progetto per la realizzazione di punti attrezzati per la prevenzione

Transcript

progetto per la realizzazione di punti attrezzati per la prevenzione
PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI PUNTI ATTREZZATI
PER LA PREVENZIONE ANTINCENDIO BOSCHIVO E PRATIVO
PRESSO TORRE QUEZZI E VETTA DI PEGLI
La lotta agli incendi boschivi e prativi rappresenta una delle attività d’intervento della struttura di
protezione civile più ricorrenti nel corso di ogni mese dell’anno, allorchè si abbiano le necessarie
condizioni ambientali.
La prevenzione costituisce uno dei più efficaci strumenti per l’antincendio boschivo, e la
realizzazione e la gestione di punti di avvistamento garantisce quel presidio del territorio che
costituisce deterrente per qualunque attività dolosa, oltre a rendere possibile un rapido intervento in
caso di emergenza. Infatti, l’avvistamento immediato dell’incendio e la rapida comunicazione ai
centri d’ intervento costituiscono la premessa per un’azione di spegnimento la più efficace
possibile.
Richieste urgenti di interventi in tale senso, anche a seguito degli incendi dell’estate scorsa di
proporzioni eccezionali ed estesi a vaste aree boschive prossime alle zone abitate, sono pervenute
agli uffici comunali dalle locali Circoscrizioni che evidenziano il danno ecologico e paesaggistico
per l’intera città.
La costituzione di punti d’avvistamento a terra è prevista all’art. 2 comma 4 della L.R. 6/97
(“Organizzazione della struttura operativa di intervento per la prevenzione e la lotta agli incendi
boschivi”) quale attività di prevenzione degli incendi.
La Delib. C.R. 65/2000 relativa al Regolamento CE n. 1257/99 (“Piano Regionale di Sviluppo
rurale periodico 2000-2006”, approvato dalla Commissione con decisione del 26/9/00, presa d’atto
ai sensi dell’art.6, comma 1 lettera B) della L.R. 16/8/95 n. 44, comprende la misura 9 (“altre
misure forestali”) che si articola in sottomisure.
In particolare l’art. 30, paragrafo 1, sesto comma, individua, quale sottomisura 9.7, la voce
“Strumenti di prevenzione” che prevede azioni di sostegno finanziario agli investimenti relativi
all’allertamento degli incendi boschivi, indicando quali spese ammissibili (e finanziate al 90% in
funzione della superficie d’avvistamento), gli interventi volti all’avvistamento degli incendi tramite
l’allestimento di torrette accessibili alle Associazioni che si occupano di antincendio o attraverso il
recupero di strutture già esistenti ed idonee.
Analoghi finanziamenti sono previsti anche per opere accessorie quali vasche di pescaggio, sistemi
di monitoraggio, piazzole per atterraggio elicotteri, ecc.
A tale proposito l’Ufficio Protezione Civile del Comune di Genova ha individuato con un apposito
Gruppo di Miglioramento, approvato dalla Civica Amministazione nel corso dell’anno 2001, un
congruo numero di possibili siti con caratteristiche adatte allo scopo e distribuiti sull’intero
territorio comunale.
Tra questi siti rientra la Torre Quezzi, riconosciuto come “punti d’avvistamento Protezione Civile
antincendio boschivo”dalla Deliberazione di Giunta Comunale N. 80 del 25 gennaio 2002
(“Approvazione della progettazione preliminare del recupero, riuso e valorizzazione dei sistemi
centrale e orientale dei Forti genovesi”) nell’ambito del recupero e valorizzazione del sistema dei
Forti genovesi, e successivamente richiamati nella Deliberazione di Giunta Comunale N. 1116 del
30 ottobre 2003 “Interventi per la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi: individuazione di
punti avvistamento nell’ambito del territorio comunale”.
Risulta inoltre individuata anche la Vetta di Pegli, già prevista come punto di avvistamento
anticendio con Delib. G.C. N. 1820 del 30 dicembre 1999 e concessa in uso a titolo gratuito
all’Organizzazione Europea Vigili del Fuoco (convenzionata con il Comune di Genova con atto
cronologico N. 7 del 7 settembre 1999 ai sensi della Deliberazione di Giunta Comunale N. 1963/98)
con Determinazione Dirigenziale n. 128 del 1 settembre 2000 a firma del dott. Mario Carli,
dirigente del Settore Protezione Civile.
