il matematico in giallo
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LIBRO IN ASSAGGIO IL MATEMATICO IN GIALLO DI CARLO TOFFALORI Il matematico in giallo DI CARLO TOFFALORI A Maria Cristina Matematica e Gialli Agatha Christie è comunemente ritenuta la «regina del giallo ». suo primo romanzo poliziesco, The Mysterious Affair at Styles (Poirot a Styles Court nella versione italiana), ha per protagonista il personaggio più famoso che la Christie abbia ideato, e cioè Hercule Poirot. Il lettore che, impaziente di conoscere la soluzione, sbirciasse le pagine finali, al termine del penultimo capitolo vedrebbe Poirot, appunto, affermare: « Messieurs, mesdames, l’assassino è il signor XXX» e troverebbe dettagliata dimostrazione di questo enunciato nel capitolo successivo. Non si tratta di un fatto isolato. La stessa situazione si verifica in innumerevoli altri polizieschi ad esempio in quello che viene considerato il capolavoro di Agatha Christie, The Murder of Roger Ackroyd (che compare in edizione italiana come L’assassinio di Roger Ackroyd ma anche sotto il titolo di Dalle nove alle dieci). Alla fine del terzultimo capitolo, Poirot, ancora protagonista, smaschera il colpevole; le pagine successive sono interamente dedicate alla spiegazioni del mistero. Il meccanismo richiama quello degli articoli di matematica: anche lì si enuncia di regola un teorema (ad esempio: l’assassino è il maggiordomo) e poi si passa a fornirne prova particolareggiata e possibilmente inconfutabile. Ma altri legami con la Matematica affiorano qua e nelle avventure investigative. Ad esempio capita spesso di vedere l’indagine poliziesca paragonata a un’equazione da risolvere. Eccone qualche conferma, presa alla rinfusa nella letteratura gialla. Nel libro di Rex Stout Too Many Clients (Troppi clienti), Archie Goodwin, il fido collaboratore di Nero Wolfe, annota: «Delle tre incognite di un problema criminale — mezzo, occasione e movente — bisogna scegliere quella che ha maggiori probabilità di far luce sul caso...» Nel racconto di H.C. Bailey The Unknown Murderer (L’assassino sconosciuto), del 1923, il protagonista investigatore, il chirurgo Mr Fortune, esclama, a proposito di un indizio: « Questa è l’incognita dell’equazione ». Nella vetusta edizione italiana del 1953 del romanzo di Erle Stanley Gardner The Case of the Fan-Dancer’s Horse (Perry Mason e il cavallo della ballerina), l’introduzione evoca «un cavallo e un ventaglio» come indizi chiave dell’intreccio, descrivendoli come « incognite di un’equazione» che l’avvocato del diavolo Perry Mason « risolve davanti alla corte ». L’elenco potrebbe estendersi ancora, e diventare sconfinato. Del resto, è innegabile che un gran numero di polizieschi (e relativi © MONDOLIBRI S.P.A. – PIVA: 12853650153 PAG. 2 protagonisti) privilegino lo sviluppo logico della storia e un’indagine basata sulla finezza del ragionamento, sulla « intelligenza guidata dall’esperienza » (per citare il consiglio che Nero Wolfe elargisce ad Archie Goodwin nelle storie di Rex Stout). E logica e ragionamento richiamano ovviamente la pratica della Matematica. Né si possono dimenticare esempi fortunati e attualissimi quali, per certi versi, lo stesso Codice da Vinci o la serie televisiva Numb3rs. In questi telefilm la Matematica compare sin dal titolo, e c’è da chiedersi se serva solo come ennesimo espediente per attirare qualche spettatore o svolga invece un ruolo più serio e radicato. In ogni caso si deve ammettere che Matematica e gialli hanno una loro qualche relazione, strana e intrigante, e che vale la pena di approfondire la questione. A questo sono dedicate, appunto, le pagine che seguono. Scopriremo così che il racconto poliziesco coinvolge la Matematica dalla sua origine; che la Matematica ritorna spesso nelle pagine dei gialli, al servizio del bene, ma anche a quello del delitto; che esistono investigatori matematici così come assassini matematici; che la Matematica, con la sua apparenza di ineffabile e infallibile razionalità, sa porsi con pari disinvoltura al servizio del crimine e della giustizia. Ma avremo anche modo di constatare che la Matematica non è forse fredda, onnipotente e inappellabile come in genere si immagina, e ha invece le stesse passioni e gli stessi fremiti della gente comune, dei delinquenti o dei poliziotti. Nel complesso il rapporto tra Matematica e libri gialli si rivelerà assai più esteso e radicato di quel che potrebbe sembrare: non sempre brillante e profondo, ma spesso non banale, e per di più aperto a possibili sviluppi e nuove reciproche frequentazioni, quindi meritevole di analisi. E’ l’obiettivo che cercheremo di raggiungere nelle pagine che verranno. Va da sé che la panoramica che ne deriva è frutto dei gusti e delle letture dell’autore, e dunque fatalmente esposta a dimenticanze e omissioni, criticabile e opinabilissima. Ma, in fin dei conti, questo libro « non è una cosa seria », è solo un gioco, un divertissement; almeno così è stato per chi l’ha scritto, e tale ci auguriamo si dimostri anche per chi lo legge. Chi poi vuole esplorare differenti prospettive, o approfondire, o aggiornarsi con nuovi riferimenti bibliografici, dispone oggi dell’immancabile sito web dedicato all’argomento, Math. cofc. edu/Kamsan/MATHFICT, che non si limita al solo ambito dei gialli, ma esamina più in generale la Matematica nei romanzi e racconti di «fiction» — e non solo di fiction, visto che include Dostoevskji, Tolstoj e Solgenitzin. Racchiude comunque interessanti pareri e documenti anche nel contesto specifico dei polizieschi. Aggiornata il giovedì 26 giugno 2008 Edizione Mondolibri S.p.A., Milano www.mondolibri.it © MONDOLIBRI S.P.A. – PIVA: 12853650153 PAG. 3