Leggi Tutto - Marco Santilli
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Il giornale di informazione ed educazione alla salute nelle sale di attesa degli studi medici e delle strutture socio sanitarie 08 Mesoterapia, questa sconosciuta Un mix di (pochi) medicinali e qualche seduta a base di piccole punture di aghi possono risolvere situazioni dolorose. A PAGINA 4 Alzheimer: obiettivo prevenzione DE BENEDICTIS A PAGINA 7 Il marcatore biologico per malattie intestinali LEOGRANDE A PAGINA 10 «Aprite le orecchiette»! La salute in pillole secondo Pino Africano. Consigli pratici, graffianti ma utili, per mantenersi sempre in forma con un regime alimentare sano. A PAGINA 5 “È la malattia che rende piacevole e buona la salute”. (Eraclito) La sanità low cost che piace alla “Bocconi” A Capurso il primo poliambulatorio sociale LA STRUTTURA E’ GESTITA DA UNA ONLUS COSTI CONTENUTI MA CON RIGORE ETICO L’assistenza diventa low cost, ma senza rinunciare alla qualità. Dalla Puglia un’esperienza che ha attirato l’attenzione dei ricercatori dell’Università Bocconi di Milano. Si chiama “Nuova Città” ed è un poliambulatorio sociale gestito da un’associazione onlus a Capurso, un’esperienza unica nel suo campo anche perché è il solo ad essere amministrato da un’organizzazione senza fini di lucro. Il poliambulatorio sociale è stato messo in evidenza tra le strutture low cost esplorate dall' Osservatorio aziende sanitarie italiane (Oasi) del centro ricerche Cergas presso l’ateneo lombardo, nell’ambito dell’edizione 2011 del rapporto annuale del sistema sanitario. L’indagine è finalizzata a tre obiettivi fondamentali: valutare le potenzialità della formula low cost applicata al settore sanitario, studiare le motivazioni e le modalità della diffusione del fenomeno, individuare gli elementi che ne possano favorire oppure ostacolare l’adozione in campo sanitario. La struttura di Capurso, in questo contesto, è stata considerata interessante in quanto, senza investitori, sta portando avanti il progetto “Nuova Città” (visitespecialistiche.com) innovativo e socialmente utile, che sta incontrando largo responso nella cittadina e dintorni. Il progetto è nato sposando la filosofia del low cost etico, che concilia la qualità delle prestazioni mediche, un accesso al servizio facile e veloce, l’attenzione alle esigenze del paziente e i costi contenuti. Oltre a “Nuova Città” sono state analizzate le esperienze del Sant'Agostino di Milano, di Welfare Italia e di MD ed in tutti i casi il «basso prezzo» si accompagna a un’idea altrettanto forte di qualità del servizio. Da parte degli utenti, la risposta è positiva e il fenomeno appare in forte espansione negli ultimi anni. «Sappiamo che ci sono molti utenti che si trovano in difficoltà poiché non sanno a chi rivolgersi in caso di necessità, commenta Teresa Campobasso, presidente della cooperativa Nuova Città. Questo perché – spiega – da un lato l’offerta di servizi pubblici non riesce a soddisfare completamente la domanda, dall’altro si incontra il privato che spesso comporta costi insopportabili per molti». Un altro fattore da considerare, inoltre, è che nella struttura pubblica il tempo dedicato alla visita è ridotto e risulta spesso difficile incontrare lo stesso medico dopo la prima prestazione, con un’inevitabile spersonalizzazione del rapporto tra il medico e il paziente. «Da noi, invece, si incontra un’equipe medica stabile – aggiunge Campobasso - i tempi d’attesa sono ridotti ( massimo 7 giorni) e la tariffa è di 45 euro per tutte le visite specialistiche presenti, garantendo ad ogni visita trasparenza e centralità al paziente». Al riguardo l’Oasi osserva, nelle conclusioni del citato rapporto, che il modello low cost non solo ha mosso i primi passi, ma sembra avere ormai assunto una sua consistenza. E’ ormai superata la fase pionieristica, in cui il problema principale era capire se il modello fosse compatibile con le caratteristiche del settore per entrare nella fase in cui gli attori coinvolti sono impegnati nella messa a punto di una propria specifica formula, i cui elementi di fondo hanno, però, già dimostrato una loro validità. In altri termini, che il low cost possa avere uno spazio in sanità sembra ormai assodato, rimane da vedere come i diversi modelli saranno capaci di configurare tale spazio in termini di ampiezza e di contenuti di servizio. (redaz.) AMBIENTE E SALUTE Le nostre città sono a misura dei bambini? Oggi non più. Ormai, nessun bambino gioca più all’aperto, nessuno gioca più a nascondino dietro le siepi né a mosca cieca e non si trovano più altalene sotto i rami degli alberi. A palla catturata e a boccia, al gioco del sette o a palla a volo si gioca solo tra le mura della palestra, negli orari stabiliti dalla scuola o dall’allenatore dell’attività extrascolastica. I giochi di movimento e di velocità sono completamente sconosciuti ai nostri figli e nipoti. Ma, allora, dove giocano i bambini e le bambine? Ammesso che giochino. Oppure restano incollati per ore e ore davanti a computer, televisione e videogame? Gli spazi urbani sono inospitali per i giochi e la carica energetica tipica dell’infanzia non riesce più a trovare luoghi e tempi per essere positivamente utilizzata. Eppure la valenza del gioco è importante nelle fasi sia dell’apprendimento e sia dell’acquisizione degli schemi comportamentali, della socializzazione e del