Tutto può accadere a Broadway

Transcript

Tutto può accadere a Broadway
Cineforum G. Verdi
www.cineverdi.it
Tutto può accadere a
Broadway
(She's Funny That Way)
CAST TECNICO ARTISTICO
Regia
Peter Bogdanovich
Sceneggiatura P. Bogdanovich, L. Stratten
Soggetto
Peter Bogdanovich
Fotografia
Yaron Orbach
Musiche
Ed Shearmur
Scenografia
Jane Musky
Montaggio
N. Moore, P. Wassermann
Distribuzione
01 Distribution
Paese
USA 2014
Durata
93’
INTERPRETI E PERSONAGGI
Owen Wilson
Arnold Albertson
Imogen Poots Isabella Patterson
Kathryn Hahn Delta Simmons
Will Forte
Joshua Fleet
Rhys Ifans
Seth Gilbert
Jennifer Aniston Jane Claremont
“I grandi artisti non copiano, rubano.”
Quentin Tarantino
A tredici anni di distanza dal suo ultimo
lungometraggio, Peter Bogdanovich
torna dietro la macchina da presa.
Lo fa nel segno degli stilemi tipici della
screwball comedy anni Trenta, cioè quel
genere di commedia corale ambientata
in un contesto sociale trasversale e
costruita attorno a una serie di eventi
imprevedibili e paradossali.
Tutto può accadere a Broadway è dunque una pellicola che si rifà apertamente
alla filmografia d’antan, in modo particolare ai memorabili capolavori del cinema
della Golden Age hollywoodiana.
41°° anno
14°° film
E non potrebbe essere altrimenti: p
prima
di dedicarsi alla carriera di autore,
Bogdanovich, classe 1939, è stato infatti
un prolifico e instancabile critico cinema
cinematografico, una sorta di FrançoisTruffaut
americano. Oltre che un’i
un’inconsueta versatilità espressiva,, la sua pluriennale
esperienza come divulgatore e storico
del cinema gli ha lasciato in eredità anche un notevole bagaglio culturale da cui
attingere a piene mani.
Non a caso la sua ultraquarantennale
carriera di regista è costellata di opere
che in qualche modo
odo reinterpretano, o
più semplicemente rielaborano, quanto
realizzato dai gloriosi cineasti del pas
passato. Le citazioni e i ricalchi più o meno
evidenti alle sofisticate perle di Ernst Lu
Lubitsch, Howard Hawks e Frank Capra
sono innumerevoli, e ovviamente non
mancano nemmeno in quest’ultima
fatica.
Prodotto dal geniale Wes Anderson e
presentato come film fuori concorso alla
71esima Mostra del Cinema di Venezia,
Tutto può accadere a Broadway si propone come una lunga sequenza di flashback, interrotta soltanto da ricorrenti
“finestre” sul presente
presente, mediante le quali
Isabella, la protagonista, introduce di
volta in volta le vicende che l’hanno
portata a diventare una diva del cinema.
Bogdanovich si ispira per stile e atmosfere al Woody Allen degli anni Duemila
e allestisce una commedia degli equivoci
che per ritmo e ingegno narrativo riporta
alla
la mente anche il suo Ma papà ti
manda sola? Proprio come in quella
pellicola, anche in Tutto può accadere a
Broadway i numerosi personaggi si tro
trovano al centro di un pirotecnico intreccio
di incontri fortuiti, infatuazioni e tradi
tradi-
Tutto
utto può accadere a Broadway
menti, dove i malintesi e le fatalità si fondono in un’esilarante girandola di gag e
colpi si scena. Quasi nulla di quello che
appare sullo schermo può essere definito come inedito o innovativo; ai nostri
occhi ogni circostanza sembra però fresca e originale, forse perché anche le
nostre giornate, in fin dei conti, sono rese uniche e singolari, nel bene e nel male, da un continuo susseguirsi di coincidenze e sliding door governate dal caso.
In questo lavoro viene maggiormente
enfatizzato il lato ironico e farsesco della
vita; nell’elegante e raffinato meccanismo a incastro messo in piedi dal cineasta statunitense, ogni protagonista si
preoccupa di nascondere qualcosa che
lo riguarda, ma al contempo si ritrova a
scoprire incidentalmente il segreto di
qualcun altro, generando così un momento di innata comicità. Tutte le figure
che compaiono sulla scena, anche quelle minori, sono caratterizzate in maniera
eccezionale, sia nella personalità che
nel look, sebbene, manco a dirlo, racchiudano dentro di sé le reminiscenze
delle indimenticabili icone dello star
system dei vecchi tempi.
Isabella, per esempio, altro non è che la
rivisitazione in chiave moderna e pop di
Holly Golightly, il personaggio che
Audrey Hepburn ha magnificamente
interpretato in Colazione da Tiffany.
13 - 16 gennaio 2016
Le carte vincenti della pellicola però non
si esauriscono qui.
La scoppiettante sceneggiatura e le
location dai colori caldi si rivelano infatti
di fondamentale importanza nella struttura dell’intero racconto.
