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UZBEKISTAN
UZBEKISTAN-KIRGHIZISTAN
Strada di Marco Polo, Via della Seta, terre di Tamerlano e steppe dei cavalieri kirghizi… dal deserto
di Kyzylkum alle cime del Tian Shan, l’Asia Centrale mostra i suoi incanti di ieri e di oggi. Ai gioielli
storici, come le immortali Samarkanda, Bukhara e Khiva, rispondono paesaggi emozionanti di
montagne e terre altre che si riflettono nei laghi tra i quali, per estensione, spicca l’Issyk Kul. Oasi
leggendarie che armonizzano un tripudio di colori: ocra e cobalto, associati come in un quadro di
ceramiche, praterie verdi e cime imbiancate sullo sfondo azzurro…
Certamente complementari poiché così diversi, Uzbekistan e Kirghizistan, uniti in uno stesso
viaggio, offrono la visione più completa dei luoghi che incontravano, nel lento movimento delle
carovane, i commercianti medioevali in quest’angolo remoto dell’Asia che collegava il Cathay con
l’Occidente. A volte nei territori kirghizi si dovrà sopportare una piccola mancanza di comodità, ma
ne guadagnerà l’autenticità dei rapporti con la gente e ogni scoperta risulterà più intensa, in uno dei
paesi che faticosamente è alla ricerca della sua identità dopo tanti anni di isolamento e censura.
Situato su una linea strategica di congiunzione tra Oriente ed Occidente, l’Uzbekistan occupa il
cuore dell’Asia centrale, cardine naturale tra le grandi steppe sciito-siberiane del Nord, regno dei
nomadi-cavalieri, e gli imperi sedentari del Medio Oriente. L’Uzbekistan segna anche il punto
culminante delle meraviglie architettoniche lungo la Via della Seta nell’Asia Centrale. Samarkanda,
Bukhara, Khiva, Tachkent, città leggendarie che hanno fatto sognare e visto passare tanti
viaggiatori. Marco Polo ci si avventurò nel 13° secolo, Oscar Wilde le decantò nel 19°…
L’Uzbekistan rimane così come fu ieri, un sogno blu e ocra nel cuore delle steppe dell’Asia
Centrale. Il Kirghizistan, paese confinante, si vede attribuito il nome di “Svizzera dell’Asia Centrale”
ma potrebbe anche rivendicare quello di Himalaya del Nord poiché molte delle sue cime
raggiungono i 7000 metri. Paese di grandi silenzi ed aria purissima, di atmosfere rarefatte che fanno
sbandare la mente e riapparire i fantasmi del passato. Terra di foreste, gole e canyon, ma anche e
soprattutto di vasti pascoli che d’estate vedono arrivare i nomadi con i cavalli. Le iurte di feltro
vengono innalzate nelle valli attorno ai laghi in cui si specchiano montagne e cime di possenti
catene, offrendo alcuni tra i più struggenti, coinvolgenti paesaggi di tutta questa regione dal glorioso
passato.
1° giorno
Milano-Tashkent
Partenza in serata da Malpensa su volo di linea.
2° giorno
Tashkent-Urgentch-Khiva
Arrivo a destinazione di prima mattina e visita della parte vecchia della capitale. Il Complesso Khasti
Imam sembra introdurre degnamente questa grande carrellata tra monumenti, uomini e natura… Ma
perché non dare uno sguardo all’unica metropolitana d’Asia Centrale, sontuosamente decorata, ed
all’animatissimo Bazar Tchorsu, davvero immenso ed incredibilmente animato? Tutte le etnie vi
sono presenti (più di 120 solo in Uzbekistan…) e l’incontro con la gente sarà uno dei più bei ricordi.
