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UZBEKISTAN
UZBEKISTAN-TURKMENISTAN
1° giorno
Milano-Urgentch
Partenza in serata da Malpensa su volo di linea.
2° e 3° giorno
Khiva
Arrivo a destinazione di prima mattina. Siete a Urgentch, già nel nord-ovest dell’Uzbekistan, ad
appena 30 km da Khiva, deserto stepposo, la più isolata e la più affascinante delle oasi sull’antica
Via della Seta. Trasferimento immediato e brevissimo nella vecchia e perfettamente conservata
cittadella e sistemazione in albergo. La visita dell’oasi è di grande impatto emotivo e si svolge lungo
i suggestivi viottoli che si snodano e s’ingarbugliano tra vecchie mederse, moschee e minareti, tra
palazzi da “mille e una notte”, mausolei e caravanserragli. Kalta Minor, il minareto incompiuto dalle
infinite, gustosissime teorie di maioliche blu e turchese, la Moschea Juma con le sue 218 colonne di
legno intarsiato, lo straordinario Harem del Palazzo Tach Khaouli, il palazzo Nurullobay, la Madrasa
Khodja sono solo una minuscola testimonianza dell’opulenza di un tempo, un piccolo esempio delle
ricchezze architetturali ed artistiche racchiuse tra le mura di Kunia Ark, i grandi bastioni di mattoni
d’argilla che assieme a stravaganti potenti accolsero anche importanti personaggi come AlKhawarismi, padre dell’algebra, e Avicenna, il grande medico e filosofo che nacque più di mille anni
fa non lontano da Bukhara. Suggerita una passeggiata serale tra le stradine, magari dopo una cenaconcerto, per assaporare un’atmosfera d’altri tempi. Pernottamento in albergo.
4° giorno
Ayaz Kala-Toprak Kala-Nukus
Partenza verso l’estremo nord-ovest, in direzione del distretto di Ellikkala della repubblica
autonoma del Karakalpakistan, dove si potranno visitare le rovine di alcune delle numerose fortezze
dell’antico stato di Khorezm (VI°-VII° secolo a.C.), sorto a valle dell’Amu-Daria, quell’immenso
fiume largo parecchi chilometri che nell’antichità veniva chiamato Oxus. Siamo fuori dai sentieri
battuti. Ecco la piazzaforte di Kyrk-Kyz, la rocca di Ayaz Kala, il mausoleo di Mshan Kala e Toprak
Kala, la “fortezza di fango”, impressionante, gigantesca fortificazione che domina il deserto.
Raggiunse il suo apogeo a cavallo della nostra era. Gli scavi archeologici mostrano tra l’altro un
palazzo reale particolarmente ricco, composto in gran parte di sale da cerimonia. La maggior parte
delle 137 stanze finora liberate dalla coltre del tempo svelano resti di pitture murali e sculture di
terracotta rappresentanti re e regine assieme alla corte ed in compagnia di musici e danzatori. Un
tempo dominavano una regione coltivata e boschiva, poi le orde selvagge di Gengis Khan nel 1220
le hanno abbandonate al silenzio di un deserto ingrato. Pranzo sotto una yurta ai piedi della fortezza
d’Ayaz Kala, poi rotta su Nukus, dove si potrà visitare il museo Savitsky, “il Louvre delle steppe”, e
la sua incredibile, vastissima collezione di pitture del movimento avanguardista russo degli anni
’20-’40, dovuta all’opera paziente e tenace di Igor Savitsky. Studente dell’Istituto d’Arte di Mosca,
deportato in Asia Centrale all’epoca della seconda guerra mondiale, rimase qui fino alla fine dei
suoi giorni appassionandosi all’archeologia, all’etnografia e alle culture antiche. Nel corso di
numerose “incursioni” a Mosca raccolse numerosissime tele di pittori ormai invisi al regime
esponendole in questa landa desolata e dimenticata e salvandole così dalla censura sovietica.
Pernottamento in albergo.