più complessivo benessere psicofisico di bambini e adolescenti. Come scrive la pedagogista Franca Pinto Minerva, «nel nostro problematico presente, la città è l’unico ambiente fisico culturale dove i più Sviluppo urbano e felicità infantile L’importanza degli spazi per il gioco piccoli possono costruire la propria identità in relazione con gli altri, traendo da ogni occasione quotidiana le sollecitazioni ad agire, le motivazioni a imparare, gli stimoli a pensare, a conoscere, a progettare e a fantasticare». Invece, le nostre città sono diventate agli occhi dei bambini come enormi e anonimi contenitori di confusione, incomunicabilità, degrado, luoghi fatti di grandi spazi densi di auto e palazzoni, ma di piccolissimi spazi verdi e polverose aiuole e piante striminzite, di marciapiedi sporchi e di strade pericolose e automobili mal parcheggiate. La metropoli contemporanea è dominata dalla fretta dei suoi abitanti-adulti, dalle eterne corse contro il tempo e dello stressato vivere quotidiano. Ne fanno le spese gli spazi per l’infanzia e per l’adolescenza, i luoghi del gioco e del divertimento. Relegati in casa e all’asilo, a scuola o in palestra, i bambini sembrano rassegnati a giocare sui sedili dell’auto, mentre aspettano il papà che fa commissioni o negli ipermercati, mentre accompagnano la mamma a compiere il rito della spesa settimanale. Giocano (seduti!) nelle sale d’aspetto (dal dottore, alla stazione, dal dentista), sotto gli sguardi esasperati dei genitori che impongono silenzio, e compostezza. Al contrario, oggi abbiamo bisogno di città giocose per la salute di bambini felici. Città con giardini colmi di profumi, essenze, piante e fiori; parchi naturalistici ben controllati dove “pasticciare” con la sabbia, la terra, l’acqua, piste (gratuite) per giochi di gruppo, laboratori aperti per divertirsi con i colori, la musica, i collage o altre tecniche espressive, biblioteche per i più piccoli dove ascoltare favole e raccontare fiabe, teatri dove guardare i burattini o imparare a costruire marionette, fattorie didattiche dove osservare gli animali e i loro comportamenti. Perché le nostre città non hanno tutto questo? I bambini non meritano solo traffico e smog, euromercati e discariche, né i solitari spazi disinfettati delle nostre case. Pensiamoci. Maria Vinella 3 Curare con la mesoterapia : un rimedio contro il dolore rapido e alla portata di tutti Un’azione combinata di farmaci e punture di piccoli aghi, ed ecco i benefici della mesoterapia. Si tratta di una tecnica che è stata ideata da un medico francese (Pistor) nel 1958 ed è caratterizzata da piccole iniezioni locali dalla duplice azione. La prima azione è data dai farmaci specifici, la seconda è di tipo riflessoterapico, le punture degli aghi, sfiorando sottopelle le terminazioni nervose, stimolano la circolazione del sangue, della linfa e il sistema immunitario. In abili mani, la mesoterapia riesce a sfruttare sia l'esistenza dei trigger point, punti che se stimolati sono in grado di rievocare il dolore ma anche di sedarlo, sia dell’agopuntura che, secondo la tradizione medica cinese funziona normalizzando il "flusso" del qi, l’energia vitale del corpo. Spesso, alla mesoterapia viene associata la reflessologia, una pratica che consiste nella stimolazione, tramite un particolare massaggio o tocco, di zone del corpo chiamate punti riflessi. La mesoterapia è un tratta- mento rapido, quasi indolore, e dai costi abbastanza contenuti. Non esistono limiti di età né controindicazioni particolari. Utilizzata per il trattamento dell’infiammazione e del dolore, va eseguita preferibilmente con ago singolo (gli aghi utilizzati sono di piccolo calibro simili a quelli usati per fare l'insulina, o l'eparina) e, ancora meglio, con iniettore elettronico. Dopo una seduta possono comparire gonfiori temporanei, come piccoli lividi, ma ciò è normale e non bisogna preoccuparsene. Il rossore scompare dopo un 'ora e i lividi entro 2 o 3 giorni al massimo. L'ideale è sottoporsi alle sedute una volta ogni 4 o 5 giorni, per un ciclo di 5-6 sedute circa. Come si esegue? Si deterge la cute con un prodotto sgrassante, ma non aggressivo, quindi si fa accomodare il paziente sul lettino, si riempie la siringa, si disinfetta la zona da trattare, e il medico inizia a iniettare il farmaco sulle zone che ha deciso di trattare.La seduta dura dai 15 ai 20 minuti. Per quali dolori è indicata la mesoterapia? Si può eseguire per combattere sia dolori acuti che cronici in particolare il dolore da Herpes zoster, dolori cervicali e lombari, mialgie e fibromialgie, periartrite scapolo-omerale, tendiniti e distorsioni. Un caso clinico Un giovane prossimo alla laurea faceva tirocinio presso un ambulatorio del dolore e, dopo una settimana, inizia ad accusare uno strano mal di schiena, che gli impediva di stare sia in piedi sia seduto, a letto solo di fianco ed in palestra molti esercizi erano diventati un tabù. Chiede al medico di visitarlo, spiegandogli che fino a quel momento la schiena non gli aveva procurato alcun disturbo. Il medico gli chiede di indicargli i punti in cui accusa dolore ed il paziente glieli indica, quindi lo specialista esercita leggere pressioni su altri punti, che scatenano un dolore acutissimo. Il medico propone, a quel punto, una seduta di mesoterapia e dopo l’iniziale scetticismo del paziente, questi accetta sperando di placare il mal