Ken Loach a Torino per la Guerra di Spagna

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Ken Loach a Torino per la Guerra di Spagna
Ken Loach a Torino per la Guerra di Spagna
“Ken Loach sarà ospite a Torino per due
giornate consecutive, il 28 febbraio e il 1°
marzo 2006, che anticipano e ricordano il 70°
anniversario della Guerra di Spagna (luglio
1936-marzo 1939), nell’ambito di
un’iniziativa promossa dal Consiglio
regionale del Piemonte (Comitato per
l’affermazione dei valori della Resistenza e
dei principi della Costituzione repubblicana)
e realizzata in collaborazione con l’Aiace di
Torino e il Museo Nazionale del Cinema”, lo
annuncia il vicepresidente del Consiglio regionale
Roberto Placido, delegato al Comitato.
Nel corso della prima giornata - il 28 febbraio il regista inglese incontrerà il pubblico al cinema
Massimo Uno, alle ore 21, presentando e
commentando il suo film dedicato al lacerante
conflitto civile, Terra e libertà, che, realizzato
nel 1995, si riafferma come rievocazione
esemplare di un capitolo cruciale della storia
contemporanea.
Il giorno successivo - il 1° marzo - al Teatro
Colosseo, alle ore 9.30, Ken Loach presenterà
e commenterà il film in occasione di un incontro
rivolto agli studenti delle scuole medie superiori.
Alla proiezione seguirà, alle ore 11.30, una tavola
rotonda dedicata alla Guerra di Spagna con la
partecipazione di Gabriele Ranzato, ordinario
di Storia contemporanea dell’Università di Pisa,
dello scrittore Fulvio Abbate e dell’ex
combattente Giovanni Pesce in qualità di
testimone.
“La Guerra di Spagna - conclude Placido, che
parteciperà ad entrambe le presentazioni torinesi
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- è un episodio importante della storia
contemporanea spesso trascurato nei
programmi scolastici. Questa manifestazione
sarà sicuramente utile per far scoprire agli
studenti l’influenza avuta da questo conflitto
nella storia del XX secolo in Europa”.
Articolato come un lungo flashback che,
nell’eredità ideale lasciata da un nonno alla nipote,
fa della vicenda spagnola una lezione storica
trasmissibile alle nuove generazioni, Terra e
libertà è riproposto come spunto di riflessione
su temi e valori destinati a trascendere la
contingenza temporale. Già concepiti in chiave
attuale, i diversi elementi della narrazione – le
divisioni interne della sinistra esiziali per l’esito
del conflitto, la solidarietà internazionale espressa
nella mobilitazione di tanti giovani e intellettuali
europei, gli ideali libertari sacrificati alla
realpolitik – offrono infatti la possibilità di
inquadrare la Guerra di Spagna nei successivi
sviluppi di una difficile contemporaneità, oltre a
costituire un’ulteriore testimonianza dell’impegno
e della passione civile che da sempre animano il
cinema del regista inglese.
Terra e libertà. Regia: Kenneth Loach.
Soggetto e sceneggiatura: Jim Allen. Interpreti:
Ian Hart, Rosana Pastor, Iciar Bollain, Tom
Gilroy, Marc Martinez (Gran Bretagna/Spagna/
Germania 1995).
1994: David, un militante del partito comunista
britannico che aveva combattuto nel 1936-37
nella guerra di Spagna, muore d’infarto.
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Riordinando le sue carte, la nipote scopre l’antica
militanza del nonno. Dalle parole di lettere e ritagli
dimenticati prendono vita le immagini del 1936:
la resistenza al fascismo franchista, la
mobilitazione internazionale, la passione politicocivile che si confonde con l’impeto della
giovinezza e la scoperta dell’amore, gli scontri
interni alla sinistra (tra gli anarchici operaisti del
POUM e i comunisti di osservanza filosovietica),
i tradimenti, la fine delle illusioni.
