stesso tempo ne ha riconosciuto i meriti, in occasione della presentazione dello stato
sanitario del Paese. Un'esigenza, quella di mantenere l'impianto generale del Servizio sanitario nazionale
coniugandolo con la necessità della sua sostenibilità economica, così come evidenziato sia dal capo dello
Stato che dal premier Mario Monti, che trova la più convinta adesione nella Federazione italiana delle
Aziende sanitarie e ospedaliere. Allo stesso tempo Fiaso è certa che una riflessione strategica sul Servizio
sanitario nazionale non possa prescindere da un rilancio del modello di aziendalizzazione che in questi anni
ha fatto più di un passo indietro. Quando non è stato addirittura messo in discussione, nonostante sia proprio
sulla cultura aziendale che occorre far leva se si vuole garantire un futuro al nostro sistema sanitario
pubblico. L'autonomia gestionale tipica del modello aziendale messa sempre più in crisi da norme o sistemi di
regolazione centrale (nazionale/regionale) è invece un fattore decisivo specie nei periodi di crisi perché
permette di combinare in loco i fattori produttivi (beni, servizi, personale...) nel modo più appropriato ed
efficiente. La possibilità di un'azienda sanitaria di operare in modo incisivo nella propria organizzazione può
aumentare in modo determinante il coinvolgimento e la motivazione del personale, migliorando il clima
organizzativo; anche questo risorsa fondamentale in tempi difficili. Pur in un quadro generale contraddistinto
da difficoltà, è indispensabile sviluppare la ricerca e l'innovazione nell'ambito del servizio sanitario al fine di
ricercare le soluzioni migliori per garantire accanto alla sostenibilità economica, la qualità dell'assistenza e
una adeguata risposta ai bisogni sanitari. Per questo Fiaso ha sviluppato laboratori di ricerca che hanno
messo a fuoco aspetti strategici del Servizio sanitario nazionale diffondendone i risultati a supporto delle
aziende sanitarie/ospedaliere e di tutti i soggetti coinvolti. Recentemente è avvenuto per i percorsi diagnostici,
terapeutici e assistenziali, per le patologie croniche, la Health Technology Assesment e, da ultimo, le reti
cliniche. Un modello di integrazione delle cure e organizzazione dei servizi che si sta diffondendo tra le
aziende sanitarie, consentendo al contempo di garantire maggiore qualità ed equità dell'accesso alle cure e
assicurare il miglior utilizzo delle risorse disponibili. Questo a riprova che innovazioni organizzative e una
spending review sviluppata da aziende più autonome, responsabili e competenti sul piano manageriale
piuttosto che tagli lineari danno maggiori garanzie per un sistema sostenibile e di qualità.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Valerio Fabio Alberti (Neopresidente Fiaso)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 4
(tiratura:40000)
«Riorganizzazione senza tagli lineari»
Prima di fare qualsiasi valutazione occorre guardare alle cifre per quello che sono: sulla base della Relazione
generale sulla situazione economica del Paese, la spesa sanitaria è pari al 7,1% del Pil, sostanzialmente
inalterata rispetto al 2010 e la spesa pro-capite relativa al 2010 ammonta a 2.282 euro contro i 3.337 della
Germania e i 3.058 della Francia. La spesa privata dei cittadini per la salute è di 32 miliardi di euro all'anno. A
fronte di una spesa così contenuta, rispetto ad altri Paesi europei, ulteriori tagli indifferenziati rischiano di
minare la qualità del nostro sistema salute che secondo i dati della Corte dei conti, contribuisce a produrre il
12% del nostro Pil. Non penso ci siano ricette, ma andrebbe attuata una reale spending review, cioè tagli che
entrino nel merito della spesa e non siano lineari, per evitare quello che sta accadendo con il taglio del 5%
degli appalti per beni e servizi, che finisce per colpire quelle Regioni che già avevano operato per una
centralizzazione degli acquisti. Costi già ridotti che perciò risultano ulteriormente incomprimibili, pena la
riduzione di pulizie, forniture pasti negli ospedali ecc. Il ministro Balduzzi ha più volte sottolineato: «Non è
giusto equiparare tagli, riorganizzazione e riduzione perché, se si chiude o si riconverte un ospedale, è per
dare migliori servizi 24h su 24 nel territorio». Il punto è che i tagli alle risorse sanitarie (che si assommano a
quelli fatti dall'ultimo governo Berlusconi), sono già operativi, mentre la riorganizzazione dei servizi sanitari
nel territorio e la riduzione del numero dei posti letto, richiede tempi più lunghi per essere attuata, senza
penalizzare la salute dei cittadini. Per questo occorre creare le condizioni per la ripresa della discussione sul
nuovo Patto della salute, non vedo altro modo per riuscire a concordare delle modalità per l'attuazione dei
tagli alla spesa che passi attraverso la presa d'atto delle diversità di condizioni fra Regione e Regione.
Parametri importanti sono anche il riferimento ai costi standard, all'informatizzazione del sistema (prevista nel
decreto sviluppo, approvato i giorni scorsi). Inoltre il taglio dei posti letto ospedalieri va realizzato
salvaguardando quelle strutture sanitarie che se pure con pochi posti letto svolgono un'attività altamente
specializzata, come la struttura di ricovero dei comi di Costa Masnaga Bg, mentre vanno favorite le
riorganizzazioni e le riduzioni di unità operative doppione o in eccesso, istituite in alcuni casi, per
accondiscendere a spinte clientelari. I piccoli ospedali che non danno più le garanzie di sicurezza vanno
chiusi o riutilizzati attraverso l'utilizzo della telemedicina per i luoghi difficilmente raggiungibili. Fondi
integrativi, sono utili se coprono almeno una parte dei costi che oggi le famiglie sostengono per l'assistenza ai
non autosufficienti e alle spese odontoiatriche. Occorre quindi un grande progetto di riforma che nasca però
dalla garanzia che si vuole mantenere l'ispirazione universalistica del nostro sistema pur operando per una
riqualificazione e il contenimento della spesa, inoltre va rilanciato il sistema degli investimenti e della ricerca,
senza questi non c'è un futuro né per la Sanità né per il Paese.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Fiorenza Bassoli (Pd, commissione Igiene e Sanità del Senato)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 5
(tiratura:40000)
«I medici al centro del sistema»
La Sanità fuori dalla crisi in cinque mosse e con alcune doverose premesse. Innanzitutto è miope pensare
che con i tagli lineari si producano risparmi strutturali, solo si fa cassa nel breve periodo, oltretutto con il
rischio di generare gravi conseguenze sul tessuto sociale del Paese (i cittadini allettati per terra al pronto
soccorso sono un esempio lampante di questa realtà, così come le lunghe liste di attesa). La vera sfida,
invece, è quella di rimodulare l'offerta dei servizi, vista la mutata domanda di salute per evitare sprechi e
inappropriatezza. Siamo coscienti della penuria di risorse, ma continuare sulla strada degli ultimi Governi non
porta da nessuna parte. Lo slogan: "Investire per risparmiare", è oggi più che mai di evidente attualità. Serve
una legge che garantisca i necessari automatismi per il governo clinico della Sanità. I medici devono essere
messi al centro del sistema. Uno dei buchi neri del settore, inoltre, è l'ingerenza perniciosa dei partiti, che
hanno costruito nelle aziende sanitarie e ospedaliere il "bancomat" dei favori e delle spese superflue. È bene
ricordare che in Italia per corruzione e clientelismo si perdono 70 miliardi l'anno. In questo contesto, sono
gravi le connivenze di alcuni sindacati ed è evidente il collateralismo con i Governi regionali e nazionale nel
varare progetti irrealizzabili (Balduzzi docet) e costosi o nel tacere negli sprechi e nel malgoverno della
Sanità. In questo senso, sarebbe opportuno rivedere anche le regole della rappresentanza istituzionale ma
anche il modello di relazioni sindacali per consentire una maggiore e più trasparente partecipazione della
categoria. Urgente, quindi, modificare il malinteso federalismo e togliere alle Regioni la competenza, di fatto
esclusiva, sulla Sanità. Precisato che il Servizio sanitario è ancora nazionale e non in balia di un'Armata
Brancaleone, possiamo indicare in alcune mosse come uscire dalla crisi. Primo: risparmiare. Tutto ciò che si
risparmia razionalizzando (posti letto, beni e servizi, centralizzazione delle spese... ecc.) deve essere
rinvestito in Sanità. Eliminazione di reparti doppioni e primariati inutili. Anche l'offerta del privato accreditato
va riqualificata e modulata in coerenza con quella pubblica. Secondo: territorio. Non si pensi a strutture
futuribili da costruire, oltretutto senza soldi, stile riforma Balduzzi, che scimmiottano gli ospedali, ma si punti
su ciò che già è presente sul territorio. È necessaria una riorganizzazione funzionale dell'offerta rispetto alle
nuove sfide della cronicità. Si potenzi la continuità assistenziale (con le 38 settimanali) e il 118 e la
specialistica. Sì anche all'associazionismo, ma si valorizzi la capillarità degli studi dei medici e pediatri di
famiglia. Terzo: semplificare. Si pensi a un unico contratto dei medici, dipendenti o convenzionati: si
declinino, quindi, le diverse funzioni, anche con forme giuridiche specifiche. In questo contesto è urgente
andare alla Convenzione del territorio (medicina generale, 118, specialisti ambulatoriali, pediatri), con ruolo e
accesso unico e tempo pieno. E pari diritti per tutte le figure professionali. Quarto: edilizia straordinaria. Gli
ospedali nuovi costano meno e sono più efficienti. Sì alla chiusura di strutture obsolete e costose. Cinque:
modernità. Puntare sull'integrazione socio-sanitaria per coprire una domanda di salute diversa, basata sulla
cronicità e l'invecchiamento della popolazione. Un'offerta adeguata di servizi, riduce gli sprechi.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Salvo Calì (Segretario generale Sindacato dei medici italiani-Smi)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 6
(tiratura:40000)
«Sulle nuove cure primarie è ora di passare ai fatti»
Alle condizioni attuali il Ssn non è più in grado di erogare le stesse prestazioni di un anno fa. Se continuiamo
così la non sostenibilità è sicura perché tra poco avremo superato la soglia oltre la quale il servizio non
riuscirà più a garantire le prestazioni in maniera universalistica. Siamo al confine. Le manovre di quest'anno
sono il colpo di grazia che ha definanziato il servizio, ma il Ssn non si sentiva molto bene anche prima del
definanziamento. Quello che è venuto al pettine non è tanto la quantità di denaro disponibile quanto il fatto
che l'organizzazione sanitaria ormai mostra gravemente la corda. Avevamo alcuni anni per prepararci e
rendere più efficiente il sistema: dobbiamo invece registrare una sfasatura tra il momento in cui è arrivata la
bomba e quello in cui abbiamo deciso di proteggerci. Era chiaro che lo spostamento dell'equilibrio verso le
cure primarie era necessario ma sono anni che viene soltanto annunciato. Ora è stato deciso tardivamente,
per di più in un momento di crisi, quando è difficile finanziarlo. Anche il riequilibrio delle cure ospedaliere è
stato annunciato da decenni ed è stato sempre attuato con grande timidezza: l'ospedale continua ad
assorbire troppe risorse. È evidente la sfasatura temporale: soluzioni come quelle del decreto Balduzzi,
applicate da alcuni anni, avrebbero consentito di avere cure primarie molto forti in grado di assorbire l'impatto
della riorganizzazione delle cure ospedaliere. Ora non abbiamo più tempo da perdere. Bisogna percorrere
tutto il processo che porta a un rafforzamento straordinario delle cure primarie. Il territorio deve diventare
pronto per accogliere la media intensità, per farsi carico dei pazienti che escono presto dall'ospedale e di tutti
quei processi di cura che oggi senza assistenza infermieristica e domiciliare e strumenti diagnostici avanzati
non possiamo curare sul territorio. Serve un percorso rapidissimo per fare incontrare le cure territoriali, che
sono più economiche se organizzate bene, e quelle ospedaliere, che diventano sempre più ad alta intensità.