di schiena. Alla prima seduta, questi avverte qualcosa di paragonabile alla puntura di un insetto e, dopo un paio d'ore, la schiena non gli faceva più male. Anzi, avvertiva una piacevole sensazione di leggerezza nelle vertebre. Dopo una settimana, la seconda seduta, risolutiva del problema e da allora il paziente non ha fatto più ricorso alla mesoterapia ed ora, in caso di doloretti, ricorre allo stretching o a rimedi omeopatici. Prima di sottoporsi al trattamento, tuttavia, bisogna assicurarsi di rivolgersi ad un professionista della mesoterapia, possibilmente un medico reumatologo o un ortopedico. I costi variano molto dal medico, dalle zone trattate e dai farmaci utilizzati, comunque in via indicativa, ogni seduta costa circa 50 - 70 euro. LA SALUTE...IN PILLOLE Il tempo delle mele In un esperimento clinico, 2-3 mele al giorno per un mese sono riuscite a far abbassare il colesterolo in modo considerevole. Molto importante è come si mangiano le mele. Mangiate a fettine, abbassano il colesterolo di 5 mg, grattugiate di 32, frullate addirittura di 45. Per togliere il medico di torno, non una mela al giorno quindi, ma almeno due. Lente di ingrandimento Nico Valerio, Manuale di terapie con gli alimenti, 1995, Arnoldo Mondadori Editore, p. 194 Tempo previsto di lettura: 12 secondi Pino Africano studia e divulga i benefici delle buone pratiche alimentari. Il suo volume ha ricevuto il plauso di Franco Berrino il direttore dell’unità di Epidemiologia all’Istituto nazionale dei tumori di Milano Le regole (semplici) per vivere sani Aforismi graffianti, ma preziosi, tratti dal libro “Aprite le orecchiette” di Africano SECONDA PUNTATA DELLA RUBRICA DEDICATA AI CONSIGLI PRATICI TRATTI DA UN VOLUME CHE HA FATTO BRECCIA. IL TEMA DELLA SETTIMANA E’ IL COLESTEROLO La parola alla difesa La cipolla cotta è un ottimo lassativo, mentre cruda combatte efficacemente ogni ritenzione di liquidi. Nessun farmaco riesce ad aumentare il tasso di colesterolo buono così come riesce a fare Lei. Ricerche condotte negli Stati Uniti hanno identificato nell’adenosina il principio attivo della cipolla, che fluidifica il sangue, esattamente come riesce a fare l’aspirina, senza averne però le sue numerose controindicazioni. È antianemica, antireumatica, antisclerotica, evita lo stress e l’affaticamento; è efficace nelle malattie respiratorie e nell’obesità, è utilissima nei problemi di impotenza e previene l’invecchiamento precoce. Mangiate cipolle, avrete poco da piangere! Lente di ingrandimento Nico Valerio, L’Alimentazione naturale, 1992 Arnoldo Mondadori Editore, da p. 319 a p. 325 Tempo previsto di lettura: 20 secondi Ipercolesterolemia L’ipercolesterolemia è l’ eccesso di colesterolo nel sangue, in particolare di quello comunemente definito “cattivo”. Una lunga serie di studi epidemiologici ha evidenziato la stretta correlazione tra i valori del colesterolo nel plasma e l’aumentato rischio di sviluppare un evento cardiovascolare, in primo luogo l’infarto del miocardio e la mortalità cardiovascolare. Inoltre da questi studi è emerso chiaramente che tanto più numerosi sono i fattori di rischio in un singolo individuo (fumo, diabete, obesità, ecc.) tanto maggiore è la probabilità di morte per cause cardiovascolari. Come te non c’è nessuno Da un punto di vista fisiologico il gorilla può essere paragonato all’uomo, ma è 30 volte più forte. Con un solo braccio è capace di rovesciare una macchina con facilità. Sai cosa mangia? Banane, noci e germogli! L’alimentazione vegetariana è una efficacissima dieta anticancro e anticolesterolo. Lo sanno bene attrici e le modelle: col cibo vegetariano non solo non ci si ammala, ma si guarisce e si resta più giovani e belli. Lente di ingrandimento Christian Rémésy, Cosa mangeremo domani, 2006 Apogeo Editore, p. 109-198 (Rémésy dirige il settore Ricerche presso l’Istituto Francese di Ricerca Agronomica) Tempo previsto di lettura: 14 secondi Dalla teoria alla pratica: Ecco servito il “Bircher Muesli” Fioccare l’avena (con • Banane e mele a pezzetti • 1 cucchiaio di noci tritate la floccatrice), aggiun• Malto di riso quanto basta gere il latte di riso • 1 cucchiaio di uvetta secca ammollata quanto basta per avere • 2 cucchiai di fiocchi d’avena appena preparati una consistenza più o • Latte di riso q.b. (più o meno denso a piacere) meno densa in base al proprio gusto. Tagliare la frutta (irrorarla di succo di limone quando non si mangia subito per non ossidarla)e aggiungerla al composto insieme all’uvetta ammollata in acqua, alle noci, eventuale malto per dolcificare in base al proprio gusto. 