5° e 6° giorno
Kunya Urgentch-Darwaza Gaz Crater-Deserto di Karakum-Ashkhabad
Passaggio della frontiera tra Uzbekistan e Turkmenistan in direzione di Kunya Urgentch, l’antica
capitale del regno di Khorezm. Il minareto di Kutlug Timur eretto nel 1320 è una meraviglia:
decorato da fasce geometriche di mattoni e qualche sprazzo di ceramica turchese, coi suoi 64 metri
è uno dei più alti d’Asia Centrale. Per non parlare dei vari mausolei, tra i quali spicca quello
dedicato a Turebek Khanym di una perfezione senza eguali. E’ decorato da motivi geometrici che
rappresentano un gigantesco calendario che vuol simbolizzare l’insignificante importanza
dell’umanità di fronte alla marcia inarrestabile del tempo. Il mosaico sfavillante all’interno della
cupola è diviso in 365 sezioni rappresentanti i giorni dell’anno. I monumenti dedicati a Sultan Ali,
Fekhet din Rahzi, Najem din Kubra e Tekesh chiuderanno le nostre visite. Traversata del deserto
del Karakum su veicoli fuoristrada fino alla “Porta dell’Inferno”. Così viene chiamato dai locali
questo buco impressionante di larghezza variabile tra i 60 e i 100 metri e 20 di profondità da cui si
sprigiona il gas che alimenta centinaia di focolai. Impressionante! Campo indimenticabile nei pressi
del cratere. L’indomani si riprende la via del deserto per raggiungere Ashkhabad, la capitale del
Turkmenistan. Non vi stupirete mai abbastanza delle molteplici colossali statue erette alla propria
gloria dal presidente di questo paese, recentemente scomparso, e delle immense piazze da lui
dedicate all’indipendenza… curiose aspirazioni impellenti di assetati di potere e nostalgici religiosi in
queste giovani repubbliche. Interessante il Museo Nazionale di Storia, ricco di vestigia
archeologiche, ed il Museo dei Tappeti, i famosi tappeti turkmeni apprezzati in tutto il mondo. Cena
e pernottamento in albergo.
7° giorno
Ashkhabad
Siamo ai bordi del deserto ed ai piedi della catena montuosa del Kopet Dag che segna i confini col
vicino Iran. Ebbene sotto questi monti, ad una profondità di circa 50 metri, si apre una gigantesca
caverna lunga più di 260 metri ed alta 20 che nasconde sul fondo un lago di un’ottantina di metri
con acqua a 36° di temperatura costante. Davvero una curiosità! Escursione a Bakharden per la
visita di questo sito ed al ritorno sosta in una fattoria dove si allevano cavalli e a Nicea, antica
capitale dei Parti, per scoprire le vestigia del palazzo reale e di un curioso tempio circolare. Cena e
pernottamento in albergo ad Ashkhabat.
8° giorno
Ashkhabad-Mary
Volo per Mary, giusto per evitare una noiosa strada in costruzione. A 32 km ad est di Mary ecco
Merv, un’altra “perla d’Oriente”, seconda città dell’Islam dopo Bagdad tra l’VIII° ed il XIII°
secolo, che conobbe il suo momento d’oro sotto il sultano seldjukide Sanjar nel XII° secolo. Molto,
molto tempo fa, il fiume Murghab che attraversava l’arido deserto cambiava spesso il suo corso,
obbligando le popolazioni locali a seguire i suoi capricci per sopravvivere. Così, ad ogni
spostamento, queste genti costruirono una fortezza. Oggi si contano 5 siti simili a Merv, tutti
insediamenti occupati in successione, uno dopo l’altro. Visita delle vestigia più importanti, di
un’architettura davvero particolare, possente ed inusueta, e ritorno a Mary per un salto al museo e
poi passare a cena. Pernottamento in albergo.
9° giorno
Mary-Bukhara
Partenza per Farab e pranzo a Turkmenabat per poi passare la frontiera e rientrare in Uzbekistan.
Sul finire del pomeriggio arrivo a Bukhara. Cena in città e pernottamento in albergo.
10° e 11° giorno
Bukhara
Due giornate saranno consacrate a questa straordinaria città, con un po’ di tempo a disposizione
per bighellonare a caccia degli oggetti più belli di un artigianato davvero prezioso. Situata nella valle
di Zerafshan, conserva intatto il suo “charme” autentico di grande tappa sulla Via della Seta, mèta
agognata di tutti i commercianti dell’epoca, centro ricchissimo di smistamento e vendita di
mercanzie varie, tappeti e gioielli e fulcro culturale di sviluppo dell’Islam sotto il regno dei Samanidi
nel X° secolo. La sua lunga evoluzione architettonica sotto l’influenza delle varie dinastie,
samanide, seldjukide, timuride, cheybanyde, ci regala oggi un oceano di cupole turchesi, di minareti
slanciati. Centinaia sono i monumenti storici, le vecchie scuole coraniche, le tombe dei santi, le
madrasse, le moschee, ormai quasi tutte in disuso, frequentate oggi solo dai visitatori inebriati dai
decori raffinatissimi, dalle maioliche, dalle architetture ardite. Tutto è visitabile, dai vecchi palazzi ai
luoghi di culto di un tempo, le stradine, i bazar… e su tutto dominano le massicce muraglie dell’Ark,
la possente cittadella, una volta residenza dell’Emiro. Un’escursione fuori città permetterà di
apprezzare la residenza estiva degli ultimi emiri di Bukhara e di raggiungere Bahuvuddin
Naqshbandi, luogo di pellegrinaggio dove si venera il santo sufi. Due antiche moschee, un esile
minareto ed il mausoleo di Naqshbandi appunto rappresentano oggi uno dei luoghi più sacri e
sereni dell’universo islamico. Un’ occasione unica per avvicinarsi e tentare di capire il sufismo.
