Settanta, formidabili quegli anni
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Settanta, formidabili quegli anni
MILANO CULTURA DESIGN Allegro, colorato erotico e kitch il Pesce d’aprile curato da Sgarbi XVII la Repubblica SABATO 23 APRILE 2016 Le Belle Arti PER SAPERNE DI PIÙ fmcca.it www.fondazionepasquinelli.org FM CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA PITTURA LA MOSTRA “L’inarchiviabile” FM Centro per l’arte contemporanea via Piranesi 10 fino al 15 giugno tel. 0273981 Automobili in corsa e colpi di fucile ritorno al futurismo con Giacomo Balla LE OPERE Una delle sale del centro FM per l’arte contemporanea dove è allestita la mostra sugli anni ‘70 “Inarchiviabile” SIMONE MOSCA CHIARA GATTI «I I L sesso è forse la molla di ogni progresso; l’amore, nel migliore dei casi, il suo coronamento; e l’insoddisfazione il suo destino» si legge in via Sant’Andrea su un bandierone rosa che promuove Altra bellezza di Gaetano Pesce. La mostra curata da Vittorio Sgarbi presenta a Palazzo Morando materiali conservati nelle Civiche Raccolte Storiche e alcune novità con cui il versatile architetto e designer spezzino, anni 76, ama pasticciare ancora. Il pasticcio è voluto ed è la cifra più forte di Pesce, che a corredo dell’allestimento colora pure il pavimento delle sale per accompagnare il pubblico alla scoperta del suo universo di scarabocchi, disegni d’annata, poltrone-scultura. Filo conduttore del percorso kitsch, alla fine, è proprio la donna, che contraddicendo se stesso Pesce non ha mai smesso di amare. Un motore immobile, il femminile, che si ritrova nella prima poltrona della serie Up, in mostra nella versione ‘vestita’, successiva a quella con cui nel ‘69, ispirandosi alle paffute dee della fertilità, si aprì la via per il successo. E che si rivede intatto nei collier del 2016, infantili fantasie erotiche che hanno l’innocenza di sculture di pongo. ©RIPRODUZIONE RISERVATA PALAZZO MORANDO Via Sant’Andrea 6, fino al 17 luglio, tel. 0288465735 Settanta, formidabili quegli anni CRISTIANA CAMPANINI I MPRIMERE un leggero vortice all’acqua, come per incidere una lettera che si disperde a cerchi sulla superficie impalpabile. È Scrivere sull’acqua, sequenza fotografica di Maurizio Nannucci del 1973. Documenta un gesto effimero, un’aspirazione metafisica che racchiude lo spirito di un intero decennio. La condivide Giuseppe Chiari quando produce Suonare l’acqua del 1977 oppure Gino De Dominicis qunado si ritrae di spalle nel tentativo di far formare quadrati invece che cerchi intorno ad un sasso che cade nell’acqua. È questa una delle pareti più intense di una mostra sulla via italiana agli anni Settanta costruita per suggestioni, più che griglie cronologiche o tassonomie. Curata da Marco Scotini, inaugura FM centro per l’arte contemporanea ai Frigoriferi Milanesi, nuova realtà composita di cui è Scotini è anche direttore artistico, che integra le attività di conservazione e restauro, preesistenti, con mostre, conferenze e temporary gallery a rotazione (ora ospita Monitor di Roma, P420 di Bologna, Spazio A di Pistoia). Dieci sale, 60 artisti e 200 opere materializzano il decennio e le sue atmosfere per metafore, omissioni, frammenti, dalla negazione dell’opera alle divergenze sociali al femminismo. Emergono supporti e materiali effimeri, dalla fotografia al libro d’artista. Nel 1972 Ugo Mulas racchiude in un libro di plexiglas in 100 esemplari i ritratti scattati a Duchamp a New York nel 1965. Si va dalla partitura musicale all’architettura radicale; dal video nei frame catturati da Gianikian & Ricci Lucchi al museo Lombroso, al > CHI SALE fotoreportage di Uliano Lucas, con il suo archivio sconfinato sul lavoro. Molti i capolavori, tra cui la porta di Emilio Prini e le maglie di rame di Marisa Merz. E molte le associazioni inaspettate. Le tele bianche di Paolini sul grado zero della pittura sfilano con quelle fotografate da Vimercati. Una sequenza fotografica di travestimenti al femminile di Marcella Campagnano, 1974, precedente a quella, ben più acclamata dal mercato, della star americana Cindy Sherman, dialoga con i travestiti by night di Lisetta Carmi, una Nan Goldin genovese. Tessere di un mosaico sfuggente, ma intenso e attuale, come quello degli anni Settanta, in corso di un recupero storico, critico e di mercato, lento ma inevitabile. “L’inarchiviabile”, appunto, come recita la mostra. CHIARA GATTI ACCADEMIA CARRARA Festeggia un anno dalla riapertura e 70mila visitatori con un lungo weekend di festa. Fino al 25 aprile, a Bergamo, incontri, musica, performance, giochi e mercato di cataloghi d’epoca LO SPAZIO Mostre, restauri, conferenze e temporary gallery ai Frigoriferi ©RIPRODUZIONE RISERVATA CHI SCENDE > STAZIONE CENTRALE Tolti di mezzo i chioschi che vendevano collant, i poveri mosaici in stile déco delle colonne adesso subiscono l’onta dei tornelli d’accesso ai binari Evviva il buon senso... L vestito “antineutrale” per l’uomo gagliardo che glorifica la guerra «sola igiene del mondo». Bianco, rosso e verde, patriottico, con baveri a punta, affilati come lame. Giacomo Balla (1871-1958) lo disegnò a corredo del Manifesto futurista del 1914, con indicazioni sartoriali per il taglio perfetto. Si apre su una selezione gustosa di documenti d’epoca, pagine di giornali e illustrazioni, la mostra che la Fondazione Pasquinelli – legata alla raccolta dell’imprenditore Francesco Pasquinelli – dedica a “Futurballa”, l’avatar futurista dell’artista che, nel boom chiassoso della prima avanguardia storica italiana, inventò le “linee di forza”, le “compenetrazioni” e le “velocità d’automobile”. Proprio una di queste è attraversata da fanali nella notte e schegge di motori che rombano. Sembra di sentirne il rumore sullo sfondo di una città che sale, eccitata dal progresso. In parallelo con la mostra di Boccioni a Palazzo Reale, il suo maestro conquista con genio e allegria nei pochi, splendidi pezzi scelti dal curatore Antonello Negri, fra cui un Colpo di fucile domenicale, omaggio allo zio guardiacaccia; quando le armi si usavano per svago e non per fare la guerra. ©RIPRODUZIONE RISERVATA FONDAZIONE PASQUINELLI Corso Magenta 42, fino al 1 giugno, tel. 0245409551