Il_tempo__il_cambiamento_e_i_suoi_strumenti

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Il_tempo__il_cambiamento_e_i_suoi_strumenti
http://www.lospecchio-counselling.it
15/02/2014
Il tempo, il cambiamento e i suoi strumenti
di Simonetta Lavorati
+ Prof in verde
E’ da diversi giorni che sto riflettendo su un tema che percepisco molto importante nel nostro cammino di
vita: il senso del tempo (Kronos, e non meteorologico). Ascolto le persone che descrivono con
sconvolgente lucidità le loro caratteristiche di personalità più limitanti, dietro le quali si nasconde, ma
nemmeno poi tanto bene, il desiderio ardente di non esserne più prigioniere. E questo non solo per se
stesse, ma anche per i loro cari, nei confronti dei quali soffrono terribilmente per il senso di impotenza
causato dalla convinzione radicata di non poterli aiutare a superare i propri limiti. E da qui a fare scelte o
adottare comportamenti non in linea con i nostri bisogni o con la nostra natura più profonda, il passo è
breve.
Allora la domanda è la seguente: questo tempo che ci è stato dato per soggiornare su questa Terra, serve
solo a fare analisi spietate dei nostri limiti e a compiacerci della conquistata consapevolezza? Tutto qui?
No, è chiaro. Possiamo andare ben oltre e fare qualcos’altro di altrettanto importante: accettare i nostri
limiti. Bene! Questo è stupendo!!! Si chiama “subirsi” e non “viversi”.
Riassumendo: arriviamo su questa Terra, sviluppiamo delle caratteristiche di personalità negative, limitanti
o che comunque non ci piacciono, siano esse acquisite con le esperienze di vita o innate nel nostro
temperamento. Dopodiché, dalla maturità in poi, ci viene data la possibilità di diventarne consapevoli, e poi
persino di accettarle. Fantastico! (Verrebbe da dire…).
In realtà io penso che ci sia data la possibilità di andare ben oltre queste, pur importanti possibilità, e cioè
quella di TRASFORMARCI e modificare i nostri limiti. Ma a quanto pare, per molti di noi, sembra
un’impresa impossibile che non vale nemmeno la pena di essere tentata, un’opzione da scartare a priori.
Studiare per noi è un’ansia incredibile per il terrore che abbiamo di fallire miseramente un esame al
cospetto di un professore implacabile e di una platea di esseri giudicanti e pronti a ridere di noi?
Ma si, solo il pensiero mi inorridisce…Non mi iscriverò mai all’università, in quel corso di studi che pure mi
attira così tanto e per il quale mi sento persino portato. Meglio fare un corsetto senza troppe pretese.
Ed ecco che ci siamo già tagliati le gambe ancora prima di iniziare!
In realtà gli strumenti del cambiamento esistono, sono molti e sempre più diffusi, ma sistematicamente
snobbati dalla maggior parte di noi perché non sono MAGICI! Non ci fanno diventare un’altra persona nel
giro di 5 giorni, che è il massimo che siamo spesso disposti ad attendere per verificare se una tecnica
funziona o meno. Come dire: “voglio perdere 20 Kg in 7 giorni…”.
Ma allora quali sono questi strumenti del cambiamento e in quale senso devono essere intesi?
Sono sempre gli stessi che non smetterò mai di ripetere: la meditazione, le visualizzazioni (perché per il
nostro cervello, fare una cosa o immaginare di farla è lo stesso), la ripetizione costante e prolungata di
affermazioni positive volte a cancellare le tracce mnestiche dei nostri programmi limitanti. Il tentativo
costante di fare piccoli sforzi per superare le nostre difficoltà, il counselling, la psicoterapia, l’omeopatia,
tutto le tecniche di tipo “energetico”, i gruppi di “sviluppo della coscienza” (Quarta Via, Psicosintesi, gruppi
di meditazione e/o preghiera..) eccetera eccetera.
Partendo a caso, ad esempio dalla tecnica delle affermazioni positive, vorrei approfondire l’utilità del CD di
Lucia Giovannini “Parole che trasformano” che ho già consigliato in un altro articolo. Ricordate? Quella che
ha ripreso e rielaborato il metodo di Louise Hay.