5 Consenso informato: una tutela vera Non scambiamolo per una formalità I pazienti hanno diritto di conoscere nel dettaglio le prestazioni erogate Il consenso informato è uno strumento che permette al cittadino di decidere consapevolmente se sia opportuno o meno accettare le prestazioni sanitarie che gli vengono proposte (Legge 833 del 1978). Il colloquio tra medico e paziente dovrebbe servire a quest’ultimo per comprendere e condividere il tipo di cura che gli si vuole fornire. Allo stesso tempo, sarà utile al medico per rafforzare il rapporto di fiducia con il paziente, per farlo sentire compartecipe delle cure e per acquisire informazioni che gli permettono di effettuare al meglio la propria prestazione. Nella pratica invece, il consenso spesso si limita ad una mera formalità, un adempimento a cui il sanitario deve assolvere. I cittadini, a loro volta, spesso non hanno la piena consapevolezza dello strumento a disposizione e molti segnalano di aver dovuto firmare un foglio, quando già si trovavano in sala operatoria o in preanestesia, ricevendo un’informazione non sempre completa di tutti i rischi e le complicanze possibili. Talvolta, nell’imminenza di entrare in sala operatoria si sottopone al paziente un modulo precompilato senza alcuna informazione e con un’unica indicazione: “Se non firma non la possiamo operare”. Il modulo che si fa firmare al paziente non deve tendere ad escludere qualsiasi responsabilità del sanitario. Nessun consenso scritto modifica o diminuisce la responsabilità del medico. In realtà, un consenso raccolto in questo modo non ha alcun valore dal punto di vista deontologico, professionale e giuridico. Il consenso, per essere davvero informato, deve essere formulato in modo chiaro ed il medico si deve accertare che il paziente abbia ben compreso il trattamento medico chirurgico cui sarà sottoposto. Deve essere sottoposto al paziente in un momento di serenità ed eventualmente, se lo consente, con l’assistenza di un familiare. Analizzando i casi di malpractice, notiamo che è proprio da qui che nascono molti problemi. Di si- DIECI DOMANDE DA FARE AL MEDICO PRIMA DI SOTTOPORSI AD UN INTERVENTO 1. E' necessario l'intervento che dovrò subire? Ci sono alternative terapeutiche? 2. Quali sono le complicanze e i rischi più frequenti per questo tipo di intervento? 3. Si può eseguire lo stesso intervento utilizzando altre tecniche chirurgiche, per esempio quelle mini-invasive? 4. Queste tecniche sono in uso in questa struttura, sia pure in altri reparti? 5. Sarò operato con strumenti chirurgici monouso? 6. Qual è l'incidenza di infezioni ospedaliere in questo reparto, rispetto alla media, per l'intervento al quale dovrò sottopormi? 7. In questa struttura esiste un reparto per il trattamento delle emergenze? 8. Se provassi dolore dopo l'intervento, saranno utilizzate terapie antidolorifiche adeguate? 9. Dopo quanto tempo potrò ritornare alle mie normali abitudini di vita? 10. Dovrò seguire particolari diete e trattamenti? curo, il tema del consenso informato è strettamente connesso alla sicurezza e, spesso, contribuisce a delineare una segnalazione di sospetto errore da parte del cittadino. Non si può prescindere da tale consenso, fatte salve le condizioni previste per legge, ad esempio, l’urgenza (infortuni). In caso di incapacità di intendere e volere (minori), il consenso informato deve essere dato dal tutore. Un me- IL FESTIVAL DELLA FARFALLA MA ANCHE DEGLI ACCIACCHI Il 62° Festival della canzone italiana, alias Festival di Sanremo, già archiviato nelle teche della Rai, sarà ricordato più per la farfalla di Belen? Per le prediche sconclusionate di Celentano e i fischi indirizzati al Molleggiato? Di Papaleo che fa la foca e coinvolge tutto l'Ariston? Di Morandi che balla con la Pellegrini e le chiede: «Posso stringerti un po'?» O per le sue canzoni? Ai posteri l'ardua sentenza! Se i giornalisti e i 15milioni di telespettatori ricorderanno la kermesse canora, oltre che per le cose già dette, ma anche per le parolacce di Luca e Paolo e del bacio gay dei Soliti ignoti, molti artisti lo rammenteranno per la salute cagionevole. Prendiamo la cantante Noemi, quella coi capelli rossi. Durante le prove, l’artista è stata colta da un attacco di panico. Per un attimo ha avuto la percezione che il battito del suo cuore si fosse fermato. Dopo un’accurata visita e le rassicurazioni del medico, Noemi non solo ha ripreso a cantare, ma si è aggiudicata il terzo posto. Anche la brava Loredana Bertè non è stata risparmiata da un mal di gola, tanto che ha cantato in dico che interviene sul paziente senza essersi munito del preventivo consenso, allorché dovuto, incorre in un illecito sancito dalla legge, anche in presenza di esito favorevole al paziente. Affinché il tuo percorso di cura sia il più sereno possibile, ricordati l'importanza di un consenso davvero informato! Antonio Campobasso Coordinatore provinciale Tribunale diritti del malato Bari playback, correndo il rischio di essere squalificata dalla gara. Alle cure mediche ha dovuto ricorrere anche la modella ceca, Ivana Mrazova, per un forte torcicollo, che le ha provocato una cervicalgia acuta con blocco vertebrale, tanto da farle disertare la serata inaugurale del Festival. Anche in questo caso i medici hanno fatto di tutto per farla salire il giorno dopo al prestigioso palcoscenico dell'Ariston. L'influenza, invece, non ha risparmiato Arisa, la seconda classificata, con la canzone «La Notte». Nando Perri Malattia d’Alzheimer: obiettivo prevenzione In Italia circa 500 mila persone sono affette da malattia di Alzheimer (MA) e si prevede che il loro numero raddoppierà nel 2020, causando un notevole carico assistenziale e finanziario per le famiglie e per il Sistema sanitario nazionale. I costi della malattia, in termini umani ed economici, sono sostenuti soprattutto dalla famiglia e da coloro che assistono il malato 24 ore su 24 (caregiver). Domenico Ciancia è un geriatra impegnato in questo campo, dove la prevenzione gioca un ruolo fondamentale. Dottore, innazitutto una definizione. Che cos’è la malattia d’Alzheimer? E’una sindrome ad andamento progressivo, caratterizzata da una compromissione delle