Solo così si può pensare di occuparsi del 50-60% in più di condizioni che oggi il territorio non trattiene perché
non ha infermieri, non ha locali adatti, perché i medici ancora non si coordinano. Tutto questo va fatto entro
24 mesi e senza far finta che è a costo zero, ma dicendo chiaramente che ci vogliono risorse e che vanno
trovate con un'operazione di efficienza allocativa: non usando nuovi fondi, ma sancendo che tutto quello che
oggi siamo in grado di spostare va investito sul territorio e non usato per pagare i debiti.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Claudio Cricelli (Presidente Simg)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 6
(tiratura:40000)
«Spesa privata efficiente con i fondi integrativi»
Le parole del presidente del Consiglio Mario Monti sul rischio di sostenibilità del nostro servizio sanitario
nazionale hanno sollevato un polverone di allarmi e polemiche, tanto da indurre il primo ministro a tornare
subito sull'argomento, chiarendo che non è in discussione l'esistenza del Servizio sanitario nazionale ma,
appunto, la sua sostenibilità, minacciata dalla situazione economica e dalla crescita dei bisogni sanitari
espressi da una popolazione sempre più longeva. E per garantire questa sostenibilità è ovvio che si debbano
integrare le risorse, cosa che si può ottenere attraverso due canali: da una parte ampliando il ricorso al ticket,
anche con il nuovo metodo della franchigia; dall'altra sviluppando la Sanità integrativa, o meglio, i fondi
integrativi. Su quest'ultimo punto occorre essere chiari e pragmatici: già oggi i cittadini italiani spendono in
Sanità di tasca propria (out of pocket, per chi preferisce l'inglese) tra i 25 e i 30 miliardi all'anno. Una somma
ragguardevole che serve a pagare ticket, prestazioni private o, in quota minore, adesioni a forme
mutualistiche o assicurative. Sono certo che l'attenzione di Monti e del suo governo sia rivolta a rendere più
efficiente questa quota di spesa. Se queste risorse, infatti, venissero "messe a sistema", organizzandole
attraverso fondi sanitari integrativi, potrebbero davvero rafforzare il livello di garanzia sanitaria per gli utenti,
liberando il Servizio sanitario nazionale di parte del carico e contribuendo così alla sua reale sostenibilità. In
sostanza, si tratta di muoversi sul modello di quanto già realizzato da alcune categorie come i chimici, i
bancari, i giornalisti o i lavoratori del commercio, che possono contare su Casse che offrono servizi capaci di
integrare (non sostituire) l'offerta pubblica, come l'assistenza odontoiatrica, gli interventi per la non
autosufficienza e tutto ciò che non è compreso nei Lea. Non serve davvero a nessuno demonizzare i fondi
sanitari integrativi: una modesta spesa, che chi aderisce ai fondi sostiene preventivamente, garantisce di
mettersi al riparo da spese impreviste e gravose.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Angelo Lino Del Favero (Presidente Federsanità)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 6
(tiratura:40000)
«Il Ssn è un bene comune, tutto da riorganizzare»
Il punto fondamentale dal quale partire è chiaro: il nostro sistema universalistico secondo il quale ciascuno
con la fiscalità generale contribuisce in proporzione ai suoi averi e usufruisce delle prestazioni in base ai suoi
bisogni di salute è il modello più sostenibile possibile. Poi il servizio pubblico può avvalersi di un privato
accreditato con una programmazione appropriata e rigorosi controlli, e di fondi integrativi e non sostituivi per
ambiti scoperti come l'odontoiatria e la non autosufficienza. Sgombrato il campo dalla terapia mortale della
privatizzazione del sistema, più o meno mascherata e carsica, c'è però bisogno di medicine e di interventi
chirurgici. La prima prescrizione vitale è la scelta politica e non tecnica di un finanziamento sostenibile per
garantire le prestazioni essenziali (da rivedere essendo ferme al 2001), con i necessari e urgenti correttivi ai
tagli lineari (30 mld per il 2011-2015). Va inoltre disinnescata la bomba a orologeria dei 2 miliardi di ticket
aggiuntivi collocata nel Ssn dal Governo Berlusconi con il timer programmato per il 1° gennaio 2014. Il
principio attivo di un'altra medicina salva vita da prescrivere è l'integrazione, tra ospedale e territorio con il
riequilibrio dei ruoli, tra le diverse professionalità senza anacronistiche ghettizzazioni. Ma non c'è integrazione
senza informatizzazione, partendo dalla effettiva realizzazione della Sanità digitale. Un secondo principio è
l'uso appropriato delle risorse. La rete ospedaliera va ammodernata. Riqualificando strutturalmente e
funzionalmente i presidi necessari, evitando il modello del project financing dove il pubblico è costretto a
ripagare con interessi da usura il finanziamento iniziale del privato. Riconvertendo i cosiddetti piccoli ospedali
pericolosi per i cittadini e per chi ci lavora. La favola (senza risorse) raccontata da Monti e Balduzzi del
territorio h24 deve diventare reale alternativa all'ospedale anche per la diagnostica e la specialistica
ambulatoriale e con una Sanità d'iniziativa per prevenire e seguire le patologie croniche. Il sistema urgenzaemergenza non può più operare con precari o medici convenzionati, o essere utilizzato anche per le urgenze
minori - con il 118 al posto della medicina generale - a danno delle emergenze. In conclusione il nostro Ssn è
un bene comune prezioso da mantenere. Ma da riorganizzare, riconvertire e riqualificare.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Massimo Cozza (Fp Cgil medici)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 7
(tiratura:40000)
«Bisogna stanare gli sprechi, dai ricoveri ai dispositivi»
Per garantire la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale servono soluzioni urgenti che puntino a
razionalizzare le risorse, riducendo gli sprechi, e non all'istituzione di nuove tasse. A esempio, nel 2011, in
Italia sono stati eseguiti 400mila interventi programmati. Per razionalizzare la spesa pubblica, in quasi tutti gli
Stati del mondo, il paziente viene ricoverato la mattina stessa. Nel nostro Paese la Regione più virtuosa è il
Friuli, dove il paziente viene ricoverato 0,6 giorni prima, nel Lazio 2,3 e poi si arriva alla Calabria con oltre
cinque giorni di anticipo. Ogni notte passata in più negli ospedali senza una reale esigenza ci costa circa
1000 euro. Intervenendo, potremmo risparmiare un miliardo di euro all'anno. Vanno eliminate anche le
prescrizioni di accertamenti diagnostici non necessari. In un recente sondaggio della Società italiana di
chirurgia, infatti, il 78% dei chirurghi che hanno risposto ha sostenuto di aver fatto ricorso alla medicina
difensiva, prescrivendo esami inutili, solo per il timore di essere trascinato in tribunale. Pensiamo poi
all'acquisto di dispositivi medici. In alcune zone d'Italia, a esempio, una protesi per l'anca viene pagata anche
2.575 euro, in altre 284 euro. Una differenza dell'806% che genera sperperi inaccettabili. Per questo è
necessario prevedere l'obbligo per ogni azienda sanitaria di pubblicare online nel dettaglio i costi sostenuti
per l'acquisto dei materiali. Questo provvedimento dovrebbe permettere ai cittadini e alle autorità un maggiore
controllo sull'operato dei dirigenti. Che dire poi dei reparti inutili? Penso ai 35 reparti di emodinamica del Lazio
di cui solo 6 attivi h24, o alle 20 cardiochirurgie della Lombardia. In Molise per esempio ci sono due
neurochirurgie per 250mila persone quando le indicazioni scientifiche internazionali affermano che ne occorre
una ogni milione e mezzo di abitanti. Per non parlare dei cinque centri per il trapianto del fegato che a Roma
l'anno scorso hanno eseguito in totale solo 98 trapianti contro i 137 dell'unico centro che opera nella città di
Torino. Un'ulteriore razionalizzazione dei costi si otterrebbe chiudendo le strutture sanitarie piccole, non in
linea con norme e parametri nazionali e internazionali, migliorando al contempo i servizi di assistenza
territoriale e le reti di soccorso stradale ed elisoccorso, in modo da rispondere con interventi rapidi ed efficaci.
