RELAZIONE GRUPPO DI FORMAZIONE
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RELAZIONE GRUPPO DI FORMAZIONE
END UMBRIA - Giornata di Settore Assisi 12 dicembre 2010 Traccia della relazione – a cura di Rosanna Virgili La figura di Maria nella famiglia di Nazareth Presentazione La famiglia di Nazareth è davvero particolare e ci invita a guardarla da vicino. Dapprima vedremo come si forma questa famiglia straordinaria e quali sono i motivi ed i fini che la muovono, dal cielo e sulla terra. Essa appare, infatti, come un coagulo di spirito e di carne, uscita da un miracolo di fede, di amore e di corrispondenza. La figura di Maria è quella di una ragazza di paese che, già promessa sposa ad un uomo, riceve, dentro quella ordinaria vocazione al matrimonio, una ulteriore chiamata: quella di essere sposa di Dio e madre di un Figlio di Dio. Tutto ciò senza rinunciare a Giuseppe. Una vita comune come quella di Maria, viene messa, in tutta la sua fragilità, sulle ali di un Angelo e diventa una missione di salvezza e di speranza universale. In apparenza secondaria, rispetto a quella di sua moglie, la figura di Giuseppe si rivelerà, invece, di grande splendore e significato. Giuseppe è l’uomo della fede, è colui che si fa custode della vita di un figlio che non è suo, ma di Dio. Così Giuseppe diventa emblema del credente che vuole custodire nel mondo quella vita che egli non possiede, ma che appartiene solo a Dio. Giuseppe è l’uomo casto per eccellenza, che si mette al servizio di Dio e degli uomini con umiltà e devozione, modello prezioso per tutti i coniugi e i genitori cristiani. °°°°°°°°°°°°°°° La figura di Maria La storia di Maria è una storia che avrebbe per noi, oggi, dell’incredibile... “un angelo fu mandato da Dio ad una vergine promessa sposa di un uomo della casa di Davide e quell’Angelo le doveva annunciare che le sarebbe nato un bimbo” (Lc 1,26ss.) .... un figlio di Dio! Così il Vangelo di Luca ci propone l’annuncio a Maria come un fatto miracoloso, inquietante, assurdo. Ogni giovane, ogni ragazza provi a mettersi nei suoi panni, quelli di una persona normale, fidanzata ad un uomo e in attesa di sposarsi. Non manca ormai molto per il matrimonio che le succede un fatto alquanto strano: un angelo le appare e le parla nel segreto della sua camera. Le prospetta un evento imminente che la riguarda molto da vicino: “concepirai e darai alla luce un figlio”. Ma come, ma cosa sta dicendo quell’angelo, quella voce che batte forte sul cuore come una ossessione? Ma come è possibile questo? Maria non “conosce ancora uomo” perché possa concepire un figlio. Ma Maria, la ragazza di Nazareth credette nell’impresa tanto ambiziosa dell’Amore di Dio per l’uomo, e mise a repentaglio la sua vita, il suo presente e il suo futuro per questa opera, si legò per sempre, irrevocabilmente, ad un Dio che non voleva abbandonare la storia dell’uomo a se stessa, ma voleva essere Emmanuele “Dio con noi”. Quel “si”, allora, quel coraggio di uscire dalla dimensione privata della sua anonima esistenza, quel superare la paura di obbedire alla chiamata di Dio; quel suo scegliere di essere “la serva del Signore”, ha trasformato la timida fanciulla di provincia di Nazareth, in una donna forte, decisa e decisiva, impegnata sul fronte politico, sociale, religioso di tutta la sua nazione, e poi di tutto il mondo. Ella diventa una voce profetica e sapiente per la giustizia e la pace e una sorgente di libertà e salvezza per tutti gli uomini. Maria spinge ogni donna ed ogni uomo, altresì, ad osare, a non aver paura a prestare se stessi per la grande, quasi incredibile opera di Dio nel mondo. Sembra assurdo, ma se non ci fossero piccole persone come Lei pronte a farsi “serve del Signore” il Signore stesso sarebbe impedito a introdurre la sua misericordia nel mondo. _______ Proposte per la riflessione in coppia e in gruppo 1. La vostra vita di coppia aspira soltanto ad una realizzazione di valori umani o sale verso degli obiettivi spirituali, facendosi docile ad una chiamata a cose più “alte”, ad una responsabilità che deriva dalla fede? 2. Come e quanto la figura di Maria può essere proposta alle donne, alle moglie ed alle madri della nostra epoca attuale, come esempio di piena dignità e bellezza? ------------------------------------------------------------------------ RELAZIONE SINTETICA DEI GRUPPI DI FORMAZIONE GRUPPO 1 L'intervento di Rosanna Virgili è stato ricco, molteplice e coinvolgente, per cui avevamo tutti da dire. Certo vista la quantità di stimoli offerti un momento di coppia