facoltà intellettive, in particolare della memoria, del giudizio critico, del pensiero astratto e del comportamento, in assenza di sintomi confusionali. Ciò significa che la malattia progredisce inesorabilmente verso una completa disintegrazione della personalità. Disintegrazione? Proprio così. La malattia avanza in modo da non consentire a questi soggetti di aver cura di se stessi o di svolgere Domenico Ciancia una normale vita sociale e professionale. Ci parli dei segni con cui si manifesta. I primi segni della malattia sono la difficoltà di ricordare eventi recenti, nomi di persone conosciute o di oggetti, diventa necessario ripetere più volte al paziente le stesse cose oppure far scrivere la lista della spesa; a volte la persona perde l’orientamento e non è più in grado di ritornare a casa o di raggiungere luoghi conosciuti.E’ possibile che in questa fase iniziale non ci si allarmi ne’ si ricorra al medico considerando tale comportamento tipico dell’età avanzata. Il che sarebbe un errore? Certo, perchè si ritarderebbe la diagnosi precoce che, invece, è molto importante per la cura di questa particolare forma di demenza. Come progredisce la malattia? Il deficit di memoria si aggrava progressivamente ed il soggetto dimentica conversazioni ed eventi della giornata. Facciamo un esempio. Può accadere che, subito dopo aver fatto colazione o aver pranzato, non ricordi cosa abbia mangiato o, addirittura, di aver mangiato. Non è in grado di rievocare dove ha riposto il proprio denaro e, di conseguenza, spesso accusa i parenti di averlo sottratto. In questa fase della malattia è frequente anche che dimentichi di chiudere il gas o il rubinetto dell’acqua e che non riesca più a preparare correttamente ricette di cucina ben conosciute. Praticamente, la perdita di autonomia a cui accennava. Con il tempo la persona affetta da MA ha difficoltà nel portare a termine i comuni atti della vita quotidiana come lavarsi, vestirsi, mangiare e prendersi cura della casa. Infine, lo stadio avanzato della malattia è caratterizzato da incontinenza per le feci e l’urina, da disorientamento temporo spaziale (con incapacità di trovare il bagno nella propria abitazione o altri ambienti sino a poco tempo prima familiari) per cui la persona ha bisogno di assistenza continua. Come si garantisce, allora, una diagnosi precoce? Se dovessero comparire sintomi come perdita di memoria per fatti recenti, difficoltà nello svolgimento delle attività domestiche abituali, difficoltà nel trovare le parole e far di conto, alterazione nella capacità di giudizio critico e ragionamento caratterizzati da comportamenti inadeguati alle circostanze e difficoltà nel definire, con parole proprie, alcuni concetti, incapacita’ di riporre nel posto giusto oggetti, abiti, cambiamenti del carattere, del comportamento con perdita di iniziativa od eccessivo attivismo. Che fare dunque in questi casi? il paziente o i familiari devono ricorrere al medico di famiglia che valuterà l’opportunità di consultare uno specialista in geriatria per ulteriori approfondimenti. Daniela De Benedictis (continua) 7 Balbuzie e rimedi C he cos’avranno mai in comune Giorgio VI d’Inghilterra, Alessandro Manzoni e Paolo Bonolis? La balbuzie, ovviamente. Forse non tutti lo sanno, ma i tre personaggi pur così differenti tra di loro per epoche, talenti e storie personali, condividono lo stesso disturbo, che tanto può influenzare la vita pubblica di un sovrano, così come quella di un letterato o di un uomo di spettacolo. Del resto, già Aristotele studiava questo problema. Il professor Marco Santilli, specialista impegnato da oltre vent’anni in questo campo, ha spiegato che i balbuzienti sono spesso persone molto intelligenti, sensibili e intuitive. Specializzato in “disturbi del linguaggio e dell’apprendimento”, Santilli è presidente dell’Associazione italiana “La Nuova Parola”, che si occupa di ricerca scientifica nel campo della balbuzie, e fondatore del Centro specialistico per l’eliminazione di questo disturbo. Il centro, con sede principale LA BALBUZIE E’ DOVUTA AD ANSIA VERBALE E TENSIONE NERVOSA ED EMOTIVA a Roma, ha ventitre sedi operative in Italia, tra cui quelle di Bari, Foggia e Lecce, in Puglia e di Pescara e Vasto, in Abruzzo. La sua associazione organizza corsi per adulti e ragazzi affetti da balbuzie e promuove seminari e convegni rivolti agli insegnanti. Conoscere per curare «Per curare la balbuzie bisogna capire che cosa essa sia IL DISCORSO DEL RE SPECIALISTA Esperto in disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, Marco Santilli è presidente dell’Associazione La Nuova Parola, che si occupa di ricerca scientifica nel campo della balbuzie. E’ fondatore del Centro specialistico per l’eliminazione della balbuzie. Per informazioni 340-8671477 oppure [email protected] www.marcosantilli.it La storia della balbuzie di un sovrano inglese è diventata un caso cinematografico con il film“Il discorso del re”, uscito nelle sale nel 2010 con la regia di Tom Hooper. Nel 1925 il principe Alberto, duca di York e figlio di re Giorgio V, tiene il discorso di chiusura all’Empire Exhibition. Il suo problema di balbuzie,però, gli rende difficile il compito. Il principe decide di rinunciare alle apparizioni pubbliche. Sua moglie Elizabeth lo indirizza alle cure di un certo Lionel Logue, considerato uno dei migliori terapeuti dell’epoca per i problemi