I piccoli ospedali che hanno meno di cento posti letto sono poco sicuri, in particolare quelli senza la presenza
ventiquattro ore al giorno della figura dell'anestesista-rianimatore. Si tratta quasi sempre di presìdi non
sufficientemente attrezzati, dove di frequente una persona affetta da gravi patologie viene ricoverata per poi
essere trasferita altrove, rischiando di subire gravi complicanze o di perdere la vita durante il trasporto.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Ignazio Marino (Senatore Pd)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 7
(tiratura:40000)
«Una gestione inadeguata ai progressi della scienza»
Il diritto alla salute oggi è minacciato non solo dai pesanti problemi finanziari, ma anche perché i modelli
sanitari si stanno dimostrando inadeguati rispetto ai progressi della medicina e alle trasformazioni sociali. Il
sistema delle cure, basato su una cultura sostanzialmente invariata, mostra non pochi limiti organizzativi,
economici e culturali e i costi che ne derivano, all'inizio solo finanziari ma progressivamente anche sociali,
divengono insostenibili. Se i modelli non si adeguano al cambiamento, si verifica un problema di regressività.
Questo fattore, più ancora della crescita della spesa, è causa di antieconomicità e di un conflitto tra diritti e
risorse che, se gestito come una mera variabile delle politiche di bilancio, rischia d'esplodere. Non basta più
contenere la spesa sanitaria, ormai è evidente la necessità di un rinnovamento riformatore, che si traduce
nella capacità di combinare due ordini di cambiamenti: quelli che riguardano alcune strategiche questioni
sanitarie (meccanismo di finanziamento, governance del sistema, modelli aziendali, responsabilizzazione del
cittadino); i cambiamenti che interessano alcune nevralgiche questioni della conoscenza e della pratica
medica e sanitaria. La sfida che ci troviamo ad affrontare è quella di generare valore con le risorse disponibili,
puntando al rispetto di due princìpi cardine: qualità della risposta sanitaria al bisogno di salute, ed equità di
accesso ai servizi e alle cure per tutti i cittadini. I tempi di realizzazione del progetto di riforma che stiamo
portando avanti sono necessariamente contingentati: i punti chiave della riorganizzazione del sistema, che
indicheranno anche la rimodulazione dei posti letto a livello regionale, saranno approvati entro fine anno
insieme alla Legge Finanziaria regionale, mentre la definizione degli specifici percorsi di riforma, che
riguarderanno nel dettaglio la Sanità territoriale e l'approvazione del nuovo Piano sociale e sanitario integrato
regionale, si concretizzeranno nei primi mesi del 2013. Per trovare la necessaria mediazione tra diritti e
risorse, dobbiamo perseguire obiettivi di pertinenza dei modelli e di appropriatezza delle prestazioni, perché
quando i modelli sanitari sono adeguati, pertinenti e coerenti nei confronti dei cittadini, lo sono anche nei
confronti dell'economia. Ciò significa nuovi modi di essere, nuovi comportamenti professionali, nuove culture
della salute e della cura.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Luigi Marroni (Assessore Diritto alla salute Toscana)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 7
(tiratura:40000)
«È il definanziamento che ha generato mostri»
Il servizio sanitario è finanziato dalla fiscalità generale con circa 1.850 euro pro capite: una somma che
qualsiasi assicurazione privata considererebbe insostenibile per il proprio bilancio se dovesse garantire i Lea
che vengono garantiti in Italia dal sistema pubblico. E come è arcinoto l'Italia spende meno dei più importanti
Paesi europei. Perciò la discussione che si è sviluppata intorno alla presunta eccessiva costosità del sistema
sanitario è fuorviante e fa nascere preoccupazioni diffuse, perché potrebbe nascondere il trasferimento sui
bilanci familiari di una parte dei costi ora a carico del bilancio pubblico, con la conseguente sterilizzazione
dell'art. 32 della Costituzione. Il dibattito di queste settimane ha fondamento se viene declinato alla luce delle
criticità che il sistema presenta dopo i tagli mostruosi avvenuti dal 2008 in poi e che comportano il pericolo di
scaricare sui cittadini la caduta di efficienza e di efficacia del sistema di offerta pubblica, a causa del definanziamento dei Lea, del blocco dei contratti del personale, dell'azzeramento dei finanziamenti per gli
investimenti nonché delle misure drastiche di riduzione della spesa imposte dai piani di rientro. La questione
della svolta rispetto al de-finanziamento si impone come priorità dell'agenda del prossimo Governo, avendo la
consapevolezza che controlli più severi debbono essere messi in campo per ridurre fino a eliminare le aree di
spreco e di inappropriatezza. Non è stata una bella pagina di politica sanitaria quella vissuta poche settimane
fa in occasione dell'approvazione del decreto Balduzzi allorché la risorta maggioranza Pdl-Lega-Udc ha
cancellato le norme che prevedevano la revisione del prontuario farmaceutico e nuove procedure per
accedere a farmaci efficaci e meno costosi. Inoltre vanno proseguite con più decisione operazioni di riordino
ed efficientamento del sistema, fermo restando il principio che l'obiettivo dei risparmi è imposto dalla enorme
pressione per l'allargamento dei livelli essenziali di assistenza, primo fra tutti il tanto atteso intervento nel
campo della non autosufficienza. E inoltre vanno riconvertiti i modelli organizzativi fondati sulla prevalente
produzione di prestazioni in modelli fondati sulla continuità assistenziale e sull'integrazione fra Sanità e
assistenza, perché più efficaci e meno costosi. Per favorirne la diffusione è indispensabile realizzare la
riforma delle cure primarie anche attraverso le nuove formule organizzative che ampliano la presenza del
medico di medicina generale. Insomma il sistema sanitario italiano abbisogna di ordinaria manutenzione, non
di stravolgimento dei princìpi fondamentali di universalità ed equità.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Margherita Miotto (Deputata Pd)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 7
(tiratura:40000)
«Basta disinvestire: bilancio civilistico per le Asl»
Nell'ultimo anno si è avuta una forte ripresa dell'azione del Governo centrale in materia di politica sanitaria,
orientata in tre direzioni principali: riduzione della spesa sanitaria pubblica, che di fatto avviene con un taglio
lineare alle Regioni, aumentando tra l'altro il divario con Paesi comparabili con il nostro Servizio sanitario
nazionale come quelli di Francia e Germania, che investono in sanità quasi due punti di Pil in più; tentativo di
migliorare governance e efficienza delle Asl e delle aziende ospedaliere pubbliche. L'intenzione è
apprezzabile, ma sia gli interventi su acquisizione di beni e servizi (di difficile realizzazione) sia quelli sulla
selezione di manager e primari (sostanzialmente di tipo formale) sembrano insufficienti per realizzare un
cambiamento efficace; tentativo di ridurre l'area ospedaliera e specialistica a vantaggio dell'assistenza
primaria. Viene adottato un indice di 3,7 per mille abitanti, per i posti letto ospedalieri fra i più bassi d'Europa,
con un taglio ancor maggiore ai posti letto privati accreditati e con il ritorno ai modelli di programmazione
ospedaliera rigidi e centralistici degli anni 60. Il potenziamento dell'assistenza di base, territoriale e
domiciliare è però senza risorse economiche e l'efficacia è tutta da dimostrare. Infine si tenta di comprimere
la mobilità interregionale dei pazienti, mentre l'Unione europea sta aprendo alla mobilità sanitaria
internazionale. Il Ssn universale e solidaristico è in crisi, e occorre per salvarlo invertire la rotta e avviare una
vera grande riforma, i cui punti essenziali sono: arginare il disinvestimento in Sanità ritornando a finanziare in
modo sostenibile il sistema. Un buon compromesso sarebbe ripartire dai costi standard costruiti secondo
criteri economici rigorosi; rendere efficiente la rete di Asl e aziende ospedaliere aumentando il livello di
autonomia e responsabilità, a partire dal bilancio civilistico, per arrivare a farne delle vere aziende; potenziare
la rete ospedaliera e di specialistica ambulatoriale, pubblica e privata, ritornando al pagamento a prestazione
con tariffe uguali per tutti corrispondenti ai costi reali; riorganizzare l'assistenza primaria, collegandola
fortemente con la specialistica, con le post-acuzie, con la residenzialità socio-sanitaria e le cure domiciliari;
istituire un'agenzia veramente indipendente e imparziale che controlli l'intero sistema, pubblico e privato.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Gabriele Pelissero (Presidente Aiop)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 8
(tiratura:40000)
«Devono essere cambiati i paradigmi di assistenza»
Il nostro pensiero e orientamento si esprime in un verbo: cambiare. Siamo convinti, guardando le cose "da
dentro", che per la sostenibilità il sistema debba cambiare i paradigmi organizzativi e assistenziali che hanno
strutturato le modalità di risposta ai bisogni e problemi di salute dei singoli e della collettività. Modalità di
risposta disallineate rispetto all'andamento demografico, epidemiologico, economico e culturale. L'approccio
e la risoluzione ai casi acuti o altamente complessi che richiedono interventi di particolare specificità sia di
tipo diagnostico interventistico, sia di tipo tecnologico e assistenziale deve svilupparsi in ospedali di livello
alto, impostati su cicli di operatività h24 e collegati a una rete ospedaliera di livello medio e a setting territoriali
diversificati. La rete ospedaliera deve essere coerente alla casistica rilevata nel bacino d'utenza indicato e
dotarsi di un'organizzazione delle degenze che superi la logica del posto letto "inchiodato" sulla disciplina
clinica per muovere, invece, verso una gestione "terza" dei posti letto, utilizzando il criterio allocativo
dell'intensità di cura e della complessità assistenziale. In tal modo dovrebbero favorirsi aumento del turnover
paziente/posto letto, diminuzione dell'intasamento dei pronto soccorso, di barelle o di letti in corridoio,
contenimento di costi, razionalizzazione dei processi organizzativi e ottimizzazione pertinente degli infermieri,
degli operatori coinvolti nell'assistenza e delle altre professionalità sanitarie. Ma ancora, la rete ospedaliera
dovrà essere strettamente interrelata alla rete dell'assistenza primaria e a setting territoriali intermedi e
domiciliari, che garantiscano continuità di cura e assistenza, assistenza infermieristica, sorveglianza
qualificata e strutturata associata alla preparazione all'eventuale domiciliarietà, follow up e quant'altro di
necessità con appropriatezza e consapevolezza del mutato bisogno legato alla mutata demografia ed
epidemiologia. L'offerta sanitaria, evoluta e cambiata, dovrà ridisegnarsi anche mettendo in discussione gli
attuali perimetri professionali e integrando i percorsi formativi dei futuri (accademia) e attuali operatori sanitari
(formazione permanente). Per dare sostenibilità al sistema serve un contro-bilanciamento organizzativo e
assistenziale che richiede profondi cambiamenti del sistema salute. Noi siamo pronti a sostenere con le
nostre competenze, idee e progetti di cambiamento, della equità e della solidarietà intergenerazionale.
