Viaggio della memoria – Elisa Paperini

Transcript

Viaggio della memoria – Elisa Paperini
Relazione treno della memoria 2015
Dal 19 al 23 gennaio 2015 circa seicento studenti toscani hanno avuto l’opportunità di partecipare
al treno della memoria: cinque giorni, offerti dalla regione, durante i quali hanno ripercorso alcuni
dei luoghi principali della seconda guerra mondiale.
Qual è lo scopo dell’esperienza?
Individuare lo scopo del viaggio nelle parole capire o conoscere potrebbe essere riduttivo: dopo
cinque giorni sul blocco degli appunti, la maggior parte dello spazio è occupato da domande che
non trovano risposta... E non la troveranno facilmente. Abbiamo ripercorso parte della storia e
appreso nozioni, riguardo il secolo precedente, che prima ignoravamo.
Ma principalmente, più importante, possiamo dire di aver “cambiato angolazione”: come i fotografi
che riprendono lo stesso soggetto da diversi punti di vista o differenti momenti della giornata. Da
un lato il seminario (rappresentativo di una realtà più tradizionale e scolastica), composto da otto
lezioni pomeridiane, in cui abbiamo approfondito le vicende storiche, osservato foto e
testimonianze relative al periodo, letto riflessioni e provato a capire il perché di alcuni sistemi
politici; dall’altro “la sperimentazione sul campo”, o meglio l’esperienza del viaggio (che indica una
prospettiva diversa).
Tra i tanti, un elemento importante che accomuna le due parti è il confronto: non sono mancati
momenti di scambio e, soprattutto di ascolto grazie ai quali al ritorno dal viaggio ci siamo sentiti
cresciuti.
Oggi la Storia è rappresentata spesso da una serie di fatti che ci concedono una visione d’insieme,
in generale, di ciò che è accaduto in passato. Può essere utile, a volte “fare il punto della
situazione”, riprendere in mano le redini e affrontare con coscienza eventi dei quali spesso
parliamo con superficialità. Il viaggio della memoria ci aiuta, in parte, a dare un peso diverso a ciò
che studiamo e, forse è per questo che ci sentiamo cresciuti rispetto alla partenza, a essere più
responsabili. Per spiegare meglio: il “ruolo” di coloro che partecipano all’esperienza, che siano
studenti, universitari, insegnanti, giornalisti o personale dello staff è quello di “passare il testimone”
a coloro che non sono presenti in modo da diventare, a loro volta più consapevoli.
Sul sito www.trenodellamemoria.it è descritto il treno della memoria come un “percorso educativo
che si poggia su quattro parole chiave: storia, memoria, testimonianza e impegno”. Ed è proprio a
questo che prima ci riferivamo; da notare è soprattutto l’ultimo termine: impegno. Il significato a
cui allude il sito è veramente importante “tutti nel piccolo e nel quotidiano delle nostre vite,
possiamo vigilare e contribuire al non ripetersi degli errori del passato”. Ognuno di noi, infatti, può
partecipare, nella propria realtà, alla realizzazione di un futuro migliore che assomigli il meno
possibile ad una società di scempi (e la strada è ancora lunga!).
Gli eventi del passato (la Storia), anche quelli più vergognosi per alcune società, non vanno
accantonati; ma presi in considerazione in modo maggiore, rispetto ad altri episodi, attraverso la
memoria e, in seguito, grazie alle testimonianze di coloro che erano presenti, dei libri o altri
strumenti come ad esempio filmati o registrazioni. Sempre, però, da prendere in considerazione la
fonte delle informazioni perché ogni testimone ha la propria versione dei fatti che può essere ben
diversa da altre. Anche durante il viaggio abbiamo ascoltato diverse opinioni e, siamo giunti alla
conclusione che è difficile capire il reale svolgimento di ciò che è accaduto in passato. Certo,
possiamo conoscere le date e le varie fazioni durante le guerre; ma è complicato riuscire a
decifrare l’intero percorso, anche perché frequentemente l’uomo, sia come singolo che
nell’insieme, è soggetto ad un sentimento di vittimismo dal quale si separa poco facilmente.
Sarebbe necessario anche cercare di allontanarsi dalla visione “manichea” secondo la quale esiste
una parte buona ed una cattiva (nel nostro caso i nazisti rappresenterebbero i colpevoli; mentre i
deportati gli innocenti). Sicuramente il distacco dal pensiero dualistico non significa giustificare i
carnefici, ma comprendere che le due parti possono influenzarsi a vicenda, perché non siamo in
grado di dividere il carattere dell’uomo in “esclusivamente buono” o “cattivo” in quanto sono
princìpi relativi che possono dipendere da vari fattori tra cui, ad esempio, il periodo storico o la
società in quale viviamo. Allora non c’è da stupirci se diversi testimoni presenti al viaggio abbiano
affermato di aver perdonato, almeno in parte, i carnefici. Il loro insegnamento, infatti, non era
finalizzato ad una condanna, alla ricerca di un colpevole da emarginare; bensì ad un tentativo di
“presa di coscienza” da parte dei ragazzi (ma anche degli adulti) presenti durante gli scambi di
idee.
Partecipare al treno della memoria ha rappresentato un’esperienza importante e piena di stimoli
che, oltre a coinvolgerci emotivamente, ci ha spesso aiutato a riflettere. Il viaggio rappresenta un
buon punto di inizio dal quale prendere spunto per essere più tolleranti nei confronti degli altri, ma
nello stesso tempo saper reagire in modo razionale ed essere “padroni” delle azioni che compiamo
e, di conseguenza avere il coraggio di responsabilizzarsi e di assumere una propria posizione
senza rimanere indifferenti nelle varie esperienze di vita. Ma, come anticipato il percorso è lungo e
spesso “la strada non è battuta” e crearla da soli non è semplice, per questo le parole espresse in
precedenza rischiano di rimanere solamente buoni propositi. Così ci possiamo collegare
nuovamente alle quattro parole chiave, in particolare al termine impegno, in quanto è necessario
impegnarsi per raggiungere gli scopi che ci proponiamo.
Elisa Paperini, V Be