di linguaggio, il quale aiuterà il sovrano a lottare contro il suo disturbo. Disabilità del linguaggio: un problema sociale che si vince con l’impegno Il metodo di Santilli. La “Nuova Parola” per curare il disturbo in giovani e adulti – spiega il dottor Santilli – ossia una disabilità del parlato, dovuta ad ansia verbale, a tensione nervosa ed emotiva, a un tessuto cognitivo ereditario. E’ un problema, quindi, di tipo sociale». Fondamentale, a questo riguardo, diventano dunque gli interventi sull’autostima e sulla motivazione dei soggetti balbuzienti con particolare attenzione, per quanto riguarda i ragazzi, a coinvolgere le famiglie dei pazienti e le loro scuole. Il percorso Al corso del dottor Santilli si accede dopo consulenze pre- liminari gratuite, che lo specialista effettua nelle sedi attive nelle varie regioni, comprese le tre pugliesi (per prenotazioni si può contattare il numero 3408671477, oppure scrivere all’indirizzo email [email protected]). Durante la prima settimana di corso si intraprende un lavoro tecnico, con esercizi particolari come quello della lettura “pentagrammata”, legata ai principi dei tempi motori armonici. Con questo esercizio si definiscono le giuste pause, si spiega quale sia la corretta emissione dell’aria, e si interviene per eliminare i blocchi e l’apnea fonica; il balbuziente infatti quando canta non ha problemi perché le parole hanno un flusso continuo e sono regolate da ritmo e melodia. Il supporto psicologico Durante la seconda settimana vengono intrapresi lavori di supporto psicologico, che puntano all’accrescimento dell’autostima nel paziente, con prove da ansia verbale. Nei successivi venti mesi, infine, ci saranno dei richiami per consolidare quanto appreso e per motivare il paziente. Il corso è di tipo intensivo, per cui già dopo i primi 3 o 4 giorni, l’allievo vedrà miglioramenti ed è possibile arrivare a recuperare una fluenza normalizzata. L’ipertensione è una patologia piuttosto diffusa sia tra le persone giovani e in sovrappeso e sia negli anziani, magari normopeso. Tra i comportamenti più a rischio c’è il consumo di cibi, molte volte già preparati, ricchi di calorie e che predispongono al sovrappeso e all’obesità. L’ipertensione, quindi, si accompagna a queste condizioni fisiche. In altri casi, con l’avanzare dell’età si manifesta la familiarità per l’ipertensione. Il ritmo di vita frenetico, poi, induce l’organismo a secernere ormoni che modificano la pressione sanguigna, cosi come può interferire la temperatura ambientale. Se d’estate, infatti, può verificarsi un abbassamento dei valori, ad opera del caldo che dilata i vasi sanguigni, in inverno può avvenire il contrario. Che fare allora? Il medico inquadrerà i valori pressori e indicherà la terapia, se questi dovessero risultare lontani da quelli di una persona normotesa. L’alimentazione, a questo riguardo, è fondamentale ed è consigliabile rivolgersi al nutrizionista. Un soggetto iperteso dovrebbe consumare molta verdura e frutta, ricche di fibra solubile, la quale permette un minor assorbimento di Prevenire l’ipertensione: il primo passo concreto è l’alimentazione sana zuccheri e grassi e di fibra insolubile che, invece, regolarizza la motilità intestinale. E poi il pesce, bianco e azzurro, carni bianche, uova, pochissimi insaccati (sarebbe meglio evitarli ) e pochi formaggi (1 o 2 volte alla settimana). Tutto ciò aiuta anche a tenere sotto controllo i grassi saturi. I secondi piatti devono essere assunti una sola volta al giorno (salvo indicazioni particolari), per evitare un grosso apporto di sale, collegato anch’esso all’innalzamento pressorio. Il sale, per la verità, è presente in ogni alimento di derivazione animale, anche nel latte. D’altro canto, il buon consumo di vegetali favorirà la diuresi, grazie all’apporto di potassio che ha funzione inversa ri- Odontoiatria Kinesiologica: Il corpo che svela la patologia Da diversi anni si parla, timidamente, di Kinesiologia e, più recentemente, di Odontoiatria Kinesiologica. Si tratta di una particolare metodica diagnostica che considera la malattia come l’espressione di uno squilibrio globale dell'essere umano ed i sintomi come espressioni localizzate di uno squilibrio sistemico. L'essere umano è costituito non solo di elementi strutturali (ossa, muscoli, articolazioni, denti ) ma anche di sostanze chimiche che immettiamo nel corpo e soprattutto da un'attività psicoemozionale che condiziona tutto il sistema. Per questo l'approccio kinesio- ODONTOIATRA Laura Ditano è specializzata in Gnatologia Neuromuscolare e EBD Evidence Based Dentistry (trattamento dei pazienti a rischio non infettivo). logico è per definizione "olistico" cioè analizza tutti gli aspetti potenzialmente patogenetici del paziente in esame. L'apparato masticatorio della bocca, in particolare, per la sua complessità anatomica e neurologica, per i frequenti processi morbosi e per le sostanziali trasformazioni che su- bisce a causa sia delle malattie sia delle terapie odontoiatriche, riveste un ruolo fondamentale nel condizionare lo stato di salute. E' vero anche il contrario: qualsiasi turba sistemica strutturale - alimentare - biochimica - psichica può ripercuotersi sull'apparato buccale. L'articolazione temporo mandibolare costituisce un esempio significativo delle correlazioni suddette; i disturbi dolorosi e funzionali che la caratterizzano possono