Pavia e provincia: Pavese, Oltrepò Pavese, Lomellina
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giovedì, 16 marzo 2017 (279) Cinema Teatri Qual Buon Vento, navigante! » Entra Manifestazioni Monumenti Musei Oasi Associazioni Gruppi musicali Ricette tipiche Informazioni utili Inserzioni Pagina inziale » Musica » Articolo n. 5372 del 12 aprile 2007 Storie: Micio (3) Articoli della stessa rubrica Mi piace raccontarvi storie di musicisti, storie vere, di persone che conosciamo, che ci vivono accanto e che vivono avventure che, a volte, hanno dello straordinario nella loro semplicità. Ci sono, tra i musicisti pavesi, alcuni personaggi (Mandolin Brothers, Stefano Intelisano, Fabrizio Poggi) che amano mettersi continuamente in gioco, spingendosi là dove sono le radici della musica che amano. Siamo giunti ormai alla terza ed ultima puntata di questa sorta di Diario Americano di Maurizio “Micio” Fassino . Nelle puntate precedenti Micio ha già fatto le sue prime esperienze in terra americana ed ha consolidato un’amicizia importante con Merel Bregante e sua moglie Sarah Pierce, anche attraverso la partecipazione all’incisione dei dischi di quest’ultima. “ L’ultima rimpatriata l’ho fatta a febbraio 2007 ed è partita subito bene in quanto all’aeroporto di Malpensa ho incontrato Jorma Kaukonen che tornava negli States dal tour italiano; notando la mia guitar bag mi ha chiesto cosa c’era dentro e così abbiamo scambiato quattro chiacchiere. Sono arrivato ad Austin via Philadelphia e poi Chicago dove faceva un freddo da lupi, però vedere Chicago illuminata di sera, dall’alto di un 767, è una bellissima visione e ne valeva la pena. Dopo un giorno di dayoff per smaltire il jetlag, mi sono subito messo al lavoro per incidere un solo di acustica per un cantautore di Nashville che si è trasferito ad Austin per incidere un disco con un suono più roots e meno patinato. Il suo nome è Michael Clay, una brava persona con una bella voce e delle buone canzoni e una taglia da attore di Hollywood che farebbe impazzire un sacco di ragazzine. Lui è venuto in studio, ha ascoltato il solo e ha deciso di farmi fare altri tre pezzi perché gli piaceva il mio modo di suonare. Bene, anche perché avevo deciso di comprarmi una fender telecaster e un po’ di soldi in tasca mi avrebbero fatto comodo.” Non c’è chitarrista che compia un viaggio in America che resista alla tentazione di comprarsi una bella chitarra, visti i prezzi e l’offerta di modelli anche introvabili in Italia. “….Inoltre il disco mi piaceva parecchio e ci suonava della gente veramente tosta tra cui la magnifica Cindy Cashdollar (pedal steel e dobro per anni con Asleep At The Wheel, Van Morrison e Bob Dylan). Nei tempi morti, davvero pochi, andavo in giro con Merel e Doug Hudson; Doug ha suonato nell’ultimo tour di Sarah in Italia ad ottobre ed è un grande, ha suonato e cantato con Nancy Griffith e Lyle Lovett. Con lui sono stato alla fabbrica della Collins, dove costruiscono forse le migliori chitarre acustiche in america, ed è stato bellissimo vedere quanto amore e quanta cura mettono nel costruirle (sarà forse per questo che se non hai almeno 3.000 dollari non te ll fanno neanche vedere). Pare che ne abbiano costruite un paio per Steve Perry degli Aerosmith e Mick Jagger, e una per un artista italiano, un certo Piero Pelu’ (perché suona la chitarra?). Anche Doug ha un paio di Collins, poi quando sono stato a casa sua (il cui salone è grande come tutto il mio appartamento) ho capito. E’ stato bello durante una cena texmex, organizzata dalla moglie Becky, vedere i music grammy awards con la loro famiglia e alcuni amici, sembrava i essere in un telefilm americano, con tanto di figlie quattordicenni e suocero che aveva fatto la liberazione nel ’45 come pilota della marina americana. Ma la cosa più bella per me è stato cominciare le registrazioni del nuovo disco di Sarah.” Ribadisco il concetto: chi non ha mai provato l’esperienza di sala d’incisione all’estero, non immagina neanche quanto possa essere diversa da quella italiana! “ Io ho sempre suonato nei suoi dischi quando tutto era già stato fatto, nel senso che mancava il solo di acustica o la parte di arpeggio, però questa volta è stato diverso. Abbiamo cominciato il disco insieme, abbiamo deciso insieme degli arrangiamenti e cambiato la struttura di alcune canzoni, insomma, ho avuto sicuramente un ruolo più importante che in passato. Intendiamoci, è stata dura, ho passato dodici giorni quasi interamente in studio, dalla mattina alla sera, però sono sicuro che ne è valsa la pena. Oltre alla già citata Cindy Cashdollar, sarà presente anche John McEuen della Nitty Gritty Dirt Band in un paio di pezzi, poi oltre a me, ci sarà Doug Hudson, e sarà della partita anche Al Garth, il violinista e sassofonista che ha suonato con Loggins & Messina, Nitty Gritty Dirt Band, e che da ormai 12 anni suona nei dischi ed nei tour con gli Eagles. Ci siamo incontrati il giorno prima che tornassi in Italia ed abbiamo diviso la stanza per una notte. Al era venuto ad Austin per registrare il disco di Sarah e per una serie di serate in Lousiana con Merel e un certo Jonathan Edwards. Lui vive in California e mentre si parlava e si beveva vino come vecchi amici (l’avevo appena conosciuto) mi diceva che aveva appena finito delle registrazioni per il nuovo disco di Don Henley con le Dixie Chicks (di cui non aveva una grande stima) e John Mayer. Poi mi ha detto che avrebbero suonato un pezzo di Ry Cooder nelle date in Louisiana, “The girls from Texas”; gli ho detto che Ry è da sempre il mio chitarrista preferito e allora, tira fuori il violino e chitarra acustica e suona la canzone di Ry Cooder. Che bella la vita: il chitarrista–vigile di Pavia che si trova a ridere e scherzare e a suonare con uno dei migliori musicisti d’oltreoceano! Con questo ho concluso il mio racconto, credo di averti detto tutto, forse mi sono dilungato un po’, ma avevo un sacco di cose da dire e ne avrei ancora tante, ma non ho il tempo. Ah, dimenticavo, poi la telecaster l’ho comprata, da Ray Hennigs, un simpatico quasi ottantenne che ha venduto chitarre a tutta Austin compresi il grande Steve Ray Vaughan e il fratello Jimmy. Dopo aver girato un sacco di negozi uno più bello dell’altro ho visto questa Candy apple red ’62 riedition made in mexico e l’ho dovuta comprare… e ne è valsa la pena. See Yoo soon, Micio” (continua) Furio Sollazzi Pavia, 12/04/2007 (5372) RIPRODUZIONE VIETATA www.miapavia.com è testata giornalistica, il contenuto di queste pagine è protetto dai diritti d'autore. In caso di citazione o utilizzo, si prega di evidenziare adeguatamente la fonte. » Buon viaggio Icio » Addio, mitico “Lupo” » Marco Zappa svizzero? Si, ma beatlesiano » Commiato del Geom. 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