Perché sia nei piccoli villaggi che nelle grandi città, lungo le strade, nelle campagne o nei bazar, si
respira cortesia, cordialità e simpatia, curiosità e voglia di comunicare. Davvero splendido! Sul finire
del pomeriggio trasferimento in aeroporto ed imbarco sul volo per Urgentch. Siete già nell’estremo
nord-ovest dell’Uzbekistan, ad appena 30 km da Khiva, deserto stepposo, la più isolata e la più
affascinante delle oasi sull’antica Via della Seta. Trasferimento immediato e brevissimo nella
vecchia e perfettamente conservata cittadella e sistemazione in albergo.
3° giorno
Khiva
La visita dell’oasi è di grande impatto emotivo e si svolge lungo i suggestivi viottoli che si snodano e
s’ingarbugliano tra vecchie mederse, moschee e minareti, tra palazzi da “mille e una notte”,
mausolei e caravanserragli. Kalta Minor, il minareto incompiuto dalle infinite, gustosissime teorie di
maioliche blu e turchese, la Moschea Juma con le sue 218 colonne di legno intarsiato, lo
straordinario Harem del Palazzo Tach Khaouli, la Madrasa Khodja, il palazzo Nurullobay, sono solo
una minuscola testimonianza dell’opulenza di un tempo, un piccolo esempio delle ricchezze
architetturali ed artistiche racchiuse tra le mura di Kunia Ark, i grandi bastioni di mattoni d’argilla
che assieme a stravaganti potenti accolsero anche importanti personaggi come Al-Khawarismi,
padre dell’algebra, e Avicenna, il grande medico e filosofo che nacque più di mille anni fa non
lontano da Bukhara. Suggerita una passeggiata serale tra le stradine, magari dopo una cenaconcerto, per assaporare un’atmosfera d’altri tempi. Pernottamento in albergo.
4° giorno
Khiva-Bukhara
Si lascia la regione seguendo da lontano i meandri dell’immenso fiume Amu Darya che si
sviluppano pigri nella steppa sabbiosa del deserto di Kyzylkum. Un fiume storico questo, l’antico
Oxus di Alessandro il Macedone, una volta vero serpente blu nel deserto. Oggi, depauperato da
sistemi di irrigazione e condizionato da negativi fattori climatici, stenta a raggiungere il Lago Aral
ridotto ormai a palude. Pic-nic lungo il percorso ed arrivo nella celebre Bukhara verso sera. Cena in
città e pernottamento in albergo.
5° giorno
Bukhara
Situata nella valle di Zerafshan, la città conserva intatto il suo “charme” autentico di grande tappa
sulla Via della Seta, mèta agognata di tutti i commercianti dell’epoca, centro ricchissimo di
smistamento e vendita di mercanzie varie, tappeti e gioielli, fulcro culturale di sviluppo dell’Islam.
Decine sono i monumenti storici, le vecchie scuole coraniche, le tombe dei santi, le madrasse, le
moschee, ormai quasi tutte in disuso, frequentate oggi solo dai visitatori inebriati dai decori
raffinatissimi, dalle maioliche, dalle architetture ardite. Tutto è visitabile, dai vecchi palazzi ai luoghi
di culto di un tempo, le stradine, i bazar… e su tutto dominano le massicce muraglie dell’Ark, la
possente cittadella. La giornata si chiuderà con un concerto in una vecchia madrasa. Cena nella
vecchia città e pernottamento in albergo.
6° giorno
Bukhara-Samarcanda
Trasferimento di circa 270 km per raggiungere la capitale di Tamerlano. Lungo la strada sosta a
Ghidjuvan per visitare il laboratorio tradizionale di un celebre vasaio tutt’ora in attività ed un piccolo
ma straordinario museo della ceramica. Sosta anche al mausoleo di Al Bukharyi nel villaggio di
Khartang. Pranzo a Samarcanda e nel pomeriggio primo scorcio della città con il celebre
Osservatorio di Ulugbek e gli affreschi del VII° secolo. Principe del XV secolo e nipote di
Tamerlano, appassionato di astronomia, eresse un avanguardistico osservatorio sviluppato su tre
piani che permise di approfondire la conoscenza della luna e del sole. Grazie alla precisione
incredibile del suo sestante gigantesco furono stabilite le coordinate di più di mille stelle. Cena in
città e pernottamento in albergo.