essere il risultato sia di patologie che originano sia nella bocca e sia in zone lontane del corpo. Anche una " semplice " lesione focale come spetto al sodio. Questo, infatti,trattiene liquidi e provoca innalzamenti pressori, il potassio invece favorisce l’eliminazione di liquidi. I cereali (biscotti, fette biscottate, pane, pasta, riso) possono essere consumati anche più volte al giorno, ma senza superare le dosi abituali. L’acqua, poi, deve essere povera di sodio e va bevuta in quantità di almeno 1,5 litri al giorno e lontano dai pasti, per non rallentare la digestione. Bevande eccitanti come caffè e tè, infine, vanno assunte con moderazione, mentre un bicchiere di vino rosso può dare benefici per gli antiossidanti. Le patologie, una volta manifestatesi, possono risultare difficili da debellare, ma possiamo “confinarle”, per vivere in salute. Teresa Loiacono biologa nutrizionista un granuloma o una tasca parodontale possono interferire pesantemente sullo stato di salute generale, causando dolori muscolari, articolari o disfunzioni viscerali. La visita kinesiologica si fonda sulla semeiotica clinica: postura, escursioni articolari, palpazione, ma sopratutto i tests muscolari. Questi ultimi consentono al kinesiologo di ottenere dal corpo del paziente informazioni diagnostiche estremamente precise e significative. La Kinesiologia Applicata in campo odontoiatrico, ci ha permesso di correlare sintomi quali: lombalgie, sciatalgie, cefalee ed altri ancora, con specifici problemi stomatognatici, risolvendo in tal modo casi apparentemente senza speranza di guarigione.” Laura Ditano 9 La proteina per rilevare l’infiammazione Un nuovo marcatore biologico per malattie croniche intestinali Ai comuni indici di flogosi bioumorale, Ves, Pcr, Fibrinogeno e altre proteine, da alcuni anni arrivano continue pubblicazioni su una nuova proteina, più specifica per osservare l’infiammazione intestinale. E’ la Calprotectina fecale (Calprest), presente nelle cellule, nei tessuti e nei liquidi del corpo. Anche se non ancora del tutto chiaro il meccanismo di rilascio, è stato osservato che aumenta nei liquidi biologici plasma, liquor, liquido sinoviale, urine e feci. Questa peculiarità rende interessante il suo dosaggio nelle feci. Il processo dinamico che porta nella flogosi i neutrofili a terminare la loro esistenza, fa sì che il materiale fecale si arricchisca di calprotectina. Numerose pubblicazioni rivelano diverse funzioni di questa proteina. Ma quella maggiormente nota è l’attività antimicrobica, svolta in particolar modo dai neutrofili contro i batteri che possono entrare nel proprio citoplasma. Nella pratica di laboratorio si usa sempre di più il dosaggio della Calprotectina nelle feci per indagare sulle Mici (malattie infiammatorie croniche dell’intestino), Morbo di Crohn, Rettocolite Ulcerosa. Le indagini sulle Mici prevedono metodi dispendiosi ed invasivi ed anche rischiosi per il paziente, come le indagini endoscopiche. Tali malattie alternano periodi di remissione ad altri di riacutizzazione e l’indagine endoscopica non può essere continuamente ripetuta. Quindi, una ricerca di proteina nelle feci che riveli lo stato infiammatorio delle pareti intestinali è ottimale sia per il paziente che per il clinico. Calprest, inoltre, può rilevare stati subclinici di flogosi anche dopo attenta terapia. Tuttavia, tale test non è sostituitivo delle indagini endoscopiche, ma solo un mezzo da anteporre alle stesse. Utilizzando contemporaneamente il dosaggio della calprotectina, la sierologia specifica per malattie croniche intestinali e la valutazione ecografica dello spessore delle anse intesti- Cento domande sulla sessualità SE UNA MELA HA IL “SAPORE” DELLA PERSONA CHE AMIAMO nali, è possibile individuare agevolmente i pazienti ad alto rischio di malattie croniche intestinali, da sottoporre quanto prima a valutazione endoscopica e istologica. Inoltre, la ricerca della Calprotectina nelle feci può essere di monitoraggio nella terapia. Molti studi hanno documentato come la scomparsa dei disturbi o malesseri non sempre correla con un reale benessere cellulare o delle pareti intestinali. I primi operatori sanitari che hanno intuito l’utilità della Calprotectina sono stati i pediatri, che trattano quotidianamente piccoli pazienti con disturbi intestinali: diarrea, sangue nelle feci, dolori addominali e perdita di peso o non aumento. Non tutti possono avere patologie serie, tante volte, se non la maggior parte, sono fenomeni transitori, risolvibili con un’attenta igiene alimentare e pochi farmaci. Tuttavia, quegli stessi sintomi altre volte possono essere evocati dalle serie Mici. In questo caso le indagini endoscopiche rappresentano la procedura di riferimento per la diagnosi di Colite Ulcerosa e Morbo di Crohn. Questa indagine, anche se non priva di difficoltà per i piccoli pazienti, valuta lo stato di attività della malattia e l’efficacia della terapia. Il dosaggio di Calprest proprio in queste due malattie trova la massima espressione. Anche presso il laboratorio d’analisi dell’ospedale Di Venere di Bari, sezione Autoimmunità, questo esame è divenuto realtà, proprio per merito dei pediatri che per primi ne hanno capito la preziosa utilità. Domenica Leogrande Dirigente medico Autoimmunità Laboratorio analisi “Di Venere” Negli animali l’odorato svolge una parte importante nei comportamenti alimentari