Champagne e Prosecco, la "sfida" che non deve esistere
Transcript
Champagne e Prosecco, la "sfida" che non deve esistere
Italian daily news for key players and wine lovers di: Fabio Piccoli Champagne e Prosecco, la "sfida" che non deve esistere Lenorme crescita commerciale del Prosecco non deve far cadere nellinganno di una seppur suggestiva ma poco sensata, e per certi aspetti pericolosa, sfida alla pi grande bollicina mondiale Ci fanno enormemente piacere i dati del nostro Prosecco che sta crescendo praticamente ovunque. Basti citare gli ultimi, in ordine di tempo (met luglio), provenienti dal Regno Unito, dove il nostro Prosecco cresciuto del 78% in volume e del 72% a valore raggiungendo cos lincredibile (se si pensa a pochi anni fa) cifra di quasi 465 milioni di euro di vendite. Se si pensa che nel medesimo periodo lo Champagne ha conseguito vendite per 342 milioni di euro verrebbero facili pensieri riguardo sfide mirabolanti della nostra nazional popolare bollicina al nobile perlage dOltralpe.E indubbio, come abbiamo pi volte ripetuto sulle pagine del nostro magazine, che in atto un fortissimo sviluppo del Prosecco che sta aprendo la strada alle bollicine anche a nuovi consumatori. Sarebbe molto interessante a questo riguardo capire quanti dei consumatori attuali del Prosecco si stanno approcciando per la prima volta ad uno sparkling o se invece stanno sostituendo con esso 27 / 08 / 2015 Italian daily news for key players and wine lovers una bollicina pi cara (visti i tempi di crisi potrebbe anche essere una suggestione credibile).Ma siccome non abbiamo dati a riguardo cerchiamo di seguire un ragionamento logico senza la pretesa di avere verit in tasca.Innanzitutto ci sentiamo di affermare che parlare di sfida allo Champagne da parte del Prosecco quanto meno azzardato anche se, come riporta il bravo Angelo Peretti nel suo eccellente InternetGourmet, "lallontanamento da parte dei consumatori inglesi dagli Champagne pi economici (come riportato da indagine di IRI) cio che non disponendo di un loro "brand cachet" non hanno la possibilit di giocarsi il plusvalore dato dalla marca, che oggi necessario per competere col Prosecco. Insomma, il Prosecco una sorta di killer che fa fuori lo Champagne "ordinario". Se uno vuol bere Champagne, cerca anche limmagine che la marca famosa porta con s. Altrimenti meglio un Prosecco".Concordiamo sullanalisi di Peretti se il messaggio , in sintesi, "il Prosecco obbliga tutti i produttori di sparkling, a partire dai nobili champagnisti, ad alzare il livello dellasticella perch sullentry level ormai il vero mattatore con cui si deve fare i conti indubbiamente la bollicina veneto-friulana". Ben diverso, e per certi aspetti pericoloso, pensare (ma conoscendo bene Peretti sappiamo che non questo il caso) che veramente il Prosecco si possa trasformare nel tempo in unalternativa vera e seria allo Champagne. E lo diciamo senza mezzi termini, se questo avvenisse significherebbe che tutto il sistema vino poggia le sue fondamenta su basi fragilissime. Verrebbero meno tutti i presupposti delle piramidi qualitative, delle evoluzioni dei consumatori verso prodotti sempre pi qualitativamente interessanti e complessi man mano che aumenta la loro competenza.Siamo reduci dal nostro viaggio annuale nello Champagne e abbiamo avuto modo di confrontarci con numerosi produttori riguardo al cosiddetto "rischio Prosecco". La risposta stata quasi univoca e per certi aspetti "umile" e sorprendente considerando il noto sciovinismo francese: il Prosecco ci obbliga ad essere ancora pi forti, unici, diversi, a comunicare meglio ci che siamo senza dormire sugli allori o, peggio ancora, pensare a declassare alcune nostre produzioni per competere con la popolare bolla italiana.Una risposta che ci convince e che testimonia una seriet secolare che noi speriamo continui ad essere, in questo senso, un buon esempio anche per il nostro metodo classico italiano. 27 / 08 / 2015