Ora, vorrei precisare che non conosco personalmente le due signore e quindi non voglio fare pubblicità
“interessate”. Vedo che esiste molto altro. Ad esempio, mi viene in mente Roy Martina, ma sul web è
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disponibile un’offerta infinita di CD per meditazioni, visualizzazioni guidate, rilassamento, musicoterapia
per tutta una serie diversa di bisogni, scopi da raggiungere, momenti della giornata e via dicendo…
Parto da quest’esperienza personale a cui mi sono avvicinata grazie ad un banale seminario esperenziale sul
“respiro”, in cui sono venuta a sapere per la prima volta dello strumento delle affermazioni positive
ripetute. Ho ascoltato la voce che mi spiegava come usare il CD, l’ho caricato sul mio smart phone e, per 20
giorni, l’ho ascoltato in cuffia sull’auricolare mentre passeggiavo al parco per l’ora d’aria, mia e del cane.
Pensavo per tutto il tempo a quanto il tutto mi sembrasse una grande stronzata (scusate l’eufemismo…),
inutile e anche un po’ pallosa, ma che dopotutto non mi costava niente visto che comunque nel frattempo
facevo qualcosa che avrei fatto a prescindere e che non mi richiedeva nemmeno un particolare impegno di
concentrazione: nel frattempo potevo persino pensare ai cavoli miei. Arrivo alla fine dei 20 giorni e penso
che non sia successo niente di eclatante. Però è stato rilassante e, a modo suo, anche rigenerante ascoltare
e dover ripetere a me stessa tutte quelle frasi positive. E’ passato molto tempo da allora e ho cercato di
capire cosa fosse successo. Penso che il succo sia questo: avevo innescato un percorso di
trasformazione.
Piano piano venivo attratta dall’intraprendere piccoli passi: letture, strumenti, esperienze di gruppo, che
non mi rendevano Wonder Woman al primo tentativo, ma lentamente stavano forgiando la mia realtà in
una direzione diversa. Facevo cose “inaspettate e impensabili” per il mio carattere (come è stato, ad
esempio, quella di fare questo minuscolo sito e scrivere articoli da pubblicare). Il mio limite di
“sopportazione”, notoriamente molto basso a detta di mio marito, si alzava impercettibilmente,
cancellando dalla mia più intima e profonda percezione il senso di rifiuto, giudizio o limitazione che aveva
caratterizzato la mia vita fino a quel momento. Non attraevo quasi più eventi negativi, di conflitti o scontro.
E quando succedeva, sempre più raramente, diventavo immediatamente consapevole del motivo per cui
ero successo, trovandolo dentro di me. Avevo smesso di lamentarmi e di dare colpe a destra e sinistra per
tutto il dolore e la negatività che era transitata nella mia vita. E, finalmente, non lasciavo più cadere i vari
consigli di cui venivo a conoscenza, ma trovavo sempre qualche minuto per provarne l’efficacia su di me.
Fino ad arrivare allo strumento principe: la MEDITAZIONE. Quello che non avevo mai osato affrontare per
la mia totale incapacità a “staccare” il frenetico lavorio della mente (la famosissima “
…”): roba da guru, dicevo tra me e me.
Ma ad un certo punto mi venne in mente un libro molto toccante di diversi anni fa: “Un altro giro di giostra”
di Tiziano Terzani. Non era un libro di spiritualità, ma un normale best seller esposto in tutte le librerie
d’Italia. Mi colpì la descrizione così “umana” dei tentativi maldestri di “svuotare la mente”, come ci
insegnano i guru. L’autore, solo nel suo rifugio indiano, nella notte accendeva quella candela e si
concentrava come un disperato per cercare di non pensare, e ogni volta si ritrovava, avvilito, a ricominciare
da capo per aver sorpreso un pensiero vagare nella sua mente senza che lui lo volesse. Anni dopo, leggendo
un banalissimo libro di Osho, anch’esso disponibile in tutte le librerie, capii che il senso di tutto questo
nostro percorso è tutto qui: PROVARE, TENTARE, INIZIARE, FARE QUALCOSA, qualunque essa sia.
