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n° 365 - giugno 2014
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Il Mediterraneo degli Etruschi
A Roma una grande esposizione illustra dieci secoli di storia di Cerveteri, che fu
la più importante e ricca città dell’Etruria, cuore dei rapporti con Grecia e Oriente
sopra Cratere di Aristonothos
Roma, Musei Capitolini
a lato Sarcofago degli Sposi
Parigi, Musée du Louvre
Organizzata dal Palazzo delle Esposizioni di Roma in collaborazione con
il Musée du Louvre-Lens, la mostra
Gli Etruschi e il Mediterraneo. La città
di Cerveteri, in corso fino al 20 luglio prossimo, si propone l’obiettivo
di narrare da un punto di vista inedito la storia di una straordinaria civiltà del mondo antico, quella etrusca.
La rassegna romana concentra la sua
attenzione su una singola città - Cerveteri - che spicca per grandezza e importanza nel contesto delle relazioni
tra i popoli del Mediterraneo antico.
Questa città, che gli Etruschi chiamarono Kaisraie, i Greci Agylla, e i
Romani Caere, è emblematica della
grandezza della civiltà etrusca, e occupa un posto centrale in Italia e
nel Mediterraneo durante tutto il I
millennio a.C. Nell’antichità Caere
era considerata “la più prospera e popolata delle città dell’Etruria”, come
scrive lo storico greco Dionigi di Ali-
carnasso; di questa metropoli dell’Italia antica, distante solo 50 chilometri da Roma, la mostra ripercorre quasi
dieci secoli.
La storia di Cerveteri e dei suoi abitanti, i Ceriti, ampiamente documentata dai testi antichi, sta emergendo
poco a poco dal sottosuolo grazie ai
grandi scavi archeologici condotti a
partire dal XIX secolo. Proprio nel
corso dell’Ottocento è tornata alla
luce una straordinaria quantità di monumenti e di oggetti che hanno suscitato la meraviglia dei contemporanei e hanno trovato posto nei più
grandi musei del mondo - in particolare a Parigi, nel Museo del Louvre
e a Roma, nel Museo Etrusco di Villa
Giulia. A queste prime scoperte ormai lontane nel tempo, si sono aggiunti di recente i risultati degli scavi
realizzati negli ultimi decenni non
solo nel cuore della città antica, ma
anche nelle necropoli e su tutto il territorio circostante. Questo confronto
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inedito permette di tracciare per la
prima volta il ritratto di una città che,
come Atene, Cartagine e Roma, fu
una delle più grandi e importanti in
tutto il bacino del Mediterraneo.
La storia di Cerveteri ha inizio intorno
al IX secolo a.C., quando una serie di
nuclei abitati dispersi cominciano a
raggrupparsi in un agglomerato urbano. Alla fine del secolo successivo,
in concomitanza con la crescente ricchezza della città, emergono le grandi
famiglie aristocratiche. Le imponenti
sepolture a tumulo che in questa epoca
appaiono nelle necropoli sono la testimonianza della ricchezza dei principi etruschi: i tumuli hanno fino a
60 metri di diametro e le camere
funerarie imitano gli ambienti delle
lussuose dimore; i gioielli, gli oggetti
preziosi e il vasellame presenti in queste tombe mostrano la quantità e qualità delle importazioni dall’Oriente
e dalla Grecia, che insieme con l’arrivo di artigiani stranieri stimolano
la nascita di un ricco artigianato locale. L’adozione di modelli artistocratici orientali e greci spiega anche l’uso
del banchetto, il prestigio attribuito
alla scrittura e il gusto per le immagini, tre caratteristiche fondamentali
della cultura etrusca.
Nel corso del VI secolo a.C., al potere
delle grandi famiglie che avevano
avuto un ruolo fondamentale nel secolo precedente, si viene sostituendo
il ruolo della città come corpo politico retto da leggi comuni e da un’autorità pubblica: questo appare evidente nella ristrutturazione urbana,
per la quale vengono intraprese grandi
opere, i santuari si sviluppano, la città
viene circondata di mura e collegata
con una strada monumentale al suo
porto principale, Pyrgi.
L’importanza di questo accesso al mare
testimonia gli interessi politici ed
economici della città: Cerveteri stabilisce un’alleanza con Cartagine e affronta i Greci di Marsiglia e Siracusa;
il che non impedisce una grande apertura verso la cultura greca, come testimoniano le massicce importazioni
di vasi attici, l’arrivo di artigiani dalla
Grecia orientale e soprattutto la costruzione da parte della città di Cerveteri di un proprio Thesauros nel
grande santuario greco di Delfi.
Dopo un periodo di stasi, il IV secolo
a.C. vede il riaffermarsi della potenza
di Cerveteri, con l’arricchimento dei
grandi santuari e il ritorno delle necropoli ai fasti dell’epoca arcaica. L’importanza della città è riconosciuta anche dai Romani: giovani aristocratici
vengono inviati da Roma a Cerveteri
per imparare l’etrusco, considerata
lingua colta, e la città ha rapporti economici e politici privilegiati con Roma.
La politica di espansione di Cerveteri
si scontra però con gli interessi di
Roma, finché nel III secolo a.C. i Romani si impadroniscono di parte del
territorio ceretano e vi fondano delle
colonie; la città perde la sua autonomia e poco a poco anche la propria
identità culturale: la lingua dei vincitori, il latino, sostituisce l’etrusco,
che all’epoca di Augusto non viene
più parlato, mentre l’Etruria è ormai
una regione dell’impero romano e
Cerveteri una città di provincia.
La mostra romana offre l’occasione
per raccogliere intorno a un nucleo di
pezzi appartenenti alle collezioni del
Museo Nazionale Etrusco di Villa
Giulia, le opere più significative di
provenienza ceretana custodite nelle
grandi collezioni europee; in particolare, il Museo del Louvre, grazie all’acquisizione nel 1861 della collezione Campana, possiede alcuni tra
i capolavori più celebri dell’arte etrusca, come il Sarcofago degli Sposi - esposto qui per la prima volta al di fuori
di Parigi - e molti pezzi importanti
presentati al pubblico solo in tempi
recentissimi o addirittura mai esposti finora.
federico poletti
Figura di guerriero
Copenhagen, Ny Carlsberg Glyptotek
Antefissa con testina femminile
Parigi, Musée du Louvre
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