Il Friuli Venezia Giulia Last Minute
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Il Friuli Venezia Giulia Last Minute
L’Albergo diffuso diventa modello di qualità Sentirsi a casa propria, parte di un piccolo mondo antico, ma con i servizi e le comodità di un grande albergo a prezzi competitivi. È la filosofia di accoglienza dell’Albergo diffuso, che in Friuli Venezia Giulia è sinonimo di ospitalità rurale e qualità certificata del servizio. Nata proprio tra le montagne friulane, questa formula accoglie gli ospiti in antiche case di piccoli borghi, coniugando in un’unica soluzione l’albergo, il residence e l’albergo diffuso. Sono strutture indipendenti, abitazioni, stalle o vecchie cascine perfettamente restaurate e adatte a coppie, famiglie e piccoli gruppi. Attrezzati e arredati secondo lo stile tipico della montagna, questi alloggi abbinano alla libertà degli spazi indipendenti il coordinamento centrale tipico dell’albergo, con una reception unica e una serie di servizi tipici, come la fornitura e il ricambio della biancheria da bagno e da letto e le pulizie dei locali almeno due volte a settimana. Con il nuovo Club di prodotto Albergo diffuso, Turismo FVG ha aggiunto alla possibilità di soggiorno in strutture tipiche del borgo montano la garanzia di accedere a uno standard qualitativo prefissato e in grado di soddisfare un ampio range di esigenze della clientela. Una formula innovativa che permette di premiare gli ospiti con il soggiorno in un villaggio della tradizione, mantenendo però un adeguato livello di servizi garantiti. Di questo circuito di alloggi sono entrati a far parte 6 Alberghi diffusi, distribuiti in sette località che si estendono in Carnia e sull’altopiano di Monte Prat. La scelta degli ospiti può spaziare tra 90 strutture certificate e suddivise per categoria di qualità proposta. Si parte dalle soluzioni con 1 pino, il livello standard, che assicura un accogliente alloggio dotato di cucina attrezzata e riscaldamento; i 2 pini, categoria media, che raccolgono le strutture in linea con la tradizione architettonica locale o che presentano un arredamento rustico e casereccio. Scegliendo un’accomodation a 3 pini l’immersione nella realtà rurale sarà completa, ma con la disponibilità di vari servizi standard, come Tv, lavastoviglie, impianto satellitare, microonde, lettore dvd e cd. Contatti: [email protected] Un giorno tra torri merlate e antichi saloni Un viaggio attraverso dodici scrigni ricolmi di storia e di segreti preziosi per vivere un giorno da signori del maniero. È la proposta del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia, che il prossimo 7 ottobre aprirà i battenti delle dimore storiche disseminate in regione, normalmente chiuse al pubblico e accessibili solo da gruppi organizzati. L’evento offre la possibilità anche ai singoli visitatori di addentrarsi tra i saloni di questi gioielli fortificati, che in molti casi sono ancora oggi residenza di antiche famiglie nobiliari. Come il fortilizio della Brunelde di Fagagna, già nominato nel 1208 in un elenco di beni dei Conti d’Arcano, ai quali appartiene tuttora. Intimamente legato alla magia della propria posizione è invece il castello di Muggia, l’unica cittadina istriana rimasta all’Italia, situato in posizione predominante rispetto al mare e caratterizzato da un’atmosfera “veneziana”. Abbarbicati sulle dolci colline moreniche della strada del Prosciutto di San Daniele sono invece il castello di Villalta, circondato da ampie cinte murarie ghibelline, e il castello di Cassacco, uno dei siti castellani meglio conservati in Friuli. Completano le fila di perle storiche i castelli di Arcano e di Flambruzzo e i palazzi Stefannéo di Crauglio, Freschi Piccolomini di Cordovado, d’Attimis Maniago, Romano di Manzano, Lantieri di Gorizia e Panigai di Pravisdomini di Pordenone. A questi si aggiunge inoltre l’antica Torre di Porta Aquileia a Udine, prestigiosa sede del