LA STAMPA SEDUCE... CON GLI OCCHI
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LA STAMPA SEDUCE... CON GLI OCCHI
di L orenzo C apitani i a s t s i n v e a l s e u cinq 67 cinquesensi N on solo forme e colori . Ma anche profumi , fruscii , morbidezze , sapori . O ggi la stampa può farvi provare sensazioni nuove . P rint Buyer vi spiega cosa si può fare per incantare i sensi , partendo dal più importante , la vista . La stampa seduce... con gli occhi La decisione di acquistare un og ge tto è un a qu est ion e di fee lin g . D i sen sa zio ni , di “pelle ”. P oco c’entra la razio nalità , il so pp esa re co sti e ben efi ci . P roprio in tempi di crisi eco nomica co me qu ell i ch e sti am o viv en do , e qu ind i di co nc or re nz a sp iet ata , div en ta fon da me nta le sa per pa rla re all a pa rte em oti va de l cli en te , e si mo lti pli ca no gli stu di di ne ur o - ma rk eti ng . S eco nd o i qu ali i pr od ott i vin cen ti so no qu ell i ch e rie sc on o a sed ur re i cin qu e sen si . C on tem po ra ne am en te . E la stampa , veicolo da sempre di em oz ion i , si ad eg ua , co n so luz ion i tec no log ich e inn ov ati ve ch e per me tto no di ott en er e ca tal og hi , inv iti , br uc hu re e so pr att utt o pa ck ag ing co n eff ett i so rp re nd en ti . Dei cinque sensi, la vista è di gran lunga il più importante, quello più spesso usato e quello considerato il più affidabile: oltre l’80% delle percezioni passa attraverso gli occhi, organi in grado di distinguere oltre 150 toni di chiaroscuro e mezzo milione di colori nello spettro della luce visibile. Per questo un prodotto “bello” ha certamente un maggior appeal e dona un valore aggiunto alla comunicazione. Per attirare l’attenzione dei clienti deve per prima cosa emergere con colori, forme, materiali insoliti. E soprattutto “effetti speciali”. Ecco perché partiamo dalla vista in questa serie di articoli dedicati alle diverse nobilitazioni degli stampati e a come queste sappiano colpire i nostri cinque sensi. Osserviamo dunque uno stampato: da addetti ai lavori, la prima cosa che ci balza agli occhi è la qualità della stampa. A come ottenerla, Print Buyer ha dedicato spazio nei numeri passati. Si tratta ora di capire cos’altro si può fare per migliorare ulteriormente l’aspetto di un prodotto, sfruttando le varie possibilità offerte dal mercato. Tecniche ormai consolidate nella pratica, che stanno diventando sempre più diffuse e accessibili tanto da poter essere combinate in modo creativo tra loro senza eccessivi costi o difficoltà. A patto di non eccedere e di trovare sempre il fornitore giusto... Partiremo dalla tradizionale plastificazione per scoprire le possibilità della nuova e versatile laminazione a freddo e arrivare alla preziosità della stampa a caldo. Nel prossimo numero, poi, scopriremo le mille possibilità della serigrafia, lo scintillio del glitter e la magia del lenticolare e della stampa fluorescente. aè La Stampione z Innova PB19 cinquesensi 68 plastificazione Una soluzione per proteggere gli stampati e impreziosirli è la verniciatura UV. È l’ultima tendenza nell’editoria. Si tratta della più semplice e diffusa nobilitazione post-stampa, cui anche i prodotti più economici ormai non rinunciano. Consiste nell’accoppiamento di un supporto, come la carta, con un film plastico trasparente allo scopo di aumentarne la resistenza a strappi e graffi e migliorarne l’aspetto. Esistono diversi tipi di finitura: lucida, opaca, goffrata con texture particolari, telata, satinata, olografica, iridescente… per i più diversi utilizzi, dall’editoria al packaging. Attualmente esistono due tipi di plastificazione: dry e wet. Nel primo caso il film è già adesivizzato e la colla viene fatta rinvenire a caldo, mentre nella plastificazione wet la pellicola è incollata mediante un adesivo liquido che può essere a base di acqua, solventless o a solvente. Di fatto quest’ultima è stata quasi del tutto abbandonata a causa del forte impatto ambientale. La plastificazione in generale si presta ad essere giocata con serigrafie o vernici UV serigrafiche per ottenere contrasti lucido/opaco. Un’alternativa, più economica ma pur sempre valida, per proteggere gli stampati e impreziosirli è la verniciatura UV. È l’ultima tendenza nell’editoria. Se