e sessuali grazie ad aree cerebrali molto sviluppate che nell’uomo corrisponderebbero alla parte più antica del cervello, il cosiddetto rinencefalo. Questo cervello degli odori negli umani scatena emozioni, a volte tanto forti che si registrò un caso di una donna affetta da un tumore nella zona del rinencefalo che mostrava una ninfomania associata a una passionalità persistente e scatenata dai profumi. Odori che accendono passioni così come ci tramanda l’erotologia araba per la quale i momenti della vita amorosa giovanile devono essere contrassegnati da incenso e profumi di spezie per rinforzare poi un ricordo di emozioni che durerà tutta la vita. Oggi, invece, nel mondo globalizzato ci si affida sempre più alle multinazionali degli odori, l’industria dei profumi lotta per imporre sul mercato le fragranze più sofisticate con consumi che non conoscono decrementi. Però quando la parte più antica e profonda del cervello comanda sono gli odori corporei che attraggono di più gli amanti. Lo sapevano bene anche in epoca elisabettiana quando una donna teneva sbucciata una mela sotto l’ascella per farle assorbire il sudore, avrebbe dato poi la mela d’amore al suo amato per essere ricordata e annusata in sua assenza. upnews INFORMAPAZIENTE PROGRAMMI DI SCREENING ASL BA: NUOVO NUMERO VERDE L’azienda sanitaria locale di Bari e provincia informa tutte le donne residenti a Bari e provincia, interessate al programma di screening mammografico e cervico-uterino, che è disponibile un nuovo numero verde per contattare il Centro Regionale Screening. Il nuovo numero è 800.995.800 ed è gratuito da telefoni fissi e mobili ed è attivo dal lunedì al venerdi dalle ore 8.00 alle 14.00 e il martedì e il giovedì dalle 15.00-18.00 TOGLIETEVELO DALLA TESTA "Cellulari, tumori e tutto quello che le lobby non dicono", il libro di Riccardo Staglianò, edito da Chiare lettere, parla chiaro. Occorre fare attenzione a come si utilizzano i telefoni cellulari. STORIE DI ORDINARIA SANITA’: IL BLOG DI UNA CITTADINA Una donna racconta le sue disavventure - 4 ore di permesso lavorativo per una visita che ne richiede 15 - da donna incinta, fra burocrazia e mancanza di competenza. Leggi il blog e segnala i disagi della tua città: http://bcartdevivre.wordpress.com/2012/01/25/fagocitati-dalla-burocrazia/ NOVITA’ PER IL RINNOVO DELLA PATENTE Le nuove disposizioni del codice della strada prevedono che i guidatori ultraottantenni non affetti da alcuna infermità non sono più obbligati a sottoporsi a visita medica presso la commissione medica locale, ma possono rivolgersi al medico monocratico per il rinnovo della patente di guida. PASTA INTEGRALE CON BROCCOLI, SEMI DI GIRASOLE E POMODORI SECCHI IN SALSA DI CECI PILLOLE DELLA SALUTE Periodico a distribuzione gratuita N. Reg. Stampa 36/2010 Tribunale di Bari ISSN: 2039-1226 Anno II - n. 8 - 2012 Direttore Dr. Daniele Aprile In Redazione Dott.ssa Daniela De Benedictis Dott.ssa Laura Ditano Dott.ssa Teresa Loiacono Editore Edicare Publishing s.r.l. viale Papa Pio XII, 4/E - 70124 Bari tel. 080 9642385 - fax: 080 9642392 Service Editoriale e Stampa Arti Grafiche Favia S.P. 231 Km 1,300 - 70026 Modugno (BA) www.artigrafichefavia.com Immagini www.123rf.com Quando si dice un cibo salutare. Ecco una ricetta che consente di assumere le fibre dalla pasta integrale e dai ceci, che sono elementi importantissimi per il nostro benessere. Abbina una verdura cotta come i broccoli, che come il resto della famiglia delle crucifere contiene una grande quantità di vitamine, sali minerali, oligoelementi e principi attivi extranutrizionali, che hanno la capacità di detossificare l’organismo da sostanze cancerogene e impedire l’evoluzione delle cellule precancerose. Infine i semi di girasole, così come l’ottimo olio di girasole ottenuto per spremitura a temperatura ambiente, unici prodotti alimentari ad essere molto ricchi della preziosissima vitamina D. (a cura di Isa Cipriani associazione LaSaluteMelaMangio - Bari) con un po’ di sale. Nel frattempo, dopo aver fatto ammollare i pomodori secchi in poca acqua, tagliarli a pezzettini. Infine, tritare molto finemente una bella manciata di prezzemolo, un pezzetto di aglio e di cipolla insieme ad olio extra vergine di oliva, per avere un pesto di condimento. Cuocere in abbondante acqua leggermente salata la pasta integrale e biologica, possibilmente proveniente da grani antichi. Quello più usato nelle nostre zone è il grano “Senatore Cappelli”, che è anche un grano meno costoso del Farro e del Kamut. Amalgamare la pasta cotta con la purea di ceci e distribuirla sul piatto di portata. Inserire i Broccoli cotti a vapore e condire con i pomodori secchi spezzettati, i semi di girasole (ricchi di vitamina D) e il condimento a base di olio, prezzemolo, cipolla e aglio Completare con una bella porzione di insalata varia di stagione. Mettere a mollo i ceci per 2 giorni, cambiando spesso l’acqua. Dopo averli risciacquati, metterli in pentola a pressione, coperti di acqua insieme ad una foglia di alloro e un rametto di rosmarino. Non aggiungere sale in cottura. Cucinarli per 1 ora circa. A fine cottura salare i ceci e farne una purea. Tagliare e lavare un broccolo a cimette, utilizzando anche le foglie (e mangiando il torsolo centrale, crudo!). Cuocere a vapore, in modo che i principi nutritivi dell’alimento non si disperdono nell’acqua di cottura, insaporendo 11