Consorzio dei Castelli. All’eccezionalità dell’evento faranno da corollario una serie di iniziative collaterali, come la vendita di vini e di olio da agricoltura biologica presso il castello di Arcano, canti e giochi antichi per bambini all’interno della dimora La Brunelde, la mostra di documenti inediti allestita all’interno di Palazzo Romano e molto altro. Gli ingressi, che prevedono orari prestabiliti per l’entrata, si avvalgono per le visite del supporto di guide turistiche specializzate o, in alcuni casi, degli stessi proprietari delle dimore. Contatti: [email protected] Dalla terra al mare: il grande sport in Friuli Venezia Giulia 14 ottobre 2007: una data storica per il Friuli Venezia Giulia, che in un solo giorno ospiterà non uno, ma due eventi sportivi di portata internazionale. A partire dal Campionato mondiale di corsa su strada – World Road Running Championship, che a Udine vedrà impegnati i migliori atleti della specialità di oltre 60 paesi di tutto il mondo. Esattamente 21.097 metri di sogni in corsa, lungo uno spettacolare anello di circa sette chilometri che attraverserà il cuore del centro storico di Udine, per tracciare un percorso non solo suggestivo, ma anche di altissimo livello tecnico. Secondo gli esperti, infatti, il tracciato presenta le caratteristiche ideali per un possibile nuovo primato mondiale della specialità. Tra i numerosi fuoriclasse che tenteranno l’assalto al record iridato ci sarà, con buona probabilità, anche Stefano Baldini, medaglia d’oro alle ultime olimpiadi e campione europeo in carica. Oltre a tanti appuntamenti musicali e di intrattenimento, il programma di contorno prevede numerosi eventi collaterali dedicati ai più piccoli. A partire da “Iaaf Kids”, che sabato 13 ottobre metterà alla prova oltre 300 bambini delle scuole regionali con gare di atletica dedicate ai giovani talenti. Sia sabato sia domenica, inoltre, le vie e le piazze della città propongono giochi gonfiabili, teatrini con marionette e burattini, spettacoli teatrali, laboratori per bambini e il ludobus, un allestimento mobile dedicato al divertimento dei baby visitatori. Dalla corsa sulla terraferma al vento in poppa che soffia su strade d’acqua il risultato non cambia: spettacolo allo stato puro. Come ogni anno la seconda domenica di ottobre prende il via la Barcolana, uno degli eventi più attesi dagli appassionati di vela di mezzo mondo. Con quasi 2 mila imbarcazioni in gara, oltre 20 mila velisti impegnati e un pubblico che ormai supera ogni anno le 250 mila persone, la Barcolana è la regata più affollata e amata del Mediterraneo. La grande festa del mare ripartirà dal fascino che da ben 39 edizioni la contraddistingue, cioè dall’imponente macchia di vele bianche che colora il golfo triestino e dall’incognita costituita dalla famigerata bora di Trieste. Imbarcazioni di tutte le dimensioni, dagli scafi più piccoli fino ai maxi yacht più performanti e tecnologicamente avanzati, si daranno battaglia all’interno del quadrilatero di 16 miglia – con una boa in acque slovene – che costituirà il campo di gara. La regata principale sarà preceduta da una serie di appuntamenti di apertura, come la Barcolina, match in programma il 6 e 7 ottobre dedicato alle giovani leve della vela, cioè ai timonieri under 18. Dall’11 al 13 ottobre sarà la volta della Barcolana Classic, il grande raduno di barche d’epoca, classic e spirit of tradition. Tra i grandi protagonisti non poteva mancare il tre volte vincitore della Coppa America Russell Coutts, che dopo l’esordio nel 2006 ha voluto portare alla Barcolana anche la sua classe RC44, che proprio a Trieste disputerà la penultima tappa del circuito internazionale. Accanto agli eventi in mare, dei quali farà parte anche la Barcolana di Notte, la manifestazione offrirà diversi appuntamenti di contorno. Tra questi si segnalano Barcolana Doc, che quest’anno propone una rassegna dedicata al Passaggio a Capo Horn, Barcolana