Metropoli fertili a zero semafori - Attualità - D

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D · ATTUALITÀ · METROPOLI FERTILI A ZERO SEMAFORI
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Metropofiel raitlzerosemafori
Energia, cibo, idee: le città di tutto il mondo guarderanno a sistemi fluidi,
smart e decentrati. Ma sarà il livello di ricchezza a deciderne le vocazioni
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DI EMANUELE COEN (FOTO COURTESY BY VINCENT CALLEBAUT ARCHITECTURES)
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STAGE
La mente corre veloce, in un lampo siamo già nel 2036. Una sera di primavera Frédéric Roulland
passeggia verso casa, attraversa parchi e giardini: aria pulita, niente ingorghi, poche auto private. Una
città intelligente, organizzata da un sistema di dati alimentato da sensori, in grado di gestire consumo di
energia, smaltimento dei rifiuti, trasporti. Un habitat perfetto, in cui i cittadini ricevono sulle lenti a contatto
informazioni in tempo reale su qualsiasi argomento, dal meteo alle condizioni delle strade, scambiano
opinioni sui social media e dettano così l’agenda ai politici. «Sono uno dei sei miliardi e 300 milioni di
abitanti del pianeta Terra che vivono in un’area urbana», si immagina Roulland, scienziato dello Xerox
Research Centre Europe, il laboratorio di ricerche del gigante informatico con sede a Meylan, in Francia.
È sua l’idea di proiettarsi tra 20 anni, usando la passeggiata come escamotage per condividere con i
lettori del suo blog le ricerche dello staff che coordina. E così la metropoli del futuro, suddivisa in distretti
autosufficienti dal punto di vista energetico e alimentare, incarna l’utopia di Tommaso Moro. Somiglia più
alla città ideale del Rinascimento che ai caotici agglomerati di oggi. Una visione un po’ astratta, che non
tutti condividono. «Smart è un aggettivo superato, abusato, che connota ogni oggetto della nostra vita
quotidiana. E che invece risulta inappropriato: è evidente, infatti, che le comunità urbane presentano
caratteristiche troppo eterogenee per poter essere confrontate sulla base di indicatori comuni», spiega
Eleonora Riva Sanseverino, docente di Energia, Ingegneria dell’informazione e Modelli matematici
all’Università di Palermo, coautrice di Atlante delle smart city. Comunità intelligenti europee ed asiatiche
(FrancoAngeli editore), mappa planetaria delle città intelligenti: dal Nord Europa - Amsterdam,
Copenaghen, Stoccolma, veri e propri modelli di gestione collaborativa tra cittadini e istituzioni - alle
metropoli a emissioni zero pianificate a tavolino, come Masdar City nel deserto di Abu Dhabi, progettata
dallo studio di architettura Foster and Partners. Tra la Scandinavia e la futura città degli Emirati Arabi
Uniti esiste una galassia in rapida evoluzione. In India, il primo ministro Narendra Modi ha avviato
l’ambizioso programma di costruire 100 città intelligenti nei prossimi 5 anni, mentre la Cina pullula di
metropoli come Fuzhou: oltre 6 milioni di abitanti, con una crescita annua del tasso di occupazione del
2,7% e del reddito pro capite dell’8%.