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Annalisa Silvestro (Presidente Collegi Ipasvi)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 8
(tiratura:40000)
«Maggiore appropriatezza cancellando gli sprechi»
Le recenti dichiarazioni di Napolitano e Monti sulla sostenibilità del sistema sanitario pubblico hanno avuto il
merito di riportare all'attenzione del mondo politico e dell'opinione pubblica il tema dell'invecchiamento della
popolazione. Un fenomeno estremamente positivo ma che costituisce da tempo un campanello d'allarme per i
costi crescenti che comporta per il welfare organizzato secondo l'attuale modello. Si tratta di un problema da
affrontare con determinazione ed equilibrio. In Italia la spesa sanitaria è inferiore di circa il 15% in termini pro
capite rispetto agli altri Paesi europei. Secondo il Fondo monetario internazionale solo alcune Nazioni, tra cui
Italia e Danimarca, sono riuscite a ridurre l'impatto previsto al 2030 della spesa legata all'età sui futuri deficit.
La strada tracciata è quindi quella giusta, ma bisogna continuare l'opera di riforma, impiegando in modo
appropriato le risorse, risparmiando ed eliminando gli sprechi. L'Italia non spende troppo in Sanità, ma
spesso spende male. Intervenire per contenere la spesa sanitaria pubblica (che nel 2011 è scesa al 7,1% del
Pil dal 7,3% del 2009), è necessario, senza però continuare a penalizzare la farmaceutica che nell'ultimo
anno è stata colpita da 4 provvedimenti penalizzanti. La spesa farmaceutica è cresciuta dal 2006 al 2011 del
2%, molto meno rispetto al totale della spesa sanitaria (+10%) e degli altri beni e servizi (+17%). Ed è
diminuita nel 2011 del 4%, mentre quella per gli altri beni e servizi è cresciuta dell'1,8%. Alle preoccupazioni
autorevolmente espresse dai presidenti Napolitano e Monti è quindi necessario rispondere intervenendo
altrove, con una maggiore assistenza territoriale, perché accelerare il processo di razionalizzazione della rete
ospedaliera oggi si può. A cominciare dall'attivazione di nuove forme di organizzazione dei servizi sul
territorio per le cure intermedie e di lungo termine. Bisogna poi dare impulso alla Sanità integrativa.
Soprattutto attraverso i fondi negoziali che nascono dalle Relazioni industriali. Il nostro settore si avvale del
Faschim, fondo di assistenza sanitaria integrativa, che prevede il contributo del lavoratore e delle aziende,
rimborsa i ticket al 100% e parte delle prestazioni private, eroga diarie per i ricoveri nel Ssn e riconosce una
rendita per la non autosufficienza. Anche in questa area la farmaceutica conferma la propria vocazione
innovativa, mostrando quale sia la via da seguire per garantire in futuro la sostenibilità del Ssn.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Massimo Scaccabarozzi (Presidente Farmindustria)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 8
(tiratura:40000)
«Servono più investimenti e rilancio di produttività»
È ingannevole la tesi che il Ssn sia fatalmente destinato a diventare finanziariamente insostenibile. Con
questo approccio si finisce prima o poi per accettare la nascita di una Sanità italiana a due velocità: per i
cittadini abbienti e per tutti gli altri. La causa indicata come principale è la prospettiva dell'invecchiamento
della popolazione. Il che è vero in senso astratto; ma è proprio una Sanità riorganizzata e tecnologicamente
avanzata che può modificare lo scenario negativo, contrastandone l'aspetto pericoloso per i conti pubblici:
l'alto tasso di malattie croniche nelle persone anziane. Adeguati investimenti in prevenzione,
modernizzazione delle terapie e cambiamento degli stili di vita sono l'unico rimedio per attenuare
radicalmente gli effetti dell'allungamento della vita in condizioni qualitativamente sempre migliori. La verità è
che la Sanità italiana ha bisogno di investimenti in risorse finanziarie e umane per modernizzare la rete
ospedaliera, realizzare la continuità assistenziale sul territorio, sviluppare la Sanità elettronica e l'assistenza
domiciliare, togliere la gestione ordinaria e le nomine di manager e primari dalle mani della politica,
valorizzare il ruolo di tutto il personale sanitario, estendere lo spazio dei fondi integrativi, rivedere la
ripartizione di competenze tra Stato e Regioni, perseguire con decisione l'appropriatezza nella pratica medica
e chirurgica e la trasparenza negli acquisti degli enti sanitari. Le imprese fornitrici di tecnologie mediche,
protagoniste del grande progresso della medicina e fattore di sviluppo per il Paese, ritengono che non si
debbano disperdere le posizioni di eccellenza conquistate dall'Italia nella cura delle persone, titolo di civiltà,
come ha ricordato recentemente il Capo dello Stato. Per questo obiettivo sono pronte a dare il massimo della
collaborazione, a condizione che cessino le scelte penalizzanti, assunte dall'attuale e dal precedente
Governo e culminate nella spending review di quest'anno. Ma già iniziano a considerare il mercato italiano
poco attraente e troppo inaffidabile in termini di certezza delle regole. Il Ssn costa già oggi molto meno della
media europea, anche se è vero che non spendiamo in modo ottimale, perché rimangono sacche di spreco e
inefficienze, specie in alcune Regioni, per cui si impone un processo di razionalizzazione, per il quale
Assobiomedica è disposta a un confronto che auspichiamo avvenga quanto prima.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Stefano Rimondi (Presidente Assobiomedica)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 8
(tiratura:40000)
«Ripensare il federalismo e riorganizzare i Lea»
La Sanità italiana non è il pozzo senza fondo che molti si ostinano a descrivere. L'Italia è il Paese dell'Oecd
dove la tutela della salute assorbe la minore spesa globale, sia pro capite che in relazione al Pil, associata a
lusinghieri esiti clinici, un paradosso del nostro Ssn, di cui dovremmo essere orgogliosi. E occorre respingere
al mittente la falsa alternativa tra aumento di tasse e calo di servizi, il che tra l'altro è esattamente quanto sta
oggi accadendo simultaneamente alla Sanità pubblica. Per salvare il soldato Ssn e il suo patrimonio, etico e
sociale, occorre intervenire su più fronti: 1) Delineare chiaramente il percorso politico, organizzativo e
culturale per rendere possibile l'individuazione del necessario equilibrio ospedale-territorio attraverso
strategie chiare per una efficace messa a sistema di diverse modalità assistenziali. La componente
ospedaliera del sistema ha perso in 10 anni oltre 70mila posti letto ma il territorio è rimasto vuoto di entità
organizzative accessibili h24 in grado di soddisfare le esigenze dei cittadini nonché di pratiche di misurazione
e valutazione delle attività. 2) Ripensare il federalismo, per porre rimedio ai limiti di gestione delle aziende, ai
ritardi di programmazione regionale, alla crescita delle diseguaglianze. 3) Affrontare il passaggio per la cruna
dell'ago del rapporto con i medici. Una politica di contenimento dei costi che non voglia ridurre qualità,
accessibilità ed equità del sistema sanitario richiede una modifica delle procedure cliniche e quindi del
comportamento dei medici, anche per evitare meccanismi opportunistici e distorsivi connaturati nel sistema di
finanziamento e nella stessa cultura aziendalistica. Il processo di aziendalizzazione è al capolinea e occorre
ripartire riconoscendo che anche la efficienza e la ottimizzazione dei costi scaturiscono dalla applicazione di
conoscenze e valori professionali di diretta derivazione clinica. Non si salva il sistema delle cure se non si
salva chi quelle cure è chiamato a erogare. 4) Rileggere i Lea alla luce delle evidenze scientifiche e della
appropriatezza clinica e organizzativa reclutando a questo obiettivo le intelligenze professionali e
considerando medici e dirigenti sanitari "attori di salute" e non banali fattori produttivi, in controcorrente. 5)
Una riforma vera, un progetto organico in cui definire finanziamento, assetto istituzionale, governance,
formazione, ruolo dei professionisti, sicurezza delle cure. Nessuno come i medici vede limiti, difetti,
inefficienze e anche clientele e malaffare che inquinano il mondo della Sanità. Ma occorre evitare pregiudizi e
ideologismi strumentalizzati da interessi che vedono la Sanità come un mercato. La lotta agli sprechi,
comprese corruzione e invadenza pervasiva della politica, non può rimanere ai margini di una discussione
sulla Sanità che interroga la democrazia e mette in gioco la stessa idea di società, comunità, coesione
sociale, esigibilità di un diritto alla salute che, uno e indivisibile, non può essere declinato in base al Cap o al
reddito.