Festival, con tre grandi concerti in piazza Unità d’Italia, e soprattutto Villaggio Barcolana, la grande area dedicata a velisti e appassionati che proporrà hospitality, enogastronomia, intrattenimento e animazione no stop. Contatti: [email protected] Le Giornate del cinema muto tornano a Pordenone Lontano dalla magnificenza degli effetti speciali e dal coinvolgimento dei sensi in 3D c’è ancora un mondo in cui l’espressione cinematografica ritrova la sua essenza originale. Si alza così il sipario della XXVI edizione de Le Giornate del cinema muto, in programma dal 6 al 13 ottobre a Pordenone. La rassegna, che come sempre coniuga esperienze di ricerca e di studio con il divertimento della scoperta, si sintonizzerà quest’anno sulle frequenze del cinema tedesco e, in particolare, sul tema dell’Altra Weimar. Accanto ai sommi Lang e Murnau, il festival offrirà la possibilità di assistere per la prima volta ai capolavori di autori segnati dall’espressionismo, come Robison, Oswald, Berger, Dupont. Tra le chiavi di lettura principali delle Giornate non poteva mancare la musica, vera e propria protagonista del festival. Ben tre titoli della rassegna dedicata alla produzione muta di René Clair avranno accompagnamenti speciali: da Entr'Acte, presentato con la partitura originale di Erik Satie, a Un chapeau de paille d’Italie, da Paris Qui Dort, presentato con la nuova partitura di Antonio Coppola eseguita dall’Octuor de France, all’attesissima performance dell’ensemble Prima Vista Social Club, che riunisce alcuni dei migliori musicisti a livello internazionale specializzati nell’accompagnamento di film muti, e che accompagnerà improvvisando la brillante satira sulla moralità dei ruggenti anni Venti, Chicago, di Frank Urson e Cecil B. DeMille, proiettato nella nuova copia magnificamente restaurata dall’archivio dell’UCLA. Da quest’anno, inoltre, il festival sarà segnato da un’intensa collaborazione con l’orchestra sinfonica del Friuli Veneza Giulia, un gruppo composto da ben 54 elementi, che accompagnerà tre delle serate in programma. Tra le tante chicche offerte dalla rassegna sarà riproposto, a grande richiesta, l'“ennesimo” omaggio a Mabel Normand, che percorrerà film già noti e rarità, svelando altri tesori anche dalla sfortunata fase finale della scatenata commediante. Contatti: [email protected] Good: l’Alpe Adria a tutto gusto Dalle Alpi al mare per scoprire il meglio dell’enogastronomia tra ricette della tradizione e sapori di confine. Questo è “Good”, la nuovissima fiera dedicata al top delle grandi produzioni agroalimentari ed enogastronomiche del cuore dell’Europa, in programma dal 19 al 21 ottobre a Udine. Un vero e proprio punto di fusione della buona tavola che accomuna la tradizione latina, slava e tedesca. Un appuntamento immancabile per tutti quei buongustai che amano confrontarsi con vetrine enogastronomiche caratterizzate da mille sfaccettature. Oltre a essere un grande melting pot di sapori, Good si propone, in modo originale, attraverso un particolarissimo percorso espositivo diviso in aree tematiche, che accompagnano il consumatore finale lungo la filiera di ogni alimento presente. Itinerari del gusto in cui gli animali, la terra e i suoi prodotti sono protagonisti assoluti: la mucca, la pecora, la capra, il latte, i formaggi e tutti i derivati fino al gelato; il maiale; l’oca; il pescato di mare e di fiume; i frutti della terra, dai cereali alla pasta, dal pane ai dolci, dalla frutta agli ortaggi; il caffè, il cioccolato, i liquori e i distillati, il tabacco; l’acqua. Sempre nel quartiere fieristico udinese e in contemporanea con “Good”, è in programma Vinum Loci, la grande rassegna nazionale dei vini antichi e autoctoni. Un appuntamento dedicato alla valorizzazione delle produzioni vitivinicole che fanno parte di quel patrimonio agrario legato in maniera indissolubile al territorio e alle sue espressioni. Sotto la guida di esperti sommelier, i