TRA L’EUROPA E MASDAR CITY Anche se il quadro è frammentato, alcune domande sono
universali: tra vent’anni come si sposteranno gli abitanti delle smart city? E come funzioneranno le reti di
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DONNAD
CONCORSO
Le case di D
REAZLIAREUN
ORTO
SOSPESOCOPLALET
A chi non piace avere sempre a portata di
mano erbette, frutta, verdura e profumi
freschi e a chilometro zero? Con l’aiuto di
mio marito, ho creato un piccolo nido in
cui coltivare a seconda delle stagioni,
basilico, finocchietto, prezzemolo e
quant’altro
×
energia e la sicurezza? Prevarrà la condivisione tra potere pubblico, cittadini e imprese private, come già
avviene in alcune città, oppure avrà la meglio la tendenza ipertecnologica delle metropoli create dai big
del settore hi-tech? Non è un mero esercizio teorico: secondo le previsioni, infatti, il 70% della
popolazione mondiale nel 2050 abiterà nelle aree urbane. La coautrice dell’Atlante delle smart city ritiene
che nei prossimi due decenni le città si svilupperanno intorno a due paradigmi fondamentali: uno dominato
dalla tecnologia, per gli agglomerati urbani di nuova realizzazione come Masdar City, e un modello più
attento all’inclusione sociale, destinato ad affermarsi nelle comunità con forti preesistenze storiche come
molte metropoli europee, in cui la tecnologia renderà possibile la collaborazione e la condivisione delle
idee tra cittadini. «Le città del 2036 saranno necessariamente più eque e inclusive », prosegue la
professoressa, riferendosi al secondo modello di crescita. «Le reti dei servizi urbani saranno frazionabili a
livello distrettuale, con riserve locali in grado di garantire la continuità in caso di eventi che possano
compromettere la distribuzione principale. Inoltre, l’aggregazione di cittadini in distretti potrebbe
consentire le forme di acquisto di beni e servizi in modo collaborativo, come già avviene a Friburgo, in
Germania, con le auto condivise fra più famiglie». Anche sul fronte energetico, in Europa c’è chi guarda
lontano: il Comune di Amsterdam, per esempio, si è prefissato l’obiettivo di soddisfare con fonti
rinnovabili la metà dei consumi privati di elettricità entro il 2040, mentre l’amministrazione di Stoccolma
intende coprire l’intero fabbisogno dei cittadini con energia verde entro il 2050.
CINA E LONDRA SUPERSTAR Nel frattempo, una ricerca del centro studi britannico Oxford
Economics aiuta a comprendere la geografia mutevole delle smart city: Future trends and market
opportunities in the world’s largest 750 cities è la fotografia delle più importanti 750 città del pianeta nel
2030. Sotto diversi aspetti: crescita demografica ed economica, potere di acquisto individuale, divario tra
metropoli occidentali e dei Paesi in via di sviluppo. Mentre alcune città europee si svuoteranno di giovani,
quelle del Medio e dell’Estremo Oriente cresceranno in modo smisurato, convertendo l’aumento della
popolazione in crescita di ricchezza pro capite. Con risultati sorprendenti: città cinesi ora poco
conosciute come Chengdu, Hangzhou e Wuhan tra vent’anni conteranno quanto Dallas e Seul. E ancora
Lagos, in Nigeria, vedrà esplodere di altri 13 milioni il numero dei suoi abitanti, oltre ai 16 di oggi. In
termini percentuali, i redditi delle famiglie che risiedono nelle aree urbane, in Cina lieviteranno a una
velocità 6 volte maggiore rispetto a quelli europei. E nella graduatoria delle metropoli con i consumatori
più ricchi, Shanghai balzerà dall’attuale 69esimo posto all’ottavo. Inoltre, sempre secondo le previsioni di
Oxford Economics, 4 città europee usciranno dalla classifica globale delle prime 50 per prodotto interno
lordo: Roma, Monaco di Baviera, Stoccolma e Zurigo. Scivolerà più in basso anche Fukuoka, in
Giappone. Al loro posto, nella parte alta della graduatoria entreranno 5 città cinesi: Changsha, Chengdu,
Hangzhou, Qingdao e Wuhan. Infine, nel Vecchio Continente la forbice si allargherà sempre di più: da
oggi al 2030 a Londra la ricchezza lieviterà al ritmo del 2,9% all’anno (più di New York, al 2,6%
annuo), lasciando indietro Parigi (più 1,7%), Madrid (più 2,1%), Milano (più 1,2%) e Roma (più 1%).