Inquadramento ambientale
La Torre Quezzi sorge sul crinale disposto sud-ovest / nord-est che separa la val Mermi e la val
Bisagno dalla vallata del torrente Fereggiano. L’edificio sorge ad una quota di circa 320 metri s.l.m.
e con una prospettiva visiva che spazia dal Monte di Portofino e Monte Fasce a Levante, ai rilievi
dell’Alta Val Bisagno a nord, nonché la Bassa Val Bisagno e la costa del Ponente.
Dal punto di vista vegetazionale l’area posta sulla collina di Quezzi è costituita da una prateria
soggetta a pascolo (ovini, caprini, suini, equini) e macchia mediterranea lungo il crinale e nel
versante sud-est, nonchè da bosco misto nel versante settentrionale. Presso la Vetta di Pegli sussiste
invece una zona caratterizzata da praterie e bosco misto di conifere e latifoglie.
L’inquadramento geologico del comprensorio ove è collocata la Torre Quezzi è caratterizzato dalla
presenza di calcari marnosi e marnoscisti subaffioranti a giacitura variabile, appartenenti alla
Formazione geologica dei Calcari del Monte Antola, flysch calcareo che data al Cretaceo con la
tipica presenza dell’icnofossile Helmintoidea Labirintica.
La zona della Vetta di Pegli è invece caratterizzata dalla presenza di metagabbri glaucofanitici ed
eclogitici appartenenti all’Unità ofiolitifera del Gruppo di Voltri, lembo di crosta oceanica
giurassica, messa in posto nell’ambito dell’orogenesi alpina.
La proposta di recupero dell’area di Torre Quezzi è finalizzata, oltre alla tutela e valorizzazione
della stessa, anche all’eliminazione della presenza di discariche abusive e segni di degrado
conseguenti all’attuale stato di abbandono.
L’ampiezza del panorama sulle aree a rischio di incendio boschivo e l’accessibilità alle aree
percorse dal fuoco ne rendono ottimale l’utilizzo per l’osservazione e la prevenzione antincendio.
Infatti, la superficie totale visibile dalla Torre è 4827 ha, di cui 3583 vegetati e 1635 caratterizzati
da bosco di pregio.
All’interno di queste stesse aree rientrano inoltre i SIC (Siti di Importanza Comunitaria individuati
con DM 3/4/2000 ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE) di Torre Quezzi (7ha),
parzialmente quello di Val Noci –Geirato- Alpesisa (che nel suo complesso copre 625 ha) e quello
del Monte Fasce (nel suo complesso 854 ha).
Dalla Vetta di Pegli, in corrispondenza del Bric Castellaccio, il visibile è di 2837 ha, il vegetato di
2394 ha e il boscato di pregio 343 ha. Più della metà (1445 ha su 2394 tot.) ricade nei parchi
urbani individuati dal PUC e dal PTC Provinciale; in queste aree rientrano inoltre parte dei SIC di
Punta Martin e del Monte Gazzo
Da un punto di vista climatico, per tutte e due le stazioni, la quota, benchè esigua e la posizione di
crinale, determinano un clima che poco si distingue da quello della parte urbana, con temperature
medie leggermente inferiori, precipitazioni leggermente superiori, presenza di un maggior numero
di giornate di gelo.
Gli unici parametri climatici che si discostano in maniera più rilevante dai valori genovesi, specie
per i punti collocati sulla collina di Quezzi, sono la radiazione globale giornaliera, che può essere
maggiore o minore a seconda delle condizioni meteo (nubi basse, inversioni termiche), ed il vento,
nettamente superiore nei valori medi e nei valori massimi dell’intensità, soprattutto nelle direzioni
dominanti di tramontana.
Torretta Quezzi
Per quanto riguarda l’area circostante la Torre, è stata individuata come prioritaria la realizzazione
di una vasca di pescaggio per elicotteri, alimentata dalla rete A.M.G.A. già presente in loco.