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Costantino Troise (Anaao-Assomed)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 8
(tiratura:40000)
«La sostenibilità del sistema passa per il territorio»
La sostenibilità economica del sistema Italia è un obiettivo prioritario per il Paese e lo rimarrà
indipendentemente da quale sarà l'evoluzione politica dei prossimi mesi. Il Servizio sanitario nazionale è uno
dei capitoli più onerosi del bilancio nazionale e la Sanità è un tema molto sentito dai cittadini. Tanto più
pressante in un Paese che invecchia e nel quale i cittadini hanno sempre meno risorse da spendere per
curarsi e di tale tendenza sono consapevoli e preoccupati. Il contenimento della spesa pubblica comporta la
razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale per evitare il collasso del sistema. È urgente combattere gli
sprechi nelle strutture pubbliche denunciati anche dalla stessa Corte dei Conti, la disorganizzazione
sperimentata dai cittadini che talora ci porta a ritenere di serie B una Sanità che, invece, sono convinta sia tra
le migliori al mondo. Tra gli interventi necessari penso alla chiusura di alcuni piccoli ospedali che alla
collettività costano più di quel che danno, alle strutture arretrate che sopravvivono con costi elevati e a quelle
innovative e sottoutilizzate. Fino al paradosso della macchina ipertecnologica che langue per mesi nei
sotterranei di un grande ospedale perché... manca l'assistenza tecnica per mettere una vite. È successo. Nel
processo di trasferimento di attività dagli ospedali al territorio, le farmacie possono dare un contributo
importante e avvicinare ai cittadini le prestazioni del Servizio sanitario nazionale, perché costituiscono una
rete di elevata professionalità, capillare sul territorio e integrata con il sistema sanitario. I tagli che riducono
costantemente l'assistenza farmaceutica rallentano lo sviluppo nelle farmacie di quei nuovi servizi che sono
necessari alla territorializzazione della Sanità, come riconosciuto dal Parlamento e dal Governo che li hanno
previsti e normati. La prenotazione in farmacia di visite e esami, il pagamento dei ticket, il ritiro dei referti, i
test di autodiagnosi e di prevenzione sono servizi utili al cittadino ma la maggiore novità prevista è
l'assistenza domiciliare integrata. Le farmacie potranno, in sinergia con medici e altri operatori, dare un
proprio contributo al trattamento di quei pazienti fragili, anziani che vivono soli, agevolando in tal modo la loro
permanenza a casa ed evitando l'ospedalizzazione. Per sviluppare questo nuovo modello di assistenza, che
rende più sostenibile il Servizio sanitario nazionale elevandone la qualità, la farmacia di prossimità può
svolgere un servizio adeguatamente remunerato con la conseguenza di notevoli risparmi per le aziende
sanitarie rispetto ai costi attuali e maggiore sicurezza per l'individuo anziano. In questo contesto sono urgenti
nuove regole per le farmacie, a cominciare da un nuovo criterio di remunerazione, irrinunciabile per la
sostenibilità delle farmacie, duramente provate dalle politiche di razionalizzazione, elemento fondamentale
per garantire la sostenibilità del servizio e dal rinnovo della convenzione farmaceutica, ormai scaduta da anni.
SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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Anna Rosa Racca (Presidente Federfarma)
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 10
(tiratura:40000)
Ospedali, intesa a rischio
Niente fuori sacco la scorsa settimana per il regolamento sugli standard ospedalieri. Le Regioni hanno detto
no perché non c'è stata alcuna apertura dell'Economia sul testo proposto sulla riorganizzazione della rete
ospedaliera e nessuna apertura soprattutto del Governo sui 600 milioni che dovevano "rientrare" per il 2013
nella legge di stabilità. Il tutto è quindi rinviato al 27 dicembre in una sessione straordinaria della StatoRegioni. Sempreché prima i governatori abbiano avuto l'incontro richiesto con Monti. Ma la mancata intesa è
nell'aria - con il rischio che da lì parta il conto alla rovescia per i trenta giorni prima dell'approvazione d'ufficio
del testo originario - soprattutto dopo con l'ufficializzazione da parte dei governatori delle condizioni legate
alle modifiche messe a punto dalla commissione Salute (v. Il Sole-24 Ore Sanità n. 46/2012): «Pur rilevando
che le modifiche apportate (quelle del testo consegnato dalla Salute il 12 dicembre: v. Il Sole-24 Ore Sanità n.
47/2012) vanno nella direzione di una maggiore flessibilità, si evidenziano in particolare alcune questioni
fondamentali» per l'intesa. Prima condizione è differire «al 30 giugno 2013 i termini per la presentazione del
provvedimento di programmazione» regionale previsto dal regolamento. Le Regioni poi chiedono di inserire
all'articolo 1 la previsione che per ridurre i posti letto il calcolo si allarghi e consideri quelli medi delle strutture
di ricovero pubbliche ed equiparate, l'attività delle cliniche, il day hospital ma anche il nido, il pronto soccorso,
le sale operatorie, l'ospedalizzazione domiciliare e i nati immaturi. Il valore di riferimento dei posti letto
standard sarà aumentato per le Regioni con mobilità attiva grazie al calcolo dei posti letto equivalenti. La
soglia per l'accreditamento dei privati si dovrà abbassare a 60 posti letto per acuti che possono essere
raggiunti anche con "forme associative e consortili". Ancora riscritto il comma 4 del decreto, già integrato dal
ministero. Prima di tutto la classificazione delle strutture ospedaliere terrà conto di quanto scritto nell'allegato
tecnico con la modifica del tetto di riferimento per l'accreditamento dei privati. Ma anche per gli standard delle
singole discipline, si dovranno considerare i criteri epidemiologici, di specificità e accessibilità del territorio e
l'integrazione tra le discipline dovrà avvenire secondo i modelli dipartimentali e per intensità di cura. Gli
standard che riguardano sicurezza, privacy, sostenibilità energetica e così via, dovranno essere applicati
secondo le previsioni della legge 189/2012 che li lega alle risorse recuperate dal programma di edilizia
sanitaria. E per la chirurgia ambulatoriale, gli standard indicati varranno solo «in prima applicazione». Per il
calcolo dei posti letto per mille abitanti le Regioni ribadiscono il loro metodo. Si fa riferimento alla popolazione
pesata in base ai criteri utilizzati per il calcolo del costo standard per l'assistenza ospedaliera e il numero dei
posti letto per mille abitanti è incrementato per le Regioni con saldo attivo di mobilità interregionale in questo
modo: si calcola il costo medio per posto letto; per il costo medio viene diviso il saldo di mobilità attiva
secondo il valore finanziario dei ricoveri (mobilità 2013), individuando il numero di posti letto equivalenti
utilizzati per la mobilità dei pazienti. Sono considerati equivalenti ai posti letto ospedalieri quelli di
residenzialità presso strutture sanitarie territoriali per i quali le Regioni hanno un costo giornaliero pari o
superiore a un valore soglia uguale alla tariffa regionale giornaliera per la giornata di lungodegenza. Fanno
eccezione quelli per le cure palliative e la terapia del dolore, la salute mentale e la riabilitazione intensiva. ©
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SCENARIO SANITA' NAZIONALE - Rassegna Stampa 27/12/2012
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STOP DALL'ECONOMIA
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 10
(tiratura:40000)
Tagli: scontro Balduzzi-Regioni
Solo 8 miliardi per la Salute, oltre 30 per i presidenti che chiedono un incontro a Monti
Botta e risposta di fine anno tra ministro e Regioni la scorsa settimana sulla spesa e la sostenibilità del
sistema: «La Sanità italiana negli ultimi 10-15 anni ha avuto le movenze di un cavallo un po' bizzarro che alla
fine, però, ha dimostrato di essere domabile», ha sostenuto Renato Balduzzi in una conferenza stampa di
fine anno in cui la tesi è stata che il minor finanziamento per il 2014 sarà di 8 miliardi (13,8 nel triennio)
perché quel che conta è ciò che c'è di meno anno per anno. «Con questi tagli il Ssn non è sostenibile» ha
replicato il presidente dei governatori Vasco Errani. «L'ammontare complessivo dei tagli effettuati dalle
manovre e dagli interventi finanziari negli ultimi anni ammonta, per il periodo 2012-2015, a poco meno di 30
miliardi», ha precisato. E l Regioni hanno chiesto la scorsa settimana un incontro urgente a Mario Monti
proprio su sanità e trasporto locale. Secondo Balduzzi l'obiettivo delle ultime manovre non è stato quello di
ridurre risorse, ma di puntare «sulla capacità del sistema di auto-controllarsi. Anche avendo però buone
performance, il nostro sistema sanitario può migliorare. Ci sono infatti margini di inefficienza e spreco ancora
aggredibili», ha detto il ministro. Mettendo insieme spending review e legge di stabilità «siamo ancora secondo Balduzzi - dentro una sostenibilità del Ssn. A condizione però che gli strumenti che sono stati
individuati siano utilizzati». «Il 2013 potrà portare degli ulteriori problemi che saranno affrontati, ma in un
quadro di condivisione tra Governo e Regioni», ha detto Balduzzi. «Quello che noi, in questo momento
difficile cerchiamo di fare, - ha aggiunto - è riuscire a resistere. È una sfida importante, non è una passeggiata
quello che si chiede alle Regioni e alle aziende sanitarie e ai professionisti della Sanità. Ne siamo
consapevoli». A fare i conti è stato Filippo Palumbo, capo del Dipartimento programmazione e ordinamento
del Ssn del ministero, secondo il quale nel 2014 il minore finanziamento per il Ssn è di 8 miliardi. Questa
cifra, ha spiegato, deriva dalla sommatoria di varie manovre: la legge di stabilità e i decreti 95 e 98. Tale
definanziamento atteso comprende anche la cifra di due miliardi affidata all'ipotesi di nuovi ticket aggiuntivi.
Per il 2013 invece, ha proseguito Palumbo, «il minor finanziamento atteso è di 5,6 miliardi». È «evidente - ha
commentato - che si tratta di una sfida difficilissima che può essere vinta solo se si incentiva una piena
collaborazione tra lo Stato e le Regioni; ci vuole cioè forte sintonia tra governo centrale e Regioni». Ma i conti
non tornano ai governatori, secondo i quali, appunto, i tagli delle manovre ammontano, per il periodo 20122015, a poco meno di 30 miliardi. «Un quadro - ha commentato Errani - che mette in serio rischio servizi
fondamentali per i cittadini. Questo scenario la Conferenza delle Regioni lo ha illustrato e ribadito in tutte le
sedi istituzionali, in modo unanime». L'allarme delle Regioni è quello di raggiungere, per la prima volta nella
storia, un decremento del Fondo sanitario nazionale 2013 di circa un miliardo. «Senza considerare che
questa situazione si aggraverebbe nel biennio 2014-2015 - ha aggiunto Errani - mantenendo lo stesso Fondo
inferiore al livello del 2012. Occorrono da parte di tutti responsabilità e impegno per assicurare la tutela del
diritto alla salute che è e resta uno dei fondamentali princìpi costituzionali. Solo così è possibile consentire,
come è indispensabile, la ridefinizione del nuovo Patto per la salute. Diversamente - ha concluso Errani - non
ci sarebbero le condizioni». Ma Balduzzi non si è fermato all'analisi della spesa. Lea, pronto l'aggiornamento.