7° giorno
Samarcanda
La mitica. Centro principale dell’antica Sogdiana, da sempre incrocio di grandi vie commerciali
provenienti dalla Cina, dalla Siberia, dalla Persia e dall’Occidente, prosperò superbamente fino
all’irrompere delle orde di Gengis Khan che la travolsero come una valanga. Due secoli più tardi
Tamerlano la elesse a capitale del suo impero e risorse a nuova gloria. Oggi non si può che
rimanere stupiti davanti agli edifici della piazza Registan, spettacolari per la ricchezza e la varietà
dei fregi, dei ghirigori, delle sfumature dal turchese al blu dei mosaici e delle maioliche; a bocca
aperta e naso all’insù sotto ai vertiginosi portali ricchi di alveolizzazioni, all’ombra di minareti che
svettano colorati verso il cielo. E che dire della celebre cupola a costoloni del mausoleo di Timur, lo
“zoppo”, della moschea Bibi-Khanum, del complesso di edifici di Shaki-Zinda? Senza dimenticare,
ovviamente il Gran Bazar Syob, il più animato della città. Prima di cena un assaggio di danze
tradizionali chiuderà la giornata. Pernottamento in albergo.
8° giorno
Samarcanda – Tashkent – Bishkek (volo)
Dopo il pranzo partenza per Tashkent . Arrivo a Tashkent. Cena in un ristorante.In serata il volo per
Bishkek. Arrivo a Bishkek e trasferimento in hotel.Pernottamento in albergo.
9° giorno
Bishkek-Sussamyr-Kyzil Korgon
Partenza per Sussamyr. La strada segue la vallata del Kyrgyz Alatoo prima d’infilarsi nel canyon di
Kara Balta fino al tunnel che si apre sull’alta valle di Sussamyr. Grandiosi panorami. Poi rotta sul
minuscolo villaggio di Kojumkul e pic-nic sulla rive del fiume Kekemeren. Un altro canyon dai toni
ocra porta alla comunità di pastori di Kyzyl Oï e, sempre seguendo il corso d’acqua d’alta
montagna, a Kyzyl Korgon, insediamento incastonato in una gola dalle falesie rosse. Possibilità di
approfittare di una doccia naturale sotto una cascatella e campo sulla riva del fiume Kekemeren.
10° giorno
Kyzyl Korgon-lago di Song Kul
Ecco la grande vallata di Jumgal ed il villaggio di Tchaek. Visita del bazar e occasione unica per
acquisti e provviste prima di salire sulle montagne del Song Kul, incredibile specchio d’acqua a
3016 mt d’altitudine. Il vallone di Kara Ketche è un insieme di colori contrastanti tra il rosso scuro
della roccia ed il verde intenso dei pini. Prima di transitare sul passo omonimo a 3370 mt,
un’interessante miniera di carbone a cielo aperto si inserisce nel paesaggio. Arrivo infine a Tash
Debe (Song Kul) per l’incontro con i nomadi e la scoperta delle tradizioni kirghize, come per
esempio la mungitura delle giumente il cui latte dà il famoso “kumiz” (latte di giumenta fermentato).
A quest’altitudine la regione offre un’immagine paradisiaca: cavalli e montoni pascolano
tranquillamente nelle praterie d’erba tenera disseminate di punti d’acqua; innumerevoli uccelli
migratori fanno sosta in questi luoghi; piante medicinali si mescolano alle essenze d’altitudine; le
acque sono pescose e i giovani della zona montati sui loro cavalli vengono a volte qui per pescare.
Cena e pernottamento nel campo di yurte (“jailoo” in kirghiso).