L’intervento previsto, che sarà realizzato con il benestare del Corpo dei Vigili del Fuoco e del
Corpo Forestale dello Stato, rappresenta un prezioso esempio di vasca di pescaggio in calcestruzzo
installata in un territorio morfologicamente accidentato come quello del Comune di Genova. Nella
maggior parte dei casi la distanza e soprattutto il dislivello tra incendio e punto di pescaggio
costringono gli elicotteri ad effettuare lanci troppo distanziati nel tempo. Infatti tempi superiori a
cinque minuti, determinano la rapida riduzione dell’efficacia dell’intervento. Per ridurre l’intervallo
di tempo di cui sopra è necessario infittire i punti di pescaggio sul territorio e questo può essere
ottenuto solo con la realizzazione di vasche.
E’ bene ricordare inoltre che, durante l’emergenza incendi boschivi il personale dipendente della
Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, assicura l’assistenza agli aeromobili della Protezione
Civile, durante il prelevamento dell’acqua di mare lungo il litorale (vedi nota n. 36240 del
24.10.03). Questo tipo di servizio comporta l’impiego di motovedette e mezzi nautici minori e di
decine di uomini che operano per favorire la celerità degli imbarchi d’acqua in assoluta sicurezza.
Il pescaggio degli elicotteri da vasche ubicate in aree limitrofe agli interventi, evita il
coinvolgimento di ulteriore personale con conseguente riduzione dei costi.
La valutazione della riduzione dei tempi di lancio è stata fatta considerando come baricentro
dell’intervento il punto di pescaggio. Considerato che il raggio d’azione utile degli elicotteri è di
circa 3 Km, distanza percorsa entro 5 minuti, si può considerare quale area servita il cerchio
corrispondente attorno alla torre Quezzi. Il tempo medio guadagnato tra un pescaggio e l’altro sarà
massimo nella porzione di territorio ricompresa nell’area servita rivolta verso l’entroterra, in quanto
non esistono alternative di approvvigionamento idrico se non quella dell’acqua di mare che si trova
ad una distanza minima di 3 Km.
L’invaso in progetto ha una capacità di circa 70 mc. E’ stata predisposta l’alimentazione e lo
svuotamento della vasca, al fine di limitare l’eventuale formazione di ghiaccio che potrebbe
renderla inutilizzabile nei periodi invernali, quando l’incidenza degli incendi boschivi nel territorio
ligure è molto alta.
Per ragioni di sicurezza è prevista inoltre una recinzione mentre per consentire le operazioni di
manutenzione si garantisce l’accesso all’invaso mediante un cancello e una rampa di discesa a
“scalini” in terra battuta e palizzate di legno. Per contenere al massimo l’invadenza delle opere tutti
gli interventi di sistemazioni del suolo saranno realizzati con viminate e idonei sistemi di
ingegneria naturalistica; la vasca di calcestruzzo sarà rivestita esternamente con pietra locale di
adeguato spessore, disposta a corsi orizzontali e senza stilatura dei giunti; internamente è prevista
una pigmentazione dell’impermeabilizzazione in tinta verde scuro perché anche nelle viste dall’alto
la vasca si integri all’ambiente circostante; la recinzione di sicurezza sarà in rete metallica con
cordolo non in vista e schermatura arbustiva a “macchie” di essenze facilmente ambientabili (ad es.
Spartium junceum, Pistacia lentiscus, Juniperus communis) .
La localizzazione dell’invaso è stata determinata, all’interno dell’area demaniale di cui è prevista la
concessione al Comune di Genova, a seguito di sopralluogo con il nucleo operativo dei Vigili del
Fuoco e d’intesa con la Guardia Forestale privilegiando una sistemazione seminterrata nel pendio, a
quota ribassata rispetto la spianata attorno alla Torre e a distanza di sicurezza dalla linea
dell’elettrodotto che in questo tratto rasenta la Torre stessa. La posizione in pendio inoltre farebbe
sì che, rispetto a quella in pianoro, il vortice d’aria prodotto dalle pale dell’elicottero - che staziona
ad una quota di ca. 5-10 m sopra la vasca – si indirizzi verso l’area a mare, con minori ripercussioni
sulla Torre. A tal fine viene inserita una barriera arbustiva più consistente proprio tra la nuova
vasca e il manufatto storico.
L’intervento prevede inoltre la predisposizione di uno o più idranti per l’approvvigionamento di
autobotti, vista la buona accessibilità alla postazione e ai luoghi a maggior rischio d’incendio. Le
strutture di approvvigionamento idrico sono alimentate costantemente, dotate di bocchette 70 UNI.