Il ministro infatti ha rilanciato l'aggiornamento dei Lea su cui, ha detto «siamo alle battute finali e stiamo
ultimando i testi che dovrebbero consentire il raggiungimento di questo obiettivo atteso da anni». Ma senza
esclusioni nette: ci saranno soprattutto gradi di assestamento per alcune patologie, come quelli già effettuati
a esempio per cataratta e tunnel carpale, assistibili solo in regime ambulatoriale. E tra quelli eventualmente
aggiunti potranno esserci Lea già descritti in provvedimenti poi non approvati come, a esempio, l'epidurale
per il parto indolore. La questione ticket. Questione bollente invece quella dei nuovi ticket da 2 miliardi previsti
nella manovra Tremonti e che secondo le previsioni dovranno scattare dal 2014. «Confermo il mio giudizio
sulla non sostenibilità per il sistema del quasi raddoppio dei ticket» ha detto Balduzzi. L'incremento «non
sarebbe sostenibile per molti cittadini neppure dal sistema. Si finirebbe con il favorire il ricorso da parte di
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Gli effetti delle manovre al centro di un botta e risposta di fine anno tra ministro e governatori
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molti cittadini alle prestazioni del mercato privato, aumenterebbe la disomogeneità sul territorio del servizio».
Per questo, secondo il ministro, bisogna pensare «a una alternativa che faccia proprio il monito del
presidente della Repubblica: chi ha di più paghi di più. Comunque - ha concluso - elaboreremo un documento
politico e di indirizzo da lasciare alla valutazione dei nuovi decisori politici nel corso del 2013». Secondo
Balduzzi le alternative «sono più d'una», ma in generale «qualsiasi sistema di compartecipazione» dei
cittadini alla spesa sanitaria «ha bisogno, a monte, di un meccanismo più forte, più sicuro, per garantire la
fedeltà fiscale e sanitaria delle dichiarazioni e delle autodichiarazioni». Altrimenti, ha ammonito Balduzzi,
senza strumenti certi di contrasto all'evasione, «verrebbe paradossalmente rovesciato qualsiasi effetto di
equità» di una compartecipazione legata al reddito. Come la franchigia, una delle ipotesi al vaglio con varie
sfumature per l'applicazione per evitare i ticket in agguato dal primo gennaio 2014. Paolo Del Bufalo ©
RIPRODUZIONE RISERVATA Dinamica del finanziamento del Ssn a carico dello Stato (valori in milioni)
Copertura del fabbisogno finanziario al lordo della medicina penitenziaria 2011 2012 2013 2014 2015 A a
carico del bilancio Stato 107.923 110.512 112.393 116.236 119.856 in percentuale del Pil nominale 6,83%
6,81% 6,75% 6,78% 6,78% % incremento finanziamento a legislazione vigente risp. all'anno precedente
2,23% 2,40% 1,70% 3,42% 3,11% 1) Riduzione livello finanziamento per manovra personale e farmaceutica
di cui al Dl 78/2010 + Manovra decreto legge 98/2011 -1.018 -1.732 -3.100 -5.450 -5.450 B Totale copertura
fabbisogno a carico del Bilancio dello Stato, al netto effetto riduttivo prodotto dal Dl 78/2010 e dal Dl 98/2011
106.905 108.780 109.293 110.786 114.406 2) Ulteriori risorse per Opg e regolarizzazione stranieri al netto
visite fiscali 81 115 115 115 C Totale copertura fabbisogno sanitario a carico del Bilancio dello Stato di cui
alla lettera B al lordo ulteriori risorse 108.861 109.408 110.901 114.521 3) Riduzione livello di finanziamento
da art. 15 Dl 95/2012 (Spending review) -900 -1.800 -2.000 -2.100 D Totale finanziamento a cui concorre lo
Stato dopo il Dl "Spending review" 107.961 107.608 108.901 112.421 in % del Pil nominale 6,77% 6,65%
6,46% 6,35% 6,36% % incremento finanziamento a legislazione vigente risp. all'anno precedente 1,27%
0,99% -0,33% 1,20% 3,23% 4) Riduzione livello di finanziamento Ddl stabilità 2013 -600 -1.000 -1.000 E
Totale finanziamento a cui concorre la Stato dopo il Ddl stabilità 2013 107.008 107.901 111.421 in % del Pil
nominale 6,43% 6,30% 6,30% % incremento finanziamento a legislazione vigente risp. all'anno precedente 0,88% 0,83% 3,26% Dati Pil 2011 2012 2013 2014 2015 Pil nominale (in milioni di euro correnti) 1.580.220
1.622.375 1.665.018 1.714.013 1.767.398 Incremento % rispetto all'anno precedente del Pil nominale 1,74%
2,67% 2,63% 2,94% 3,11% Incremento % rispetto all'anno precedente del Pil reale 0,40% -1,20% 0,50%
1,00% Fonte: ministero della Salute
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Non convenzionali, formazione secondo linee-guida
Agopuntura, fitoterapia e omeopatia sono "atti medici" e come tali di esclusiva competenza del medico
chirurgo e dell'odontoiatra. Che potranno esercitarle previa iscrizione in elenchi distinti per disciplina, istituiti
presso gli Ordini provinciali. La premessa è, fase transitoria a parte, aver seguito un iter formativo almeno
triennale, organizzato da "soggetti pubblici o privati accreditati". È questo in soldoni il contenuto del
documento "Regolamentazione per l'esercizio dell'agopuntura, della fitoterapia e dell'omeopatia da parte dei
medici e dei chirurghi e odontoiatri", elaborato dal Gruppo tecnico interregionale sulle medicine
complementari in collaborazione con il ministero della Salute e già approvato dal Consiglio nazionale della
Fnomceo. La Commissione Salute ne ha ottenuto l'inserimento all'ordine del giorno della Conferenza delle
Regioni e delle Province autonome, in vista del perfezionamento di un accordo. La premessa da cui muove il
testo messo a punto dai tecnici è la tutela della libertà di scelta dei cittadini e di quella di cura del medico e
dell'odontoiatra, «entrambe fondate su un rapporto consensuale informato, sul rispetto delle leggi dello Stato
e dei princìpi della deontologia professionale». L'obiettivo è individuare (v. tabella) i criteri e i requisiti minimi e
uniformi sul territorio nazionale dei percorsi formativi idonei a qualificare i professionisti che esercitano tali
attività. «Una qualificazione che non definisce a sua volta una riserva di attività», si chiarisce nella premessa
alle linee guida, ma «ha la finalità di consentire ai cittadini di tutelare la propria salute, senza oneri aggiuntivi
per lo Stato». Barbara Gobbi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il provvedimento in pillole Definizioni
Agopuntura: metodo diagnostico, clinico e terapeutico che si avvale dell'infissione di aghi metallici in ben
determinate zone cutanee per ristabilire l'equilibrio di uno stato di salute alterato. Fitoterapia: metodo
terapeutico basato sull'uso delle piante medicinali o di loro derivati ed estratti, opportunamente trattati, che
può avvenire secondo codici epistemologici appartenenti alla medicina tradizionale oppure anche all'interno
di un sistema diagnostico-terapeutico sovrapponibile a quello utilizzato dalla medicina ufficiale. Omeopatia:
metodo diagnostico e terapeutico, basato sulla "legge dei simili", che afferma la possibilità di curare un
malato somministrandogli una o più sostanze in diluizione che, somministrate in dosi ponderali in una
persona sana, riprodurrebbero i sintomi rilevanti e caratteristici del suo stato patologico Elenchi dei medici
Vengono istituiti presso gli Ordini provinciali dei medici e degli odontoiatri gli elenchi, distinti per disciplina, dei
professionisti esercenti agopuntura, fitoterapia e omeopatia. Per la valutazione dei titoli necessari alla
iscrizione di detti elenchi, gli Ordini istituiscono specifiche commissioni di esperti Il percorso formativo I corsi
di formazione in agopuntura, fitoterapia, omeopatia dovranno essere di almeno 400 ore di formazione teorica,
cui si aggiungono 100 ore di pratica clinica, di cui almeno il 50% di tirocinio pratico supervisionato da un
medico esperto. La durata dei corsi non può essere inferiore a 3 anni; l'obbligo di frequenza deve "coprire"
almeno l'80% delle lezioni. Gli insegnamenti di tipo generale non dovranno superare il 20% del monte ore
complessivo di formazione teorica. La Fad eventualmente inserita nella programmazione didattica non dovrà
superare il 30% delle ore di formazione teorica. Sono previsti il superamento di un esame teorico-pratico al
termine di ogni anno di corso e la discussione finale di una tesi. L'attestato di conformità rilasciato alla fine del
corso dai soggetti pubblici e privati accreditati alla formazione consentirà l'iscrizione agli elenchi degli esperti
delle singole discipline Gli obiettivi formativi generali Conoscenza dei princìpi fondamentali per disciplina e
degli approcci terapeutici che la contraddistinguono; aspetti della relazione medico-paziente e con i sistemi
sanitari; relazione tra la disciplina e il metodo clinico della medicina ufficiale, analizzando le indicazioni, i limiti
di ogni trattamento, i suoi effetti collaterali e le interazioni con la medicina ufficiale; capacità di raccogliere e
analizzare gli elementi emersi durante la consultazione con il paziente, fondamentali per la scelta del
trattamento più idoneo; apprendimento della semiologia e semeiotica propria di ciascuna disciplina che
implichi procedure e criteri di valutazione peculiari; conoscenza dei modelli di ricerca di base, sperimentali e
clinici delle singole discipline ovvero la individuazione e rappresentazione degli esiti; conoscenza delle
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IL DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE SALUTE
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previsioni legislative e deontologiche in materia; individuazione e utilizzo degli indicatori di efficacia, di costobeneficio e di rischio-beneficio
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
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«Un modello avanzato che aiuta la razionalizzazione dei costi»
Dalla riorganizzazione dell'offerta alla cronicità: ecco le sfide da affrontare
L'effetto reale sui costi non è ancora stimato. Ma che le reti cliniche abbiano un impatto virtuoso sulla spesa
sanitaria ne è convinta Fiaso. «Si tratta di un modello relativamente nuovo - dice il neopresidente Valerio
Fabio Alberti - e abbiamo raccomandato di misurarne l'impatto sulla cassa. Di sicuro però queste sinergie a
distanza tra "periferia" e "centro" consentono di mantenere un'elevata qualità delle prestazioni sanitarie senza
appesantire il capitolo dei costi, in primis le voci per il personale». Presidente Alberti, perché allora nelle
Regioni con i bilanci in rosso questo modello è ancora poco diffuso? Innanzitutto va detto che alcune Regioni
del Nord sono tradizionalmente più organizzate e offrono standard più evoluti. E in realtà il modello
organizzativo della rete può attecchire più facilmente su un terreno già evoluto. Quindi nel Centro-Sud, dove
si concentrano le maggiori difficoltà di bilancio e inefficienze organizzative, non sorprende di trovare meno
realtà che si sono organizzate grazie alle sinergie. Le reti possono rappresentare tuttavia un utile strumento
per la razionalizzazione dei costi anche nelle Regioni alle prese con i Piani di rientro. Ma questo nuovo
modello come si coniuga con l'esigenza di riorganizzare l'offerta sanitaria, per esempio nel Lazio con il Piano
Bondi? La programmazione dell'offerta sanitaria va affiancata alla costruzione delle reti cliniche. Faccio un
esempio: in una realtà non lascio attiva un'unità operativa di pneumolgia ma collego il presidio pneumologico
con la rete pneumologica di un'area più vasta. Venendo al tema del giorno, quello della sostenibilità del
Sistema sanitario nazionale, lei ha sottolineato la necessità di rilanciare il modello di aziendalizzazione. Quali
sono stati in questi anni i punti di forza e quali i punti di debolezza? Negli ultimi dieci anni, dobbiamo ricordare
che in Italia la spesa sanitaria è cresciuta meno che negli altri Paesi Ocse. Questo significa che
l'aziendalizzazione ha funzionato e ha portato un contributo importante. Ora però, con un ritorno a forme di
centralismo nazionale e regionale, motivate dalle esigenze di contenimento della spesa, è venuta meno
l'autonomia gestionale. E il binomio autonomia-responsabilità è andato un po' in difficoltà. Noi invece diciamo
che in un momento di crisi serve ritornare all'autonomia, a condizione che si portino i risultati. Stiamo
parlando di un modello perfetto o perfettibile? In che cosa si può migliorare? Insomma, i manager sono
culturalmente attrezzati per fronteggiare la crisi? Bisogna spingere molto sulla formazione dei manager
sanitari perché migliorare i servizi con meno soldi è un'impresa che richiede un management di spessore e
molto qualificato. Però tra le abilità auspicabili c'è anche la capacità di dialogare e interagire con i
professionisti, quindi con la componente clinica. Se non sai coinvolgere i professionisti, le reti non decollano.
