Applausi fischi - centro teatro attivo
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Applausi fischi - centro teatro attivo
@ SPETTACOLI VENERDÌ 19 APRILE 2013 MILANO PER SAPERNE DI PIÙ www.teatrolitta.it www.teatrofrancoparenti.it Applausi&fischi Franco Parenti ■ XIX Fondazione Aliante ✪INSUFFICIENTE ✪✪SUFFICIENTE ✪✪✪BUONO ✪✪✪✪DISTINTO ✪✪✪✪✪OTTIMO Al Litta il regista e attore supera la sua cifra comica e indaga sull’essenza della finzione Cosentino vola sulla luna e fa centro “Niente più niente al mondo” Annina Pedrini madre assassina di grande misura ADRE assassina, ma non infanticida. La figlia che uccide ha vent’anni, colpevole di non rappresentare nessun futuro di riscatto da una miseria esistenziale prima che economica. Noir sociale in forma di monologo, Niente più niente al mondodi Massimo Carlotto entra nella testa di questa disperata imbruttita da una vita di periferia, di spese al discount, pulizie a ore in case dove il lusso altrui ferisce come un’umiliazione, salottini comprati a rate e massicce dosi di tv. Al cospetto di un piano di plexiglass che la riflette come una maschera tragica, Annina Pedrini, finalmente libera da impalcature borghesi, sfodera un’interpretazione straniante di grande finezza. Fabio Cherstich ci conferma che un buon regista si vede anche da come lavora con gli attori. (s.ch.) M © RIPRODUZIONE RISERVATA Parenti via Pier Lombardo 14, fino al domenica, tel. 0259995206 “Lo spazio vuoto del cuore” eatrante anomalo e orgogliosamente indipendente, Andrea Cosentino ci ha abituati a disamine comiche dal gusto surreale che puntano il dito, come succedeva in Telemomò, contro i chiché di media e tv. Ora, con Primi passi sulla luna, l’attore-autore abruzzese alza il tiro, indagando il confine tra realtà e finzione. ricana da cui regola da sé luci e musica, uno sgabello e una scatola di cartone, scalcagnato baule delle meraviglie da cui estrae cappelli rosa, Barbie astronaute, libretti della Pimpa, occhialoni da intellettuale e altri oggetti improbabili, che nelle sue mani si trasformano in travestimento, copione e pretesto per divagazioni all’apparenza improvvisate o folli, che in realtà nulla lasciano al caso. ✪✪✪ ✪✪✪ SIMONA SPAVENTA T Frutto magmatico in continua mutazione, diverso ogni sera, lo spettacolo nasce come prima stesura nel 2009, quarantesimo anniversario dell’allunaggio. E proprio lo sbarco sulla Luna, il dubbio se sia accaduto davvero o sia stata tutta una messinscena, è nucleo di partenza narrativo da cui si dipanano i fili di infinite variazioni metaforiche “lunari”. Perché quello che interessa di più a Cosentino è proprio svelare i meccanismi della finzione, riflettere su quanto essa nasconda, o riveli, la realtà. Per farlo, costruisce quello che apertamente definisce un “non-spettacolo”, una “chiacchierata postmoderna” dove un attacco comico, pienamente nei canoni del suo cabaret stralunato, viene smantellato dall’irrompere progressivo di elementi di decostruzione. Dapprima sotto la veste, comica anch’essa, di un critico teatrale intento a commemorare la sua scomparsa — il sottotitolo non a caso recita “divagazioni provvisorie per uno spettacolo postumo” — con una minuziosa ed esilarante analisi delle tecniche del suo teatro. Poi, facendo irrompere inaspettato un elemento di verità, il dolore di un episodio autobiografico tragico che comunica al pubblico annullando esplicita- mente ogni finzione, in un “non recitare” che è ripensamento del teatro e dei suoi meccanismi. Il risultato è sorprendente, e porta lontano. ✪✪✪ Teatrante molto “off”, Cosentino fa di necessità virtù montando una scena che più povera non si può. Un palco nudo, solo una traballante consolle con bandiera ame- In questa cavalcata vertiginosa tra comico e tragico, tra Neil Armstrong e l’autobiografia, che procede per voli pindarici legati dalla tenue traccia di immagini che ruotano attorno alla luna, ci si potrebbe perdere. Ma la grazia surreale e la mimica prodigiosa dell’attoreautore superano anche il rischio di intellettualismo o di caduta nel patetico, sanno tenere avvinto lo spettatore e lo conducono senza cedimenti per l’ora e mezzo di un viaggio che sa aprire connessioni impreviste e prospettive inedite. Il che, nel generale appiattimento, non è poco. EATRANTE che sa bene come usare i meccanismi della rappresentazione per toccare i punti critici dei meccanismi sociali, Mimmo Sorrentino questa volta si occupa degli hikikomori, fenomeno giapponese in rapida espansione anche tra gli adolescenti europei e americani che scelgono di autosegregarsi nella propria stanza senza più uscirne. In Lo spazio vuoto del cuore(da Lotus Flowerdei Radiohead), Sorrentino rinchiude il suo hikikomori (Mattia Colombo, molto bravo) nel bozzolo di una cameretta zeppa di feticci e sgradevoli tracce di cattività dove autoesibirsi globalmente via web ma dove il mondo non può entrare: il monologo è la regola. Al pubblico non resta che assistere impotente, nessuna intrusione è possibile. Uno spettacolo preciso e necessario. (s.ch.) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Teatro Litta corso Magenta 24, fino a domenica, tel. 028055882 Scommegna e Seigner, “rivali” per Pinter DIETRO LE QUINTE AL POSTO DI PASOLINI, ARRIVA LA CELESTINA Petrolio per ora non si fa. L’ultimo libro di Pasolini avrebbe dovuto essere il nuovo spettacolo di Luca Ronconi per la stagione 2013/14 del Piccolo. Non annullato, solo rimandato. Al suo posto, Ronconi ha scelto La Celestina, misterioso capolavoro di fine ‘400 attribuito a Fernando de Rojas, scabrosa storia ad alto tasso erotico scatenato da un’astuta fattucchiera. Di recente se ne “Primi passi sulla luna” al Teatro Litta ricorda la magistrale versione di Robert Lepage. Un bel duello. EVA CONTRO EVA Arianna Scommegna Arianna Scommegna con Peter Stein, Emanuelle Seigner con Luc Bondy. Sono Ruth, nelle due versioni di prossima circolazione di Il ritorno a casa di Harold Pinter. Quella italiana è Sorrentino chiude un adolescente nella sua stanza firmata dal regista tedesco, che ha scelto Arianna per l’unico ruolo femminile della pièce del Nobel: debutto in luglio a Spoleto. Quella francese (coproducono Odéon e Piccolo) arriva a Milano dall’8 maggio con cast stellare: al fianco della Seigner (in questi giorni anche al cinema nel film di Ozon), ci sono Bruno Ganz, Louis Garrel e Pascal Greggory. T Fondazione Aliante via Tortona 37, fino al 21. Tel. 0258325578 SARA CHIAPPORI BARBARESCHI LOGOPEDISTA DEL RE È nato per la scena, ma il successo planetario è arrivato con il film di Tom Hoope. Il discorso del re di David Seidler ora è tornato in teatro nello spettacolo diretto e interpretato da Luca Barbareschi, che si cala nei panni del logopedista del balbuziente Giorgio VI (Filippo Dini). Lo vedremo l’anno prossimo al Parenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA Repubblica Milano