Domenico Gallina - IC San Rocco Faenza

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Domenico Gallina - IC San Rocco Faenza
All’ingresso della nostra scuola, sul lato di via Granarolo, si trova un
cippo con una lapide che ricorda l’uccisione di
Domenico Gallina
Ma chi era?
Perché fu ucciso all’età di soli 23 anni?
Chi era quel Giovanni Bertoni che viene ricordato nella lapide?
GIOVANNI
BERTONI
Giovanni Bertoni nacque a Faenza il 27 aprile 1906, da Antonio e Rossi
Clementa. Era tubercolotico e zoppo alla gamba sinistra (per questo era
soprannominato “e zop d’Badiet). Dal 1922 era oggetto di ripetute percosse
ed azioni violente e punitive da parte delle squadre fasciste per il suo
impegno politico.
Il 7 aprile 1925 Giovanni Bertoni subisce le ennesime aggressioni con
manganelli e nervi di bue da due diverse squadre di fascisti.
Stanco di queste continue violenze dirà al padre la sera: “a me in un ciapa
piò”
8 APRILE 1925
Il pomeriggio dell’8 aprile incontra in piazza due compagni, Domenico Gallina
e un militare di Forlì, di cui era amico e che doveva rientrare al reggimento.
Da Gallina si fa prestare la bicicletta, una bicicletta rossa verniciata a mano,
per accompagnare l’amico.
All’altezza della Chiesa dei Servi il militare, mentre pedala a passo d’uomo,
urta violentemente con il gomito lo squadrista Giuseppe Ghinassi, di anni 23,
che camminava insieme al camerata Guglielmo Volterra di anni 22.
I due fascisti reagiscono con violenza, ma prima di passare alle mani,
Giovanni Bertoni estrae una rivoltella e spara uccidendo i due fascisti.
Fra la gente si diffonde il panico e la confusione favorì la fuga del Bertoni che
a Faenza non verrà mai più rivisto, almeno in pubblico.
DOMENICO
GALLINA
Domenico Gallina, detto Minghinì, nacque a Faenza nel 1902. Era un calzolaio
e abitava in un palazzone del Borgotto chiamato “il Vaticano”.
Dopo il gesto di Bertoni, Gallina, sentendosi complice involontario, per non
essere catturato dai fascisti, si rifugiò per alcune notti in una cantina.
Dopo pochi giorni, stanco della latitanza, tornò a dormire a casa sua,
sentendosi ormai fuori pericolo. I fascisti però lo attendevano e Gallina cadde
nelle loro mani.
Fu portato alla sede del Fascio in corso Mazzini dove fu interrogato e torturato
perché rivelasse il nascondiglio di Bertoni, ma dopo alcuni mesi di arresto, non
essendo emersa alcuna prova a suo carico, fu prosciolto.
LA VENDETTA
FASCISTA
I fascisti però, per il fatto che Gallina aveva prestato la bici al Bertoni, lo
ritennero ugualmente colpevole dell’uccisione dei loro camerati e non potendo
sfogarsi su Bertoni stesso, aspettarono l’occasione propizia per ritorcere le
loro ire su di lui.
L’occasione venne la sera dell’11 ottobre dello stesso anno. Mentre Gallina si
trovava al Luna Park sulla “Cavalliera” venne attirato in un’imboscata da una
donna, che lo andò a chiamare dallo spaccio di Porta Ravegnana dove era
appena entrato per acquistare delle sigarette.
Seguendo la donna, ingenuamente, cadde nell’imboscata dei fascisti. Fu
ucciso con ventisette pugnalate.
...annodo corde di fumo
col filo di memorie antiche
per ricucire i brandelli
della mia anima smarrita...
Giuseppe “Pino”Bartoli
Bibliografia
della memoria:
R. Cantarelli, F. Casadio, “Antifascismo a Faenza” ed. Galeati
S. Carnoli, “L’avventurosa vita del faentino Giovanni Bertoni” ed. Artestampa
A. Montevecchi, B. Nediani, G. Tavoni, “Politica e società a Faenza tra ‘800 e
‘900” ed. Galeati
G. Mirandola, “Topografia della memoria”, Bacchilega editore
G. Bartoli, “Cavallo a dondolo”, ed. Del Girasole