sarebbe stato opportuno, anche se gli orari non lo hanno consentito. I punti principali del nostro confrontarci sono stati - L'amore, la forza del cristiano, è un valore inverso a quello tradizionale per cui la forza è uguale alla prevaricazione; l'Amore, che secondo certi parametri è una debolezza, non deve poi essere inteso come potenza, rigidità, ma come bellezza, ricchezza. Il sentirsi creatura non è inferiorità - Il senso della coppia benedetto in sé al di là della presenza o meno dei figli: la coppia deve ritrovarsi al di là dei figli o degli accadimenti materiali. Scelta del matrimonio per costruire meglio e di più - l'angelo nella vita di ciascuna coppia: per molti, in certi momenti, l'équipe è stata la salvezza della coppia. Importanza del terreno fertile, per cui la visita dell'angelo a Maria era preparata: consapevolezza dei cristiani di un progetto più grande, sentimento da trasmettere ai figli - Morire per rinascere, perdere per avere: quest'esperienza di Maria, di Giuseppe, ecc. non è facile. - il senso del custodire l'altro e del custodirsi puri per il coniuge e per i figli GRUPPO 2 Come premessa è opportuno e necessario dare evidenza del fatto che, a tutte le coppie, è piaciuto moltissimo l’intervento della dott.ssa Virgili. La chiarissima relatrice è riuscita a presentare la figura di Maria miscelando, in modo sapiente, la profonda conoscenza della parola di Dio (della teologa) con la tenerezza e la sensibilità (di donna e di madre). Di seguito si riporta un riepilogo sintetico dei vari interventi delle coppie, dai quali, a nostro avviso, emergono sostanzialmente quattro perle. 1. Maria si è fatta docile all’azione di Dio e così facendo ha dato spazio, dentro di sé e nella sua vita, all’opera dello Spirito Santo. a. Il suo è stato un eccomi “consapevole”, Maria non ha accolto in maniera acritica la possibilità che Dio le ha offerto; innanzi tutto ha saputo riconoscere la voce del Divino, poi però ha posto domande profonde e solo dopo si è affidata in maniera completa. Con questo esempio la Madre Celeste ci aiuta a comprendere: che per “riconoscere” la voce di Dio occorre effettuare un percorso che ci aiuti a trovare dei momenti di profondo silenzio e di profondo ascolto; che Dio resta, per così dire intrigato, dai figli che si pongono in maniera aperta e critica di fronte alla Sua proposta; che poi a un certo punto occorre affidarsi completamente alla Divina Provvidenza abbandonando l’approccio critico e razionale per sintonizzarsi con il Padre sulla frequenza dell’amore. b. Il suo non è stato un eccomi detto ed accolto una volta per tutte; è stato bensì necessario “ripeterlo” in tante e difficili occasioni nel corso della sua vita. Con questo atteggiamento Maria ci aiuta a comprendere che è necessario essere perseveranti e vigili. Ci aiuta altresì a comprendere che per avere una perseveranza che vada oltre i nostri limiti e le nostre paure, occorre stabilire nella preghiera e con l’aiuto della comunità, una profonda comunione con il Padre per diventare Suoi strumenti e per scoprire la bellezza del Suo progetto su ciascuno di noi. c. Maria incarna il ruolo che dovrebbe avere la donna in famiglia e nella società. Un ruolo che forse in questi ultimi lustri è andato un po’ dimenticato. Maria è l’esempio della donna che sa meditare nel proprio cuore, che sa portare dolcezza e serenità, che aiuta a riflettere ed a cogliere i significati più profondi, che aiuta il proprio marito ed i propri figli a realizzarsi secondo il progetto di Dio. 2. Maria e Giuseppe ci aiutano a comprendere che i figli non sono una nostra proprietà ma un dono di Dio. I genitori devono affidarsi a Dio per sapere, anche, andare oltre l’aspetto sentimentale e divenire custodi della crescita dei figli. Per noi genitori cristiani un obiettivo importante è quello di aiutarli a crescere nella fede, senza alcuna presunzione di voler divenire degli esempi che si pongono su un piedistallo, ma solo attraverso la testimonianza della nostra vita. 3. Giuseppe nell’accogliere Maria e nel prendersi cura di lei ci insegna come nella coppia, in certi momenti, sia importante tirarsi indietro per fare spazio all’altro. 