L'altro aspetto centrale è il buon rapporto con le istituzioni locali: basti pensare all'integrazione sociosanitaria
e alla gestione della cronicità e della non autosufficienza che richiedono una fortissima interazione tra le
aziende e la comunità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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VALERIO FABIO ALBERTI, NEOPRESIDENTE FIASO
25/12/2012
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Il Piano Bondi taglia 1.000 posti letto per gli acuti
È frutto «di uno stringente lavoro di confronto e fattiva collaborazione con i direttori (generali delle aziende
sanitarie, ndr)», dice un comunicato di Palazzo Chigi del 17 dicembre che annuncia il Piano del Lazio per il
potenziamento della rete territoriale e di riorganizzazione della rete ospedaliera pubblica, messo a punto dal
Commissario straordinario alla Sanità regionale Enrico Bondi che però lo lascerà in eredità al prossimo
Governo della Pisana. Il restyling della Sanità laziale è però stata disegnata e l'iter di approvazione sarà
concluso entro il 31 dicembre, nonostante la pioggia di critiche che sta suscitando tra sindacati e lavoratori
del settore. La razionalizzazione voluta dal supercommissario è sorretta da due pilastri: il taglio dei posti letto
per acuti (il Piano prevede tre posti acuti per 1.000 abitanti) di circa 1.000 unità e l'impegno a incrementare
fino a 6.000 (2.500 nel 2013 e altri 3.500 entro il 2015) i posti «destinati a dare risposta alle persone non
autosufficienti, agli anziani, a persone affette da disabilità, nonché a pazienti terminali anche oncologici». La
rete territoriale. «Gli interventi prioritari per riequilibrare il sistema dell'offerta sanitaria regionale - spiega la
nota - prevedono la riorganizzazione e riqualificazione dei servizi ospedalieri e il potenziamento dell'offerta
territoriale (a oggi carente e distribuita in maniera non omogenea sul territorio regionale), con particolare
riguardo all'area metropolitana». Il Piano di Bondi si concentra, nello sviluppo dei servizi sanitari, sull'offerta
per «il crescente bisogno di salute, soprattutto nell'area della cronicità e della non autosufficienza, in una
situazione socio-demografica caratterizzata dal progressivo invecchiamento della popolazione e dal
consequenziale incremento delle patologie correlate all'età». I 6.000 nuovi posti letto attivati in tempi distinti
sono però strettamente legati al Piano di rientro della Regione Lazio. Il Piano infine prevede il rafforzamento
dell'assistenza domiciliare «con l'obiettivo di raggiungere entro il 2015 il soddisfacimento dell'intero
fabbisogno regionale». La rete ospedaliera. Questa sezione del Piano contiene la "scure" sui posti letto per
acuti. E infatti vi si dice che è prevista «sulla base degli standard ministeriali definiti da Agenas, che riducono
al massimo a tre per mille abitanti il numero di posti letto per acuti, una concentrazione delle medie e alte
specialità e un'aggregazione efficiente dei punti di offerta al fine di rafforzare le eccellenze». La
riorganizzazione di Bondi punta anche a consolidare «la dotazione dei posti letto ordinari nei presidi con
pronto soccorso, incrementando complessivamente i posti letto di terapia intensiva, di osservazione breve e
di medicina d'urgenza». Lo scopo «è decongestionare progressivamente l'area dell'emergenza e garantire un
trasferimento tempestivo dei pazienti dal pronto soccorso al posto letto in reparto, come richiede la migliore
prassi assistenziale». Novità anche per le realtà intorno a Roma: via alla realizzazione a Latina del Dea di II
livello (già prevista nel decreto 80 e non ancora completata); l'incremento dei posti letto ordinari degli
Ospedali di Civitavecchia, Frascati, Latina, Formia, Frosinone; il mantenimento dei posti letto ordinari degli
Ospedali di Viterbo e Rieti. Adesso il Piano Bondi sarà presentato alle parti sociali e poi sottoposto all'esame
del Tavolo di verifica dei Ministeri affiancanti per l'attuazione del Piano di rientro. Secondo il Governo però si
annuncia come un progetto valido perché «oltre a consentire la riqualificazione dell'offerta assistenziale,
presenta buone prospettive di raggiungimento del pareggio di bilancio tra il 2014 e il 2015, a condizione che
l'attuazione avvenga in modo graduale nel corso del prossimo triennio e che i Piani operativi vengano
approntati sin dai primi mesi del 2013». Intanto il ministro Balduzzi rassicura: «Nel Lazio ho dato indicazione
al commissario Bondi di trovare sempre un equilibrio fra il necessario rigore e il sostegno alle tante
eccellenze che ci sono nella Sanità laziale. Confido che questa indicazione sia seguita». Ma la situazione
nelle strutture sanitarie laziali non accenna risolversi. Al Cto, per esempio, i lavoratori - riuniti in assemblea
permanente - attendono ancora di conoscere le proprie sorti. Flavia Landolfi © RIPRODUZIONE RISERVATA
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LAZIO
25/12/2012
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La longevità del pacemaker
Con i dispositivi di nuova generazione meno sostituzioni e più risparmi
L'utilizzo di defibrillatori e pacemaker caratterizzati da maggiore longevità potrebbe garantire al Ssn risparmi
che - a seconda del tipo di dispositivo utilizzato e dunque in relazione alla situazione clinica del paziente
impiantato - oscillano dal 20 al 40% a fronte peraltro della riduzione dei rischi connessi alla necessità di
reimpianto. Il dato è emerso mercoledì scorso in occasione del convegno organizzato a Roma promosso
dalla Federazione Associazioni Regionali degli Economi e Provveditori della Sanità (Fare), dall'Associazione
italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (Aiac) e dalla Società italiana di Farmacia clinica e territoriale
(Sifact) col sostegno di Boston Scientific sul tema "La qualità in Sanità tra efficienza ed economia della
spesa". Sotto la lente la spending review che ha imposto al sistema sanitario nuovi parametri di valutazione e
gestione delle risorse salvaguardando, però, la cura e la sicurezza del paziente. A sottolineare il valore della
longevità di questi particolari device è stato Luigi Padeletti, presidente Aiac, convinto che l'innovazione
tecnologica, rappresenti in questo caso un vero "alleato strategico". «Per i defibrillatori di ultima generazione,
dotati di batterie che incrementano la durata del dispositivo - ha spiegato - la proiezione supera i 10 anni per i
defibrillatori (ICcd e si avvicina agli 8 anni per quelli destinati alla terapia di risincronizzazione cardiaca (CrtD): con questi dispositivi ogni ospedale potrebbe effettuare un numero molto più elevato di impianti su
pazienti idonei rispetto alla pratica attuale, mantenendo invariata la spesa». D'accordo il presidente Fare,
Francesco De Nicolo: «È necessario dare un taglio "di qualità" e non un taglio "alla qualità" delle prestazioni ha detto - e questo presuppone per le amministrazioni sanitarie l'adozione di parametri di selezione dei
prodotti e servizi non basati esclusivamente sul prezzo più basso ma sul livello globale delle prestazioni». Il
richiamo alla normativa europea è giunto invece da Claudio Amoroso, presidente dell'associazione regionale
Economi dell'Abruzzo e Molise: «I nuovi parametri indicano elementi economici quali "la redditività"; il "costo
di utilizzazione" e "il costo dell'intero ciclo di vita del prodotto"» - ha detto -. «Quest'ultimo fattore, di per sé
significativo, rappresenta una variabile decisiva se riferito a interventi di stimolazione cardiaca. La
raccomandazione è, quindi, che nelle valutazioni per la scelta dei dispositivi medici le amministrazioni
sanitarie includano anche la durata di ogni device, poiché la sostituzione comporta costi clinici ed economici».
D'accordo Rossella Moscogiuri (Sifact) e Lorenzo Leogrande (Associazione italiana ingegneri clinici - Aiic):
per entrambi la valutazione della longevità dei dispositivi medici deve entrare a pieno titolo tra i criteri oggetto
d'esame per la formulazione di un capitolato. «Siamo consci della necessità di razionalizzare la spesa - ha
sostenuto infine Fernanda Gellona, direttore generale Assiobiomedica - ma questi obiettivi, soprattutto se
calati nell'ambito dei dispositivi medici, si perseguono salvaguardando l'innovazione e privilegiando le
soluzioni tecnologiche che offrano maggiori benefici a fronte di una riduzione complessiva dei costi.