Ken Loach è nato a Nuneaton, Inghilterra, nel
1936, da una famiglia operaia. Dopo una breve
attività teatrale, entra nel 1963 nella BBC per
cui cura diverse serie televisive. Tra queste, The
Wednesday Plays che gli frutterà il premio per il
miglior regista dell’anno assegnato dalla British
Tv Guild e lo avvicinerà ai temi sociali e politici –
le istituzioni, le condizioni dei lavoratori, gli
emarginati – destinati a diventare centrali nella
sua produzione e a provocargli non pochi guai
con la censura. Il suo primo lavoro per il cinema,
Poor Cow (1967), dà l’avvio a una carriera
segnata inizialmente da ricorrenti difficoltà a
trovare finanziamenti e distributori. Al buon
successo di Kes (1969) e Family Life (1971),
seguono diversi documentari sulle lotte operaie,
altri film e nuovi lavori per la BBC (The Price of
Coal nel 1977, Black Jack nel 1979, The
Gamekeeper e Look and Smile nel 1981,
Fatherland nel 1986) che preludono alla lunga
serie di riconoscimenti di pubblico e critica poi
compendiati nel Leone alla carriera alla Mostra
di Venezia del 1994. Hidden Agenda (1990),
sulla situazione dell’Irlanda del Nord, vince il
premio speciale della Giuria a Cannes; nel 1991
Riff-Raff, sulle difficili condizioni di lavoro degli
operai inglesi sotto il governo Thatcher, è il viatico
per la notorietà internazionale. Il successivo
Piovono pietre (1993), ancora sulla classe
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operaia, vince nuovamente il Premio speciale della
Giuria a Cannes, mentre Ladybird, Ladybird
(1994), sulla condizione del proletariato
femminile, vince il Premio OCIC al Festival di
Berlino. Costante anche nella produzione più
recente, l’attenzione alla realtà socio-politica e
alle sue mutazioni si declina, nei film successivi,
in una molteplicità di temi: le guerre “sporche”
(La Canzone di Carla del 1996 e il collettivo
11 settembre 2001 del 2002), il disagio sociale
o giovanile (My Name is Joe del 1996, Paul,
Mick e gli altri del 2001, Sweet Sixteen del
2002), l’immigrazione (Bread and Roses del
2000, Un bacio appassionato del 2004).
Gabriele Ranzato è docente ordinario di Storia
contemporanea presso la Facoltà di Lettere
dell’Università di Pisa. I temi su cui ha
prevalentemente indirizzato la sua attività di
ricerca sono la Spagna contemporanea, il
clientelismo e la modernizzazione del
comportamento elettorale, la storia della violenza,
della guerra e delle guerre civili. Tra le sue opere
più recenti: Il linciaggio di Carretta. Roma
1944. Violenza politica e ordinaria violenza
(Il Saggiatore, Milano 1997), La difficile
modernità e altri saggi sulla storia della
Spagna contemporanea (Edizioni dell’Orso,
Alessandria 1997), L’eclissi della democrazia.
La guerra civile spagnola e le sue origini.
1931-1939 (Bollati Boringhieri, Torino 2004).
Fulvio Abbate è nato a Palermo nel 1956 e vive
a Roma. Scrittore, ha pubblicato, fra l’altro, i
romanzi Zero maggio a Palermo (Theoria,
Roma 1990), Oggi è un secolo (Theoria, Roma
1992), Dopo l’estate (Bompiani, Milano 1995),
La peste bis (Bompiani, Milano 1997). Nel
romanzo Teledurruti (Baldini & Castoldi,
Milano 2002) immagina l’esistenza di
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un’emittente televisiva “situazionista” dedicata a
Buenaventura Durruti, condottiero libertario della
guerra civile spagnola. Con Il ministro
anarchico (Baldini & Castoldi, Milano 2004)
ha ricostruito in forma di “documentario”
letterario la vicenda politica e umana di Juan
Garcia Oliver, che fu guardasigilli nel governo
repubblicano spagnolo. Fra le sue ultime opere,
C’era una volta Pier Paolo Pasolini (L’Unità,
Roma 2005), e il pamphlet Sul conformismo di
sinistra (Gaffi, Roma 2006). È commentatore
dell’«Unità».
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INGRESSI E INFORMAZIONI
28 febbraio, Cinema Massimo Uno, ore 21:
incontro e proiezione a ingresso libero fino a
esaurimento dei posti disponibili;
1° marzo, Teatro Colosseo, ore 9.30: incontro
e proiezione riservata alle scuole (su
prenotazione)
Info:
Aiace Torino, tel 011 538962, 011 5069595;
www.aiacetorino.it
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