E’ solo questo provare che innesca un motore potentissimo. Perché il senso non è il risultato
nell’immedi ato, ma il percorso, IL VIAGGIO, come diceva la pubblicità…
Il RISVEGLIO non è un processo digitale che passa da spento ad acceso, ma un processo analogico che
dura tutta la vita, non esiste il fast food dell’Anima che ti sazia rapidamente. Esiste la capacità di
diventare un sommelier degli stimoli dell’anima …
Se ti guardi indietro dopo un po’ di tempo, allora capisci che non sei più la stessa persona e che tutto è
venuto da solo, come per magia, senza aver avuto nemmeno il tempo di realizzare cosa sia successo.
Adesso uso tutti gli strumenti possibili da sola o con l’aiuto di altre persone “in cammino”, che
necessariamente sono votate al “DARE”, restituire il bene per tutta la grazia che sentono di aver ricevuto.
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Costruisco le mie frasi da sola per i limiti che desidero “sgretolare”, vado a farmi fare un massaggio shatzu,
quando mi sento un po’ confusa mi rivolgo al mio Maestro per una seduta di Counselling via Skype,
partecipo a esperienze di gruppo, strumento potente di cambiamento, vado a rigenerarmi a thai chi, mi
faccio un bagno rilassante pieno di incensi, musica e profumi. In ultimo, quando mi sento stressata da
incombenze che irrompono nella mia routine in modo eccessivo, staccandomi da me stessa, mi metto
maldestramente a meditare, alla maniera che mi riesce (non ho ancora mai fatto un corso di meditazione,
anche se penso che sarebbe utile…). Come stamattina, al buio, con le gambe incrociate sul tappeto, il
profumo dell’incenso e il respiro regolare del cane acciambellato accanto a me. La fiamma della candela
non riusciva a placare la mente che partoriva incessantemente le frasi di queste riflessioni, senza darmi
tregua. Ho pensato ancora una volta di aver fallito. Ma poi la mente mi ha portato il ricordo del motto dei
“Boy Scout of America”, che mio figlio aveva frequentato durante il nostro soggiorno Kazako: “Do your
best”. Fai del tuo meglio.
Non devi andare dal bianco al nero, ma solo accettare di fare dei piccoli passi per attraversare i diversi strati
di grigio che esistono inevitabilmente nella vita. Lasciando andare le convinzioni più radicate e le nostre
inflessibilità nei confronti di noi stessi, degli altri, del mondo, della vita, eccetera eccetera….
Con mia grande sorpresa, preparando l’esame di Psicologia delle Organizzazioni, ho scoperto che anche nel
mondo aziendale, la meditazione è uno degli strumenti a disposizione del “
”. Un po’ come
quando, in quei periodi in cui ti senti ispirato, inizi la giornata andando in palestra o a correre da solo. E
allora, come mi raccontò quel megadirettore che aveva preso quest’abitudine, “..la giornata ti si mette a
posto da sola….”. Entri nel flusso e tutto diventa facile e naturale e la tua coscienza si espande fino a
cogliere quello che era sempre stato davanti a te, ma che avevi catalogato come “inutile”.
Salvo scoprire poi, che avrebbe cambiato la tua vita.
Mi sento allora di concludere con lo stupendo spunto di riflessione che ci ha lasciato il professore di
Filosofia della Mente, all’università, durante il suo seminario di presentazione del corso.
Dopo averci affascinato e toccato con le sue sapienti doti di comunicatore, il suo entusiasmo per una vita
piena, spesa nell’aiuto degli altri, è venuto verso di noi e, ad uno ad uno, ci ha consegnato una striscia di
carta con l’immagine di un campo di grano sotto un cielo azzurro e questa frase:
Martin Heidegger
E allora, vi prego: fatemi sapere. Fino ad ora, è servita a qualcosa quest’oretta striminzita di meditazione
maldestra che ho provato a fare stamattina?
Buona vita!!
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