Valutazioni che non possono essere fatte sull'onda dell'urgenza e in modo sporadico». «Per questo - ha
concluso - Assobiomedica chiede che venga sviluppata una vera e propria politica industriale del settore, che
deve essere coordinata a livello nazionale e vedere coinvolti tutti gli attori del sistema». S.Tod. ©
RIPRODUZIONE RISERVATA I rischi da reimpianto Ogni anno più di 80mila pazienti ricevono un impianto di
pacemaker o defibrillatore per il ripristino delle corrette funzioni cardiache Il 70% dei pazienti portatori di ICD
necessita di almeno una sostituzione a causa della durata della batteria Il 40% necessita di una seconda
sostituzione a causa della durata della batteria Il 70% dei pazienti è ancora in vita 10 anni dopo l'impianto di
ICD e CRT-D Non esistono interventi chirurgici "secondari": a ogni intervento corrisponde un rischio di
infezione Il tasso di infezione nei nuovi impianti è 1% rispetto a 2,6/7% dopo la procedura di sostituzione Nei
re-interventi chirurgici correlati alla tasca il rischio di infezione aumenta di 2,5 volte, il rischio di altre
complicanze aumenta di 1,7 volte
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In un convegno promosso da Fare, Aiac e Sifact il punto sui criteri di scelta dei devices
25/12/2012
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«Superagenzia» anti-crimine
Contro il crimine farmaceutico nasce una "superagenzia": merito del protocollo operativo siglato dal direttore
generale dell'Aifa, Luca Pani, e dal comandante dei Nas, il generale di brigata Cosimo Piccinno. L'accordo,
firmato anche da Filippo Palumbo, capo del dipartimento della programmazione del ministero della Salute, e
di Romano Marabelli, capo del Dipartimento della Sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e
degli organi collegiali per la tutela della salute, formalizza le procedure tecnico-operative per migliorare la
qualità dei controlli sui farmaci. «È stato finalmente raggiunto un obiettivo di straordinaria portata perseguito
da almeno un decennio», ha commentato il ministro Balduzzi. Sin dalla nascita dell'Agenzia, nel 2003, il
contrasto al crimine farmaceutico si è imposto come prioritario ma al tempo stesso è stato limitato dal
frazionamento delle competenze tra ministero della Salute, Aifa, Regioni e Province autonome. L'intesa
siglata la scorsa settimana prevede invece una sinergia interistituzionale che, secondo il ministero,
«consentirà di seguire la vita del medicinale» in tutte le sue fasi. E di intervenire prontamente in caso di
emergenza.
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FARMACI&CONTROLLI
25/12/2012
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Ssn: rebus imposta di bollo
Le strutture sanitarie non sono espressamente comprese tra gli esenti
Il bollo è dovuto sugli atti e sui documenti delle aziende sanitarie del Ssn? Il dubbio è ricorrente nella prassi
operativa delle Asl, delle aziende ospedaliere e degli Irccs e non trova - a tutt'oggi - una risposta univoca,
nonostante le numerose prese di posizione dell'Amministrazione finanziaria, più volte chiamata a esprimersi
sulla questione. Cerchiamo di ricapitolare i termini della questione, in estrema sintesi, e di trarre alcune
conclusioni. L'imposta di bollo. L'imposta di bollo è stata istituita ed è fino a oggi regolamentata dal Dpr
642/1972, che prevede l'applicazione del tributo relativamente a una serie di atti, documenti e registri,
elencati in un'apposita Tariffa allegata al medesimo provvedimento. Per quanto qui interessa, in particolare, si
tratta di verificare se scontano il prelievo anche gli atti e i documenti formati dalle Asl, dalle aziende
ospedaliere e dagli Irccs (a esempio, le fatture per le operazioni escluse o esenti da Iva) e trasmessi fra loro o
fra essi e altre pubbliche amministrazioni, sempre che siano di importo superiore a 77,47 euro. Questo
perché l'articolo 16 della Tabella, Allegato B, al Dpr 642/1972 esenta in modo assoluto dall'imposta di bollo gli
«atti e documenti posti in essere da amministrazioni dello Stato, Regioni, Province, Comuni loro consorzi e
associazioni, nonché comunità montane sempreché vengano tra loro scambiati». Come si vede, la norma di
esenzione non contempla espressamente le aziende sanitarie del Servizio sanitario nazionale. Di qui le
incertezze alle quali si faceva cenno in premessa. La prassi amministrativa. Sollecitato una prima volta a
esprimersi sulla questione, il ministero delle Finanze ebbe modo di pronunciarsi con la Risoluzione 28 giugno
1988, n. 451364. In tale occasione, venne affermato che le quietanze relative ai pagamenti effettuati a favore
delle allora Unità sanitarie locali per visite fiscali da quest'ultime operate su richiesta di una determinata
pubblica amministrazione sono inquadrabili fra gli atti indicati nel citato articolo 16 della Tabella e, perciò,
sono esenti in modo assoluto dal tributo di bollo. A conclusioni diametralmente opposte lo stesso ministero è
però giunto con la successiva Risoluzione 11 agosto 1997, n. 187/E/V/10/688, in cui fu stabilito che l'elenco
degli enti pubblici ai quali si applica il trattamento di esenzione predetto è tassativo e tra essi «non sono
ricomprese le Unità sanitarie locali (attuali Asl)». Ma l'atteggiamento ondivago della nostra amministrazione
finanziaria è confermato da una contrastante circolare della Dre Piemonte, la quale ha ritenuto che le aziende
ospedaliere sono persone giuridiche pubbliche - dotate sì di autonomia economico-gestionale - ma
comunque aventi natura pubblicistica e, in quanto tali, gli atti e i documenti scambiati con altri enti pubblici
rientrano tra quelli ai quali si applica l'esenzione dall'imposta di bollo. L'orientamento più recente. L'ultimo
chiarimento è quello contenuto nella Risoluzione 13 marzo 2002, n. 86/E, con cui l'agenzia delle Entrate ha
fornito una serie di precisazioni - non tutte tuttavia condivisibili - sul regime fiscale proprio delle aziende
ospedaliere, in risposta a un'istanza di interpello. Al riguardo, l'agenzia ha ribadito il concetto che l'articolo 16
della Tabella reca un'elencazione tassativa di enti pubblici, per cui non è possibile estendere l'esenzione ad
atti posti in essere da soggetti diversi da quelli espressamente ivi indicati. Conseguentemente, per le fatture
esenti o escluse da Iva emesse dalle aziende ospedaliere è dovuta l'imposta di bollo nella misura di 1,81
euro. Tale conclusione, però, sembra eccessivamente formalistica - ossia incentrata sul solo dato testuale
dell'articolo 16 - e non pare valutare appieno l'evoluzione della normativa che ha interessato le aziende
sanitarie e lo stesso Servizio sanitario nazionale dal 1972. In altri termini, quest'ultimo non esisteva nemmeno
all'epoca dell'istituzione dell'imposta di bollo, ed è ben possibile quindi che le Asl e le aziende ospedaliere - in
quanto aziende dotate di personalità giuridica pubblica - siano equiparabili per tutti gli aspetti agli altri enti che
il legislatore ha inteso tutelare con la previsione di esenzione in parola. Dunque un problema ancora tutto da
risolvere sul quale ci si augura un intervento di interpretazione finalmente risolutore, che tenga magari in
debito conto le finalità sottese alla norma agevolativa. Alberto Santi © RIPRODUZIONE RISERVATA Atti e
documenti esenti dal bollo Fatture, note di debito o di credito, quietanze e ricevute per corrispettivi di
operazioni soggette a Iva Fatture, note di debito o di credito, quietanze e ricevute per corrispettivi di
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FISCO/ Ancora aperta l'interpretazione sul pagamento da parte di Asl e ospedali
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 24
(tiratura:40000)
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operazioni non soggette a Iva se di importo non superiore a euro 77,47 Certificati per accertamenti demandati
per legge a uffici sanitari, a medici, a veterinari nell'interesse dell'igiene pubblica Atti, documenti, istanze,
contratti richiesti da Onlus
25/12/2012
Il Sole 24 Ore Sanita'
Pag. 26
(tiratura:40000)
Tra le più importanti novità emerse al congresso nazionale Siot, va ricordata la stesura del documento sulle
nuove strategie di trattamento delle metastasi ossee. Il gruppo di lavoro predisposto dalla Società italiana di
ortopedia e traumatologia, che ha lavorato per oltre un anno al problema, ha riunito alcuni tra i migliori
chirurghi ortopedici che nel nostro Paese si occupano di oncologia del sistema muscolo-scheletrico e il
risultato è un documento importante che mette chiarezza a livello scientifico e metodologico riguardo al
trattamento della malattia metastatica ossea. Le metastasi sono le forme più frequenti di tumore osseo e lo
scheletro rappresenta la terza sede per incidenza di metastasi da carcinoma, dopo il polmone e il fegato. I
tumori che più frequentemente metastatizzano alle ossa sono: il carcinoma della prostata, della mammella,
del rene, del polmone e della tiroide. Questi tumori vengono per l'appunto definiti "bone killers". Per
comprendere la rilevanza del problema si deve considerare che ogni anno si registrano in Italia oltre 70.000
pazienti con metastasi ossee. Le complicanze principali di questa patologia sono il dolore, le fratture
patologiche, la compressione midollare, l'ipercalcemia e la soppressione midollare. Tali problematiche sono
responsabili dell'alto tasso di ospedalizzazione che caratterizza questi pazienti "fra#gili", con tutte le
conseguenze, non ultime quelle socio-economiche che ne possono derivare. Per questo è utile selezionare i
pazienti a rischio e trattarli immediatamente in sedi adeguate, evitando scomodi percorsi itineranti, con visite
e trattamenti multidisciplinari allo scopo di prevenire complicanze e assicurare a questi malati oncologici un
miglioramento assai significativo della qualità della vita, fondamentale "termo#metro" per valutare un sistema
sanitario e una Società civile.
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Strategia contro i "bone killers"