si sceglie di plastificare, è bene preferire una carta patinata, più liscia, sulla quale l’adesione del film è maggiore. I risultati migliori si ottengono su una patinata opaca (tipo Invercote Creato) perché meno soggetta a fenomeni elettrostatici. Accorgimento valido anche per la laminazione. laminazione La laminazione viene utilizzata perlopiù per il packaging di lusso e le etichette, mercati da sempre sensibili a un forte impatto sensoriale. PB19 Se invece viene usato un film coprente si parla di laminazione. In questo caso, però, la nobilitazione viene fatta prima della stampa e costituisce un substrato sul quale stampare in offset, avendo però l’accortezza di utilizzare colori UV, che asciugano più rapidamente, e prevedendo almeno una verniciatura di protezione. Questo perché, trattandosi di una finitura a specchio, i difetti, come graffi e impronte, vengono enfatizzati. In caso di laminazione in bianca e volta è consigliabile (ma non economico) laminare e stampare un lato e successivamente laminare e stampare l’altro. La laminazione è destinata di solito al packaging di lusso e alle etichette, mercati attenti al forte impatto sensoriale. Non a caso i colori più diffusi sono l’oro e l’argento, ma non mancano altre tonalità, metallizzate o pastello. Un valido riferi- 69 cinquesensi mento possono essere i cataloghi dei nastri per la stampa a caldo dei maggiori produttori, come Kurz o Oropress: tuttavia è bene verificare con il fornitore le effettive disponibilità. Da qualche anno esiste anche un nuovo tipo di laminazione, detto “a freddo”, che ha aperto inediti orizzonti nel campo delle nobilitazioni. laminazione a freddo O cold foil Immaginate di voler enfatizzare il metallo di un orologio con la stampa di un colore metallizzato; normalmente avreste usato un argento 877. Ora è possibile laminare solo le zone desiderate come se si trattasse di una comunissima tinta piatta. Il risultato sbalordisce per luminosità e tridimensionalità. Questa tecnica consente di stendere il film metallizzato direttamente in linea durante la stampa con la pressione e non con il calore. Il foil viene applicato, tramite una colla stesa sulla carta, con una normale lastra offset. In questo modo è possibile laminare con riserva o a registro con grafismi anche retinati. Il cold foil si può considerare l’anello di congiunzione tra la laminazione tradizionale e la stampa a caldo: infatti, se da un lato la prima consente di coprire aree molto estese (anche l’intera superficie), dall’altro la seconda permette sì rese multiple ma con grafismi non retinati. La laminazione a freddo, invece, sfruttando la stesura della colla come fosse inchiostro, si presta sia per ampie superfici che, cosa più importante, per la riproduzione di retini anche molto fini e non semplici tratti. Tra i vantaggi, la possibilità di sovrastampare il grafismo metallico applicato a freddo che consente effetti cromatici nuovi e affascinanti. Quando usarlo? Ogniqualvolta non sia richiesta una tavola piena o le zone da laminare siano ridotte e prevalentemente tratti. stampa a caldo Una variante della stampa a caldo molto antica è la labbratura a caldo, che consente di dorare il “labbro”, ovvero il bordo del libro. Questa tecnica non solo nobilita libri, inviti e cataloghi, ma anche preserva il prodotto da polvere e agenti esterni. Si può fare anche con il plexiglass! È il trasferimento di un grafismo riprodotto su un clichè attraverso un nastro colorato: la stampa avviene per un’azione combinata di calore e pressione. Esistono ricchi campionari di colori, ma i più utilizzati sono gli ori e gli argenti. Se è vero che la tecnica è ormai abbastanza diffusa e accessibile, è anche vero che i costi possono lievitare in base alla difficoltà di esecuzione del lavoro, al tipo di nastro, che può essere anche pastello, olografico o iridescente, e soprattutto al materiale e alla dimensione del clichè. La stampa a caldo, pur essendo un processo industriale ormai consolidato, conserva ancora un forte aspetto artigianale, e l’esperienza dell’operatore fa ancora la differenza. Gli usi sono i più vari: dalle copertine di volumi (anche in tela) a testi di inviti, dal packaging di lusso alle etichette del vino. Di sicuro effetto anche giocato in alto o bassorilievo. PB19