I dialoghi serrati e fulminanti non lasciano mai spazio alla noia, mentre la città di
New York, tanto reale quanto piacevolmente patinata, con l’immancabile traffico, i ristoranti di lusso e gli alberghi pieni
di camere e ascensori, funge da perfetto
teatro dentro al quale orchestrare la
spassosa pochade.
Guardato nel complesso, il film può
essere considerato come un’affettuosa e
coinvolgente dichiarazione d’amore per il
grande schermo. Bogdanovich fa di Isabella la depositaria delle sue memorie
artistiche, la “musa ispiratrice” che
“canta” al pubblico la sua passione per
la settima arte. Tramite lei, e attraverso
la lente deformante della finzione cinematografica, il regista esprime sé stesso
e sembra suggerirci che, nonostante
tutto, per vivere felici qualche volta è
meglio dare “scoiattoli alle noci”, anziché
il contrario…
Matteo Chemello
[email protected]
Cineforum G. Verdi
www.cineverdi.it
41°° anno
14°° film
Il regista
L’attore
Peter Bogdanovich
nato il 30 giugno 1939
a Kingston (New York)
Owan Wilson
nato il 18 novembre 1968
a Dallas (USA)
alcuni tra i film più importanti
alcuni tra i film più importanti
(1973) Paper moon – luna di carta
(1972) Ma papà ti manda sola?
(1971) L’ultimo spettacolo
(1968) Bersagli
(2015) No escape
(2011) Midnight in Paris
(2001) Zoolander
(2001) I tenenbaum
La sceneggiatura del film è stata scritta una
quindicina d’anni fa dallo stesso regista e
dall’ormai ex moglie Louise Stratten. Il ruolo
di Isabella è stato pensato per l’attrice Dorothy Stratten, ex-compagna di Bogdanovich.
La locandina
Per
er aggiudicarsi il ruolo di Isabella, all’inglese
Imogen Poots è bastato parlare solo 5 minuti
col regista, saltando così il classico provino.
Premi e riconoscimenti
di Edoardo Falcone
Il film è stato presentato fuori concorso
alla 71 Mostra del cinema di Venezia
La frase ‘squirrels to the nuts’, tradotta come
‘scoiattoli alle noci’, proviene da “Fra le tue
braccia”, pellicola uscita nelle sale americane
nel 1946 e passata alla storia come ultima
opera interamente girata da Ernst Lubitsch.
Molti registi e attori hanno voluto omaggiare
il ritorno di Peter Bogdanovich con piccole
apparizioni (cameo, solo per citarne alcuni:
Tatum O’Neil, Coleen Camp, Quentin Taran
Tarantino, Micheal Shannon, Jake Hoffmann
Hoffmann).
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
La teoria del tutto
La famiglia Belier
Selma – la strada della libertà
Suite Francese
L’ultimo lupo
Still Alice
Everest
Il padre
Youth – la giovinezza
La regola del gioco
Non essere cattivo
Nessuno si salva da solo
Mia madre
13 - 16 gennaio 2016
Il prossimo film
Voti film rassegna
Curiosità
A causa di alcuni problemi legati alla distribuzione, “Tutto può accadere a Broadway”,
il cui titolo originale è traducibile come ‘Lei è
buffa così com’è’, è uscito nelle nostre sale
solamente lo scorso 29 ottobre, benché sia
stato presentato al pubblico tra grandi
applausi già alla Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia del 2014.
Tutto
utto può accadere a Broadway
Italia – commedia – 87’
Tommaso, uno stimato cardiochirurgo, una vita
fa ha conosciuto sua moglie Carla, affascinante
e “pasionaria”, oggi sfiorita come gli ideali in
cui credeva. Tommaso e Carla hanno due figli:
la più grande Bianca non ha interessi, Andrea
è iscritto a medicina ma ultimamente è molto
cambiato. Il dubbio si insinua in tutti: è gay.
La parola al pubblico
4,44
4,41
4,36
4,29
4,08
4,06
4,01
3,98
3,91
3,90
3,65
3,29
3,06
Inviate i vostri commenti al 348 - 5603580
NON ESSERE CATTIVO
“All’inizio sembrava proprio un film cattivo, spietato,
privo di umanità … poi pian piano la storia ti coinvolge e rivela che anche i protagonisti pur vivendo nel
degrado hanno un cuore e dei sentimenti, molto bello
il finale. Un film difficile ma che non si dimentica.” M.
“Mi è venuto in mente un film su un gruppo di tossici
di una ventina d’anni fa, Trainspotting, questo è
ancora più estremo ma riesce a dare il senso della
realtà, la sensazione che quel mondo e quei ragazzi
esistano davvero!”
“Film duro, un pugno allo stomaco… Gli attori a me
sconosciuti ma bravissimi e commoventi. Assente la
condanna sulle vicende raccontate, sostituita dalla
“pietas” nei confronti dei protagonisti e delle loro
difficoltà.” A.