11° giorno
Lago Song Kul-Tach Rabat
Dopo la colazione è il momento degli addii e la partenza in fuoristrada verso il colle detto dei “33
pappagalli”, situato a 3370 metri d’altezza. L’arrivo a Naryn, capoluogo dell’Oblast ed ultimo
centro prima del passo di Torugart, frontiera con la Cina, è l’occasione per una visita al locale bazar
ed un po’ di relax per le vie cittadine. Ci aspettano una spettacolare strada e panorami mozzafiato
fino al famoso caravanserraglio di Tach Rabat, la ”porta di pietra”. La piccola opera di fortificazione
fu alle origini un monastero nestoriano, poi utilizzato come caravanserraglio verso il X secolo. Tash
Rabat fa appello all’immaginario e ci ricorda i tempi in cui mercanti, eserciti e pellegrini tanto
zoroastriani quanto buddisti, cristiani o musulmani, transitavano attraverso questa tappa-chiave, una
delle ramificazioni più isolate sulla Via della Seta. Campo quassù, a 3500 mt, sotto le yurte.
12° giorno
Tach Rabat-Kochkor
Passeggiata mattutina per approfittare delle meraviglie e dei silenzi di questo sito magico. Poi,
attraverso il passo Dolon a 3200 mt, discesa verso la cittadina di Kochkor che ci accoglierà con i
suoi abili artigiani e i laboratori di tappeti e con un concerto folkloristico. Notte in una bella guesthouse.
13° giorno
Kochkor-lago Yssyk Kul-Chon Kemin
La perla del paese: Yssyk Kul, il “lago caldo”, è il secondo lago di montagna più grande al mondo
dopo il Titicaca. Posto a 1600 mt d’altezza, profondo più di 700 m, lungo 170 Km e largo 70 Km,
orgoglio del popolo kirghizo e gioiello della catena montuosa del Tian Shan, è molto più di un lago:
alimentato da 80 fiumi e circondato dalle nevi eterne di due gigantesche catene montuose è un vero
mare interno che regola le temperature delle terre che lo circondano e porta a riva a volte vestigia
antiche strappate dal fondo dalle sue acque. Pic-nic sulle rive del lago e possibilità di un buon
bagno ristoratore. Poi continuazione per la valle di Chon Kemin e tempo libero per andare a zonzo
per il villaggio. Cena e pernottamento nell’unica guest-house della valle.
14° giorno
Chon Kemin-Bichkek
Comincia la via del ritorno. Lungo la strada sosta a Burana, antica capitale d’Asia Centrale ricca di
atmosfera e vestigia lasciate dal traffico dell’antica Via della Seta. Salire sul minareto vuol dire
godere di un colpo d’occhio impagabile sulla catena del Kyrgyz Ala Too, le “montagne scannate”
che toccano i 4895 mt d’altitudine. Quindi, dopo la visita al locale museo, ritorno nella capitale del
paese, Bishkek, per la cena ed il pernottamento in albergo.
15° giorno
Bichkek-Europa
Trasferimento all’aeroporto e volo per l’Europa.
NB: in Uzbekistan gli alberghi per questa vacanza sono stati scelti tra quelli che offrono i migliori
servizi ma anche quello “charme”, quell’atmosfera suggestiva che aiuta la mente ad evadere dal
consueto. Come i pasti, che lontano dalle consuetudini “internazionaliste” ed anonime degli hotel
saranno consumati in luoghi e ristoranti particolarmente sensibili nel presentare la grande varietà e
bontà della cucina locale.
In Kirghizistan, anche se questa terra ha visto passare per più di 3000 anni carovane provenienti dai
quattro angoli dell’Eurasia, le strutture fuori dalle città sono praticamente inesistenti. Il turismo è
quasi assente e dunque i nomadi che incontrerete non sono affatto abituati a vedere stranieri. Il che
è molto intrigante e rende gli incontri assolutamente genuini, ma comporta anche l’obbligo del
rispetto della cultura altrui. Rifiutare l’ospitalità per esempio è spesso offensivo. Lasciatevi
introdurre con fiducia dalle guide che vi accompagneranno. Pensione completa per tutto il
soggiorno.
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