visitatori potranno sperimentare, accanto alle degustazioni pure, inediti abbinamenti con prodotti gastronomici tipici e partecipare a occasioni di approfondimento legati alla tutela, alla produzione e al consumo dei vini autoctoni. Contatti: [email protected] Dove il vino ha il sapore dei sogni Novemila metri quadrati coperti, cinquantaquattromila metri cubi, centomila tegole, settecentocinquanta mila cubetti di porfido, un castelletto, un ruscello e un vero e proprio laghetto: queste solo alcune delle caratteristiche della nuova cantina di Jermann inaugurata ai primi di luglio a Ruttars di Dolegna del Collio. La nuova struttura si affianca alla sede “storica” di Villanova di Farra d’Isonzo, dove si trovano anche l’abitazione di famiglia e una cantina modernissima, con attrezzature per la vinificazione in acciaio e in legno. Vigneti impiantati secondo le più moderne tecnologie e modernità di impostazione sono alla base della qualità delle proposte enologiche di Silvio Jermann, uno dei vignaioli friulani più conosciuti nel mondo. Subentrato al padre Angelo nei primi anni Ottanta, ha fatto crescere l’azienda tanto in termini quantitativi che qualitativi. I suoi vini bianchi sono in assoluto fra i più longevi in circolazione, basti pensare al Vintage Tunina (del quale vengono prodotte dalle 60 mila alle 90 mila bottiglie l’anno), da molti considerato il migliore bianco italiano. Il progetto della nuova cantina di Ruttars è stato ideato nel 1998 e successivamente realizzato dall’ architetto friulano Adriano Zuppel. Da quel progetto è nata un’opera – ampiamente “manipolata” da Silvio – che, nonostante sembri completata, “necessita ancora di migliorare alcune dettagli”, come dice lui. Una cantina “magica” dove ogni angolo richiama alla storia, alla vita, alla poesia della famiglia Jermann con una presenza continua dei quattro elementi: fuoco, acqua, terra e aria. I vini di Jermann rappresentano oggi l’eccellenza dell’enologia made in Friuli Venezia Giulia. Fra tutti l’eccellente e celebrato Vintage Tunina, un uvaggio di Chardonnay, Sauvignon Blanc, Ribolla Gialla, Malvasia Istriana e Picolit, un capolavoro di impeccabile e rara classe, un brillante esempio di come un grande vino bianco può nascere anche senza ricorrere all’uso di botti e barrique. Un altro famoso vino bianco è l'attuale W… Dreams…, evoluzione di quel celebre vino nato nel 1987 con il nome “Where the Dreams Have No Ends” e dedicato alla canzone degli U2 “Where the Streets Have No Name”. Prodotto in maggior parte da uve Chardonnay e maturato in piccole botti, anche questo è uno dei vini che hanno portato Silvio Jermann all'apice dell'enologia. Ma le meraviglie della cantina di Silvio Jermann non si riducono ai vini bianchi. Le sorprese arrivano anche dai vini rossi come il Pignacolusse, singolare nome derivato dall’unione di “Pigna”, con riferimento all’uva Pignolo con cui è prodotto, e “Colusse”, nome del vigneto. Il Pignolo - un vitigno autoctono del Friuli Venezia Giulia -, che era destinato a una sicura estinzione, è stato fortunatamente rivalutato da alcuni vignaioli della regione. L'altro rosso di Silvio Jermann è il Blau & Blau, prodotto in maggior parte con Franconia (Blaufrankisch) e una piccola parte di Pinot Nero (Blauburgunder): il nome e la scelta dei due vitigni sono un omaggio allo spirito mitteleuropeo dal quale ha origine la famiglia Jermann. La sede di Villanova di Farra d’Isonzo è già visitabile mentre la nuova cantina di Ruttars può essere visitata su prenotazione da novembre in poi chiamando allo 0481 888080 (www.jermann.it / [email protected]). Nel 2008 inoltrato sarà avviato un progetto agrituristico, grazie al quale sarà possibile degustare i prodotti tipici regionali abbinati ai vini di Jermann. Contatti: [email protected] Qualora non desiderasse più ricevere la newsletter, la preghiamo di inoltrare un'e-mail con l'indicazione REMOVE all'indirizzo al contatto sopra indicato.