II Forum dei Giovani Professionisti

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GIOVANI COMMERCIALISTI
II Forum dei Giovani Professionisti: manifesto su lavoro, previdenza e fisco
Il documento, presentato ieri, affronta le criticità che minano il futuro
delle ultime generazioni
/ Savino GALLO
/ Sabato 04 dicembre 2010
ROMA - Un mondo del lavoro che “tutela i diritti di chi il lavoro ce l’ha già e lascia i
nuovi arrivati in balia di se stessi”. Un fisco che “premia chi già possiede e penalizza
chi possiede solo la sua voglia di produrre”. Un sistema previdenziale che si
impoverisce per pagare le laute pensioni delle vecchie generazioni, lasciando alle
nuove il “dubbio che loro, alla pensione, peraltro misera, potrebbero non arrivarci
mai”. È questa l’Italia che disegna l’UNGDCEC nel corso del II Forum dei Giovani
Professionisti, tenutosi ieri a Roma.
Un Paese che, nel nuovo manifesto dell’Unione, presentato da Enrico Zanetti, viene
descritto alla stregua di una caserma in cui è sempre e solo il nonnismo a prevalere,
creando cittadini di serie A, “quelli che avevano trenta o quarant’anni negli anni
’80”, e cittadini di serie B, “quelli che hanno trenta o quarant’anni adesso”. Una
situazione di cui bisogna prendere atto, perché la classe dirigente arrivi a produrre
quelle risposte che le nuove generazioni attendono da troppo tempo.
Il lavoro flessibile deve essere retribuito di più di un impiego
stabile
Risposte che passano da un sistema fiscale che “tassi di più le rendite e meno il
lavoro”; da un mondo del lavoro in cui la “flessibilità venga vista come un valore e,
come tale, retribuita più di un impiego stabile”; e che passano, infine, attraverso
“l’abolizione dell’IRAP” e il ristabilimento dell’equità intergenerazionale del
sistema previdenziale.
Questi gli appelli lanciati dai giovani professionisti, che sembrano incontrare, almeno
a parole, il favore di esponenti di ogni colore politico. Nel corso della mattinata, sul
palco si sono susseguiti rappresentanti di tutti gli schieramenti, e tutti hanno
concordato che, “sì, qualcosa va assolutamente fatto per le giovani generazioni”. Lo
ha fatto Alessia Mosca del PD, che ha ricordato come l’Italia sia al 169° posto su 170
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nelle statistiche del FMI sul progresso nella competitività. Lo ha fatto Antonino Lo
Presti di FLI, secondo cui serve “un nuovo patto sociale tra tutte le forze di questo
Paese, giovani o vecchie che siano”.
E ancora, lo hanno fatto Giovanni Donzelli, portavoce nazionale dei giovani del PDL,
“disponibile a dare battaglia su questi temi”, e Francesco Boccia del PD. Per Boccia è
“semplicemente vergognoso che 1 euro prodotto dal lavoro venga tassato di più di un
euro prodotto dalla rendita”. Così come è altrettanto “inaccettabile che un’azienda con
una parte della propria attività produttiva all’estero, venga tassata di meno
dell’azienda che, invece, produce interamente in Italia”.
Insomma, tutti d’accordo. A patto, però, come sottolinea Giuliano Cazzola del PDL,
che i giovani “la smettano di lamentarsi e piangersi addosso, iniziando, invece, a fare
la propria parte”. Quelli dell’UNGDCEC hanno cercato di farlo, individuando le
criticità di un sistema mal funzionante e pungolando la classe dirigente, affinché abbia
chiara in mente la strada da seguire. E alla fine, “quando avremo capito – ha concluso
il Presidente dell’UNGDCEC, Luigi Carunchio – che esiste davvero la volontà di
condividere obiettivi giusti, oltreché inevitabili, saremo i primi a dare una mano per
costruire le vie che consentiranno di raggiungerli”.
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