la bocca parla dell`abbondanza del cuore

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la bocca parla dell`abbondanza del cuore
Parola della
Grazia -DELL’ABBONDANZA
Palermo
LA BOCCA
PARLA
DEL CUORE
sito ufficiale Parola della Grazia Palermo - PdG Italia
http://www.paroladellagrazia.it/it
Date : 22 settembre 2014
In questo periodo Dio vuole insegnarci ad accordare il nostro linguaggio al Suo e in apertura di
predicazione viene data lettura del brano del Vangelo di Matteo in cui Gesù afferma che saremo
giustificati o condannati in base alle parole che avremo pronunciato.
Matteo 12:33 «O fate l'albero buono e il suo frutto sarà buono, o fate l'albero malvagio e il suo frutto
sarà malvagio; infatti l'albero lo si conosce dal frutto. 34 Razza di vipere! Come potete dir cose
buone, essendo malvagi? Poiché la bocca parla dall'abbondanza del cuore. 35 L'uomo buono dal
buon tesoro del cuore trae cose buone; ma l'uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose
malvagie. 36 Or io dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola oziosa
che avranno detta. 37 Poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai
condannato».
Quando disse queste cose, Gesù si riferiva ai farisei, che avevano il cuore lontano da Dio ed erano
soliti pronunciare parole malvagie. Li definì ‘Razza di vipere’ e disse loro: ‘Come potete dire cose
buone essendo malvagi ?’, mettendo chiaramente il loro parlare in relazione al loro cuore.
Anche la nostra bocca parla sempre in base a quello che abbiamo nel cuore e pronuncia parole di
benedizione se esso è pieno della Parola di Dio, parole distruttive se invece è pieno di amarezza, di
rabbia, di risentimento, di delusione. Non è in chiesa, infatti, che si riconosce il vero credente, ma da
come parla nella vita quotidiana.
Dato che il nostro parlare attiva un mondo spirituale, che sarà quello divino o quello diabolico a
seconda di ciò che diciamo, Dio ci esorta a nutrire con la Sua Parola il cuore nuovo che ci ha dato,
affinché dalla nostra bocca escano parole buone che conferiscano grazia,.
L’apostolo Paolo ci svela quanto è determinante il nostro parlare nella nostra vita di fede.
Romani 10: 8-10 « La parola è presso di te, nella tua bocca e nel tuo cuore. Questa è la parola della
fede, che noi predichiamo ; poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo
cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato. Col cuore infatti si crede per ottenere
giustizia e con la bocca si fa confessione per ottenere salvezza. »
L’apostolo spiega che per funzionare, la fede necessita di due cose: credere col cuore e confessare
con la bocca. Non è sufficiente soltanto credere col cuore come non è sufficiente soltanto
confessare con la bocca, sono necessarie entrambe le cose.
La fede funziona sempre così, sia per ottenere la salvezza che per appropriarsi di ogni altra
promessa di Dio.
Nell’Antico Testamento il Signore richiedeva i sacrifici di animali, oggi accetta solo sacrifici
spirituali.
Leggiamolo nell’epistola agli Ebrei: Per mezzo di lui dunque, offriamo del continuo a Dio un sacrificio
di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome - (13:15).
In cosa consistono i sacrifici di lode? Sono sacrifici spirituali che facciamo quando le circostanze
smentiscono la Parola di Dio e noi facciamo un sacrificio a dichiararla. Quando ad esempio stiamo
male, per noi è un sacrificio affermare: ‘per le Sue lividure sono stato guarito’ e lodare Dio dicendo
‘Tu sei l’Eterno che mi guarisce’; o quando ci troviamo nel bisogno dire: ‘Signore Ti ringrazio perché
Tu sei il mio Pastore e nulla mi mancherà”, o lodarLo perché siamo certi che ci tirerà fuori dalle
difficoltà che stiamo attraversando. Lodare Dio e confidare in Lui quando le situazioni dicono il
contrario della Sua Parola è un sacrificio che Egli gradisce, come quando dichiariamo la vittoria
mentre attraversiamo situazioni difficili e apparentemente ci troviamo nella sconfitta.
Ebrei 4:12 La parola di Dio infatti è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e
penetra fino alla divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di
giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore.
Il pastore precisa che il vocabolo greco distòmos, generalmente tradotto con l’espressione ‘a due
tagli’, essendo associato alla spada, letteralmente può essere tradotto ‘a due bocche’, una delle
quali è la bocca di Dio, da cui esce la Parola vivente, l’altra è la nostra quando ripete, rendendolo
efficace, ciò che dice Lui. La Parola pronunciata da Dio, infatti, è vivente, ma siamo noi che,
dichiarandola, la rendiamo efficace e in grado di cambiare la nostra vita e quella degli altri.
Proverbi 18:20 L'uomo sazia il ventre col frutto della sua bocca, egli si sazia col prodotto delle sue
labbra. 21 Morte e vita sono in potere della lingua; quelli che l'amano ne mangeranno i frutti.