4. L’esempio della coppia di Nazareth ci fa maggiormente apprezzare il dono del cammino in Equipe. Un cammino che ci aiuta a “recuperare” il tempo da dedicare alla riflessione personale e di coppia. Un cammino che ci aiuta ad aprirci a Dio ed al Suo Spirito per leggere la nostra storia e quella della nostra famiglia. Tutto ciò ci aiuta anche a comprendere quanto risponda al vero l’affermazione citata nel “Catechismo per gli adulti”, secondo la quale: “non è l’amore che sostiene il matrimonio, ma è il matrimonio cristiano che sostiene l’amore”. Cos’è che Dio vede in ciascuno di noi, tanto da amarci infinitamente ed in eterno nonostante le nostre cadute, i nostri limiti e le nostre paure ? ...... forse già da solo questo pensiero dovrebbe riempirci di gioia !!!! GRUPPO 3 1^ domanda - L’ “eccomi” di una persona intelligente è affidarsi a Dio anche se il progetto divino appare incomprensibile: lo si fa per fede e non solo per capacità proprie. Docilità non come obbedienza, ma come adesione ad un progetto. La fede di Giuseppe è pure viver per tutti i giorni questa situazione. - L’ “intelligenza” di Maria è un esempio per noi, per la nostra fede che non dovrebbe mai smettere di essere una “ricerca”, un ricercare le “motivazioni”, un ritrovare e un assaporare il “gusto di essere di sentirci in cammino”. A volte si rischia di “sentirsi arrivati” e si perde così il gusto di camminare, si sta immobili, non si ha più “voce” nel mondo perché forse noi cristiani tendiamo a parlare poco perché cristiani della domenica. - Castità come colore del cuore: come sacralità che l’altro ha per un rapporto con Cristo. “Sacri” pertanto anche i figli per il loro essere in quanto tali, accogliendo e accettando come genitori che abbiano in cuor loro un “progetto di Dio” che è magari diverso dal nostro progetto per loro. - Colpisce la “castità” di Giuseppe. Colpisce il concetto di “docilità” (così come è stato esposto nella relazione) in quanto è un accogliere qualcosa che non si capisce, mentre oggi si è tende di più a portare avanti i propri diritti. - Giuseppe come “figura di custode” e noi custodi dei nostri figli che sono di Dio e perciò non possiamo rivendicare su di loro un sentimento di possesso. Un figlio ad esempio lo si vorrebbe all’apice del successo e non certo reietto. Occorre pertanto accogliere il progetto di Dio sui nostri figli, progetto che, può essere diverso dal “nostro” progetto su di loro. Occorre lasciare l’idea del possesso. - Dio è relazione, pensiamo alla Trinità; ci ricorda pertanto la relazione che deve esistere nella Chiesa e tra gli uomini tra loro. Gesù ad Emmaus viene riconosciuto per come spezza il pane: ciò ci ricorda che il “testimone” dovrebbe cercare di essere interprete di questa “relazione” senza vessillo e senza dire in ogni occasione “sono cristiano”. - Colpisce il “farsi docile” di Maria e ci chiediamo se come coppia siamo capaci di lasciare per trovare qualcosa di più grande. Maria ha messo in discussione tutto. La resistenza è sempre grande quando dobbiamo mettere in discussione tutto. - L’ “eccomi” nella coppia si vive ogni giorno attraverso delle scelte che si condividono a partire dal giorno del sì. - Colpisce l’amore di coppia fatto di bellezza, di pienezza ma anche di vuoto in cui ci si ritira per far spazio all’altro. 2^ domanda - Per i catechisti che preparano i ragazzini a ricevere il Sacramento della Cresima, può essere molto difficile proporre le figure di Maria e Cristo come modelli da seguire, in quanto “fuori moda”. Eppure la Cresima si può considerare l’ “Eccomi” alla vita adulta, ma capita spesso che i genitori di questi ragazzi non credano nei valori cattolici. - In famiglia si può riproporre la figura di Maria, attraverso piccoli gesti: il segno della croce, con la preghiera, commentando con un’ottica cristiana gli eventi di attualità più importanti e poi testimoniando. - L’intervento di oggi ci ricorda che come coppie cristiane siamo chiamati ad andare “controcorrente”. - I nostri figli non vanno in Chiesa, la colpa non è solo del mondo, sono figli nostri… - E’ bello che la castità di Maria non sia intesa solo come castità fisica: a volte, conducendo il corso di preparazione al matrimonio per i fidanzati riconosciamo che magari a certe domande che ci vengono poste non sappiamo rispondere come dovremmo perché siamo ignoranti. Invece riproporre la castità non solo come castità fisica può aiutare nei corsi per fidanzati dove per lo più i ragazzi hanno già avuto rapporti e di frequente convivono. - Si può riproporre la figura di Maria come figura che medita e può richiamare al recupero nelle donne di tempi più legati ai ritmi e tempi più naturali (quello della maternità, dell’accudimento dei figli) e meno alla frenesia cui anche le donne spesso sono chiamate dato che sono entrate nel modo del lavoro che oggi è molto guidato dall’efficienza. (l’intervento è di una donna).