Tenuto conto che, per domare un incendio medio, si ipotizza che per il rifornimento delle
attrezzature individuali delle squadre più una autobotte leggera e un elicottero leggero con benna a
gancio, servano 20.000 l/h, si deduce che per l’alimentazione dei punti di approvvigionamento sarà
sufficiente una portata attorno a 5,5 l/s.
Vetta di Pegli
La situazione della Vetta di Pegli è diversa dalle precedenti, essendo già formalmente riconosciuta
come postazione per l’avvistamento degli incendi boschivi e prativi con Delib. G.C. N. 1820 del 30
dicembre 1999 e concessa in uso a titolo gratuito all’Organizzazione Europea Vigili del Fuoco.
Infatti, come da verbale, il giorno 17 aprile 2000 il Servizio Gestione Tecnica del Patrimonio
Immobiliare ha consegnato alla Direzione Polizia Municipale – Settore Protezione Civile l’area di
civica proprietà sita in viale Modugno, nella zona denominata vetta di Pegli, area posteggi lato sud
rispetto ex consorzio L.A.R.
In seguito, su formale richiesta dell’Organizzazione Europea Vigili del Fuoco, è stata concessa la
disponibilità di una porzione di terreno, sito nell’area di cui sopra, per il posizionamento di un
prefabbricato mobile da adibire a punto di osservazione per l’avvistamento degli incendi boschivi e
prativi (D.D. n 128 del 1.9.00 del Settore Protezione Civile).
Il punto di avvistamento “Vetta di Pegli” è stato attivo fino alla notte del 7 aprile 2002, quando a
seguito di un incendio appiccato al container è stato completamente distrutto.
Al fine di rendere nuovamente operativo il sito in questione, si prevede di intervenire mediante la
sistemazione di una torretta per l’avvistamento antincendio di fattura identica a quella proposta per
l’area delle batterie di Forte Richelieu (vedi relaz. pag. 11) completamente in legno e posizionata
a fianco di una adeguata struttura mobile, pure in legno, che sostituisce quella incendiata e utile alla
sistemazione del materiale, tra cui una vasca smontabile, in dotazione all’Organizzazione già
autorizzata a disporre degli spazi.
Il manufatto che sostituisce il preesistente container è in legno analogamente alla torretta: è un
volumetto di 6mx2,50m e h.media 2.40m, ancorato tramite una pedana di legno al basamento su
cui poggiava il container, ma di lunghezza più contenuta ( una struttura “insolita” ma efficace, da
ripulire degli elementi deteriorati od estranei, costituita da traversine in legno della ferrovia e
putrelle metalliche e che consente al manufatto di rimanere sollevato dal suolo di ca.30cm ). Si
prevede la rimozione delle parti laterali eccedenti.
La copertura presenta un’unica falda inclinata, con l’altezza maggiore sul lato del piccolo pendio
che risale alla “Vetta”.
Impegni per il mantenimento delle opere realizzate
Tutte le opere previste nei tre siti considerati in questo progetto verranno assegnate a
Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile, preferibilmente tra quelle convenzionate con la
Civica Amministrazione, riconosciute idonee ad un servizio di gestione e manutenzione delle stesse.
La scelta sarà effettuata in base alla disponibilità, al possesso dell’abilitazione ad intervenire sugli
incendi boschivi, nonchè all’ubicazione della Sede ufficiale delle Associazioni considerate. La
procedura sarà avviata già nella fase di completamento delle opere in modo da poterne effettuare
l’affidamento, a collaudo avvenuto, perché le strutture siano immediatamente utilizzabili .
L’impiego delle strutture realizzate sarà esclusivamente destinato allo svolgimento delle attività di
prevenzione e avvistamento degli incendi boschivi e prativi, o comunque ad attività riferite ad
interventi sugli incendi stessi.
L’assegnazione avverrà con un atto ufficiale e dovrà considerarsi valida solo fino a quando sarà in
vigore la convenzione con il Comune di Genova e comunque ad insindacabile parere della Sezione
Pianificazione e Gestione delle Emergenze, Protezione Civile, Pubblica Incolumità.
IMMAGINI
Torretta Quezzi
Vetta di Pegli