UNITA` D`ITALIA: NEL COSENTINO SI RICORDA IL SACRIFICIO

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UNITA` D`ITALIA: NEL COSENTINO SI RICORDA IL SACRIFICIO
UNITA' D'ITALIA: NEL COSENTINO SI RICORDA IL SACRIFICIO DEI
FRATELLI BANDIERA I PATRIOTI ISPIRATI AI PRINCIPI MAZZINIANI
Cosenza, 12 giu. - (Adnkronos) - Si ricorda in questa settimana
l'anniversario del sacrificio dei fratelli Attilio ed Emilio Bandiera,
giunti in Calabria per prendere parte a una rivolta che in realta' non
era mai stata organizzata e uccisi nel vallone di Rovito, alle porte di
Cosenza, dove ancora oggi sorge un monumento in loro memoria.
Sono i martiri dell'Unita' d'Italia, che credevano nel processo
unitario gia' nel 1844, profondamente convinti del progetto della
Giovane Italia di Giuseppe Mazzini alla quale avevano aderito.
Avevano aderito ad una loro societa' segreta, Esperia, nome con il
quale gli antichi Greci indicavano la punta dello Stivale. Entrambi in
servizio presso la Marina Austriaca, partirono da Corfu' il 13 giugno
1844 insieme ad altri 17 compagni, il brigante calabrese Giuseppe
Meluso (originario di San Giovanni in Fiore) e Pietro Boccheciampe
(originario della Corsica). Avevano avuto notizia di una insurrezione
popolare in corso in Calabria, scoppiata a meta' marzo, ma quando
arrivarono tre giorni dopo la partenza alla foce di Neto (Crotone) si
accorsero che non c'era alcun movimento popolare. Anzi, appresero
che la rivolta di marzo era stata soffocata nel sangue. Con coraggio
decisero di partire ugualmente alla volta di Cosenza, attraversando
la Sila. Fu durante il tragitto che Boccheciampe si stacco' del
gruppo per andare a denunciare le intenzioni alle forze dell'ordine
dell'epoca. Le guardie si misero in moto e seguirono gli eversori sui
monti della Sila.
Ci furono scontri a fuoco in cui alcuni degli insorti caddero, altri
riuscirono a scappare ma, grazie anche alla complicita' di alcuni
cittadini silani, alla fine vennero catturati. Il sangiovannese Meluso,
che conosceva bene la zona, riusci' inizialmente a scappare.
Qualche giorno dopo tuttavia si consegno' spontaneamente e venne
condannato a 14 anni di carcere. Per gli altri la sentenza fu la
fucilazione. Cosi' nel vallone di Rovito trovarono la morte i fratelli
Attilio ed Emilio Bandiera, insieme agli altri sette compagni
Giovanni Venerucci, Anacarsi Nardi, Nicola Ricciotti, Giacomo Rocca,
Domenico Moro, Francesco Berti e Domenico Lupatelli. La tragica
fine di un'azione disperata e coraggiosa, ricordata ancora oggi per
la carica patriottica che porta con se'. A Rovito i cittadini provano
profondo orgoglio, soprattutto nell'anno in cui si celebra il 150mo
anniversario dell'Unita' d'Italia, nell'ospitare il monumento ai fratelli
Bandiera. In realta' i luoghi della memoria sono piu' di uno. Oltre a
quello nel vallone, ne esiste un altro in una villetta e presto,
assicura il neosindaco Felice D'Alessandro, verra' spostato nella
piazza principale del comune ''perche' vi sia data la giusta
centralita''', commenta all'ADNKRONOS. La nuova amministrazione
comunale e' stata eletta da meno di un mese, all'ultima tornata
elettorale, ma le idee sull'importanza della presenza di un pezzo di
storia risorgimentale sono molto chiare.
UNITA' D'ITALIA: NEL COSENTINO SI RICORDA IL SACRIFICIO DEI
FRATELLI BANDIERA (4) L'OMAGGIO DELLA MASSONERIA
(Adnkronos) - I fratelli Bandiera sono personaggi ritenuti importanti
anche dalle obbedienze massoniche. Sia il Grande Oriente d'Italia
che la Gran Loggia d'Italia organizzano periodicamente delle
manifestazioni di commemorazione dei due patrioti proprio all'ara
del vallone di Rovito. ''La massoneria diede un contributo
importante per l'unificazione del Paese -osserva Enzo Romano,
delegato magistrale per la Calabria della Gran Loggia d'Italia- in
termini anche di vite umane di molti fratelli che dedicarono la loro
esistenza affinche' la redenzione nazionale si trasformasse da idea
a realta'''. L'obbedienza di palazzo del Gesu' palazzo Vitelleschi ha
promosso proprio a Cosenza il primo di una serie di eventi dedicati
al 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, lo scorso anno nel mese
di maggio, con il convegno ''Squadra, compasso e tricolore. I
massoni per fare l'Italia''. ''Difendiamo l'Italia -prosegue Romanocome Paese libero, democratico, laico ed europeista. Siamo una
nazione unica per cultura, storia, arte, testimonianze del passato e
splendore della natura''. Proprio di recente il Gran Maestro Luigi
Pruneti e' tornato in Calabria per consegnare le borse di studio
istituite dalla Gran Loggia d'Italia e dal centro sociologico Magna
Grecia, a Cariati. In quell'occasione aveva parlato di ''chi ha
costruito realmente l'Italia e spesso non viene adeguatamente
ricordato: un esercito di trentamila insegnanti che si sforzarono per
unificare il Paese dal punto di vista della lingua, in un contesto in
cui i cittadini del nord e quelli del sud non si capivano''.