GLI INCROCI PERFETTI DI SINGAPORE Le cifre servono, ma non bastano a disegnare le città
di domani. «Predire il futuro è un esercizio difficile e spesso futile. La letteratura del passato è colma di
“paleofuturo”, visioni fantascientifiche di mondi che non si sono mai avverati. Quello che possiamo fare,
invece, è immaginare come trasformare il presente», dice Carlo Ratti, architetto e ingegnere, docente al
Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, dove dirige il MIT SENSEable City Lab,
gruppo di ricerca che studia come le nuove tecnologie stanno cambiando le aree urbane. «L’architettura
è sempre stata per l’uomo una “terza pelle”, dopo quella biologica e gli abiti che indossa. Tuttavia, finora
si è trattato di una pelle rigida. Grazie ai network e al digitale possiamo invece immaginare un domani in
cui l’ambiente costruito potrà adattarsi alle nostre abitudini», prosegue Ratti, che insieme a un gruppo di
ricercatori statunitensi, svizzeri e italiani (oltre al MIT SENSEable City Lab, l’Ethz, Swiss Federal
Institute of Technology di Zurigo e il nostro Cnr) ha appena pubblicato uno studio che farà discutere: gli
scienziati hanno immaginato un sistema di incroci stradali simile a quello che regola le piste degli
aeroporti, basato sugli slot. Le auto, che si guidano da sole e sono dotate di sensori, comunicano al
sistema la loro posizione mantenendo la distanza di sicurezza dagli altri veicoli. In sostanza, si avvicinano
all’incrocio per passare solo quando c’è uno slot disponibile - proprio come un aereo al decollo - e non
sono costrette a fermarsi al rosso a motore acceso, sprecando benzina. Se il progetto avrà successo, le
città del futuro faranno a meno dei semafori, saranno meno inquinate e più efficienti. «È importante
cominciare a riflettere sull’impatto sul traffico delle auto che si guidano da sole. Oggi le strade delle città
sono inadeguate ai cambiamenti epocali che le tecnologie porteranno nel campo della mobilità», conclude
Ratti. I ricercatori stanno già collaborando con le autorità di Singapore, dove gli esperimenti inizieranno in
autunno. Entro un paio d’anni partiranno i primi test su veri incroci stradali organizzati “a slot”, senza
semafori. Uno scenario da fantascienza, ma il tempo stringe: in fondo il 2036 non è così lontano. (Foto
courtesy by Vincent Callebaut Architectures)
Fotogalleria
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In epoca di social la gravidanza di una
donna viene seguita passo a passo da amici
e parenti. Se poi la donna in questione è
una supertop, e magari anche attrice, allora
a seguire l'evoluzione del pancione è il
Pianeta intero. Lo sanno bene alcune
famose modelle che si trovano a vivere la
loro prima, seconda o terza dolce attesa a
colpi di post su Instagram
Oroscopo
Obiettivo sharing Alcune città si muovono in fretta verso il futuro, anche in Italia. Milano è una delle tre
capofila - insieme a Londra e Lisbona - del progetto Sharing Cities, finanziato con 25 milioni di euro
dall’Unione europea, con l’obiettivo di far decollare nei prossimi anni le Smart City. Ogni città ha
individuato un quartiere pilota: nel capoluogo lombardo una vasta zona di aree dismesse nella zona di
Porta Romana- Vettabbia verrà riqualificata dal punto di vista energetico, in collaborazione con i
cittadini. Londra, invece, partirà con un programma di rigenerazione abitativa a Greenwich, con l’idea di
creare una rete di riscaldamento a emissioni zero. Lisbona, infine, agirà sul centro storico: verranno
installati moduli fotovoltaici e pannelli solari termici, incrementato l’uso di veicoli elettrici e migliorata la
gestione digitale del trasporto pubblico.
Sagittario Capric orno Ac quario
VERDE PARIGI L’orizzonte di Parigi nel 2050 apparirà frastagliato da decine di grattacieli
Classific a del giorno
Ariete
Toro
Gemelli
Canc ro
Leone
Vergine
Bilanc ia
Sc orpione
Asc endente
Pesc i
verdeggianti traboccanti di alberi e coltivazioni, pannelli fotovoltaici e vivai per la crescita di alghe.
L’immagina così il belga Vincent Callebaut, l’architetto dell’ottimismo, nel suo libro Paris 2050, les cités
fertiles face aux enjeux di XXIe siècle, (Michel Lafon ed.) da cui abbiamo tratto i progetti (parigini e
non), che illustrano tutto il servizio. G.R.
ARGOMENTI
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Sesso stellare
Seduzione
Taroc c hi
Il libro dei c onsigli
Bisc otti della fortuna
Affinità di c oppia
· SOCIETÀ · ECOLOGIA
La ricetta di oggi
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(24 MAGGIO 2016)
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