Questi versetti affermano che allo stesso modo in cui nutriamo il nostro corpo mediante la bocca,
per mezzo della bocca nutriamo il nostro spirito quando dichiariamo la Parola di Dio; ma se, invece
di dichiarare la verità della Parola di Dio, con la nostra bocca pronunciamo parole che si accordano
con le circostanze, produciamo un danno.
Quanto scritto nel libro dei Proverbi (12:18) la lingua dei saggi reca guarigione, conferma la potenza
creativa della parola. Le nostre parole possono generare vita o morte, perché hanno effetto anche sul
nostro corpo, e molti si ammalano proprio a causa delle parole che pronunciano.
Il libro degli Atti riferisce di una guarigione avvenuta per mezzo dell’apostolo Pietro, analoga a
quella operata da Gesù quando guarì il paralitico e restaurò le sue forze.
Atti 9:32 Or avvenne che, mentre Pietro percorreva tutto il paese, venne anche dai santi che
abitavano a Lidda. 33 Qui trovò un uomo di nome Enea che già da otto anni giaceva in un letto,
perché era paralitico. 34 Pietro gli disse: «Enea, Gesù, il Cristo, ti guarisce; alzati e rifatti il letto». Ed
egli subito si alzò. 35 E tutti gli abitanti di Lidda e di Saron lo videro e si convertirono al Signore.
Pietro aveva imparato dal Maestro come parlare e quando pronunciò una parola di fede: ‘Enea, Gesù,
il Cristo, ti guarisce’ stimolò la fede di quell’uomo, il quale credette e obbedì al comando ‘alzati e
rifatti il letto’. Quell’evento diede origine ad un risveglio, infatti tutti gli abitanti di Lidda e di Saron si
convertirono al Signore. La stessa cosa accadrà nel risveglio appena iniziato in Italia e di cui si
vedono i segni anche nel freddo Nord (spiritualmente parlando), dove tante chiese finora molto
piccole cominciano ad esplodere.
È molto singolare ciò che si legge nel libro del profeta Ezechiele, il quale afferma di essere stato
trasportato da Dio in una valle piena di ossa di morti.
Ezechiele 37:1 La mano dell'Eterno fu sopra me, mi portò fuori nello Spirito dell'Eterno e mi depose
in mezzo a una valle che era piena di ossa.2 Quindi mi fece passare vicino ad esse, tutt'intorno; ed
ecco, erano in grandissima quantità sulla superficie della valle; ed ecco, erano molto secche. 3 Mi
disse: «Figlio d'uomo, possono queste ossa rivivere?». Io risposi: «O Signore, o Eterno, tu lo sai». 4
Mi disse ancora: «Profetizza a queste ossa e di' loro: Ossa secche, ascoltate la parola dell'Eterno.5
Così dice il Signore, l'Eterno, a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e voi rivivrete. 6
Metterò su di voi la carne, vi coprirò di pelle e metterò in voi lo spirito, e vivrete; allora riconoscerete
che io sono l'Eterno». 7 Così profetizzai come mi era stato comandato; mentre profetizzavo, ci fu un
rumore; ed ecco uno scuotimento; quindi le ossa si accostarono l'una all'altra. 8 Mentre guardavo,
ecco crescere su di esse i tendini e la carne, che la pelle ricoprì; ma non c'era in loro lo spirito.9
Allora egli mi disse: «Profetizza allo spirito, profetizza figlio d'uomo e di' allo spirito: Così dice il
Signore, l'Eterno: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi uccisi, perché vivano»,10 Così
profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi, e ritornarono in vita e si alzarono in
piedi: erano un esercito grande, grandissimo..
Con la sua domanda: ‘possono queste ossa rivivere?’ il Signore volle stimolare la fede del profeta,
ma alla sua risposta: ‘Tu lo sai’, che probabilmente non Gli piacque, continuò : “ profetizza…dì
loro… allora riconoscerete che io sono l'Eterno”. Ezechiele fece ciò che Dio gli aveva comandato e le
ossa si mossero, si unirono, diedero forma ai corpi che si rivestirono di carne e di pelle, ma non
avevano vita. Il Signore disse ancora al profeta: “Profetizza… profetizza…”. Egli lo fece e in quei corpi
entrò la vita, divennero un esercito grande!
In altri termini, Dio suggerì ad Ezechiele cosa doveva dire, egli lo fece, e vide un grande miracolo
realizzarsi sotto i suoi occhi, vide il disordine diventare ordine e la vita entrare dove c’era la morte.
Con noi Dio fa lo stesso, vuole che profetizziamo, affinché le cose impossibili divengano possibili e
dove c’è morte entri la vita.
A questo punto il pastore si sofferma ad illustrare cosa avviene quando in noi c’è contaminazione.
