GLI O.G.M.
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GLI O.G.M.
COSA SONO GLI O.G.M.? Da secoli l’uomo cerca di migliorare le specie animali e vegetali presenti nell’ecosistema, per poterle utilizzare in maniera economicamente più vantaggiosa. Come allevatore ed agricoltore, l’uomo ha sempre cercato di incrociare le specie animali e vegetali, al fine di ottenerne di nuove, o solo per migliorare le caratteristiche di quelle esistenti. A partire dagli Anni Quaranta del XX secolo, prima negli Stati Uniti, poi nel resto del mondo, grazie all’impiego delle nuove tecnologie, si diffusero una serie di nuove pratiche agronomiche che poi presero il nome di Rivoluzione Verde. Tali pratiche erano basate sull’ introduzione di varietà vegetali altamente produttive, selezionate con l’intento di aumentare le rese e contrastare gli effetti delle carestie nei paesi del Terzo Mondo. Verso la fine degli anni Novanta, però, alcune industrie del settore alimentare hanno prospettato la possibilità di effettuare queste operazioni intervenendo direttamente sul patrimonio genetico delle specie, anziché condizionare la loro evoluzione solo in fase riproduttiva. 47 LE IMPLICAZIONI ETICHE DELLA RIVOLUZIONE VERDE Salve! Io sono Desossiribonucleico. Qualcuno dice che sono un po’ acido, ma per gli amici sono DNA ! Rispetto all’uso di altre biotecnologie, l’introduzione degli O.G.M. ha indubbiamente determinato minori resistenze tanto da parte del mondo religioso, quanto da parte delle associazioni ambientaliste. Infatti, sia le religioni che i movimenti ambientalisti non potevano restare insensibili all’obiettivo di contrastare la fame e la miseria nelle aree più povere del mondo, anche se tale obiettivo doveva realizzarsi modificando il patrimonio genetico delle specie esistenti. Per i cristiani, in particolare, i cibi geneticamente modificati non sono considerati intrinsecamente immorali, in quanto caratteristico della visione cattolica è porre l’uomo al centro del Creato, affidando ad esso, quale unico essere dotato di coscienza e autodeterminazione, la responsabilità di valutare effetti e pericoli della propria attività, e impegnato moralmente a usare le risorse disponibili nel rispetto della dignità delle specie che lo popolano. 48 IMPLICAZIONI SOCIO-POLITICHE E PROBLEMI DELLO SVILUPPO La possibilità di risolvere i problemi sociali del Terzo Mondo attraverso le nuove tecnologie ha fatto in modo che l’introduzione degli O.G.M. in agricoltura incontrasse diffusamente anche il sostegno dei governanti. Sotto quest’ultimo profilo, però, è opportuno osservare che il favore riscontrabile presso le classi dirigenti non è stato dettato esclusivamente da ragioni umanitarie. Più spesso, anzi, dietro all’entusiasmo di chi si è battuto per una maggiore diffusione degli O.G.M. c’è stato anche un cinico calcolo politico. Le classi dirigenti sono infatti consapevoli della circostanza che la presenza di un malessere economico diffuso in vaste aree del mondo, oltre a ridurre la qualità e l’aspettativa di vita delle persone che vi abitano, può facilmente determinare conseguenze sociali negative: sia destabilizzando i governi locali, che determinando ondate migratorie verso i Paesi Occidentali. Contrastare la fame prima attraverso l’agricoltura intensiva, e poi grazie agli O.G.M., può quindi anche costituire una scelta dettata da valutazioni di tipo politico circa la conservazione degli equilibri di potere consolidati nelle periferie del mondo. Visti sotto questo profilo, gli O.G.M. possono diventare così, una sorta di scorciatoia, e laddove ancora sopravvive il latifondo, la Rivoluzione Verde può diventare una comoda alternativa ad una seria riforma agraria. 49 Anche a volerne considerare gli effetti solo nel mondo agricolo, i risultati della Rivoluzione Verde sono stati comunque controversi; se da una parte essa ha determinato un sensibile aumento della produzione agricola, permettendo a diversi paesi non solo di risolvere l’annoso problema alimentare ma di esportare a loro volta prodotti agricoli (come nel caso dell’India, diventata uno dei principali esportatori di riso), dall’altra essa ha provocato nuovi problemi sociali, come l’espulsione dalle campagne di centinaia di migliaia di piccoli contadini che non disponevano né di terre sufficientemente estese né dei fondi necessari a meccanizzare le proprie lavorazioni. Per questi motivi, nel corso degli anni Novanta i risultati e i limiti della Rivoluzione Verde furono ridiscussi nell’ambito di varie conferenze internazionali. Da un punto di vista statistico, la quantità di cibo pro-capite nei paesi del Terzo Mondo apparve incrementata; tuttavia, e ciò nonostante, il problema della fame e della malnutrizione risultò ancora drammaticamente presente. Fu allora evidente che l’aumentata disponibilità di risorse alimentari non poteva da sola garantire l’equa distribuzione delle nuove risorse alimentari a tutta la popolazione; il problema della fame coinvolge infatti complesse interazioni tra fattori economici, politici e culturali, sui cui sviluppi nessuno ha ancora il potere o la volontà o l’interesse di decidere. 50 IL PREZZO DELLE BIOTECNOLOGIE E IL VALORE DELLA BIODIVERSITA’ Al di là di questo, è comunque da dire che, paradossalmente, l’uso degli O.G.M. ha incontrato stime contrastanti anche e proprio nell’ambito del mondo scientifico. Le voci più critiche si sono levate a partire dagli anni Ottanta del XX secolo, quando, dopo un lungo periodo di monocolture intensive, furono a tutti più chiari gli effetti a lungo termine derivanti dall’introduzione delle nuove tecniche agronomiche. Il massiccio uso di concimi chimici e l’elevato consumo di acqua hanno infatti causato nel tempo un progressivo impoverimento dei suoli. L’introduzione di monocolture intensive ha determinato una notevole diminuzione della biodiversità e la scomparsa di specie tradizionalmente coltivate a livello locale e perfettamente inserite negli equilibri ecologici di ciascun ecosistema; ciò ha anche comportato una minore resistenza delle colture alle variazioni climatiche, alle malattie e ai parassiti con la conseguente necessità di ricorrere con maggiore frequenza a fitofarmaci e pesticidi. Giacché i fitofarmaci e i pesticidi sono spesso prodotti brevettati dalle industrie chimiche nei paesi Occidentali, l’aumento del loro fabbisogno ha, per altro verso, creato una nuova forma di dipendenza del settore agricolo rispetto all’industria chimica, e quindi, dei paesi in via di sviluppo rispetto a quelli che investono nella ricerca e nelle nuove tecnologie agronomiche. 51