Cena nella vecchia città, concerto e pernottamento in albergo.
12 e 13° giorno
Bukhara-Ghidjuvan-Nurata-Sentob-Samarcanda
Rotta insolita verso Samarcanda e sosta a Ghidjuvan per visitare il laboratorio tradizionale di un
celebre vasaio tutt’ora in attività ed un piccolo ma straordinario museo della ceramica. Poi
deviazione per Sarmish dove una passeggiata di un paio d’ore permetterà la scoperta di graffiti
rupestri di estremo interesse e di un’eleganza straordinaria. Pranzo presso la gente di Nurata e
visita della sorgente di Tchashma coi suoi pesci sacri. Arrivo infine al villaggio di Sentob per cenare
e dormire nelle case locali appositamente preparate per l’accoglienza. Un’opportunità rara per un
incontro ravvicinato con uomini e donne, usi e costumi di un paese “diverso”. Il giorno successivo
passeggiata nel villaggio e visita di Kurgan, antico insediamento abbandonato. Poi rotta per
Samarcanda. Cena in città e pernottamento in albergo.
14° giorno
Samarcanda
Samarcanda, un nome magico, una città mitica, piena di fascino. Contemporanea di Babilonia, di
Tebe, la “Marakanda” dei Greci è una delle città più antiche del mondo poiché vanta più di 4000
anni di storia. Centro principale dell’antica Sogdiana, da sempre incrocio di grandi vie commerciali
provenienti dalla Cina, dalla Siberia, dalla Persia e dall’Occidente, prosperò superbamente fino
all’irrompere delle orde di Gengis Khan che la travolsero come una valanga. Due secoli più tardi
Tamerlano la elesse a capitale del suo impero e risorse a nuova gloria. Qui la scienza fece un balzo
considerevole. Astronomia, medicina ed algebra conobbero una rapida evoluzione sotto la spinta di
menti che la storia regalerà alla posterità: Ulugh Beg, nipote di Tamerlano, Avicenna, Al
Khawrazimi, padre dell’algoritmo, Averroè. Oggi non si può che rimanere stupiti davanti agli edifici
della piazza Registan, spettacolari per la ricchezza e la varietà dei fregi, dei ghirigori, delle
sfumature dal turchese al blu dei mosaici e delle maioliche; a bocca aperta e naso all’insù sotto ai
vertiginosi portali ricchi di alveolizzazioni, all’ombra di minareti che svettano colorati verso il cielo. E
che dire della celebre cupola a costoloni del mausoleo di Timur, lo “zoppo”, della moschea BibiKhanum, del complesso di edifici di Shah-i-Zinda, del gigantesco sestante per le osservazioni
astronomiche di Ulugh Beg? Senza dimenticare, ovviamente il Gran Bazar Syob, il più animato della
città. Cena in città e pernottamento in albergo.
15° giorno
Tashkent-Milano
Partenza mattutina per Tashkent e visita della parte vecchia della capitale. L’insieme Khasti Imam
sembra chiudere degnamente questa grande carrellata nelle terre di Uzbekistan e Turkmenistan…
Ma perché non dare uno sguardo all’unica metropolitana d’Asia Centrale ed all’animatissimo
Bazar Tchorsu, davvero immenso ed incredibilmente animato? Tutte le etnie vi sono presenti (più di
120 in questo paese…) e l’incontro con la gente sarà uno dei più bei ricordi. Perché sia nei piccoli
villaggi che nelle grandi città, lungo le strade o nei bazar, in Uzbekistan si respira cortesia, cordialità
e simpatia, curiosità e voglia di comunicare. Davvero splendido! Nel pomeriggio trasferimento in
aeroporto ed imbarco sul volo per Malpensa.
NB: gli alberghi per questa vacanza sono stati scelti tra quelli che offrono i migliori servizi ma anche
quello “charme”, quell’atmosfera suggestiva che aiuta la mente ad evadere dal consueto. Come i
pasti, che lontano dalle consuetudini “internazionaliste” e anonime degli hotel saranno a volte
consumati in luoghi e ristoranti particolarmente sensibili nel presentare la grande varietà e bontà
della cucina locale. Pensione completa.
Il passaggio della frontiera dal Turkmenistan all’Uzbekistan prevede un tratto di qualche centinaio di
metri da fare a piedi tra un controllo e l’altro. Non potendo garantire i facchini è opportuno pensare
di munirsi di bagagli con rotelle per questo viaggio.
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