Il grande dittatore al Cineclub Arsenale

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Il grande dittatore al Cineclub Arsenale
ARSENALE
Associazione di cultura cinematografica
Giornata della memoria 2004
Il Cineclub Arsenale aderisce all'iniziativa promossa dalla Provincia di Pisa, con
la proposta del film Il grande dittatore di Charlie Chaplin (in copia restaurata).
Il film sarà disponibile per le proiezioni nel periodo compreso dal 24 gennaio
2004 al 14 febbraio 2004 in orario mattutino e su richiesta delle singole scuole.
Informazioni e Prenotazioni: Cineclub Arsenale, vicolo Scaramucci 4, Pisa. tel.
050/502640.
Il costo del biglietto è di 3 Euro.
IL GRANDE DITTATORE
In Tomania il dittatore Adenoid Hynkel scatena la repressione contro gli ebrei.
La bella Hannah e il suo innamorato, un barbiere straordinariamente somigliante
a Hynkel, fuggono. Il barbiere, dapprima catturato, scappa dal lager e si imbatte
per caso nel vero dittatore che viene arrestato in vece sua. Dai microfoni del
führer il barbiere pronuncia al mondo un lungo messaggio di pace e speranza.
Primo film interamente parlato di Chaplin, è una geniale satira antinazista
realizzata quando le armate del Terzo Reich avevano ormai soggiogato l'intera
Europa. Tra le sequenze da antologia, la danza di Hynkel con il mappamondo e
i "duetti" con Napoloni/ Mussolini. E' l'edizione restaurata di un capolavoro della
satira politica, integrato di una scena censurata nel 1960: la piccola baraonda
che, quando arriva in Tomania, suscita la moglie di Napaloni, nella quale si
poteva richiamare Rachele Mussolini. E' un film del 1940 e non sente il tempo.
Chaplin, che adottò per la prima volta il sonoro parlato, scrisse la sceneggiatura
nel 1938, intuendo con incredibile veggenza l'Olocausto e la disfatta di Hitler. La
somiglianza tra il dittatore Hynkel e il barbiere ebreo, da cui parte l'equivoco di
tragedia, comicità e poesia del film, aveva dei fondamenti: secondo uno storico
Hitler si fece crescere i baffetti di Charlot per sfruttare la simpatia planetaria di
quel personaggio. Forse è una pellicola che tutti dovremmo rivedere.
Silvio Danese, Il Giorno 20/12/2002