Matteo 15:11 : « Non è ciò che entra nella bocca che contamina l'uomo; ma è quel che esce dalla
bocca che contamina l'uomo.»… 16 E Gesù disse: «Neppure voi avete ancora capito? 17 Non capite
che tutto ciò che entra nella bocca se ne va nel ventre, e viene espulso nella fogna? 18 Ma le cose
che escono dalla bocca procedono dal cuore; sono esse che contaminano l'uomo. 19 Poiché dal
cuore provengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze,
maldicenze. 20 Queste sono le cose che contaminano l'uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani
non contamina l'uomo».
Il Signore dice che provengono dal cuore i pensieri malvagi che portano l’uomo a commettere
peccati gravissimi che lo contaminano e tra questi peccati c’è la maldicenza, che molti
sottovalutano, ma che è distruttiva, perché inquina il cuore e non consente alla fede di funzionare.
Se siamo contaminati, dobbiamo decontaminarci chiedendo perdono per le parole che abbiamo
pronunciato e che hanno prodotto ferite in chi le ha subite.
Talvolta ci illudiamo che le nostre parole non abbiano conseguenze negative per noi stessi, ma non è
così, infatti se siamo contaminati la nostra preghiera non verrà ascoltata e la nostra fede non
funzionerà. Non possiamo parlare male delle persone e poi, come se nulla fosse pregare Dio; non
possiamo comportarci in chiesa in un modo e a casa in un altro. Dobbiamo essere imitatori di Gesù,
che era sempre lo stesso e che aveva sempre parole piene di grazia e d’amore. La Parola di Dio
insegna che bisogna vivere tutti i giorni come piace al Signore e che il cristianesimo è uno stile di
vita.
Proverbi 10:11 afferma che La bocca del giusto è fonte di vita, perché quando dichiariamo la Sua
Parola, Dio guarisce, libera, salva, impartisce vita, fa ogni cosa mediante la Sua Parola.
Nei tre anni di ministero pubblico, Gesù era instancabile, andava per tutte le città e i villaggi, visitò
tutte le sinagoghe della nazione e non cessava mai di predicare, insegnare e guarire. Ma qual era la
chiave del Suo successo? Leggiamolo nel Vangelo di Giovanni.
Giovanni 14:10 Non credi che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non
le dico da me stesso. Il Padre che dimora in me è colui che fa le opere.
Tutte le Sue parole si traducevano in opere e tutte le Sue opere nascevano dalle Sue parole. Quando
veniva dichiarata da Gesù, la Parola del Padre diventava efficace.
Se noi siamo come Lui, con un cuore pieno d’amore, di verità e di grazia, le nostre parole verranno
dal cuore di Dio ed anche agli altri porteremo parole di edificazione, di esortazione, di consolazione,
di grazia.
Quando non sappiamo come pregare, ricordiamoci che abbiamo sempre un modo soprannaturale,
quello di pregare in altre lingue, che ci permette di assecondare l’iniziativa dello Spirito Santo e di
entrare nel mondo dello Spirito, nel territorio della grazia.
L’apostolo Paolo afferma che Chi parla in altra lingua edifica se stesso, ma chi profetizza edifica la
chiesa (1Corinzi 14:4)
Il verso 4 dice chiaramente che dal parlare in altre lingue trae beneficio tutto il nostro essere, non
solo lo spirito, ed anche se noi crediamo a ciò che dice la Parola di Dio, è bene sapere che è stato
scientificamente dimostrato che il parlare in altre lingue rilascia fattori di benessere che accrescono
le difese immunitarie.
Nel verso 18 l’apostolo dice: Io ringrazio il mio Dio, perché parlo in lingue più di voi tutti, e se
spendeva molto tempo lui a parlare in lingue, perché ne avvertiva il bisogno, quanto più ne abbiamo
bisogno noi!
Gesù dava tanta importanza alle parole, che quando Pietro Gli disse: “Non sia mai, Signore, che tu
debba morire!”, annullò subito quelle parole, perché avrebbero prodotto incredulità negli altri
discepoli e lo riprese così: «Vattene lontano da me, Satana, perché tu non hai il senso delle cose di
Dio, ma delle cose degli uomini» (Marco 8:33).
Se vogliamo avere giorni felici, fermiamoci dal proferire parole negative, inutili, calunniose, che oltre
a ferire gli altri ci danneggiano spiritualmente, e apriamo la nostra bocca solo per pronunciare le
parole che vengono da Dio.
Lo stesso apostolo Pietro ci avverte: « Chi vuole amare la vita e vedere dei buoni giorni, trattenga la
sua bocca dal male e le sue labbra dal parlare con inganno » (3:10), poi aggiunge: «Chi parla, lo
faccia come se annunciasse gli oracoli di Dio »(4:11).
Meditiamo, quindi, sulle esortazioni che vengono dal cuore di Dio e riempiamo il nostro cuore della
Sua Parola, affinché dalla nostra bocca esca sempre e solo un parlare che sia fonte di vita, di
salvezza e di benedizione.
Redazione a cura di Caterina Di Miceli
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